L'uomo appartiene al regno degli animali?

Aperto da Jacopus, 28 Dicembre 2022, 19:50:05 PM

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Jacopus

Domanda semplice semplice.  :D. Ho notato che ultimamente il tema affiora qua e là fra i vari interventi e quindi perchè non rovinarsi la vita, cercando di rispondere a questa domanda? La mia personale risposta alla domanda è sì, siamo animali, un tipo particolare di animale ma a tutti gli effetti un animale.
Giungo a questa conclusione perchè sono più le funzioni e il processi biologici che ci identificano agli altri animali rispetto a ciò che ci differenzia da loro (poichè le differenze ci sono, eccome). Però a livello di struttura fondamentale, cioè a livello di DNA_RNA, usiamo le stesse regole per vivere, non solo del regno animale ma anche del regno vegetale. Poi, secondo una immagine a cerchi concentrici possiamo riscontrare parentele più o meno lontane, ma il dato di fatto, per quanto possa sembrare poco edificante, è che a quanto ne sappiamo, i nostri più lontani antenati comuni sono i batteri (o i virus, ma predomina il partito filobatterico). Infatti è assolutamente meraviglioso come, oltre al processo di replicazione del DNA, tutti i vertebrati, ad esempio, abbiano le stesse indicazioni di sviluppo morfologico: una spina dorsale in grado di sostenere una testa ben sviluppata che racchiude un cervello e il bilateralismo simmetrico degli organi. In questo modo si può dire che siamo più imparentati con un tirannosauro, piuttosto che con una spugna, ma che tirannosauro ed uomo abbiano avuto un ascendente comune è certo. E poi sempre più vicino, seguendo l'immagine dei cerchi concentrici, mammiferi, primati, primati superiori e homo sapiens. Ma la danza che balliamo, dal punto di vista fisiologico e biologico, ma anche emotivo ed affettivo è la stessa.
Le fazioni di chi si oppone all'uguaglianza uomo-animale, credo che siano sostanzialmente due, la prima è quella dei credenti in una entità superiore, la quale ha prescelto l'uomo come dominatore del mondo e dotato di caratteristiche completamente diverse, ovvero metafisiche. La seconda è composta da coloro che pur non credendo in senso religioso, ritengono l'uomo un entità vivente sostanzialmente diversa dagli altri animali per motivi più strettamente culturali o anche biologici, dovuti alla presenza di un organo ingombrante come il nostro Sistema Nervoso Centrale. Alla luce di questa ulteriore distinzione, mi pongo più in un ottica di continuo "dialogo" fra la nostra parte "animale", che può essere rappresentata dalle fondamenta di una casa, dalle quali non si può sfuggire, e che strutturano tutto il resto, e la parte culturale/cerebrale, che effettivamente ci ha differenziato in modo evidente dal resto del mondo animale. In questo senso la figura mitologica più appropriata per definire l'uomo è quella del centauro, che non a caso era in parte cavallo ed in parte uomo. Ed è, nella mitologia greca, un centauro colui che scoprì e diffuse la medicina fra gli umani, ciò che di più extra-animale ci sia, poichè sa far rinascere, salva la vita e sconfigge "temporaneamente" la morte.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

I centauri erano in competizione con gli umani e ci regalarono la polpetta avvelenata medicina che secolo dopo secolo non ha fatto altro che infiacchirci e renderci farmaco- e tecno- dipendenti. 

Mettendoci pure del nostro per debilitare l'organismo coi veleni di cui impestiamo l'ambiente e con lavori che minano quel poco che resta della nostra salute.

L'uomo appartiene al regno degli animali idioti. Ma può  salvarsi recuperando l'animalità sana perduta, laddove non abbia reso l'ambiente del tutto invivibile, con buone pratiche fisiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#2
Chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo?
Non abbiamo trovato la risposta, ma allargando la platea di esseri cui riferire la domanda, abbiamo in un colpo solo eliminato tante risposte errate, e non è poco, anche se ovviamente non mancano le resistenze ad accettare la forma più corretta della domanda, essendo state le nostre società  fondate su quelle meno corrette.
Molte narrazioni andrebbero in conseguenza adeguate.
Non dovremmo ad esempio più dire che l'uomo sta distruggendo la vita sul pianeta, ma semmai che è la vita (non noi) che tende ad autodistruggersi, e in questa forma riveduta e corretta l'affermazione diviene già meno sostenibile, e il perchè forse potrebbe raccontarcelo Jaocupus con la sua buona competenza in materia.

Ma per quanto noi uomini in particolare ci stiamo impegnando a fare danni, come dice Ipazia, con lo sviluppo delle nostre tecnologie, se non ci riusciamo prima noi, comunque la vita ( non noi) fra cinquecento milioni di anni sarà spazzata via dal pianeta terra  per l'espandersi del sole come nana rossa, a meno che la nostra tecnologia non ci consenta di spostarci un pò più in là, perché in fondo ormai lo abbiamo  capito che i pianeti sono un pò come le ciliegie: uno tira l'altro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Così come non c'è nessun dubbio che un diamante sia un minerale e non un animale, allo stesso modo non c'è nessun dubbio che un uomo sia un animale e non un minerale.
Non sussiste alcuna materia di controversia, al riguardo!
***
Dal punto di vista tassonomico, infatti, questa è la sua classificazione:
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
(clado) Amniota
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
(clado) Boreoeutheria
Superordine Euarchontoglires
(clado) Euarchonta
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Catarrhini
Superfamiglia Hominoidea
Famiglia Hominidae
Sottofamiglia Homininae
Tribù Hominini
Sottotribù Hominina
Genere Homo
Specie H. sapiens

atomista non pentito

Assolutamente animali , e' sufficiente vedere come replichiamo anche all'interno del ns stesso "gruppo" e portandola alle estreme conseguenze , la competizione naturale per la sopravvivenza o il miglioramento delle condizioni di vita.

Alberto Knox

Condivido l immagine che ha dato jacopus riguardo le fondamenta di una casa e le fondamenta dell uomo è il regno animale dopo di che si sale esattamente dal basso , dalle fondamenta animalesca si è arrivati alla specificità umana. E quando l uomo è diventato umano? E in che cosa consiste la specificità umana? Ne parlo di continuo ,sono i miei argomenti.
Bisogna anche notare che gli uomini si possono dividere per categorie o sottoclassi . Come le definiva Leonardo Sascia ? in 5 categorie ; gli uomini , i mezzi uomini , gli omuncoli, i piglia in culo e i quaquaraquá.
Questo per dire che c è bisogno del tuo impegno , il tuo lavoro e la tua dedizione per essere uomo , sì perchè purtroppo si può fallire come esseri umani .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 29 Dicembre 2022, 05:12:23 AM
Così come non c'è nessun dubbio che un diamante sia un minerale e non un animale, allo stesso modo non c'è nessun dubbio che un uomo sia un animale e non un minerale.
Non sussiste alcuna materia di controversia, al riguardo!
***

Ciao Eutidemo, immagino dunque che tu volessi dire che c'è qualche dubbio che un diamante sia un minerale e non un animale, così come c'è qualche dubbio che un uomo sia un animale e non un minerale. Se così fosse, concordo, anche se qui si entra veramente in campi di ricerca scientifica a noi senz'altro ignoti, o almeno ignoti a me. Un saluto

Phil

Citazione di: Jacopus il 28 Dicembre 2022, 19:50:05 PMIn questo senso la figura mitologica più appropriata per definire l'uomo è quella del centauro, che non a caso era in parte cavallo ed in parte uomo. Ed è, nella mitologia greca, un centauro colui che scoprì e diffuse la medicina fra gli umani, ciò che di più extra-animale ci sia, poichè sa far rinascere, salva la vita e sconfigge "temporaneamente" la morte.
Proporrei simbolicamente anche un'altra figura mitologica, anch'essa ibridazione di uomo ed animale selvatico: il fauno. Le sue corna a ricordarci che l'animalità non è stata totalmente espulsa dalla nostra testa e le mani impegnate nella musica, che allegoricamente ben rappresenta ciò che, secondo me, più ci distingue dagli altri animali: l'edonismo. Anche alcuni altri animali hanno una loro "interazione tecnica" con il mondo che li circonda, ma tale strumentalizzazione, se non sbaglio, è sempre finalizzata alla soddisfazione di bisogni primari, mentre l'uomo è probabilmente l'unico che produce strumenti (come quelli musicali) con il solo scopo di ottenerne piacere (ossia stimolazione di alcune parti del cervello, rilascio di alcune sostanze, etc. probabilmente per altri cervelli sarebbe strutturalmente impossibile tale "esperienza estetica"). L'asservimento della tecnica e dell'intelligenza all'edonismo, al piacevole contingente e fine a se stesso, come autostimolazione mediata da uno strumento artificiale, credo sia ciò che più radicalmente ci distingue dagli altri animali; ancor più dei viaggi su Marte, della medicina, di internet e delle teorie quantistiche.

Kobayashi

L'incertezza della paternità scatena sempre immaginazione e rimozione.
All'unico padre comune infinitamente buono proposto dalla religione, risponde la scienza con il microrganismo primordiale, teoria meno compiacente, certo, ma compensata dall'idea, implicitamente contenuta nell'evoluzionismo, che si vada dal semplice al complesso (e migliore).
Si tratta quindi di due approcci che sostengono il falso. Perché appunto c'è rimozione e all'incertezza è preferibile un falso sicuro che la nuda verità, la quale è tanto ovvia quanto angosciante: tutto il regno animale, cui ovviamente facciamo parte, è il risultato casuale e fallimentare di un "esperimento" della materia vivente. Il regno animale è parassitario, dipende dalle piante che sole riescono a trasformare ciò che è inorganico in materia vivente, ed è dominato dal dolore.

iano

  Cit. Kobayashi
tutto il regno animale, cui ovviamente facciamo parte, è il risultato casuale e fallimentare di un "esperimento" della materia vivente. Il regno animale è parassitario, dipende dalle piante che sole riescono a trasformare ciò che è inorganico in materia vivente, ed è dominato dal dolore.
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Chi ci dice che è casuale?
Magari la vita sorge ogni volta che si creano le condizioni.
E perché parassitario e non anche simbiotico?
C'è una interdipendenza fra gli esseri viventi, dove tutti sono utili e nessuno è necessario, e questa è la sostanza
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Kobayashi

@iano.
Magari la vita sì, ma questa vita, questa natura, così come è evoluta, dipende dal caso (il gioco casuale delle mutazioni genetiche).

Che il regno animale sia parassitario, che non possa esistere senza l'erba, senza l'assemblaggio delle molecole svolto dalle piante a partire da elementi più semplici, direi che è un fatto. Poi certo si sarà pure sviluppata una certa collaborazione tra l'ape e il fiore, ma anche senza l'ape la pianta va avanti, l'ape senza il fiore no.

atomista non pentito

iano : Immagino sia da intendersi la casualita' del crearsi delle condizioni...........
Kobayashi : Sara' anche dominato dal dolore ma .......no pain no gain ( e meno male che c'e')

Kobayashi

Citazione di: atomista non pentito il 29 Dicembre 2022, 15:37:53 PMiano : Immagino sia da intendersi la casualita' del crearsi delle condizioni...........
Kobayashi : Sara' anche dominato dal dolore ma .......no pain no gain ( e meno male che c'e')
Ciascuno deciderà in base alla propria capacità di illudersi se vale la pena continuare a giocare o no.
Di solito la risposta è sì. Il che significa che la propensione all'illusione e al falso sono essenziali alla natura umana (molto più, secondo me, dell'edonismo indicato da phil).

Ipazia

Citazione di: Kobayashi il 29 Dicembre 2022, 14:59:59 PML'incertezza della paternità scatena sempre immaginazione e rimozione.
All'unico padre comune infinitamente buono proposto dalla religione, risponde la scienza con il microrganismo primordiale, teoria meno compiacente, certo, ma compensata dall'idea, implicitamente contenuta nell'evoluzionismo, che si vada dal semplice al complesso (e migliore).
Si tratta quindi di due approcci che sostengono il falso. Perché appunto c'è rimozione e all'incertezza è preferibile un falso sicuro che la nuda verità, la quale è tanto ovvia quanto angosciante: tutto il regno animale, cui ovviamente facciamo parte, è il risultato casuale e fallimentare di un "esperimento" della materia vivente. Il regno animale è parassitario, dipende dalle piante che sole riescono a trasformare ciò che è inorganico in materia vivente, ed è dominato dal dolore.
Alle specificità rilevate da Phil aggiungerei, con riferimento a questo pensiero, quanto già stigmatizzato da FN: umano (troppo umano) è fare moralismo anche sull'evoluzione naturale.

La natura se ne fotte di successi e insuccessi evolutivi: lancia i dadi e vinca il migliore, più forte, ... più idoneo.

(detto ciò,  anch'io ho più simpatia per chi si nutre di acqua, anidride carbonica e sali minerali, ma è una simpatia umana, che non può fondare alcuna etica, o giudizio di valore, universale)


pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Kobayashi il 29 Dicembre 2022, 14:59:59 PML'incertezza della paternità scatena sempre immaginazione e rimozione.
All'unico padre comune infinitamente buono proposto dalla religione, risponde la scienza con il microrganismo primordiale, teoria meno compiacente, certo, ma compensata dall'idea, implicitamente contenuta nell'evoluzionismo, che si vada dal semplice al complesso (e migliore).
Si tratta quindi di due approcci che sostengono il falso. Perché appunto c'è rimozione e all'incertezza è preferibile un falso sicuro che la nuda verità, la quale è tanto ovvia quanto angosciante: tutto il regno animale, cui ovviamente facciamo parte, è il risultato casuale e fallimentare di un "esperimento" della materia vivente. Il regno animale è parassitario, dipende dalle piante che sole riescono a trasformare ciò che è inorganico in materia vivente, ed è dominato dal dolore.

Ma questo dolore non chiama in causa proprio te?

Di fronte a questo mondo dolente cosa decidi?

Vuoi essere o non essere?

Ti perdi nel non essere del deserto della esistenza, oppure ne provi infinita compassione, in nome del tuo stesso essere?

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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