La ricetta per essere sereni consiste nell'indifferenza stoica al dolore?

Aperto da Socrate78, 18 Maggio 2023, 15:49:49 PM

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Socrate78

Secondo voi, qual è l'origine profonda dell'infelicità umana? Qual è il modo per raggiungere la serenità interiore? Secondo me l'origine profonda dell'infelicità consiste nel desiderio umano di ricevere amore, affetto e rispetto dagli altri esseri umani. Infatti tanto più è forte il desiderio di ricevere attenzioni, rispetto ed amore dagli altri, tanto più si soffre interiormente se gli altri si comportano con te con cinismo, indifferenza, prepotenza o peggio se ti ingannano per usarti fingendo sentimenti che non provano; quindi per raggiungere la serenità (imperturbabilità) interiore bisogna aumentare molto la propria autostima, essere convinti di valere indipendentemente dal giudizio altrui ed abbattere le aspettative (che poi sono in fondo pretese della psiche) di ricevere il bene dagli altri, così anche se nessuno ti considera tu sei convinto comunque di valere e di avere della qualità e rimani indifferente all'atteggiamento negativo altrui, anzi pensi: "Peggio per loro, non mi meritano, sono loro ad essere meschini e nel torto". Se si riesce a raggiungere questo stato allora anche se qualcuno ti insulta non ti lasci prendere dall'ira e dalla sofferenza, ma pensi: "Peggio per lui, è lui ad essere meschino e a contaminare la sua anima, non rispettandomi io non mi lascio corrompere!" e al limite rispondi con calma olimpica, ma senza provare e reprimere ira e sofferenza. Lo stesso vale anche per i complimenti che gli altri possono farti, non bisogna essere dipendenti interiormente nemmeno da quelli, perché chi sa veramente di valere non ha bisogno di conferme dagli altri, quindi anche qui è opportuna l'indifferenza interiore,  anche perché il mondo è pieno di adulatori.
Quindi secondo me la ricetta per la serenità consisterebbe nel non fare derivare in nessun modo la propria felicità dagli atteggiamenti altrui, nell'instaurare nella psichiche un'indifferenza di tipo stoico. Che cosa ne pensate?

atomista non pentito

Il titolo del post cita la "serenita'" , nelle argomentazioni successive si abbina serenita' a felicita'.........
Il primo passo sarebbe chiarire il reale significato ( per Te) di entrambe.

Aspirante Filosofo58

La serenità è possibile, smettendo di credere che siano gli altri a condizionarci, ma che, semmai, siamo noi, con le nostre convinzioni elaborate nel corso della nostra vita, a condizionare noi stessi. Provate ad ascoltare un video di Salvatore Brizzi. Credo che spieghi molto bene certi concetti.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Socrate78

In realtà le mie osservazioni del post si rifanno sostanzialmente alle opinioni sulla felicità del Mental Coach Giacomo Papasidero, lo conoscete? Giacomo Papasidero dice appunto che la fonte dell'infelicità sono proprio le aspettative di ricevere gratificazioni affettive e stima dagli altri, e quindi tali aspettative vanno pian piano diminuite o addirittura eliminate.

atomista non pentito

Non conosco mental coaches , mai avuto né la nesessita' né il piacere , per essere (certamente) sereno e ( se me ne spiegate il signficato) felice mi e' sufficiente la consapevolezza ( per quanto riguarda me stesso) raggiunta grazie al percorso fatto in quasi 62 anni di vita.  In qualche scritto filosofico orientale si legge che la vera ricchezza e' l'assenza di necessita' ( evidentemente le mie necessita' sono adeguate alla effettiva soddisfazione delle stesse) e che la felicita' e' dentro di noi e non viene derivata da qualcosa di "estraneo" (quindi penso di essere stato fortunato ad averla in me per un qualche motivo) . O forse il mio e' solo un grande egoismo , comunque per me stesso il risultato e' buono.

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 19 Maggio 2023, 13:14:13 PMGiacomo Papasidero dice appunto che la fonte dell'infelicità sono proprio le aspettative di ricevere gratificazioni affettive e stima dagli altri, e quindi tali aspettative vanno pian piano diminuite o addirittura eliminate.
Non conosco questo signore, ma trovo che questo suo concetto non sia generalizzabile (ammesso e non concesso che in qualche caso possa rivelarsi parzialmente valido). 

A parte che in via di principio non credo ad alcun "maestro di felicità", e poi non vedo parentela tra serenità e felicità, trovo che stima e gratificazioni affettive siano e restino un feedback importante e molto coadiuvante dell'equlibrio personale, in modo del tutto sano. 

Trovo che la serenità fondi su un solido Equilibrio interiore, che si nutre anche del saper cogliere (con intelligenza e sensibilità) le altrui manifestazioni positive quanto quelle negative, possibilmente capendole e capendone i perchè. Anche perchè...hanno sempre un perchè! (molto formativo, per chi lo coglie; e vale anche per quelle manifestazioni di stima e affetto che...ben guardate...NON sono di stima e/o affetto, ma solo di vario opportunismo). 

Estraniarsi da questo pacato processo di riflessione, a mio parere, conduce soltanto a deliri di onnipotenza e onniscienza solipstici, che finiscono per isolare ancor più drasticamente nell'infelicità della <non comunicazione>, rendendola granitica e irrimediabile. 

E d'altra parte : se quello della <comunicazione> è un bisogno umano, suggerire di "fregarsene e pontificare in proprio e da uno scranno e dall'<alto> di un immaginario piedistallo <faidate>... è la ricetta sicura per essere sempre più isolati in delirante solipsismo e scansati dagli altri come molesti deliranti, giacchè il <metodo> non affronta nè permette di affrontare il problema, bensì illude di poterlo aggirare con quel faidate che della Comunicazione è proprio l'opposto.  




Aspirante Filosofo58

Citazione di: atomista non pentito il 19 Maggio 2023, 14:54:57 PMNon conosco mental coaches , mai avuto né la nesessita' né il piacere , per essere (certamente) sereno e ( se me ne spiegate il signficato) felice mi e' sufficiente la consapevolezza ( per quanto riguarda me stesso) raggiunta grazie al percorso fatto in quasi 62 anni di vita.  In qualche scritto filosofico orientale si legge che la vera ricchezza e' l'assenza di necessita' ( evidentemente le mie necessita' sono adeguate alla effettiva soddisfazione delle stesse) e che la felicita' e' dentro di noi e non viene derivata da qualcosa di "estraneo" (quindi penso di essere stato fortunato ad averla in me per un qualche motivo) . O forse il mio e' solo un grande egoismo , comunque per me stesso il risultato e' buono.
Per "essere sereno" io intendo quello stato di quiete, di pace interiore, di imperturbabilità, che non può essere scalfita da alcuna persona o alcun avvenimento esteriore.

Diversa è la felicità, che invece dipende da ciò che è esterno a noi.

La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Claudia K

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 19 Maggio 2023, 15:50:16 PMDiversa è la felicità, che invece dipende da ciò che è esterno a noi.
Questa non l'avrei capita, e quindi provo a chiedere. 

In che senso la felicità dipenderebbe da ciò che è esterno a noi ? 

Per me la felicità è una di quelle condizioni estatiche (un po' come l'innamoramento, ma assai più rara di questo) in cui provi (senza uso di sostanze psicotrope) un così pieno e perfetto senso di compiutezza in armonia col tutto che...pensi felicemente "potrei e vorrei morire adesso, perchè tutto è perfetto."

Non ho vent'anni, sono abbastanza positiva, sono stata e sono anche abbastanza fortunata se considero ciò che la vita mi ha riservato fino ad oggi (e anche del tutto a prescindere da miei "meriti"), eppure...cosa sia la Felicità l'ho provato UNA sola volta nella mia vita, e non aveva alcun nesso con tappe iconografiche tipo "giorno del matrimonio" o "giorno della nascita dei figli" o "giorno di un grande riconoscimento intellettual-professionale"... 

Quella Felicità dipendeva proprio dal MIO sentire in quel momento, per una serie di congiunture assolutamente casuali, che nel volgere della stessa giornata avevano iper-appagato OGNI mia più fantastica e meravigliosa aspettativa "cosmica" DI QUEL MIO MOMENTO STORICO. 

Alberto Knox

noi abbiamo bisogno che le nostre azioni , nel tempo vengano riconosciute. Vogliamo venire pesati dal prossimo in base a quello che diciamo e che facciamo. E ne abbiamo bisogno per costruire la nostra identità. L'identità è prettamente un affare pubblico. Altro che no alle aspettative. Se vivi come un eremita può anche adare bene. Ma noi non siamo eremiti. Se una maestra dice "sei un somaro" allo studente e questo va a casa e i genitori gli dicono la stessa cosa allora comincia a pensare di non essere all altezza delle aspettative e comincia a nutrire senso di ineguatezza e di incapacità. Se invece viene aiutato con gentilezza e comprensione allora questo ragazzo non pensa di essere inadeguato. Non condivido l'idifferenza egocentrica (che sa di narcisismo) nei confronti delle critiche , cioè, quando le critiche sono negative le devo ignorare e quando sono belle invece le posso accogliere  . No per me è esercitare l'arte della gentilezza non di certo dell indifferenza.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

l'uomo per essere sereno ha bisogno di tre cose ; umanità , bontà e gentilezza. Ma il primo che deve essere umano col prossimo , buono e gentile ovviamente sei tu. L'amore non ammette che non venga almeno un pochino corrisposto . Qualcosa torna  sempre indietro.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Citazione di: atomista non pentito il 19 Maggio 2023, 10:29:23 AMIl titolo del post cita la "serenita'" , nelle argomentazioni successive si abbina serenita' a felicita'.........
Il primo passo sarebbe chiarire il reale significato ( per Te) di entrambe.
Probabilmente la connessione sta nel fatto che per provare momenti di felicità bisogna raggiungere prima uno stato di serenità interiore che non è banale strumento anestetico, ma sentirsi in sintonia con la realtà, che ha un dentro e un fuori. Un dentro che dipende dalla nostra evoluzione interiore e un fuori che è la proiezione di questa evoluzione che ha imparato a convivere col fuori che lo è totalmente.

Raggiunta questa serenità interiore, i momenti di felicità di cui parla Claudia K ci arrivano l'improvviso e fanno dire, come il poeta: "fermati, sei bello".

Le neuroscienze hanno grossolanamente correlato lo stato mentale con la frequenza delle registrazioni e.e.grafiche. Le tecniche di meditazione, apprese o acquisite sul campo, agiscono su queste frequenze e inducono quello stato di equilibrio omeostatico mentale che ci permette di galleggiare leggeri nel fluire del mondo.

Omeostasi che, ricordandoci di cosa siamo fatti, diffida dei nicciani "pensatori dai culi di pietra", e abbina il benessere mentale a quello fisico. Verità già nota agli antici saggi orientali e occidentali. Ciascuno secondo le proprie capacità, direbbe Marx.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

La soluzione non è nella indifferenza in sé al dolore.
Ma può invece essere in ciò che motiva questa indifferenza.

Perché il distacco dal dolore può anche derivare da una chiusura, che rafforza la insensibilità agli stimoli esterni.
Ma in questo modo la corazza con cui ci isoliamo non fa che impoverirci ed è destinata prima o poi a sgretolarsi.

Diverso è il caso se l'indifferenza al dolore deriva dalla massima apertura. Cioè dall'amore verso tutto e tutti.
Allora abbiamo l'autentico distacco. Che è appunto distacco non dagli altri, ma da noi stessi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pensarbene


Aspirante Filosofo58

Citazione di: Claudia K il 19 Maggio 2023, 23:13:13 PMQuesta non l'avrei capita, e quindi provo a chiedere.

In che senso la felicità dipenderebbe da ciò che è esterno a noi ?

Per me la felicità è una di quelle condizioni estatiche (un po' come l'innamoramento, ma assai più rara di questo) in cui provi (senza uso di sostanze psicotrope) un così pieno e perfetto senso di compiutezza in armonia col tutto che...pensi felicemente "potrei e vorrei morire adesso, perchè tutto è perfetto."

Non ho vent'anni, sono abbastanza positiva, sono stata e sono anche abbastanza fortunata se considero ciò che la vita mi ha riservato fino ad oggi (e anche del tutto a prescindere da miei "meriti"), eppure...cosa sia la Felicità l'ho provato UNA sola volta nella mia vita, e non aveva alcun nesso con tappe iconografiche tipo "giorno del matrimonio" o "giorno della nascita dei figli" o "giorno di un grande riconoscimento intellettual-professionale"...

Quella Felicità dipendeva proprio dal MIO sentire in quel momento, per una serie di congiunture assolutamente casuali, che nel volgere della stessa giornata avevano iper-appagato OGNI mia più fantastica e meravigliosa aspettativa "cosmica" DI QUEL MIO MOMENTO STORICO.
Vedi una persona cara che non vedevi da tempo: sei felice; la tua squadra del cuore vince: sei felice... ecc... ecc... Una volta che la persona cara se ne va per la sua strada e tu per la tua, cessa la felicità; la volta successiva la tua squadra del cuore perde: cessa la felicità... ecc... ecc...
Perciò la felicità arriva dall'esterno. Invece, la serenità è dentro di noi. Quando non ci si lascia condizionare dagli eventi esterni, ma si è veramente sé stessi, allora si è sereni.

Felicità e tristezza sono come nuvole nel cielo: arrivano e vanno, ma il cielo è sempre sereno, sopra le nuvole. Così dovremmo essere noi.

Qui: http://www.federicafrasconi.com/coaching/?p=114 credo che sia spiegato molto bene.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

baylham

In primo luogo l'indifferenza come atteggiamento esistenziale è impossibile, dura poco.
In secondo luogo non vedo quale sia il nesso tra indifferenza e serenità o peggio ancora felicità.
In ogni caso la serenità non dipende da te o dalla tua volontà, questo mi sembra il difetto di fondo di qualunque "ricetta" proposta. Il volontarismo, di cui la volontà di potenza è un'espressione, ha la stessa logica di "tirarsi su per i capelli".

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