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Osteria Abisso

Aperto da Jacopus, 05 Febbraio 2019, 21:03:17 PM

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Ipazia

Conoscere se stessi può avvenire solo nella dialettica col grande laboratorio del mondo, laddove abbiamo riscontri incontrovertibili della nostra reale misura, impietosi verso la scorciatoia solipsistica, ma resta propedeutico ad ogni altra evoluzione ed impresa esistenziale. E disciplina mentale sempre vigile, per conservare e perfezionare la "forma", anche nel senso caro a viator, acquisita.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

In riferimento al post di Jacopus, alla dipartita di Viator, e altre cose che accadono.. La bellezza di un luogo come questo, e dell'internet in generale, risiede in parte nell'annullamento delle persone nell'anonimato e la pluralità delle identità, costringe normalmente ad evitare gli argomenti ad personam, perchè la persona dietro al post è realmente ignota, costringe ad affrontare l'argomento, non il portatore. Ma essendo così pochi, ed essen così comune incontrarsi, che alla fine una identità dell'interlocutore viene ritagliata lo stesso, in una sorta di deformazione strutturale, dove ciò che non dovrebbe accadere accade per vie traverse. C'è una serie di "non detti" tra gli utenti del forum, di simpatie ed antipatie che si sono generate anche in assenza di identità definite, appiccicate ad identità virtuali non fisicamente fissate. Forse servirebbe una grande "operazione verità", un disvelamento di questo "non detto", che sembra sempre più preponderante nelle relazioni e nelle discussioni. Ho visto una situazione simile generarsi in passato, quando amministravo un forum, quando dopo tanti anni ci siamo finalmente incontrati, e le identità si sono fissate, tutto quel non detto è finalmente sparito ed è diventato carne. Dopo anni che il forum chiudette, ormai quindici, siamo ancora molto amici, e ci incontriamo quando possibile. Se fosse andata avanti senza quel tipo di disvelamento, probabilmente il "non detto" si sarebbe accumulato indefinitamente e del tutto rovinato i nostri rapporti. Insomma, ditelo se vi state sul cazzo, però non prima di aver capito un pò meglio cosa c'è dietro a quelle identità raffazzonate, dove molti trovano anche una possibilità di reinventarsi e sperimentare parti originali di sè.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Temo invece che il "non detto" sia molto più cordiale del "detto" e segno di rispetto verso le differenze, anche di classe e comunque di ideologia, non risolvibili nei fatti con il solo ausilio della filosofia e del confronto verbale.

Si privilegiano allora gli argomenti generali, al riparo dalle contrapposizioni frontali, guardando e passando dove non possiamo stare, neppure facendo salti mortali metafisici.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Il non detto, può diventare un mostro, figlio delle nostre scissioni e delle nostre polarizzazioni. Il "detto" è sempre riconoscimento ed ammissione della nostra ambivalenza. Il non detto lascia in piedi l'alterità e il non riconoscimento. Ma per il "detto" occorre familiarità o intelligenza o entrambe e se c'è un corpo che dice ancor meglio.
Conrad, un giro di prosecco per tutti. Offre la casa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

#34
Grazie, non sono astemia ne vegana (anche le carote sono creature di Dio come i vitelli). Non vedo tutta questa mostruosità nel " non detto". Avevi cominciato bene: l'anonimato in rete, quando non diventa un vomitatoio social, ci permette di essere come vorremmo essere, e dire quello che desideriamo dire. Bypassando anche qualche pudore che vis a vis ci farebbe "non dire" più di quello che in questo medium riusciamo a dire.

Senza investirci la nostra onorabilità e assumendo, di fronte alle dispute anche dure, un controllo pieno della nostra suscettibilità. Si tratta solo di idee contro idee. I conflitti personali e di classe si fanno altrove.

Insomma, usato bene, l'anonimato in rete, con buona pace di Umberto Eco, dà spazio di tribuna anche a chi ne è sempre stato escluso dai padroni del vapore, della  scienza, ideologia e verità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Cosa intendete con ''la dipartita di Viator''?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pio

Forse è stato bannato?
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Ivo Nardi

Citazione di: Pio il 04 Gennaio 2023, 16:26:14 PMForse è stato bannato?
Viator l'11 dicembre scorso ha richiesto la cancellazione del suo account. 
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

Jacopus

Passano gli anni e anche i Viator, fedeli al loro nome. Lascio qui di seguito l'invito, per chi volesse, a scrivere delle brevissime poesie, nello stile orientale dell'haiku.

Inizio io:

"Ascolta, scorre,
come un ciclista gregario,
Estrai la parola perfetta."
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

"Fuga" solitaria
tra abissi e dirupi
Sognando il traguardo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jean

Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti.

I saxes di Paolo
(spingevano a fondo) come ciclisti gregari
in fuga.

https://youtu.be/OflZzbhEOjw


Due note e il ritornello era già nella pelle di quei due
il corpo di lei madava vampate africane, lui sembrava un coccodrillo...
i saxes spingevano a fondo come ciclisti gregari in fuga
e la canzone andava avanti sempre più affondata nell'aria...
quei due continuavano, da lei saliva afrore di coloniali
che giungevano a lui come da una di quelle drogherie di una volta
che tenevano la porta aperta davanti alla primavera...
qualcuno nei paraggi cominciava a starnutire,
il ventilatore ronzava immenso dal soffitto esausto,
i saxes, ipnotizzati... dai movimenti di lei si spandevano
rumori di gomma e di vernice, da lui di cuoio...
le luci saettavano sul volto pechinese della cassiera
che fumava al mentolo, altri sternutivano senza malizia
e la canzone andava elegante, l'orchestra era partita, decollava...
i musicisti, un tutt'uno col soffitto e il pavimento,
solo il batterista nell'ombra guardava con sguardi cattivi...
quei due danzavano bravi, una nuova cassiera sostituiva la prima,
questa qui aveva gli occhi da lupa e masticava caramelle alascane,
quella musica continuava, era una canzone che diceva e non diceva,
l'orchestra si dondolava come un palmizio davanti a un mare venerato...
quei due sapevano a memoria dove volevano arrivare...
un quinto personaggio esitò
prima di sternutire,
poi si rifugiò nel nulla...

era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti...

J4Y

Jacopus

"Un aeroplano
Nell'aria bionda e calda vola piano
Lascia un bel mondo dal colore baio
Dove c'è il fiume di gennaio

Scendi, pilota
Fammi vedere, scendi a bassa quota
Che guardi meglio e possa raccontare
Cos'è che luccica sul grande mare

Ne sono certo
È proprio un pianoforte da concerto
Dal suono avuto dal mistero
Un pianoforte a coda lunga, nero

Certo c'è stata
Laggiù una storia molto complicata
Ci va una bella forza per lanciare
Un piano a coda lunga in alto mare

E dove c'è un piano
Intorno c'è sempre gente che fa baccano
Ci sono occhi che si cercano
Ci sono labbra che si guardano

Non mi fido
In certi casi un pianoforte è un grido
Ci sono gambe che si sfiorano
E tentazioni che si parlano

Gira pilota
Recuperiamo il cielo ad alta quota
Torna nel mondo dal bel colore baio
Trovami il fiume di gennaio"


Anche questa non è male.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#42
Il miracolo delle canzoni è quello di trasformare una melodia scialba e un testo banale , armonizzandoli in un capolavoro.
Ma questo non è il caso di Paolo Conte dove musica e parole si evocano a vicenda, pur potendo fare a meno uno dell'altro.
Ma cosa centra Paolo Conte con l'Aiku?
Forse che ogni sua frase lo vale?
In effetti sembra essere proprio così, e il miracolo allora è mettere tutti questi haiku insieme a fare un capolavoro, che per quanto sia nella natura della musica di perdere qualcosa per ripetuti ascolti, non sembra voler tramontare, perchè dove la musica col l'uso sembra usurarsi arriva in sostegno il testo, e viceversa, miracolo dei miracoli.
L'unico colpa che dò a Paolo Conte e di aver offuscato, senza volere, il fratello Giorgio.
Per cui propongo che al bar dell'abisso si metta in sottofondo la sua musica, anche se sò che imporre agli altri la propria musica preferita suona come una soperchieria.
Mettendo insieme in un ascolto Paolo e Giorgio poi, è un pò come fare suonare le langhe, trasfigurandole, e non che ne abbiano bisogno per risuonare dentro chi le abbia visitate. ma a volte finché qualcuno non canta le  bellezze di un luogo, e magari riesce a farlo senza nominarlo, nessuno se ne accorge.
Chi si sarebbe accorto in effetti della bellezza di Stradella, questa invece nominata, finché Paolo non  ha fatto risuonare in noi  le sue fisarmoniche, per cui adesso anche a volersi sforzare di dire le cose come stanno, che proprio bella non è, non ci riusciamo.
Ma può succedere anche di peggio, come l'irrefrenabile desiderio di vivere dentro un bicchiere di acqua ed anice e credere che andare alla ricerca del fiume di gennaio possa dare un senso alla nostra vita, e anzi su questo io non  ho dubbi.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''