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Guerra in Ucraina III

Aperto da InVerno, 21 Febbraio 2023, 13:39:02 PM

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niko

I giganti sono lenti a carburare, ma alla fine vincono.

Soprattutto ridimensionando i loro obbiettivi rispetto agli obbiettivi in effetti esagerati della prima ora.

Esagerati perfino per un gigante.

La superiorità o l'inferiorità in guerra non la fanno solo le forze, la fanno le forze commisurate agli obbiettivi.

Non solo è questione di "quante risorse hai", ma di: "quante risorse hai per fare cosa".

Fare una mossa per ridimensionarsi e mirare basso, paradossalmente, era fondamentale, per vincere in una guerra come questa.

La Russia la sua mossa a ribasso l'ha fatta: si è annessa dei territori che l'Ucraina può perdere rimanendo in vita come stato.

In questo semplice modo, è passata in vantaggio ottimizzando le risorse su un obbiettivo minore, e quindi più realistico.

Le annessioni, vituperate da un punto di vista etico e politico, da un punto di vista strettamente guerresco e strategico, sono state un'ottima mossa.

La Russia, dichiarando quei luoghi suolo patrio, ha dichiarato che, di fatto, sul suo obbiettivo minore e ridimensionato però, non si arrenderà mai.

Che mira basso ma fa sul serio.

L'Ucraina può uscire dalla guerra senza quei territori.

L'occidente non può entrare in guerra diretta senza causare un'apocalisse mondiale.

Si può scommettere dieci a uno su come finirà questa guerra in grandi linee, cioè sul fatto che il sogno occidentale ed ucraino di tornare ai confini di prima del 2022 non si realizzerà.

E l'Ucraina sarà spezzata in due.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Citazione di: niko il 24 Febbraio 2023, 23:04:02 PMSe la Russia NON avesse invaso l'Ucriana, la nato e l'ue, (cioè le due principali espressioni mondiali della potenza americana, perché l'ue NON è realmente autonoma dagli u.s.a, anche se così ci raccontano) si sarebbero pappati l'ucraina INTEGRALMENTE
Mi fa piacere che hai abbracciato lo spunto sul realismo che ho dato nell'incipit e provi ad interpretarlo con istrionismo, anche se devo dire, non scandalizza, e lo dico perchè sospetto che i tuoi eccessi abbiano questo tipo di obbiettivo, fallito a mio avviso. Spero che tu non faccia parte di quella nutrita schiera di chi nega ai popoli slavi di essere agenti del proprio destino per vendette storiche, ho sentito qualche tempo fa Corbyn dire "the Ucraine", dove il "the" un pò come si sostiene succeda con l'articolo  di fronte a nome femminile serva per "oggettificarla" e sminuirla. Ma in generale, considerando anche l'intervento di qualcun altro (scusate non ricordo) intervenuto per dire che ad un vuoto di potere ne consegue un altro, mi viene un qualche sospetto.. Sei sicuro di interpretare questo concetto in ambo le direzioni? Intendo, sono abbastanza certo che se avessi la bacchetta magica vorresti uscire dalla NATO (e dall'UE?) ma ti rendi perciò conto che questo vorrebbe dire, sempre nella stessa ottica, di essere "pappato" dalla Russia (che nel post successivo, racconti sia un male peggiore)?

Se neghi la capacità di autodeterminarsi di un popolo "fiches" non la neghi solo per loro, ma la neghi per te stesso e il tuo, non la neghi solo in ingresso ma anche in uscita.. Perciò immagino che è lecito per me considerare la tua avversione verso queste sovrastrutture, come un semplice prodotto di agenti esterni, cioè che tu agisca e pensi in maniera strumentale a qualcun altro.. Sei sicuro di voler percorrere questa strada, e di saperne abbracciare tutte le sfaccettature, in ambo le direzioni, oppure ci sono direzioni "più giuste" delle altre?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#92
@niko

Non sono sicura che la Russia sia un posto così orribile. Ho l'impressione che in Russia la riduzione della popolazione a cavie di affaristi biotech occidentali sia stata assai meno brutale e devastante che in Italia, e l'agenda 2030 assai meno militarizzata e coatta. Va aggiunto che il maggior ostacolo alla tua Eurasia è tutto marchiato Nato, ovvero USA. Non mi strapperei troppo i capelli su qualche defenestrato in libro paga Mondolibero. Inclusi gli oligarchi, il cui assalto alla diligenza russa, patrocinato dai predoni occidentali e locali, stoppato senza tanti complimenti da Putin: era ora, dopo l'alter ego russo del buffone ucraino, Eltsin.

Il problema del sostegno alla Russia di Putin (il delfino Medvedev non mi pare più malleabile) è molto più che semplicemente tattico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 25 Febbraio 2023, 13:50:16 PM@niko

Non sono sicura che la Russia sia un posto così orribile. Ho l'impressione che in Russia la riduzione della popolazione a cavie di affaristi biotech occidentali sia stata assai meno brutale e devastante che in Italia, e l'agenda 2030 assai meno militarizzata e coatta. Va aggiunto che il maggior ostacolo alla tua Eurasia è tutto marchiato Nato, ovvero USA. Non mi strapperei troppo i capelli su qualche defenestrato in libro paga Mondolibero. Inclusi gli oligarchi, il cui assalto alla diligenza russa, patrocinato dai predoni occidentali e locali, stoppato senza tanti complimenti da Putin: era ora, dopo l'alter ego russo del buffone ucraino, Eltsin.

Il problema del sostegno alla Russia di Putin (il delfino Medvedev non mi pare più malleabile) è molto più che semplicemente tattico.


La Russia di Putin e' una quasi/dittatura e al limite solo Fusaro, che e' un quasi/fascista la puo' sostenere.

Io sono altro, e penso solo a un disfattismo tattico: il nemico del mio nemico, e' mio amico...

Temporaneamente...

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Phil

Citazione di: niko il 25 Febbraio 2023, 10:43:40 AMio sono per la pace, tifo per la Russia solo perche' la Russia da quando ha ridimensionato, realisticamente, appunto, i suoi obbiettivi in Ucraina [...] e' l'unica parte in campo che puo' vincere:
[...]
Il mio discorso, realistico, e' che prima qualcuno "vince", in questa guerra, e prima si arriva alla pace.

[...]
Se fossimo in Russia, il nemico sarebbe la Russia.

Se vuoi farmi dire che c' e' una differenza ETICA tra porcate n.a.t.o e porcate Russia, no, non lo dico.
Trovo interessante questo conflitto fra realismo ed etica o, latineggiando, fra «si vis pacem para bellum» e «si vis pacem para iustitiam» («se vuoi la pace prepara la guerra» e «se vuoi la pace prepara la giustizia»). Da quel che leggo, da un lato, ci si augura che il gatto non giochi troppo con il topo, se tanto è inevitabile che alla fine se lo mangi; dall'altro, non è scontato, suppongo, che sia etico che il gatto mangi il topo solo perché lui è più grosso (senza voler "degradare" il povero topo ad osso ed "ingrossare" i gatti in cani). Come dire che c'è una micro-etica realista, per cui ci si augura che non ci sia ancora lunga guerra (sofferenza, morti, etc.) e torni presto la pace; affiancata ad una macro-etica che invece riflette su ciò che è giusto a prescindere dalle dimensioni dei contendenti, mettendo invece l'accento sul "fare porcate" e su ciò che è necessario affinché "la giustizia trionfi" (vocabolario non mio, ma qui serve a capirsi). Suppongo che per la macro-etica ogni Davide, se è nel "giusto", faccia bene a combattere contro il Golia di turno, sebbene non sia affatto ovvio che finisca sempre come nella Bibbia; mentre per la micro-etica, c'è da augurarsi che Davide non prolunghi inutilmente il suo sofferente stillicidio per i colpi inferti da Golia e che la cruenta battaglia finisca presto (nel modo prevedibile secondo le stazze in campo), ristabilendo così l'agognata pace.
Non ho la geopolitica come "sport" preferito, quindi se steste parlando di un (fanta-)conflitto bellico fra Senegal e Gambia (nomi a caso) o fra USA e Cuba (un po' meno a caso), porrei comunque la stessa questione: mi interessa la portata trasversale presente in quanto citato. Se non ho frainteso, mi pare una declinazione ambigua del suddetto «si vis pacem, para bellum»: ossia, nel caso della micro-etica (perché la macro è ben nota come impostazione) "tifare" per il pesce grande affinché mangi al più presto il pesce piccolo così le acque tornino calme e pacificate. Poi, se il pesce grande avrà ancora fame, "tiferemo" ancora affinché inghiotta un altro piccolo senza turbare troppo le acque e così via fino a quando, plausibilmente, saranno rimasti solo pesci grandi e, se avranno fame, le acque allora si muoveranno parecchio. Nel frattempo si saranno estinti i pesci piccoli, che riposeranno in pace, nella (micro?)pace ottenuta grazie alla loro morte.
Non sono certo che Kant (v. qualche pagina addietro) avesse in mente questo quando parlava di pace, né che sia una buona ricetta per la stabilità geopolitica (se la guerra ci è sgradita), quasi convenisse inviare le armi a Putin così che faccia prima a "pacificare" quelle zone.
Chiaramente qui la pace è anche un (primo o secondo, a scelta) fine perché l'obiettivo reale della macro-etica resta comunque la "giustizia": che in questo caso, da quel che mi dite, sarebbe il riportare certi confini ad un determinato periodo storico (scelto secondo certi canoni ideologici), o almeno ad un compromesso che gli assomigli vagamente (e il fatto che se ne parli con passione nella patria di quell'"epifenomeno" dai confini piuttosto mutevoli che fu l'impero romano, per non parlare della penisola ancora in corso di unificazione sociale, non è privo di una certa ironia del destino).

niko

Citazione di: InVerno il 25 Febbraio 2023, 13:16:55 PMMi fa piacere che hai abbracciato lo spunto sul realismo che ho dato nell'incipit e provi ad interpretarlo con istrionismo, anche se devo dire, non scandalizza, e lo dico perchè sospetto che i tuoi eccessi abbiano questo tipo di obbiettivo, fallito a mio avviso. Spero che tu non faccia parte di quella nutrita schiera di chi nega ai popoli slavi di essere agenti del proprio destino per vendette storiche, ho sentito qualche tempo fa Corbyn dire "the Ucraine", dove il "the" un pò come si sostiene succeda con l'articolo  di fronte a nome femminile serva per "oggettificarla" e sminuirla. Ma in generale, considerando anche l'intervento di qualcun altro (scusate non ricordo) intervenuto per dire che ad un vuoto di potere ne consegue un altro, mi viene un qualche sospetto.. Sei sicuro di interpretare questo concetto in ambo le direzioni? Intendo, sono abbastanza certo che se avessi la bacchetta magica vorresti uscire dalla NATO (e dall'UE?) ma ti rendi perciò conto che questo vorrebbe dire, sempre nella stessa ottica, di essere "pappato" dalla Russia (che nel post successivo, racconti sia un male peggiore)?

Se neghi la capacità di autodeterminarsi di un popolo "fiches" non la neghi solo per loro, ma la neghi per te stesso e il tuo, non la neghi solo in ingresso ma anche in uscita.. Perciò immagino che è lecito per me considerare la tua avversione verso queste sovrastrutture, come un semplice prodotto di agenti esterni, cioè che tu agisca e pensi in maniera strumentale a qualcun altro.. Sei sicuro di voler percorrere questa strada, e di saperne abbracciare tutte le sfaccettature, in ambo le direzioni, oppure ci sono direzioni "più giuste" delle altre?


Io scandalizzo perche' a volte mi sento scandalizzato.

La nato non e' una alternativa alla Russia di Putin, che non e' il male assoluto ed attacca solo se provocata...

E appunto, farla finita con la nato sarebbe il mezzo, per non provocarla.

La pace viene sempre dalla giustizia, o quanto meno da relazioni interumane, e intestatari equilibrate.

Io non ragiono in termini di male minore ed ho un approccio realistico pure al concetto di "indipendenza dei popoli".

Chi e' piccolo e vuole essere indipendente, se ne stia ben lontano dai giganti, come Russia e nato.

Questo dovrebbe essere tutto il concetto realistico dell'indipendenza, al di la' delle fanfaronate.

Il problema dell'Ucraina, non e' che essa e' eroica perche' non ha vuole fare la "fiches" sul tavolo delle relazioni internazionali e vuole lottare fino all'ultimo, come ci raccontano.

Per come ma vedo io, negli ultimi otto anni l'ha fatta fin troppo, la "Fiches", e si e' spezzata.

Insomma l'indipendenza, come valore se vogliamo etico, non e' una cosa che si dimostra con l'avventatatezza e il romanticismo patriottardo, NO, e' una cosa che si dimostra con sagge politiche di equidistanza.

Chi si allea troppo ai giganti, sbilanciandosi troppo a fare l'amichetto con uno o con l'altro, finisce per non essere piu', indipendente.

E neanche libero.

Autodeterminazione.

Intesa in senso semplice, cioe' secondo  verita'.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Non mi pare che la Russia abbia velleità imperialiste nei confronti dell'Europa, e in ogni caso assai meno degli USA. Qui, nel "grande gioco", non c'è chi fa il gatto e chi il topo, ma la dissoluzione di un blocco militare, la Nato, che dal secondo dopoguerra ha fomentato colpi di stato e guerre su scala industriale planetaria. La Russia ha detto stop in Siria e ora dice stop alle porte di casa. 

Mi auguro che chi di dovere questo stop l'abbia sentito forte e chiaro. E che prima, piuttosto che poi, ne prendano atto anche gli ucraini che, in questo momento, stanno giocando al topo col gatto, nell'illusione suicida (per tutti) che il cane intervenga direttamente. 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

L'idea di VINCERE è ormai un retaggio di guerre passate, combattute con condizioni  militari del tutto superate oggigiorno. Basta vedere l'esito di tutte le guerre degli ultimi vent'anni. Chi ha vinto in Somalia, in Irak o in Afghanistan? Chi ha perso? Chi sta vincendo in Siria? Eppure la macchina della propaganda governativa di ambo le parti in conflitto non fa che tuonare all'unisono:VINCEREMO. C' è sempre una ingenua idea quasi calcistica, da film con il finale glorioso dove l'eroe , messo alle strette, tira fuori una forza indomita e alla fine trionfa. Non succederà nulla di tutto questo. Si incancrenira' , si continuerà a morire, si ammasseranno  cadaveri su cadaveri, finché, respinto l'aggressore, e visti gli anni di guerra passare uno dopo l'altro, si inizierà a non ricordare più persino i motivi, chi aveva ragione e chi torto, ma solo a cercare di restare vivi. Una storia già vista.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

daniele22

Premessa la mia ignoranza in merito agli equilibri mondiali ieri ho dato un'occhiata al piano di pace promosso dalla Cina e sinceramente mi è parso fuffa se non per cercare di spostare il baricentro della guerra in corso portando il problema locale a livello mondiale. Mi sembra però che si faccia rientrare il tutto in un quadro strategico militare quando a mio giudizio la questione della pace nel mondo sarebbe in realtà una questione di egemonie economiche/culturali alle quali le grandi potenze non sembrano affatto voler rinunciare, distribuzione del grano a parte (le solite briciole). Il ricorso alle armi quindi sarebbe solo l'emanazione ineluttabile di tali conflitti. Naturalmente io non so cosa frulli per la mente di Putin o della Russia, però a tutt'oggi mi sembra ancora enigmatica la posizione che i russi tengono in piedi. Enigmatica perché mi sembra poco realistico pensare che i russi non si siano resi conto che invadendo l'Ucraina e vincendo il conflitto non avrebbero certo risolto il problema che la Nato, legittimamente, si assesti nei pressi dei suoi confini occidentali. Mi chiedo infine a chi convenga che nel nostro mondo si persista a creare muri. Sembra quasi la tela di Penelope

niko

Citazione di: Phil il 25 Febbraio 2023, 15:12:06 PMTrovo interessante questo conflitto fra realismo ed etica o, latineggiando, fra «si vis pacem para bellum» e «si vis pacem para iustitiam» («se vuoi la pace prepara la guerra» e «se vuoi la pace prepara la giustizia»). Da quel che leggo, da un lato, ci si augura che il gatto non giochi troppo con il topo, se tanto è inevitabile che alla fine se lo mangi; dall'altro, non è scontato, suppongo, che sia etico che il gatto mangi il topo solo perché lui è più grosso (senza voler "degradare" il povero topo ad osso ed "ingrossare" i gatti in cani). Come dire che c'è una micro-etica realista, per cui ci si augura che non ci sia ancora lunga guerra (sofferenza, morti, etc.) e torni presto la pace; affiancata ad una macro-etica che invece riflette su ciò che è giusto a prescindere dalle dimensioni dei contendenti, mettendo invece l'accento sul "fare porcate" e su ciò che è necessario affinché "la giustizia trionfi" (vocabolario non mio, ma qui serve a capirsi). Suppongo che per la macro-etica ogni Davide, se è nel "giusto", faccia bene a combattere contro il Golia di turno, sebbene non sia affatto ovvio che finisca sempre come nella Bibbia; mentre per la micro-etica, c'è da augurarsi che Davide non prolunghi inutilmente il suo sofferente stillicidio per i colpi inferti da Golia e che la cruenta battaglia finisca presto (nel modo prevedibile secondo le stazze in campo), ristabilendo così l'agognata pace.
Non ho la geopolitica come "sport" preferito, quindi se steste parlando di un (fanta-)conflitto bellico fra Senegal e Gambia (nomi a caso) o fra USA e Cuba (un po' meno a caso), porrei comunque la stessa questione: mi interessa la portata trasversale presente in quanto citato. Se non ho frainteso, mi pare una declinazione ambigua del suddetto «si vis pacem, para bellum»: ossia, nel caso della micro-etica (perché la macro è ben nota come impostazione) "tifare" per il pesce grande affinché mangi al più presto il pesce piccolo così le acque tornino calme e pacificate. Poi, se il pesce grande avrà ancora fame, "tiferemo" ancora affinché inghiotta un altro piccolo senza turbare troppo le acque e così via fino a quando, plausibilmente, saranno rimasti solo pesci grandi e, se avranno fame, le acque allora si muoveranno parecchio. Nel frattempo si saranno estinti i pesci piccoli, che riposeranno in pace, nella (micro?)pace ottenuta grazie alla loro morte.
Non sono certo che Kant (v. qualche pagina addietro) avesse in mente questo quando parlava di pace, né che sia una buona ricetta per la stabilità geopolitica (se la guerra ci è sgradita), quasi convenisse inviare le armi a Putin così che faccia prima a "pacificare" quelle zone.
Chiaramente qui la pace è anche un (primo o secondo, a scelta) fine perché l'obiettivo reale della macro-etica resta comunque la "giustizia": che in questo caso, da quel che mi dite, sarebbe il riportare certi confini ad un determinato periodo storico (scelto secondo certi canoni ideologici), o almeno ad un compromesso che gli assomigli vagamente (e il fatto che se ne parli con passione nella patria di quell'"epifenomeno" dai confini piuttosto mutevoli che fu l'impero romano, per non parlare della penisola ancora in corso di unificazione sociale, non è privo di una certa ironia del destino).


Ripeto, non ci sono microetiche e macroetiche nel mio discorso.

L'azione dettata dall'etica è sempre quella di ristabilire la pace mediante la costruzione della giustizia.

Detto questo, dico anche che molte guerre, come quella in Ucraina, non hanno nulla a che vedere con il mio concetto di giustizia, nel senso che ormai, le ragioni dei due contendenti, comunque esse potessero essere in passato, si sono, diciamo così, "oscurate nel polverone azato dalla zuffa", insomma allo stato attuale, i due contendenti hanno torto tutti e due, e questo apre, secondo me a un'etica di prospettive realiste per la pace, cioè, che vinca l'unico pesce abbastanza grosso da poter vincere, così almeno pesce grosso e pesce piccolo la smettono di scannarsi.

Io poi, ripeto ancora, perché anche questo l'ho già scritto, non considero la Russia il male assoluto cosmico demoniaco, quindi con me, che sono un realista, il discorso (patriottardo stupido) del pendio incrinato, che recita:

"se lasciamo passivamente che Russia conquisti il venti per cento dell'Ucraina... poi domani essa vorrà conquistare tutta l'Ucraina, poi dopodomani tutta l'Europa, poi tra tre giorni il mondo, e tra quattro anche marte, perché Putin è come Hitler che... bla,bla, bla..."

lascia veramente il tempo che trova.

Ma veramente.

La Russia tradizionalmente è un orso, e gli orsi non attaccano se non vengono provocati.

Non provochiamoli, e basta.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

anthonyi

Citazione di: Phil il 25 Febbraio 2023, 15:12:06 PMTrovo interessante questo conflitto fra realismo ed etica o, latineggiando, fra «si vis pacem para bellum» e «si vis pacem para iustitiam» («se vuoi la pace prepara la guerra» e «se vuoi la pace prepara la giustizia»). Da quel che leggo, da un lato, ci si augura che il gatto non giochi troppo con il topo, se tanto è inevitabile che alla fine se lo mangi; dall'altro, non è scontato, suppongo, che sia etico che il gatto mangi il topo solo perché lui è più grosso (senza voler "degradare" il povero topo ad osso ed "ingrossare" i gatti in cani). Come dire che c'è una micro-etica realista, per cui ci si augura che non ci sia ancora lunga guerra (sofferenza, morti, etc.) e torni presto la pace; affiancata ad una macro-etica che invece riflette su ciò che è giusto a prescindere dalle dimensioni dei contendenti, mettendo invece l'accento sul "fare porcate" e su ciò che è necessario affinché "la giustizia trionfi" (vocabolario non mio, ma qui serve a capirsi). Suppongo che per la macro-etica ogni Davide, se è nel "giusto", faccia bene a combattere contro il Golia di turno, sebbene non sia affatto ovvio che finisca sempre come nella Bibbia; mentre per la micro-etica, c'è da augurarsi che Davide non prolunghi inutilmente il suo sofferente stillicidio per i colpi inferti da Golia e che la cruenta battaglia finisca presto (nel modo prevedibile secondo le stazze in campo), ristabilendo così l'agognata pace.
Non ho la geopolitica come "sport" preferito, quindi se steste parlando di un (fanta-)conflitto bellico fra Senegal e Gambia (nomi a caso) o fra USA e Cuba (un po' meno a caso), porrei comunque la stessa questione: mi interessa la portata trasversale presente in quanto citato. Se non ho frainteso, mi pare una declinazione ambigua del suddetto «si vis pacem, para bellum»: ossia, nel caso della micro-etica (perché la macro è ben nota come impostazione) "tifare" per il pesce grande affinché mangi al più presto il pesce piccolo così le acque tornino calme e pacificate. Poi, se il pesce grande avrà ancora fame, "tiferemo" ancora affinché inghiotta un altro piccolo senza turbare troppo le acque e così via fino a quando, plausibilmente, saranno rimasti solo pesci grandi e, se avranno fame, le acque allora si muoveranno parecchio. Nel frattempo si saranno estinti i pesci piccoli, che riposeranno in pace, nella (micro?)pace ottenuta grazie alla loro morte.
Non sono certo che Kant (v. qualche pagina addietro) avesse in mente questo quando parlava di pace, né che sia una buona ricetta per la stabilità geopolitica (se la guerra ci è sgradita), quasi convenisse inviare le armi a Putin così che faccia prima a "pacificare" quelle zone.
Chiaramente qui la pace è anche un (primo o secondo, a scelta) fine perché l'obiettivo reale della macro-etica resta comunque la "giustizia": che in questo caso, da quel che mi dite, sarebbe il riportare certi confini ad un determinato periodo storico (scelto secondo certi canoni ideologici), o almeno ad un compromesso che gli assomigli vagamente (e il fatto che se ne parli con passione nella patria di quell'"epifenomeno" dai confini piuttosto mutevoli che fu l'impero romano, per non parlare della penisola ancora in corso di unificazione sociale, non è privo di una certa ironia del destino).
Nella saga dei pesci grandi e piccoli possiamo notare che la scelta migliore é rendere il più amari e indigesti i pesci piccoli per i grandi, in maniera tale che o il pesce grande lascia libero quello piccolo perché lo sente amaro, oppure almeno vive un'esperienza tale di sofferenza che comunque gli passa la voglia di ingoiare un altro pesce piccolo. 

InVerno

#102
Citazione di: niko il 25 Febbraio 2023, 15:21:34 PMIl problema dell'Ucraina, non e' che essa e' eroica perche' non ha vuole fare la "fiches" sul tavolo delle relazioni internazionali e vuole lottare fino all'ultimo, come ci raccontano.

Per come ma vedo io, negli ultimi otto anni l'ha fatta fin troppo, la "Fiches", e si e' spezzata.

Insomma l'indipendenza, come valore se vogliamo etico, non e' una cosa che si dimostra con l'avventatatezza e il romanticismo patriottardo, NO, e' una cosa che si dimostra con sagge politiche di equidistanza.
Non credo che chi avvoca l'ipotesi della neutralità sia ben concio del fatto che spesso e volentieri è più una lieta coincidenza di diversi fattori che qualcosa che si può realmente volere se non sul lunghissimo periodo, tra questi fattori c'è solitamente un vicinato che non ha pretese territoriali nei tuoi confronti, confini naturali ben stabiliti e difendibili, e un governo altamente funzionale con un corpo diplomatico capace e interconesso. Magari mi perdo qualche eccezione, ma l'Ucraina non aveva nulla di queste cose, e chiedere neutralità ad uno stato che non ha questi requisiti basici vuol dire che dovrà compromettere e compensare queste mancanze in altre maniere, al punto da non essere realmente neutrale. Puoi vedere come un atto di neutralità la cessione delle atomiche alla Russia, per essere stato possibile, c'è stato bisogno di tre garanti, di cui uno, la Cina, sembrarsi essersi data alla macchia. Guarda la situazione attuale: l'Ucraina è nella NATO. E il motivo  è che qualsiasi sarà il risultato di questa guerra, se rimarrà una Ucraina, avrà bisogno di garanzie, e gli unici che hanno l'operatibilità per fornirla sono i paesi NATO.


Penso che Putin abbia qualche dispositivo alla "men-in-black" che cancella la memoria delle persone, specialmente chi dipinge la NATO come questo solidissimo accrocchio militare pronto addirittura ad offensive su Mosca e altre cose.. Ricordi che il più importante partner militare  della NATO in EU, Macron, disse tre anni fa che la NATO era celebralmente morta? Ricordi che gli americani stavo strepitando per far aumentare la partecipazione alle spese dei paesi europei e minacciavano di far saltare il banco?  Ma il dispositivo cancella memoria funziona alla grande anche su altre questioni. Esempio parlare di NATO, quando la memoria dovrebbe servire per ricordare che tutto il casino politico in Ucraina era dovuto all'ingresso nell'UE, questo i protestanti chiedevano, questo la maggioranza del paese chiedeva.. e chi sei tu per negarglielo? Hai visto i grafici del GDP di Polonia, Baltici e altri ex Varsavia da quando sono entrati in EU? Perchè l'Ucraina non avrebbe dovuto tentare la stessa strada, che neutralità avrebbe infranto nel cercare maggiori connessioni economiche con l'europa occidentale e magari avere formule economiche leggermente più moderne? Io lo so che neutralità avrebbe infranto, quando hai una pensione di 200€\mese, il tuo capo di stato ha i portarotoli del cesso laccati in oro (letteralmente), e i tuoi cugini che parlano la stessa lingua e di cui puoi capire meglio le questioni, stanno negli ultimi anni magicamente vedendo aumentare il loro standard di vita.. forse cominci ad abbandonare la neutralità ... verso il signore che ha un produttore personale di caviale nero per i suoi cani e il suo gruppo di amici così tanto antioccidentali da divorziare dalle proprie mogli per permettergli di continuare a fare shopping nei paesi dei nemici? yeah..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Pio

#103
Ascoltavo l'altra sera la trasmissione Guerra e Pace su TV2000 e si parlava di dati militari. Ne è uscito che i russi, su un fronte di 800 km, riversano sulle linee ucraine una media di 12000 colpi d'artiglieria al giorno. Gli ucraini rispondono con circa 5000 tiri, che però colpiscono l'Ucraina stessa, ma le munizioni stanno calando rapidamente (ecco il perché anche del l'attivismo di Z. In questi ultimi giorni). Un reporter ha visitato un centro medico di pronto intervento ucraino in cui arrivavano in media 100 feriti al giorno. Si calcola che per 100 feriti si debba mettere in conto una trentina di morti. Di questi centri ce ne sono decine dietro le linee. La carne da macello non è inesauribile e, con una guerra che dovesse durare anni, farà inevitabilmente la differenza, pure se a parità di armamenti. Le perdite sono pesanti da ambo le parti. Sembra quasi di rivivere la prima guerra mondiale: pochissima guerra di movimento, pochissimo uso dell'aviazione , a parte droni e missili, e moltissimo scontro di fanteria , con avanzamenti e indietreggiamenti di pochi km. L' Isonzo ucraino insomma, o la Somme.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Pio

Hanno poi fatto vedere in un vldeo la ricostruzione che procede spedita  nelle annesse dai  russi repubbliche indipendentiste di Donetsk e di Lugansk. Stanno arrivando, per lavorare, frotte di migranti in particolare dal disastrato economicamente Sri Lanka. Gran parte degli ucraini filo occidentali se ne sono andati, o costretti ad andarsene, mentre ritornano molti filorussa, perlopiù adulti. Forse le famiglie seguiranno quando la situazione sarà più tranquilla. Molti soldati russi neoarruolati vengono impiegati come MP nelle zone occupate. Trovo TV2000 più interessante da seguire in questi reportage rispetto a RAI O Mediaset. Meno propagandistica. 
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

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