Che cosa credete esista dopo la morte?

Aperto da Socrate78, 06 Novembre 2022, 18:37:09 PM

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bobmax

Il noumeno, la cosa in sé, non esiste!

A questa inevitabile conclusione giunge la ricerca, qualunque strada si percorra.

Le implicazioni di questa constatazione richiedono un radicale capovolgimento della interpretazione di cosa sia la esistenza.

Che non può fondarsi su alcuna cosa. Perché nessuna cosa davvero c'è.

E perciò non vi è nessuno che nasca e che muoia.

Orrore!

e...

Beatitudine.

"Amor che move il sole e l'altre stelle"
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

L'inesistenza del noumeno è un problema per i feticisti della metafisica dell'essere, non per chi si accontenta di prendere atto e gestire al meglio la transeunte, autoreferenziale, dimensione dell'esistere.

Se vogliamo porla in questione filosofica, fin da Eraclito la dialettica ha superato la sillogistica nell'esplicazione del reale e nel dare contenuti razionali all'episteme.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Citazione di: bobmax il 12 Novembre 2022, 07:21:54 AMIl noumeno, la cosa in sé, non esiste!

A questa inevitabile conclusione giunge la ricerca, qualunque strada si percorra.

Le implicazioni di questa constatazione richiedono un radicale capovolgimento della interpretazione di cosa sia la esistenza.

Che non può fondarsi su alcuna cosa. Perché nessuna cosa davvero c'è.

E perciò non vi è nessuno che nasca e che muoia.




Se la cosa in sé non esiste, se l'essere permanente ed eterno non esiste, perché mai le cose del divenire non dovrebbero esserci davvero?
Ci sono, eccome, ma non hanno alcuna permanenza, o meglio non hanno quella permanenza che la metafisica vorrebbe individuare, nell'illusione di ancorarsi a qualcosa di eterno. Il che non significa che siano solo sogni, fantasmi.

Se il nostro tempo è quello in cui qualsiasi dottrina non è in grado di reggere il confronto con la critica asserendo una verità capace di "proteggere" l'essere umano dal suo destino di morte e sparizione (altro che vita dopo la morte), meglio farla finita con questa sceneggiata delle verità rivelate che dicono questo e quest'altro, meglio prenderle per quello che sono, leggende, simboli, illusioni capaci di dirottare la nostra attenzione dall'inorganico all'umano, dal vuoto al sensato.

Come sarà la filosofia del futuro? Non verità eterna che salva, lo abbiamo già detto. Non progetto di emancipazione tramite genealogie sui resti delle istituzioni occidentali, perché il problema non è il non sentirsi liberi.
Forse un lavoro consapevole con l'illusione...

iano

Citazione di: bobmax il 12 Novembre 2022, 07:21:54 AMIl noumeno, la cosa in sé, non esiste!

A questa inevitabile conclusione giunge la ricerca, qualunque strada si percorra.

Le implicazioni di questa constatazione richiedono un radicale capovolgimento della interpretazione di cosa sia la esistenza.

Che non può fondarsi su alcuna cosa. Perché nessuna cosa davvero c'è.

E perciò non vi è nessuno che nasca e che muoia.

Orrore!

e...

Beatitudine.

"Amor che move il sole e l'altre stelle"

Mi sembra un perfetto manifesto per la ripartenza di una filosofia che non voglia lasciare la sua evoluzione in mano ai soli scienziati, che al momento sono infatti gli unici filosofi interessanti da leggere.

Una nuova interpretazione dell'esistenza secondo me passa dal rapporto fra osservatore e osservato, configurandosi l'esistenza come prodotto dell'osservazione.
Questo infatti credo sia quello che ci suggerisce la meccanica quantistica, che ''qualcosa non esiste finché non la si osserva''.
Diverse sono comunque le strade che possono prendersi a partire dal manifesto programmatico di Bobmax.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#79
Citazione di: Kobayashi il 12 Novembre 2022, 09:46:15 AMSe la cosa in sé non esiste, se l'essere permanente ed eterno non esiste, perché mai le cose del divenire non dovrebbero esserci davvero?
Ci sono, eccome, ma non hanno alcuna permanenza, o meglio non hanno quella permanenza che la metafisica vorrebbe individuare, nell'illusione di ancorarsi a qualcosa di eterno. Il che non significa che siano solo sogni, fantasmi.

Se il nostro tempo è quello in cui qualsiasi dottrina non è in grado di reggere il confronto con la critica asserendo una verità capace di "proteggere" l'essere umano dal suo destino di morte e sparizione (altro che vita dopo la morte), meglio farla finita con questa sceneggiata delle verità rivelate che dicono questo e quest'altro, meglio prenderle per quello che sono, leggende, simboli, illusioni capaci di dirottare la nostra attenzione dall'inorganico all'umano, dal vuoto al sensato.

Come sarà la filosofia del futuro? Non verità eterna che salva, lo abbiamo già detto. Non progetto di emancipazione tramite genealogie sui resti delle istituzioni occidentali, perché il problema non è il non sentirsi liberi.
Forse un lavoro consapevole con l'illusione...

Se qualcosa esiste, anche per un attimo, purtuttavia è esistita,e l'esistenza, seppur tutt'altro che eterna, rimane comunque come causa o concausa del mutamento.
Cioè, perchè qualcosa cambi deve prima esistere.
Ma di fatto così, pur con queste concessioni temporali forti, che riduco l'eterno all'attimo, manteniamo tuttavia un vecchio paradigma che non ci aiuta a spiegare le nuove conoscenze, i nuovi fatti.

Facciamola finita con le sceneggiate della verità rivelata....è da un pò che lo dico, ma manterrei le sceneggiate in genere da cui espellerei la verità, o almeno degradandola ad espediente psicologico necessario psicologico, perchè le sceneggiate descrivono una ''realtà derivata'' nella quale dobbiamo comunque adattarci vivere, e dove però non facile vivere se non credendola come ''realtà diretta'' .
Anche qui occorrerebbe un aggiustamento temporale, perchè se vogliamo usare il concetto di verità possiamo ben ancorarlo al suo essere indiscutibile, e non al suo essere eterno, eternamente indiscutibile.
Prendere cioè atto che avremo sempre a che fare con cose indiscutibili a fondamento di una realtà vivibile in quanto basata proprio su indiscutibilità condivise, ma prendere anche atto che si tratta di sceneggiature della realtà non replicabili in eterno.
Non siamo noi a decidere cosa è indiscutibile, come pretendono di fare i filosofi, ma prendiamo atto che la storia della filosofia si possa descrivere come l'elenco di cose indiscutibili ( non per scelta, non per affermazione di principio) che si è riusciti in seguito a discutere, ma solo per sostituirli con altri indiscutibili che vanno a seguire nell'elenco.

Prendiamo atto del valore pratico dell'indiscutibilità, senza la quale non vi sarebbe una sceneggiatura condivisa in cui vivere insieme per un certo tempo.
Prendiamo atto che gli indiscutibili sono ciò che l'osservatore porta in dote quando si sposa con l'osservato, e che l'osservatore evolve in questa interazione mutando i suoi indiscutibili.
Se gli indiscutibili esisteranno sempre è comprensibile l'averli confusi con la verità.

L'indiscutibilità è un attributo della verità ma la verità non è una attributo degli indiscutibili.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Duc in altum!

Citazione di: bobmax il 11 Novembre 2022, 17:34:49 PMDa ciò che scrivi, è evidente che non hai alcuna idea di cosa sia la mistica,
Mi dispiace, gentile @bobmax, ma tu non hai parlato di Mistica, ma di "mistica cristiana", addirittura, come fautrice della teologia sull'assenza del libero arbitrio, ossia: partigiana dell'opposto di uno dei fondamentali del cristianesimo, che, a sua volta, è l'origine della suddetta "mistica cristiana".


Citazione di: bobmax il 11 Novembre 2022, 17:34:49 PMIgnorato
Cercherò di portare avanti una vita normale nonostante questo fardello. 8)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

bobmax

Grazie Iano,
ciò che propongo è comunque lo stesso nucleo fondante della filosofia di ogni tempo.
Comparsa tra l'800 e il 400 a.c. in più luoghi diversi del globo. Cioè nel periodo assiale descritto da Karl Jaspers.
E che ha alimentato, spesso sotterranea, tutto il pensiero successivo.

La mistica medioevale ne è una diretta erede.
Ma anche tutt'ora si ripropone nei più disparati luoghi. Spesso lontani dagli accademici.
Sorprendente è la profondità di attuali pensatori, come Eckhart Tolle o Tony Parsons.

Si tratta solo di sgombrare la mente dai tanti pregiudizi e aprire il nostro cuore.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Citazione di: Kobayashi il 12 Novembre 2022, 09:46:15 AMSe la cosa in sé non esiste, se l'essere permanente ed eterno non esiste, perché mai le cose del divenire non dovrebbero esserci davvero?
Ci sono, eccome, ma non hanno alcuna permanenza, o meglio non hanno quella permanenza che la metafisica vorrebbe individuare, nell'illusione di ancorarsi a qualcosa di eterno. Il che non significa che siano solo sogni, fantasmi.

Se il nostro tempo è quello in cui qualsiasi dottrina non è in grado di reggere il confronto con la critica asserendo una verità capace di "proteggere" l'essere umano dal suo destino di morte e sparizione (altro che vita dopo la morte), meglio farla finita con questa sceneggiata delle verità rivelate che dicono questo e quest'altro, meglio prenderle per quello che sono, leggende, simboli, illusioni capaci di dirottare la nostra attenzione dall'inorganico all'umano, dal vuoto al sensato.

Come sarà la filosofia del futuro? Non verità eterna che salva, lo abbiamo già detto. Non progetto di emancipazione tramite genealogie sui resti delle istituzioni occidentali, perché il problema non è il non sentirsi liberi.
Forse un lavoro consapevole con l'illusione...


Sì, capisco la obiezione.

Che tuttavia si fonda anch'essa su di una metafisica: il divenire inteso come verità.
E la verità del divenire è ciò che legittima il nichilismo.

Anche Nietzsche aveva attaccato tutti gli assoluti, tranne... il divenire.
Sebbene mi sa che qualche dubbio lo avesse avuto...

Perché il divenire, come ben osserva Iano, ha tutto il suo significato nel suo contrapporsi al permanere (ossia l'essere, quando è erroneamente inteso come ciò che c'è).

L'uno non può stare senza l'altro.

Per la esistenza, l'essere ha senso solo nel suo resistere al divenire. Mentre il divenire necessita dell'essere.
Se nulla divenisse, l'essere non avrebbe alcun senso. E lo stesso per il divenire senza nulla che permanesse almeno un poco.

Eppure, basta guardare ciò che davvero conta. La persona cara che non c'è più, né mai più ci sarà...

E allora il nostro amore potrà svelare come l'amato non sia in realtà mai esistito!
Ma vi sia invece molto molto di più.

Un amore infinito ed eterno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Kephas

Citazione di: Freedom il 11 Novembre 2022, 18:14:43 PMMeno male che siamo nella sezione "Spiritualità" perchè se fossimo in quella di "Filosofia" qualcuno potrebbe eccepire sulle conclusioni, perlopiù soggettive, argomentate come incontrovertibili e inoppugnabili.

Credo sarebbe tuttavia molto apprezzato, anche in "Spiritualità", specialmente dalla maggioranza silenziosa che legge e non scrive, una maggiore delicatezza intellettuale. Nel senso che quando qualcuno afferma l'esistenza del libero arbitrio o la sua non esistenza si assume una bella responsabilità di fronte a tutti. Infatti è noto che, almeno sul pianeta Terra, la discussione tra servo arbitrio e libero arbitrio non è ancora arrivata ad un esito definitivo e condiviso. Ahimè è ancora aperta. E' forse irrilevante che quantitativamente sia più nutrito, nella storia di questa civiltà umana, il gruppo dei libero arbitristi. Magari hanno ragione quelli che lo negano.

Poi, per carità, qualche illuminato, qualche mistico, è giunto ad un risultato finale dirimente. Non posso saperlo. Posso tuttavia sapere che qualora fosse così non è condivisibile. Altrimenti lo sapremmo tutti.

Mah!!
Secondo me, sempre in spiritualità e non in filosofia
per un credente cristiano, pur non essendo ne mistico ne illuminato, non pare poi così difficile percepire il giusto significato di "libero arbitrio". Basta leggere attentamente l'importantissima Parabola del "Figliol Prodigo".

E' pur vero che in diverse opere mistiche e spirituali si trovano spiegazioni diverse tra di loro, forse magari con parole diverse.
Per esempio nel libro "Alla ricerca di Dio"  parole raccolte e annotate su Shrì RamaKrishna (1836-1886)
E' scritto!!:

993--- Trovando difficile il conciliare le opposte dottrine del libero arbitrio e della grazia di Dio, due discepoli si recarono da Shrì Ràmakrishna per chiedergli la soluzione del problema.
    Egli disse loro: << Perché parlate di libero arbitrio? Tutto dipende dalla volontà del Signore. La nostra volontà è legata alla Sua come una vacca alla catena. Certamente noi abbiamo come la vacca, una certa dose di libertà, ma entro una determinata cerchia, L'uomo si immagina che la sua volontà sia libera. Convincetevi che essa dipende da quella di Dio.

Mentre nella grande opera lorberiana, lo Spirito del Signore stesso da questa spiegazione.

" L'uomo, quale immagine Mia, deve avere una volontà completamente libera, con la quale egli deve trasformare, rafforzare e render libero se stesso dalla Mia Onnipotenza, per poter un giorno, quale un essere forte, libero, indipendente e dotato di potenza propria, stare vivere e operare beatamente accanto a me.
Dal più profondo inferno, al sommo Cielo di Dio, c'è su questa Terra, la via libera dello sviluppo dell'uomo; e se così non fosse, l'uomo non potrebbe mai raggiungere la figliolanza di Dio."
L'amore è come il mare in tempesta, che tutto travolge nei primi momenti, poi l'arcobaleno che tutto colora, i sogni ed i momenti, poi tutto con il tempo si placa, rimane l'onda tranquilla che torna e ritorna a lambire le sponde.

viator

Salve Kephas. Citando ciò che tu hai citato : " Dal più profondo inferno, al sommo Cielo di Dio, c'è su questa Terra, la via libera dello sviluppo dell'uomo; e se così non fosse, l'uomo non potrebbe mai raggiungere la figliolanza di Dio."

Ma poniamo il caso che ci sia qualche matto il quale, usando del proprio "libero arbitrio" (che personalmente penso non ci sia), decida di rinunciare a diventare figlio paradisiaco di Dio. Cucù !!!! Da Dio gli sarebbe consentito oppure no ?. Saluti misticheggianti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 13 Novembre 2022, 17:08:30 PMSalve Kephas. Citando ciò che tu hai citato : " Dal più profondo inferno, al sommo Cielo di Dio, c'è su questa Terra, la via libera dello sviluppo dell'uomo; e se così non fosse, l'uomo non potrebbe mai raggiungere la figliolanza di Dio."

Ma poniamo il caso che ci sia qualche matto il quale, usando del proprio "libero arbitrio" (che personalmente penso non ci sia), decida di rinunciare a diventare figlio paradisiaco di Dio. Cucù !!!! Da Dio gli sarebbe consentito oppure no ?. Saluti misticheggianti.
Certo che gli sarebbe consentito, Viator. 
Dio non forza nessuno a seguirlo, chi vuole andare da un'altra parte lo può fare. 

viator

Salve anthonyi (scusa se te lo dico, ma se c'è una cosa che dà sui nervi è il tuo pseudonimo-nickname : Antonio non andava bene.......Anthony neppure.........Tony neanche.......Tonio o Tonino faceva troppo "meridionale di 66.a generazione".........ma si può sapere se il tuo nick lo hai scelto da solo o se te lo ha suggerito qualcuno ?

Comunque, in futuro, per togliermi dal pasticcio tra "ant"(formica), hon(e)y(miele) e i(italian)..........vedrò di rivolgermi a te (se non ti offendi) assai più colloquialmente con un bel "Salve Tony".

In ogni caso, per quanto riguarda la tua qui precedente replica......te ne ringrazio anche se risultante superflua. Le tue posizioni in proposito non mi hanno mai lasciato dubbi circa le tue convinzioni religiose, i loro annessi ed i loro connessi.

Così.....tanto per scherzare.....io il quesito l'avevo posto a Kepkas, il quale è l'ennesimo maestro nei silenzi, in ciò gareggiando con la divinità in cui anch'egli confida. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

atomista non pentito

Citazione di: anthonyi il 13 Novembre 2022, 19:49:15 PMCerto che gli sarebbe consentito, Viator.
Dio non forza nessuno a seguirlo, chi vuole andare da un'altra parte lo può fare.
Chi va da un'altra parte , come chi resta da questa ( o quella) lo fa perché non puo' fare diversamente non perché e' "libero"

Freedom

Citazione di: Kephas il 13 Novembre 2022, 16:13:58 PMMah!!
Secondo me, sempre in spiritualità e non in filosofia
per un credente cristiano, pur non essendo ne mistico ne illuminato, non pare poi così difficile percepire il giusto significato di "libero arbitrio". Basta leggere attentamente l'importantissima Parabola del "Figliol Prodigo".
Essendo un credente cristiano è certamente vero che credo nel libero arbitrio.

Tuttavia, in questa come in altre questioni, se dichiaro che, poiché sono cristiano, credo a questo e a quell'altro la discussione è già finita. Do sicuramente una testimonianza ma niente di più. Invece io cerco una maggiore dialettica. Non cerco di convincere, per carità, però almeno di spaziare e dare più respiro ad un argomento.

Per esempio quando ho risposto al tema centrale del Topic e cioè "che cosa credete che esista dopo la morte?"  non ho affermato che credo nella vita eterna come, in effetti credo. Ho detto che una risposta credo vada cercata con il cuore e non con la razionalità altrimenti, con quest'ultima, si arriva inevitabilmente all'agnosticismo. Può aiutare di più (ammesso e non concesso che io sia in grado di aiutare chicchessia) dare una testimonianza o un suggerimento di pista di indagine? Non lo so, ho solo cercato di rispondere quello che mi sembrava più giusto.

E quindi anche sulla questione del libero arbitrio mi è sembrato meglio non affermare che io ci credo alimentando una divisione ma sostenendo una maggiore flessibilità discorsiva. Perché ho rilevato che si erano già formati due partiti: quelli che affermano l'esistenza del libero arbitrio e quelli che la negano. Secondo me c'era troppa sicurezza da ambo le parti. Su una questione così importante e sulla quale non c'è una conclusione universalmente accettata penso sia meglio dire: "credo che le cose stiano così" e non "le cose stanno così". E non solo su questa questione ma, anche, in altre, mi pare meglio, per chi legge, riflettere su ipotesi, possibilità, pensieri. Essere, insomma, un pochino più possibilisti.

In questo caso quindi non so se ho fatto bene o male, volevo solo spiegare meglio il motivo che ha guidato il mio intervento.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Citazione di: atomista non pentito il 14 Novembre 2022, 11:18:18 AMChi va da un'altra parte , come chi resta da questa ( o quella) lo fa perché non puo' fare diversamente non perché e' "libero"
Non é questo quello che io credo, secondo me il nostro spirito é veramente libero di andare dove vuole, é per questo che non accetto l'idea di un giudizio e di una condanna all'inferno.
Lo spirito che vive nel male va dove c'é il male perché non concepisce e non accetta il bene. 

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