Mi ha visto, mi ha amato

Aperto da doxa, 07 Marzo 2023, 08:43:12 AM

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doxa

Lo scrittore e poeta americano Wendell Berry nel suo romanzo "Hannah Coulter", fa dire ad Hannah:  "Quando consegni te stessa all'amore per una persona non puoi evitare di consegnarti anche alla sofferenza". Il consiglio attinge al realismo della vita. Infatti quando  t'innamori devi accogliere l'altro non solo per le sue virtù e qualità, ma anche nei suoi limiti. Ogni idealizzazione e illusione sono rischiose nel fluire della convivenza.  L'amore non è soltanto sentimento e passione, ma anche raziocinio, confronto, verifica.

Il personaggio Hannah Coulter: si è sposata due volte ed ha tre figli.

Hannah e Nathan (il secondo marito) desiderano che i figli studino, ma sanno che proprio quella formazione istituzionale che riceveranno li allontanerà per sempre da loro. Infatti tutti e tre i figli lasceranno presto quel piccolo centro di uno Stato del Sud per stabilirsi nelle megalopoli del grande business.

Hannah e Nathan li vedono cambiare: i figli vengono di rado a trovarli, hanno tutti situazioni familiari complicate a causa dei ritmi di vita, della frammentazione sociale che subiscono, del lavoro che sconvolge tutto: affetti, amicizie, parentele.

E alla fine non resta più niente: si sfilacciano i rapporti logorati dal non detto, dal non poter dire, perché non c'è tempo, e non c'è perché "il tempo è denaro".

Muore anche Nathan, il secondo marito, e Hannah, ormai anziana e stanca trascorre la vecchiaia nella sua fattoria del Kentucky ricordando le vicende della propria esistenza: "È stata lunga, è stata dura, è stata bella". Sempre in campagna, a contatto con la terra. È questo un po' il fulcro del romanzo, il legame con la terra e tra le persone che vi sono legate.

Invece lo scrittore drammaturgo  francese Pierre du Ryer (1605 – 1658), nella tragi-commedia del 1636  titolata  "Cleomedonte",  fa dire ad Argire (regina, madre di Celiante e Cleomedonte): "... e come un cuore giovane è presto infiammato, / mi ha visto, mi ha amato, ho visto lui, l'ho amato. / Si avvicina a me, mi parla con altrettanti incantesimi / che ha nascosto con finta e mi ha preparato con le lacrime. / Ma non ha avuto difficoltà a conquistare il mio cuore, / dal momento che già il suo occhio era il vincitore" (atto I, scena I, versi 171 – 176).

In altre parole, ti amo da molto tempo. Da quando ti ho visto ho cessato di essere me stessa. Mi sembra che fin dal primo momento ti avrei seguito, se tu mi avessi chiamata. 

Il cardinale Gianfranco Ravasi in un suo noto articolo pubblicato più volte su vari giornali riflette sulla frase "mi ha visto, mi ha amato, ho visto lui, l'ho amato", ed ha scritto:
"È il cosiddetto "colpo di fulmine" che travolge due persone che fino a quel momento si ignoravano e che ora divengono 'una sola carne, come si dice nella Genesi (2,24).

La donazione d'amore, totale, pronto a giungere a quell'apice che Gesù ha tratteggiato in modo folgorante nel Cenacolo, nell'ultima sera della sua vita terrena: 'Non c'è amore più grande di chi dà la vita per la persona che ama' (Giovanni 15,13).

"L'amore perfetto va anche oltre la legge dell'amare il prossimo come se stessi (Levitico 19,18), perché ama l'altro  con dedizione.
Questo antico ideale è così diverso dal comportamento contemporaneo
".

Inoltre, il cardinal Ravasi evidenzia che ormai "l'innamoramento è un incontro superficiale, un contatto di pelle e non certo un dialogo di anime. Tutto si consuma ben presto e si riduce a una fra le tante 'esperienze'. Oppure si rivela un mero possesso che scatena non passione, ma solo gelosia e persino violenza, come spesso accade. È necessario, allora, educare ancora all'amore autentico perché, quando lo si incrocia nell'esistenza lo si scopra in tutto il suo fascino e bellezza, in tutta la sua pienezza vitale".

bobmax

L'educazione all'amore autentico può avere solo un maestro: il Nulla.

Ma occorre che il discepolo accetti il maestro. Non lo sfugga ignorandolo.
Si decida così a fissare lo sguardo della Medusa.

Allora il Nulla lo costringerà a rompere la scorza, dietro cui si illudeva di stare sicuro.
 Per aprirsi alla possibilità dell'amore.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele22

Ciao Doxa, non so se comprerò il libro, ma la storia è affascinante e mi ricorda un poco un romanzo di Carlos Fuentes che si intitola, tradotto, il Gringo Vecchio. Gringo Vecchio è un testimone, un giornalista che sembra essere realmente vissuto e che decide di andare a morire in Messico. Vi si narra, tra le molte vicende ambientate nei primi anni della rivoluzione messicana, del rapporto tra una educatrice di lingua inglese assunta a suo tempo da un latifondista per i figli e un rivoluzionario villista che aveva confiscato la proprietà e che nel frattempo se la godeva un po' col popolo tripudiante. Una storia insomma che si svolge tra il rifiuto di questa donna e l'attrazione molto sottile che subisce dal rivoluzionario che come detto detesta. Scritto bene. Si tratta quindi di una posizione che si situa in un certo senso mediana tra i due testi che hai citato. Io penso che un individuo viva lungo il corso della sua vita con la costante presenza di una "mancanza" che può rivolgersi non solo alle persone e che trova in una composta unità un rifugio sicuro, ma instabile ugualmente. Penso pur tuttavia che a volte, tale mancanza cessi e questo accada in quei momenti in cui si abbia una netta sensazione di libertà che non ha alcun nesso col legame al partner. A dircela tra noi, nella nostra società, ancor più che l'economia sarebbe assai più importante e determinante una liberazione sessuale. Un saluto

doxa

Ciao Bob, un bel saluto. Aiutami a "personificare" quel "maestro"..., detto il "Nulla".

Debbo interpretare la frase come auto-educazione all'amore ? In caso affermativo, in che modo ?
Senza neanche leggere i cosiddetti "romanzi rosa" o i libri di Alberoni ed altri psicologi ?


Buonasera Daniele. E' interessante la tua riflessione sulla "costante presenza di una mancanza".
Da cosa dipende ? Dall'insoddisfazione perché non ha ciò che vuole ? Oppure non è contento di ciò che ha ?

Hai scritto che nella nostra società sarebbe "più importante una liberazione sessuale".

Mi sembra che per le donne la liberazione sessuale sia cominciata all'inizio degli anni '60 dello scorso secolo con la commercializzazione della pillola anti-concezionale.

Ma forse tu ti riferisci ad altro quanto da me capito. Puoi spiegarmelo per cortesia, in modo da poter dialogare con cognizione ?

daniele22

Ciao Doxa, in realtà non è proprio mia, l'ho trovata su un testo di Octavio Paz che si intitola "El laberinto de la soledad", una raccolta di piccoli saggi. Lui riferiva di questa scoperta di mancanza ad un ricordo della gioventù. Pur non ricordando di avere avuto questa esperienza in modo netto, ne colsi subito la potenza e riflettendo poi dentro di me decisi che era vero, che c'è questa mancanza, almeno per me. Io posso sbagliarmi, ma penso si tratti di una cosa naturale deriva della riproduzione sessuata. Personalmente io tendo ad abbandonarmi un po' a tale mancanza, ma c'è pure chi vi si oppone e anch'io in realtà a volte mi oppongo.
Penso che la liberazione sessuale sia in tendenza, la si voglia, ma non si sappia come instaurarla. Molto dipende dal modello socio economico che a mio vedere genera pressione a che si scelga spontaneamente la propria linea di vita verso la costituzione della famiglia classica, dove i figli rappresentano senz'altro un onere per la coppia che li genera. Ed è forse per questo che riterrei più importante questa rivoluzione sessuale, poiché da questa potrebbe generarsi un nuovo modello economico. La via è quella a suo tempo pretesa dagli Hyppies, ma fallita La rivoluzione sessuale auspicata da me nasce innanzitutto da una sensazione di chiusura in corso tra i due sessi. Percepisco nelle donne nettamente una estrema diffidenza nei confronti del maschio. A me i motivi sembrano più che giustificati, però, quello che non so è se siano sufficienti solo quelli per giustificare tale distacco. E francamente ti dirò che mi piacerebbe scoprirlo. Comunque, se fossi giovane e per quel che riguarda la rivoluzione sessuale, la vedrei come possibilità per me che sono uomo di vivere normalmente in una società dove, rispetto ad un uomo che considero solo amico, una donna la considero un'amica e una potenziale amante. Rispetto a quanto detto prima, mi piacerebbe scoprire quanto stia bene alla donna. Un saluto

Ipazia

L'innamoramento è la premessa necessaria di un amore duraturo. È l'energia di innesco che ti permette di saltare nell'orbita dove tutto non sarà più come prima. Poi inizia la faticosa strada dell'amore, che si riconfermerà, finché lo saprà fare, ogni mattino al risveglio. 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Ciao Doxa, un caro saluto a te.
Non penso si tratti di auto-educazione...
Parlo di ciò che vivo, per cui la mia esperienza potrebbe benissimo essere diversa dalla tua.
Ma questo è ciò che vedo.

Osservo questo mio amore ed è sempre imperfetto.
Certamente indispensabile, perché mi salva dall'orrore di una vita vuota di senso, ma è comunque un amore insufficiente, egoistico e quindi in definitiva falso.

Cos'è che mi mostra la pochezza del mio amore?
Che pretende da me la purezza di cuore?
Che ho sempre fuggito, nonostante sapessi fosse vero?

È il Nulla.

E più riesco man mano ad accettarlo e più questo mio amore matura, diventa un po' più autentico.

L'incontro con l'altro assume un valore inestimabile. È un dono che avrebbe potuto non esserci.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Vorrei aggiungere, per cercare di meglio descrivere il ruolo fondamentale dell'amore, che il Nulla è onnipresente.

Sia come l'assoluto negativo, che traspare intrinseco in ogni situazione di vita.
Sia come l'assoluto positivo, che solleva dalla insignificanza ogni cosa.

Ciò che fa propendere per il positivo, invece del negativo, è l'amore.

È l'amore che fa la differenza. Non l'oggetto amato, che in sé è Nulla.
(Calvino questo lo aveva colto meravigliosamente)

L'amore è l'ago della bilancia, è il discrimine.
Con il suo comparire, sconfigge l'orrore del Nulla mutandolo in beatitudine.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

Citazione di: bobmax il 09 Marzo 2023, 06:59:55 AML'amore è l'ago della bilancia, è il discrimine.
Con il suo comparire, sconfigge l'orrore del Nulla mutandolo in beatitudine.


Buongiorno Bob, 

condivido la tua affermazione: "L'amore è l'ago della bilancia , è il discrimine".

Ti faccio leggere cosa scrisse Jorge Luis Borges:

"E' l'amore".

È l'amore. Dovrò nascondermi o fuggire. 

Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce. 

La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l'unica. 

A cosa mi serviranno i miei talismani: l'esercizio delle lettere, la vaga erudizione, le gallerie della Biblioteca, le cose comuni, le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno? 

Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo. È, lo so, l'amore: l'ansia e il sollievo di sentire la tua voce, l'attesa e la memoria, l'orrore di vivere nel tempo successivo. 

È l'amore con le sue mitologie, con le sue piccole magie inutili. 

C'è un angolo di strada dove non oso passare. Il nome di una donna mi denuncia. Mi fa male una donna in tutto il corpo".

Che ne pensi ?

bobmax

Ciao Doxa,
ci ho riflettuto, cercando di cogliervi possibili assonanze con il mio sentire.
Non saprò mai cosa Borges intendesse davvero, ma non è forse sempre così la comunicazione, e in special modo la poesia? Tutto il suo significato è racchiuso in ciò che suscita in noi.

E io vi colgo soprattutto il rimando metafisico. Perché l'autore è coinvolto nelle profondità del suo stesso essere, dove nessuna psicologia potrà mai indagare.
D'altronde questo è lo scopo dell'amore: Essere.

E poiché Essere = Nulla (è l'Uno), chi è mosso dall'amore, chi anche solo avverte su di sé la forza dell'amore, non può che venirne annichilito.

Perché l'io si ritrova in pericolo. Avverte, senza però comprendere davvero, che l'amore vuole la sua scomparsa.
Ma l'io non vuole morire...

E così vorrebbe fuggire, nascondersi.
Si ritrova impotente. Tutto quello che possiede, conosce, si rivela inutile.

Epperò nella disperazione amorosa, che lo domina, percepisce pure la cifra della "verità" dell'amore:

"La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l'unica"

L'unicità dell'amato si impone come certezza indubitabile.
L'amato è unico, non potrà mai essere sostituito da nient'altro.

E questo non ha niente a che vedere con le specifiche sue qualità.
Non è unico perché diverso...

La sua unicità non deriva da una differenza.
Invece l'amato è unico perché lui/lei, proprio quel amato/a, è l'Uno!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.