La coscienza precede e traccia la materia?

Aperto da hystoricum, 24 Ottobre 2022, 06:48:06 AM

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hystoricum

https://www.huffingtonpost.it/cultura/2022/10/23/news/federico_faggin_i_misteri_delluniverso_si_spiegano_accettando_che_la_coscienza_precede_la_materia-10472446/ 

I materialisti e gli spiritualisti sono fuori di testa e di moda  da un bel po',così come i positivisti,i negativisti,i meccanicisti,i deterministi e così via.Nell'attesa che passino di moda anche i quantisti,gli "stringhiani o cordiali" e via dicendo ecco un articolo interessante.
Di per sè stessa la tesi non è  religiosa,area o agnostica.La consapevolezza non ha etichette e la si ritrova nominata,usata e abusata un po' dappertutto.
Scrive San Giovanni:"In principio era il Verbo,il Verbo era Dio, il Verbo era presso Dio"
Il Verbo,l'Informazione,i Traccianti di materia energia ,gli Informoni,come li chiamo io ,non sono materialenergetici,sono immateriali e probabilistici.
Secondo i quantisti sono onde di probabilità, creste di stringhe per altri e così via.
In ogni caso, sembrano avere una natura concomitante ma non coincidente direttamente con la materia e l'energia.
L' entanglement,ad esempio,sembra un fenomeno connesso a un' Informazione libera da spazio, tempo e dimensioni.
La scienza si confronta attualmente con le problematiche dell'informazione in molti ambiti di essa.
Un problema,ad esempio,sono le supernovae 1A,usate come indicatori dell'espansione dell'universo.
La loro luce è ambigua,i residui delle loro esplosioni nascondono il fatto che l'esplosione stessa ha scaraventato la materia  della stella a una velocità di un terzo della velocità della luce.Quindi l'area di quelle supernovae resta probabilisticamente analizzabile e la loro luce pure.

iano

Avere coscienza senza darne prova equivale a non averne?
Per dimostrare di averla effettivamente, un ente che tipo di prova ci aspettiamo che dovrebbe darci?
comportandosi in modo determinato se la materia volesse darci segno della sua coscienza potrebbe decidere di spiazzare le nostre aspettative.
Nel caso più semplice potrebbe decidere di comportarsi come ci aspettiamo ma anticipando o posticipando ciò che attendiamo.
La coscienza a me sembra infatti legata alla capacità di decidere e di comportarsi conseguentemente, perchè senza quelle capacità la coscienza non potrebbe dare prova di sé.
La prova sarebbe dunque una falla,  un errore nel determinismo della materia.
Ma questo errore, questo dimostrare di possedere coscienza, che conseguenze avrebbe sulla materia stessa?
Non sarebbe più la stessa materia perchè imparerebbe dai suoi errori.
Imparare, conoscere, sembra dunque qualcosa da legare ancora alla coscienza.
La conoscenza che deriva dall'errore muta l'ente cosciente.
Un fisico archivierebbe l'evento fra gli errori di misura, nel rumore di fondo delle misurazioni che non sono mai ideali, perchè mai del tutto isolate dal contesto.
Questo ci suggerisce che per potere attribuire coscienza ad un ente bisognerebbe prima individuarlo con certezza, potendolo isolare dal contesto in modo perfetto, ma questo può farsi solo in modo approssimativo. Eppure il determinismo è basato su questa possibilità di fatto irrealizzabile se non accettando un margine di errore.
Quando definiamo un ente che non sia puramente ideale, capace cioè di entrare nel reale gioco di cause ed effetti, stiamo di fatto definendo un margine di errore, perchè è appunto un ente reale e non ideale.
Ma se l'ente reale esiste solo dentro un margine di errore possiamo allora dire che esiste?
L'esistenza stessa è un concetto ideale, eppure paradossalmente pensiamo alla realtà come un insieme di esistenti, che si può dimostrare però esitono solo entro un margine di errore.
Tutto allora sembra andare in confusione e la realtà inizia a sfumare, e quello che ci resta in mano con certezza è un margine di errore.
Anche se ciò non è noto ai non addetti ai lavori, a fondamento della fisica vi è la teoria degli errori.
Il determinismo sembra una macchina perfetta, ma esso si basa sulla libertà di sbagliare. Come è possibile?
Sembra di stare in completa anarchia, se non fosse che c'è qualcosa che và definito con precisione perchè tutto questo paradossale castello stia in piedi: il margine di errore che vogliamo considerare.
In qualche modo coscienza, capacità di decidere, conoscenza, sono legate a doppio filo alla possibilità di errore.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#2
Il determinismo non ideale,  cioè quello dei fisici che badano ai fatti, è vero sempre entro un margine di errore, e i fisici si dicono soddisfatti quando possono ben definire questo margine.
Ma al posto di ''vero'' potremmo scrivere in modo meno tendenzioso ''funziona''.
Perchè una verità affetta di errore non può dirsi verità.
Nasce allora il dilemma filosofico se la verità, seppur affetta da errore, possa comunque perfezionarsi fino a tendere ad essere veramente tale, o se vi è un altra prospettiva da cui osservare la cosa.
Io propendo per un altra prospettiva, che però và pensata, decisa, sicché i più considerano comodo abbracciare la prospettiva approssimatoria, come se il raggiungimento della verità fosse l'obiettivo naturale a cui tendere.
Non v'è dubbio che questo sia il fil Rouge della storia stessa della filosofia, ma solo magari perchè è stata ed è una strada in discesa, facile da percorrere.
Una strada in salita inizierebbe invece dal constatare che la storia della fisica non sembra essere l'approssimazione di una verità.
Infatti, seppure i nuovi strumenti di misura possono essere sempre più precisi, la loro adozione non determina una riduzione del margine di errore dentro alla teoria corrente, ma uno stravolgimento della teoria stessa.
 Non è la stessa teoria dove si annuncia di aver ridotto il margine di errore, ma una teoria tutta nuova col suo proprio margine di errore.

Dentro questo errore agisce la coscienza e senza di esso non può esservi conoscenza che non si riduca alla fede pura.

Dire che la coscienza precede la materia è un affermazione forte quanto stimolante, ma io mi limiterei ad osservare che la dimensione fisica del portatore di coscienza non è così ben definita come ci piace credere, così che non è ben chiaro chi possieda coscienza, per tacere del fatto che questo non precisamente ben definibile portatore di coscienza cambia in continuazione quando usa coscienza, pur mantenendo una coscienza individuale.

Sembra un paradosso, ma la coscienza ha a che fare col cambiamento, e in particolare con quello che non ti aspetti, quel cambiamento che puoi scambiare per un errore.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#3
Citazione di: hystoricum il 24 Ottobre 2022, 06:48:06 AMhttps://www.huffingtonpost.it/cultura/2022/10/23/news/federico_faggin_i_misteri_delluniverso_si_spiegano_accettando_che_la_coscienza_precede_la_materia-10472446/
@hystoricum , ho provato a leggere l'articolo ma me ne fa leggere solo un pezzettino e il resto è riservato agli abbonati . Però ho potuto leggere il tuo scritto :
Citazione di: hystoricum il 24 Ottobre 2022, 06:48:06 AMIl Verbo,l'Informazione,i Traccianti di materia energia ,gli Informoni,come li chiamo io ,non sono materialenergetici,sono immateriali e probabilistici.
Secondo i quantisti sono onde di probabilità, creste di stringhe per altri e così via. In ogni caso, sembrano avere una natura concomitante ma non coincidente direttamente con la materia e l'energia.
possiamo chiamarli ache informoni se ti piace, resta il fatto che non spieghi di cosa si tratta , il lettore qui presente potrebbe chiedersi infatti "che tipo di informazione comunicano questi "informoni"?" di certo non bisbigliano parole di cui verbo ne è la traduzione. Cosa comunicano quindi? Poi dici che secondo i cosidetti quantisti sono onde di probabilità , ma questo è riferito ad un altra classe di fenomeni che non nemmeno quantistico, il risultato di un dado da gioco è distribuito da un onda di probabilità da 1 a 6 . Le creste di sringhe, poi, sono tutta un altra teoria che ben poco ci azzecca con le particelle mediatrici. E concludi dicendo  In ogni caso, sembrano avere una natura concomitante ma non coincidente direttamente con la materia e l'energia.  Conferendo così un ulteriore alone di mistero su suddette mediatrici, ma questa misteriosa natura era stata descritta da molti anni dal fisico Wolfgang Paoli con il suo principio di esclusione di Paoli secondo cui non più di una particella può occupare un singolo stato quantico ma i bosoni, (così si chiamano le particelle mediatrici) non rispondono a tale principio e sono liberi di occupare un singolo stato in gran numero , ne sono un esempio i fotoni che sono anch'essi dei bosoni in quanto mediatori della forza elettromagnetica . Ah ecco cosa comunicano , le forze fondamentali che tengono insieme la materia. Nel nostro universo ci sono 4 forze fondamentali che tengono insieme la materia (ecco perchè la materia in sé non esiste) ,a ognuna di esse è associato un messaggero , ovvero, una particella che trasporta l'informazione di tale forza nello spazio e nel tempo.  Appurato che là fuori non ci sono chiacchieroni dovreste aver ben presente cosa si intende con la parola "informazioni" in termini fisici.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

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