La morte di Licia Gioia e lo strano comportamento della sua pistola

Aperto da Eutidemo, 17 Giugno 2023, 12:08:01 PM

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Eutidemo

Il maresciallo dei carabinieri Licia Gioia era sposata con l'ispettore di polizia Francesco Ferrari; ma tra i due si era creata una forte tensione per motivi di gelosia (ed infatti sembra che Francesco Ferrari avesse un'amante).
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Il giorno prima della sua morte, dal cellulare di Licia Gioia vennero inviate due foto al marito Francesco Ferrari: nella prima foto si vede la pistola di ordinanza, una Beretta calibro 9 Parabellum, con il cane armato e priva di sicura e si legge: "Stronzo addio" (ore 17,54 del 27 Febbraio); nella seconda foto si vedono un precipizio a strapiombo sul mare e un piede sospeso nel vuoto e si legge "Ho due opzioni" (ore 18,02 del 27 Febbraio).
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Dopodichè, quella sera si trovarono entrambi nella propria abitazione, e non accadde nulla fino a mezzanotte; ma verso le ore 0,30 del 28 Febbraio, si udirono due spari un po' distanziati l'uno dall'altro; il primo dei quali risultò aver colpito dietro l'orecchio destro Licia Gioia uccidendola sul colpo, il secondo dei quali, invece, aveva ferito "entrambi" ad una coscia.
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Francesco Ferrari, interrogato in qualità di inquisito, dichiarò che, verso le le ore 0,30 del 28 Febbraio, la moglie si era puntata la sua pistola alla testa davanti a lui minacciando di uccidersi; allora lui aveva cercato di impedirglielo, saltandole addosso e afferrandone la pistola. Però la moglie aveva il dito su grilletto ed il cane alzato (in azione singola), per cui si sparò in testa senza che lui potesse riuscire ad evitarlo.
Poi dichiarò testualmente a verbale:  "Subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie. Preciso in sede di verbalizzazione che il colpo è partito quando ho posizionato la pistola ancora nelle mani di mia moglie, sul letto. Ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie, anche perché la mia mano sinistra era posizionata sopra il carrello mentre la mia mano destra era libera".
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Francesco Ferrari è stato assolto in primo ed in secondo grado (in Cassazione non so), per i seguenti principali motivi:
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1)
E' risultato documentato dalle due foto del giorno precedente, che Licia Gioia aveva palesemente minacciato di volersi uccidere.
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2)
La criminologa Ursula Franco dichiarò: "La soluzione del caso è nell'arma. L'arma da cui sono partiti i colpi era la pistola in dotazione al maresciallo Gioia, non quella in dotazione al Ferrari, pertanto si può logicamente inferire che sia stata proprio la Gioia a tirar fuori la pistola e a puntarsela alla testa."
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3)
La criminologa Ursula Franco dichiarò anche che: "Il fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, prova che il Ferrari tentò di allontanare l'arma dalla testa della moglie e che proprio in quel frangente partì il primo colpo, cui seguì un secondo colpo pochi secondi dopo." (durante la colluttazione).
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4)
Infine, la criminologa Ursula Franco dichiarò che:
"Il secondo colpo ci conferma che quei due colpi partirono in una situazione concitata, il Ferrari è infatti un poliziotto abituato a maneggiare armi e se l'arma fosse stata (da subito) nelle sue mani non sarebbe partito nessun secondo colpo".
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Al riguardo, pur stimando molto la criminologa Ursula Franco, osservo quanto segue:
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1)
E' risultato documentato dalle due foto del giorno precedente, che Licia Gioia aveva palesemente minacciato di volersi uccidere, ma che, però, non si era uccisa affatto; per cui il marito, che aveva un plausibile movente per ucciderla, potrebbe aver colto la palla a balzo, e, quindi, ucciderla poche ore dopo, simulandone il suicidio.
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Inoltre, poichè Francesco Ferrari, in quell'orario, poteva aver avuto accesso al cellulare della moglie, e possedeva la stessa identica pistola d'ordinanza (il piede è indistinguibile), è anche possibile che abbia usato il cellulare della moglie per inviarsi quelle due foto al suo stesso cellulare per precostituirsi un alibi.
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Ed invero, poichè in quell'orario Francesco Ferrari venne visto proprio nei pressi di quella scogliera, per spiegare tale circostanza, dichiarò a verbale: "Mia moglie mi ha mandato una foto inquietante che ritrova lei stessa in una posizione tale da fare ingenerare la possibilità che si potesse gettare da una scogliera... in quanto nella foto si vedevano i piedi di mia moglie e il dirlo a mare con i flutti... io mi sono preoccupato e mi sono premurato di andare verso il luogo dove poteva trovarsi...".
Ma non la trovò, ammesso che fosse mai stata lì; dove nessuno l'aveva mai vista quella sera!
Dell'altra foto, quella con la Beretta (identica alla sua), stranamente non parlò affatto.
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Però, poichè le mie sono solo delle ipotesi, a mio parere quelle due foto costituiscono comunque degli indizi a suo favore; sebbene molto meno determinanti di quanto i giudici di primo e secondo grado abbiano ritenuto.
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2)
Secondo me, invece, non costituisce affatto un indizio a suo favore la circostanza che i colpi siano stati sparati dalla pistola d'ordinanza della moglie, e non dalla sua; ed infatti tutti i carabinieri, i poliziotti, gli agenti segreti (e perfino i killer), quando sono a casa propria si tolgono la pistola dalla cintura e la posano sul tavolo o sul comodino.
Non si è mai visto, nemmeno nei film più scadenti, che qualcuno di loro tenesse la sua pistola alla cintura, in ciabatte, mentre si lavava i denti in bagno o capava le patate; soprattutto se si tratta di una Beretta 92 (o 96 o 98) Parabellum, che pesa quasi quanto un ferro da stiro.
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Per cui Francesco aveva accesso all'arma di Licia così come Licia aveva accesso alla sua, le quali, peraltro, erano entrambe dello stesso tipo; quindi, anche ammesso che Licia tenesse solitamente la sua arma scarica, il marito non ci avrebbe messo niente a inserirci dentro il caricatore di quella propria 
Nè poteva certo uccidere la moglie con la propria pistola, se aveva in mente di inscenare il suo suicidio.
Questo è ovvio!
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3)
Quanto al fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, questo, più che ad una colluttazione, fa pensare senz'altro ad un omicidio; ed infatti, se si tenta di evitare che qualcuno si suicidi, non si cerca di "allontanare" la pistola dalla sua testa (a 25 o a 30 centimetri), bensì si cerca semplicemente di "deviare" la direzione di tiro della pistola dalla sua testa, spostandone la canna (cosa che, invece, non è avvenuta).
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In ogni caso occorre tenere presente che, visto che dalla perizia medica il colpo risulta sparato dalla distanza di 25 cm (dalla "bocca" della pistola), poichè la Beretta 92 (o 96 o 98) Parabellum è lunga esattamente 20 cm, questo vuol dire che la mano che impugnava la pistola era a circa 40/45 cm dalla testa testa della vittima; una posizione davvero improbabile per la mano di Licia Gioia.
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E tale posizione risulta ancora più improbabile per la mano di Licia Gioia, in quanto la pallottola è penetrata da dietro l'orecchio destro della donna, fuoriuscendo dalla parte opposta; cioè nella parte anteriore del volto a sinistra.
Per cui, essendo estremamente difficile che qualcuno si suicidi in tal modo, anche nel corso di una colluttazione, l'anatomopatologo, nella perizia, osserva che il suicidio sarebbe "in astratto ed in <<ipotesi remota>> compatibile, ma la posizione del corpo è innaturale e inusuale per tale ipotesi, considerata la notevole flessione del rachide cervicale e del tronco".
Per cui il medico legale afferma, nero su bianco, che "l'ipotesi più probabile è che la donna abbia cercato di sfuggire a qualcuno!".
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4)
Quanto al fatto che il secondo colpo confermerebbero che quei due colpi partirono in una situazione concitata, mentre Francesco Ferrari cercava di impedire con la forza alla moglie di suicidarsi, è noto a che la "prima regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo in casi del genere è di "NON CERCARE <<MAI>> DI DISARMARE UNA PERSONA CHE MINACCIA DI SUICIDARSI CON UNA PISTOLA ALLA TEMPIA!"
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Ed infatti, i casi sono tre:
a)
O la persona in questione è realmente decisa a suicidarsi, ed allora è "tecnicamente" impossibile riuscire a saltarle addosso per impedirglielo, perchè nessun essere umano è più veloce di una pallottola (a parte quello che si vede nei film).
b)
Oppure la persona in questione è ancora indecisa se suicidarsi o meno, ed allora è proprio una colluttazione che potrebbe provocare la sua morte; o quella di chi cerca di disarmarla.
c)
Discorso analogo a b), vale se il presunto aspirante suicida sta soltanto "bluffando".
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In tutti e tre i casi l'unico modo di "ingaggiare" qualcuno che minaccia di suicidarsi con una pistola alla tempia, è quello di "PARLARGLI", cercando di convincerlo a desistere; agli agenti di polizia vengono insegnate delle apposite tecniche di dissuasione, al riguardo (anche se non risultano sempre molto efficaci), ma MAI di saltargli addosso!
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Per cui:
- o Francesco Ferrari è un ispettore di polizia che non conosce il suo mestiere;
- oppure mente!
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Ed invero, Francesco Ferrari senz'altro mente quando dice che, dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Non è vero!
Ed infatti dalla perizia medica, risulta inequivocabilmente che  il secondo colpo "...sicuramente non è stato  esploso nell'immediato dopo il primo", in quanto sarebbe trascorso del tempo; anche se è difficile ipotizzare con certezza quanto tempo dopo.
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Francesco Ferrari senz'altro mente anche quando, riguardo al secondo colpo, dice testualmente "...ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie".
Ed infatti dalla perizia medica risulta che la ferita alla coscia di Licia Gioia: "...è stata prodotta sulla paziente già morta"; per cui, quel secondo colpo, non lo avrebbe mai potuto sparare Licia Gioia "da viva".
Però, la menzognera dichiarazione di Francesco Ferrari, forse, nasconde un fondo di verità; come mi accingo a spiegare.
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MIA PERSONALE RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Il "colpo di pistola dietro l'orecchio", molto frequente negli omicidi professionali, viene comunemente definito, in gergo, "il colpo del sicario".
Ed infatti:
a)
Presuppone un avvicinamento il più vicino possibile  alle spalle della vittima:
- sia per evitare che essa cerchi di reagire;
- sia per assestare il colpo con precisione millimetrica (come è avvenuto nel caso di specie).
b)
Quel punto dietro l'orecchio, è quello in cui è più facile che il proiettile penetri nel cranio senza incontrare particolare resistenza.
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Per cui, concordo con l'anatomopatologo del Tribunale circa il fatto che Licia Gioia sia stata uccisa aggredendola alle spalle; ma, almeno secondo me, non "mentre fuggiva" come scrive lui, bensì "a tradimento" (cioè senza minimamente sospettare che stavano per spararle alle spalle).
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Un ulteriore vantaggio del "colpo del sicario" è che, se si riesce a sferrarlo quasi a contatto della pelle della vittima, con un po' di fantasia si può anche cercare di farlo passare per un "suicidio".
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Nel caso di Francesco Ferrari, però, per una qualche ragione (forse temendo che la moglie sentisse i suoi passi), lui ha sparato un po' troppo da lontano; per cui, per cercare di farlo passare per un "suicidio", ha dovuto ricorrere ad un ulteriore stratagemma.
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Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa in una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che simulare una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla; e, per suffragare tale versione, io avrei fatto esattamente quello che ha fatto lui.
Cioè, secondo me, dopo averla uccisa con un colpo a tradimento nel lato posteriore della testa, si è disteso sul letto abbracciato al suo cadavere; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
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Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Come, infatti, è accaduto, perchè la ferita subita da Francesco Ferrari è stata lievissima;  anche se lui ne ha esagerato la portata, imputandola ad un colpo partito casualmente mentre cercava di disarmare la moglie (la quale, invece, ormai era già morta, come certifica la perizia medica).
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Ovviamente, operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola
***
L'unica cosa che non ha potuto giustificare, è come mai, in violazione delle più elementari "regole di ingaggio", lui abbia cercato di disarmare fisicamente la moglie che minacciava di suicidarsi con la pistola alla tempia; cosa assolutamente "impensabile" per un agente di polizia, e, ancor più "assurda" per un ispettore di polizia come lui.
***
Semmai, se fosse stato più furbo, non avrebbe dovuto raccontare di aver cercato di disarmarla con la forza standole in posizione frontale (cosa inconcepibile per un poliziotto), ma avrebbe dovuto raccontare un altro tipo di frottola.
Ad esempio: "La porta del bagno era aperta , ed io sono passato oltre, senza guardare dentro, per andare in camera da letto; però, appena dopo averla superata, ho sentito provenire da lì dentro l'inconfondibile rumore dello "scarrellamento" di una pistola. Allora sono tornato indietro, e, sbirciando dalla porta, ho visto mia moglie, di spalle, che era in procinto di spararsi in testa; per cui, in silenzio, senza che lei potesse accorgersi di me, le ho afferrato velocemente da dietro la pistola, cercando di deviarne il tiro. Ma, purtroppo, non ci sono riuscito!"
Secondo me questa sarebbe stata una balla più credibile; ma, a quanto pare, i giudici si sono accontentati delle sue...che, almeno secondo me, non stanno proprio in piedi!
***
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CONCLUSIONE
Anche in questo caso mi sono dovuto basare principalmente su notizie di stampa.
Però, sebbene "de relato", ho avuto modo di leggere degli stralci:
- sia della perizia medico-legale;
- sia del suo interrogatorio.
Dai quali stralci, a mio parere, risulta estremamente probabile che Francesco Ferrari abbia deliberatamente ucciso Licia Gioia, cercando poi di simularne il suicidio; a prescindere che lei, in precedenza, lo avesse effettivamente minacciato o meno.
Però, non conoscendo nè le motivazioni delle sentenze di assoluzione, nè gli allegati al fascicolo processuale, anche in questo caso le mie restano delle pure e semplici "illazioni".

anthonyi

Non conoscevo questo caso, comunque mi sa che hai ragione, eutidemo, la carabiniera é stata probabilmente assassinata.
D'altronde si sa, poliziotti e carabinieri non si sono mai potuti vedere.  :D
C'é comunque un appunto da fare, ogni pubblico ufficiale é tenuto ad avere la massima cura della pistola in dotazione, i giudici non possono fare a meno di considerare questa cosa, per cui anche se  probabilmente l'arma viene lasciata libera in casa, questo non  é certamente un comportamento sicuro e quindi é anomalo anch'esso.

Eutidemo

Ciao Anthonyi. :)
Hai perfettamente ragione!
Anzi, non solo gli agenti di polizia e i carabinieri, ma chiunque, a qualsiasi titolo, detenga delle armi da fuoco in casa, è obbligato a detenerle nella massima sicurezza!
***
Ed infatti l'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di custodirle con ogni diligenza ai fini della sicurezza pubblica.
***
Ad esempio, nel mio caso, il le tengo tutte scariche, chiuse in due armadi blindati.
La chiave degli armadi blindati la conservo nella cassaforte delle munizioni.
La chiave della cassaforte delle munizioni la porto sempre con me.
***
Però, come ben chiarito dalle circolari del Ministero dell'Interno e dalla conforme Giurisprudenza, "l'obbligo di massima diligenza e sicurezza nella conservazione delle armi va considerato sempre in senso relativo"; "; cioè, in relazione alla situazione concreta in cui esse devono essere conservate.
***
Tale obbligo, infatti, riguarda precipuamente la coabitazione:
- con persone prive del "porto d'armi";
- soprattutto se si tratta di bambini, o di persone che non siano perfettamente capaci di intendere e di volere.
***
Se, invece, la coabitazione è con persone munite anch'esse del porto d'armi, soprattutto se appartenenti anch'esse alle forze armate o di polizia, tale obbligo, quando sono  entrambe sole nel loro domicilio, non sussiste minimamente; tale obbligo sussiste solo quando sono presenti altre persone oltre a loro, ovvero quando escono dal loro domicilio "fuori servizio", lasciando le loro armi abbandonate in casa (nel qual caso devono osservare le cautele da me descritte).
***
Pertanto, nel caso di Licia Gioia e di Francesco Ferrari, essendo entrambi in casa da soli, era perfettamente lecito e ovvio che si togliessero entrambi le armi dalla cintura, e che le deponessero lì dove capitava; il che è quanto accade in tutti i casi simili, conformemente alla legge ed al buon senso.
Quindi l'uno poteva senz'altro avere accesso all'arma dell'altra, e viceversa.
Questo è poco ma sicuro! 8)
***
Per cui la congettura n° 2) della criminologa Ursula Franco e cioè che : "La soluzione del caso è nell'arma. L'arma da cui sono partiti i colpi era la pistola in dotazione al maresciallo Gioia, non quella in dotazione al Ferrari, pertanto si può logicamente inferire che sia stata proprio la Gioia a tirar fuori la pistola e a puntarsela alla testa", secondo me, è assolutamente priva del benchè minimo fondamento logico, ed infatti nessun poliziotto è così balordo da tenersi la pistola alla cintura in casa (da ora di cena, fino a dopo la mezzanotte).
Pertanto, se Francesco Ferrari voleva simulare il suicidio della moglie, era ovvio che avrebbe usato la pistola a lei appartenente; alla quale, essendo entrambi in casa "in ciabatte", aveva SICURAMENTE il più libero ed incondizionato accesso.
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Grazie per l'intervento, ed un saluto! :)
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Claudia K

Premetto di non avere più che vaghissima memoria di questo caso (= sono a livello di titoli giornalistici, e niente di più). 

In base ai dati che qui riferisci darei per scontato che:
- in una casa in cui non vivono bambini, ma solo due coniugi entrambi appartenenti alle Forze dell'Ordine, le rispettive armi d'ordinanza possano (ben umanamente, anche se non "legalmente") essere poggiate, tra un turno e l'altro, su un qualunque mobiletto di casa; e che, proprio per questo, 
- mi sembra molto più determinante, ai fini istruttori, la geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi con foto da lei a lui, il giorno prima, piuttosto che altro. Nello specifico, e sempre stando a quanto da te riferito, trovo assai poco credibile che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti, senza che lei potesse avvedersene nella gionata successiva. Ma soprattutto...se in una delle foto da lei inviate si vede addirittura il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera...non vedo proprio come questo possa corrispondere ad una lugubre coreografia di lui. 
In ogni caso ripeto : era peerfettamente possibile geolocalizzare i cellulari di lei di lui all'ora dell'invio dei fotomessaggi, così come mi risulta sia possibile risalire anche alla data di creazione delle foto inviate in quei fotomessaggi...

Presumo che gli Inquirenti lo abbiano fatto (essendo proprio qualcosa di basico). 
Inoltre...il MOVENTE resta elemento sempre molto significativo per qualunque Inquirente. 
E in quel caso il movente per un femminicidio non c'era proprio, nel senso - ammesso e non concesso - che il marito avesse abbracciato come totalizzante un nuovo ammmmore...ma beh...in mancanza di figli, e con moglie assolutamente autonoma quanto lui sul piano finanziario...non c'è proprio ragione neanche lurido-ragionieristica per accoppare una moglie (magari esasperante) e rischiarci pure la carriera, quando...esiste la santa e benedetta separazione legale, da cui lui avrebbe avuto da temere meno di nulla (senza contare che con una moglie ragionevole si pianifica consensualmente...prendendo entrambi doveroso atto che l'ammmmore che c'era non c'è più). 

Quindi, in base a quanto da te riferito, mi sembra più che Giusta la sentenza di assoluzione di lui. 
:)

Eutidemo

Ciao Claudia K. :)
In primo luogo ti ringrazio per essere intervenuta anche in questo TOPIC; anche se temo che tu lo abbia fatto un po' di "controvoglia", solo per una forma di cortesia nei miei confronti.
Comunque, in ordine alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue:
.
1)
Come ho già scritto, l'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di "custodirle con ogni diligenza" ai fini della sicurezza pubblica.
***
Però, come ben chiarito dalle circolari del Ministero dell'Interno e dalla conforme Giurisprudenza, "l'obbligo di massima diligenza e sicurezza nella conservazione delle armi va considerato sempre in senso relativo"; cioè, in relazione alla situazione concreta in cui esse devono essere conservate.
***
Tale obbligo, infatti, riguarda precipuamente la coabitazione:
- con persone prive del "porto d'armi";
- soprattutto se si tratta di bambini, o di persone che non siano perfettamente capaci di intendere e di volere.
***
Se, invece, la coabitazione è con persone munite anch'esse del porto d'armi, soprattutto se appartenenti anch'esse alle forze armate o di polizia, tale obbligo, quando sono  entrambe sole nel loro domicilio, non sussiste minimamente; tale obbligo sussiste solo quando sono presenti altre persone oltre a loro, ovvero quando escono dal loro domicilio "fuori servizio", lasciando le loro armi abbandonate in casa (nel qual caso devono osservare le cautele da me descritte).
***
Per cui, in una casa in cui non vivono bambini, ma solo due coniugi entrambi appartenenti alle Forze dell'Ordine, le rispettive armi d'ordinanza possono essere poggiate, non solo "umanamente", ma anche del tutto "legalmente" , tra un turno e l'altro, su un qualunque mobiletto di casa.
***
.
2)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "Mi sembra molto più determinante, ai fini istruttori, la geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi con foto da lei a lui, il giorno prima, piuttosto che altro. Nello specifico, e sempre stando a quanto da te riferito, trovo assai poco credibile che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti, senza che lei potesse avvedersene nella giornata successiva. Ma soprattutto...se in una delle foto da lei inviate si vede addirittura il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera...non vedo proprio come questo possa corrispondere ad una lugubre coreografia di lui. In ogni caso ripeto : era perfettamente possibile geolocalizzare i cellulari di lei di lui all'ora dell'invio dei fotomessaggi, così come mi risulta sia possibile risalire anche alla data di creazione delle foto inviate in quei fotomessaggi..."
***
Al riguardo, in effetti, anche io, come te, trovo "possibile", ma poco "probabile" che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti; ed infatti avevo anche scritto che il marito avrebbe potuto "prendere la palla al balzo" in base ad autentici messaggi della moglie.
***
Comunque:
a)
La geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi, rivela che:
- il cellulare di Licia Gioia si trovava presso la scogliera;
- il cellulare di Francesco Ferrari si trovava in casa.
Però, più o meno in quell'orario, dei testimoni hanno visto Francesco Ferrari, da solo, presso la scogliera, mentre nessuno ha visto in quei pressi Licia Gioia; per cui, pur essendo secondo me poco "probabile", non è affatto "impossibile" che, lasciando a casa il suo cellulare, Francesco Ferrari si sia impossessato di nascosto sia del cellulare della moglie (che era in casa), sia di una sua scarpa per inscenare tutta la "coreografia" sulla scogliera.
Ed infatti, a voler essere precisi, non si vede affatto "il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera", bensì soltanto "la di lei scarpa protesa verso lo strapiombo della scogliera"; anzi, solo la metà di una scarpa.
b)
I messaggi sono stati inviati alle ore 17,54 del 27 Febbraio ed alle ore 18,02 del 27 Febbraio e Licia Gioia è morta alle ore 0,30 del 28 Febbraio; per cui, in meno di sette ore, è possibilissimo che Licia Gioia non abbia controllato la sua messaggistica WHATSAPP.
***
.
3)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "In mancanza di figli, e con moglie assolutamente autonoma quanto lui sul piano finanziario...non c'era proprio ragione neanche lurido-ragionieristica per accoppare una moglie (magari esasperante) e rischiarci pure la carriera, quando esiste la santa e benedetta separazione legale."; anzi, ancor meglio, io aggiungerei "...e rischiarci pure la galera!"
***
Il che è GIUSTISSIMO!
***
Però non sappiamo se in caso di abbandono da parte del marito, lei avrebbe potuto vendicarsi rivelando degli "scheletri" nascosti nel suo armadio; che, essendo lui un ispettore di polizia, potevano risultare molto "pericolosi".
Ed infatti (quasi) tutti i coniugi sono al corrente di segreti, più o meno "compromettenti", dell'altro coniuge!
Questo lo dico per "esperienza divorzistica", perchè, purtroppo, ho assistito a vari casi di mariti finiti in galera (alcuni appartenenti proprio alle forze dell'ordine), a seguito di rivelazioni della moglie divorziata; a volte, anche quando era stata lei ad abbandonare il marito per un altro uomo.
***
Però, anche secondo me, queste sono soltanto delle "congetture"; del tutto inadeguate (da sole) a far condannare Francesco Ferrari!
Su questo siamo perfettamente d'accordo!
***
.
4)
Ma io non ritengo di certo il marito colpevole di omicidio, in base alle sole congetture riguardanti le "fotografie" ed il "movente"; le sole che tu hai preso in considerazione, e che, giustamente, non ritieni affatto sufficienti per una condanna del marito.
Ed io neanche!
***
Ed infatti io lo ritengo colpevole in base alla "meccanica dell'evento" e all'"autopsia"; cose che, invece, tu hai completamente ignorato.
***
Ed infatti:
.
A)
La "prima regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo in casi del genere è di "NON CERCARE <<MAI>> DI DISARMARE UNA PERSONA CHE MINACCIA DI SUICIDARSI CON UNA PISTOLA!"
***
Ed infatti, i casi sono tre:
a)
O la persona in questione è realmente decisa a suicidarsi, ed allora è "tecnicamente" impossibile riuscire a saltarle addosso per impedirglielo, perchè nessun essere umano è più veloce di una pallottola (a parte quello che si vede nei film).
b)
Oppure la persona in questione è ancora indecisa se suicidarsi o meno, ed allora è proprio una colluttazione che potrebbe provocare la sua morte; o quella di chi cerca di disarmarla.
c)
Discorso analogo a b), vale se il presunto aspirante suicida sta soltanto "bluffando".
***
In tutti e tre i casi l'unico modo di "ingaggiare" qualcuno che minaccia di suicidarsi con una pistola, è quello di "PARLARGLI", cercando di convincerlo a desistere; agli agenti di polizia vengono insegnate delle apposite tecniche di dissuasione, al riguardo (anche se non risultano sempre molto efficaci), ma "MAI" di saltargli addosso per cercare di impedirglielo con la forza!
***
Per cui:
- o Francesco Ferrari è un ispettore di polizia che non conosce minimamente il suo mestiere;
- oppure Francesco Ferrari mente "per la gola" (come io sono fermamente convinto).
***
.
B)
Francesco Ferrari, comunque, ""sicuramente mente per la gola", quando dichiara a verbale, che, dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Il che non è possibile per due motivi:
a)
La "seconda regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo, quando si lotta con qualcuno per disarmarlo di una pistola semiautomatica, come la BERETTA FS PARABELLUM, è che NON VA MAI AFFERRATA LA MANO DELL'AVVERSARIO, BENSI' ESCLUSIVAMENTE IL CARRELLO DELLA SUA PISTOLA, COL POLLICE SUL CANE.
E, questo, per tre motivi;
- se il cane è ancora abbassato, ci cerca di evitare che si alzi (tentativo, peraltro, molto difficile);
- se se il cane è già alzato, ci cerca di evitare che si abbassi (tentativo anch'esso molto difficile);
- in ogni caso, se non si riesce ad evitare che la pistola spari un primo colpo, come accade nella maggior parte  dei casi, si evita "con certezza" che ne parta subito un secondo.
Ed infatti, afferrando il carrello nel modo previsto dalle "regole d'ingaggio", una volta partito il primo colpo, l'"espulsore" e l'"estrattore" della pistola non riescono ad espellere il bossolo, perchè la sua fuoriuscita è impedita dalle dita della mano; per cui LA PISTOLA SI INCEPPA, e, di sicuro, non può essere disinceppata mentre prosegue la colluttazione.
Per cui, se Francesco Ferrari ha seguito tale tecnica, in uso preso tutte le polizie del mondo, è materialmente impossibile che "subito dopo, sarà passato mezzo secondo....è partito il secondo colpo!"
E' un'evidente bugia!
b)
Tale bugia, comunque, è eclatantemente confermata dall'autopsia, dalla quale risulta "testualmente" che  il secondo colpo "...sicuramente non è stato  esploso nell'immediato dopo il primo, in quanto è trascorso del tempo; anche se è difficile ipotizzare con certezza quanto tempo dopo".
c)
Inoltre, sempre secondo l'autopsia, Francesco Ferrari senz'altro mente anche quando, riguardo al secondo colpo, dice testualmente "...ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie".
Ed infatti dalla perizia medica risulta "categoricamente" che la ferita alla coscia di Licia Gioia: "...è stata prodotta sulla paziente già morta"; per cui, quel secondo colpo, non lo avrebbe mai potuto sparare Licia Gioia.
Per cui, visto che in casa non c'era nessun altro, è evidente che lo ha sparato, su di lei già morta, Francesco Ferrari; per i motivi che spiegherò più avanti.
***
.
C)
Infine, quanto al fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, questo, più che ad una colluttazione, fa pensare senz'altro ad un omicidio; ed infatti, se si tenta di evitare che qualcuno si suicidi, non si cerca di "allontanare" la pistola dalla sua testa (a 25 o a 30 centimetri), bensì si cerca semplicemente di "deviare" la direzione di tiro della pistola dalla sua testa, spostandone la direzione della canna con la mano che fa leva sul carrello (cosa che, invece, non è avvenuta).
***
Inoltre:
a)
Occorre tenere presente che, visto che dalla perizia medica il colpo risulta sparato dalla distanza di 25 cm (dalla "bocca" della pistola), poichè la Beretta caibro 9 mm Parabellum è lunga esattamente 20 cm, questo vuol dire che la mano che impugnava la pistola era a circa 40/45 cm dietro la testa della vittima; una posizione davvero improbabile per la mano di Licia Gioia, visto che il colpo è stato sparato da 40/45 cm DIETRO la sua testa .
b)
Ed infatti tale posizione risulta ancora più improbabile per la mano di Licia Gioia, in quanto la pallottola è penetrata dietro l'orecchio destro della donna, fuoriuscendo dalla parte opposta; cioè nella parte anteriore del volto a sinistra.
c)
Per cui, essendo difficile che qualcuno si suicidi in tal modo, anche nel corso di una colluttazione, l'anatomopatologo, nella perizia, osserva che il suicidio sarebbe "in astratto ed in <<ipotesi remota>> compatibile, ma la posizione del corpo è innaturale e inusuale per tale ipotesi, considerata la notevole flessione del rachide cervicale e del tronco".
Ed infatti la traiettoria del proiettile (A, indicata in rosso), è compatibile con qualcuno che abbia sparato alla vittima stando alle sue spalle; se, invece, anche contorcendosi, fosse stata questa a sparare il colpo, la traiettoria sarebbe stata ben diversa (cioè tra B e C, indicate in nero).
d)
Per cui il medico legale afferma, nero su bianco, che "l'ipotesi più probabile è che la donna abbia cercato di sfuggire a qualcuno!".
***

Eutidemo

CONCLUSIONE
Il "colpo di pistola dietro l'orecchio", molto frequente negli omicidi professionali, viene comunemente definito, in gergo, "il colpo del sicario".
Ed infatti:
a)
Presuppone un avvicinamento il più vicino possibile  alle spalle della vittima:
- sia per evitare che essa cerchi di reagire;
- sia per assestare il colpo con precisione millimetrica (come è avvenuto nel caso di specie).
b)
Quel punto dietro l'orecchio, è quello in cui è più facile che il proiettile penetri nel cranio senza incontrare particolare resistenza.
***
Per cui, concordo con l'anatomopatologo del Tribunale circa il fatto che Licia Gioia sia stata uccisa aggredendola alle spalle; ma, almeno secondo me, non "mentre fuggiva" come scrive lui, bensì "a tradimento" (cioè senza minimamente sospettare che stavano per spararle da dietro).
***
Un ulteriore vantaggio del "colpo del sicario" è che, se si riesce a sferrarlo quasi a contatto della pelle della vittima, con un po' di fantasia si può anche cercare di farlo passare per un "suicidio".
***
Nel caso di Francesco Ferrari, però, per una qualche ragione (forse temendo che la moglie sentisse i suoi passi), lui ha sparato un po' troppo  presto e da lontano; per cui, per cercare di farlo passare per un "suicidio", ha dovuto ricorrere ad un ulteriore "stratagemma".
***
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa in una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che simulare una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla; e, per suffragare tale versione, io avrei fatto esattamente quello che ha fatto lui.
Cioè, secondo me, dopo averla uccisa con un colpo a tradimento nel lato posteriore della testa, si è disteso sul letto abbracciato al suo cadavere; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
***
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Come, infatti, è accaduto, perchè la ferita subita da Francesco Ferrari è sta lievissima;  anche se lui ne ha esagerato la portata, imputandola ad un colpo partito casualmente mentre cercava di disarmare la moglie (la quale, invece, ormai era già morta, come certifica la perizia medica).
***
Ovviamente, operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola
***
Anche in questo caso mi sono dovuto basare principalmente su notizie di stampa.
Però ho avuto modo di leggere degli stralci originali:
- sia della perizia medico-legale;
- sia dell'interrogatorio dell'imputato.
Dai quali stralci, a mio parere, risulta estremamente probabile che Francesco Ferrari abbia deliberatamente ucciso Licia Gioia, cercando poi di simularne il suicidio; a prescindere che lei, in precedenza, lo avesse effettivamente minacciato o meno.
Però, non conoscendo nè le motivazioni delle sentenze di assoluzione, nè gli allegati al fascicolo processuale, anche in questo caso le mie restano delle pure e semplici "ipotesi di lavoro" per un appello in Cassazione.
***
Ancora grazie per essere intervenuta, ed un cordiale saluto! :)
***

Claudia K

Citazione di: Eutidemo il 09 Luglio 2023, 12:32:50 PMti ringrazio per essere intervenuta anche in questo TOPIC; anche se temo che tu lo abbia fatto un po' di "controvoglia", solo per una forma di cortesia nei miei confronti.
Buonasera Eutidemo  :) , in effetti è po' come dici, ma solo nel senso che non potrei mai appassionarmi a qualcosa di cui non sappia davvero nulla (come di questo caso) . 

Seguo con interesse i tuoi ragionamenti, ma tu stesso ammetti di non saperne abbastanza...e figurati io! 
Di me so soltanto di non avere (in compenso) alcuna velleità particolare di "demolire una sentenza" , della quale peraltro non conosco le motivazioni in dettaglio. 

Torno pertanto allo "spannometrico ad uso discorsivo" (non potendo proprio nulla più in un caso di cui non conosco nulla) , e continuando a basarmi sui soli elementi e dubbi partecipati da te...NULLA mi persuade che quella sentenza di assoluzione sia ingiusta.
 
Intanto continua a mancare ogni MOVENTE, mentre a  (quasi) qualunque appartenente alle Forze dell'Ordine...è ben noto che esistano i reati di calunnia e diffamazione, facilissimi da dimostrare quando "controparte" (che in questo caso sarebbe stata la moglie) ne stava facendo più di Carlo in Francia per NON sapersi rassegnare all'idea che quel rapporto coniugale fosse FINITO e che certamente non si recupera con i ricatti (morali o materiali che siano) . 

Poi...tutto potrebbe essere macchinato da un "genio del crimine" , ma il problema resta che il marito non avesse alcun movente a prodursi in tal senso. 

E infine...consentimi...è PIU' che umano che anche il più zelante addestrato ed ossequiente al "perfetto manuale dell'Agente d'Ordine" possa patire derive emotive quando...il "caso" gli/le sia più che coinvolgente ed intimo sul piano emotivo, potendo così condurre ad azioni del tutto estemporanee e anche mille miglia lontane dai manuali... E' UMANO che ciò accada, come sembra essere accaduto in questo caso. 

Ripeto di non conoscere il fascicolo del caso, come tu stesso ammetti di non concoscere. 
Ripeto di basarmi solo su quanto tu hai condiviso qui. 
Su queste basi non posso certamente escludere che il marito possa TEORICAMENTE essere stato un "genio del crimine", sia pure senza alcun apprezzabile MOVENTE. 
Ma concludo che anche qualora fosse andata così, non siamo - a quanto pare - nelle condizioni neanche minimali per discutere una Sentenza (emessa da solito Collegio di Giudici Togati e che, diversamente da noi, ha ragionato SUL FASCICOLO COMPLETO). 
Per cui mi sembra del tutto oziosa , sed etiam INDIMOSTRABILE, qualunque tesi "giallistica" con ambizioni demolitive della Sentenza. 
Un cordiale saluto a te.  :)

Eutidemo

Ciao Claudia K. :)
Riguardo alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, anche questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue.
.
1)
Sono d'accordo con te che il "movente dell'omicidio" è alquanto debole; ma, almeno stando alle testimonianze di quanti conoscevano ed hanno avuti contatti con Licia Gioia negli ultimi giorni della sua vita, lo è anche il "movente del suicidio".
Ed infatti tutti concordano sul fatto:
- che Licia Gioia non era proprio il tipo della suicida;
- che, a parte le (dubbie) fotografie sulla scogliera, Licia Gioia non aveva mai manifestato una simile intenzione.
***
.
2)
Sono anche d'accordo con te che "anche il più zelante addestrato ed ossequiente al "perfetto manuale dell'Agente d'Ordine" possa patire derive emotive quando...il "caso" gli/le sia più che coinvolgente ed intimo sul piano emotivo, potendo così condurre ad azioni del tutto estemporanee e anche mille miglia lontane dai manuali".
Hai ragione!
***
.
3)
In ogni caso non c'è dubbio alcuno che Francesco Ferrari abbia mentito, quando ha dichiarato, sotto giuramento, che dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato <<mezzo secondo, un tempo molto ristretto>>, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Ed infatti, a parte il fatto che, prima di sparare il secondo colpo, la pistola doveva venire necessariamente "disinceppata" con la tecnica "Tap-Rack-Bang" (che richiede più di mezzo secondo), dalla perizia medica risulta indiscutibilmente che tra il primo ed il secondo colpo è passato <<un tempo abbastanza consistente>>, e non certo <<un tempo molto ristretto>>; così come ha invece "menzogneramente" dichiarato Francesco Ferrari.
Che su questo abbia mentito, è sicuro!
***
.
4)
Non c'è neanche alcun dubbio che Francesco Ferrari abbia mentito, anche quando ha dichiarato, sotto giuramento: "Ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie, anche perché la mia mano sinistra era posizionata sopra il carrello mentre la mia mano destra era libera".
Ed infatti:
a)
Se è vero, come dice lui stesso, che la sua mano "era posizionata sopra il carrello" (come da manuale), era fisicamente e meccanicamente impossibile che la pistola potesse sparare un secondo colpo, perchè l'otturatore era necessariamente rimasto ostruito dal bossolo del primo colpo; di questo sono matematicamente certo, così come sono altrettanto sicuro che i giudici ignorassero completamente come funziona una pistola (visto che ne ho avuto conferma in molte occasioni).
Prima di poter sparare un secondo colpo, infatti, ormai la colluttazione doveva essere terminata del tutto; e, il superstite, indisturbato, prima di poter far partire il secondo colpo, doveva necessariamente "disinceppare" l'arma con il metodo "Tap-Rack-Bang" (che non sto qui a spiegare).
b)
Inoltre, a conferma di tale indubbia "verità meccanica", l'anatomopatologo ha sancito nero su bianco una indubbia "verità medica"; e, cioè, che il <<secondo colpo è stato sparato sul cadavere di Licia Gioia>>.
Quindi, poichè i morti non sono più in grado di sparare, chiunque abbia esploso il primo colpo, è però sicuro che il secondo colpo può averlo esploso, sul cadavere della moglie, soltanto Francesco Ferrari; facendo in modo che il proiettile, attutito dalla coscia della moglie morta, ferisse anche lui, per poter suffragare la storia della colluttazione.
***
.
CONCLUSIONE
Concludendo, sono d'accordo con te sui punti 1 e 2, ma, circa i punti 3 e 4 tu ti sei astenuta da qualsiasi commento; mentre invece sono fondamentali.
Ed invero non si tratta di ipotesi giornalistiche, bensì :
- di dichiarazioni rilasciate a <<verbale>> da Francesco Ferrari palesemente FALSE;
- di risultanze dell'<<autopsia>> indubbiamente VERE.
***
Per cui i casi possono essere soltanto due:
.
1)
O Francesco Ferrari ha effettivamente assassinato la moglie, secondo le modalità da me descritte; che non sto qui a ripetere.
.
2)
Oppure la moglie ha veramente cercato di suicidarsi, e lui ha veramente cercato di impedirglielo; per cui, sebbene da una "posizione fisicamente quasi impossibile", durante la colluttazione il primo colpo se lo è davvero sparato Licia Gioia dietro l'orecchio.
Il secondo colpo, invece, era rimasto nella pistola, perchè Francesco Ferrari l'aveva  fatta inceppare afferrandola (correttamente) sul carrello; come da lui stesso dichiarato.
A questo punto Francesco Ferrari si è spaventato, perchè, guardando la ferita dietro l'orecchio della moglie, si è reso conto che corrispondeva esattamente al "colpo del sicario"; per cui inevitabilmente i sospetti sarebbero ricaduti su di lui.
Allora ha disinceppato la Beretta con la procedura "Tap-Rack-Bang", e, poi, ha allestito una apposita sceneggiata per allontanare da sè ogni sospetto.
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa da una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che cercare di suffragare nel modo più credibile una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla.
Quindi, dopo aver disinceppato la pistola, si è disteso sul letto abbracciato al cadavere della moglie; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola.
***
Secondo me questo è il solo modo per ipotizzare che Francesco Ferrari sia innocente; anche se ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
***
Ma anche queste sono solo delle mie "congetture"; mentre sono senz'atro dei "fatti", risultanti dagli atti processuali originali, che Francesco Ferrari  ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eutidemo

P.S.
Per farti capire meglio perchè Francesco Ferrari "mente", quando dichiara che, dopo aver afferrato il carrello della pistola della moglie, successivamente al primo colpo ne è partito "subito" un secondo,  forse la cosa ti risulterà più chiara vedendo questo breve video.
***
Ma perchè raccontare una simile balla?
Per due motivi:
1)
Francesco Ferrari non poteva certo ammettere di aver sparato al cadavere della moglie quando lei era già morta (come, invece, risulta dall'autopsia); per cui ha dovuto per forza dire che il dito della moglie ha sparato immediatamente un secondo colpo subito dopo il primo, quando ancora era viva, durante una colluttazione ancora in corso.
2)
In ogni caso Francesco Ferrari ha contato sul fatto che giudici, giurati e parte civile, essendo convinti di conoscere a perfezione il funzionamento ed il meccanismo di una pistola "a corto rinculo di canna", si sarebbe limitati a richiedere una "perizia balistica" limitata alla "traiettoria" e alla "distanza del tiro", senza richiedere anche una specifica  "perizia oplologica" sulle tecniche di disarmo, sui loro metodi e, soprattutto, sui loro effetti (cioè, il blocco del secondo colpo).
Ed infatti la maggior parte delle persone (giudici compresi) è convinta che il funzionamento di una pistola semiautomatica consista semplicemente:
- nell'inserire il caricatore;
- togliere la sicura;
- scarrellare;
- sparare.
Ma le cose sono un tantino più complesse!
***
D'altronde Francesco Ferrari non aveva alternative nel rispondere all'interrogatorio, perchè non poteva certo ammettere di aver sparato al cadavere della moglie quando lei era già morta.
***
E, almeno finora, gli è andata bene!
***

Claudia K

Citazione di: Eutidemo il 12 Luglio 2023, 11:24:34 AM
forse la cosa ti risulterà più chiara vedendo questo breve video.
Ti ringrazio Eutidemo, e ho seguito il breve link. 

Doverosamente premettendo di non avere (io) la benchè minima conoscenza delle armi in genere, è vero che - come la media delle persone non esperte - do per ovvio che una pistola automatica possa sparare colpi in sequenza (come peraltro riferiti dai testimoni di tanti e tanti delitti, o come rappresentati in tanti film e/o  serie tv). 
Ma seguendo il tuo link trovo l'esempio di un INCEPPAMENTO che - dalla definizione in poi - rimanda (mtuado termini medici) al "patologico" dell'arma , e non affatto al suo "fisiologico". 

Quindi tutto, seguendo la tua ipotesi, si gioca sul punto : <ma che un'arma automatica si inceppi "fisiologicamente" dopo aver sparato UN colpo...è vero o no?>. 

Aggiungo per amor di logica ben due punti che non mi sembrano secondari : 

1) il marito (che sia o non sia "genio del crimine" ) è uomo addestrato dalle Forze dell'Ordine in fatto di armi, e quindi...sarebbe a distanze siderali dal potersi considerare "genio del crimine" se...avesse affermato che il secondo colpo sia partito nell'ambito della collutazione pro-vita e con l'arma INCEPPATA che necessitava di essere riarmata! 

2) se proprio il marito avesse voluto fingere una colluttazione pro-vita...ma beh...sarebbe stato molto più semplice (e intelligente) far partire il secondo colpo verso una qualunque parete della stanza in cui si trovavano e senza neanche graffiarsi, col duplice vantaggio a) di manco graffiarsi, e b) che mai nessuno al mondo avrebbe potuto stabilire la distanza temporale fra i due colpi!

Personalmente penso che anche i CT (CTU o CTP, identicamente) sono umani, con tutti i loro umani  limiti (che peraltro aumentano ogni volta che sono mossi dall'ambizione di "saper pronunciare LA  ricostruzione dirimente) . Io ne sono più esperta in civile, ma di CT secondo cui l'acqua va per l'insù...sai quante ne ho masticate, con nausea?  :))

:)


Eutidemo

Ciao Claudia K.
No, stavolta non hai proprio capito come funziona la faccenda della pistola, neanche attraverso il videoclip; il che è "comprensibile" e perfettamente "giustificabile", considerato che, probabilmente, in via tua non hai mai usato una pistola nè hai mai dovuto cercare di disarmare qualcuno!
Ed infatti:
.
1)
L''INCEPPAMENTO" (o "blocco", se preferisci) di una pistola semiautomatica:
- è "patologico" se è dovuto ad un malfunzionamento dell'arma;
- è invece assolutamente "fisiologico" se, come afferma di aver fatto Francesco Ferrari nel suo interrogatorio (e come si vede nel videoclip), si afferra il "carrello" della pistola del "contendente", proprio a tale scopo.
***
In tal caso, infatti, impedendo con le dita all'"espulsore" e all'"estrattore" di "espellere" il bossolo, è perfettamente "normale" e "fisiologico"  che la pistola si "blocchi", perchè l'otturature resta ostruito; sarebbe  "patologico"  il caso contrario.
Quindi parte solo il primo colpo, ma gli altri no (vedi videoclip)!
***
Per sparare ancora, chi è uscito vincente dalla colluttazione, e, quindi, non è più disturbato dall'avversario, deve fare una particolare manovra per sbloccare l'arma; dopodichè può sparare di nuovo...ma non certo "subito dopo" il primo colpo (come mendacemente dichiarato da Ferrari).
***
La  mia ipotesi, quindi, anche quella della possibile "innocenza" di Ferrari, si basa su un fatto assolutamente certo e materialmente sperimentabile; e, cioè, che un'arma "semiautomatica" (non "automatica", come hai erroneamente hai scritto tu) si inceppa "fisiologicamente" e "necessariamente" dopo aver sparato il primo colpo, nel caso in cui ne venga afferrato il carrello; come, appunto, lo stesso Ferrari dichiara di aver fatto nel suo interrogatorio.
Vedi il videoclip!
***
.
2)
Quanto al fatto che Francesco Ferrari sia un "uomo addestrato dalle Forze dell'Ordine in fatto di armi", lo affermi solo quando ti fa comodo; quando, invece, non ti fa comodo, pur essendo debitamente addestrato, affermi che "può però reagire in modo impulsivo e irrazionale", e commettere "colossali stupidaggini", e "madornali sciocchezze", che non commetterebbe neanche una recluta (come saltare addosso alla moglie, invece di parlarle per dissuaderla dai suoi intenti suicidi)
***
.
3)
In ogni caso, sperando (giustamente) nell'ignoranza in materia "oplologica" del PM, Francesco Ferrari non poteva far altro che dichiarare che il secondo colpo era partito subito dopo il primo; altrimenti, visto che la moglie è morta pressochè sul colpo, avrebbe dovuto ammettere di aver sparato lui il secondo colpo sul suo cadavere (rivelando, così, la sua messa in scena).
E questo non poteva certamente farlo, anche a costo di raccontare una bugia dalle gambe molto corte; che, però, a quanto pare, grazie alla "buaggine" dei giudici, almeno per ora, ha funzionato!
***
.
4)
Poi tu scrivi: "Se proprio il marito avesse voluto fingere una colluttazione pro-vita...ma beh...sarebbe stato molto più semplice (e intelligente) far partire il secondo colpo verso una qualunque parete della stanza in cui si trovavano e senza neanche graffiarsi, col duplice vantaggio a) di manco graffiarsi, e b) che mai nessuno al mondo avrebbe potuto stabilire la distanza temporale fra i due colpi!"
Però non consideri che:
a)
Proprio il fatto che il marito sia rimasto ferito anche lui, ha deposto a suo favore nel processo.
b)
Anche se il marito  avesse fatto partire il secondo colpo verso una qualunque parete della stanza qualunque "esperto oplologico" (se consultato) avrebbe potuto stabilire la distanza temporale fra i due colpi; perchè, avendo Ferrari afferrato il carrello della pistola, in ogni caso i due colpi non potevano avvenire in sequenza, ma, comunque, sempre ad una certa distanza temporale l'uno dall'altro.
***
Però è vero che è stata ANCHE la stessa "perizia medica" a confermare che i due colpi erano avvenuto "ad una consistente differenza di tempo l'uno dall'altro"; perchè è stato "scientificamente dimostrato" (e non  meramente congetturato) che il secondo proiettile ha perforato il corpo di Licia Gioia quando lei era già morta.
***
.
***
CONCLUSIONE
Qualunque cosa ci sia scritta sulla sentenza che ha assolto Francesco Ferrari, dagli atti conosciuti del processo (interrogatorio e autopsia):
- non sapremo mai, con certezza, chi ha sparato il primo colpo di pistola che ha ucciso Licia Gioia;
- però sappiamo con certezza che il secondo colpo lo ha sparato Francesco Ferrari, sul corpo della moglie già morta.
In base a questo, poi, possiamo formulare le ipotesi che ci sembrano più plausibili!
***
.
***
Un saluto! :)
***

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