La ricetta per essere sereni consiste nell'indifferenza stoica al dolore?

Aperto da Socrate78, 18 Maggio 2023, 15:49:49 PM

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Claudia K

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 20 Maggio 2023, 17:54:01 PMVedi una persona cara che non vedevi da tempo: sei felice; la tua squadra del cuore vince: sei felice... ecc... ecc... Una volta che la persona cara se ne va per la sua strada e tu per la tua, cessa la felicità; la volta successiva la tua squadra del cuore perde: cessa la felicità... ecc... ecc...
Perciò la felicità arriva dall'esterno.
Sei "felice"? (per me la felicità è davvero  altro, ma questo esula. Forse. Intendo dire che quelle indicate possono essere situazioni rallegranti e liete, ma...di lì alla felicità...ce ne corre!).
Comunque si vogliano definire gli stati lieti e rallegranti di cui sopra, essi risultano comunque lieti e rallegranti in rapporto al TUO sentire (e aggiungerei anche : in rapportro al TUO sentire di QUEL momento).

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 20 Maggio 2023, 17:54:01 PMInvece, la serenità è dentro di noi. Quando non ci si lascia condizionare dagli eventi esterni, ma si è veramente sé stessi, allora si è sereni.
Che la serenità abbia radici in noi non avrei grossi dubbi.
Ho dubbi insormontabili, invece, sul fatto che la serenità (in un percorso che mi suona anche ossimorico) possa derivare dalla soppressione della comunicazione e del confronto in un umano che anche di questi vive e necessita.
La serenità fonda sull'Equilibrio interiore, e questo - per quell'animale sociale che è l'umano - non si costruisce indossandoo paraocchi. Piuttosto si costruisce facendo tesoro dei feedback che (positivi o negativi che siano, nella vita reale come in quella virtuale) ci danno la misura del come siamo percepiti. Tra l'altro : qui stiamo parlando tra adulti, che è lecito presumere abbiano potuto confrontarsi con tanti contesti differenti, e non tra adolescenti che disgraziatamente hanno esperito (per dire) "soltanto" una famiglia incurante o vessatoria, oppure una classe scolastica bullizzante. Casi nei quali srebbe urgentissimo rappresentare all'adolescente che le tristi realtà esperite NON sono "la realtà" e che c'è comunque un mond intero che lo attende.
Ma...quando un adulto dovesse rifugiarsi nell'idea che per star bene dovrebbe non dar più retta a nessuno...io qualcosa di MOLTO preoccupante ce lo vedrei eccome.
E non è un caso che i centri di igiene mentale pullulino di personalità che (anche senza coaching online) hanno abbracciato questa "teoria" per ritrovarsi del tutto out da tutto (da tutto quel che avrebbero agognato e che trovarono più easy rifiutare, piuttosto che riflettere).

Freedom

Citazione di: baylham il 20 Maggio 2023, 17:58:05 PMIn primo luogo l'indifferenza come atteggiamento esistenziale è impossibile, dura poco.
In secondo luogo non vedo quale sia il nesso tra indifferenza e serenità o peggio ancora felicità.
In ogni caso la serenità non dipende da te o dalla tua volontà, questo mi sembra il difetto di fondo di qualunque "ricetta" proposta. Il volontarismo, di cui la volontà di potenza è un'espressione, ha la stessa logica di "tirarsi su per i capelli".

Mi pare del tutto condivisibile.

Come non comprendere che, in una certa misura, siamo dipendenti da fattori che esulano dalla nostra possibilità di intervento?

Condivido chi propone "bontà, umanità e gentilezza". Sono indubbiamente modi di essere che aiutano enormemente ad avvicinarsi alla serenità. Mi permetto di aggiungere anche accettazione di quanto non possiamo cambiare.

E nell'accettazione di quanto non possiamo cambiare ci sta anche, paradossalmente, l'assenza (si spera temporanea) della serenità.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Aspirante Filosofo58

Citazione di: Claudia K il 20 Maggio 2023, 22:19:59 PMSei "felice"? (per me la felicità è davvero  altro, ma questo esula. Forse. Intendo dire che quelle indicate possono essere situazioni rallegranti e liete, ma...di lì alla felicità...ce ne corre!).
Comunque si vogliano definire gli stati lieti e rallegranti di cui sopra, essi risultano comunque lieti e rallegranti in rapporto al TUO sentire (e aggiungerei anche : in rapportro al TUO sentire di QUEL momento).
Che la serenità abbia radici in noi non avrei grossi dubbi.
Ho dubbi insormontabili, invece, sul fatto che la serenità (in un percorso che mi suona anche ossimorico) possa derivare dalla soppressione della comunicazione e del confronto in un umano che anche di questi vive e necessita.
La serenità fonda sull'Equilibrio interiore, e questo - per quell'animale sociale che è l'umano - non si costruisce indossandoo paraocchi. Piuttosto si costruisce facendo tesoro dei feedback che (positivi o negativi che siano, nella vita reale come in quella virtuale) ci danno la misura del come siamo percepiti. Tra l'altro : qui stiamo parlando tra adulti, che è lecito presumere abbiano potuto confrontarsi con tanti contesti differenti, e non tra adolescenti che disgraziatamente hanno esperito (per dire) "soltanto" una famiglia incurante o vessatoria, oppure una classe scolastica bullizzante. Casi nei quali srebbe urgentissimo rappresentare all'adolescente che le tristi realtà esperite NON sono "la realtà" e che c'è comunque un mond intero che lo attende.
Ma...quando un adulto dovesse rifugiarsi nell'idea che per star bene dovrebbe non dar più retta a nessuno...io qualcosa di MOLTO preoccupante ce lo vedrei eccome.
E non è un caso che i centri di igiene mentale pullulino di personalità che (anche senza coaching online) hanno abbracciato questa "teoria" per ritrovarsi del tutto out da tutto (da tutto quel che avrebbero agognato e che trovarono più easy rifiutare, piuttosto che riflettere).
Non lasciarsi condizionare dagli eventi esterni credo non sia sinonimo di soppressione della comunicazione e del confronto umano. C'è una storiella che Osho raccontava spesso, di un padre cui morì un figlio. Quel padre non si addolorò per aver perso quel figlio (che amava tanto), gettando nella confusione più totale amici, parenti e conoscenti, convinti che quel padre dovesse provare dolore. Le parole di quel padre furono: "Perché dovrei affliggermi ora? Mi stato fatto dono di quel figlio, mi è stato tolto quel dono." Quel padre non poteva essere, ovviamente, felice. Era, tuttavia, sereno.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Claudia K

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 21 Maggio 2023, 07:52:07 AMNon lasciarsi condizionare dagli eventi esterni credo non sia sinonimo di soppressione della comunicazione e del confronto umano.
Io mi sono attenuta all'assunto di Socrate, che era "la ricetta per la serenità consisterebbe nel non fare derivare in nessun modo la propria felicità dagli atteggiamenti altrui, nell'instaurare nella psiche un'indifferenza di tipo stoico. Che cosa ne pensate?"

 E questa auspicata (non da me) indifferenza agli atteggiamenti altrui...cos'è, se non una artificiosa e forzosa interruzione del flusso di comunicazione e confronto? 

Ma poi che senso avrebbe, questa "blindatura", se non quello di indurre a forme deliranti ? 
Gli atteggiamenti altrui hanno sempre un perchè, normalmente correlato ai nostri atteggiamenti. 
Per cui : riflettere sui possibili perchè può solo farci crescere (e anche bene). 
Per contro, e come già detto: i centri di igiene mentale, ma anche i social e persino i forum, pullulano di persone che hanno "scelto" la via APPARENTE dell'impermeabilità agli atteggiamenti altrui, col solo risultato di essere vissuti come deliranti; e il colmo dei colmi è che, anche nella loro irragionevole tracotanza solipsistica, non fanno altro che continuare a <comunicare disperatamente> e solo apparendo puntualmente fuori luogo. Come dire che anche questi cercano atteggiamenti positivi altrui e ne hanno bisogno, ma sono completamente sbandati nella LORO comunicazione. 

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Quanto ad Osho...una volta tanto mi delude: nel mio niente...quando ho perso una persona amatissima (ma anche un gatto o un cane) non ho mai pensato a quel che in lui/lei avevo perso io, ma ho sempre pensato a quel che lui/lei avevano perso della vita.


Aspirante Filosofo58

Citazione di: Claudia K il 21 Maggio 2023, 09:19:07 AME questa auspicata (non da me) indifferenza agli atteggiamenti altrui...cos'è, se non una artificiosa e forzosa interruzione del flusso di comunicazione e confronto?

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Quanto ad Osho...una volta tanto mi delude: nel mio niente...quando ho perso una persona amatissima (ma anche un gatto o un cane) non ho mai pensato a quel che in lui/lei avevo perso io, ma ho sempre pensato a quel che lui/lei avevano perso della vita.


Indifferenza significa essere "sportivi" e non "tifosi", secondo me, ossia capire l'importanza delle situazioni, ma non farsi coinvolgere più del necessario, non divenirne schiavi. Conosco persone che quando perde la loro squadra del cuore, vanno a dormire senza cenare, e spesso non riescono nemmeno a dormire! Se perde la mia squadra del cuore, io mangio e dormo ugualmente... giusto per fare un esempio. 

In 64 anni di vita ho perso diversi punti di riferimento, passati a miglior vita, che mi hanno costretto a rivedere la mia vita, non potendo più contare su di loro.

Su Osho: chi o cosa ti dice che la morte sia una perdita per chi se ne va? se invece fosse una liberazione? Nel caso di chi soffre da tanto tempo per esempio, io credo che la morte sia una liberazione, se non altro dalle sofferenze. Ho conosciuto più di una persona, morta dopo aver sofferto parecchio. Poi ci sono le morti improvvise (o presunte tali) di chi se ne va (mio padre per esempio) lasciando parenti e amici nello sgomento più totale (ma questo era il tipo di morte auspicato dal mio papà: senza sofferenza)... 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Claudia K

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 21 Maggio 2023, 10:13:36 AMSu Osho: chi o cosa ti dice che la morte sia una perdita per chi se ne va? se invece fosse una liberazione?
Converrai che non è questa la "regola", no?  :)
Scrivendo pensavo alla mia primissima esperienza con l'idea di morte, che risale a quando ero bambina.
Mi era stato regalato un amatissimo gattino, molto carino e vivace, e...da stupidella...mi venne la pessima idea di fargli un bagnetto con tanto di bagno schiuma profumato.
All'uscita dal bagnetto...il poverino era tramortito, e avevo poco da massaggiarlo con asciugamani...sembrava stesse proprio per morire.
Me lo tenevo in braccio, avvolto, e lo portai alla finestra, dove gli piaceva tanto andare per guardare il mondo... Ma non alzava neanche la testolina, e so io i pianti che mi feci pensando con dolore a quanta vita gli avessi fatto perdere...
Poi si riposò e tornò in forma come prima, ma...l'idea che possa morire chiunque non desideri morire...per me è straziante.
Inutile dire che dopo il gattino mi sono trovata a vivere lo stesso sentimento verso persone a me carissime...e sempre in quel modo l'ho letta, non avendo mai conosciuto personalmente persone che avrebbero davvero voluto morire.
Il tutto con massimo rispetto per quei casi estremi (tipo DJ Fabo), in cui probabilmente io stessa invocherei il suicidio assisitito. 

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 21 Maggio 2023, 10:13:36 AMIndifferenza significa essere "sportivi" e non "tifosi", secondo me, ossia capire l'importanza delle situazioni, ma non farsi coinvolgere più del necessario, non divenirne schiavi.
Forse è solo un problema linguistico, ma per me l'indifferenza è l'indifferenza (= impermeabilità, più o meno), e non ha nulla a vedere con l'Equibrio (di cui mi sembra che tu parli, chiamandolo indifferenza) che, invece, è quello che consente di accogliere-ponderare-riflettere, senza tentazioni disperanti in caso di altrui disapprovazione e senza orgasmi in caso di altrui approvazione.
Tutto ha un perchè, nelle relazioni umane: se ci impegniamo a rifletterlo (senza scomporci) possiamo crescere; se "svoltiamo" con "e che mi frega? Io so' IO!" possiamo solo scavarci la fossa con le NOSTRE mani.  ;)

P.S. : riflettere sui perchè delle relazioni umane, oltretutto, è affascinante e divertentissimo.


Pensarbene

Le emozioni non sono buone o cattive,positive o negative,sono emozioni e basta Dunque accettarle  tranquillamente e viverle si conseguenza è la cosa migliore.
Il problema sta nell'idealizzarne alcune demonizzandone altre.
Gioia,ira,tristezza,ecc...sono i portanti della vita emotiva e affettiva,tutte quanti importanti e ...normali,se si considerano tali e non se ne fa una tragedia.


Ipazia

Lo stoicismo torna attualissimo in un'epoca in cui l'eterodirezione assume mostruose dimensioni tecnoscientifiche paragonabili solo al deterioramento della sfera antropologica e alla insolubilità delle problematiche metropolitane rivelatesi tutto il contrario della utopia rinascimentale della "città ideale".

Già quel sensibile termometro sociale che fu Hannah Arendt, di fronte alle critiche della comunità ebraico-israeliana di amare poco la sua etnia per non averne nascosto le corresponsabilità di fronte alla violenza nazista, rispose che lei non amava le patrie, ma solo i suoi amici.

Qui non si tratta di "tirarsi su per i capelli", ma di ponderare i limiti della propria volontà di potenza vitale di fronte agli aggregati antropologici reali e alla natura.

Ponderazione a cui l'atteggiamento stoico fornisce, fin dalla sua nascita, strumenti essenziali di sopravvivenza mentale e spirituale. Cominciando dalla consapevolezza di "essere per la morte" fin dalla propria nascita, come racconta l'episodio di Osho.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

La natura non si Imbriglia e non si imbroglia,l'essere umano in linea con llil.meglio della specie e la sua individualità,evita schemi,modelli,interferenze e si comporta di conseguenza.
Se c'è un prezzo da pagare lo paga,se può scegliere il minor dei mali e dei prezzi lo faccia senza tradire mai sè stesso.

atomista non pentito

Essere sereni e' avere la capacita' ( che deriva da innumerevoli fattori /attori spesso indipendenti dalla ns volonta') di "addomesticare" cio' che viviamo. E' una capacita' ed una fortuna. Uno dei piu' grandi "doni" che si possano ricevere.

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