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La morte della Scienza

Aperto da Ipazia, 30 Marzo 2023, 10:40:50 AM

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Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 07 Aprile 2023, 11:41:39 AML'unità di misura del tempo discreto, intesa anche come confine tra tempo continuo e discreto, è il tempo di Planck

La teoria quantistica dei loop, teorizza una natura corpuscolare, non continua, dello spazio-tempo:

https://sciencecue.it/rivoluzione-gravita-quantistica-spaziotempo-teoria-loop/31841/




lo stesso link che hai messo lo dice : Il tempo di Planck è il tempo che impiega un fotone che viaggia alla velocità della luce per percorrere una distanza pari alla lunghezza di Planck. È considerato, ad ora, il più breve intervallo di tempo misurabile. Utilizzando le leggi della meccanica quantistica e della gravità, la lunghezza di Planck è la migliore stima attuale per il concetto di lunghezza minima .

il limite della lunghezza di planck è un limite fisico oltre il quale la ricerca sperimentale non può andare e tuttavia ( e qui mi ripeto) non possiamo mai essere certi che quando le dimensioni scendono ben al di sotto di ciò che è osservabile lo spazio e il tempo non possano essere discreti. Poi si possono fare tutte le teorie che si vuole ma la lunghezza di plank non dimostra che il tempo è disreto, dimostra che oltre quel limite non riusciamo a andare.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

#91
Citazione di: Ipazia il 07 Aprile 2023, 11:41:39 AML'unità di misura del tempo discreto, intesa anche come confine tra tempo continuo e discreto, è il tempo di Planck

La teoria quantistica dei loop, teorizza una natura corpuscolare, non continua, dello spazio-tempo:

https://sciencecue.it/rivoluzione-gravita-quantistica-spaziotempo-teoria-loop/31841/




Molto interessante questo link, grazie.
Divulgazione con la D maiuscola.
Proprio quando la divulgazione è così ben fatta, ne traggo l'impressione che mi stiano raccontando una favola, ma una favola nel senso positivo del termine, di quelle che ti formano per affrontare in modo autonomo la realtà, avvertendoti di cosa troverai ''li fuori'' di modo che tu possa decidere di conseguenza il tuo agire.
I protagonisti della favola possono essere il lupo, i porcellini, il continuo e il discreto, che sono però personaggi inventati.
Se alla fine della favola ne trai solo che quei personaggi esistono davvero, la favola ha fallito il suo compito.
Ora si tratta di unire due favole in una sola, quella quantistica con quella relativistica, che sembra un compito difficile, ma non trascendentale, se di favola si tratta. Il  compito però diventa arduo a dir poco se uno si è convinto che il lupo cattivo e i porcellini esistono davvero, perchè diventerà arduo mettere da parte uno o gli altri , se davvero esistono, anche quando ciò fosse utile a raccontare una nuova favola, che possa svolgere ancora meglio di altre precedenti il suo compito, quello di renderti ancor più avvertito del come muoverti nella realtà che sta fuori dalle favole.

Da un punto di vista filosofico possiamo considerare che vi sia una simmetria opertiva fra continuo e discreto laddove uno si ricava appunto operativamente dall'altro, ( l'altro per tagli dell'uno, e l'uno per congiunzioni dell'altro ) , e si tratta di operazioni matematiche, dove la matematica è la trama di ogni buona favola che rimandi utilmente al mondo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 07 Aprile 2023, 13:01:51 PMlo stesso link che hai messo lo dice : Il tempo di Planck è il tempo che impiega un fotone che viaggia alla velocità della luce per percorrere una distanza pari alla lunghezza di Planck. È considerato, ad ora, il più breve intervallo di tempo misurabile. Utilizzando le leggi della meccanica quantistica e della gravità, la lunghezza di Planck è la migliore stima attuale per il concetto di lunghezza minima .

il limite della lunghezza di planck è un limite fisico oltre il quale la ricerca sperimentale non può andare e tuttavia ( e qui mi ripeto) non possiamo mai essere certi che quando le dimensioni scendono ben al di sotto di ciò che è osservabile lo spazio e il tempo non possano essere discreti. Poi si possono fare tutte le teorie che si vuole ma la lunghezza di plank non dimostra che il tempo è disreto, dimostra che oltre quel limite non riusciamo a andare.

Continuo e discreto sono concetti necessari. Perché ci permettono di inoltrarci nel mondo. Tuttavia non corrispondono ad alcuna realtà.

Cioè non esiste niente che sia continuo e neppure niente che sia discreto.
E il motivo per cui non esistono è proprio quel "nulla" che dovrebbe esserci per la loro stessa esistenza.

Infatti il continuo richiede che tra sé e sé vi sia nulla.
Mentre il discreto richiede di finire nel nulla.

E il nulla è proprio ciò che assolutamente non esiste.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pensarbene

Cito:

"I fatti avvengono indipendentemente dall'osservatore. La scienza sperimentale si occupa dei fatti. E ha elaborato una metodica per non falsare i risultati standardizzando l'esperimento fin dai tempi di Archimede."

Questo è sbagliato,lo scienziato non è uno specchio che elabora le immagini ma un soggetto attivo che modifica viò che studia qualsiasi metodo usi.
Nelle scienze cosiddette non esatte questo è palese e accettato da tutti.
In quelle esatte,è evidente nella fisica quantistica
e in altri ambiti dove l'osservatore sembra essere in simbiosi con l'osservato.
La scienza può vantare una "oggettività" su un continuum che va da un minimo a un massimo senza diventare mai un assoluto.
Su questo non ci piove, basta leggere qualcosa sul problema della "misura" in quantistica.
Già nei sistemi di misura classici,si parli di precisione ma non di esattezza,inoltre le misure restano sempre degli astratti teorici e logici e non 
delle realtà concrete:il metro  è una misura ma quando voi lo usate per misurare una lunghezza vi accorgete che è sempre approssimativo,a meno che arriviate ai nano metri ecc....accorgendovi poi che anche quelli sono approssimazioni.
Potreste arrivare fino ai quark di una particella di un atomo di una molecola di un presunto metro iniziale per poi perdervi in una nebbia di probabilità.
Calcolate il pgreco....quadrate il cerchio....misurate ll'estensione metrica dell'universo....
Gli scienziati non fanno miracoli la scienza pure, se qualcuno se li aspetta ...aspetti la fine dei tempi 
Idealizzazioni  e demonizzazioni non sono adatte a questo mondo,  la Terra ha bisogno di una via mediana in tutte le cose ,senza polarizzazioni e piena di tolleranza e dignitosi quanto rispettabili compromessi.
 

Ipazia

La via mediana è il calcolo di errore di una misurazione. Se tale errore è compatibile con la precisione necessaria si ottiene un prodotto tecnoscientifico funzionante al netto di ogni metafisica. E ciò è quanto si può pretendere dalla scienza. Nulla di più.

Sulla ricerca fondamentale ho i miei scetticismi dall'alto (o basso) di una scienza matura come la chimica, che può permettersi di lasciare le arrampicate metafisiche ad astronomi e fisici.

E ai fruitori non professionali di tali discipline.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

La concretezza va sfumando...
Di modo che, seppur si utilizzino ancora termini come "particella", non si intende nulla di davvero materiale, ma soltanto formule matematiche.

Ciò non toglie che sempre di informazioni si tratti.
E non se ne stanno di per sé...
Perché niente è per sé.

Come ben osserva Phil, non vi può essere alcuna sostanziale differenza tra una informazione e qualsiasi altra.
Sempre si tratta di una forma nella nostra mente.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pensarbene

Manca una teoria generale dell'Informazione,un genio che la formuli in termini generali e ristretti,come fece Einstein con la relatività .Quindi,per il momento,bisogna accontentarsi di quello che gli scienziati sanno senza pretendere l'impossibile!

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 07 Aprile 2023, 11:35:38 AMDa quel che mi pare di capire, l'informazione della temperatura, segnata e "comunicata" dal processo fisico che accade nel termometro, è informazione solo se una mente (umana) la osserva e la capisce; non è un'informazione in sé, ma lo diventa solo quanto viene rilevata da qualcuno che ha i concetti di temperatura, reazione fisica del mercurio (o altro), etc. Quindi mi pare sia una informazione che è pur sempre semantica, in quanto relativa all'attività mentale di un essere umano ("destinatario") che ha il codice e le cognizioni per comprendere la comunicazione ("messaggio") del termometro ("emittente"). Il tutto, se consideriamo i referenti fisici di tale semantica, è di fatto "solo" un meccanicismo di azione/reazione, causa/effetto, soggetto/oggetto, etc.
ho tracciato una distinzione netta fra informazione sintattica e infomazione semantica , di per sè l'informazione sintattica non significa niente oltre allo stesso dato nudo e crudo, ad es. il contenuto di calore nell universo nei primi istanti dopo il big bang. L'informazione semantica possiede un significato legato al contesto. tornando al contenuto dell informazione biologica non ci si può aspettare di realizzare la vita limitandosi a prendere un mucchio di proteine e gettarlo in un contenitore. Anche in presenza delle necessarie materie prime, una cellula non può svolgere nessuna attività utile se non dispone di un software . Questo normalemente è fornito dal Dna. Scrivo con un portatile della b-max comprato su amazon , una cinesata,  tuttavia funziona perchè la CPU gli da le istruzioni su cosa fare, naturalmente anche la CPU è hardware , ma quello che conta è l'informazione codificata sulle superfici della CPU affinchè vengano trascritte dalla macchina . La vita non è molto diversa , anche il Dna , come la Cpu è sempre hardware ma ancora una volta l'essenziale non è il materiale di cui è fatto bensì il messaggio scritto sulle sue coppie di basi . Quando questo messaggio viene collocato nel giusto  ambiente molecolare , ovvero , nel corretto contensto semantico, allora , come ben sappiamo si realizza la vita. La vita dunque è una felice combinazione di hardware e software . Più che complessità in sè, la vita è complessità informata, o istruita.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

In effetti anche la chimica ha i suoi meccanismi comunicativi senza i quali la materia non si sarebbe "evoluta": gli spike con cui gli atomi legano a sé altri atomi, con una precisione e selettività non eludibile, realizzando un mondo naturale apparentemente continuo, che già sotto la crosta atomica, negli orbitali elettronici, è inesorabilmente quantizzato ed è da lì che nascerà la fisica quantistica dei salti e del discreto. Ma pure nel territorio peculiare della chimica, la canonica tabella di Mendeleev, il confine discreto tra ogni elemento è ben tracciato e documentato, e trova riscontro infalsificato nella vita reale laddove la natura impone le sue leggi chimiche.

Discreto, che pure nel macromondo della vita si afferma ineludibile, come ben esemplificato dall'episodio biblico delle due madri e dell'infante conteso, col sagace gioco giuridico tra continuo e discreto, da parte del giudice Salomone, con la vittoria finale del discreto che, a differenza del continuo, non è sezionabile.

Ogni vivente è incarnazione della physis del discreto, con una abissale soluzione di continuità tra individuo e individuo, la cui negazione, nell'empietà statistica, è secondo logica naturale inaccettabile. Né oltrepassabile con un pan-naturalismo o panteismo che cancella metafisicamente, ma non realmente, il confine, invalicabile senza uccidere la vita.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Alberto Knox il 07 Aprile 2023, 23:55:06 PMho tracciato una distinzione netta fra informazione sintattica e infomazione semantica , di per sè l'informazione sintattica non significa niente oltre allo stesso dato nudo e crudo, ad es. il contenuto di calore nell universo nei primi istanti dopo il big bang. L'informazione semantica possiede un significato legato al contesto. tornando al contenuto dell informazione biologica non ci si può aspettare di realizzare la vita limitandosi a prendere un mucchio di proteine e gettarlo in un contenitore.
Probabilmente c'è qualcosa che non colgo nella distinzione che proponi fra sintassi e semantica, anche perché solitamente sintassi (syn-taxis) rimanda alla pluralità di elementi (syn, «con») del contesto nella loro interazione (taxis, «ordine»), mentre semantica può essere intesa anche, ma non solo, come riferita al singolo elemento (il gettare proteine a caso non funziona se tali proteine non sono "disposte" nella giusta "sin-tassi").
Al di là delle indagini etimologiche, direi che la differenza fra informazione sintattica e semantica (per come le intendi) mi sembra solo una questione di interpretazione e contestualizzazione: il contenuto di calore dell'universo, proprio come un gene, considerati isolatamente, «non significano niente oltre allo stesso dato nudo e crudo», ma se invece li contestualizziamo in un processo assieme ad altri elementi, ecco che (anche) da quel calore nasce il cosmo (e non mi pare poco), proprio come da quel gene nasce una caratteristica di un essere vivente. In entrambi i casi il risultato non deriva esclusivamente dalle singole informazioni, ovviamente, ma dalla loro interazione con il rispettivo contesto propizio e non casuale.

P.s.
Il software non è altro che una determinata "modifica" dell'hardware, ossia una condizione in cui l'hardware contiene alcuni dati, in un certo ordine, e non altri; la stessa CPU può calcolare perché è nella condizione di essere alimentata (e anche qui mi sembra tutto piuttosto meccanicistico: corrente, circuiti, etc.); non vorrei tuttavia che questa metafora deviasse troppo il discorso.

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2023, 09:09:50 AM
Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2023, 09:09:50 AMOgni vivente è incarnazione della physis del discreto, con una abissale soluzione di continuità tra individuo e individuo, la cui negazione, nell'empietà statistica, è secondo logica naturale inaccettabile. Né oltrepassabile con un pan-naturalismo o panteismo che cancella metafisicamente, ma non realmente, il confine, invalicabile senza uccidere la vita.
bhè ci pensi già tu a tracciare i confini come abbiamo visto "no a qualsiasi costruzione ideologica che non sia essenzialmente atea" "no al feticismo $cientifico" (bhè io non sono feticista quindi approvo) "no ad ogni forma di metafisica" "no alla religione"  e tanto altro etutto questo impostato come binari quasi legislativi, i trasgressori saranno puniti con snobbamento a oltranza.
Prima di tutto non sei tu che ci devi dire come dover interpretare i dati scientifici e di come dobbiamo avere un idea filosofica del tutto , i dati che la ricerca scientifica consegna all elaborazione concettuale non possono essere sintetizzati in un sistema di comprensione unico e unilaterale , non ci sarebbe alcun progresso nell indaginen concettuale, razionale , filosofica nela visione del mondo. Ho già fatto alcuni esempi per i premi nobel ora passiamo alla genetica ; 2001 casa bianca, Bill Clinton in mezzo , ai lati Craig Venter e Fransis Collins entrambi premiati col nobel per il sequenziamento del genoma umano , il primo un ateo convinto il secondo un credente . L'assunto per cui il vero scienziato è essenzialmente ateo non è dimostrato dai fatti. Scoperta della struttura del Dna e il suo meccanismo di replicazione , premio nobel del 1953 a James Watson e Francis Crick il primo è ateo il secondo è agnostico. Vedete che i dati erano quelli per entrambi? ma quando poi si tratta di pensare a quei dati, e di dare un significato complessivo a loro , ecco che la ragione interpreta quei dati in maniera differente da scienziato a scienziato. 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 08 Aprile 2023, 10:45:19 AMAl di là delle indagini etimologiche, direi che la differenza fra informazione sintattica e semantica (per come le intendi) mi sembra solo una questione di interpretazione e contestualizzazione: il contenuto di calore dell'universo, proprio come un gene, considerati isolatamente, «non significano niente oltre allo stesso dato nudo e crudo», ma se invece li contestualizziamo in un processo assieme ad altri elementi, ecco che (anche) da quel calore nasce il cosmo (e non mi pare poco), proprio come da quel gene nasce una caratteristica di un essere vivente. In entrambi i casi il risultato non deriva esclusivamente dalle singole informazioni, ovviamente, ma dalla loro interazione con il rispettivo contesto propizio e non casuale.
ho evidenziato in neretto ciò che potrebbe sembrare un obbiezione al mio intervento ma di cui , invece, sono perfettamente d'accordo!. Semantica, contesto, messaggio ,informazione , software.. tutte cose tratte dalle vicende umane , in particolare dalla teorie delle comunicazioni. Eppure la maggior parte degli scienziati riconosce come legittima l'applicazione dei concetti di informazione ai sistemi biologici , e tratta l'informazione semantica alla stregua di una quantità naturale quale l'energia. Purtroppo però il concetto di informazione semantica appare pericolasamente vicino a "senso" il quale stesso appare pericolosamente vicino a "scopo" , tema assolutamente tabù in biologia.
Restiamo con una contraddizione : abbiamo bisogno di applicare i concetti derivati dalle attività umane come se fossero pertinenti alla natura stessa (comunicazione, senso, contesto, semantica) dotate di uno scopo , ai processi biologici, che si presentano senza dubbio come se ne avessero uno (il dna contiene la ricetta completa per fabricare un organismo funzionante e specifico) ma di fatto non lo hanno ( o almeno così si ritiene) .
Per concludere l'esercizio di proiettare sulla natura categorie e concetti tratti dalle vicende umane , come se fossero pertinenti alla natura stessa , è indubbiamente pericoloso .
Eppure in fin dei conti gli esseri umani sono anch'essi prodotti della natura , e se gli umani hanno degli scopi vuol dire che, a qualche livello , la tendenza ad un fine deve nascere dalla natura, e quindi deve essere insita in essa.
è possibile che la finalità sia una propietà intrinseca della natura, fino a livello cellulare o addirittura subcellulare? Non c'è accordo sulle risposte a simili domande , ma una spiegazione dell origine della vita non sarà mai completa se non affronta questi interrogativi.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 08 Aprile 2023, 10:45:19 AMIn entrambi i casi il risultato non deriva esclusivamente dalle singole informazioni, ovviamente, ma dalla loro interazione con il rispettivo contesto propizio e non casuale.
Un genoma funzionale è una concatenazione casuale di basi , ma non è una concatenazione casuale qualsiasi. Appartiene a quel sottogruppo di quelle sequenze fortuite che codificano un informazione biologicamente rilevante. La conclusione è che un genoma funzionale è sia casuale sia specifico , per quanto le due propietà sembrino contradditorie. Deve essere casuale per contenere quantità rilevanti di informazione , e deve essere specifico perchè l informazione sia rilevante sul piano biologico. L'enigma che ci troviamo di fronte è come sia potuta nascere una struttura simile. Sappiamo che il caso può produrre casualità, e sappiamo che le leggi possono portare a un risultato specifico e prevedibile . Ma come si possono combinare entrambe le propietà in un unico processo? come può un misto di leggi e di caso cooperare per produrre una struttura casuale specifica? Per semplificare il dilemma con un immagine è come rovesciare i chicchi dal barattolo del caffè in modo da ottenere un particolare disegno casuale . Ma non semplicemente un disegno casuale qualsiasi , ma uno schema preciso , strettamente specifico e predeterminato . è possibile che una legge, da sola , senza un enorme componente di fortuna (vale a dire del caso) faccia una cosa del genere? la casualità specifica può essere il prodotto certo diun processo meccanico , deterministico, basato sulle leggi, qual'è un brodo primordiale lasciato in balia delle comuni leggi chimiche e fisiche? No. Nessuna legge naturale nota sarebbe in grado di giungere a un risultato simile. I problemi qui esposti fan leva con la medesima forza con l'evoluzione del genoma nel tempo . In questo caso però abbiamo una soluzione pronta ; il darwinismo. Le mutazioni casuali unite alla selezione naturale sono un meccanismo a colpo sicuro per generare informazione biologica , e trasformare nel corso del tempo un breve genoma casuale in un genoma casuale più lungo . Il caso, sottoforma di mutazione , e la legge, nelle vesti della selezione naturale , formano la giusta combinazione di ordine e casualità necessaria a creare "l oggetto impossibile" L'informazione necessaria , come abbiamo visto, proviene dall ambiente. Si potrebbe pensare che siamo quindi giunti ad una soluzione soddisfacente, non è così....
Nella fase precedente all entrata in gioco dell evoluzione darwiniana , come ha potuto un particolarissimo tipo di informazione essere selezionato dall ambiente non vivente e collocato in qualcosa di simile ad un genoma? per rispondere a questa domanda entra in gioco la tesi che ho enuciato precedentemente ; Informazione e evoluzione nel tempo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2023, 09:09:50 AMDiscreto, che pure nel macromondo della vita si afferma ineludibile, come ben esemplificato dall'episodio biblico delle due madri e dell'infante conteso, col sagace gioco giuridico tra continuo e discreto, da parte del giudice Salomone, con la vittoria finale del discreto che, a differenza del continuo, non è sezionabile.


Rileggendoti forse ti apparirà chiaro l'errore concettuale, che io voglio sottolineare non in quanto tale, ma per la sua significatività.
Si tratta di contrari, la natura di ognuno dei quali può comprendersi solo spiegandola grazie al suo opposto, così posso dire che continuo è ciò che non è separato in parti, ma non ciò che non è separabile.
Il continuo non separabile è in effetti la chimera di cui andiamo in cerca, ma nella misura in cui la natura ''è un libro scritto in caratteri geometrici'' non vi è nessun continuo non disgiungibile in parti in un processo senza fine.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#104
Citazione di: Alberto Knox il 08 Aprile 2023, 13:06:23 PMUn genoma funzionale è una concatenazione casuale di basi , ma non è una concatenazione casuale qualsiasi. Appartiene a quel sottogruppo di quelle sequenze fortuite che codificano un informazione biologicamente rilevante. La conclusione è che un genoma funzionale è sia casuale sia specifico , per quanto le due propietà sembrino contradditorie. Deve essere casuale per contenere quantità rilevanti di informazione , e deve essere specifico perchè l informazione sia rilevante sul piano biologico. L'enigma che ci troviamo di fronte è come sia potuta nascere una struttura simile. Sappiamo che il caso può produrre casualità, e sappiamo che le leggi possono portare a un risultato specifico e prevedibile . Ma come si possono combinare entrambe le propietà in un unico processo? come può un misto di leggi e di caso cooperare per produrre una struttura casuale specifica? Per semplificare il dilemma con un immagine è come rovesciare i chicchi dal barattolo del caffè in modo da ottenere un particolare disegno casuale . Ma non semplicemente un disegno casuale qualsiasi , ma uno schema preciso , strettamente specifico e predeterminato . è possibile che una legge, da sola , senza un enorme componente di fortuna (vale a dire del caso) faccia una cosa del genere? la casualità specifica può essere il prodotto certo diun processo meccanico , deterministico, basato sulle leggi, qual'è un brodo primordiale lasciato in balia delle comuni leggi chimiche e fisiche? No. Nessuna legge naturale nota sarebbe in grado di giungere a un risultato simile. I problemi qui esposti fan leva con la medesima forza con l'evoluzione del genoma nel tempo . In questo caso però abbiamo una soluzione pronta ; il darwinismo. Le mutazioni casuali unite alla selezione naturale sono un meccanismo a colpo sicuro per generare informazione biologica , e trasformare nel corso del tempo un breve genoma casuale in un genoma casuale più lungo . Il caso, sottoforma di mutazione , e la legge, nelle vesti della selezione naturale , formano la giusta combinazione di ordine e casualità necessaria a creare "l oggetto impossibile" L'informazione necessaria , come abbiamo visto, proviene dall ambiente. Si potrebbe pensare che siamo quindi giunti ad una soluzione soddisfacente, non è così....
Nella fase precedente all entrata in gioco dell evoluzione darwiniana , come ha potuto un particolarissimo tipo di informazione essere selezionato dall ambiente non vivente e collocato in qualcosa di simile ad un genoma? per rispondere a questa domanda entra in gioco la tesi che ho enuciato precedentemente ; Informazione e evoluzione nel tempo.
Quello che scrivi secondo me è significativo del loop logico in cui inevitabilmente si entra quando, quelli che a me sembrano strumenti concettuali attraverso i quali interagiamo con la realtà, li facciamo diventare attributi della realtà.
Perchè finché ci accontentiamo che funzionino in quanto strumenti, come sembra essere ormai d'uso fare fra gli scienziati, non sorge alcun problema.
Ma, anche adottando questo atteggiamento apparentemente e pragmaticamente arrendevole, non bisogna mai perdere di vista le semplificazioni fatte, senza le quali il determinismo diventa potenzialmente strumento inefficace.
Quando andiamo a supporre che la soluzione all'enigma della vita possa stare nella complessità, è evidente che stiamo uscendo fuori da ogni semplificazione, rendendo potenzialmente inefficace ogni usuale pratica deterministica.
Ma siccome quello della semplificazione è un concetto relativo, si tratta, volendo percorrere questa strada della complessità, concetto parimenti relativo, di ''ricondurre la complessità a semplicità''.
Si tratta cioè di riconsiderare il modo in cui andare a selezionare le cause di interesse fra le infinite considerabili.
Finora si è considerata causa un insieme di cose  presenti in loco, sulla scena dell'evento. Se vogliamo introdurre come nuova causa l'informazione dovremo considerare, appunto come causa ulteriore, la disposizione spaziale delle cose nell'insieme, considerata non più come casuale, ma causale.
Si tratta cioè di costruire una nuova causa a partire da cause preesistenti, dove la nuova causa è caratterizzata da questa costruzione, che assurge quindi a specifica a partire dalla sua potenziale casualità, da dove si evince che casuale per noi è non solo ciò che non possiamo prevedere, ma anche ciò che decidiamo specificamente di ignorare.
E' una via praticabile, perchè non si esce così dal meccanicismo materialistico usuale, di cui abbiamo quindi lunga pratica. Si tratta solo di allargare questa pratica, e non è la prima volta che ciò avviene, anche se finora per questa via più che trovare risposte alle nostre domande, ci siamo ritrovati con più domande di prima. il che non è necessariamente un male, perchè anche se non riusciamo dare una risposta all'enigma della vita, sappiamo già da un pezzo invece che, finché ci sono domande cui dare risposta val la pena di vivere. :))
O almeno in una delle tante possibili prospettive umane.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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