Effetti avversi della Filosofia?

Aperto da Claudia K, 28 Marzo 2023, 13:51:59 PM

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anthonyi

Citazione di: Socrate78 il 28 Marzo 2023, 19:48:12 PMIn realtà gli psicologi e tutti gli psichiatri sono i peggiori manipolatori, io li odio ed avverso tutti, a cominciare dal suo capostipite di nome Sigmund Freud: ritengo che siano ciarlatani, venditori di fumo e di fuffa, che vogliono fare in modo che la gente sia dipendente emotivamente da loro in modo da poter instillare le loro idee di giusto e di sbagliato, la loro ricetta per vivere bene: è per questo che proibiscono la filosofia, perché non vogliono che le persone sviluppino un senso critico e riescono autonomamente a trovare la strada per uscire dai loro problemi senza di loro, non vogliono che esse sviluppino una propria idea di ciò che è giusto e sbagliato, non devono farsi domande perché tutte le risposte devono essere date dal terapeuta-santone.
Attento socrate, c'é qualcuno che dice che quelli che non possono vedere gli strizza cervelli sono proprio quelli che ne hanno più bisogno.
Comunque io ho esperienza di sofferenza mentale, anche perché mi porto dietro qualche problemino personale, e posso dirti che l'obiettivo degli psicologi é l'esatto contrario di quello che dici, essi vogliono che il paziente sviluppi una sua idea sul suo problema, e questo sviluppo non può che venire dal di dentro del paziente. 

Ipazia

Laddove non arriva la scienza della psiche, arriva la chimica della psiche: farmaco dipendenza.  E chiamano la catalessi, guarigione.

Ormai anche la psicologia è diventata un mezzo per omologare le anime al modello valoriale dominante, la merce, col valore aggiunto della persuasione, più o meno occulta.

Più difficile ottenere lo stesso risultato con la filosofia, che insegna a cogliere le molteplici prospettive della condizione umana, permettendo a ciascuno di seguire la via che sente più congegnale per sé, al di là di ogni schema dogmaticamente prestabilito dal modello umano che chi detiene il potere vuole imporre.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#17
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2023, 20:26:37 PMLaddove non arriva la scienza della psiche, arriva la chimica della psiche: farmaco dipendenza.  E chiamano la catalessi, guarigione.

Ormai anche la psicologia è diventata un mezzo per omologare le anime al modello valoriale dominante, la merce, col valore aggiunto della persuasione, più o meno occulta.

Più difficile ottenere lo stesso risultato con la filosofia, che insegna a cogliere le molteplici prospettive della condizione umana, permettendo a ciascuno di seguire la via che sente più congegnale per sé, al di là di ogni schema dogmaticamente prestabilito dal modello umano che chi detiene il potere vuole imporre.
Far entrare gli psicologi nelle aziende credo sia stato un tragico errore, perchè di fatto gli si è dato il potere.
E' stata mia natura entrare in conflitto con le gerarchie superiori in generale, ma lo sguardo che mi ha lanciato la psicologa aziendale in risposta al mio gesto di sfida mi è rimasto impresso in modo particolare, lo sguardo di una pazza.
La cosa è frustrante perchè quello non è uno psicologo a cui tu hai deciso di affidarti, e se manca il rapporto fiduciario fra paziente e dottore, manca tutto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Socrate78

Tutte le teorie degli psicologi sono indimostrate e assurde dal punto di vista razionale, non ce n'è nessuna che regge. Il complesso di Edipo e di castrazione non è dimostrato, quello di Elettra nemmeno, come non è dimostrato l'idea che i sogni siano espressione di pulsioni inconsce, tutto è si basa su supposizioni che non reggono a nessuna prova di scientificità seria. Nessuno psicologo e psicoterapeuta, ma proprio nessuno, è riuscito a dare una spiegazione convincente e sensata del perché si originano ad esempio le deviazioni sessuali come l'esibizionismo, la pedofilia e il sadomasochismo (per citarne qualcuna), nessuno ha mai dato la spiegazione certa e scientifica della causa dello schizofrenia, tanto che per moltissimo tempo quando gli psichiatri non sapevano quale malattia avevano di fronte dicevano che era schizofrenia. Gli antipsicotici servono infatti solo per sedare il cervello e metterlo in una condizione di semi-sopore, ma non curano perché nessuno ha mai individuato la causa della presunta malattia.  Yung diceva invece che esiste un inconscio collettivo e anche questo è indimostrato. Del resto, se l'inconscio è appunto INCONSAPEVOLE, come si può pretendere di dire che cosa si trova in esso? Non sarebbe più inconscio, ma diventerebbe conscio! La psicologia stessa, introducendo l'idea che si possa far breccia nell'inconscio, va contro il principio logico di non contraddizione. Si dovrebbe avere invece dire con Wittgenstein che su ciò che per definizione non si può sapere occorre tacere e l'inconscio è proprio una realtà simile.

Ipazia

Citazione di: iano il 28 Marzo 2023, 20:33:51 PMFar entrare gli psicologi nelle aziende credo sia stato un tragico errore, perchè di fatto gli si è dato il potere.
E' stata mia natura entrare in conflitto con le gerarchie superiori in generale, ma lo sguardo che mi ha lanciato la psicologa aziendale in risposta al mio gesto di sfida mi è rimasto impresso in modo particolare, lo sguardo di una pazza.
La cosa è frustrante perchè quello non è uno psicologo a cui tu hai deciso di affidarti, e se manca il rapporto fiduciario fra paziente e dottore, manca tutto.

Chi li ha fatti entrare nelle aziende non ha commesso alcun errore: si è dotato di un ulteriore, scientifico, strumento di dominio sui sottoposti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: anthonyi il 28 Marzo 2023, 20:02:22 PMEvitare che lo psicologo possa condizionare concettualmente il paziente non vuol dire negare una relazione empatica che comunque sussiste ma agisce sui meccanismi psichici profondi. Psicologi e psichiatri, almeno quelli bravi, hanno una profonda titubanza anche a rivelare al paziente la loro diagnosi sul paziente stesso, poi però possono parlare di tutto, e in questo l'interazione empatica é importante soprattutto quando riesce a produrre una sorta di effetto specchio, lo psicologo deve guidare il paziente a tirar fuori quello che ha dentro, a riflettere su questo qualcosa, e quindi a vedere se stesso in maniera più oggettiva, cioè non narcisistica, il piu possibile vicino a come lo vedono gli altri dal di fuori.
Forse sarà capitato anche a te di conoscere persone che  appaiono a te come un libro aperto quanto chiuso a loro stessi, e ti viene da pensare che potresti essere loro di aiuto, con tutte le precauzioni del caso, conducendole per gradi, senza mai forzare, come fossero loro a scoprirsi con sorpresa per quel che sono.
Ciò perchè i simili si riconoscono nel loro percorso comune ma solo temporalmente sfalsato.
A partire da qui immagino si possano costruire metodologie generali, ma il punto di partenza rimane quello, e chi si propone di aiutare, se nell'intento riesce, non riceve meno di quello che dà.
Ma lo psicologo ufficiale in cambio riceve da campare, e il suo dover campare viene prima di te.
Penso che se mi affidasi a uno psicologo non riuscirei ad evitare di psicanalizzarlo, e se non mi fosse possibile, se non fosse un rapporto alla pari, non vedo dove possa portare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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Pio

Il problema è proprio quello di non essere in rapporto alla pari. È questo perché lo devi pagare (dai 50 ai 100). Alcuni dicono che il fatto di pagare ha un effetto terapeutico. Se non lo dovessi pagare forse prenderesti le sedute in modo meno serio. È un'opinione espressa da psicologi però...C'è poi anche il problema che, per quanto lo psicologo cerchi di metterti a tuo agio, esercita un'autorità sul paziente. Lui è seduto e tu stai sdraiato. Dicono che così ti rilassi, ma però lo devi guardare dal basso in alto e questo fa effetto sull'animo della persona. Anche se non vuoi, pensi di essere malato, mentre lui  NON LO È. Un tempo si andava dal prete. Pro:non costava nulla. Contro: la cura che ti consigliava era sempre la stessa, cioè "prega fratello, che Dio ti aiuta. Che poi l'effetto placebo , se doveva funzionare, era lo stesso.  :D
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Jacopus

Rispondo alla prima domanda di Claudia K. Uno psicoterapeuta che vieta ad un paziente di leggere testi filosofici mi sembra surreale. Non escludo che possa capitare, visto che molti psicologi non sono sufficientemente preparati. In ogni caso si tratterebbe più di un santone autoritario che di uno psicologo. Per capire sinteticamente cosa fa uno psicologo, leggere gli interventi di Anthonyi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 28 Marzo 2023, 19:48:12 PMIn realtà gli psicologi e tutti gli psichiatri sono i peggiori manipolatori, io li odio ed avverso tutti, a cominciare dal suo capostipite di nome Sigmund Freud: ritengo che siano ciarlatani, venditori di fumo e di fuffa, che vogliono fare in modo che la gente sia dipendente emotivamente da loro in modo da poter instillare le loro idee di giusto e di sbagliato, la loro ricetta per vivere bene: è per questo che proibiscono la filosofia, perché non vogliono che le persone sviluppino un senso critico e riescono autonomamente a trovare la strada per uscire dai loro problemi senza di loro, non vogliono che esse sviluppino una propria idea di ciò che è giusto e sbagliato, non devono farsi domande perché tutte le risposte devono essere date dal terapeuta-santone.
Pur condividendo una profonda avversione per Freud (e una non spiccatissima simpatia per la psicologia con velleità "terapeutiche"), anche su questo aspetto non riesco a generalizzare. 
Che ci piaccia o meno...le patologie mentali esistono (anche molto pesanti e invalidanti) , e - lasciando da parte le melanconìe salottiere - a darne la misura è molto spesso la pericolosità/distruttività  che il sofferente scatena contro se stesso e/o contro il prossimo. 
Il tutto mentre le Neuroscienze, ogni giorno, erodono territorio alla Psicologia (non certo alla Psichiatrìa e Neurologia, chesono specilità Mediche) nell'inquadrare nessi specifici tra gravi patologie e degenerazioni o deficit bio-chimico-fisici del nostro corpo (= organismo nella sua interezza). Da cui i farmaci (e non solo psicofarmaci) che sopperendo in qualche misura a quei deficit organici...in altrettanta misura vi portano sollievo, senza "chiacchiere e distintivi". 
E se riescono, come ogni giorno riescono, a far tornare a godere della propria vita chi non riusciva a trovare alcuno stimolo per alzarsi dal letto all'infuori di quello di gettarsi dal quinto piano...probabilmente il loro corposo senso ce l'hanno, senza che nessuno si arroghi il diritto di imporre una propria visione della vita all'altro. Anzi, per quel che mi consta, il primo impegno di qualunque Psichiatra serio è proprio quello di riconciliare il paziente con la propria vita vera (magari con l'input a migliorarla per quanto concretamente migliorabile e valorizzarla in quanto ha di valorizzabile secondo il metro del paziente), e per nulla affatto quello di catechizzarlo alla propria (del Medico)  "visione della vita".  

Ora, tornando al punto: la Filosofia insegna a pensare, e porsi domande, e cercare risposte. 
Detta così sembra la cura per tutti i mali. (Anche a me)
Poi però è anche verissimo che quando una mente è già confusa e dà risposte patologiche anche ai "problemi" più elementari che la vita le pone...molto probabilmente hanno stra-ragione quanti hanno osservato che...in effetti...su una base già confusionata... potrebbe essere solo dannoso il tornado di ulteriori eccitazioni confusionanti e più o meno suggestive. 
Senza contare che, come diceva Baylham, esistono visioni della vita anche contemporanee e fascinosissime, ma che, se non le affronti da "centrato",  diventano istigazioni al suicidio (Emil Cioran, per dirne uno) 




Claudia K

#24
Citazione di: Jacopus il 28 Marzo 2023, 21:33:20 PMUno psicoterapeuta che vieta ad un paziente di leggere testi filosofici mi sembra surreale. Non escludo che possa capitare, visto che molti psicologi non sono sufficientemente preparati.
Il caso da cui ho preso spunto è di qualche anno fa, era postato su un Forum, e francamente non so neanche se il suo terapeuta fosse uno Psicologo o uno Psichiatra (che per me fa sempre e comunque una differenza abissale a tutto favore dello Psichiatra).
Ricordo piuttosto  vagamente che si trattava di una giovane adulta (prossima ai 40) che aveva iniziato mille percorsi formativi abbandonandoli tutti e che cercava la propria "vocazione" tra i settori più disparati e distanti, per tradurla anche in attività remunerativa; e che si diceva tampinata dalla famiglia che l'avrebbe voluta in azienda (cosa che naturalmente non era gradita a lei) ma che comunque la sosteneva agiatamente in questa "ricerca" del non si sa cosa.
Lei non riferì che lo studio della filosofia le fosse stato <vietato>, ma soltanto che le fosse stato sconsigliato. Non ricordo neanche se avesse fatto medie superiori che le avessero dato almeno una infarinatura, o se mancasse anche quello.

Tutto per dire : magari le è stato sconsigliato solo perchè era già abilissima nel confusionarsi da sola e ci mancava solo un pass per incrementare le tangenti in surplus. Questo proprio non lo so.

Ma gli interventi (qui) che propendono per una prudenziale sconsigliabilità, più li rifletto e più mi persuadono.

Ipazia

Il principale effetto avverso della filosofia è che insegna a pensare, confrontandosi con le molteplici prospettive partorite dalla mente umana fin da quando ha inscritto nel logos il suo pensiero.

Questa molteplicità di ispirazioni non è compatibile con l'uomo ad una dimensione, trafilato lungo la filiera del ciclo: nasci-produci-consuma-crepa. Ovvero della visione del mondo imposta dal pensiero unico dominante.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#26
La filosofia può creare confusione a chiunque in dipendenza dalle aspettative che ha, quindi se vedessi qualcuno in quel relativo stato confusionale gli direi che sta cercando la cosa sbagliata, e che in generale non vi è nulla di particolare da cercare, ma tante cose da trovare lasciandosene sorprendere.
Anche qui nel forum quando capisco che qualcuno vi entra con precise aspettative storco il naso.
Se mi dicessero di prendere Platone al posto del prozac, per mio carattere non prenderei né l'uno né l'altro, scegliendo un autore a caso, immedesimandomi per un pò con esso, se ci riesco, e quando ci riesco non chiedo altro, che di spaziare nella mente altrui nella quale la mia si riflette, viaggiando anche nel tempo se è il caso, o meglio annullandolo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 28 Marzo 2023, 21:33:20 PMRispondo alla prima domanda di Claudia K. Uno psicoterapeuta che vieta ad un paziente di leggere testi filosofici mi sembra surreale. Non escludo che possa capitare, visto che molti psicologi non sono sufficientemente preparati. In ogni caso si tratterebbe più di un santone autoritario che di uno psicologo. Per capire sinteticamente cosa fa uno psicologo, leggere gli interventi di Anthonyi.
Ti ringrazio della notazione, peró non capisco come possa essere coerente con quanto dici. 
Se una persona ha problemi con il suo pensiero, qualcosa che genera pensiero come la filosofia può interferire in un itinerario di cura di quel pensiero. E come la persona malata di cuore che si mette a fare esercizio fisico, che normalmente fa bene alla salute ma nel suo caso comporta il rischio di un infarto. 

Ipazia

Se mi dicessero di prendere un sonnifero per l'insonnia, con tutto il rispetto, sceglierei Platone.

In una fase della mia vita in cui stentavo ad addormentarmi, le oltre mille pagine di Fratelli d'Italia di Arbasino mi hanno garantito almeno 300 veloci induzioni al sonno, fino alla guarigione completa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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Claudia K

Citazione di: anthonyi il 29 Marzo 2023, 00:15:48 AMSe una persona ha problemi con il suo pensiero, qualcosa che genera pensiero come la filosofia può interferire in un itinerario di cura di quel pensiero.
E non solo: visioni di particolare vis suggestiva (tanto se potenzialmente deprimenti quanto se potenzialmente euforizzanti) rischiano di essere recepite senza l'ausilio di quella centratura e logica che ne consentono una visione (anche critica) d'insieme, col risultato di selezionare dall'oggetto di studio solo i frammenti che risuonano complanari al sentire non centrato e così traducendosi  in rafforzativi "autorevoli" di uno squilibrio che in realtà è dello "studioso" e non necessariamente della teoria a cui egli  si applica.
E di questo iter ho prova provata per infelicissima esperienza a me abbastanza prossima : lo strano caso di persona (uomo, in questo caso) che da ragazzo brillante e prestante più della media...forse chissà...aveva solo paura della vita adulta. Studi classici e nessun problema di rendimento neanche all'Uni in facoltà umanistica. Al primo impatto con il post laurea preferisce affrontare l'immenso impegno di dichiararsi "diverso" (non in accezione sessuale) piuttosto che affrontare le usuali ambasce di chiunque desideri conseguire la propria autonomia. La famiglia può permetterselo e porta pazienza, cercando di non forzarlo in alcun modo e di cercare di capirlo, mantenendolo. Lui si tuffa in letture e studi di filosofia e letteratura sempre di molto spessore (sia classici che d'avanguardia). Questo dura ANNI, tanti anni. Ragionare OGGI con quest'uomo è...del tutto inutile, sia per lui che per l'interlocutore. Perchè il suo studio "matto e disperatissimo", CVD, ha comportato soltanto un'accurata sua selezione ed assolutizzazione dei soli  FRAMMENTI di altrui visione autorevolissima che gli risultavano assonanti alla propria visione malata e che gli suonavano legittimanti di questa. E ormai è graniticizzata una trincea, composta di frammenti di visioni tutte e solo funzionali alla legittimazione o finanche nobilitazione del suo bug di partenza, ormai ipertrofico e assolutizzante; frammenti  da lui ammontichiati nel muretto a secco che crede trincea e che lo separa dalla vita.

E qui mi balza all'occhio un altro limite e pericolo dello studio solitario della Filosofia in mancanza di centratura.
Detto facile : nessun Filosofo che studi potrà venirti a dire che non stai capendo niente o che stai stuprando il suo pensiero in mente tua.
Laddove l'interazione con lo Psichiatra consente di quei tranquilli e salvifici "hai istituito il nesso tra A e B. E che c'entra A con B? ti rendi conto che non c'è nesso? se non lo vedi...vediamolo insieme"

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