La forza lavoro per il bene dell'uomo.

Aperto da jeangene, 04 Ottobre 2022, 12:59:27 PM

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Ipazia

Come dire che la "stratigrafia" delle statue dell'Isola di Pasqua ci dice tutto su come vivevano e pensavano i suoi abitanti, inclusa la loro struttura sociale.

Del monumentalismo parareligioso egizio ne sappiamo di più,  come sappiamo pure che questo non li ha preservati da conquistatori più pragmatici come greco-macedoni e romani.

Il rapporto tra struttura e sovrastruttura è certamente complesso, ma le priorità motivazionali sono evidenti, e crescenti, lungo tutta la storia umana, così come pure la subalternità dei costrutti ideologici sugli interessi materiali.

Il processo è così lineare da avere alfine divinizzato il Capitale, che ha sottomesso "materialmente" tutte le altre religioni e stabilito il più corto circuito possibile tra produzione e ideologia; accorciando pure la retroattività,  che i classici chiamavano: dialettica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 08 Ottobre 2022, 08:05:08 AMIl rapporto tra struttura e sovrastruttura è certamente complesso, ma le priorità motivazionali sono evidenti, e crescenti, lungo tutta la storia umana, così come pure la subalternità dei costrutti ideologici sugli interessi materiali.

Il processo è così lineare da avere alfine divinizzato il Capitale, che ha sottomesso "materialmente" tutte le altre religioni e stabilito il più corto circuito possibile tra produzione e ideologia; accorciando pure la retroattività,  che i classici chiamavano: dialettica.
Quelli che tu chiami "costrutti ideologici" sono strutture simboliche essenziali a definire l'azione collettiva della societa, che altrimenti risulterebbe non coordinata. Quando poi parli di "interessi materiali" non si capisce a cosa fai riferimento. In qualsiasi società, che é sistema, il principale "interesse materiale" é quello del mantenimento degli equilibri del sistema, equilibri che necessitano di quel coordinamento che i "costrutti ideologici" garantiscono.
Anche la spinta ad un nuovo sistema, che necessariamente mette in squilibrio quello esistente, necessita comunque di elementi di coordinamento, di una ideologia della rivoluzione, che poi si evolve in ideologia post rivoluzionaria necessaria a mantenere al potere quelli che lo hanno preso con la rivoluzione. 
Sulla "divinizzazione del capitale" sono sostanzialmente d'accordo con te, i sistemi di libero mercato si sono rivelati assai efficienti nel produrre coordinamento ed integrazione, semplificando oltretutto, ed efficientizzando, la narrazione ideologica, da questo punto di vista non potevo chiedere di meglio, peccato solo che non posso convincerti che questa é una buona cosa. 

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 08 Ottobre 2022, 08:34:46 AMQuelli che tu chiami "costrutti ideologici" sono strutture simboliche essenziali a definire l'azione collettiva della societa, che altrimenti risulterebbe non coordinata.

Ma si può fare di meglio che falsificare i rapporti e ruoli sociali a vantaggio di classi dominanti parassite.

CitazioneQuando poi parli di "interessi materiali" non si capisce a cosa fai riferimento. In qualsiasi società, che é sistema, il principale "interesse materiale" é quello del mantenimento degli equilibri del sistema, equilibri che necessitano di quel coordinamento che i "costrutti ideologici" garantiscono.

No, il principale interesse materiale di una società sana è dare ai produttori quello che è dei produttori e ai parassiti la sorte che meritano i parassiti.

CitazioneAnche la spinta ad un nuovo sistema, che necessariamente mette in squilibrio quello esistente, necessita comunque di elementi di coordinamento, di una ideologia della rivoluzione, che poi si evolve in ideologia post rivoluzionaria necessaria a mantenere al potere quelli che lo hanno preso con la rivoluzione.

L'ideologia rivoluzionaria è tale quanto più riesce a fare a meno dell'ideologia,  limitandosi alla presa d'atto della realtà sociale e dei presupposti materiali che ne rendono possibile e godibile l'esistenza.

CitazioneSulla "divinizzazione del capitale" sono sostanzialmente d'accordo con te, i sistemi di libero mercato si sono rivelati assai efficienti nel produrre coordinamento ed integrazione, semplificando oltretutto, ed efficientizzando, la narrazione ideologica, da questo punto di vista non potevo chiedere di meglio, peccato solo che non posso convincerti che questa é una buona cosa.

Come io non posso convincere un tossicodipendente che la droga fa male.

La droga capitalistica ha semplificato a tal punto la vita sociale che chi non è zombizzato appare come un alieno. Ma prima o poi anche lo zombie impatta sulla dura realtà e si dissolve in una nuvoletta atomica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Citando da Ipazia : "No, il principale interesse materiale di una società sana è dare ai produttori quello che è dei produttori e ai parassiti la sorte che meritano i parassiti".


Affermazione elegantissima nella sua lapidarietà (arte in cui la Nostra Amica è bravissima e meritoria).

E' il concetto ad essere involontariamente tragico. Pur dal suo elevatissimo profilo culturale, Ipazia sembra non si renda conto del grado di complessità raggiunto dalla civiltà umana.

Ovvio che - ad esempio - nessun vero intellettuale "produce".
Perciò artisti ed intellettuali (e un paio di altre categorie sociali) sono appunto dei "parassiti".

Supremo ma sfolgorante tabù del quale è possibile solo ridere.

Ma da chi vengono mantenuti gli artisti e gli intellettuali ? Ovviamente, da chi produce per loro lavorando al loro posto.

Ma come è possibile ciò? Semplicissimo. Grazie all'esistenza dei surplus di risorse materiali garantito dal costante miglioramento delle tecnologie.

Non mi imbarco certo in oceanici discorsi circa le relazioni vere tra i concetti di sopravvivenza - deperibilità delle risorse - accumulo di scorte piuttosto che avidità - produzione poi baratto poi commercio....................... Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 08 Ottobre 2022, 17:25:50 PMSalve. Citando da Ipazia : "No, il principale interesse materiale di una società sana è dare ai produttori quello che è dei produttori e ai parassiti la sorte che meritano i parassiti".


Affermazione elegantissima nella sua lapidarietà (arte in cui la Nostra Amica è bravissima e meritoria).

E' il concetto ad essere involontariamente tragico. Pur dal suo elevatissimo profilo culturale, Ipazia sembra non si renda conto del grado di complessità raggiunto dalla civiltà umana.

Ovvio che - ad esempio - nessun vero intellettuale "produce".
Perciò artisti ed intellettuali (e un paio di altre categorie sociali) sono appunto dei "parassiti".

Supremo ma sfolgorante tabù del quale è possibile solo ridere.

Ma da chi vengono mantenuti gli artisti e gli intellettuali ? Ovviamente, da chi produce per loro lavorando al loro posto.

Ma come è possibile ciò? Semplicissimo. Grazie all'esistenza dei surplus di risorse materiali garantito dal costante miglioramento delle tecnologie.

Non mi imbarco certo in oceanici discorsi circa le relazioni vere tra i concetti di sopravvivenza - deperibilità delle risorse - accumulo di scorte piuttosto che avidità - produzione poi baratto poi commercio....................... Saluti.
Bravo viator che hai colto il punto della questione, la produzione é materiale, ma la partecipazione alla produzione non é detto che lo sia. Alla produzione si partecipa anche in forma immateriale e la principale partecipazione immateriale é quella dell'imprenditore che purtroppo, chi é drogato di ideologia marxiana crede sia un parassita. 

Ipazia

Per parassiti non intendo gli "intellettuali" (razza peraltro tutta da definare e pesare: un progettista produce...) e neppure gli artisti.

(Se vogliamo analizzare tutte le funzioni sociali di una società "sana", ben venga)

Intendo chi prospera, grazie ad una organizzazione sociale fondata, anche giuridicamente, sullo sfruttamento del lavoro altrui, rendite varie, e truffa finanziaria.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: jeangene il 04 Ottobre 2022, 12:59:27 PMMi chiedo: com'è possibile lavorare, investire gran parte del proprio tempo e delle proprie energie in un'attività, se non è chiaro il contesto in cui questa attività si inserisce? Com'è possibile impegnarsi con convinzione in qualcosa se non è chiaro il fine ultimo che questo impegno contribuisce a realizzare?
Da sempre auspico che il mio lavoro contribuisca in qualche modo al benessere di tutti. A cosa dovrebbe servire altrimenti? A soddisfare l'avidità? Ad appagare la brama di potere o di successo?

Quindi, mi chiedo: il mio contributo è utile al bene comune? In quali attività sarebbe meglio investire le mie energie in modo da trarne il maggior beneficio possibile per tutti?
Non credo sia possibile trovare una risposta soddisfacente per queste domande, non nel nostro contesto perlomeno: ad oggi la forza lavoro non è guidata da un unico sapiente ragionare che abbia come fine il benessere, la felicità dell'uomo. Oggi la forza lavoro risponde a più autorità: stato e mercato, ad esempio. Quest'ultimo in particolare è ben lungi dall'essere un sapiente ragionare: spesso le richieste del mercato sono piuttosto il risultato di forze cieche che da ultimo si rifanno ai desideri (volubili ed influenzabili) degli individui e alla avidità dei produttori, più che a reali necessità. Non penso quindi sia possibile trovare una risposta ai miei interrogativi in un simile contesto.
Serve un nuovo contesto. Serve un contesto dove la forza lavoro venga guidata da un'unica visione d'insieme, da un unico pensiero razionale che - ripeto - abbia come fine il bene dell'uomo. Un pensiero che però non deve essere chiuso, dogmatico, immutabile; ma aperto, rettificabile, adeguabile (come rettificabile e adeguabile è l'insieme di norme dello stato democratico). Occorre un pensiero che si adegui al sempre mutevole significato di "bene dell'uomo".

Penso che oltre a dare un nuovo e profondo significato al lavoro, una forza lavoro sotto la guida di un'unica visione d'insieme sarebbe efficace ed efficiente e garantirebbe a tutti più tempo libero, ingrediente fondamentale per uno stato di vero benessere.

In conclusione, la domanda è: perchè non dovrebbe essere possibile una società dove il benessere, la felicità, la realizzazione di tutti gli individui siano lo scopo primario, e dove tutti i singoli lavorano per realizzarlo?

Grazie per l'attenzione.
Ciao Jeangene, non mi pongo tanto il quesito di cosa posso fare io per la società, ma se esiste una teoria economica in grado di sostenere la fratellanza.
L'individuo deve essere libero di pensare e fare quello che vuole, la cultura deve cioè essere libera.
E' l'economia che deve essere pensata in termini di fratellanza, non gli individui!



Vai avanti tu che mi vien da ridere

hystoricum

Marx scrive:"Da ognuno secondo le sue capacità,a ognuno secondo i suoi bisogni"
Freud definisce il vivere sano così:"Amare e lavorare"
Io dico:"una società di matti convinti di essere sani è più sana di una società di sani convinti di non essere matti"
Mettete assieme queste tre frasi e questi tre geni e avrete la miglior ricetta per un vivere come si deve  ;D

viator

Citazione di: hystoricum il 09 Ottobre 2022, 18:03:28 PMMarx scrive:"Da ognuno secondo le sue capacità,a ognuno secondo i suoi bisogni"
Freud definisce il vivere sano così:"Amare e lavorare"
Io dico:"una società di matti convinti di essere sani è più sana di una società di sani convinti di non essere matti"
Mettete assieme queste tre frasi e questi tre geni e avrete la miglior ricetta per un vivere come si deve  ;D

Salve historicum. Scusa ma........nel tuo testo qui sopra io trovo accenno solo a Marx ed a Freud. Mi sembra manchi un Genio.

Non è che per caso tu non voglia citarlo per modestia.......ma che comunque il suo "nickname" cominci per "h......." ??. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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