DOMANDA DELLO SPIRITO (MA QUANTO DISTA DA ME LA CONOSCENZA ASSOLUTA?)l

Aperto da Mario Barbella, 21 Dicembre 2016, 19:18:44 PM

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Mario Barbella

:)
DOMANDA DELLO SPIRITO
(MA QUANTO DISTA DA ME LA CONOSCENZA ASSOLUTA?)l


Quasi tutte problematiche teologiche che comportano lo studio delle Sacre Scritture, con riguardo allo specifico mondo della cristianità, paiono poggiare su pochissimi semplici passi dei Vangeli canonici, passi qui riportati con qualche breve commento. La sottolinetura del pronome ME nel sottotitolo sta  per sottolineare che il destinatario di questa riflessione è l'IO cosciente nella sua unicità e universalità, in breve, nella coscienza che si sente capace di percepire l'onere che è la responsabilità totale del Mio Universo nonostante una chiara sensazione di desolante debolezza (in termini di Conoscenza). Si, perché il termine Conoscenza qui trascende il solito comune significato di insieme di informazioni acquisite ed organizzate ad uso dei Miei archivi mentali e d'altro genere, per assumere quello di sentito (= percezione) di potenza o, se si preferisce, di dominio effettivo sul Mio Universo, al netto dell'altrettanto sentito di flaccidità (o debolezza) di tale dominio.
Veniamo ora al sottotitolo di questa riflessione "Ma quanto dista da ME la Conoscenza assoluta?" Abbiamo, appena sopra, accennato al fatto che Conoscenza è, al netto di tutta la discussione filosofica che giustificherebbe questa conclusione, la capacità, non importa in quale misura, di dominio che l'Osservatore ha sul Suo Universo. L'avvento del Cristianesimo, che qui riteniamo  datare dalla pubblicazione dei vangeli ("pubblicazione", termine da non prendere alla lettera come la pubblicazione di un libro di oggi) nei quali si sottolinea la cultura del sentimento caritatevole nei confronti del più debole. Per rispondere all'auto-domanda: "Ma quanto dista da Me..." è sufficiente il semplice caso della parabola: "Il buon samaritano", orbene sarei capace, io personalmente, di ripetere quell'atto di carità in toto, tenendo conto che oggi dispongo di un auto che non gira in ambienti non sicuri? Forse si, ma solo per portare il ferito al primo ospedale pubblico senza spese, o quasi, a mio carico. A questa domanda ho già tenuta per me la mia risposta. Ma, pure senza disturbare il personaggio evangelico, mi sentirei disponibile a sostituire Madre Teresa di Calcutta in qualcuna delle sue opere di carità. Orbene la "distanza" dalla Conoscenza assoluta posso misurarmela da me.
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

giona2068

Citazione di: Mario Barbella il 21 Dicembre 2016, 19:18:44 PM
:)
DOMANDA DELLO SPIRITO
(MA QUANTO DISTA DA ME LA CONOSCENZA ASSOLUTA?)l


Quasi tutte problematiche teologiche che comportano lo studio delle Sacre Scritture, con riguardo allo specifico mondo della cristianità, paiono poggiare su pochissimi semplici passi dei Vangeli canonici, passi qui riportati con qualche breve commento. La sottolinetura del pronome ME nel sottotitolo sta  per sottolineare che il destinatario di questa riflessione è l'IO cosciente nella sua unicità e universalità, in breve, nella coscienza che si sente capace di percepire l'onere che è la responsabilità totale del Mio Universo nonostante una chiara sensazione di desolante debolezza (in termini di Conoscenza). Si, perché il termine Conoscenza qui trascende il solito comune significato di insieme di informazioni acquisite ed organizzate ad uso dei Miei archivi mentali e d'altro genere, per assumere quello di sentito (= percezione) di potenza o, se si preferisce, di dominio effettivo sul Mio Universo, al netto dell'altrettanto sentito di flaccidità (o debolezza) di tale dominio.
Veniamo ora al sottotitolo di questa riflessione "Ma quanto dista da ME la Conoscenza assoluta?" Abbiamo, appena sopra, accennato al fatto che Conoscenza è, al netto di tutta la discussione filosofica che giustificherebbe questa conclusione, la capacità, non importa in quale misura, di dominio che l'Osservatore ha sul Suo Universo. L'avvento del Cristianesimo, che qui riteniamo  datare dalla pubblicazione dei vangeli ("pubblicazione", termine da non prendere alla lettera come la pubblicazione di un libro di oggi) nei quali si sottolinea la cultura del sentimento caritatevole nei confronti del più debole. Per rispondere all'auto-domanda: "Ma quanto dista da Me..." è sufficiente il semplice caso della parabola: "Il buon samaritano", orbene sarei capace, io personalmente, di ripetere quell'atto di carità in toto, tenendo conto che oggi dispongo di un auto che non gira in ambienti non sicuri? Forse si, ma solo per portare il ferito al primo ospedale pubblico senza spese, o quasi, a mio carico. A questa domanda ho già tenuta per me la mia risposta. Ma, pure senza disturbare il personaggio evangelico, mi sentirei disponibile a sostituire Madre Teresa di Calcutta in qualcuna delle sue opere di carità. Orbene la "distanza" dalla Conoscenza assoluta posso misurarmela da me.
Fra il conoscere e il credere c'è un abisso molto grande.
Purtroppo dappertutto si trova questa sinonimia delle due parole anche se in verità sono cose molte diverse.
La conoscenza al massimo può portare ad cambiamento della mente, ma a noi ciò che interessa è il cuore perché è la dimora del Signore Dio nell'uomo e quindi il tempio della vita. Anche a satana interessa il cuore dell'uomo, sia quando già lo domina che quando cerca di conquistarlo.
Per questo convince l'uomo che quando sa vuol dire che crede e se crede è già salvo, ma non è vero.
Questo inganno è il fondamento della sua vittoria, purtroppo.
Quando San Paolo dice: Non faccio ciò  che voglio e faccio ciò che più mi ripugna, sta dicendo di non essere libero.
Chi non è libero è schiavo di satana, anche se  nel caso di san Paolo, e non solo, la conoscenza non manca.
Non è questa la prova che solo con la conoscenza non risolviamo i nostri problemi?
San Paolo ha vinto perché ha creduto nella sua verità, al contrario di tanti che la conoscono non vi credono.
Occorre quindi conoscere la nostra verità, chi siamo, chi eravamo ed a cosa siamo chiamati, ma oltretutto dobbiamo prendere atto della nostra condizione spirituale  e che da soli non possiamo fare nulla.
Anche questa è conoscenza, anzi lo è più della cultura teologica, allora se vogliamo rispondere alla domanda quanto sono distanza dalla conoscenza assoluta dobbiamo chiederci se conosciamo la ragione per quale non siamo santi.
Fino a quando non scopriremo e crederemo a questa verità, la conoscenza teologica ci serve solo ad essere gli scribi e farisei di questo tempo, o se preferiamo degli pseudo teologi, che anziché credere crocifiggono il Signore della via, vita e verità.

Aspirante Filosofo58

Citazione di: Mario Barbella il 21 Dicembre 2016, 19:18:44 PM:)
DOMANDA DELLO SPIRITO
(MA QUANTO DISTA DA ME LA CONOSCENZA ASSOLUTA?)l


Quasi tutte problematiche teologiche che comportano lo studio delle Sacre Scritture, con riguardo allo specifico mondo della cristianità, paiono poggiare su pochissimi semplici passi dei Vangeli canonici, passi qui riportati con qualche breve commento. La sottolinetura del pronome ME nel sottotitolo sta  per sottolineare che il destinatario di questa riflessione è l'IO cosciente nella sua unicità e universalità, in breve, nella coscienza che si sente capace di percepire l'onere che è la responsabilità totale del Mio Universo nonostante una chiara sensazione di desolante debolezza (in termini di Conoscenza). Si, perché il termine Conoscenza qui trascende il solito comune significato di insieme di informazioni acquisite ed organizzate ad uso dei Miei archivi mentali e d'altro genere, per assumere quello di sentito (= percezione) di potenza o, se si preferisce, di dominio effettivo sul Mio Universo, al netto dell'altrettanto sentito di flaccidità (o debolezza) di tale dominio.
Veniamo ora al sottotitolo di questa riflessione "Ma quanto dista da ME la Conoscenza assoluta?" Abbiamo, appena sopra, accennato al fatto che Conoscenza è, al netto di tutta la discussione filosofica che giustificherebbe questa conclusione, la capacità, non importa in quale misura, di dominio che l'Osservatore ha sul Suo Universo. L'avvento del Cristianesimo, che qui riteniamo  datare dalla pubblicazione dei vangeli ("pubblicazione", termine da non prendere alla lettera come la pubblicazione di un libro di oggi) nei quali si sottolinea la cultura del sentimento caritatevole nei confronti del più debole. Per rispondere all'auto-domanda: "Ma quanto dista da Me..." è sufficiente il semplice caso della parabola: "Il buon samaritano", orbene sarei capace, io personalmente, di ripetere quell'atto di carità in toto, tenendo conto che oggi dispongo di un auto che non gira in ambienti non sicuri? Forse si, ma solo per portare il ferito al primo ospedale pubblico senza spese, o quasi, a mio carico. A questa domanda ho già tenuta per me la mia risposta. Ma, pure senza disturbare il personaggio evangelico, mi sentirei disponibile a sostituire Madre Teresa di Calcutta in qualcuna delle sue opere di carità. Orbene la "distanza" dalla Conoscenza assoluta posso misurarmela da me.
Secondo me, la distanza di ognuno di noi dalla Conoscenza assoluta è inversamente proporzionale alla quantità di collaborazioni col prossimo che ognuno di noi riesce ad onorare. Mi spiego: io vedo l'intera umanità come un puzzle, di cui ogni essere umano è un pezzo. Solamente mettendo al posto giusto ogni pezzo si può ottenere il disegno del puzzle. Nello stesso modo: solamente un'umanità i cui componenti sono ognuno al proprio posto (come i pezzi di un puzzle) può ambire alla Conoscenza assoluta, e conseguentemente, ne beneficerebbe ogni essere umano. Api e formiche collaborano tra loro, ottenendo risultati eccellenti, forse per istinto. L'essere umano, che è dotato di intelligenza, non ha ancora capito ciò?
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

atomista non pentito

La conoscenza assoluta ( immagino che la domanda sia relativa alla condizione del sapiens) a mio parere non e' che "dista" ....... semplicemente non esiste ,  per il fatto stesso che si senta l'esigenza di porsi la domanda. L'ape e la formica invece ( esempio di A.F.) , come tutte le altre specie  animali e vegetali sul pianeta , hanno la conoscenza assoluta perché tutto cio' che serve alla propria vita lo "sanno" ( in qualche modo ) e non si pongono domande con impossibile risposta.

Ipazia

È una domanda da autostoppisti galattici. Restando coi piedi per Terra sarebbe già tanto arrivare ad una conoscenza intellettualmente onesta.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aspirante Filosofo58

Citazione di: atomista non pentito il 09 Giugno 2023, 10:48:51 AMLa conoscenza assoluta ( immagino che la domanda sia relativa alla condizione del sapiens) a mio parere non e' che "dista" ....... semplicemente non esiste ,  per il fatto stesso che si senta l'esigenza di porsi la domanda. L'ape e la formica invece ( esempio di A.F.) , come tutte le altre specie  animali e vegetali sul pianeta , hanno la conoscenza assoluta perché tutto cio' che serve alla propria vita lo "sanno" ( in qualche modo ) e non si pongono domande con impossibile risposta.
O forse questa conoscenza assoluta esiste solamente ragionando in termini di umanità i cui componenti (gli esseri umani), invece di farsi la guerra, tanto interiormente quanto esteriormente nei confronti del prossimo, inizino a collaborare per progredire spiritualmente, tutti insieme? Nessuno ha la certezza di ciò,  ovviamente, ma chiunque può essere certo che le guerre non giovino ad alcuno. Quindi  visto che tentar non nuoce (afferma il proverbio), perché non provare? Ovviamente non vale che ognuno aspetti il primo passo da parte di altri. Io mi sono già incamminati su questa strada. Sono uscito dalla caverna platonica. Siete liberi di non credermi oppure di incamminarvi anche voi, di uscire dalla caverna.😏
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

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