Parità di genere, linguaggio, deriva delle masse.

Aperto da PhyroSphera, 26 Ottobre 2022, 12:19:42 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

viator

Salve InVerno. Ovvio che le nuove generazioni sorgano dal quasi nulla. Esse sono generate da ciò che deve restare a tutti i costi identico a sè stesso (la funzione replicatrice della riproduzione) ed insieme - indistinguibilmente - da ciò che deve ogni volta infuturarsi, modificarsi, innovarsi senza attenzione alcuna per il passato (quindi la funzione innovatrice della riproduzione stessa).

Uscendo da tale troppo remota (ma sempre comunque IMPERATIVA) prospettiva biologica (ed addirittura - prima ancora - fisicistica)......gli identici moventi son quelli che troviamo all'interno della storia e della cultura umane.

La storia umana mica è fatta per insegnare qualcosa alle nuove generazioni. Ci mancherebbe altro !!. Se ciò accadesse, succederebbe che per accumulo di esperienza, di conoscenza iperdistillata, di saggezza..........l'umanità si avvierebbe verso una qualche forma di perfezione. Cioè verso quella certa condizione la quale - non risultando modificabile perchè appunto "perfetta e certo non più perfettibile".......rappresenterebbe una condizione di cristallizzazione della condizione umana sia individuale che sociale, consistente quindi nella sua morte.

La Storia quindi, dico sopra, è bene che non insegni nulla, mentre quella che dovrebbe insegnare - e sa benissimo cosa "insegnare" - è la Natura.

La Storia ha la molto più limitata e formale funzione di permettere di CELEBRARE oppure di CRITICARE la generazione precedente e tutte le altre ancora ancora precedenti, i cui componenti umani verranno via via inghiottiti dall'oblio.

Naturalmente a nessuna generazione di vivi piace tale prospettiva, e la maggioranza infatti, pur destinata a venir travolta e poi persin dimenticata dal "nuovo destinato a ripetersi", non troverà di meglio che attaccarsi al tram della speranza in un qualche  genere di IMMORTALITA'.(al minimo - STORICA, altrimenti spiritualtrascendente) Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Salve Viator. Ma davvero non capisco. Visto che la storia non insegna nulla e noi poveri fessi invece speriamo il contrario, perché con il tuo esempio non ci mostri quello che dichiari? Sarebbe molto istruttivo vederti indossare una pelle di leopardo e trascinare per i capelli la tua donna. Oppure organizzare un banchetto per chiedere il ripristino della schiavitù per tutti i debitori insolventi. O anche la più semplice cancellazione della legge di violenza sessuale con il ritorno della mitica "offesa al senso del pudore", perché si sa, la donna è sempre un po' prostituta dentro. Non so, dimmi tu cosa ne pensi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

#32
Citazione di: InVerno il 30 Ottobre 2022, 15:51:08 PMIo ho perso la vis polemica per questo argomento parecchio tempo fa, solo tristezza, come quando nel cunicolo che porta alla cappella Sistina vedi gente infilarsi per la fast exit per il souvenir shop. Inizialmente ti viene da prenderli per il braccio, poi capisci che è futile. Ricordo le mani rugose ed incallite dei vecchi, un uomo e una donna proteggere una fievole fiammella di speranza con tutte le forze, presi per il culo dai figli dell' aria condizionata e la lavatrice. Un professore mi disse "prendono a martellate le statue di Churchill perché gli fanno ombra, generazioni del nulla che cercano la luce martellando il passato" . Continua pure  ::) 


Lo scopo del passato e' passare.

E' proprio perche' il passato e' immodificabile, proprio perche' e' un "blocco" -un diamante- se non unico, quantomeno unitario, dove si infrange lo scalpello della  volonta' e della tecnica, proprio perche' esso e' il luogo della teoresi e della visione (accecante... in tutti gli altri sensi), che o lo si ama o lo si odia: non ci sono mediazioni possibili.

La complessita', del presente e del futuro, si riduce, in ampiezza di opzioni e varieta', quando si tratta del passato.

Noi siamo enti volenti, esseri di volonta'.

E proprio in quanto enti volenti, proprio in quanto esseri di volonta', siamo invitati dalla vita e dalla nostra posizione nel tempo a scegliere, oppure a non scegliere, il blocco visivo e visionario DEL passato in quanto tale, e in quanto totalita', proprio perche' tandenzialmente NEL passato, dentro il passato, tra i dettagli, e i bivii del nostro passato, non c'e' un bel niente, da scegliere.

Quando prende questo strano "oggetto" ad oggetto -il passato- la volonta' , l'evoluzione tecno-logica che tanto ci inorgoglisce, e' costretta all' aut aut, e' costretta a inglobare o a rifiutare radicalmente,  qualcosa di definitivamente dato proprio perche' stavolta, con questo speciale "oggetto", non puo' fare il suo solito lavorio, non puo' fare quello che fa con tutti gli altri oggetti: non puo' plasmare ne' manipolare.

Non c'e' al mondo nulla di piu' infinito dell'uomo, semmai c'e' al mondo qualcosa di piu' duro, di piu' resistente, dell'uomo e di tutte le sue arti e tecniche.

Il passato e' un luogo di bassa entropia. E' meno probabile del presente e del futuro. E piu' ordinato.

Il passato non ha, o tende a non avere, macrostati nel senso fisico del termine; non contiene grandi effetti sintetici o sovraunitari scatenati da una pluralita' indefinita e convergente di cause: il passato e' il luogo ideale in cui e' vero che a una e una sola causa corrisponde uno e un solo effetto, e che allo stesso numero di cause, corrisponde lo stesso numero di effetti.

Insomma il passato e' prima, che noialtri avessimo la parola e le mani.

Anche l'umana volonta', che in fondo in fondo non e' idiota, semmai lo vede, lo vede come tale.

Lo ha sempre visto, come tale.

Come un "luogo di bassa entropia", improbabile e ordinato, che chiede solo di essere se stesso.

Il passato e' il panorama, e' luogo che gli antichi, (i quali, rispetto a noi, erano piu' osservatori e meno progressisti) dicevano di avere davanti agli occhi, laddove il futuro, gli era, in quanto invisibile, dietro la nuca: e' il luogo della teoresi.

Un paradiso dove finalmente cantano tutti quegli esseri di volonta', tutti gli stati della volonta', innamorati della componente salvifica della loro teoresi, o al limite identificati, con la loro teoresi.

La volonta' del passato, e' quella di passare.

E chi lo ha amato, lo ha lasciato passare.

La decadenza invece, e' quando l'apparente amore verso passato si esprime fatalmente invertito in odio verso il passare: in odio quindi della volonta', e dell'essenza, e della richiesta implicita, del passato stesso.

Ma questa e' volonta' di dominio e, peggio, di autodominio.

Desiderio che si rivolge alla permanenza del desiderato nel tempo perdendo di vista il panorama, tradendo il suo oggetto originario. Desiderio di incompiutezza.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Citazione di: Jacopus il 30 Ottobre 2022, 18:21:21 PMSalve Viator. Ma davvero non capisco. Visto che la storia non insegna nulla e noi poveri fessi invece speriamo il contrario, perché con il tuo esempio non ci mostri quello che dichiari? Sarebbe molto istruttivo vederti indossare una pelle di leopardo e trascinare per i capelli la tua donna. Oppure organizzare un banchetto per chiedere il ripristino della schiavitù per tutti i debitori insolventi. O anche la più semplice cancellazione della legge di violenza sessuale con il ritorno della mitica "offesa al senso del pudore", perché si sa, la donna è sempre un po' prostituta dentro. Non so, dimmi tu cosa ne pensi.
Salve jacopus. Con te, storia vecchia.

Tattica dialettica già nota, la tua.

Fingi di ignorare (mentre non sei abbastanza sciocco da non capire benissimo......) la precisa distinzione che ho presentato tra Storia Umana e Storia Naturale. Stammi bene.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

buonasera Viator. Io ho letto la precisa distinzione che fai fra storia umana e storia naturale. Fatto sta che la storia umana provoca dei cambiamenti molto rilevanti nel mondo delle società umane, e gli esempi che ti ho fatto sono solo alcuni dei millemila che potrei proporti e pertanto:

CitazioneLa Storia ha la molto più limitata e formale funzione di permettere di CELEBRARE oppure di CRITICARE la generazione precedente e tutte le altre ancora ancora precedenti, i cui componenti umani verranno via via inghiottiti dall'oblio.

questa tua dichiarazione, permettimi di dirlo, è falsificabile in due secondi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: niko il 30 Ottobre 2022, 19:26:31 PMLo scopo del passato e' passare.

E' proprio perche' il passato e' immodificabile, proprio perche' e' un "blocco" -un diamante- se non unico, quantomeno unitario, dove si infrange lo scalpello della  volonta' e della tecnica, proprio perche' esso e' il luogo della teoresi e della visione (accecante... in tutti gli altri sensi), che o lo si ama o lo si odia: non ci sono mediazioni possibili.

La complessita', del presente e del futuro, si riduce, in ampiezza di opzioni e varieta', quando si tratta del passato.

Noi siamo enti volenti, esseri di volonta'.
Sei ai piedi di una colata lavica, é l unico modo che hai per assistere ad un eruzione del passato da vivo, certo che l'entropia è zero, certo che è cristallizzata, certo che sei l'unico volente in un mucchio di pietre. Ma perché sei lì? Per un mucchio di pietre? O perché quelle pietre erano magma? Hai solo l'immaginazione e la tecnica fantastica per vedere l'eruzione, la vita che le ha animate. Ma no, sono solo pietre che volevano schiacciare altre pietre, si sono ammucchiate, al massimo ne prendi una e ci fai un portacenere per le tue teorie. Erano vita, se non ci vedi vita ma solo morte e sopraffazione, è un problema tuo.  Generazioni di persone aggrappate con le unghie e coi denti alla vita, che hanno lottato per la vita. La decadenza è vedere solo pietre.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

#36
Il passato è ciò che ci rende quello che siamo. Ma Prometeo ci ha insegnato che il passato non solo può ma deve essere superato. In questo sta la missione dell'uomo. Essersi svincolato dall'eterno ripetersi della natura lo ha reso protagonista di questo viaggio artificiale. Se non fosse avvenuto ciò saremmo solo un primate particolarmente abile che popola le savane. Ovvio che questo ruolo andrebbe gestito con maggiore responsabilità ma neppure si può invocare la tradizione e il passato per ogni nefandezza delle società del passato e fra queste una particolarmente nefanda è proprio il patriarcato.
E qui si manifesta un altro corto circuito delle società occidentali e specialmente di quelle periferiche come la nostra. Ovvero il pensiero liberale/capitalistico che ha (apparentemente) un grande vantaggio di diffusione e di interiorizzazione dei valori, non riesce ad abbattere questi valori patriarcali che sono esattamente il contrario del liberalismo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Altra precisazione. Talvolta ho sentito come argomento contrario alla critica del
Patriarcato, la constatazione del femminismo come una sorta di rovesciamento dei ruoli, per cui si passerebbe dal patriarcato al matriarcato sempre secondo il modulo dominante/dominato. In questo caso cambierebbero solo gli addendi ma non il risultato. È chiaro che esiste un femminismo militante di questo genere ma si tratta di un'area che combatte il patriarcato in forma reattiva ma che ne riproduce le stesse identiche dinamiche. In realtà si tratta di cercare un nuovo modello sociale che superi il modello dominante/dominato.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

In una società dove tutte le qualità tipicamente maschili (biologicamente) sono in netto decremento di richiesta, principalmente per la meccanizzazione e l'assenza di conflitti armati, è ovvio e palese che le donne saranno largamente favorite. Nessun complotto matriarcale, è come vanno le cose, salvo repentini cambiamenti sociali (invero, probabili) questo sarà il secolo delle donne. In America e nelle accademie americane è ormai sempre più comune riferirsi con "sesso debole" al maschio, per ora provocatoriamente, ma sempre più fattualmente, viste le statistiche. Esorto i colleghi portatori di pene a non cadere in teorie assurde sul matriarcato e accettare con dignità e onore il nuovo ruolo nella società, sarà traumatico, ma una soluzione si può trovare.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko

#39
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 08:00:24 AMSei ai piedi di una colata lavica, é l unico modo che hai per assistere ad un eruzione del passato da vivo, certo che l'entropia è zero, certo che è cristallizzata, certo che sei l'unico volente in un mucchio di pietre. Ma perché sei lì? Per un mucchio di pietre? O perché quelle pietre erano magma? Hai solo l'immaginazione e la tecnica fantastica per vedere l'eruzione, la vita che le ha animate. Ma no, sono solo pietre che volevano schiacciare altre pietre, si sono ammucchiate, al massimo ne prendi una e ci fai un portacenere per le tue teorie. Erano vita, se non ci vedi vita ma solo morte e sopraffazione, è un problema tuo.  Generazioni di persone aggrappate con le unghie e coi denti alla vita, che hanno lottato per la vita. La decadenza è vedere solo pietre.

Volere e desiderare e' un prerequisito ineludibile, per essere persone, non un optional.

O almeno per essere considerati persone da me, che non sono un umanista, ne' in generale un pensatore accomodante.

Ora, che cosa vogliono i morti?

Probabilmente nulla.

Che cosa hanno voluto -in passato- essi?

Probabilmente tutto.

Per questo ho scritto che lo scopo del passato e' quello di passare.

Amare la "persona" nel morto, e' amare la volonta' nel, e del,  morto, e, nel caso specifico del morto, la negativita' di questa volonta', il suo essere una volonta' non piu' attuale, fa problema.

Possiamo amare solo se capiamo. Solo se abbiamo empatia con l' "oggetto" amato e con lo stato vero e reale dell'oggetto amato.

Non si tratta qui di amare il ricordo. L'empatia con chi non c'e' piu' e' un caso limite, la cui comprensione si puo' guadagnare solo comprendendo in che modo e in che senso i morti "sono" con noi, e viceversa, in che modo e in che senso anche noi, come loro, "non ci siamo piu' ".

La volonta', (e quindi anche la "personificabilita' " in senso umano e umanista, giusto per sforzarmi di parlare la tua lingua) del passato, e dei morti che il passato contiene, e' una volonta' conchiusa, finita.

Il problema dei morti non e' che essi non hanno mai voluto, ma che hanno finito di volere. Essi hanno finito, portato a termine, non un loro specifico e concettualmente separabile compito, ma proprio  quello stesso identico compito che, dal punto di vista dei vivi, e' invece infinito: il compito stesso del volere.

Non sono certo obbligato ad amarla, la volonta' dei morti, ma, semmai la amo, la devo amare per quello che e', (amare di amore sincero), e non per quello che mi piacerebbe incidentalmente che fosse (amare di amore ipocrita).

Volonta' dei morti, e quindi Volonta'-con-la-morte, volonta' che proprio e specificamente qui, nel discorso sul lutto piuttosto che in quello sulla storia, si compone anche e soprattutto della sua finitudine (seppure non si esaurisce in essa), volonta' finita.

Se io proprio qui nel mio attimo presente la devo vivificare, se la devo servire, se la devo sentire forte in me stesso, una volonta' cessata e all'istante presente non piu' operante (come altro mai potrei, senno', amare di amore SINCERO dei MORTI?! Amare non la loro inessenziale e inattuale memoria, ma amare il loro "velle", il loro essere, per me finanche attualmente, esseri di volonta', stati della volonta'?), ebbene io, che in quanto vivente sono in linea di principio fuorcluso, dall'esperienza e dalla comunione "pura" di una cessazione di volonta' (sono obbligato dalla mia condizione di vivente a volere) insomma sono fuorcluso dal provare e dal poter provare fino in fondo quello che "prova" un morto, devo CONTESTUALIZZARE, rappresentarmi per analogia quella che dal punto di vista (attuale) del morto concepisco come una CESSAZIONE, di volonta' -perche' amo il morto nella sua "natura" di morto- , con quella che, dal MIO punto di vista, DI  VIVO, non puo' che essere una TRASFORMAZIONE della volonta', un volere altro.

Ogni fine e' anche un inizio, e la vita, a differenza della morte, lo sa.

Per questo la vita ha le sue regole, la sua grammatica, per comprendere in se' la morte rimanendo vita.

Io posso ridefinire lo smettere di volere dei morti, la loro appartenenza alla grande consolatrice,  come un volere di piu', come un incominciare da un certo punto in poi a volere altro, perche' io volente o nente, modestamente o immodestamente, vedo piu' lontano dei morti, guardo come un nano da sopra le loro spalle; perche' anche geometricamente, quello che in un segmento piu' breve e' "meramente" un punto terminale, l'ultimo punto, in un altro segmento piu' lungo su cui sovrapponiamo parzialmente  il segmento piu' breve e' un punto divisivo tra due meta', un punto di svolta.

Il segmento e' il velle, la volonta', dove la stessa identica liminarita' che per il morto vale come cessazione, come ultimo punto, per il vivo vale come marchio di differenza, punto di svolta.

Per questo ho scritto che diciamo si' o no al passato pur senza modificarlo.

Per questo ho scritto che il passato e' la dimensione temporale in cui termina la continuita' plastica e inconcussa delle opzioni, e inizia quantomeno la discretezza e la discrezionalita' numerabile delle opzioni, la necessita' di dire di si e no ad un blocco unico, o quatomeno di fare una lista biunivoca, del tipo uno corrisponde ad uno, delle cause e degli effetti.

Questo e' il passato visto dalla nostra volonta', dalla parte piu' veritativa di noi.

Una cosa decontestualizzata tende a terminare con una fine assoluta, con un grande o piccolo nulla, quella stessa identica cosa ma visualizzata in un contesto ad essa piu' ampio, tende a terminare con una sua propria "fine" che e' anche un inizio di altro, un inizio di qualcos'altro

Banalmente, se il pesce e' nell'acqua, il pesce non termina nel nulla, termina a nell'acqua.

Se un pesce di volonta' e' in un'acqua di volonta, e' sempre la maggiorita' e la sovrabbondanza relativa dell'acqua rispetto ad esso che ci permette di riformulare in un contesto piu' ampio il suo terminare -non piu' assoluto- in quello che si rivela essere piuttosto un cambiare, in un divenire, di volonta'. Una essere parte di un ente di volonta' maggiore e composito, che si compone di esso ma non solo di esso.

Non e' il Nietzsche della sopraffazione, che mi interessa qui, ma il Nietzsche del "cosi' volli che fosse" e del superamento della spirito di vendetta.

Se l'essenza del mondo e' il divenire e non l'essere, il proggetto dell'uomo non puo' che essere un progetto unitivo, e risolutivo di una solo apparente differenza: un proggetto che tenda a far coincidere la volonta' DEL passato (e quindi la tradizione, il pensiero che il presente sia sostanziamente decadente) con la volonta' PASSATA (il tradimento, l'amore per il nuovo). Non cosi' fu, ma cosi' volli che fosse.

Amo ogni cosa nella sua natura, le cose finite in quanto finite, le cose attuali in quanto attuali.

Non mi illudo che il passato si continui laddove esso su un piano di realta' non si continua, o che il presente si concluda laddove esso su un piano di realta' non si conclude.

Amare ogni cosa e' fare la volonta', di ogni cosa.

La volonta' finisce perche' si trasforma, e si trasforma perche' finisce.

Vivi e morti possono amarsi, possono servirsi, possono comunicare, perche', e nella misura in cui, hanno qualcosa in comune tra loro.

Venire per divenire. Forse tornare

Chi sopravvive e' sempre la figura necessitata di colui che si e' chiesto il come, e non il perche', della vita.

E cosi' forse, un giorno, la volonta' del passato coincidera' con la volonta' passata (e non meramente con il passato della volonta', il che implicherebbe ancora una volta la verita' dell'irreversibile e del tempo come durata), la tradizione con il tradimento, la grande illusione della decadenza con la grande illusione  dell'eskaton.

Dire che le dimensioni temporali passato presente e futuro siano, alla lunga, uguali, equivale a dire che non se ne puo' preferire una alla altre, che non si puo' eticizzare arbitrariamente una delle tre "parti" fondamentali del tempo per l'uomo e metterla su un piedistallo.

Non si puo' dire: questa qui, delle tre, e' il bene, qui e solo qui, abita il bene.

Il ridicolo, deve colpire colui che lo fa, in quanto costui mette sul piedistallo una parte del tempo semplicemente uguale alle altre parti, uguale alle altre due.

La giustizia, alla fine, prevale contro l'ordine.

Una risata, nichilista nel senso buono, seppellisce l'antichita' classica, lo scientismo e il cristianesimo.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

A parte che tiri in mezzo cose che non ho mai detto, tipo mai parlato di amore e varie coniugazioni dell'atto sui vivi e i morti, tutto molto interessante quanto sproporzionato al semplice monito di non giudicare il passato con gli occhi di oggi. Con gli occhi di oggi vedo che mentre i 4/5 delle persone sono a favore di pari diritti, solo una minoranza di donne è disposta a definirsi femminista (percentuali variabili ma per fare un minestrone-media dal 10 tedesco al 30% svedese) e la motivazione principale, ma non l'unica, è che lo vedono come un movimento misandrico. Sai com'è alcune sono madri di maschi. Io ascolto le donne, e tu? Saluti  ;)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Il maschio patriarcale, sempre più misogino man mano che prende coscienza della sua decadenza, funziona come la Nato, che prima di sparire deve dichiarare guerra al mondo. Nel caso del maschio patriarcale, al mondo femminile. Muoia Sansone con tutte le filistee. Te credo che di fronte a questo suon di mitraglia solo una piccola percentuale è disposta a dichiararsi bersaglio del maschio patriarcale, ovvero femminista. E fa bene, visto che anche il femminismo è la proiezione negativa, vista dal maschio, del maschilismo.

Io sono una donna e lotto da donna senza bisogno di aggiungere alcun ismo alla mia lotta. È lotta tout court, come quella dello schiavo, del negro, e viene prima di qualsiasi ideologia, ennesima trappola patriarcale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#42
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 16:19:00 PMA parte che tiri in mezzo cose che non ho mai detto, tipo mai parlato di amore e varie coniugazioni dell'atto sui vivi e i morti, tutto molto interessante quanto sproporzionato al semplice monito di non giudicare il passato con gli occhi di oggi. Con gli occhi di oggi vedo che mentre i 4/5 delle persone sono a favore di pari diritti, solo una minoranza di donne è disposta a definirsi femminista (percentuali variabili ma per fare un minestrone-media dal 10 tedesco al 30% svedese) e la motivazione principale, ma non l'unica, è che lo vedono come un movimento misandrico. Sai com'è alcune sono madri di maschi. Io ascolto le donne, e tu? Saluti  ;)


Io amo che vengano posti problemi reali in contesti reali, e quindi non scelgo in modo scontato e buonista tra spirito di parita' e spirito di rivalsa; tra questi estremi rifiuto di scegliere, laddove invece credo che tutti i bravi borghesi posapiano, evangelizzati e vagamente progressisti, se fosse per loro, sceglierebbe a mani basse lo spirito di parita', e abborrirebbero lo spirito di rivalsa.

Chi e' stato schiavo, deve sognare la parita', o deve sognare la vendetta sul padrone e contro il padrone?

Le verdi colline della Georgia (del famoso sogno di Martin Luther King) o le pantere nere?

Il fatto e' che se per duecento di anni lo schiavo e' schiavo, e poi si passa a uno stato di parita' in cui la schiavitu' viene abolita, a queste idilliache condizioni non c'e' vendetta, quelli che sono stati padroni di schiavi per duecento anni, in parole semplici, e brutali, non la pagano.

La schiavitu' secolare di un gruppo etnico riconoscibile anche nell'idillio di una riconciliazione parificante rimane insensata, perche' invendicata.

Non dico che la soluzione sia il carnevale in cui lo schiavo diventa padrone e il padrone schiavo, dico solo che questo, questa alternativa tra parita' e rivalsa e' un problema filosofico, un problema aperto.

Come bianchi e neri, cosi' uomini e donne. Borghesi e proletari.

Un problema aperto tra parificazione e rivalsa. Tra perdono e giustizia/vendetta.

Io non sono cristiano. Non sono perdonista. Non sono anima bella. In alcune situazioni, situazioni socialmente incancrenite, "c'e' in giro" un odio giustificato perche' c'e' un debito -di sangue e di esistenze negate- da pagare, e' inutile girarci intorno. E' inutile non riconoscerlo.

La parita'. O la misandria. Sono d'accordo con il problema. Con la posizione in termini generali del problema. Non sono d'accordo con il dare per scontata la soluzione.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

#43
Citazione di: Ipazia il 31 Ottobre 2022, 20:15:22 PMIl maschio patriarcale, sempre più misogino man mano che prende coscienza della sua decadenza, funziona come la Nato, che prima di sparire deve dichiarare guerra al mondo. Nel caso del maschio patriarcale, al mondo femminile. Muoia Sansone con tutte le filistee. Te credo che di fronte a questo suon di mitraglia solo una piccola percentuale è disposta a dichiararsi bersaglio del maschio patriarcale, ovvero femminista. E fa bene, visto che anche il femminismo è la proiezione negativa, vista dal maschio, del maschilismo.

Io sono una donna e lotto da donna senza bisogno di aggiungere alcun ismo alla mia lotta. È lotta tout court, come quella dello schiavo, del negro, e viene prima di qualsiasi ideologia, ennesima trappola patriarcale.



Pero' te ne fotti delle lotte degli altri, se non sei disposta a rispettare le lotte degli lgbt.

Lotti SOLO in funzione di quello che sei.

O peggio che credi di essere.

O forse hai argomenti per sostenere che la violenza patriarcale contro i gay e i trans sia storicamente finita, mentre quella contro le donne perduri.

Il Sansone dell'eteronormativita'.

Ammesso che ad oggi non sappiamo se si nasca gay o trans o ci si diventi... anche ammesso questo...

Chi lotta per difendere il suo essere e' piu' degno di rispetto di chi lotta per difendere il suo divenire?

Chi onora e difende la sua nascita e' piu' comune e piu' comunista di chi onora e difende la sua adolescenza?

Se una donna biologica e fisica ha il "diritto" di emergere e lottare, perche' mai il lato femminino di un uomo in un uomo invece... no?

E questo chi l'ha stabilito?

La metafisica stessa dell'essere?






Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Citazione di: niko il 31 Ottobre 2022, 20:18:16 PMChi e' stato schiavo, deve sognare la parita', o deve sognare la vendetta sul padrone e contro il padrone?

Le verdi colline della Georgia (del famoso sogno di Martin Luther .
Fai bene a tirare fuori altri regimi di sfruttamento sistematici, infatti un analisi comparata potrebbe facilmente dimostrare che il patriarcato non ha niente a che fare con essi. Una caratteristica di questi sistemi è che appioppano sistematicamente i peggiori posti della società agli sfruttati, nel patriarcato al contrario gli sfruttatori occupano simultaneamente le posizioni apicali e quelle basali. Bizzarro. Non ho mai sentito per esempio di donne usate come carne da macello degli eserciti, ne di latifondisti seduti sull'aia fumare il sigaro mentre il loro harem lavora nei campi, né di donne mandate a lavorare nelle industrie mentre i patriarchi le aspettano a casa per mettere nella cassaforte la paga e gestire le spese del focolare, ancora oggi il 99% delle morti sul lavoro sono da contarsi tra i presunti dominatori, un eguaglianza che non interessa particolarmente raggiungere. A che pro perciò usare retorica incendiaria e lessico guerresco, se non l'odio, la frustrazione, la paranoia ? Il "patriarcato" può tornare con uno schiocco delle dita al mutare delle condizioni socioeconomiche, non ha importanza quante bombolette spray e cartelloni mandi in ucraina, dal 22 febbraio il bicipite è tornato di moda. Allora il preservare di quelle condizioni favorevoli diventa esiziale per salvare le conquiste sociali. Ho detto in un altro topic che l ineguaglianza economica è uno dei più importanti predittori di un collasso sociale. Un altro è il numero di maschi, giovani, disoccupati, celibi e a bassa scolarizzazione. Siccome stanno aumentando vertiginosamente, chiunque abbia a cuore la conservazione di questo stato delle cose dovrebbe interessarsene, ma se ideologicamente sono persone da trascurare per rivalse storiche, schiavisti che meritano di espiare, il conto arriverà quando raggiungeranno massa critica. Fortunatamente si tratta di teorie di minoranze molto rumorose , e la reciprocità e il mutuo soccorso sono ancora valori fondativi di persone sane che vogliono società sane. 
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Discussioni simili (5)