I giornalisti "al soldo" di Mosca!

Aperto da Eutidemo, 08 Giugno 2022, 06:26:36 AM

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Eutidemo

Si torna a parlare di giornalisti "al soldo" di Mosca; non so se, e in quale misura, questo sia vero oggi, ma, di sicuro, è una vecchia storia che risale addirittura alla prima guerra mondiale (1917).
Vediamo di cosa si tratta.
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LA LISTA DEL DOSSIER MITROKHIN
Di buona parte di tali giornalisti (almeno i più famosi) si trova traccia nel  dossier Mitrokhin, che prende il nome da Vasilij Nikitič Mitrokhin, l'archivista del KGB, e che in buona parte riguarda le attività illegali dei servizi segreti sovietici in Italia; ed infatti, dopo il crollo dell'URSS,  vennero consegnate ai nostri servizi di intelligence ben 261 schede relative all'Italia corrispondenti ad un arco temporale che va dal 1917 al 1984, anno in cui Mitrokhin andò in pensione.
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Ecco alcuni dei giornalisti italiani "coltivati" nei soli anni '60 e '70 a cui si fa riferimento in tale DOSSIER (vedi pagg.77 e 78 della Commissione d'inchiesta istituita con legge  7  maggio  2002,  n  90):
Zincone Giuliano, corrispondente del "Corriere della Sera", e, secondo la fonte, collegato  al  gruppo  di  sinistra del "Manifesto"  (report  4);
Viola Sandro, corrispondente de "la Repubblica"  (report  5), con il nome nome in codice Zhukov. Nell'informativa si legge: "E' stato coltivato dal Kgb ed era un contatto confidenziale della Residentura del Kgb di Roma. Nel 1981 Viola ha redatto un rapporto sul 26mo Congresso del Pcus. Fedyashin lavorava con lui (presumibilmente a Mosca) e ha tenuto dei "discorsi influenzatori" basati su temi forniti dal Servizio A del Primo Direttorato Generale del Kgb";
Fossati Luigi, vice capo redattore de "Il Messaggero", che avrebbe fornito  al KGB informazioni di vario genere (report  6);
"Podvizhnyy", nome in codice di un giornalista italiano non identificato, direttore  di  una "importante rivista" e corrispondente del "Tempo" e dell"'Automobile", che sarebbe stato retribuito con  un  stipendio mensile di 240  rubli,  e  che  sarebbe  stato informatore del KGB sull'ambasciatore e su un Consigliere dell'ambasciata albanese in Italia  (report  16);
Gozzano Francesco, direttore del Dipartimento  internazionale  dell'"Avanti", agente italiano della "Residentura del KGB" di Roma, e che sarebbe stato retribuito con  un  salario mensile  di  240 rubli  (report  23);
Leonori Franco, direttore dell'agenzia di stampa cattolica di sinistra "Adista", che avrebbe ricevuto dal KGB un salario mensile di 170 rubli  (report  27);
- Corbi Gianni, redattore capo del settimanale "L'Espresso", che dal 1962 sarebbe stato finanziato dal KGB (report m.  35);
- Cavallari Alberto, direttore dell'ufficio di Roma del settimanale "L'Europeo", indicato come in contatto confidenziale con la "Residentura di Roma del KGB" (report  36);
Padovan Angelo, redattore de "Il Popolo" per la politica estera, indicato come contatto segreto della "Residentura del KGB a Roma" (report 51);
-  "Oston", nome in codice di un agente italiano del KGB e redattore del quotidiano "Politica Nuova" (report 75);
Bonelli Giorgio, giornalista, indicato come gestito dal Dipartimento  1  del Direttorato 5 del KGB, che si sarebbe occupato dei cosiddetti "viaggiatori illegali" (report 154).
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Quanto ai giornali, la "Residentura romana del KGB" ne avrebbe "utilizzati" 11 nel periodo 1974-1984,  corredandoli anche con un nome in codice: il periodico Tempo (Alpha), Paese Sera (Bella) Sette Giorni (Beta), l'Europa domani (Epsilon), l'Avanti (Gamma), l'Astrolabio (Lobi) l'Automobile (Mobi), Agenzia Adista (Omega), il quotidiano "Il Tempo" (Omo), Nuovi Terri (Pota), Scena Illustrata (Shell).
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Quindi, almeno storicamente, non si può negare che la Russia (in base ai suoi stessi documenti), abbia sempre cercato di influenzare come meglio poteva la stampa italiana a suo favore.
Carta canta!
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OGGI
Per venire ad oggi, tra polemiche parlamentari e non, il COPASIR (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti del Parlamento italiano), per mezzo dei nostri servizi di "intelligence", sta effettuando approfondimenti sulla guerra "ibrida" che la Russia combatte attualmente sul fronte italiano ed europeo: la cosiddetta "STRATCOM"; ovvero strategia di comunicazione dell'FSB, che starebbe usando anche i media italiani per veicolare contenuti filo russi e di disinformazione bellica (soprattutto a partire dal 2014).
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LA LISTA DEL CORRIERE DELLA SERA
Sputtanando la riservatezza e l'efficacia di tali indagini, sul Corriere della Sera è apparsa una lista nera dei "presunti" giornalisti "putiniani"; che, sembra, sia "trapelata" dall'AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), o dall'AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna).
Adolfo Urso, presidente del Copasir, si è imbufalito ed ha smentito, in quanto si tratta di nomi messi insieme alla rinfusa, senza specificare su quali fondamenta poggi per ciascuno il sospetto di parlare in televisione o sugli altri media per conto di Mosca; ed infatti le indagini sono ancora in corso, e, per giunta, sono soltanto agli inizi.
C'è quindi il rischio "gravissimo" di confondere i giornalisti al soldo di Mosca (che in oltre un secolo, indubbiamente, non sono mai mancati), con i giornalisti che, invece, non fanno altro che esprimere le loro libere opinioni sulla guerra in Ucraina; talvolta legittimamente esprimendo idee che potrebbero anche sembrare in favore della Russia!
In Italia l'art.21 della Costituzione sancisce che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione; per cui, se ci mettiamo a fare delle "liste di proscrizione" dei giornalisti che esprimono pareri che possono sembrare favorevoli ai Russi, cominceremmo davvero ad assomigliare a loro.
Con la leggera differenza che Putin non si limita a fare delle "liste di proscrizione" dei giornalisti a lui sfavorevoli, ma li imprigiona o, addirittura, li uccide.
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LE INDAGINI DEI SERVIZI
Le indagini della nostra "intelligence", invece, per essere davvero serie, dovranno:
- restare assolutamente riservate;
- essere condotte con molta misura ed accortezza.
- attenendosi al criterio dei "topi", secondo l'acronimo inglese "mice".
Ed infatti, secondo il gergo spionistico, l'acronimo M.I.C.E. sta per:
- Money (giornalisti che si vendono per soldi, e non solo ai Russi);
- Ideology (giornalisti che appoggiano Putin perchè hanno come lui la stessa concezione "illiberale" dello Stato);
- Compromise (giornalisti ricattati dagli agenti moscoviti,che sono a conoscenza di loro "scheletri nell'armadio");
- Ego (giornalisti il cui egotismo è appagato dal sentirsi parte di un complotto informativo a favore della Russia).
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LE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA
I Servizi sono tenuti a fornire tutte le informazioni ricevute ed i relativi elementi  di  prova; tuttavia non spetta ad essi, una volta che la notizia così  come appresa ricada in  un'ipotesi  penale, valutare se il fatto materialmente sussista, cioè se sia o non sia concretamente  provato,  ovvero "interpretare"  se  giuridicamente costituisca o no reato: infatti tutto ciò  è di  esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria, quale che poi sia l'esito delle indagini.
Nei casi più gravi, con riferimento al DOSSIER Mitrokhin, si fece riferimento agli articoli 255, 257, 258,261 commi 1,3,4,  262 comma 3,4,  263 e 264  del codice penale.
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P.S.
Riguardo al DOSSIER Mitrokhin, io ho accennato solo ai giornalisti filosovietici perchè questo è il "tema del giorno", tuttavia, per dovere di cronaca, è doveroso ricordare che:
- nel DOSSIER Mitrokhin sono elencati non solo giornalisti, ma anche molte altri generi di personaggi pubblici (soprattutto politici) che avevano rapporti poco limpidi con Mosca;
- quanto ai giornalisti, mi sembra corretto ricordare che solo una parte minima di essi era "compromessa" con la "Residentura del KGB di Roma";
- sebbene al riguardo non si abbiano "dossier" o "prove" di sorta, non escluderei che, dal 1917 fino ad oggi alcuni giornalisti siano stati pagati anche da altre nazioni oltre che dalla Russia.
E pure da prima!
Faccio riferimento, in particolare, ai circa dieci milioni di franchi che il "giornalista" Mussolini avrebbe incassato dal deputato Charles Dumas, capo di gabinetto del ministro Jules Guesdes, per caldeggiare sul suo giornale il  "Popolo d' Italia" l' entrata in guerra dell' Italia al fianco delle potenze alleate.
In una nota riservata dei nostri servizi di "intelligence" di allora, poi, il giornalista Mussolini veniva addirittura indicato come "un agente al servizio del Ministero francese a Roma"!

InVerno

Devo dire che sono rimasto parecchio stupito di alcuni atteggiamenti da parte di alcuni giornalisti italiani nelle ultime settimane. Mi riferisco in particolare all'avanzata russa su Severodonesk, che ora pare respinta con grosse parti della città liberata. La velocità e la coordinazione con cui molti giornalisti hanno voluto vedere in questo avanzamento un segnale della vittoria russa imminente, e perciò l'inutilità di mandare ulteriori armi (semmai dovrebbe essere il contrario, ma vallo a spiegare) onde evitare di allungare ulteriormente il conflitto, è secondo me abbastanza sospetta, ma di cosa?

Ritirarsi nei centri urbani per allungare le linee di rifornimento nelle campagne e tagliarle, è stata la tattica ucraina predonominante nel respingere i nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma che anche la tattica principale ucraina di questo conflitto. Gli ucraini si sono ritirati nella città più vicina, e hanno cominciato ad usare l'artiglieria su Severodonesk mettendo in fuga parecchi russi. Che poi si sia trattato di una tattica volontariamente eseguita od involontariamente, che poi domani i russi riguadagnanino di nuovo l'iniziativa a Severodonesk o meno, tutto in ogni caso dovrebbe suggerire, specialmente riguardo alla situazione delle ultime settimane: prudenza e affermazioni circoscritte ai fatti. Invece molti hanno voluto vedere un importanza esagerata di questi avanzamenti russi, traendo conclusioni, basate a mio avviso sul nulla. E mentirei se dicessi di essere l'unico ad essermene accorto, o che è accaduto solo in Italia, infatti anche alcuni giornalisti indipendenti russi si sono insospettiti di questo atteggiamento, ipotizzando che qualcosa nel "sottosuolo" si sia mosso.

Detto questo io non ho granchè altro da dire, "essere al soldo" di qualcuno è un accusa estremamente grave per un essere umano, ancora di più per giornalista o un personaggio pubblico, e dovrebbe essere usata solo se comprovata da fatti e prove di un certo livello, usarla come arma retorica vuol dire essere a corto di argomenti, e depotenziare l'accusa stessa quando poi se ne dovesse avere realmente bisogno. Perciò suggerisco di adottare il cosidetto "rasoio di Hanlon", non attribuire a malintenzione ciò che può essere adeguatamente spiegato dall'incompetenza.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Ciao eutidemo, interessante l'acronimo MICE, che sintetizza una molteplicità di possibilità. Ed in effetti anch'io sono convinto che dietro gli atteggiamenti pro Putin non ci sia la semplice volgarità di una d'azione monetaria, ma una molteplicità di motivazioni ideologiche e particolari. 
D'altronde gli stessi sondaggi rivelano fasce di popolazione italiana dichiaratamente pro Putin e una fascia ancora più ampia che quanto meno non se la sente di prendere le parti di nessuno, e quindi fa il ragionamento: "beh, speriamo che la Russia faccia subito a conquistare l'Ucraina, così almeno finisce tutto(per noi, non certo per gli ucraini)". 
E i giornalisti, chiaramente, tendono ad avere le stesse posizioni della popolazione, quanto meno perché quello é il pubblico al quale devono vendere i loro articoli. 
La gente spera che tutto finisca, e quindi visto che sembrava che la Russia stesse vincendo, niente di meglio che auspicare una crisi dell'esercito ucraino, crisi che poi effettivamente c'é stata dopo la resa del battaglione Azov, che deve essere stato un forte colpo morale. Ma adesso, a quanto pare, si stanno riprendendo. 

Eutidemo

Ciao Inverno :)
sono perfettamente d'accordo con te che, essere "al soldo" di qualcuno, è un accusa estremamente grave; e lo è ancora di più per un giornalista o un personaggio pubblico.
Per cui, per ogni singolo caso, tale accusa dovrebbe essere usata solo se comprovata da fatti e prove di un certo livello; ed infatti, secondo me, usarla come arma retorica, non solo significa essere a corto di argomenti, ma significa anche sconfinare nel reato di diffamazione ai sensi dell'art. 595 del Codice Penale.
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Però che i Russi, almeno ai tempi dell'URSS, avessero la "maniacale" abitudine di "comprarsi cash" come "referenti" dei cittadini occidentali (soprattutto Italiani e Francesi), è fuori discussione; anzi, a volte lo facevano anche con personaggi di secondo piano, e senza particolari ragioni.
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Al riguardo posso raccontarti anche un aneddoto personale.
Mio padre era un otorinolaringoiatra dell'Aeronautica Militare italiana, specializzato anche in "medicina aeronautica e spaziale"; per cui, negli anni '60, elaborò un importante studio sulle reazioni dell'apparato vestibolare nello spazio esterno.
Una volta ultimato e consegnato tale studio, mi disse che venne avvicinato da due individui dal chiaro accento russo, presentatisi come Polacchi, i quali gli offersero una grossa somma se avesse consegnato loro una copia dattiloscritta  del suo elaborato; lui si fece una risata, e gli rispose che il suo studio era stato pubblicato su una notissima rivista medica, in vendita nelle edicole, per cui potevano procurarselo spendendo soltanto 300 lire.
La cosa singolare è che i due continuarono a insistere per avere una sua copia dattiloscritta dell'originale, e non ci fu verso di convincerli che quella pubblicata sulla rivista era esattamente identica, parola per parola.
Alla fine li cacciò via, minacciandoli di chiamare la polizia.
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Molti anni dopo, quando per qualche tempo lavorai per i nostri "servizi di intelligence", forse capii il motivo di tale insistenza; ed infatti una spia doppiogiochista russa, ci rivelò che, in quei casi, gli agenti del KGB facevano spesso la "cresta" sui soldi versati ai "referenti" esteri (i quali non rilasciavano certo ricevute).
Per questo, forse, ne erano sempre a caccia con tanta pervicacia, e insistevano tanto!
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Soprattutto avevano l'abitudine di "tampinare" gli agenti dell'"intelligence" italiana, per spingerli a collaborare con loro; ma quasi sempre, i pochi che cedevano, venivano scoperti ricorrendo al test del "blu di metilene" (io ne passai, indenne, almeno due o tre).
E, a giudicare dal caso Biot, che l'anno scorso si è venduto ai Russi per  5.000 euro, pare che gli agenti dell'FSB non abbiano perso le abitudini dei vecchi agenti del KGB; forse anche perchè qualcuna delle vecchie spie del KGB, come Putin, sono ancora in pieno  servizio attivo!
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Un saluto! :)
***

niko

#4
Inverno ha scritto:

"essere a soldo di qualcuno è un'accusa estremamente grave per un essere umano"

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A modo mio sono d'accordo...

Proprio per questo la gloriosa urss rappresentava il tentativo, sia pure imperfetto, di realizzare il comunismo, ovvero di farla finita una volta per tutte con il lavoro salariato e con l'esistenza stessa del denaro.

Se avesse funzionato in tutto il mondo, nessun essere umano sarebbe stato più al soldo di nessun altro. A livello interindividuale-universale. Nessuno sarebbe stato più gravato in generale dalla necessità di vendersi. E dalla conseguente macchia sulla dignità.

La sottile differenza tra "vendersi" a delle nefaste spie straniere, e "vendersi" a un datore di lavoro qualsiasi invece, o all'auto sfruttamento nella propria stessa piccola impresa, la lascio invece ai moralisti chiacchieroni. Essa esiste solo da un punto di vista patriottico, e io patriota non sono.

La lista di proscrizione del corriere della sera, priva di ogni sia pur minima prova o indizio e ispirata a un clima di
neo-maccartismo e neo-caccia alle streghe, andrebbe del tutto ignorata nel dibattito civile, per dargli il meno risonanza possibile.

Spero solo che chi è stato infangato chieda e ottenga un risarcimento.

La gente comune di un paese europeo medio che spera che la guerra finisca, in stragrande maggioranza, non è né pro-russa, né pro-ucraina, è gente che non ce la fa più a pagare il gas, il pane e la benzina. E ha diritto al rispetto. Vero. Al rispetto, non alla compassione.

E il rispetto impone che si faccia qualcosa per la loro condizione. Ovvero che si ponga immediatamente fine alla guerra e alla partecipazione dell'occidente alla guerra, che, pesando su inflazione e prezzi, e taglio della spesa pubblica destinata al sociale, aggrava la loro condizione.

E qui torniamo ai corsi e ricorsi storici sull'urss e il comunismo.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Eutidemo

#5
@Niko
A quale "URSS" ti riferisci:
- a quella di Lenin?
- a quella di Stalin?
- a quella di Krusciov?
- a quella di Breznev?
- a quella di Gorbaciov?
La conosci la differenza?
Ti garantisco che sono state tutte "molto" diverse l'una dall'altra (leggiti, al riguardo, il 20° congresso dell'URSS), ma, comunque,  avevano una cosa in comune:  a parte il nome, nessuna di quelle "URSS"  è mai stata davvero "comunista".
Neanche lontanamente! :(
***
Quanto a "vendersi" a delle spie straniere, o a "vendersi" a un datore di lavoro o ad un cliente (cioè, a "lavorare"), la differenza è questa:
- nel primo caso chi tradisce, non offre le proprie lecite prestazioni lavorative dietro compenso, ma si limita a percepire un ingiusto guadagno per un atto illegale, ignobile ed infame; 
- nel secondo caso, invece, chi offre le proprie lecite prestazioni lavorative dietro compenso  (come io ho fatto per tutta la mia vita), non "vende affatto se stesso", ma si limita a scambiare i propri servizi lavorativi a fronte di un corrispettivo.
***
Quanto alla lista di proscrizione del corriere della sera, priva di ogni sia pur minima prova o indizio, come avevo scritto nel mio primo intervento, sono invece perfettamente d'accordo con te.
***
Sono anche d'accordo con te che la gente comune di un paese europeo medio spera, in stragrande maggioranza, che la guerra finisca; d'altronde anche io spero che  la guerra finisca il prima possibile.
Mi auguro soltanto che si concluda in un modo giusto ed equo, o, comunque, appena accettabile per tutte le popolazioni interessate dal conflitto; il che, come ho già scritto, dovrebbe avvenire lasciando scegliere con un regolare referendum alle popolazioni contese (che non sono dei pupazzeti da scambiarsi come birilli sul tavolo della pace) a quale nazione vogliono appartenere.
***
Altrimenti, come è già accaduto in passato, da una pace ingiusta, dopo pochi anni scaturirà una guerra ancora peggiore della precedente; perciò io voglio una pace vera, non una pace finta!
Altrimenti non servirà a niente!
***

InVerno

Citazione di: niko il 08 Giugno 2022, 12:55:17 PMInverno ha scritto:

"essere a soldo di qualcuno è un'accusa estremamente grave per un essere umano"

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A modo mio sono d'accordo...

Proprio per questo la gloriosa urss rappresentava il tentativo, sia pure imperfetto, di realizzare il comunismo, ovvero di farla finita una volta per tutte con il lavoro salariato e con l'esistenza stessa del denaro.
Nell'ecosistema delle opinioni, poche sono quelle che valgono davvero la leva economica, e se lo valgono si tengono stretto questo valore cercando di non sputtanarsi, più spesso l'anilingus è praticato pro bono, per pressioni politiche e sociali, in attesa o nella speranza di retribuzioni neanche materiali. Il comunismo ha dimostrato che i leccachiappe esistono e fioriscono perfettamente in assenza di incentivi economici, possono anche far sistema, fino ad un certo punto. La corruzione economica può essere scovata, provata, combattuta.. la corruzione morale permea, infiltra, immarcescisce spesso senza che si sappia dove il dito puntare. In ogni caso, di eguaglianza sempre niente in vista.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Citazione di: InVerno il 08 Giugno 2022, 17:46:39 PMNell'ecosistema delle opinioni, poche sono quelle che valgono davvero la leva economica, e se lo valgono si tengono stretto questo valore cercando di non sputtanarsi, più spesso l'anilingus è praticato pro bono, per pressioni politiche e sociali, in attesa o nella speranza di retribuzioni neanche materiali. Il comunismo ha dimostrato che i leccachiappe esistono e fioriscono perfettamente in assenza di incentivi economici, possono anche far sistema, fino ad un certo punto. La corruzione economica può essere scovata, provata, combattuta.. la corruzione morale permea, infiltra, immarcescisce spesso senza che si sappia dove il dito puntare. In ogni caso, di eguaglianza sempre niente in vista.
Credo che per "leccaculi" tu ti riferisca agli "apparaticki" del PCUS; i quali, senza dubbio, hanno battuto per servilità chiunque altro, a qualsiasi livello.
Tra l'altro  gli "apparaticki" erano specializzati soprattutto nel "calcio del somaro"; come Beria, che, dopo averlo servito e incensato per tutta la vita, sputò sul corpo di Stalin moribondo, quando ormai non era più in grado di reagire!
Ecco cos'era la "gloriosa URSS"!

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 09 Giugno 2022, 06:19:38 AMCredo che per "leccaculi" tu ti riferisca agli "apparaticki" del PCUS; i quali, senza dubbio, hanno battuto per servilità chiunque altro, a qualsiasi livello.
Tra l'altro  gli "apparaticki" erano specializzati soprattutto nel "calcio del somaro"; come Beria, che, dopo averlo servito e incensato per tutta la vita, sputò sul corpo di Stalin moribondo, quando ormai non era più in grado di reagire!
Ecco cos'era la "gloriosa URSS"!

Ma il fatto, eutidemo, é che la "gloriosa URSS" non c'é più, e soprattutto non stiamo parlando della Russia. 
Eppure gli effetti di quell'ideologia si vedono ancora, in quel desiderio di rivalsa rispetto al l'occidente vincitore, che oggi vedono concretizzato nella guerra che Putin gli ha dichiarato contro. 
E' possibile che tra i giornalisti ci siano venduti e lecchini, magari qualcuno semplicemente timoroso che l'ira di Putin si possa scatenare contro la povera Italia, ma la gran parte vivono proprio quel desiderio. 

InVerno

Citazione di: anthonyi il 09 Giugno 2022, 07:44:18 AMMa il fatto, eutidemo, é che la "gloriosa URSS" non c'é più, e soprattutto non stiamo parlando della Russia.
Eppure gli effetti di quell'ideologia si vedono ancora, in quel desiderio di rivalsa rispetto al l'occidente vincitore, che oggi vedono concretizzato nella guerra che Putin gli ha dichiarato contro.
E' possibile che tra i giornalisti ci siano venduti e lecchini, magari qualcuno semplicemente timoroso che l'ira di Putin si possa scatenare contro la povera Italia, ma la gran parte vivono proprio quel desiderio.
Penso che la maggior parte di queste possibilità non siano mutualmente esclusive, ho preso un esempio di strane teorie occidentali riguardo alla Russia, e ne ho parlato qui: https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/la-grotta/msg62362/#msg62362
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Storicamente ci sono stati senza dubbio dei giornalisti (e non solo loro) che venivano pagati in moneta contante dai sovietici, per fare il loro gioco; così come inequivocabilmente risulta dagli stessi archivi, ormai "desecretati" del KGB.
Per cui, visto che non mi pare che il tenore etico della "casta" giornalistica sia particolarmente migliorato con gli anni (così come non è affatto migliorato quello delle altre  "caste"), personalmente non dubito affatto che anche oggi ci siano dei giornalisti e degli "opinionisti" che vengono pagati in moneta contante dai Russi, per fare il loro gioco; di questo sono assolutamente sicuro!
***
Però, prima di accusare qualcuno in particolare, bisogna avere delle "prove certe", o, quantomeno, degli "indizi gravi, precisi e concordanti"; altrimenti si finisce per fare soltanto una deprecabile "caccia alle streghe"!
Guai alle "liste di proscrizione"! 
***
Ed infatti, oltre ai giornalisti, agli opinionisti e ai politici "venduti" a Putin (e non solo finanziariamente, ma anche in altre maniere), la maggior parte dei giornalisti, degli opinionisti e dei politici, anche se esprimono delle opinioni che possono oggettivamente fare il gioco del governo russo, non lo fanno di certo per uno specifico e remunerato "incarico dell'FSB", bensì per una loro personale "convinzione in buona fede" (giusta o sbagliata che essa sia).
Per cui bisogna andarci "MOLTO" cauti, prima di fare delle accuse non adeguatamente circostanziate.
Tra 50 anni, quando spunterà fuori dalla Russia rinsavita un nuovo "archivio Mitrochin", ne sapremo di più.
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Un saluto! :)
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InVerno

Posto che ci sono due su quella lista su cui nutro sospetti anche io, non tanto per quello che dicono, ma per il fatto che sono "usati" dalla propaganda russa, passivamente o attivamente, non mi è dato sapere...Il punto è che forse i soldi non portano a Mosca. Il segreto di pulcinella è che il partito del "pace subito e pezzo di Ucraina a Putin" è fatto principalmente di CEO occidentali che non vedono l'ora di ricominciare i commerci con Mosca e riportare le loro firme in Russia il prima possibile. Non è un segreto che, per esempio, stando a sentire i "money maker" tedeschi Putin a quest'ora potrebbe essere arrivato a Lisbona, e loro avrebbero continuato ad invocare "rapporti di normalizzazione". Il fatto che a supportare le stesse teorie ci siano spesso persone che in teoria dovrebbe essere antitetiche ai desiderata dei capitalisti nostrani (ie. marxisti&rossobruni etc) racconta al massimo di chi siano gli utili idioti di chi, ma non esclude piste alternative a Mosca.. pecunia non olet, qualcuno ne ha fatto un credo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Inverno, per te é sempre il complottismo finanziario occidentale la causa di tutto. 
Il tuo é un discorso senza capo né coda, me se erano così organizzati e potenti questi CEO, non facevano prima a limitare le sanzioni italiane, magari solo per i settori che gli interessavano, tanto piú che al governo c'é uno della loro cricca col quale potevano intendersi benissimo. 

InVerno

Io non ho mai parlato di complotto, ci sono persone il cui unico "drive" è il profitto ed è giusto così, sbagliato è appiattire gli interessi pubblici ad una visione tanto limitata e cieca del mondo. Quello che è stato il supporto a Putin e la commistione tra capitale e politica in Germania è talmente chiara che è entrata nel vocabolario tedesco, dai putinversteher alla schroderizzazione , ma quello è solo l'esempio più conclamato, se vuoi parliamo di Google, Apple, Renault, Nokia e anche degli italiani. Putin l'ha ribadito ad ogni intervista che ha dato "gli occidentali pensano solo ai soldi", e l'ha ribadito perchè ha l'ha sempre considerato il ventre molle dell'occidente, in cambio di profitti si poteva fare il bello e il cattivo tempo come infatti ha fatto, ammazzando gli avversari politici uno dopo l'altro senza che volasse mosca. E sulla stessa avidità ha puntato pensando che la reazione all'invasione sarebbe stata limitata, per salvaguardare i profitti dei capitali occidentali. "Non volete gas e petrolio, che cosa volete bruciare? Legna? Anche quella è in Siberia". Purtroppo la riflessione che da tutto questo doveva scaturire non è ancora arrivata, pecunia a quanto pare olet, olet eccome. Mica per altro, ma perchè sta succedendo la stessa identica cosa con la Cina.

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Quello che vuoi tu, inverno, ma non c'entra nulla con i giornalisti più o meno putiniani.
Il problema delle sanzioni le aziende lo risolvono in tanti modi, il mondo é tanto grande e un paese che fa da intermediario, primo in lista la Turchia, lo trovi sempre. 
Le aziende non hanno ragione di pagare giornalisti per fare propaganda putiniana, sono soldi sprecati. 

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