I motivi per non credere in una religione

Aperto da Jacopus, 04 Febbraio 2023, 15:03:39 PM

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Jacopus

Come da titolo. Viviamo nel paese "culla" del cattolicesimo. Molti di noi, presumo, sono andati al catechismo, si sono comunicati, cresimati, sono anche andati a messa, o hanno provato altre religioni. Ad un certo punto, alcuni di noi hanno detto "basta, questa cosa non fa per me." Magari ci sono anche i casi contrari, di famiglie atee che allevano futuri seminaristi. In ogni caso vi dico cosa è accaduto a me. L'allontanamento dalla Chiesa è avvenuto con la prima adolescenza quando sono diventato un "credente tiepido": credevo ma mi recavo in Chiesa di rado. Poi con l'approfondimento dello studio, ho scoperto modi di pensare, teorie, approcci al mondo che facevano a meno delle religioni. Ed ho iniziato a considerare il monoteismo come una forma in "veste spirituale", del pensiero totalitario. In effetti è il monoteismo a essere, ai miei occhi, piuttosto irritante. Altre religioni o dottrine etiche come il paganesimo o il confucianesimo hanno una diversa organizzazione di pensiero e sviluppano al loro interno una sempre possibile dialettica. Il Dio monoteista, invece, depositario dell'unica verità possibile mi è apparso molto lontano dalla fatica quotidiana del vivere, che è ambiguità, compromessi, o se vogliamo, senso del tragico (nel senso ellenistico del termine). Non a caso Dante scrisse una divina commedia e non una divina tragedia. Molto più tragico e vicino a me è l'opera di Milton su Lucifero, descritto come un povero demone, costretto a quel ruolo ma che ancora sente la nostalgia di quando non era ancora stato cacciato dal paradiso terrestre.
Ovviamente il monoteismo del AT è molto diverso da quello del NT, ma resta di fondo, inevitabilmente, la netta polarizzazione fra buoni e cattivi, fra eletti e dannati, una visione per me patologica dei rapporti umani, alla base di millenni di violenze e di perpetuazione di un pensiero scisso e dicotomico, nel quale L'Unità avviene solo nella Fede o come dicono i Mussulmani nella Umma. Memore di Hegel e di tutta la letteratura che si rifà a lui, credo che gli opposti devono imparare a convivere, poiché ognuno di noi ha un Dracula che riposa nel guardaroba. Potrei continuare a lungo, ma...a voi la scrittura.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Il teismo è un modo ingenuamente antropomorfico di interpretare la realtà. Se ne accorse già Senofane agli albori della filosofia occidentale. Lo sviluppo del sapere ha via via falsificato tutte le pretese ontologiche su cui si fondano le religioni, riducendole a "ragioni del cuore", doxa, togliendo loro ogni velleità gnoseologica.

Personalmente preferisco fondare le "ragioni del cuore", l'etica, su un terreno più certo, totalmente immanente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

E' interessante questo approccio, jacopus. 
La gran parte di noi ha ricevuto un'educazione religiosa da piccolo, e poi, diventando grande,, deve sostanzialmente decidere quanta continuità dare o meno a questa religione. 
C'é da dire che comunque, anche per coloro che "scelgono" di non credere certamente ha influito il condizionamento culturale. Insomma, in altri tempi la Chiesa aveva il monopolio dell'educazione e quindi la gran parte seguiva i suoi precetti perché non c'erano concorrenti in ambito comunicativo, mentre oggi si é talmente bombardati dalle informazioni e quindi il pensiero religioso può andare in ogni direzione.
Comunque le valutazioni non sono semplici, nel parlare del tuo caso tu sovrapponi la perdita di frequenza ai riti (che é il caso tipico), con la perdita della fede, che é il dato più interessante e misterioso. 
Ci sono molti che smettono di frequentare, ma dentro di sé si considerano credenti. C'é chi si considera credente ma nei fatti non lo sembra proprio, la ritualità mafiosa da molto spazio alla simbologia religiosa, ma ha poco a vedere con la fede in Dio che é soprattutto la fede in un dato modello di vita morale.
Recentemente ho scoperto che adolf Hitler, nel documento che certificava il suo matrimonio, fece scrivere "di fede cattolica", chissà se era sincero, cioè se credeva realmente di essere cattolico! 
C'é poi chi si considera ateo e magari crede in un modello di vita morale molto simile a quello del credente, e costui é un grande mistero perché non può spiegarsi l'origine di tale modello. 

niko

#3
Dato che Dio e' un prodotto dell'uomo e della sua immagginazione, dato che il Dio delle principali religioni monoteiste e' un Dio antropopatetico e antropomorfo, ricettacolo di sentimenti, paure, speranze ed immagginazioni (finanche di natura corporea, ad esempio per quanto riguarda Cristo, che ha un corpo) umane, il monoteismo, su un piano realistico e non ideologico si risolve secondo me in una sorta di mono-omismo: la solitudine dell'uomo e la solitudine di Dio si guardano.

E si guardano dentro un rapporto frankensteiniano tra creatore e creatura matrialisticamente rovesciato rispetto a quello comunemente inteso... non solo Dio e' solo, ma nemmeno esiste, quindi il problema fondamentale dell'impatto negativo della religione sulla societa' e' che l'uomo che lo pensa e lo crea, questo Dio unico e veritiero inesistente, e organizza il mondo intorno a lui, e' lui solo, e' un uomo solo.

La verita' non e' mai sola, e quando pretende di essere sola, quando diventa fanatismo, non e' piu' verita'.

Dio e' l'Uno, e' l'essere assoluto, e la principale proiezione antropopatetica (di sentimenti umani) dell'Uno e sull'Uno e' la solitudine, il vissuto emotivo genericamente immaginabile dell'uno, di colui che e' uno.

La solitudine molto piu' della benevolenza, dell'onnipotenza, della beatitudine e di altre proiezioni umane tipicamente attribuite a Dio.

L'anima, -come unita' fondamentale della persona umana sopravvivente alla morte, e come oggetto della salvezza nelle attuali religioni, che e' innanzitutto salvezza dell'anima- sta a significare che al di la' di tutta l'enfasi sulla carita' e sulla religione della carita', il punto centrale del discorso religioso e' che ognuno su questa terra  viene messo alla prova da solo e, se si salva, si salva da solo: da solo o al limite nella presunta verita' della sua relazione con l'amico immagginario Dio/Cristo.

Il momento totalitario, di una societa' ispirata da una verita' unica e quindi fanatica, viene dopo il momento individualistico e se ne nutre, ma infondo ogni totalitarismo, anche non religioso fa proprio questo: mira a costituire una iper-socialita' soffiando sul fuoco di una iper-paura della morte, o meglio del lutto come esperienza umana della morte, e quindi sostanzialmente della solitudine.

L'anima e' la figura universale dell'intermedio di una gerarchia, infatti il comando universale di Dio rivolto a tutte le anime e' che le anime comandino -a loro volta- sui corpi: secondo consolidata tradizione teologica e non solo, l'anima fa la volonta' di Dio quando il corpo fa la volonta' dell'anima, e dunque quando la concupiscenza e i "bassi impulsi", tipicamente corporei, sono frenati e sublimati.

Nessuno, vuole essere l'ultimo, nessuno, vuole toccare il fondo e sapere di avere toccato il fondo, allora gli uomini, animali speciali tra gli altri animali, si sono inventati questo espediente psicologico e consolatorio dell'anima, della coscienza, questo sogno ad occhi aperti, per identificarsi con un eterno intermedio, con un eterno penultimo...

Ma a quale prezzo, dico io...

A quale prezzo...


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

#4
Secondo me bisognerebbe capire quale rivoluzione sia stata la scrittura, una delle cui conseguenze potrebbe essere stato il monoteismo.
Il monoteismo a me appare come l'idolatria della scrittura, che però non è limitata alla religione.
Infatti la differenza fra religione monoteista e scienza è che la religione monoteista inizia partendo da un testo unico, mentre la scienza inizia andando alla ricerca di un testo unico.
Sono quindi fondate sulla fede, riposta su un mezzo tecnologico, che possa andare oltre se stesso.
Si può supporre quindi che siano nate entrambe nel momento che il mezzo tecnologico ha smesso di essere percepito come alieno, divenendo parte di noi, per cui forse dietro ogni idolo moderno vi è nascosta  un umanità che nelle religioni politeista era invece più manifesta, dove gli dei erano repliche in grande dell'uomo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

@ Iano. Bella osservazione, molto profonda. Mi hai fatto venire in mente un aforisma famoso di Nietzsche: "le parole sono fatte per rendere permanente ciò che è mutevole". Nietzsche parlava di parole in generale, ma sicuramente la tecnologia della scrittura ha reso ancora più vera la coercizione di un mondo che descrive il mondo, sia che si tratti di religione, sia che si tratti di scienza, o perlomeno di una certa scienza, quella che per stereotipo definiamo cartesiana o galileiana. 
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#6
Citazione di: Jacopus il 04 Febbraio 2023, 17:26:48 PMo perlomeno di una certa scienza, quella che per stereotipo definiamo cartesiana o galileiana.
Si, perchè di fatto temo la scienza sia destinata alla fine a restare politestita, quale oggi è, a meno che davvero non si creda che la verità possa corrispondere a una precisa stringa di simboli messi nero su bianco.
Ma temo che la speranza/timore che la tecnologia possa andare oltre se stessa continuino ad agire.
Oggi  il timore ad esempio è rivolto all'IA.
Quando la tecnologia è nuova si tratta di timore.
Quando è consolidata da sentirla parte di noi, si tratta di speranza.
In ogni caso si tratta di un atteggiamento irrazionale, perchè in un modo o nell'altro si sopravvaluta il mezzo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

L'Etica non può essere fondata sulla immanenza
Perché nel mondo immanente non vi è il male e il bene. Il mondo è semplicemente quello che è, né buono né cattivo.

Sei solo tu che puoi dire sì oppure no. È buono oppure no.

L'Etica è infatti solo in te stesso.
Diciamo meglio... è te stesso.
Infatti tu sei quello stesso giudizio etico.

Le religioni probabilmente nascono dallo slancio spirituale del singolo verso il Bene assoluto. Ma nel momento in cui si concretizzano, quello slancio è già perduto. E cadono irrimediabilmente nella superstizione.
Proprio perché cercano di rendere immanente l'Etica!

Il che è impossibile.
Se davvero il Bene ci fosse, non potrebbe esserci mondo.

Infatti il mondo è frutto della divisione. E la divisione è l'origine di ogni male.

Ma ciò che è distinto, determinato, in quanto tale non ne è consapevole.
Tuttavia pure lo è, in quanto Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#8
Citazione di: bobmax il 04 Febbraio 2023, 18:02:24 PML'Etica non può essere fondata sulla immanenza
Perché nel mondo immanente non vi è il male e il bene. Il mondo è semplicemente quello che è, né buono né cattivo.

Sei solo tu che puoi dire sì oppure no. È buono oppure no.

L'Etica è infatti solo in te stesso.
Diciamo meglio... è te stesso.
Infatti tu sei quello stesso giudizio etico.

Le religioni probabilmente nascono dallo slancio spirituale del singolo verso il Bene assoluto. Ma nel momento in cui si concretizzano, quello slancio è già perduto. E cadono irrimediabilmente nella superstizione.
Proprio perché cercano di rendere immanente l'Etica!

Il che è impossibile.
Se davvero il Bene ci fosse, non potrebbe esserci mondo.

Infatti il mondo è frutto della divisione. E la divisione è l'origine di ogni male.

Ma ciò che è distinto, determinato, in quanto tale non ne è consapevole.
Tuttavia pure lo è, in quanto Uno.

Se togliamo l'ultima parte ( o forse no) questo è veramente un bel post.
In effetti quando diamo un giudizio sulla tecnologia,  come buona o cattiva, stiamo proiettando noi stessi su di essa, e il giudizio diventa sempre più buono man mano che ci avviciniamo allo schermo, finché lo schermo non diventa parte di noi e cessa la proiezione.
La tecnologia è sempre più buona man mano che diventa parte di noi, perchè noi siamo siamo l'etica, noi siamo i buoni.
Ora non resta che sentire il pianeta sempre più vicino a noi, quindi come cosa buona, se vogliamo salvarci.

La scrittura è la gravità applicata alle parole.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#9
Citazione di: anthonyi il 04 Febbraio 2023, 16:45:40 PMC'é poi chi si considera ateo e magari crede in un modello di vita morale molto simile a quello del credente, e costui é un grande mistero perché non può spiegarsi l'origine di tale modello.

La spiegazione è semplice, e con ciò rispondo anche a bobmax: l'ethos è unico per teisti e atei. Per convivere al meglio serve l'etica che, facendo presa sugli stessi bisogni e desideri, che delimitano il confine tra il bene e il male, finisce con l'imporsi al netto di tutte le ideologie, religiose o profane, che le vogliono mettere il cappello.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Ipazia il 04 Febbraio 2023, 18:28:19 PMLa spiegazione è semplice, e con ciò rispondo anche a bobmax: l'ethos è unico per teisti e atei. Per convivere al meglio serve l'etica che, facendo presa sugli stessi bisogni e desideri, che delimitano il confine tra il bene e il male, finisce con l'imporsi al netto di tutte le ideologie, religiose o profane, che le vogliono mettere il cappello.

Questo è proprio ciò che contesto a Vito Mancuso. Che invita al bene, perché fare il bene fa bene a chi lo fa...

Questa è una motivazione pratica fondata sulla "convenienza".
Ma il Bene non ha nulla a che fare con la convenienza!

Il Bene basta a se stesso. Non necessita di alcun "vantaggio".

E di questo possiamo averne contezza considerando cosa si prova quando si sceglie il bene: nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Se riduciamo tutto a nulla, che fine fa (e ha) l'etica ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Ipazia il 04 Febbraio 2023, 19:19:15 PMSe riduciamo tutto a nulla, che fine fa (e ha) l'etica ?

Non vi è un motivo per il bene.
Se vi fosse, quello non sarebbe bene.

Non avendo un perché, il bene non ha alcun fondamento.

E ciò che non ha fondamento non c'è, non esiste. Perciò è nulla.

Tuttavia è pure il tesoro nel campo, per il quale dai tutto quello che hai.

È l'Uno.


Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Claudia K

Attenendomi al titolo : il primo motivo per non credere a una religione...è che si tratti di una religione. 
Nulla a che vedere con la Spiritualità, quindi. 

iano

Citazione di: Claudia K il 04 Febbraio 2023, 19:56:24 PMAttenendomi al titolo : il primo motivo per non credere a una religione...è che si tratti di una religione.
Nulla a che vedere con la Spiritualità, quindi.
Concordo, anche se come faceva notare Bobmax, una religione è frutto della spiritualità di qualcuno...che non siamo noi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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