L'uomo appartiene al regno degli animali?

Aperto da Jacopus, 28 Dicembre 2022, 19:50:05 PM

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daniele22

Penso che i dati che cita Jacopus probabilmente saranno esatti, ma quel che vi sarebbe di sbagliato è la loro interpretazione. A comandare un sistema nervoso sarebbe il primo cervello che è nato, non l'ultimo. L'ultimo, quello linguistico o artistico, altro non potrebbe fare che mediare i segnali che provengono da quello più arcaico. O si sta da una parte, o si sta dall'altra

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 07 Gennaio 2023, 16:41:01 PMNo, ma c'è la possibilità di gerarchie, non di dominio, ma amministrative. Tertium datur tra LSD e mentina.

Quindi libera impresa in libero mercato, che bella notizia, ipazia si sta convertendo! 😀

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 09 Gennaio 2023, 07:06:35 AMQuindi libera impresa in libero mercato, che bella notizia, ipazia si sta convertendo! 😀
No, perché l'esproprio di beni comuni, detto eufemisticamente "privatizzazione", non è ammesso. E ancor meno la trasmissione ereditaria di tale espropriazione. Libera impresa/mercato di sè e dei propri talenti, a blocchi di partenza e traguardo bene allineati.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Grazie per le risposte, purtroppo essendo in viaggio ho solo ritagli di tempo per rispondere, provo a riassumere.

@Ipazia, sono rimasto sorpreso quando hai confermato, finalmente - perchè leggevo ma non riuscivo appunto a rispondere - che gerarchia non implica automaticamente sopraffazione, detto da te suppongo valga doppio, anche date le precisazioni sul termine di Phil, rimane un retrogusto sadomaso che mi  lascia perplesso sul valore della neurologia a riguardo. Intendo dire, che data un rappresentazione riduzionistica delle gerarchie come rapporti di forza, la neocorteccia ed i neurologi possono dire tante cose, ne possono dire meno a chi ha una visione più "olistica" del rapporto gerarchico. Non nego il ruolo della forza, ma lo vedo al massimo aumentare di importanza man mano che le gerarchie passano dall'informale al formale, dalla spontaineità alla reiterazione. Specialmente nelle gerarchie come la famiglia, che è un pò la "scuola" di tutte le gerarchie che abbiamo fatto tutti, ma anche in quelle para-informali pare che tutto quel bel armamentario "positivo" di collaborazione ed empatia, siano parti prevalenti della relazione gerarchica, l'abilità del "gerarca" di accedere a strumenti coercitivi è quasi sempre un ultima ratio nel caso in cui abbia fallito il resto. Anche la forza e la disparità di trattamento e compensazione, rientrano spesso in una narrativa che le rende accettabili solamente come fattore di moltiplicazione del risultato cooperativo, nel caso in cui il risultato fa schifo, la forza può davvero poco nel tenere insieme la combriccola. Ma se non è la conditio sine qua non, non vedo il senso di sottolinearlo lessicalmente come vettore principale della gerarchia, se non in termini ideologici.

@Daniele, curiosamente, a modo tuo, hai toccato un punto dirimente sulla questione, non uomo-animali, ma delle gerarchie. Perlomeno, io se fossi invitato ad un duello con l'egualitarismo, probabilmente sceglierei la selezione sessuale delle donne come proiettile d'argento. Anche quella degli uomini produce risultati, ma le donne hanno un investimento vitale molto più importante con la gravidanza, perlomeno finchè gli uomini non interiorizzeranno istintivamente la paura di pagare alimenti e perdere la casa. La questione ha delle ramificazioni storiche, ad esempio la relazione tra l'egualità imposta dell'URSS e il collasso demografico dello stesso paese, che dimostrano come pur con tutti gli sforzi del caso, alle donne la storia che un maschio vale uno, proprio pare non andare giù, e preferiscano lo "sciopero". Oggi stesso, con il decadimento di istituti come il matrimonio, vediamo che le donne sempre più libere di scegliere il partner che gli aggrada, concentrino le loro attenzione in maniera per niente egualitaria (ipergamia) e altre cosuccie interessanti, compreso il fatto che continuano imperterrite a selezionare per capacità di "soppraffazione", nonostante i "buoni sentimenti" siano così celebrati in tv. Si dirà che se HappyDays avesse dato tutta la "gnocca" a Ritchie anzichè a Fonzie, le neocorteccie delle donne avrebbero imparato a premiare i "good boys", lo si può dire, ignorando le evidenze descrittive e transculturali del contrario. Curiosamente, proprio ieri parlavo con una signora che si definiva marxista e femminista allo stesso tempo, niente di nuovo, ma dentro di me sorridevo perchè pensavo che un pò come il bastone di Asclepio, conteneva nella sua testa sia il veleno che la cura.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

atomista non pentito

Citazione di: Alberto Knox il 05 Gennaio 2023, 21:21:09 PML uomo pare anche essere l unico essere vivente in grado di modificare l ambiente a seconda delle propie esigenze ma non è stato in grado (e i fatti lo dimostrano) di mantenere un rapporto equilibrato al cambiamento reciproco con l ambiente. Il modificarsi dell ambiente infatti ha modificato l uomo stesso. HA modificato l etica, la ragione, il modo di comunicare e con internet siamo diventati un villaggio globale ,in quanto ha permesso l accomulazione e la trasmissione di un sapere comune oltre alla comunicazione immediate a grandi distanze. Tutto questo, e altro, ha favorito un accelarazione dell evoluzione socio/culturale ma le modalità innate di azione e di reazione istintuali non possono essere state in grado di seguire l evoluzione accelerata storico/culturale (in quanto organiche e quindi più lente) e rimangono ancora legate a quello che l ambiente (la natura)non modificato  aveva dato all uomo come al resto degli animali. Di conseguenza le due evoluzioni (organiche e sicio/culturali) non sono perfettamente simcronizzate con le condizioni di civiltà in cui l uomo è venuto a trovarsi ad opera delle sue attività mentali.
I castori dove li mettiamo ?

Alberto Knox

Citazione di: atomista non pentito il 09 Gennaio 2023, 10:10:11 AMI castori dove li mettiamo ?
Sì va bene allora mettiamoci anche la talpa che scava gallerie e le formiche . intendevo cambiamenti radicali dell intero habitat 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

atomista non pentito

Il fatto che il sapiens modifichi con il proprio comportamento l'habitat comune piu' di cio' che fa il castoro o la talpa o la formica non lo rende diverso da questi. Ha solo evoluto modalita' diverse che probabilmente gli si ritorcono contro. Sempre animale e' ( piu' "scemo" alla fine dei giochi nonostante le "divine commedie" i "michelangeli ", i "raffaelli"  , i "marx" e gli "einstein" passando per i "nietsche")

Alberto Knox

Mi pare che qui nessuno abbia detto che l uomo non appartiene al regno animale ed è un peccato perchè altrementi avrei chiesto ; allora cos'è ? ..
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

atomista non pentito

C'e' un punto interrogativo alla fine del titolo di questa discussione..........

Pio

L' essere umano è un IBRIDO. Carne e cultura ,  con la seconda che lentamente va a prevalere sulla prima. Nel futuro, nel metaverso, quando ci accoppieremo, anche sessualmente, con esseri virtuale, creati da noi stessi, l'ibridazione sarà completata. Dire che l'uomo fa parte del regno animale non è errato, ma è solo una parte di verità. L'essere umano è un essere ibrido. L'unico che conosciamo al momento.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Ipazia

Sì, il titolo ha una certa ambiguità in cui il "regno animale" funge da petitio principii di qualcosa che andrebbe rigorosamente definito, evitando così tanti sofismi e voli pindarici. Il "regno animale" esiste solo nella concettualizzazione umana. Ma che almeno sia rigorosa con cosa intende per ciò. 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Biologicamente sono appartenenti al regno animale gli organismi eucarioti (cioè con DNA separato dal resto della cellula), mobili, eterotrofi (cioè che si servono di altri organismi per sopravvivere, a differenze delle piante che sono autotrofe). Forse c'è anche qualcos'altro ma queste direi che sono le caratteristiche più importanti. Quindi sapiens appartiene a questo regno, indubitabilmente. Però, detto così, finisce il gusto. Infatti la domanda successiva è: "ma tutta questa cultura, i cucchiai, la letteratura, le armi, il fuoco, Enea, la psicoanalisi, le crociate, la scrittura, la risonanza magnetica funzionale, l'ironia e le religioni ci hanno in qualche modo trasportato in un nuovo regno (del tutto immanente, dal mio punto di vista, ma comunque diverso dal regno animale)?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#72
Citazione di: Jacopus il 09 Gennaio 2023, 14:24:16 PMBiologicamente sono appartenenti al regno animale gli organismi eucarioti (cioè con DNA separato dal resto della cellula), mobili, eterotrofi (cioè che si servono di altri organismi per sopravvivere, a differenze delle piante che sono autotrofe). Forse c'è anche qualcos'altro ma queste direi che sono le caratteristiche più importanti. Quindi sapiens appartiene a questo regno, indubitabilmente. Però, detto così, finisce il gusto. Infatti la domanda successiva è: "ma tutta questa cultura, i cucchiai, la letteratura, le armi, il fuoco, Enea, la psicoanalisi, le crociate, la scrittura, la risonanza magnetica funzionale, l'ironia e le religioni ci hanno in qualche modo trasportato in un nuovo regno (del tutto immanente, dal mio punto di vista, ma comunque diverso dal regno animale)?
E' un falso problema, che nasce dal fatto che ogni volta che suddividiamo l'esistente in gruppi nominali, al fine di dominarlo culturalmente,  iniziamo a credere che siccome hanno un nome allora esistono, dimenticando che il nome lo abbiamo dato noi.
Vero allora è che i nomi si possono diversamente ridistribuire, ma per quanto ciò si possa arbitrariamente fare, ci vuole un buon motivo per farlo, e al momento non vedo un buon motivo per creare nuovi regni.
Ma se volessimo farlo, suggerisco ''il regno di quelli che creano regni'', che è il regno dei regni, perchè senza di esso nessun altro regno esisterebbe.

Il problema vero è invece un altro, che sul modo in cui dividiamo l'esistente nominandolo, costruiamo le nostre società, assegnando diritti e doveri a coloro che abbiamo nominato, ma che non abbiamo nominato in funzione e in previsione di assegnarli diritti e doveri, per cui è prevedibile che non mancheranno contraddizioni nominali con le quali convivere .
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#73
Citazione di: Jacopus il 09 Gennaio 2023, 14:24:16 PMPerò, detto così, finisce il gusto. Infatti la domanda successiva è: "ma tutta questa cultura, i cucchiai, la letteratura, le armi, il fuoco, Enea, la psicoanalisi, le crociate, la scrittura, la risonanza magnetica funzionale, l'ironia e le religioni ci hanno in qualche modo trasportato in un nuovo regno (del tutto immanente, dal mio punto di vista, ma comunque diverso dal regno animale)?

Certo, finisce il gusto perché abbiamo intriettato quella cesura tra corpo e anima che catechisticamente dovrebbe farci entrare nel "regno di Dio". O del dio moderno, la Tecnoscienza.

Su suggerimento di iano direi di farla finita con questo tormentone dei regni, limitandoci alla constatazione che siamo animali con facoltà cerebrali particolari che ci differenziano da tutti gli altri animali. Argomento sviluppato ne "l'ape e l'architetto" del 1976 (M.Cini e colleghi) a partire da una frase di Marx nel Capitale.

@InVerno

Sulla "gerarchia", buona e cattiva, bisognerebbe aprire un discussione ad hoc (merito, compenso, differenziazione sociale, divisione del lavoro, etc)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#74
Citazione di: Ipazia il 09 Gennaio 2023, 15:50:57 PMSu suggerimento di iano direi di farla finita con questo tormentone dei regni, limitandoci alla constatazione che siamo animali con facoltà cerebrali particolari che ci differenziano da tutti gli altri animali.

Non c'è dubbio che le montagne che spezzano la pianura abbiano per noi una fascinazione e ad ognuna di queste fascinazioni diamo un nome.
Ciò però non significa che non vi sia continuità fra montagne e pianure, perchè quando vogliamo capire dove inizia e finisce una montagna dobbiamo metter da parte la fascinazione e chiamare un triste geometra che tracci quattro righe più o meno a caso.
Ma se le righe sono tirate a caso allora la montagna non esiste in sè, esiste però una fascinazione che vogliamo delineare.
Indicare la causa della fascinazione, che però non sappiamo precisamente determinare. Di sicuro esiste solo la fascinazione.
Esiste la percezione della montagna, ma non la montagna.
E cosa è la scienza se non l'esplicitazione di questa naturale percezione, di modo che si possa riprodurre a piacimento, provando a tirare linee più o meno a caso, per dire poi con blasfema, umana presunzione, qualcosa esiste dentro queste linee .
Ma come facciamo metterci d'accordo sulle linee da tirare, di modo che valgano per tutti.
E' sufficiente che qualcuno le tiri, e. che poi tutti insieme ci dimentichiamo che qualcuno le abbia tirate, ed è così che procede una comune cultura, tanto più solida, quanto dimentica delle proprie origini, perciò elegantemente mitizzabili.
Vuoi mettere un uomo abbigliato secondo la moda divina del momento e del luogo?
Fà un figurone.



Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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