L'uomo è orientato al male e non al bene?

Aperto da Socrate78, 24 Dicembre 2022, 20:04:47 PM

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Alberto Knox

Citazione di: atomista non pentito il 28 Dicembre 2022, 11:41:23 AMP.S. Quale integratore hai usato (doping) per la spianata di rancorose risposte a citazioni che hai inanellato via una l'altra ?
..O quale pompa della bicicletta . 
in effetti un entrata a gamba tesa del genere è da cartellino giallo ma pare che qui i moderatori cicchettano solo me   :P
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 28 Dicembre 2022, 11:27:15 AMA parte il fatto che manca il complemento oggetto dovresti leggere quello che ho risposto a Green Demetr nel topic "Fenomenologia dello Spirito". Comunque restiamo sul fuoco che brucia. Se io fossi il padrone della legna che brucia la tua mano, direi : Ohibò!! Alberto brucia la mia legna per fare i suoi esperimenti. Quindi, fregandomene ben poco che sia la tua mano a bruciare, quel che vedo io è che sarebbe la mia legna a bruciare piuttosto che la tua mano. Trovi oggettività?
Trovo oggettivo che il fuoco brucia  e trovo soggettivo pensare che sia solo la legna a bruciare e non anche la mia mano a bruciare ma che ci sia materiale da combustione è oggettivabile da entrambi se no non si potrebbe dire che qualcosa brucia da entrambi i punti di vista.
Avevo seguito gli interventi in "fenomelogia dello spirito" ma vado a dargli una ripassata lostesso.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: green demetr il 28 Dicembre 2022, 05:50:46 AMMa basta con sti moralismi di un cattolicesimo piccino piccino picciò
Poi detto da un giullare della parola, francamente triste.

Ma cosa vuoi fare una etica degli schiavi vero!?
con la RESSSSSPONSABILLLLIITTTAAAA...ma andate a quel paese va.
una etica che ti chiede di essere schiavo non è una etica, è il contrario dell'etica.

infatti non esiste l'etica del tiranno (che poi usi la religgggiiooonnee o la sciiienzzziaiaaaa come mezzo da tagliagole...ma dai smettila!)
Dopo opportuna rilettura, non mi pare che nel mio post ci sia alcuna proposta etica, né di "etica degli schiavi" né altro (tentare di descrivere un processo storico, per comprenderlo, non comporta esserne né entusiasti né avversi), così come non rintraccio alcuna inclinazione verso «moralismi di un cattolicesimo piccino»(?), né negli intenti né fra le righe; nemmeno mi risulta ci siano accenni alla responsabilità (comunque venga scritta), né usi di religione e scienza come «mezzo da tagliagole».
Una risposta non si nega a nessuno, tuttavia mi pare che questo «giullare della parola» abbia (de)scritto ben altro, oppure il tuo commento era riferito ad altro post di altro utente?

Ivo Nardi

Citazione di: Alberto Knox il 28 Dicembre 2022, 12:01:38 PMin effetti un entrata a gamba tesa del genere è da cartellino giallo ma pare che qui i moderatori cicchettano solo me  :P
E' stato inviato un messaggio privato con invito a usare un linguaggio più appropriato.
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 28 Dicembre 2022, 12:13:24 PMTrovo oggettivo che il fuoco brucia  e trovo soggettivo pensare che sia solo la legna a bruciare e non anche la mia mano a bruciare ma che ci sia materiale da combustione è oggettivabile da entrambi se no non si potrebbe dire che qualcosa brucia da entrambi i punti di vista.
Avevo seguito gli interventi in "fenomelogia dello spirito" ma vado a dargli una ripassata lostesso.
Non fare abuso di intelligenza Alberto, ho già avuto con te dei precedenti non positivi. Se io entro in una stanza dove c'è un rumore assordante e il fuoco che brucia, è probabile che veda il rumore assordante e non veda il fuoco che brucia. Chiedi a Eutidemo sulla veridicità dei testimoni oculari in perfetta buona fede

daniele22

@Ipazia Acclarato che l'individuo agisca assecondando il proprio bene, ti avevo chiesto dell'educazione perché non intendevo il senso di quello che dicevi. Infatti prima o dopo dovrai, in senso etico, occuparti dell'educazione dei nostri pargoletti.
L'aforisma di Nietzche non è certo tra i suoi migliori. Il senso della terra è per me il senso dovuto in primo luogo nei confronti di ciò che mi fa bene e ciò che mi fa male. Detto ciò, io diffido di quelle persone che si appellano a vanvera al senso della terra, tanto quanto di quelle persone che mi parlano a vanvera di Dio. Per quel che riguarda i cristiani pretendo da loro un'etica cristiana, altrimenti dovrò considerare che stanno parlando a vanvera. Pertanto, siccome sto in terra, di solito parlo con le persone e non con le idee. A me l'idea di Dio non interessa, ma questo non significa che io possa ugualmente trovare convergenze con chi crede in Dio, ma non gli permetterò certo di calpestare le mie idee così facilmente. Ovvero permetterò che le calpestino con la forza dei loro voti in un parlamento democratico, oppure che le calpestino instaurando una dittatura, ma allora in questo caso sarebbero le idee a calpestarmi per tramite delle bandiere che le rappresentano. E allora, da anarchico, mi piacerebbe che tu esprimessi, ma non solo tu, un idea sul topic: Tematiche Culturali e Sociali – Le verità della Bandiera – aperto il 6 maggio 2021

Ipazia

Non toccategli Nitzche a green, perché diventa una furia. Io l'ho letto e a modo mio lo applico fottendome delle sfuriate di green che trovo però altamente stimolanti. Ammesso e non concesso che interpreti correttamente dove vuole andare a parare.

Stavolta pare che l'epicentro dell'uragano sia la questione del TIRANNO. Platone ne aveva avuto una buona sorbola in Sicilia e da allora è ripiegato verso cieli più iperuranici.

La formazione di Nietzsche è, in quanto filologo classico, certamente molto influenzata dal Platone della Repubblica, meno da quello iperuranico e da tutte le manfrine sul bene su qui piomberanno come avvoltoi, per intercessione neoplatonica, i cristiani da Paolo ad Agostino.

Poi FN dirotta su Schopenauer, via Wagner, e finalmente trova la sua illuminazione "al di là del bene e del male", che svilupperà fino alla crocefissione di Zarathustra in Ecce homo. Percorso lungo che, ha ragione green, non si decifra nell'azzeccagarbuglio degli aforismi, molti dei quali sanno più di cattiva digestione e scopate mancate che di filosofia. Ma dove il filosofo emerge non ce n'è per nessuno.

Marx ha un percorso più lineare. Parte dalla filosofia del diritto di Hegel e arriva alla concezione materialistica della storia.

KM e FH sono separati in casa, provenendo dai filoni incomunicanti di Hegel e Schopenauer, e quindi, caro green, io ce provo sempre a fa la sintesi, nel segno etico di una filosofia dell'immanenza che entrambi li accomuna, così come l'avversione per il TIRANNO.

(che non è più quello di una sparuta colonia greca e se ne fa un baffo - ma già allora - del simposio dei filosofi e dell'oltreumanesimo da iniziati, procedendo coi cingolati e le inoculazioni del transumanesimo strombettante)

Il TIRANNO è qui, e più che un viatico i profeti non ci possono dare, neppure nel bene e nel male, mentre l'al di là sta a guardare.

(Non so se basteranno due secoli, o se arriverà prima la frittata dell'ultimo uomo)

PS: green, comprendo per Kant, ma perché ce l'hai tanto con LW ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Ipazia il 28 Dicembre 2022, 07:54:59 AMSapere: know how. Forse così emerge l'aspetto pratico proprio di una filosofia della prassi.

Marx non leggeva Nietzsche, viene prima. Ma entrambi condividono il senso della terra, materica anzichenò. Ciascuno a modo suo. A noi la sintesi.

Io Marx l'ho accantonato per sempre, e con esso tutte le varie ideologie che lo volevano usare.

E cioè Ipazia anche se esistesse una teoria economica valida, come essa potrebbe esserre implementata?e cioè all'iterno di una tradizione completamente ipocrita.
Ti faccio un esempio: negli ultimi anni sto seguendo il dibattito marxista negli stati uniti, dove a detta di molti esegeti, vi è una renaissance degli studi.
All'inizio il balbettio delle affermazioni mi pareva persino tenero, ma poi col passare degli anni è evidente, che la distorsione del marxismo si è radicata anche lì.
Si tratta cioè di fenomeni di intellettualismo radical chic, in cui di know how c'è veramente poco, se non nel non agire e per quel che intendo anche nel non pensare.



Prendiamo poi il caso italiano come esempio Preve che è il massimo esponente di un comunismo che resiste (ed essendo italiano anche la sua massima espressione): egli permette adorno, come teoretica a sè (senza assumerlo).
Poi leggo casualmente Adorno: "l'archè di cui parla Heidegger è il mito della razza...."
Una simile distorsione e insieme incomprensione del discorso heideggeriano, è un salto carpiato nel nulla della teoria del post-moderno, che lui stesso teorizzava, ma evidentemente mettendocisi dentro anche lui.

In questi anni ho trovato così ridicolo questo pendolio fra l'uno e l'altro, che l'approdo di Fusaro su territori fascisti (che nascondo ovviamente il neo-lberalismo, indossato con scioltezza dal Fusaro) non mi ha sopreso punto.

Insomma il mix fra la genealogia della morale (che ci invita a fare attenzione alle religioni come nemiche potenziali) e la supposta teoria economica marxista mi pare addirittura in contrasto aperto.

Lo testimoniano anche gli attacchi recenti al maestro, e alla ecclesia, di stampo tomista, come già un decennio fa aveva clamorosamente avvisato Severino.

Il mondo radical chic non è pronto ad affrontare il maestro, ed è invece impaziente di trovare nuove forme di joissance, che la nuova era antropologica gli fornirà (sempre che gliela fornirà, ma suppongo che per un radical chic passare dal carro di sinistra al carro transumanista sarà uno scherzetto da niente).

Insomma sto ventennio preciso preciso di ricerca di alleanze per me si è concluso.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 28 Dicembre 2022, 11:23:56 AMLo avrei lasciato perdere volentieri se qualcuno non lo avrebbe strumentalizzato per i propri loschi scopi anche in questa sede e non solo nella storia della Germania nazista.
Ammetto di non aver esaminato le sue opere a fondo ma lo fatto abbastanza per vedere che le sue premesse sul moralismo cristiano erano del tutto arbitrarie e fuorvianti. Non è vero che il cristianesimo a portato a una condizione in cui il debole , l infermo, l ammalato è ritenuto giusto e degno della grazia divina e invece il forte è da ritenere cattivo ,egoista e da disprezzare , non è vero che il debole era ritenuto dalla chiesa l agnello innocente in preda agli artigli del falco e che quindi il falco era cattivo e l agnello invece quello buono. Non è vero , sono supposizioni che aveva lui ma che non corrispondono alla verità . Questo esempio degli agnelli e dei falchi viene dalle sue parole quando parlava di transvalutazione dei valori . il suo errore , da quanto ho constatato, è stato quello di ritenere che se la fonte dei valori e della morale può venire dall uomo e non da Dio allora deve essercene una che esclude l altra

In nietzche ovviamente non c'è spazio per dei problemi teologali, che nulla avrebbero a che fare, con la genealogia delle morali, che invece sono frutto evidente delle scelte umane.

Naturalmente il problema si pone quando nel cristianesimo dio viene portato a diventare uomo, ecco che le cose si complicano notevolemte. Ma questo è magisterio della chiesa, che dopo anni di tirannia sulle morali della gente è oggi finalmente uscita di scena, ed è diventata al massimo l'ancella delle nuove morali transumaniste.

In Nietzche questo passaggio è velocemente sorpassato con la frase "dio è morto". Il buon maestro era affacendato su cose ben più importanti, che purtroppo in questo ventennio di ricerche non ho trovato essere state portate avanti da nessuno.

Se è questo a cui alludi posso anche essere d'accordo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: atomista non pentito il 28 Dicembre 2022, 11:41:23 AMstolti chi ? ( plurale ) al limite stolto , non piu' di Te comunque ( e me ne dispiaccio)
P.S. Quale integratore hai usato (doping) per la spianata di rancorose risposte a citazioni che hai inanellato via una l'altra ?

 :D  stavo tentando di far fare al nostro caro forum, un tentativo di mimesi dei forum della chan americana, esperimento felicemente fallito. Scusate, mi stavano venendo dei dubbi rispetto alle influenze dell'oltramanca anche in questa piccola oasi della discussione pubblica.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 28 Dicembre 2022, 12:01:38 PM..O quale pompa della bicicletta .
in effetti un entrata a gamba tesa del genere è da cartellino giallo ma pare che qui i moderatori cicchettano solo me  :P
il cartellino giallo è arrivato anche a me  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 28 Dicembre 2022, 16:47:49 PMPS: green, comprendo per Kant, ma perché ce l'hai tanto con LW ?

Mi ricorda Phil, le parole sono segni questo è vero, ma se dimentichiamo che questi segni indicano un reale, allora poi non è poi così soprendente che l'intellettualità contemporanea, non solo Phil certo, che magari non è nemmeno filosofo di professione, si barrichi dietro la trincea delle opinioni, dove la parola dell'uno è usata sempre come andar contro quella dell'altro.

Dante aveva più coraggio politico, eppure con parole ci ha costruito una lingua nazionale.

LW non mi interessa punto, ma lo trovo spesso citato nelle conferenze nostrane e americane, quando il conferenziere deve fare melina, senza mai arrivare al dunque.
(non penso sia una mera coincidenza, forse tu lo hai studiato meglio e mi potrai illuminare su qualcosa di buono che ha fatto  ;)  )
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#72
In realta' secondo me il lato "destroide", tra mille virgolette, e supereroistico di Nietzsche e' ineludibile, se se ne vuole avere una buona comprensione: la supremazia della forza, in questo filosofo "estremo", e' la supremazia dell'affermazione sulla negazione, (e, quindi, dell'autodeterminazione sull'eterodeterminazione) in senso logico e temporale: il mondo di Nietzsche, nonostante le influenze schopenahueriane, e' un mondo aristotelico, in cui il male e' il male del bene, e il bene e' primigeno e si autodermina.

Il debole e' costretto ad essere cio' che e', diciamo cosi', per differenziazione dal forte, mentre il forte (asimmetria assoluta) non e' cio' che e' per differenziazione dal debole, in quanto egli e' forte perche' e' primigeno, perche' si autodermina.

La riconciliazione totale delle differenze nell'unita', la moltitudine dei deboli guidata dal suo paolino -e e platonico- sovrano qui non fa mondo, fa lo stato nullo del mondo, l'equilibrio statico delle forze, che deve essere superato da un nuovo stato dinamico, da un nuovo stato di squilibrio manifestantesi nella forma del prevalere.

E infatti finanche la morale dei deboli storicamente ha fatto mondo, si e' imposta, nella forma del prevalere.

La differenza (e quindi anche il differimento, temporale) in questo sistema, e' uno, dei possibili modi di essere/per individuare un essere, non l'unico, perche' esiste anche l'autodeterminazione, che e' autodeterminazione oltre e contro la differenza.

Il dominio in questo sistema ha piu' realta' della sottomissione poiche' la sottomissione, in quanto principalmente sottomissione alla sofferenza,  esiste solo come forma di autoaggressione e di autodominio, come forma generica del passaggio alla condizione deteriore dell' "esistenza per differenza" perdendo il bene sommo di un'esistenza autoderminata, nell'esistere nella differenza percepita tra desiderio e realta', cioe' nell'esistere nella propria stessa sofferenza.

Cio' che ordina il forte e' che il debole impari ad essere forte quantomeno nell'arte del dominio sul proprio stesso corpo per essere una buona preda o un buono schiavo da includere nel proggetto infinito di amore "strumentale" per l'altro del forte stesso, ovvero, gli archetipi superomistici -equivocati come divini- dell'umanita' ordinano negli inferiori la nascita della coscienza, (e quindi della repressione degli istinti come forma di autodominio) senza farne minimamente parte, continuando, loro soli, ad essere esteriori ed istintuali come tanti hobbesiani leviatani.

La voce, logicamente e cronologicamente e' prima del pensiero, come in genere l'affermazione, e' logicamente e cronologicamente prima della negazione.

Il padrone, e' padrone e basta, il servo e' padrone del suo corpo al fine di essere servo, e' una mente svolgente funzioni padronali.

La morale dei servi, e' la morale dell'ENKRATEIA, del dominio interiore.

Sul piano dell'ENKRATEIA, della CONTINENZA, vengono criticati platonismo e cristianesimo in quanto morali dei servi.

Non puo' piu' essere contenuta da nessun limite, tantomeno da quello della riflessione/riflessivita' identitaria, quella stessa volonta' di vivere che gia Schupenahuer aveva consegnato all'assoluto, e intuito a partire dalla natura non fenomenica del corpo.

La critica all'idolo/idea e' la critica alla presunta verita' interiore del vissuto e del percepito, da cui non emerge una "oggettivita' ", ma una necessitata "prospettiva".

La lotta di tutte le vite nell'eternita' del tempo e' lotta per restare nell'esteriorita', nel vuoto mentale, lotta per restare in una vita di corpi e di territori rigogliosi  che o e' apparenza o non e' nulla; e gli uomini, questi animali che pensano, che si identificano col negativo della voce (pensiero...), che sanno di se stessi, sono quelli che in tale lotta hanno PERSO, sono gli ultimi tra gli animali.

Sono quelli che alla fine della danza si sono beccati la patata bollente di una coscienza che nessuno tra i viventi VUOLE, perche' equivale ad una condizione DOMINATA, e quindi sofferente, del corpo.

Ad opera dei loro sovrani terrifici e terreni divinizzati e animalizzati, ad di la' del bene e del male, che sono, ritti e incancellabili nel loro passato, sotto forma di causa, e quindi saranno, inevitabilmente, pure nel loro futuro, sotto forma di fine e scopo.

Gli uomini sono quelli la cui essenza si esaurisce nell'elenco delle loro negazioni determinate, non ha positivita'.

Per questo sono gli odiatori, e i promettitori.








Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Jacopus

Nella tua interpretazione Niko, Nietzsche oscilla fra la diagnosi di disturbo antisociale della personalità e quella maniacale istrionica, che sono due caratteri molto presenti nell'attuale società, più che in quella di Nietzsche. Se fosse vissuto oggi, nella sua furia iconoclasta di bastian contrario, Nietzsche avrebbe sicuramente abbracciato una filosofia dell'umiltà e della buona novella.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

#74
Citazione di: Jacopus il 13 Gennaio 2023, 21:20:14 PMNella tua interpretazione Niko, Nietzsche oscilla fra la diagnosi di disturbo antisociale della personalità e quella maniacale istrionica, che sono due caratteri molto presenti nell'attuale società, più che in quella di Nietzsche. Se fosse vissuto oggi, nella sua furia iconoclasta di bastian contrario, Nietzsche avrebbe sicuramente abbracciato una filosofia dell'umiltà e della buona novella.


Purtroppo devo darti torto nel modo piu' assoluto: la societa' in cui vive Nietzsche e' per usare una categoria foucoltiana una societa' DISCIPLINARE: Nietzsche sente molto il mito napoleonico e della guerra napoleonica, in cui gli uomini erano cosi' disciplinati da rimanere schierati e fermi davanti alle palle di cannone, oltreche' naturalmente di moschetto (vedere la splendida raffigurazione che ne da' Mel Gibson nel film "il patriota", della guerra di tipo napoleonico intendo, che li' e' rappresentata magnificamente, a parte la bellezza complessiva del film, che puo' essere discutibile); e la catastrofe che egli profetizza in Ecce Homo e' stata abbondantemente interpretata come lo scoppio della prima guerra mondiale, acme' (e dunque preparazione del declino) della societa' disciplinare per eccellenza. Anche se naturalmente e' possibile interpretare "la catastrofe" profetizzata con la manifestazione definitiva della sua follia personale, o con tutt'eddue: Nietzsche impazzisce definitivamente e la prima guerra mondiale scoppia.

Ma il fatto e' che l'unica vera critica possibile alla societa' disciplinare era mettere in luce il nesso tra obbedienza ai potenti e nascita dell'autocoscienza, insomma l'educazione condizionate attraverso la quale passa ogni uomo.

Rimettere con i piedi per terra il nesso tra voce e pensiero discorsivo, che ai suoi, hegheliani e platonici tempi, era ancora con i piedi per aria.

La coscienza e' repressione degli istinti, e sono le forme della potenza dell'uomo presso l'uomo, ad ordinare la repressione degli istinti.

I processi che prevedono l'oblio, il funzionamento automatico, sono migliori, nel senso di piu' sani, di quelli mediati dalla conoscenza e dalla razionalita'. In questo senso l'uomo, tra gli altri animali non e' una malattia, ma certamente e' un malato.

La volonta' di potenza non puo' stare ferma, non puo' essere stasi, e se gli viene negato di conquistare terreno esteriore, territorio, se gli viene posto un limite invalicabile in una certa dimensione o direzione del tempo o dell'esistenza che e' interpretabile come quella corporea, istantanea e materiale, essa allora conquista terreno interiore, corpo inesteso e sofferente; insomma essa auto-aggredisce non potendo aggredire. All'estroversione del forte, corrisponde l'introversione del debole.

 Il forte dunque, in un certo senso ricaccia il debole dentro se stesso conquistando spazio e teritorio reali, e il cieco impulso, il ruggito e l'esplosione che ha causato questo "ricacciare", che di fatto non appartiene ne' al debole ne' al forte, proprio nell'interiorita' del debole si continua, con la sottile differenza del continuare, qui, a risuonare/conquistare in un mondo interiore (il proggetto di auto-dominio del debole) mentre prima risuonava e conquistava in un mondo esteriore (il proggetto di dominio del forte).

Se tutto cio' e' detto in maniera "antisociale" (io direi destroide) e non buonista, e' solo perche' appunto, in tutto cio', la priorita' logica e temporale del ruggito appartiene al forte, e non al debole, ma non la priorita' nel senso della "proprieta' " o della "responsabilita' ".

In un tempo eternamente ritornante non si puo' ledere nessuno sul piano della mera esistenza, non si puo' uccidere per uccidere, ci sono solo volonta' complesse che si vogliono tra di loro e volonta' che in alcuni punti critici si fanno volonta' di nulla pur di non farsi nulla di volonta'.

Ma volonta' di nulla e' gioia se vuol dire volonta' soddisfatta, ed e' tragedia se vuol dire: "volonta' che aspetta in eterno un nulla che non verra' mai".

Il mondo si salva perche' il "male", il persobaggio malvagio, tra lo scegliere la distruzione e lo scegliere il dominio, sceglie sempre il dominio.

Cosa altro potrebbe fare, in un mondo che sa essere indistruttibile?

Forse quello che Nietzsche non ha visto e previsto e' la tragedia della dissoluzione anche della societa' disciplinare, la seconda, di guerra mondiale, i totalitarismi, l'era atomica e la possibilita' di un mondo anche fisicamente, oltreche' eticamente, distruttibile ad opera dell'uomo.

Ma a questo punto siamo noi, a dover dare al tempo l'elemento ciclico che gli manca.

Liberandoci di ogni antropomorfismo.







Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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