Parità di genere, linguaggio, deriva delle masse.

Aperto da PhyroSphera, 26 Ottobre 2022, 12:19:42 PM

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niko

#45
Il patriarcato e' un at
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 10:50:33 AMFai bene a tirare fuori altri regimi di sfruttamento sistematici, infatti un analisi comparata potrebbe facilmente dimostrare che il patriarcato non ha niente a che fare con essi. Una caratteristica di questi sistemi è che appioppano sistematicamente i peggiori posti della società agli sfruttati, nel patriarcato al contrario gli sfruttatori occupano simultaneamente le posizioni apicali e quelle basali. Bizzarro. Non ho mai sentito per esempio di donne usate come carne da macello degli eserciti, ne di latifondisti seduti sull'aia fumare il sigaro mentre il loro harem lavora nei campi, né di donne mandate a lavorare nelle industrie mentre i patriarchi le aspettano a casa per mettere nella cassaforte la paga e gestire le spese del focolare, ancora oggi il 99% delle morti sul lavoro sono da contarsi tra i presunti dominatori, un eguaglianza che non interessa particolarmente raggiungere. A che pro perciò usare retorica incendiaria e lessico guerresco, se non l'odio, la frustrazione, la paranoia ? Il "patriarcato" può tornare con uno schiocco delle dita al mutare delle condizioni socioeconomiche, non ha importanza quante bombolette spray e cartelloni mandi in ucraina, dal 22 febbraio il bicipite è tornato di moda. Allora il preservare di quelle condizioni favorevoli diventa esiziale per salvare le conquiste sociali. Ho detto in un altro topic che l ineguaglianza economica è uno dei più importanti predittori di un collasso sociale. Un altro è il numero di maschi, giovani, disoccupati, celibi e a bassa scolarizzazione. Siccome stanno aumentando vertiginosamente, chiunque abbia a cuore la conservazione di questo stato delle cose dovrebbe interessarsene, ma se ideologicamente sono persone da trascurare per rivalse storiche, schiavisti che meritano di espiare, il conto arriverà quando raggiungeranno massa critica. Fortunatamente si tratta di teorie di minoranze molto rumorose , e la reciprocità e il mutuo soccorso sono ancora valori fondativi di persone sane che vogliono società sane.


A te sembra statisticamente normale che la Meloni sia la prima premier donna in questo paese?

Ti sembra statisticamente normale che i femminicidi siano numericamente dieci volte di piu' dei corrispettivi "maschicidi", pur possibili, a parti invertite, che eventualmente si producano per gli stessi identici motivi per cui si producono i femminicidi, quindi motivi di possessivita', gelosia e oggettificazione del corpo e della persona dell'altro?!

Ti sembrano statisticamente normali paesi e forme statuali come l'ISIS, l'Iran e compagnia cantando?

Che le donne anche in QUESTO paese votino da meno di cento anni (spannometricamente due generazioni umane) e siano denominate nel codice civile come "pari al marito" da meno di cinquanta, anni (spannometricamente una e una sola generazione)?

Anche questo, statisticamente normale?

Che possano trasmettere il cognome ai figli per comune accordo della coppia di genitori anche se esiste un partner maschio che comunque legalmente riconosce i figli da meno di cinque, anni?

E quindi, di che cosa stiamo parlando?!

Del mondo come esso e', o di quello come ci piacerebbe che fosse?


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Statisticamente normale è quante volte è uscito l'88 sulla ruota di Bari, la formulazione delle tue domande non ha alcun senso. Se la Meloni è il primo ministro donna in Italia vuol dire che tutti i pm precendenti (uomini) hanno tutelato anche i diritti delle donne, visto che sono cresciuti sotto il comando di uomini, mentre la Meloni, donna, vuole ridurli. Non c'è alcuna correlazione tra il sesso di un politico e le politiche che avvoca, solo nella mentalità tribale è vero il contrario. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto 1-2-3 generazioni dopo gli uomini, che a loro non lo possedevano salvo essere ricchi. Il fatto che ci siano società o partiti politici che usano libro dell'etá del bronzo per giustificare politiche anacronistiche, è la dimostrazione dimostrata di quello che sostengo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#47
Citazione di: niko il 31 Ottobre 2022, 20:43:56 PMPero' te ne fotti delle lotte degli altri, se non sei disposta a rispettare le lotte degli lgbt.

Lotti SOLO in funzione di quello che sei.

O peggio che credi di essere.

O forse hai argomenti per sostenere che la violenza patriarcale contro i gay e i trans sia storicamente finita, mentre quella contro le donne perduri.

A onor del vero ho simpatia per chi lotta per essere quello che è e antipatia per chi sfrutta il prossimo per quello che crede di essere e poter fare. C'è molta misoginia e sfruttamento anche in area gay e trans, basta non lasciarsi ipnotizzare da "tessera e distintivo".

CitazioneSe una donna biologica e fisica ha il "diritto" di emergere e lottare, perche' mai il lato femminino di un uomo in un uomo invece... no?

Non avrei il compagno che ho se non avesse fatto emergere il suo lato femminino  :D Non sopporto i macios.

Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 10:17:25 AMIn una società dove tutte le qualità tipicamente maschili (biologicamente) sono in netto decremento di richiesta, principalmente per la meccanizzazione e l'assenza di conflitti armati, è ovvio e palese che le donne saranno largamente favorite. Nessun complotto matriarcale, è come vanno le cose, salvo repentini cambiamenti sociali (invero, probabili) questo sarà il secolo delle donne. In America e nelle accademie americane è ormai sempre più comune riferirsi con "sesso debole" al maschio, per ora provocatoriamente, ma sempre più fattualmente, viste le statistiche. Esorto i colleghi portatori di pene a non cadere in teorie assurde sul matriarcato e accettare con dignità e onore il nuovo ruolo nella società, sarà traumatico, ma una soluzione si può trovare.

A proposito di vittimismo: fortuna che riguardava solo le femministe  :)) Se le cose andranno per il meglio, sarà il secolo in cui, caduta la foglia di fico patriarcale, si vedrà chi ha gli attributi e chi no. In entrambe le metà del cielo, comprese le frange "indeterministiche" care a Niko. Nessun pregiudizio che non sia contro "chi sfrutta chi". Vittimisti e menagrami (maschile sovraesteso) inclusi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#48
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 12:58:16 PMStatisticamente normale è quante volte è uscito l'88 sulla ruota di Bari, la formulazione delle tue domande non ha alcun senso. Se la Meloni è il primo ministro donna in Italia vuol dire che tutti i pm precendenti (uomini) hanno tutelato anche i diritti delle donne, visto che sono cresciuti sotto il comando di uomini, mentre la Meloni, donna, vuole ridurli. Non c'è alcuna correlazione tra il sesso di un politico e le politiche che avvoca, solo nella mentalità tribale è vero il contrario. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto 1-2-3 generazioni dopo gli uomini, che a loro non lo possedevano salvo essere ricchi. Il fatto che ci siano società o partiti politici che usano libro dell'etá del bronzo per giustificare politiche anacronistiche, è la dimostrazione dimostrata di quello che sostengo.


Statisticamente l'88 sulla ruota di Bari dovrebbe avere la stessa probabilita' di uscire di tutti gli altri numeri, e, sui grandi numeri, uscira' ne' piu' e ne' meno che un novantesimo delle volte, dato che che numeri totali del bussolotto sono novanta.

La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini, mentre le donne sono circa la meta' della popolazione italiana, quindi, postulando la parita' dei sessi nell'accesso alle cariche massime di potere, ci aspettiamo un risultato effettivo nella distribuzione di uno su due, insomma  cinquanta per cento: ci aspettiamo la serie di trenta premier suddivisa in, circa, quindici e quindici tra uomini e donne; troviamo invece che la REALTA' contraddice la nostra ASPETTATIVA con un bell'uno su trenta, con una bella serie di trenta risultati possibili divisa in ventinove da una parte e uno e uno solo dall'altra, quindi, delle due, l'una:

* o abbiamo vinto la lotteria della sfiga del discostamento assolutamente casuale dei numeri dalla media, una cosa che "succede", o meglio puo' suuccedere, in una distribuzione possibile su un milione di milioni di distribuzioni  possibili, (tiro una moneta non truccata: faccio ventinove volte di fila croce e infine una testa?!)

* oppure le probabilita' di questo sorteggio intrinsecamente non sono del cinquanta per cento e non lo erano fin dall'inizio, e' un normalissimo risultato medio come potrebbe essere quello otrenuto da un dado poliedrico con ventinove facce con su disegnata la C di croce, e una e una sola con la T di testa.

Ma se delle due che ho segnato con l'asterisco scegliamo la seconda, come spiegazione verosimile, allora una donna non ha le stesse probabilita' di un uomo di diventare premier.

Cosa c'entra tutto questo che ho detto fino ad ora con l'orientamento politico della Meloni, o con quali politiche fara' o non fara' la Meloni, lo sai solo tu, InVerno.

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Veniamo all'argomento:

"Le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo due o tre generazioni dopo gli uomini, quindi piu' o meno sono pari"

Falso, falsissimo, perche' in precedenza alcune élites di uomini in molte delle le societa' statualmente organizzate del mondo, sia pure anche solo selettivamente per censo o per diritti di stirpe e di casta acquisiti, bene o male, in un modo o nell'altro VOTAVANO, hanno comunque fatto l'azione di votare nel flusso della storia umana, come prassi sociale considerata in se' stessa e avulsa da un contesto di cui capsiosamente qui si pretende l'universalita'; mentre il voto alle donne e' stato un unicum temporale che si e' prodotto da un certo punto in poi a prescindere dal voto delle élites maschili dominanti anche su altri maschi.

Quindi, se riaggiustiamo i dati temporali con la considerazione anche del voto elitario e producentesi per élites, e rimettiamo il discorso con i piedi per terra, possiamo dire che gli uomini, maschietti, volavano in modo significativo per la vita di uno stato nel senso pieno del termine  quantomeno fin dall'Atene di Alcibiade e di Pericle, se non fin da prima; le donne donne italiane invece, fin dal secondo dopoguerra.

Intendo insomna che prima non c'era mai stato nulla di simile, a livello di uno stato evoluto non tribale di cui si conosca la storia scritta, non c'era mai stato un voto alla donne, neanche per élites, o per censi, o per caste privilegiate di donne.

Le due categorie, secondo verita' dunque, si distaccano tra di loro di qualche migliaio di anni, non di un paio di generazioni.


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Per quanto riguarda la tua definizione:

"Le politiche dell'isis e dell'Iran sono ANACRONISTICHE"

falso, falso nel senso di edulcorato, ottimstico, eufemistico:

Le politiche dell'isis e dell'Iran, sono PATRIARCALI, e MASCHILISTE.

Non derivano certo  da un libro sacro che si e' "inventato" il maschilismo dal nulla, calando dall'alto in una societa' che in precedenza era paritaria o femminista; derivano da un libro sacro che e' maschilista perche' scritto in una societa' che gia' al tempo della sua stessa redazione era patriarcale e maschilista: l'idolatrazione assoluta del libro, non ha fatto altro che cristallizare, e far perdurare, il momento del tempo, momento storico gia' maschilista, in cui esso fu scritto.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve Niko. Citandoti : " La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini".

Che la Meloni sia una donna è tuttora da verificare. Dal momento che il fatto tutti i "Premiers" sinora succedutisi siano stati qualificati come uomini.....non significa certo che fossero del maschi.

A meno che tu non voglia averli considerati uomini certamente maschi per via del fatto che il loro comportamento, sicuramente ed invariabilmente, sia consistito nel sottoporre a coito anale tutto il popolo italiano. Ti è mai capitato di sentire dei movimenti in zona perineale o perianale?.

Staremo a vedere, prima di poter giudicare se la Meloni si comporterà da donna-femmina o meno. Se ce lo metterà anche lei in quel posto.....vorrà dire che appartiene allo stesso sesso dei suoi troppo numerosi predecessori. Saluti ed auguri.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

baylham

Sinceramente non vedo alcuna deriva delle masse nell'introduzione del termine femminicidio, che connota semplicemente l'omicidio di una donna da parte di un uomo per motivi prevalentemente di carattere sentimentale, sessuale, e nel femmnismo, un movimento politico e sociale moderno e progressista. Il matriarcato non so proprio dove stia, tranne che in qualche etnia residuale, mentre il patriarcato è purtroppo assai diffuso con conseguenze negative.

Se devo giudicare e intervenire giuridicamente, socialmente, politicamente su un fenomeno quale l'omicidio, devo necessariamente fare delle distinzioni sulle cause, il movente, dell'omicidio. 

La parità tra i sessi è un ossimoro, valido soltanto laddove la distinzione sessuale sia giustamente considerata giuridicamente indifferente. Un esempio contrario: nel caso di aborto per me l'unico sesso cui spetta la decisione conclusiva è quello femminile. 


InVerno

Citazione di: niko il 01 Novembre 2022, 14:03:45 PMStatisticamente l'88 sulla ruota di Bari dovrebbe avere la stessa probabilita' di uscire di tutti gli altri numeri, e, sui grandi numeri, uscira' ne' piu' e ne' meno che un novantesimo delle volte, dato che che numeri totali del bussolotto sono novanta.
Io ho tirato fuori le estrazioni per dire l'ovvio che l'accesso al potere e alla rappresentazione non sono random, perciò non dovrei aspettarmi che si comporti come un dado. Se vuoi una democrazia per estrazione, si chiama demarchia, la democrazia attuale non è per estrazione, e non c'è nessun motivo di aspettarsi che si comporti come un estrazione, ma il solo fatto che tu pensi il contrario e tiri fuori tutta una serie di elucubrazioni a riguardo mi lascia piuttosto basito.
Al massimo di Meloni rilevo questo: sono abbastanza sicuro che la prossima leader femmina proverrà di nuovo dalla destra, e il motivo molto semplice è che il sistema di "quote  di estrazione", implicito ed esplicito, che è in vigore a sinistra è antitetico a produrre leadership, se una leader donna uscirà dalla sinistra sarà nonostante una filosofia che attivamente seleziona negativamente. Per il resto sei tu che hai tirato fuori Meloni come se dimostrasse qualcosa, per me è irrilevante, può essere anche l'ultima premier donna per i prossimi cinque secoli, non vuol dire niente del sistema sociale Italiano nè della qualità della vita delle donne che lo vivono. In Islanda per esempio i recenti governi sono composti di una stragrande maggioranza  di donne, non è un matriarcato, e non lo sarà neanche se questa situazione dovresse protrarsi per cinque secoli, gli uomini islandesi non hanno nulla da temere riguardo ai propri diritti o la loro rappresentazione.

Ora non so ti aspetti che io faccia il giro del mondo e della storia in 80 parole, partendo dal mondo classico fino ad oggi. Lo lascio a te, che hai una teoria che incorpora tutta la storia su tutti i continenti ed in tutte le culture con un unico movente sociale. Beato te. Ti faccio solo notare che quando trovi la parola "patriarcato" in un testo antropologico o storico, si intende un sistema prettamente familiare, che non ha niente a che fare con quello che pensi tu. Ci sono diversi sistemi patriarcali, ed in essi le donne hanno diverso ruolo e capacità come agenti. Per esempio il sistema patriarcale romano è che io sappia riconosciuto come uno piuttosto avanzato e libertario riguardo alle donne, se confrontato agli altri del tempo, sicuramente rispetto a quello biblico. Certo è che se qualcuno volesse riproporlo oggi perchè ossessionato della bontà di certi testi romani, sarebbe sicuramente anacronistico e considerato retrogrado. Le donne hanno avuto maggior accesso in politica man mano che il potere politico ed il potere militare hanno smesso di sovrapporsi in maniera così precisa come per lungo tempo è stato, questo è dovuto a centinaia di ragioni, e lo sanno anche le femministe, salvo avere un complotto anche per giustificare questo (ovvero che i maschi si facevano guerra per mantenere il potere in mano ai maschi: teoria geniale). Lo stesso dicasi della mortalità infantile che costringeva famiglie a fare 15 bambini per sperare di averne 5 e centinaia di altri motivi, regionali, storici e culturali, e anche biologici (perchè il dimorfismo sessuale è un fatto) tanto che nessuno ha mai visto un matriarcato (inteso non come sistema familiare (quello esiste), ma come opposto di quello che tu pensi sia un patriarcato). Ma se non esiste il bianco, quelli che scelgono il nero, sono dei "neristi"?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Citazione di: viator il 01 Novembre 2022, 15:00:08 PMSalve Niko. Citandoti : " La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini".

Che la Meloni sia una donna è tuttora da verificare. Dal momento che il fatto tutti i "Premiers" sinora succedutisi siano stati qualificati come uomini.....non significa certo che fossero del maschi.

A meno che tu non voglia averli considerati uomini certamente maschi per via del fatto che il loro comportamento, sicuramente ed invariabilmente, sia consistito nel sottoporre a coito anale tutto il popolo italiano. Ti è mai capitato di sentire dei movimenti in zona perineale o perianale?.

Staremo a vedere, prima di poter giudicare se la Meloni si comporterà da donna-femmina o meno. Se ce lo metterà anche lei in quel posto.....vorrà dire che appartiene allo stesso sesso dei suoi troppo numerosi predecessori. Saluti ed auguri.
C'è uno strumento adatto alla bisogna, il dildo o strap-on, non serve cambiare sesso. 

niko

#53
Citazione di: InVerno il 02 Novembre 2022, 11:24:46 AMIo ho tirato fuori le estrazioni per dire l'ovvio che l'accesso al potere e alla rappresentazione non sono random, perciò non dovrei aspettarmi che si comporti come un dado. Se vuoi una democrazia per estrazione, si chiama demarchia, la democrazia attuale non è per estrazione, e non c'è nessun motivo di aspettarsi che si comporti come un estrazione, ma il solo fatto che tu pensi il contrario e tiri fuori tutta una serie di elucubrazioni a riguardo mi lascia piuttosto basito.
Al massimo di Meloni rilevo questo: sono abbastanza sicuro che la prossima leader femmina proverrà di nuovo dalla destra, e il motivo molto semplice è che il sistema di "quote  di estrazione", implicito ed esplicito, che è in vigore a sinistra è antitetico a produrre leadership, se una leader donna uscirà dalla sinistra sarà nonostante una filosofia che attivamente seleziona negativamente. Per il resto sei tu che hai tirato fuori Meloni come se dimostrasse qualcosa, per me è irrilevante, può essere anche l'ultima premier donna per i prossimi cinque secoli, non vuol dire niente del sistema sociale Italiano nè della qualità della vita delle donne che lo vivono. In Islanda per esempio i recenti governi sono composti di una stragrande maggioranza  di donne, non è un matriarcato, e non lo sarà neanche se questa situazione dovresse protrarsi per cinque secoli, gli uomini islandesi non hanno nulla da temere riguardo ai propri diritti o la loro rappresentazione.

Ora non so ti aspetti che io faccia il giro del mondo e della storia in 80 parole, partendo dal mondo classico fino ad oggi. Lo lascio a te, che hai una teoria che incorpora tutta la storia su tutti i continenti ed in tutte le culture con un unico movente sociale. Beato te. Ti faccio solo notare che quando trovi la parola "patriarcato" in un testo antropologico o storico, si intende un sistema prettamente familiare, che non ha niente a che fare con quello che pensi tu. Ci sono diversi sistemi patriarcali, ed in essi le donne hanno diverso ruolo e capacità come agenti. Per esempio il sistema patriarcale romano è che io sappia riconosciuto come uno piuttosto avanzato e libertario riguardo alle donne, se confrontato agli altri del tempo, sicuramente rispetto a quello biblico. Certo è che se qualcuno volesse riproporlo oggi perchè ossessionato della bontà di certi testi romani, sarebbe sicuramente anacronistico e considerato retrogrado. Le donne hanno avuto maggior accesso in politica man mano che il potere politico ed il potere militare hanno smesso di sovrapporsi in maniera così precisa come per lungo tempo è stato, questo è dovuto a centinaia di ragioni, e lo sanno anche le femministe, salvo avere un complotto anche per giustificare questo (ovvero che i maschi si facevano guerra per mantenere il potere in mano ai maschi: teoria geniale). Lo stesso dicasi della mortalità infantile che costringeva famiglie a fare 15 bambini per sperare di averne 5 e centinaia di altri motivi, regionali, storici e culturali, e anche biologici (perchè il dimorfismo sessuale è un fatto) tanto che nessuno ha mai visto un matriarcato (inteso non come sistema familiare (quello esiste), ma come opposto di quello che tu pensi sia un patriarcato). Ma se non esiste il bianco, quelli che scelgono il nero, sono dei "neristi"?


Certo che deve comportarsi come una estrazione. Dire che:

"una donna ha avuto in un tempo definito le stesse probabilita' di un uomo di diventare premier"

E' una affermazione verificabile o falsificabile dalla -scienza- statistica, non rientra a pieno titolo nel campo del filosofare o della libera opinione.

L'accesso delle donne alla carica di premier si "deve" (intendo qui deve descrittivamente, non prescrittivamente) comportare come una estrazione anche se a te non piace, e ci si deve comportare proprio ai fini della verificabilita' o falsificabilita' delle tue stesse affermazioni (non esiste un patriarcato).

Una serie di eventi NON influenzata dal sesso/genere dei protagonisti di tali eventi mostra una distribuzione tendenzialmente identica a quella biologica standard del sesso/genere, una serie di eventi e personaggi INFLUENZATA dal genere una distribuzione DIVERSA.

Continua pure a rimanere basito.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Pensa, nei paesi scandinavi hanno pensato che anche la presenza nelle facoltà tipicamente popolate in maggioranza dai patriarchitm doveva raggiungere risultati simili all'estrazione, hanno riempito di bonus le ragazze che si iscrivevano a ingegneria tanto che ci mancava la proverbiale "fetta di sedere" e il risultato è che hanno avuto più donne iscritte a medicina dove già le donne erano troppe (secondo loro). Si chiama paradosso scandinavo ed è uno dei testi di partenza per la preparazione dell'individuo "ghe pensi mi a far la società giusta, c'ho lo schema in testa, aspettate plebei mo ve dico la formula e voi fate".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

Non sono sicuro di seguire l'accostamento fra governanti e statistica: in democrazia, i rappresentanti del popolo dovrebbero rappresentare la composizione statistica dei votanti oppure il volere (o almeno i gusti) degli elettori? Se, dando un numero a caso, il 20% della popolazione è obesa (ipotetico fatto), è giusto (valore) che circa il 20% dei premier sia obeso, a prescindere da ciò che indicano i votanti (voto che è processo di selezione, non estrazione), altrimenti significa che c'è discriminazione degli obesi in politica? Il cratos del demos dovrebbe essere imbrigliato (autocontraddittoriamente) da vincoli statistici di "composizione biologica" dell'elettorato per essere "buono e giusto"?
Non è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).
A proposito di emblematico, nella sua umana sincerità, lo è il fatto che spesso (non mi interessa qui l'ad personam, parlo in generale basandomi su esperienze personali) affermazioni come «tutte le persone e tutte le scelte sono degne di rispetto» risultino piene di asterischi nascosti, e non per motivi di genere, ma perché solo qualche riga dopo si parla di «battaglie stupide», per poi finire a chiedersi, seppur con «domanda aperta», se davvero non sia il caso di passare dalle rivendicazioni alle vendette in stile legge del taglione, cavalcando il "rispettabile" (o no?) binomio «giustizia/vendetta»... ecco emergere l'uomo in quanto tale, indeciso e oscillante fra estetismi filantropici e richiamo adrenalinico del sangue, un po' donatore Avis e un po' aspirante vampiro. Chiedere a quest'uomo di "perdere" uno di questi due aspetti, significherebbe disumanizzarlo e alienarlo (più di quanto facciano attività e relazioni umane vecchie come, appunto, l'uomo...). Il tertium fra discriminazione ostile e parità forzata c'è, ma essendo una dialettica tanto delicata quanto funzionale ha i suoi limiti di "attecchimento sociale" e si finisce quindi, in modo non a caso tipicamente umano, per sbilanciarsi spesso in uno dei due poli, talvolta cambiandolo a seconda del discorso.

Ipazia

#56
Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).
A proposito di emblematico, nella sua umana sincerità, lo è il fatto che spesso (non mi interessa qui l'ad personam, parlo in generale basandomi su esperienze personali) affermazioni come «tutte le persone e tutte le scelte sono degne di rispetto» risultino piene di asterischi nascosti, e non per motivi di genere, ma perché solo qualche riga dopo si parla di «battaglie stupide», per poi finire a chiedersi, seppur con «domanda aperta», se davvero non sia il caso di passare dalle rivendicazioni alle vendette in stile legge del taglione, cavalcando il "rispettabile" (o no?) binomio «giustizia/vendetta»... ecco emergere l'uomo in quanto tale, indeciso e oscillante fra estetismi filantropici e richiamo adrenalinico del sangue, un po' donatore Avis e un po' aspirante vampiro. Chiedere a quest'uomo di "perdere" uno di questi due aspetti, significherebbe disumanizzarlo e alienarlo (più di quanto facciano attività e relazioni umane vecchie come, appunto, l'uomo...). Il tertium fra discriminazione ostile e parità forzata c'è, ma essendo una dialettica tanto delicata quanto funzionale ha i suoi limiti di "attecchimento sociale" e si finisce quindi, in modo non a caso tipicamente umano, per sbilanciarsi spesso in uno dei due poli, talvolta cambiandolo a seconda del discorso.

Il patriarcato è un "fossile vivente" che continua a fare danni, tra cui il "femminicidio". È un fossile molto più diffuso di quello che il maschio occidentale laicizzato vuole far credere, in base all'esperienza sociale della parte di mondo in cui è relegato. Che la frontiera sia altrove non significa che possiamo fingerne l'inesistenza e banalizzare ogni discorso a riguardo.

Anche perché il mostro ha ancora una memoria genetica assai feconda e non è il caso di giocare a Jurassic Park, nemmeno laddove il patriarcato sia giuridicamente estinto. Si sa che fatta la legge, la psiche umana ha già pronto l'inganno. La giurassica, pure. Ed ogni femminicidio, e violenza (para)familistica sulla donna, la mostra.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#57
Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon sono sicuro di seguire l'accostamento fra governanti e statistica: in democrazia, i rappresentanti del popolo dovrebbero rappresentare la composizione statistica dei votanti oppure il volere (o almeno i gusti) degli elettori? Se, dando un numero a caso, il 20% della popolazione è obesa (ipotetico fatto), è giusto (valore) che circa il 20% dei premier sia obeso, a prescindere da ciò che indicano i votanti (voto che è processo di selezione, non estrazione), altrimenti significa che c'è discriminazione degli obesi in politica? Il cratos del demos dovrebbe essere imbrigliato (autocontraddittoriamente) da vincoli statistici di "composizione biologica" dell'elettorato per essere "buono e giusto"?



UFFAAAA, SIIII se gli obesi sono stabilmente  il 20% di una popolazione da un numero significativo di anni, e, per quello stesso numero significativo di anni a partire da una lista abbastanza numerosa di premier si riscontra che NON c'e' nessun premier obeso, questo significa che con ogni probabilita' c'e' discriminazione degli obesi in politica.

Con una probabilita' e una significativita' del dato che aumenta quanto piu' aumenta il tempo storico di osservazione e la numerosita' di elementi nella lista dei premier.

Discriminazione la cui natura e originarieta' andrebbe comunque ulteriormente analizzata, perche' , ad esempio, qui non abbiamo neanche specificato se si tratta di un sistema che proprio a monte non fa candidare gli obesi, o di un sistema in cui gli obesi si candidano ma non vengono votati.

Comunque, se il venti per cento della popolazione e', ed e' rimasta, obesa per cinquanta anni,  e per cinquanta anni su una lista di venti premier nessun premier e' mai stato obeso, una qualche correlazione a "monte" o a "valle" o tutt'eddue, ci deve essere, praticamente per forza.

Questa non e', o meglio non sarebbe, una libera opinione, e', o meglio sarebbe, un dato scientifico.

A questo punto rimango basito io, se c'e' gente che proprio non lo capisce concettualmente, che proprio "non ci arriva", a capirlo, a prescindere dalla, appunto, libera opinione che leggittimamente si potrebbe avere sulla gravita' e l'eticita' o meno di questa o quella discriminazione.

Ad esempio: la discriminazione degli obesi, pur se altrettanto statisticamente reale di quella delle donne, potrebbe essere considerata meno grave in quanto gli obesi gravi sono fisicamente malati,  poco prestanti, non corrispondenti a canoni estetici comunemente apprezzati  e anche psicologicamente in po'  "nevrotici" e non perfettamente sani, nel senso di bulimici rispetto al controllo degli impulsi o quantomeno incapaci di stare a dieta quando dovrebbero, quindi si puo' opinare, appunto legittimitamente, che e' piu' etico e comprensibile che l'elettorato non si senta rappresentato da un obeso, rispetto a possibili altre situazioni oggettivamente piu' obbrobriose, gratuitamente discriminatorie e indice di pregiudizio e arretratezza culturale, come, appunto, il fatto che quello stesso elettorato, a parita' di altre condizioni, non si senta rappresentato nemmeno da una donna.

In alcuni casi la discriminazione potrebbe perfino avere un valore riconoscibile come eticamente positivo dai piu', ad esempio, se per assurdo la legge di un paese non vietasse a priori ai pregiudicati di gravi reati di candidarsi, e questi avessero l'abitudine di candidarsi spesso e in numero significativo, penso che i piu' considererebbero virtuoso un popolo che comunque, per sua libera scelta, non votasse mai e poi mai in numero significativo per i pregiudicati di gravi reati.

Come faccia pero' la discriminazione politica specificamente delle donne ad avere un valore etico positivo, o anche solo neutro, nella testa di alcuni, veramente non lo so.

E no, per fugare il campo da ogni dubbio, la statistica non e' un complotto o un'ideologia, quindi non ha bisogno di una azione cosciente o intenzionale dell'uomo come soggetto  statisticamente analizzato per funzionare.

Al contrario, spesso la si puo' usare come strumento scientifico per far emergere ed evidenziare pregiudizi reconditi o inconsci, quindi propriamente culturali, pregiudizi culturali intendo, e non cospiratorii o ideologici.

Insomma la statistica in se' non presuppone che la gente agisca intenzionalmente per alterare le statistiche, ma il contrario, presuppone che non lo faccia, e proprio in questo ripone il suo valore conoscitivo.

Quindi non e' che uno si debba autoalterare, e quindi alienare,  nei propri pensieri e comportamenti "spontanei" al fine di realizzare in terra un'utopia del politicamente corretto generata misticamente dall'interpretazione eticizzata della statistica; e' proprio il contrario: laddove i pregiudizi non ci sono, e le condizioni di partenza siano uguali sia nella proposta di una opzione che nella sua preferenza, ad esempio, nelle elezioni , che le donne siano piu' o meno quante i uomini fin dall'inizio tra i candidati e che gli elettori non abbiano pregiudizi, l'insieme delle motivazioni individuali "spontanee" ed estemporanee convergera', su grandi numeri e sui tempi lunghi, ad un rispecchiamento dello status quo biologico o sociologico "normale", del sesso o delle altre condizioni sociali e fisiche significative dei candidati.

Se non vi converge, questo significa che i pregiudizi esistono, vi sono.

Che poi i pregiudizi siano da debellare e correggere piu' o meno a lungo andare nel tempo o meno, beh, questo e' un dato non statistico, ma etico-politico.

A me, ad esempio, puo' ben piacere una societa' che discrimina elettoralmente le zanzare e i mafiosi, ma non le donne.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Phil

Citazione di: niko il 02 Novembre 2022, 22:33:52 PMse il venti per cento della popolazione e', ed e' rimasta, obesa per cinquanta anni,  e per cinquanta anni su una lista di venti premier nessun premier e' mai stato obeso, una qualche correlazione a "monte" o a "valle" o tutt'eddue, ci deve essere, praticamente per forza.

Questa non e', o meglio non sarebbe, una libera opinione, e', o meglio sarebbe, un dato scientifico.
Solitamente si chiama non sequitur o anche in altri modi, ma il succo della fallacia che proponi è confondere le regole statistiche dell'estrazione con quelle basate su una selezione volontaria, non casuale. Data la distribuzione di un elemento in un gruppo, prelevando un sottogruppo a campione, la proporzione fra gli elementi dovrebbe presentarsi tendenzialmente simile a quella del gruppo intero. Ciò è vero se si parla, appunto, di prelievo casuale; il voto, notoriamente, ha dinamiche ben differenti e non casuali, per questo non rispecchia i dati statistici (e non è pertinente mischiare i valori demografici con i valori politici).
Se non ci guardiamo dalle fallacie, alla statistica, presentandola come scienza inopinabile, possiamo far dir di tutto: quanti erano i possibili premier uomini prima delle elezioni? Vogliamo concludere che oggi per una donna è così facile diventare premier che ne basta una (o due, non so) contro tanti?
Anche in assenza di discriminazione la fallacia che proponi si conferma tale: non seguo il calcio, ma facendo una rapida ricerca è emerso che negli ultimi 40 anni nessun giocatore convocato in nazionale è stato molisano, valdostano, trentino o friulano... concludiamo che se in ben 40 anni nemmeno un giocatore di quelle regioni è stato convocato, allora, stando alla statistica, "per forza, a valle o a monte" il calcio italiano discrimina quelle regioni?
Altro esempio (dato che gli obesi non hanno avuto successo): se il 10% delle popolazione è bionda (altro numero a caso), dovrebbe essere biondo anche il 10% degli spazzini, altrimenti concludiamo che i biondi sono discriminati come spazzini?
Con ciò non dico che non ci sia discriminazione delle donne in politica (commetterei la tua fallacia al contrario), ma che per analizzarla e spiegarla non tutte le statistiche son buone a tirar acqua al proprio mulino (per quanto magari condivisibile).

@Ipazia
In un uomo che non accetta di essere lasciato ed uccide la propria compagna, o in una persona violenta fino ad uccidere per gelosia o simili, vedo poco patriarcato e tanti problemi psichici (confermo il mio sospetto che stia diventando una "parola ombrello" che mischia sospettamente antropologia ed ideologia).

niko

Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).



No, patriarcato viene usato per definire la violenza e la tendenza emarginate da parte maschile sulle donne, e sugli uomini che non si conformano a certi stereotipati canoni maschili.


Se poi uno lo usa per definire la pizza coi broccoli perche' a lui non piace la pizza coi broccoli e usa "patriarcato" per definire tutto quello che a lui non piace, beh, questo eventuale soggetto avrebbe seri problemi, sia di esistenza che di comunicazione, ma mi pare che qui nessuno, abbia usato il termine in questo senso, diciamo così, "lato".

Piu' che altro magari a volte si usa "patriarcato" , laddove si potrebbero usare tranquillamente termini piu' generici e vaghi ma della stessa area semantica,  come ad esempio "sessismo" o "maschilismo".

Pero' ad alcuni, come ad esempio a me, piace il termine  patriarcato, perche' mette in luce che il problema non e' tanto la violenza maschile, quanto la violenza in generale conseguente alla scoperta e alla razionalizzazione cosciente umana di due grandi e terribili cose "paterne" , di due grandi e terribili verita' "paterne":

1: della realta' bio-fisiologica della paternita' - prima

(I figli non nascono senza coito e su questo non ci piove, ma non e' scontato ne' necessario che una mente cosciente questo lo sappia, in quanto il coito puo' anche avvenire, e in tutte le specie non umane di fatto avviene, anche del tutto istintualmente, edonisticamente e afinalisticamente; e, invece, da quando una mente cosciente sa', e sa rendere ragione, del nesso tra  coito e procreazione in poi, quindi in altre parole da quando presso la tribu' umana si sa e si insegna  che i figli non nascono dal nulla per potenziale segreto e naturale della donna ma da ben altro e sessuato motivo, la storia, e la socialita' di quella mente, e di quella cultura, che conosce tale cruciale informazione, ne risulta completamente stravolta, soprattutto nel senso di una maggiore implicazione di possessivita' e violenza: socialmente questa e' una vera rivoluzione, e una rivoluzione in generale violenta, sia per gli uomini che per le donne.


2: del contributo individuale alla paternita' - poi.

(non solo l'uomo presumibilmente a un certo punto della storia impara che i figli non nascono dal nulla ma, in un altro punto, presumibilmente piu' avanzato, scopre anche che i figli, nati dal coito, sono figli di un singolo padre e di una singola madre, ne rispecchiano i caratteri e la genetica (cosa che di per se' non e' implicita nel puro e semplice nesso coito/procreazione e nella sua minimale comprensione, ma e' un dato informativo e rappresentativo ulteriore, un'altra verita' da imparare per l'uomo!).
Essi, i figli, non perpetuano e traghettano oltre la morte genericamente la SPECIE, il gruppo dei simili indefinito, ma la COPPIA, la coppia privilegiata dei singoli che si sono uniti nel coito... e quindi nella coppia e' perpetuato anche il padre, che della gravidanza, e quindi di un nesso interindividuale visibile e privilegiato tra perpetuante e perpetuato poco dopo l'atto perpetuativo del coito di per se' non fa esperienza, almeno finche', aguzzando la vista e l'ingegno non lo comprende e non lo razionalizza, a partire da indizi sensibili infinitamente meno evidenti, e meno a portata di mano, e di cervello, di quelli offerti dalla realta' "macroscopica" della gravidanza.

Anche questa seconda scoperta, del contributo individuale alla paternita', e' presumibilmente foriera di ulteriori sconvolgimenti e violenze, in una umanita' gia' sconvolta dalla conoscenza della paternita' stessa e del nesso tra coito e procreazione stesso.

Il "patriarca" scopre come due tappe di un processo conoscitivo lungo e non scontato prima la sua stretta e ineludibile necessarieta' al processo in se' del perpetuarsi della vita, insomma si scopre un contributore "alla pari" con la donna in questo fondentale ambito, e poi scopre finanche il fatidico premio in termini di sopravvivenza INDIVIDUALE,  e non solo collettiva,  che partecipare al processo del perpetuarsi della vita comporta;

La donna e' "esclusa" dalla complessita' di questo percorso perche' ha a disposizione fin dall' "inizio", ovvero  fin da tempi infinitamente piu' remoti rispetto alle "brillanti scoperte" possibili in merito e strettamente riguardanti l'uomo,  evidenze immediate sia della sua ineludibile necessarieta' alla perpetuazione della vita, (necessarieta' che invece, a contributo reciproco invertito, costa all'uomo fatica intellettuale per essere compresa) sia del nesso strettamente individuale tra perpetuatrice e perpetuato (nesso individuale che invece, per quanto riguarda l'uomo, esiste altrettanto, ma a differenza del fatto evidente della gravidanza, costa fatica intellettuale e osservativa per essere compreso).

La sacralita' della donna e il matriarcato originario, prescindendo un attimo dalla questione della loro difficile da provare  realta' storica dunque,  per me, sono stati "trasognati" della mente e della volonta'  in cui si puo' pensare che i figli nascano spontaneamente dal grembo della donna e dal nulla, come fiori senza  una causa sessuale e sessuata,  o altri stati  in cui si puo' pensare che i maschi perpetuino si' la specie tramite il coito, ma che lo facciano a un livello puramente generico/collettivo, senza essere propriamente  "padri" ma solo "cause scatenanti sostituibili e fungibili della maternita' ", insomma che essi si riproducano grazie alla donna e nella donna a prescindere da un nesso perpetuativo, e dunque salvifico, strettamente individuale, nesso che puo' essere ripensato come valevole solo ed esclusivamente per la donna/madre, perpetuantesi anche individualmente nel figlio.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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