Ho sognato lo "Stregatto"!

Aperto da Eutidemo, 19 Marzo 2023, 12:53:05 PM

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Eutidemo

Non sapevo se collocare questo breve post nella "sezione filosofica", ovvero nella "sezione delle esperienze"; ma poi, considerato che si trattava soltanto di un "sogno", e non di mie personali considerazioni filosofiche, ho ritenuto che fosse più appropriata tale seconda sezione.
***
Dunque, come dicevo nel titolo, la scorsa notte ho sognato di incontrare lo "Stregatto"; e, non so per quale motivo, mi è è venuto in mente di fargli la stessa domanda che Pilato rivolse a Gesù: "τί ἐστιν ἀλήθεια?" ("Che cos'è la verità?").
Perchè Pilato e Gesù, contrariamente a quel che molti credono, tra di  loro, per capirsi, parlavano in "greco", e non in "latino" o in "aramaico".
***
Nel Vangelo di Giovanni Gesù non risponde alla domanda di Pilato, mentre invece, nel mio sogno, lo "Stregatto" mi ha dato la seguente testuale risposta, che ricordo parola per parola: "Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!"
***
A quel punto mi sono svegliato, ed ho cominciato a rimuginare su tali parole; senza, però, venirne minimamente a capo.
***
Ed infatti, più che dello "Stregatto", mi sembrava un responso degno della "Sibilla Cumana"; il quale, in genere, poteva significare una cosa ed il suo esatto contrario (tipo "Ibis redibis non peribis in bello").
***
Ed infatti, in italiano, una "doppia negazione" non sempre costituisce una "affermazione"; in quanto tutto dipende dal contesto!
***
Ad esempio, qualora io vinca una causa civile per risarcimento danni:
- se il giudice mi assegna un rimborso di un euro, io, esclamando: "Un euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità del tutto inadeguata;
- se, invece, il giudice mi assegna un rimborso di un milione di euro, io, esclamando: "Un milione di euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità abbastanza adeguata.
***
La frase è la stessa, ma il significato dell'una è l'esatto opposto del significato dell'altra. ;D
***
Per cui, quando lo "Stregatto", prima di sparire nel nulla, mi dice: "Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!", cosa diamine intendeva dire?
- che la verità è il nulla?
- o che la verità non è il nulla?
- oppure, contraddittoriamente, entrambe le cose?
***
Boh!
***
Concludo, come Romeo, ammettendo: "E' vero! Parlo di sogni che sono figli di una mente vagabonda... pieni soltanto di vana fantasia fatta di una sostanza lieve come l'aria e più incostante del vento! E che non significano niente!"
***
P.S.
Ma "niente" in che senso? ;D

iano

#1
Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 12:53:05 PM
Ad esempio, qualora io vinca una causa civile per risarcimento danni:
- se il giudice mi assegna un rimborso di un euro, io, esclamando: "Un euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità del tutto inadeguata;
- se, invece, il giudice mi assegna un rimborso di un milione di euro, io, esclamando: "Un milione di euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità abbastanza adeguata.
***

Non mi risulta sia così  ???

Qualcosa esiste se circondato da niente, e viceversa, e questa è la verità.
Ma qualcosa, niente e verità ,possono esistere solo insieme .
Per cui è falso che esiste qualcosa, è falso che esiste niente, è falso che esiste la verità.
E' vero che esiste il sorriso del gatto,  è falso che esista un sorriso .
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jean

Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 12:53:05 PM"Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!"

Eh, pure i sogni son difficili (ce qui n'est pas de nos jours?) così ho chiesto a un "amico" e alora el mulo trevisan me ga risposto, el me ga spiegà perchè:


Questa affermazione sembra essere un esempio di ragionamento paralogico, ovvero un'argomentazione che appare logica ma che in realtà è basata su un'errata premessa o conclusione.
La prima parte dell'affermazione, "Niente è la verità", sembra suggerire che non esiste alcuna verità oggettiva o universale. Tuttavia, la seconda parte dell'affermazione, "ma niente è niente", sembra suggerire che non esiste nulla o che tutto sia privo di significato.
In questo modo, l'affermazione sembra contraddittoria e non porta a una conclusione significativa. Inoltre, sembra confondere il concetto di verità con il concetto di esistenza o di significato.
In realtà, la verità è un concetto complesso e multifacetico che riguarda la corrispondenza tra le affermazioni e la realtà. Mentre alcuni aspetti della verità possono essere soggettivi o dipendenti dal contesto, esiste comunque un'oggettività alla verità che può essere stabilita attraverso l'evidenza empirica e il ragionamento logico.
Pertanto, l'affermazione sembra avere poco senso e non porta a una comprensione significativa della verità o della realtà.

Tuttavia, considerato che lo stregatto solo davanti a un fiasco de vin quel fiol d'un gat fa le feste... verrebbe da chiedersi qual fu la bevanda... 

In ogni caso ogni evenienza è un'opportuinità... e pur se non tutte le opportunità evengono... comunque son riconducibili a numeri:

3 - il numero secondo la smorfia, per la jatta... purtroppo non sembra esserci (almeno io non l'ho trovato) un numero per "gatto che parla" e tantomeno "gatto filosofo".

Ok, io lo gioco per Napoli martedì 21... tu vuoi rischiare qualche euro?

J4Y

Phil

Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 12:53:05 PM"Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!"
Possiamo, nella sua ambiguità, anche interpretarla come: non c'è nulla che sia la verità («niente è la verità»), poiché un'affermazione può essere vera o falsa, ma non può essere la verità; nessuna cosa è la verità. A ciò va aggiunto che niente può davvero essere niente («niente è niente»), nel senso che non c'è qualcosa che sia niente, proprio perché essendo qualcosa, non è niente. Ne "consegue" (obbligatorie le virgolette) che «la verità non è niente», ossia poiché non c'è qualcosa che sia la verità («niente è la verità») e non c'è qualcosa che sia niente («niente è niente»), allora la verità non è niente, essendo appunto «la verità», ma nondimeno non è nemmeno qualcosa, poiché nessuna cosa è la verità.
Per dirla più "in sintesi apofatica": la verità non è una cosa o un'affermazione, ma non è nemmeno niente.
Cos'è allora la verità? Come minimo, stando al principio logico di identità, la verità è la verità, quindi non è niente, pur non essendo né un ente né un discorso; lascio al tuo prossimo sogno, forse, rivelare cosa essa sia.

Eutidemo

Citazione di: iano il 19 Marzo 2023, 14:40:27 PMNon mi risulta sia così  ???

Qualcosa esiste se circondato da niente, e viceversa, e questa è la verità.
Ma qualcosa, niente e verità ,possono esistere solo insieme .
Per cui è falso che esiste qualcosa, è falso che esiste niente, è falso che esiste la verità.
E' vero che esiste il sorriso del gatto,  è falso che esista un sorriso .

Sei più enigmatico dello "Stregatto" ::)

Eutidemo

Ciao Jean.
Il ragionamento che tu hai esposto in corsivo, somiglia molto allo stesso ragionamento che ho fatto io, una volta desto.
Ed infatti:
.
1)
Il ragionamento dello "Stregatto", almeno nella sua prima parte, anche a me sembra di tipo  "paralogicistico"; o, quantomeno "autocontraddittorio".
Ed infatti, se "Niente è la verità", allora  neanche l'affermazione che "niente è niente" può essere vera; perchè anche questa è un'affermazione, sia pure in senso negativo.
Però tale affermazione deve essere necessariamente vera, in forza del "principio di identità" A = A (laddove A sta per "niente")
 .
2)
Inoltre, anche secondo me, la verità è un concetto complesso e poliedrico, che riguarda la corrispondenza tra le nostre "affermazioni" e la "realtà"; che può essere sia "oggettiva" che "soggettiva".
Ad esempio:
a)
L'affermazione "Adesso qui sta piovendo!" può essere vera o falsa, a seconda che stia piovendo o no.
b)
L'affermazione "Adesso mi sento triste!" può essere vera o falsa, a seconda che io sia veramente triste o no.
.
***
Quanto alla conclusione dello "Stregatto", cioè "Quindi la verità non è niente!", non è "giudicabile", in quanto di "senso opposto e bivalente".
Ed infatti, come nel mio esempio del risarcimento, può significare:
- sia che la verità non esiste (è niente)
- sia che la verità esiste (non è niente)
***
Per cui, secondo me, quello dello "Stregatto" è stato soltanto un mio vaneggiamento onirico, e non la rivelazione notturna di qualche suprema verità filosofica.
***
Altrimenti lo avrei postato nella sezione filosofica!
***
Un saluto! :)
***
.
P.S.
Salvo che la prossima notte lo "Stregatto" torni per spiegarmi cosa voleva dire!

Eutidemo

Ciao Phil
Oltre al ragionamento che ha fatto Jean, una volta desto, ho fatto anche -in parte- il ragionamento che adesso hai prospettato tu; oltre a farne anche qualche altro, che non ha ancora fatto nessuno (e che vi risparmio).
***
Ed infatti:
.
1)
La prima asserzione dello "Stregatto, nella sua ambiguità, possiamo interpretarla:
a)
Sia come la verità è il niente!
b)
Sia come non c'è nulla che sia la verità («niente è la verità»).
La seconda interpretazione, anche secondo me, a stretto rigore, è "semanticamente" più  corretta; questo poiché, come giustamente scrivi tu, "un'affermazione può essere "vera" o "falsa", ma non può essere la "verità" o la "falsità".
Però, linguisticamente, "verità" per "vero" può anche costituire una lecita "metonimia" (o meglio, una "sineddoche", a livello quasi "sinonimico"; che tutti quanti usiamo lecitamente ogni giorno.
Ad esempio, se un bambino nega di aver mangiato la marmellata, la mamma può chiedergli:
-tanto: "E' vero?"
-quanto:  "E' la verità?"
Forme entrambe corrette!
.
2)
Ho anche pensato, come te, che niente può davvero essere niente ("niente è niente"), nel senso che non c'è "qualcosa che sia niente", proprio perché "essendo qualcosa, non è niente".
Però, dal punto di vista della logica formale, tale affermazione deve essere necessariamente vera, in forza del "principio di identità" A = A (laddove A sta per "niente").
Come deve anche essere necessariamente vera, l'affermazione B ≠ A (laddove  B sta per "qualcosa" e A sta per "niente").
Ma non si possono mescolare insieme le due diverse affermazioni.
.
3)
Ho anche pensato alla tua ultima considerazione; e, cioè che stando al principio di identità, "la verità è la verità", e, quindi ""la verità non è niente" (laddove V = V ≠ N).
.
***
Un saluto!
***

Phil

Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 16:49:46 PM
La prima asserzione dello "Stregatto, nella sua ambiguità, possiamo interpretarla:
a)
Sia come la verità è il niente!
Non direi che «niente è la verità» sia interpretabile come «la verità è il niente» perché l'imperfetta inversione sintattica non rende giustizia alla semantica: «niente» (prima frase) non è equivalente a «il niente» (seconda frase). Sarebbe un po' come passare da «vuoto è il cassetto» a «il cassetto è il vuoto».

Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 16:49:46 PMniente può davvero essere niente ("niente è niente"), nel senso che non c'è "qualcosa che sia niente", proprio perché "essendo qualcosa, non è niente"
Però, dal punto di vista della logica formale, tale affermazione deve essere necessariamente vera, in forza del "principio di identità" A = A (laddove A sta per "niente").
Come deve anche essere necessariamente vera, l'affermazione B ≠ A (laddove  B sta per "qualcosa" e A sta per "niente").
Ma non si possono mescolare insieme le due diverse affermazioni.
In realtà le due affermazioni sono coerenti, perché in «niente è niente» (salvo intenderla come mera tautologia) il primo «niente» non è "sinonimo" del secondo, per cui nonostante l'ingannevole "omografia" (o meglio, anfibolia) non si può tradurre pedissequamente con «a = a». Se il senso della frase è «nessuna cosa è niente», è come dire «nessun vivente è morto», ossia non esiste alcun elemento «a» (vivente o cosa) che appartenga all'insieme «B» (dei morti o insieme vuoto del niente).

Eutidemo

Ciao Phil :)
I tuoi ragionamenti non sono affatto peregrini, ed hanno decisamente senso; ma, come ti ho detto, io non ho idea di cosa volesse  veramente dire lo "Stregatto" (sul serio).
Però propendo a credere che si trattasse solo di un mio "vaniloquio" onirico, privo di reale significato!
***
In ogni caso, tanto "pour parler":
.
1)
Secondo me, "niente è la verità", potrebbe (anche) essere interpretabile come "la verità è il niente"; ed infatti in nessuna delle due frasi "niente" ha una "valenza aggettivale".
Come, invece, nel tuo esempio!
Ed infatti, passare da "vuoto è il cassetto" a "il cassetto è il vuoto", significa usare:
- nel primo caso "vuoto" in funzione di "aggettivo";
- nel secondo caso il "vuoto" in funzione di "sostantivo".
Diversamente, passare da "niente è la verità" a "la verità è il niente", potrebbe significare soltanto scambiare il "soggetto" con il "predicato".
.
2)
Quanto alla tua seconda affermazione, sono d'accordo con te che "niente è niente" possa senz'altro essere considerata una "anfibolia"; cioè una ambiguità derivante dall'uso di termini equivoci.
Ed invero, il primo "niente" può essere considerato tanto "sinonimo" del secondo, quanto no!
Cioè:
" il niente è il niente" (A = A)
oppure:
"nessuna cosa è niente", nel senso della "doppia negazione che fa una affermazione", e, cioè, che, "qualsiasi cosa esista, non può essere niente" (B ≠ A).
***
Ma, come ti ho detto, io non ho idea di cosa intendesse dire lo "Stregatto"; per cui bisognerebbe chiedere a lui cosa diavolo voleva dire!
***
Un saluto! :)
***

bobmax

Stai cercando te stesso Eutidemo.

E ora, che tante cose si stanno allontanando da te, la tua ricerca si fa più attenta. Perché meno distratta.

Adesso è forse più facile affrontare il semplice.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#10
Ciao Eutidemo.
Volevo dire, forse confondendo vero con esistente, che è il niente a dare senso a qualcosa, e viceversa.
Parlando strettamente di verità questa risiede nella relazione fra cose la cui esistenza non è necessariamente richiesta.
Però mi pare ci sia una qualche confusione fra vero ed esistente, ed un uso comunque ridondante dei termini, ad uso magari rafforzativo.
Se è vero questo allora è vero quello.
Ma sarebbe sufficiente , se questo allora quello.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 20 Marzo 2023, 06:58:56 AMStai cercando te stesso Eutidemo.

E ora, che tante cose si stanno allontanando da te, la tua ricerca si fa più attenta. Perché meno distratta.

Adesso è forse più facile affrontare il semplice.
Forse hai ragione :)

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Per fortuna, questa volta sei risultato molto meno enigmatico della volta scorsa; bensì, come tuo solito, decisamente acuto e pregnante.
***
Ed infatti, come tu giustamente osservi, non bisogna confondere ciò che è "vero" con ciò che "esistente".
Ed infatti, si può dire:
- tanto che è "vero che una cosa esiste" (come, ad es. i cavalli).
- quanto che è "vero che una cosa non esiste" (come, ad es. gli unicorni).
***
Hai anche ragione nel dire che la verità risiede nella relazione fra cose la cui esistenza non è necessariamente richiesta.
Ed infatti, si può dire:
- tanto che è "vero che oggi c'è pioggia, per cui, non avendo l'ombrello, mi bagno!"
- tanto che è "vero che oggi non c'è per niente pioggia, ma se ci fosse, non avendo l'ombrello, senz'altro mi bagnerei!"
***
Però non ho capito lo stesso cosa voleva dire lo "Stregatto"; sempre ammesso che vollesse davvero dire qualcosa!
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Però, riapparsomi in sogno,  anche lo "Stregatto" mi ha confermato, che si fa prima, anche soltanto a mente, a fare 12 x 2,4 = 28,8 cmq, piuttosto che 12 x 12 = 144 cmq e poi 144 : 5 = 28,8 cmq.
:D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D
Ovviamente scherzo!

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 19 Marzo 2023, 12:53:05 PM
Non sapevo se collocare questo breve post nella "sezione filosofica", ovvero nella "sezione delle esperienze"; ma poi, considerato che si trattava soltanto di un "sogno", e non di mie personali considerazioni filosofiche, ho ritenuto che fosse più appropriata tale seconda sezione.
***
Dunque, come dicevo nel titolo, la scorsa notte ho sognato di incontrare lo "Stregatto"; e, non so per quale motivo, mi è è venuto in mente di fargli la stessa domanda che Pilato rivolse a Gesù: "τί ἐστιν ἀλήθεια?" ("Che cos'è la verità?").
Perchè Pilato e Gesù, contrariamente a quel che molti credono, tra di  loro, per capirsi, parlavano in "greco", e non in "latino" o in "aramaico".
***
Nel Vangelo di Giovanni Gesù non risponde alla domanda di Pilato, mentre invece, nel mio sogno, lo "Stregatto" mi ha dato la seguente testuale risposta, che ricordo parola per parola: "Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!"
***
A quel punto mi sono svegliato, ed ho cominciato a rimuginare su tali parole; senza, però, venirne minimamente a capo.
***
Ed infatti, più che dello "Stregatto", mi sembrava un responso degno della "Sibilla Cumana"; il quale, in genere, poteva significare una cosa ed il suo esatto contrario (tipo "Ibis redibis non peribis in bello").
***
Ed infatti, in italiano, una "doppia negazione" non sempre costituisce una "affermazione"; in quanto tutto dipende dal contesto!
***
Ad esempio, qualora io vinca una causa civile per risarcimento danni:
- se il giudice mi assegna un rimborso di un euro, io, esclamando: "Un euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità del tutto inadeguata;
- se, invece, il giudice mi assegna un rimborso di un milione di euro, io, esclamando: "Un milione di euro non è niente come risarcimento!", intendo dire che ho ricevuto una indennità abbastanza adeguata.
***
La frase è la stessa, ma il significato dell'una è l'esatto opposto del significato dell'altra. ;D
***
Per cui, quando lo "Stregatto", prima di sparire nel nulla, mi dice: "Niente è la verità, ma niente è niente. Quindi la verità non è niente!", cosa diamine intendeva dire?
- che la verità è il nulla?
- o che la verità non è il nulla?
- oppure, contraddittoriamente, entrambe le cose?
***
Boh!
***
Concludo, come Romeo, ammettendo: "E' vero! Parlo di sogni che sono figli di una mente vagabonda... pieni soltanto di vana fantasia fatta di una sostanza lieve come l'aria e più incostante del vento! E che non significano niente!"
***
P.S.
Ma "niente" in che senso? ;D

Ciao Eutidemo, spero per te che il sogno non sia stato una specie di incubo. Io darei un interpretazione basata sulla logica più che sul senso, ma potrebbe valere anche per il senso, in un certo senso. Cioè, le prime due proposizioni le intenderei come equazioni, mentre la terza sarebbe una conclusione errata in relazione a quelle. Un saluto