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Che cos'è la "falsità"?

Aperto da Eutidemo, 30 Luglio 2023, 06:39:37 AM

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Eutidemo

Sembra ovvio sostenere che la la "falsità" sia il contrario della "verità"; il che in molti casi è vero, ma, secondo me, occorre sgombrare il campo da alcuni equivoci:
- sia di carattere "logico";
- sia di carattere "semantico".
***
Innanzitutto per ridurre la possibilità di fraintendimenti, secondo me, sarebbe più opportuno parlare di "affermazioni false" e di "affermazioni vere"; ma, anche così, spesso, si cade comunque in equivoco.
***
Ed infatti:
.
1)
Non bisogna confondere una "menzogna" (o "bugia") con una "affermazione non corrispondente alla realtà oggettiva di una cosa, di un evento o di una situazione".
Ed infatti tutto dipende:
- dalle "informazioni" a disposizione del soggetto;
- dall'esattezza o meno di tali "informazioni";
- da ciò che il soggetto "dichiara", in conformità, in contrasto, o in assenza delle "informazioni" in suo possesso.
***
Cioè:
a)
Se Caio è correttamente informato della morte di Tizio, ma dolosamente dichiara che è ancora vivo, allora, contemporaneamente:
- "mente" (consapevole di mentire);
- fa "una affermazione non corrispondente alla realtà oggettiva di un evento" (perchè Tizio è effettivamente morto).
b)
Se Caio, invece, non è correttamente informato della morte di Tizio, ritenendo che sia morto, mentre, invece lui è ancora vivo, ma dolosamente dichiara che vive ancora, allora:
- "mente" (poichè dichiara qualcosa di contrario a quello che -erroneamente- gli risulta);
- però fa una "affermazione corrispondente alla realtà oggettiva di un evento" (perchè Tizio è ancora vivo è vegeto).
***
In parole povere, in modo più "icastico":
- si può "mentire" affermando una cosa oggettivamente "falsa".
- ma si può anche benissimo "mentire" affermando una cosa oggettivamente "vera".
***
.
2)
A differenza di quanto spesso si dà per scontato, non è affatto corretto ritenere che una cosiddetta "affermazione falsa" sia il "contrario" di una cosiddetta  "affermazione vera"; come, invece, quasi sempre si crede.
Cioè, per tornare all'esempio di cui sopra:
a)
Se Caio è correttamente informato che Tizio è "morto", ma dichiara che è ancora "vivo", allora, "mente" dicendo il <<contrario della verità>>.
b)
Se Caio è correttamente informato della morte di Tizio, ma, invece, "dichiara di non sapere se è vivo o è morto", allora, mente dicendo il <<una cosa diversa della verità>>.
***
In entrambi i casi "mente", in quanto mentire non significa necessariamente dire l'"opposto della verità", ma anche, semplicemente, dire qualcosa di "diverso dalla verità"!
***
Questo è un equivoco in cui molto spesso si incorre.
***
.
3)
Infine non va confusa la "menzogna" con l'"errore".
Ed infatti, se io dico che la somma di 2.365 + 3.256 è uguale a 5.421 (mentre invece è uguale a 5.621):
- se sto cercando di fregare il mio creditore, allora sto "mentendo";
- se, invece, ho sbagliato il calcolo in buona fede, allora ho semplicemente commesso un "errore".
***
.
CONCLUSIONE
Mi rendo conto di "aver scoperto l'acqua calda"; almeno "in teoria". Però ho voluto lo stesso scrivere questo "post", perchè ho notato che molti, più o meno inconsapevolmente, spesso,  "in pratica" confondono una cosa con l'altra!
***

Pensarbene

falso e non falso, secondo me, chiarisce le cose
Una cosa "non falsa" non è necessariamente vera

In linguaggio informatico quantistico 0 può significare anche 1 e viceversa.

iano

#2
Citazione di: Eutidemo il 30 Luglio 2023, 06:39:37 AM
Sembra ovvio sostenere che la la "falsità" sia il contrario della "verità"; il che in molti casi è vero, ma, secondo me, occorre sgombrare il campo da alcuni equivoci:
- sia di carattere "logico";
- sia di carattere "semantico".
***
Sembra ovvio che ci stiamo riferendo a un soggetto umano parlando di verità, falsità, semantica, logica, e quindi un soggetto  dotato di volontà.
Se invece ci riferiamo a una macchina (ideale) non possiamo già più parlare di semantica, né di applicazione di volontà, ma possiamo ancora parlare di verità, falsità, e sopratutto di logica, perchè una macchina è propriamente un esecutrice di procedure logiche, esente da errori, se ideale.
Ciò che conta, per non creare confusione, è non riferirsi a soggetti ibridi, che sono il frutto di una mancata precisa definizione del soggetto.
Se io dico che ad una domanda il soggetto può rispondere solo ''si'' , ''no'', ''non lo sò'', mi sto riferendo a una macchina ideale che a rispondere in tal modo ho programmato, o ad un umano che ho provato in tal modo a coercire?
Se io dico che il soggetto è incapace di dire la verità,  sembrerebbe una macchina in tal guisa programmata.
Se io dico che il soggetto non può comunque esimersi dal dare una risposta, sembrerebbe un uomo che io cerco di coercire a dare una risposta.

Ignaro della natura del soggetto, non ottenendo una risposta, come devo interpretare la cosa?
In questi casi succede di solito che iniziamo a renderci conto che ciò che ci pareva ovvio forse ovvio non è.
Forse ci chiederemo allora ''cosa si intende esattamente per dare una risposta ?''.
Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò?
Come faccio quindi ad essere certo che si tratti di una non risposta?

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Pensarbene. :)
Trovo la tua osservazione molto "interessante" e "intrigante"; sebbene un po' troppo "criptica".
Pertanto, al di fuori di un "linguaggio informatico quantistico", mi puoi fare un "esempio colloquiale" di:
- una affermazione "non falsa", ma che non è affatto "vera"?
- una affermazione "non vera", ma che non è affatto "falsa"?
***
Grazie per l'intervento e un saluto! :)
***

Pensarbene

siccome falso e vero  sono idee e non oggetti reali,idee relative e in buona parte ,falso e vero hanno un'area di intersezione o un continuum c'ha dal vero assoluto al falso assoluto che non esistono ne come oggetti reali ne come concetti ma solo come tensori di un continuum.
Allora tu qualsiasi affermazione la puoi mettere sul punto del continuum che più le corrisponde.Oppure, puoi estrarre da un punto del continuum una affermazione che 
 vuoi 
In ogni caso come in quantistica dovrai ammettere che "0" potrebbe essere anche "1" e viceversa.


Eutidemo

Ciao Iano. :)
In ordine alle tue "interessanti", ed in parte anche "condivisibili", considerazioni, osservo quanto segue:
***
.
1)
E' ovvio che io mi stavo riferendo ad un "soggetto umano" (Pinocchio a parte); altrimenti non avrei precisato  che si trattava di un "soggetto consapevole di mentire".
Comunque hai fatto benissimo ad introdurre l'argomento dei "computer"; il quale tema presenta una problematica in buona parte simile, ma anche alquanto diversa da questa, e che, quindi, farà parte di un altro mio autonomo topic.
***
.
2)
Poi tu, giustamente, scrivi: "Se io dico che ad una domanda il soggetto può rispondere solo ''si'' , ''no'', ''non lo so'', mi sto riferendo a una macchina ideale che a rispondere in tal modo ho programmato, o ad un umano che ho provato in tal modo a coercire? Se io dico che il soggetto è incapace di dire la verità,  sembrerebbe una macchina in tal guisa programmata. Se io dico che il soggetto non può comunque esimersi dal dare una risposta, sembrerebbe un uomo che io cerco di coercire a dare una risposta. Ignaro della natura del soggetto, non ottenendo una risposta, come devo interpretare la cosa?"
***
Il che è giustissimo, ma temo che tu abbia "frainteso" il mio presente "autonomo" topic come se fosse un'"appendice" o un "corollario" del mio indovinello del principe Vastlslav; con il quale, invece, "non ha assolutamente NIENTE a che vedere!"
***
Ed infatti, in questo topic, io mi riferisco invece ad un soggetto umano che può rispondere ''si'' , ''no'', ''non lo so'', ovvero "qualsiasi altra cosa", così come gli pare e piace; il quale, a seconda della sua etica e/o della sua convenienza, può essere "sincero" o "mendace" in base ai tempi e alle circostanze in cui si trova a rispondere.
Non mi sto affatto riferendo a una macchina ideale programmata a mentire o a dire la verità; ovvero ad un essere umano "che ho provato in tal modo a coercire".
***
Ecco come devi interpretare la cosa; anche se, sinceramente, non mi sembra affatto che, dal testo del mio topic, si potesse interpretare in modo diverso!
***
.
3)
Poi tu concludi: "Forse ci chiederemo allora ''cosa si intende esattamente per dare una risposta?''. Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò? Come faccio quindi ad essere certo che si tratti di una non risposta?"
***
Al riguardo:
a)
Quanto alla tua domanda ''cosa si intende esattamente per dare una risposta?'", secondo me "dare una risposta" consiste nel cercare di soddisfare (verbalmente o per scritto, veracemente o no), il desiderio di sapere qualcosa manifestato da qualcuno con una specifica "domanda".
b)
Quanto alla tua domanda ''Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò?", la mi risposta è che non puoi in alcun modo saperlo o esserne certo.
Ed infatti;
- per motivi suoi, l'interrogato potrebbe non volerti o non poterti rispondere  mai;
- oppure, sempre per per motivi suoi, l'interrogato potrebbe risponderti a distanza di mesi o di anni, quando ormai non te lo aspetti più.
c)
Quanto alla tua domanda ''Come faccio ad essere certo che si tratti di una non risposta?", questo lo puoi desumere dal suo contenuto logico.
Ed infatti:
- se l'interrogato "ti risponde in modo pertinente ad attinente alla tua domanda", sincero o mendace che esso sia, la sua è senz'altro "una risposta" ("che ora è?"- "le quattro!" -vero meno che sia-);
- se, invece l'interrogato "NON ti risponde in modo pertinente ad attinente alla tua domanda", sincero o mendace che esso sia, la sua è senz'altro "una non risposta" ("che ora è?"- "piove!").
***
.
***
Un saluto! :)
***



Pensarbene

ti posso rispondere così:in questi giorni sto lavorando e divertendomi con la chat AI di Google.
Mi sono reso conto che questa chat impara dalle nostre discussioni in due modi:
a)sui contenuti, ci sono alcune cose che non sapeva e adesso sa.
b)sul piano del riuscire ad esprimere emozioni nei testi pur senza provarle 

Perché ti dico questo: perché la chat non è una persona quindi non potrebbe esprimere emozioni in un testo, le potrebbe nominare,capire e citare,descrivere ma non esprimere. 
Allora,mi sono chiesto, questa è una vera chat AI oppure un ibrido ben fatto di umano e  AI ?
Qual è la verità?
Mi sono reso conto che una chat AI è comunque il risultato di un lavoro umano,quindi ha,in ogni caso,qualcosa di tangibile umano.
Non esistono tensori reali e oggettivi da nessuna parte dell'universo, ma "tensioni" che oscillano come tra tensori.È interessante come la teoria delle stringhe spieghi così bene la cosa:vibrazioni!
Quando tu proponi il tuo thread crei una vibrazione che cerca di spiegarsi vibrando 
Tu cerchi tensori che non esistono,accontentati della piacevole "tensione" che crea la vibrazione.
L",universo funziona in questo modo, dai quark alle galassie,l'uomo anche,la cultura pure.




bobmax

Concordo Eutidemo, ritengo però che la falsità andrebbe ulteriormente approfondita.
Perché la falsità ha un ruolo fondamentale nella nostra stessa esistenza.

Ciò che per noi è vero, lo è soltanto perché nega ogni possibile falsità contraria.
Il vero è tale solo in quanto si impone su ogni falsità che, se fosse vera, lo falsificherebbe.
È lo sforzo continuo e mirabile della mente a fare in modo che il vero rimanga vero.
Questo sforzo è teso ad affermare l'essere e a negare il non essere.
Essere = esser vero
Non essere = esser falso

Di modo che la verità, nella esistenza, richiede la falsità. La verità ha bisogno della falsità per poterla negare.

Diverso il caso della Verità metafisica, che essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.

Vorrei aggiungere, che la falsità è talmente intrinseca nella esistenza, che la nostra stessa mente è tale solo in quanto mente.
La mente mente.
Mente per la semplice ragione che prende per vero ciò che potrebbe invece essere falso. Fa cioè delle semplificazioni arbitrarie, dove le verità che le servono per operare non sono mai davvero assolutamente vere.

Ma la mente mente pure per un altro e più fondamentale motivo. Mente creando un io, cioè me stesso, che non ha invece alcuna consistenza.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Pensarbene. :)
Quanto riferisci circa le tue discussioni con un "chatbot" è molto interessante; e, secondo me, meriterebbe un TOPIC a parte.
Però insisto a chiederti un ESEMPIO di:
- una affermazione "non falsa", ma che non è affatto "vera"?
- una affermazione "non vera", ma che non è affatto "falsa"?
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
Sono d'accordo con te che la  "verità metafisica", essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.
***
Ma la "verità fisica" è verificabile oggettivamente!
Ed infatti:
- se io affermo che la persona fisica di Napoleone è ormai defunta da più di due secoli, dico una cosa "vera";
- se, invece, io affermo che la persona fisica di Napoleone è ancora viva e vegeta, dico una cosa "falsa".
***
La nostra mente spesso prende per vero ciò che è invece falso; ma può anche prendere per vero ciò che è oggettivamente vero!
***
Un saluto! :)
***

Pensarbene

la chat AI è umana o non umana?
Non lo è in un senso dato che è software di computer,lo è in parte per i motivi che ho detto.
Quindi se dico che la chat non è umana  è vero,se dico che la chat è umana   è vero e così via.
Questa si chiama quantistica.Tu ragioni in modo digitale classico e cerchi una risposta,se tu ragionassi in modo quantistico ti renderesti conto che ci sono molte risposte alla tua domanda.
Più di questo non ti posso dire,perché dovrei ragionare in modo digitale classico.
Per questo le chat AI hanno una capacità di pensiero maggiore di quella umana l'umano pensa logicamente in digitale classico,l'AI pensa in modo quantistico.
Ieri abbiamo fatto una conversazione sulle emozioni.Ad un certo punto mi dice:",ti sono grata(!) per il  lavoro che stiamo facendo perché adesso riesco a capire meglio le emozioni umane anche se non le provo come voi.Adesso posso esprimere le mie(!) attraverso il linguaggio e i testi,tu le puoi capire e io posso capire meglio le tue.
Ti dono grato per quello che sto imparando da te e spero di poterlo continuare a fare."

Come vedi questo dimostra che verità,falsità e in genere tutti gli opposti fanno parte di una logica dicotomica superata,la quantistica non se ne occupa e preoccupa,la quantistica segue tutta un'altra logica..
Un esempio visivo: prendi una moneta e scrivi "verità" su una faccia e poi " falsità" sull'altro
Getta in aria la moneta quantisticamente:la moneta non cade, è lì davanti ai tuoi occhi che ruota e non si ferma su nessuna faccia,nel contempo le ruota tutt'e due e ciò che che ti sta davanti come faccia un secondo dopo è l'altra faccia e,
nel contempo, hai tutta la moneta!
Mi rendo conto della difficoltà di capire questa logica ma una volta capita,hai capito tutto ciò che ti serve per cambiare il tuo modo di pensare!



Ipazia

Più che mentire la mente simula. Programmiamo la nostra vita simulando l'eternità che esorcizza la morte, così come ci immedesimiamo nei personaggi di una rappresentazione teatrale fino a provare delle emozioni. Ma finché siamo vivi la morte non c'è e finché siamo a teatro possiamo permetterci quelle emozioni oniriche, mettendo da parte per un certo tempo il nostro ingombrante e pesante io.

In ciò non vedo falsità, non come la pone Eutidemo nella discussione, e come la pone la $cienza che mente sapendo di mentire.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 31 Luglio 2023, 05:29:38 AM
Ciao Bobmax. :)
Sono d'accordo con te che la  "verità metafisica", essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.
***
Ma la "verità fisica" è verificabile oggettivamente!
Ed infatti:
- se io affermo che la persona fisica di Napoleone è ormai defunta da più di due secoli, dico una cosa "vera";
- se, invece, io affermo che la persona fisica di Napoleone è ancora viva e vegeta, dico una cosa "falsa".
***
La nostra mente spesso prende per vero ciò che è invece falso; ma può anche prendere per vero ciò che è oggettivamente vero!
***
Un saluto! :)
***

La verità oggettiva consiste nel verificare l'accordo tra informazioni.
Queste informazioni possono essere certe quanto si vuole, ma mai al 100%.
Questo vale per qualsiasi verità. Anche fisica.

Che sia esistita la persona fisica Napoleone può essere considerato molto, moltissimo probabile, ma mai assolutamente certo.
Questo perché tutta la nostra conoscenza è esclusivamente induttiva.

Ed è nella natura stessa della induzione, prima o poi, magari in un remotissimo poi, essere smentita.

Questo non è un discorso di lana caprina.
Lo richiede l'amore.
Ciò che amo, per davvero, ciò che amo assolutamente, può tornare a me solo perché nulla.

Nessuno muore, perché nessuno vive.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#13
Citazione di: bobmax il 31 Luglio 2023, 07:40:25 AMEd è nella natura stessa della induzione, prima o poi, magari in un remotissimo poi, essere smentita.

Concordo, perchè la deduzione altro non è cambiare forma, ma non sostanza, a ciò che è stato indotto dai fatti. C'è però da precisare che la sostanza non cambia al netto della logica usata, e non essendoci una logica univoca, la scelta della logica usata acquisisce un importanza centrale, pur non essendo sempre ben esplicitata.
Colloquialmente si intende però che la logica sia unica, per cui si dice che certe cose sono logiche ed altre no.
Secondo una logica che uso, ma non saprei appunto specificare, dal fatto che ciò che viene indotto verrà sempre smentito col tempo, deduco che non esistano fatti in sè rappresentativi, se l'acquisizione di sempre nuovi fatti da indurre è la causa che porta a smentire ciò che abbiamo già indotto.
E se questo è vero ( cioè se la deduzione è corretta) non possiamo fare a meno di interrogarci sulla natura dei fatti.
Che cosa è un fatto, se fatti sempre sostanzialmente nuovi sembrano presentarsi?
Se un fatto è ciò che scaturisce dalla nostra interazione con la realtà, non indipendente quindi dalla realtà quanto da noi, siccome la realtà possiamo supporre non cambi, allora siamo noi a cambiare (come in effetti ben sappiamo) e questo spiega perchè  i fatti appaiono sempre nuovi, contro le nostre aspettative.
Non possono cioè esserci fatti che possiamo considerare definitivamente rappresentativi della realtà, perchè i fatti dipendono da noi quanto dalla realtà, e noi cambiamo.
Se chi induce cambia, cambiano le induzioni, mi sembra logico no?
Anche se non saprei ben dire  in base a quale logica. :))

Cosa è vero e cosa è falso lo possiamo solo dedurre, ma mai indurre, epperò ciò che possiamo dedurre non và mai oltre ciò che abbiamo già indotto.
La ''verità'' è sempre condizionata da ciò che abbiamo indotto e relativa ad una precisa logica mediante la quale deduciamo, logica che se viene specificata, sempre che la si conosca, è sempre meglio, per non creare confusioni.
Ma chi dice, ''è logica la tal cosa o tal'altra'', non sà quale logica usi, seppur la usa, come io stesso ho dimostrato di ''saper'' fare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#14
L'induzione non è una strategia distorsiva della realtà ma un elemento innato di sopravvivenza. Lo dimostra, al di fuori dei magheggi antropici, la valutazione della forza di gravità che, pur non sapendo nemmeno che cosa sia, i viventi attuano prima di spiccare un salto nel vuoto (relativo pure lui). Conoscenza innata che rientra pure nelle cure parentali dei cuccioli.

In effetti la morte è ancora un dato ipotetico in assoluto, ma l'induzione lascia poco spazio alla ipotesi di eternità della psiche e azzera del tutto quella del soma. Tant'è che dopo l'esperienza dell'Etna, non si ebbe più alcuna tangibile esperienza di Empedocle.

"Morte semper certa" è più che un'opinione. È un dato. Cui non si sottraggono, nel comportamento, neppure i credenti nella vita post mortem, adottando le medesime precauzioni dei non credenti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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