La Bibbia e l'eutanasia

Aperto da Eutidemo, 12 Febbraio 2023, 12:30:15 PM

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Eutidemo

Come insegnava Kant, in estrema sintesi:
- l'imperativo è "ipotetico", se l'azione prescritta è buona esclusivamente come mezzo per ottenere qualcos'altro;
- l'imperativo è invece "categorico", se l'azione prescritta è considerata buona in se stessa.
***
Però, molto prima di lui, quando chiesero a Gesù come dovessero essere "categorizzati" i dieci comandamenti, lui fornì una spiegazione sostanzialmente analoga:
"Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente; questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti" ( Mt 22,37-40)
***
Per dirla "kantianamente", cioè, Gesù ci  dice che tutti gli altri comandamenti sono di natura "ipotetica", in quanto finalizzati al raggiungimento dei due comandamenti "categorici" da lui enunciati; da essi, infatti, "dipende tutta la Legge e i Profeti"!
***
Facciamo un esempio: il "FURTO"!
Il 15° comandamento secondo l'ESODO e il 19° comandamento secondo il DEUTERONOMIO prescrivono di: "NON RUBARE".
Ma, evidentemente, si tratta di un "imperativo ipotetico", in quanto, in genere, se si ruba qualcosa a qualcuno, gli si procura un danno; e, quindi, indirettamente, si lede  l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
Però, se io rubo la sua pistola a un assassino, o la sottraggo ad un uomo in procinto di suicidarsi, pur commettendo senza dubbio un furto, io non violo la legge divina; ed infatti, infrangendo un "imperativo ipotetico", ho perseguito l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
***
Ora facciamo un altro esempio:  l"OMICIDIO"!
Il 13° comandamento secondo l'ESODO e il 17° comandamento secondo il DEUTERONOMIO prescrivono di: "NON UCCIDERE".
Ed infatti, in genere, se si uccide qualcuno, non gli si fa certo un favore; e, quindi, indirettamente, si lede  l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
***
Però, sempre nella bibbia, troviamo due passi molto significativi:
IL PRIMO NEL SIRACIDE
"Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
IL SECONDO NEL QUOLET
"C'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11)
***
Pertanto, secondo il combinato disposto dei passi biblici sopra riportati:
a)
Se una persona è ammalata ed è "guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù, quella persona va indubbiamente assistita e curata affinchè sopravviva e torni in buona salute (vedi la parabola del Buon Samaritano).
b)
Ma se una persona è ammalata e "non è guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo prescritto da Gesù, e, cioè, di non farla soffrire inutilmente, secondo me quella persona, col suo assenso, va eventualmente accompagnata verso il suo inevitabile destino (in modo indolore) affinchè non debba sopportare le amare ed inutili sofferenze di una inesorabile malattia cronica.
***
Non trovo altra plausibile interpretazione del chiarissimo combinato disposto dei due passi biblici citati:
- "meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
"c'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11).
***
Sopratutto il secondo passo, secondo me, è assolutamente "inequivoco"!
Ed infatti, quale altro sarebbe il "tempo per uccidere" contrapposto esattamente, proprio nella stessa frase, al "tempo per guarire", se non il "tempo dell'eutanasia"?
***
Ma questa è solo la mia "opinabile" esegesi  dei passi biblici ed evangelici sopra riportati; che, di sicuro, non corrisponde all'esegesi Cattolica.
***
Nel caso dei Cristiani Metodisti e Valdesi, invece, il Sinodo delle chiese Metodiste e Valdesi riunite del 2018 si è pronunciato favorevolmente alla pratica dell'eutanasia, per combattere l'inutile sofferenza; e recentemente, anche nella Chiesa Anglicana è iniziata una discussione non pregiudizialmente ostile alla pratica dell'eutanasia (il primo a sollevare il tema è stato, nel novembre 2006, il reverendo Tom Butler, vescovo di Southwark).
Però non conosco le loro motivazioni!
***

bobmax

L'imperativo categorico non è un comandamento, una legge che qualcuno può dichiarare assoluto, valido per tutti.

Perché l'imperativo categorico può nascere solo dentro di te.

Quello che possono dirti gli altri, qualsiasi autorità abbiano, può servire solo da stimolo.
Che rimarrà comunque vano senza un tuo moto proprio.

Se ciò accadrà, quella che nasce dentro di te è la tua "verità".
Verità che non si fonda su nient'altro che te stesso.

Quello è l'imperativo categorico.

Solo tu, in perfetta solitudine, potrai affermare il tuo imperativo categorico, in quanto per te giusto e buono. Caricandotene di ogni responsabilità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax :)
Condivido completamente quello che hai scritto, ma io ho usato genericamente la terminologia kantiana (ovviamente molto lontana da quella di Cristo), soltanto per mettere in rilevo come Gesù considerasse tutti i comandamenti "subordinati" a quello di amare Dio e il Prossimo; e, cioè, prescritti "mediatamente" a tale scopo.
***
Tutto il resto del mio topic, non era altro che una mia esegesi di due passi biblici di cui in Chiesa non si parla mai, e che, secondo me;
- vanno interpretati alla luce di quanto ha spiegato Gesù;
- da cui, a mio parere, emerge chiaramente che la Bibbia consente l'eutanasia.
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

#3
                                    AVVERTENZA
Il mio topic riguarda esclusivamente  due passi biblici di cui in Chiesa non si parla mai, e che, secondo me;
- vanno interpretati alla luce di quanto ha spiegato Gesù riguardo all'amore per Dio e per il prossimo;
- e dal cui combinato disposto, a mio parere, emerge chiaramente che la Bibbia consente l'eutanasia.
***
Quindi qualsiasi altro discorso circa l'eutanasia, di carattere non biblico, bensì filosofico, sociologico, etico, psicologico ecc., verrà considerato OFF TOPIC.
***




Freedom

Citazione di: Eutidemo il 13 Febbraio 2023, 06:26:49 AMAVVERTENZA
Il mio topic riguarda esclusivamente  due passi biblici di cui in Chiesa non si parla mai, e che, secondo me;
- vanno interpretati alla luce di quanto ha spiegato Gesù riguardo all'amore per Dio e per il prossimo;
- e dal cui combinato disposto, a mio parere, emerge chiaramente che la Bibbia consente l'eutanasia.
***
Quindi qualsiasi altro discorso circa l'eutanasia, di carattere non biblico, bensì filosofico, sociologico, etico, psicologico ecc., verrà considerato OFF TOPIC.
***




Ogni utente, quando lancia un thread, desidererebbe che tutti stessero attinenti al tema proposto e dunque sviscerarlo in profondità. A volte questo non accade perché avvengono digressioni che, tutto sommato, aggiungono valore e sostanza al Topic. Altre volte le suscettibilità si infiammano e la vis polemica prende il sopravvento.

Ebbene, la durata e la tolleranza e in definitiva il giudizio di questi accadimenti, sono lasciati alla sensibilità dei moderatori. E, ovviamente, del Webmaster.  Che, penso sia sotto gli occhi di tutti, lavorano affinché il Forum proceda nella salvaguardia degli interessi di tutti gli utenti e, naturalmente, del Forum stesso.

Ora, se l'utente che ha lanciato un qualsiasi Topic o, anche, chiunque altro che rileva uno scivolare (a suo giudizio!) eccessivo nell 'Off Topic lo vuole scrivere pubblicamente e GENTILMENTE o direttamente ai moderatori è un conto. Ma che uno si arroghi il diritto di scrivere che verrà considerato Off Topic in grassetto e maiuscolo non è accettabile.

Questo esula dalle prerogative di qualsiasi utente.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Eutidemo

Chiedo scusa, e lo chiedo gentilmente :)

Duc in altum!

Catechismo della Chiesa Cattolica

L'eutanasia (alias suicidio assistito)

2276 Coloro la cui vita è minorata o indebolita richiedono un rispetto particolare. Le persone ammalate o handicappate devono essere sostenute perché possano condurre un'esistenza per quanto possibile normale.


2277 Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile.
Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere.
2278
L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima.
In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.
2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.


Tutto il resto non è Bibbia, ma pareri personali che, come quelli di Fedez, Berlusconi o Sansonetti, lasciano il tempo che trovano.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Eutidemo

Ciao Duc in Altum. :)
Mi dispiace contraddirti, ma io non ho affatto espresso dei "pareri personali"; bensì ho soltanto riportato i "pareri espressi da Siracide e Qoèlet", nella Bibbia in versione CEI.
Nella quale troviamo testualmente scritto:
1) "Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
2) "C'è un tempo per UCCIDERE, e c'è un tempo per GUARIRE " ("Qoèlet": 3,1–11).
***
Verifica:
***
Pertanto, secondo il chiaro combinato disposto dei passi biblici sopra riportati (che, stranamente, non vengono mai citati durante la Messa), risulta evidente quanto segue:
a)
Se una persona è ammalata ed è "guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù, quella persona va indubbiamente assistita e curata affinchè sopravviva e torni in buona salute (vedi la parabola del Buon Samaritano).
b)
Ma se una persona è ammalata e "non è guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo prescritto da Gesù, e, cioè, di non farla soffrire inutilmente, quella persona, col suo assenso, va eventualmente accompagnata verso il suo inevitabile destino (in modo indolore) affinchè non debba sopportare le amare ed inutili sofferenze di una inesorabile "malattia cronica", come scritto nel Siracide.
***
Non trovo altra plausibile interpretazione del chiarissimo combinato disposto dei due passi biblici citati:
- "meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
"c'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11).
***
Sopratutto il secondo passo, secondo me, è assolutamente "inequivoco"!
Ed infatti, quale altro sarebbe il "tempo per UCCIDERE" (cioè, testualmente "togliere la vita") contrapposto esattamente, proprio nella stessa frase, al "tempo per guarire" (cioè "curare"), se non il "tempo dell'eutanasia", quando ormai non c'è più niente da fare, per salvare il paziente?
***
Un conto è far "vivere più a lungo" qualcuno, ed un altro conto è farlo solo "morire più lentamente"! :(
***
Se coloro che hanno scritto il "catechismo cattolico" (che non è certo una "sacra scrittura", e che è stato modificato più volte nella storia) ignorano i passi della Bibbia che non fanno loro comodo, e scrivono cose diverse, sono i loro "pareri che lasciano il tempo che trovano", in quanto "in palese contrasto con le sacre scritture!"
Ed allora gli "eretici" (e gli "ipocriti") sono loro!
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Un saluto! :)
***

Duc in altum!

Salve @Eutidemo

L'Ecclesiaste e l'Ecclesiastico sono stati scritti e redatti senza che conoscessero il: "ma Io vi dico..." di Gesù; parenesi dogmatica che connota con nuovi significati, eventi appartenenti al passato (alias: risignificazione della Legge).
Quindi, libertà assoluta per chiunque, ovunque e comunque, ma Gesù è categorico: non c'è bisogno d'uccidere per finire nella Geena, basta dargli del pazzo.

Se la Chiesa cattolica di Roma - e il suo Catechismo - è eretica, amen e così sia, ma è un po' presuntuoso o ridicolo (fai te!) sostenere - visto che custodisce e proclama Gesù di Nazareth come l'unica vera vita prima di decedere - che essa condanna l'eutanasia, perché non in grado (o perché bara) di interpretare la Scrittura come a te o a terzi conviene!

Il suicidio, assistito o meno, è non aver centrato il bersaglio (hamartia/peccato), per il semplice fatto di non aver confidato/essersi affidato fino alla fine in Cristo, questa è la briscola che la Chiesa annunzia, poi, così come esiste una causalistica per il divorzio, esiste una anche per il suicidio, che nei fatti si è già tradotta nella celebrazione del Rito Esquiale, pure per i funerali ove la salma è suicida (quindi la Chiesa non è lontana dal dramma e dalla delicatezza impliciti in questa circostanza, anzi).

Per quel che riguarda "l'accompagnare" la persona sofferente inguaribile, basterebbe semplicemente informarsi un po' sull'assistenza spirituale cristiana negli ospedali o negli 'hospice' privati (questo a Milano non ha nulla a che vedere con la Bibbia o con il Vaticano, eppure non somministra il suicidio-assistito, ma carità "atea": https://www.unamanoallavita.it/hospice-il-tulipano-ospedale-niguarda/).

In soldini la Bibbia (intera) ci indica che: La vita la concede Dio, infatti non ci chiede se vogliamo nascere, tuttavia, una volta ricevutala, ci permette di farne quello che vogliamo, consigliandoci, però, di averne cura, di donarla e non di sopprimerla prima del Suo Tempo (giacché, dimenticavo ...ma anche quello è Suo!):
«C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace»
 
Cordialmente...
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Socrate78

Gli Hospice praticano l'eutanasia a pieno livello, e la praticano in maniera assolutamente falsa ed ipocrita, perché non la dichiarano: il trattamento della persona nell'hospice non è di tipo solo palliativo, ma è teso a provocare il decesso nell'arco di dieci, massimo quindici giorni, aumentando progressivamente la quantità di morfina, curaro, ed altre droghe somministrate sino al coma indotto e alla morte per depressione del centro del respiro, che però è indolore perché il paziente è sedato. Eutanasia quindi, sia pure mascherata. Diciamo le cose come stanno, un sacco di persone portano i propri parenti nell'Hospice proprio quando sanno che non c'è niente da fare, gli Hospice sono luoghi di MORTE. Io, quando sarà il mio momento di lasciare questo mondo, desidero offrire le mie sofferenze a Dio per l'espiazione dei peccati associandomi alla passione di Cristo, quindi rifiuterò le eventuali cure palliative proprio per affrontare una sofferenza espiatrice che mi porterà in Paradiso avendo purgato in Terra i miei peccati eventualmente rimasti. Mi sembra una soluzione coerente con la mia idea secondo cui anche il dolore che accompagna la morte abbia un senso e non sia qualcosa di puramente terribile ed inutile come i sostenitori dell'eutanasia ritengono.

Alberto Knox

#10
mi sembra che basi questa teoria su un paio di versetti Eutidemo ,ma è la Bibbia stessa a contraddirsi , da una parte il comandamento di non uccidere, dall altra versetti dove sembrano essere pro-autanasia . Da una parte tutti i nostri capelli sono contati e non cade nemmeno una foglia che Dio non voglia e dall altra si dice che il mondo è nelle mani di un soggetto sinistro che la bibbia identifica con Arcon che non vuol dire principe del mondo , vuol dire il capo, il duce, il führer  di questo mondo, il leader, la guida di questo mondo. E allora che cos'è il mondo per la Bibbia potremmo chiederci, è un posto governato da Dio? e alora devo essere conservatore o è un posto governato dalle forze del male ? e perciò devo combattere il nemico. Se io interpello la Bibbia su che cos'è il mondo non è che mi chiarisco le idee. E questo vale per tante altre cose nella-bibbia ad esempio lo sterminio del popolo che viveva a Gerico, che piace tanto a tutti, ma se Dio è amore come si spiega lo sterminio totale di donne , uomini , vecchi, bambini, buoi, asini e pecore , se Dio ama anche i passeri del cielo come sostiene il vangelo e non gli fa mancare loro di cui vivere allora non è del tutto evidente che quel capitolo della Bibbia non ha nulla a che fare con Dio?, o sono io che sono eretico?
Se ci attacchiamo ai versetti allora diventa , quali versetti trovo idonei? è comunque una lotta inutile se trovo versetti contradditori e quali smentiscono l altro? chi lo stabilisce?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

niko

In pratica dovemo da SOFFRI', perche' a vita e' MERAVIGLIOSA...

E mica solo quelli che condividono:

Sotto er sole della Roma papalina (e meloniani dintorni) TUTTI semo fiji de Dio e TUTTI dovemo da soffri':

Credenti, atei, cani, cetrioli...

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Eutidemo

Ciao Duc in Altum.
Appunto, lo riporti tu stesso il brano: " C'è un tempo per UCCIDERE e c'è un tempo per GUARIRE!"("Qoèlet": 3,1–11).
Le parole sono pietre!
E' inutile arrampicarsi sugli specchi per negare il significato esplicito, letterale e spirituale, di un passo del genere; tanto più se viene collegato all'altrettanto esplicito passo: "Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
***
Ma i preti sono soliti sorvolare sui passi biblici ed evangelici che non fanno loro comodo.
Ad esempio, i "preti" si fanno chiamare "padre" dai loro "fratelli", quando Gesù aveva chiaramente detto: "Non chiamate nessuno <<padre>> sulla terra, perché uno solo è il padre vostro, quello del cielo!"
E poi sarei io il "presuntuoso e ridicolo"! :D
***
Un saluto!
***

Eutidemo

Ciao Socrate 78 :)
Rispetto in pieno la tua scelta, purchè tu non pretenda di imporla anche agli altri!
***
Ed infatti:
a)
E' assolutamente legittimo che tu voglia offrire le tue sofferenze a Dio per l'espiazione dei tuoi peccati; e, quindi, rifiutare le eventuali "cure palliative" per affrontare una sofferenza espiatrice, che ti porterà in Paradiso avendo purgato in Terra i tuoi peccati.
Però, per "espiare i propri peccati", a me sembrava che fosse sufficiente sottoporsi alla "penitenza" imposta dal proprio confessore, e non scegliersela da solo; il che, il mio confessore, diceva che è solo presunzione!
b)
Quello che, invece, ritengo assolutamente illegittimo, è che tu pretenda che anche chi non ci crede debba soffrire inutilmente come te; questa la ritengo una prevaricazione del diritto di scelta altrui.
***
Tanto più che è la stessa Bibbia a consentire espressamente l'eutanasia, nei due passi più volte citati:
- "meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
"c'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11).
Sopratutto il secondo passo, secondo me, è assolutamente "inequivoco"!
Ed infatti, quale altro sarebbe il "tempo per UCCIDERE" (cioè "togliere la vita") contrapposto esattamente, proprio nella stessa frase, al "tempo per guarire", se non il "tempo dell'eutanasia"?
***
Se poi, gli Hospice praticano davvero l'eutanasia a pieno livello, -conformemente al precetto biblico- ne sono "felicissimo"; perchè vuol dire che esistono dei medici che conservano ancora il buon senso, il senso di umanità, e l'amore per il prossimo prescritto da Gesù.
***
Se la praticano di nascosto, non lo fanno certo in maniera "falsa ed ipocrita", bensì soltanto per il fatto che, se la dichiarassero apertamente, lo Stato gli impedirebbe di continuare a praticarla; per cui spero che non la dichiarino, almeno fino a che esiste una legge di mxxxx che continua a vietare l'eutanasia (ma non durerà certo per sempre).
***
Come più volte ho ammesso, se non un vero e proprio "anarchico" (come ero senz'altro), sono tuttavia sempre rimasto un "giusnaturalista" convinto; vale a dire che, se una legge dello Stato contrasta troppo radicalmente con ciò che io ritengo "giusto", io mi rifiuto di "rispettarla".
E non è detto che questo debba essere fatto apertamente; in quanto ciò, come nel caso degli Hospice, impedirebbe loro di continuare a fare "illegittimamente", ma, secondo me, molto "eticamente" e "umanamente", quello che fanno!
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Xnox.
Uno può credere o non credere alle sacre scritture; ma, almeno nel caso di specie, io non riscontro la benchè minima contraddizione.
Ed infatti:
.
1)
Come spiega lo stesso Gesù:
- ci sono dei comandamenti "principali" fine a se stessi, come "Ama Dio e il tuo prossimo";
- ci sono, però, anche dei comandamenti "subordinati",  i quali, cioè, non sono fine a se stessi, come "non rubare", "non uccidere" ecc., bensì sono finalizzati al perseguimento dei comandamenti "principali", cioè "Ama Dio e il tuo prossimo".
.
2)
Ed infatti, quando chiesero a Gesù come dovessero essere "categorizzati" i dieci comandamenti, lui rispose:
"Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente; questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti" ( Mt 22,37-40)
Facciamo un esempio: il "FURTO"!
In genere, se si ruba qualcosa a qualcuno, gli si procura un danno; e, quindi, indirettamente, si lede  il "comandamento principale" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
Però, se io rubo la sua pistola a un assassino, o la sottraggo ad un uomo in procinto di suicidarsi, pur commettendo senza dubbio un "furto", io non violo la legge divina; ed infatti, infrangendo un "comandamento subordinato", ho perseguito un "comandamento pricipale", cioè quello di "amare il prossimo", prescritto da Gesù.
.
3)
Ora facciamo un altri esempio, che attiene all'eutanasia:  l"OMICIDIO"!
In genere, se si uccide qualcuno, non gli si fa certo un favore; e, quindi, indirettamente, si lede  il "comandamento principale" " di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
Però, sempre nella bibbia, troviamo due passi molto significativi:
IL PRIMO NEL SIRACIDE
"Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
IL SECONDO NEL QUOLET
"C'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11)
Pertanto, secondo il combinato disposto dei passi biblici sopra riportati:
a)
Se una persona è ammalata ed è "guaribile", per rispettare il "comandamento principale" di amare il prossimo, prescritto da Gesù, quella persona va indubbiamente assistita e curata affinchè sopravviva e torni in buona salute (vedi la parabola del Buon Samaritano).
b)
Ma se una persona è ammalata e "non è guaribile", per rispettare il "comandamento principale" di amare il prossimo, prescritto da Gesù, secondo me quella persona, col suo assenso, va eventualmente accompagnata verso il suo inevitabile destino (in modo indolore) affinchè non debba sopportare le amare ed inutili sofferenze di una inesorabile malattia cronica.
Non trovo altra plausibile interpretazione del chiarissimo combinato disposto dei due passi biblici citati:
- "meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
"c'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11).
Sopratutto il secondo passo, secondo me, è assolutamente "inequivoco"!
Ed infatti, quale altro sarebbe il "tempo per uccidere" contrapposto esattamente, proprio nella stessa frase, al "tempo per guarire", se non il "tempo dell'eutanasia"?
La qualcosa infrange, sì, un "comandamento subordinato", ma solo per obbedire ad un "comandamento principale"; quindi non c'è affatto contrasto, ma solo un rapporto di coordinazione subordinato-principale.
***
Un saluto! :)
***

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