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Agnus Dei

Aperto da doxa, 19 Marzo 2023, 17:47:39 PM

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doxa


Francisco de Zurbaràn, Agnello di Dio, 1635 – 1640, olio su tela, Museo del Prado, Madrid.

Sfondo nero e una tavola grigia,  sulla quale è posato un agnello di razza merinos con le zampe legate in una postura sacrificale. L'animale sembra rassegnato al suo ferale destino.

Al luminoso vello si oppone lo sfondo tenebroso. È il modo in cui l'artista spagnolo ha raffigurato il "peccato" a cui si oppone la vera luce, quella che dà vita. Gesù/Dio è infatti Colui che toglie il peccato del mondo.

Dell'Agnus Dei,  diffuso soggetto devozionale nel '600,  il pittore  Zurbaràn  dipinse alcune versioni, per esempio l'agnello con l'aureola sul capo, simbolo di beatitudine.


Francisco de Zurbaràn, Agnus Dei, 1635-1640, Museum Of Art, san Diego (Stato della California, U.S.A.)

Il  mansueto agnello con le zampe legate ha l'aureola sul capo come segno di divinità: è l'Agnus Dei, che obbedì al volere del Padre per la salvezza dell'umanità dal peccato.

Vi faccio leggere quanto scrisse  il giornalista e saggista Goffredo Fofi in un articolo sul quotidiano "Avvenire"  del 14 aprile 2017  titolato "Il monito dell'Agnus Dei di Francisco de Zurbaran". Condivido l'opinione di Fofi.

"Farò la figura dell'ingenuo, ma della bellissima festa della Pasqua c'è una cosa che mi ha sempre disturbato: il massacro degli agnelli e dei capretti, a migliaia, forse addirittura a milioni, che accompagna il pranzo domenicale, la festa della Resurrezione. 

Il sacrificio di Gesù mi è chiaro, e mi è abbastanza chiara la simbologia che lo accompagna nei riti della tradizione cristiana, ma non riesco ad accettare che ne debba conseguire la sofferenza e la morte dei animali che sono le più innocenti, probabilmente, tra le creature viventi. 

Agnelli e capretti sono i piccoli di due specie vegetariane (come vegetariano è l'asino che porta Gesù a Gerusalemme) ma che, proprio per questo, per la loro mitezza e scarsa aggressività da cui consegue la loro difficoltà a difendersi, sono da sempre, nell'ordine imperfetto della natura, le più facili prede delle specie carnivore, uomini compresi, ma sono anche, sempre per la loro mitezza, oggetto di singolari attenzioni umane, dei pastori e non solo, proprio perché emblema dell'innocenza. 

Anche i pastori più buoni e più amanti del loro gregge sono abituati a ucciderli e mangiarli o a venderli perché altri li uccidano e li mangino, come accade massicciamente proprio in questi giorni. 

E' la loro innocenza e il loro candore ad aver scelto gli agnelli (e i capretti) come simbolo dell'innocenza di Gesù, perché il suo sacrificio ricorda il loro, e in qualche modo lo rispecchia. 

Una delle pitture più sconvolgenti è per me, dalla prima volta che ne vidi una riproduzione, l'Agnus Dei di Zurbarán, un quadro di piccole dimensioni che mostra un agnello le cui zampe sono legate insieme da una corda, e che attende senza reagire, candido e puro, che arrivi qualcuno a ucciderlo (sono state "incaprettate" legando loro insieme mani e piedi, nell'uso mafioso e nel linguaggio giornalistico che ne è derivato, molte vittime del crimine, in ambiente appunto di tradizione pastorale). 

L'Agnus Dei è Gesù, l'agnello sacrificale. Ma mentre questo dovrebbe allontanarci dal massacro degli agnelli, accade da secoli che per la Pasqua si sia noi a sacrificare gli agnelli, per mangiarceli (e questo accade in molte altre religioni). 

Credevo da piccolo che uccidendo l'agnello si tornasse a uccidere Gesù, e continuo a non capire perché, per evocare quel sacrificio, se ne dovessero compiere tanti e tanti altri, ogni anno, a danno delle più innocenti tra tutte le creature del regno animale, e credevo fosse invece dovere del cristiano proteggere e amare e salvare l'innocente agnello, come un modo per onorare Gesù. 

Gli antropologi e teologi hanno certamente delle risposte, ma ciò nonostante io continuo a sognare che a Pasqua, e sempre, si uccidessero meno innocenti, sia umani che animali, e che anzi non si uccidesse nessuno. Mentre la nostra epoca continua a coniugare, con nuova estrema violenza la barbarie tecnologica (l'atomica) senza affatto rinunciare alle barbarie primordiali".

taurus

Citazione di: doxa il 19 Marzo 2023, 17:47:39 PMl'Agnus Dei, che obbedì al volere del Padre per la salvezza dell'umanità dal peccato.

Lieber Ferund,

perchè ormai siamo abituati a festeggiare "l' agnello pasquale" ?

Chi per PRIMO designo', nel N.T.,  il mansueto agnellino per identificare la passione del Gesu' della storia, colui che diventera' POI elevato a rango divino _ addirittura Consustanziale con il suo divin-Abba' ?

Da qui dobbiamo partire.

E comunque da chi nacque questa brillantissima idea del binomio: agnellino-passione ?

E' quel famoso tardivo autore sia dell' ultimo sacro libro e della terrificante apocalisse _ ovvero quel Giovanni (o chi per esso..).
Figurati che questo autore.. ben diverso dagli 3 sinottici (molto piu' terra-terra) riportava concetti talmente "extra-lunari" - che gli fu attribuito, come Avatar, l' aquila.. il volatile che volava nel cielo blu.. sempre piu' blu!
(da quel primo stravagante capitolo di Ezechiele....)

I posteri inoltre gli affibbiarono l' etichetta di autore "spirituale".
Per le sue astruse storielle fu considerato cosi' "marziano" tanto da Non essere annoverato come "veritiero ma soprattutto ritenuto come il piu' ANTI-storico... eccc..eccc....

Infatti nel suo famoso Prologo compare il messia-divinizzato dal Tarso COME:
- l' agnello dell' Abba' che toglie (assume) il peccato del mondo.. e che "avrebbe espresso" il Battista
(Gv. 1.29).
Metafora che verra' confermata nella sua Apocalisse (cap.5) _ una RI-elaborazione del gia' terrificante pseudo-Daniele...

Giova ricordare comunque che la figura dell' Umile-Mansueto agnello (esente da difetti !) da scannare a gloria del divin-Abba' era Gia' presente:

- Esodo cap. 12 (per festeggiare la mitica Pasqua _ l' intervento concreto dell' Abba' per il "passaggio" del suo popolo DALLA schiavitu' ALLA liberta'  +
- deutero-Isaia - cap. 53 (nel suo epico IV canto del servo) +
- Geremia 11.19 

MA ancor prima di questi.. se andiamo ancora indietro nel tempo _ GIA' i politeisti immolavano montoni per i loro sacrifici espiatori (come nel recente sito archeologico della civiltà Vinca dei Balcani orientali _ 6000 anni a.C.).

Come vedi un continuo copiare, scopiazzare.. testi, riti, prassi, liturgie altrui _ e spacciate come Originali" !

Altrettanto fecero i nuovi furbacchioni autori cristiani _ eredi dei fratelli "maggiori"...

Se dunque era "comprensibile" lo sgozzamento di animali mansueti, pacifici.. da parte dei rozzi pelosi bipedi _ disgustoso è il perseverare di quelle prassi crudeli proprio di queste religioni mono-teiste, quelle che si auto-spacciano come RI-velate (e/o profetiche).

Del resto - sai bene Doxa, che proprio i sacri testi del monoteismo Illudono (!) il peloso umanoide di essere il "re" della Natura -
Povero stolto fantoccio di fango vivente.. non si rende conto che lui stesso E' natura !  - 


E comunque Doxa concludo...
saprai certamente che fino al 680 (in pratica fino al VI concilio di Costantinopoli) il simbolo del cristianesimo era proprio il povero agnellino (!) quello che POI fu sostituito con la "croce" (un simbolo molto piu' antico e risalente alla preistoria _ dai culti solari...eccc...eccc.... )!!

... veramente NON c'è nulla di Nuovo sotto il sole.............

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doxa

Ciao Taurus, grazie per le tue informazioni che mi permettono di ampliare la conoscenza in merito.

A proposito dell'apostolo ed evangelista Giovanni, puoi darmi chiarimenti sul versetto 23, capitolo 18 dell'Apocalisse ?

"In te non brillerà più luce di lampada,
e non si udrà più in te voce di sposo e di sposa;
perché i tuoi mercanti erano i prìncipi (=governanti)  della terra
e perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue magie".
 
Magie in che senso ?

Ho letto che la parola "magia" entrò a far parte del vocabolario greco in seguito ai contatti con la Persia: nella religione zoroastriana, il mago era un sacerdote esperto in pratiche taumaturgiche e astrologiche.

Erodoto, (Storie I, 101) informa che i maghi appartenevano ad una specie di setta  deputata a svolgere, per conto del re, riti funebri, divinazione e profezie.
 
Nell'antica Grecia un rituale simile al capro espiatorio era denominato "pharmakos" (plurale "pharmakoi"). Mirava ad ottenere la "purificazione" mediante l'espulsione dalla città di un individuo, ugualmente detto "pharmakos" (= maledetto).

Nei casi di crisi socio-economica, politica, religiosa o di una calamità naturale sceglievano uno o due individui come "capro espiatorio". Questo  veniva percosso oppure  espulso dalla comunità, forse  a volte uccisi.

Il rito di purificazione aveva la funzione di scongiurare le conseguenze nefaste nella polis. Esso consisteva nella cacciata dai confini della città di due uomini o di un uomo e una donna. Di solito venivano scelti  tra chi aveva commesso un grave reato. L'usanza era scaturita dall'opinione che si potesse trasferire il male (fisico e/o morale)  sopra un oggetto, un animale o un individuo che, poi, doveva essere  allontanato e/o ucciso.

Il poeta e filologo Callimaco di Cirene (310 a. C. circa – 235 a. C. circa) narra che ogni anno veniva scelto un individuo, nutrito a spese pubbliche, poi con le sassate veniva espulso dalla città.

Dallo scrittore ellenico Istro (III secolo a.C.) e dal grammatico Ellàdio (IV secolo d.C.)  si apprende che ad Atene e in altre località della Ionia durante le feste denominate "Thargelia", in onore di Apollo,  il 6 e il 7 del mese Thargelion (maggio) erano soliti espellere dalla comunità una coppia di persone che avevano commesso dei reati affinché la città fosse purificata.  

Il rituale comprendeva  anche un sacrificio in onore della dea Demetra e una processione.

Col tempo il termine Pharmakos venne ampliato di significato  e derivò il termine pharmakeus,  per indicare  una pozione magica, una droga,  ma anche il guaritore, il mago.

Un'altra variante semantica  è "pharmakon" che significa pianta curativa, veleno o droga. Da questa variante deriva il termine moderno "farmacologia".

Nell'Ellade venivano distinti  tre diversi tipi di magia :la pharmakéia, la maghéia e la goetéia.

Pharmakéia:  era quella collegata alla conoscenza delle erbe e dei loro principi medicamentosi (gli attuali erboristi). I cosiddetti "maghi" (maschi e femmine) si dedicavano come attività lavorativa alla farmacopea.  Per curare i malanni usavano erbe medicinali da somministrare ai pazienti e praticavano riti e rituali per invocare l'intervento di varie divinità al fine di guarire l'individuo.

Maghéia: era l'attività di derivazione ermetica, orientale, cabalistica, tramite la quale l'uomo colto poteva avvicinarsi ai misteri divini, alla ricerca della conoscenza e della perfezione.

Goetéia: era invece la cosiddetta "magia nera", tramite la quale si commettevano anche dei crimini.

Un diffuso pregiudizio nei confronti delle donne voleva che queste fossero le più capaci nella  di goetéia; pregiudizio che continuò nel Medioevo tra le popolazioni,  anche per "merito" dei clerici e tenuto presente nei tribunali dell'Inquisizione.

Nell'antica Roma c'era il terrore delle streghe; ne è testimonianza il racconto che fa Trimalcione ai suoi commensali durante la cena descritta da Petronio Arbitro nel Satiricon, in cui un ragazzo muore e il suo corpo viene martoriato dalle streghe. Petronio conclude dicendo: "Esistono donne che sanno cose che noi non immaginiamo nemmeno, maghe notturne capaci di capovolgere l'ordine naturale delle cose".

Pure Apuleio nelle "Metamorfosi" descrive una donna nell'atto di compiere riti magici nel chiuso del suo antro-laboratorio dove "Fanno bella mostra membra in gran copia strappate ai cadaveri dopo il compianto funebre e persino dopo la sepoltura".

In ambito cristiano,  negli Atti degli Apostoli è citato il mago  Simone:  "C'era da tempo in città un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, spacciandosi per un gran personaggio. A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: "Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande" (At 8, 9 – 10).

Il mago Simone dopo aver ascoltato le prediche del diacono Filippo si convertì al cristianesimo e decise di farsi battezzare. Successivamente, volendo aumentare i suoi "poteri", offrì  del denaro agli apostoli Pietro e Giovanni: Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito, offrì loro del denaro, dicendo: "Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo".  Ma Pietro gli disse: 'Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio' " (At 8, 18- 20).

Dal nome di questo cosiddetto "taumaturgo" e dal suo tentativo di poter commercializzare in modo peccaminoso beni sacri spirituali deriva il sostantivo "simonia": questa parola allude alla compravendita di cariche ecclesiastiche o l'acquisizione di beni spirituali in cambio di denaro.

Dante Alighieri nella "Commedia" collocò i simoniaci fra i dannati nella terza bolgia dell'ottavo cerchio nell'Inferno (Canto XIX).  Sono condannati a restare capovolti all'interno di fori nella roccia, con una fiamma rossastra che brucia sui loro piedi. Quando sopraggiunge un nuovo dannato entra in uno dei fori e fa  sprofondare in basso gli altri. Tale pena segue questo  contrappasso: come in vita "calpestarono" lo Spirito Santo  vendendo i posti ecclesiastici, ora lo Spirito Santo (sotto forma di fiamma) brucia loro i piedi.
 

Gustave Doré, Dante e Virgilio nel cerchio dei simoniaci.

taurus

Citazione di: doxa il 21 Marzo 2023, 21:41:28 PMchiarimenti sul versetto 23, capitolo 18 dell'Apocalisse

Lieber Freund,

Avevo letto a suo tempo l' esegesi di E.Bianchi (Ex priore di Bose) e autore de:
- l' Apocalisse di Giovanni - editor Qiqajon

Credimi.. ma dopo qualche pagine... sono uscito Pazzo !!!!!

Molto meglio le candide storielle di Biancaneve e/o Bambi nel bosco.. che queste (sedicenti) storielle  S-velate, RI-velate (ai fumatori di canne ??)


Come Gia' il libro dello pseudo-Daniele (da cap.7)  il testo di Giovanni è una nuova RI-visitazione aggiornata.. perchè NON tratta piu' il divin-Abba' Ma il "Nuovo" dio della croce _ 
quello che poi a Nicea (anno 325) e Costantinopoli (anno 381) verra' elevato e sancito addirittura come :

- consustanziale all' Abba'  +
- membro della (pageggiante) tri-deita'


Entrambi questi  testi sono una raccolta di eventi, e scenette _ alla Dario Argento //
Il messaggio contenuti in questo macabro filone "sarebbe" criptato per gli ingenui e creduloni _ ancora impauriti dalle storielle delle streghe, dall' Orco cativo e/o di Barbablu..

Da qui l' assoluta presenza di uno "specialista" che spieghi gli occulti misteri in essi contenuti..

Ora prima di leggere "questo" genere di libro (della collana dei fumetti Dyabolic, Hulk..) e che rappresenta il piatto forte degli "Invasati/esaltati" ottusi millenaristi (tipo dei TdG. e/o mormoni.. le cui origini provengono da quei tarati mentali americani..).. si dovrebbe conoscere:

. il Perchè sono stati redatti,
- "quale contesto Storico".. ha dato avvio alla loro redazione,
- Quale lo scopo,
- Perchè sono riportate macabre storielle _ con la presenza di mostruose figure con tanto di corna/cornetti, e/o diavoletti con tanto di coda "mozzata" e armati di forconi.. a caccia dei malvagi da azzannare e trascinarli nei pentoloni per la bolliture "eterna" (e altre simili scemenze ...) ?

- e soprattutto quei Fantasiosi testi "vampireschi" sono ancora validi nel ns. tempo ?


Ti commento i passi postati...   Ovvio per quello che so _ perchè sai bene che questa, per me, è una religione folcloristica.. soprattutto contradditoria + ingannevole/illusoria..



Ora i passi  vorrebbero riferirsi:

- alla Gia' decaduta Babilonia. 
La sua caduta ha comportato la distruzione totale delle sua attivita' _ quella che la rendevano "viva e gagliarda"..
Quello che era allora "affascinante _ Incantevole _ Magica" - ora è distrutto, finito... spento.

Le sue magie (che un tempo affascinavano..) erano e si Sono Rivelate per quello che sono:
- effimere, transitorie.. labili -
Ora c'è silenzio !

 ciaooooooooo

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