[GDL]Fenomenologia dello Spirito di Hegel

Aperto da green demetr, 30 Novembre 2021, 11:26:27 AM

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Alberto Knox

Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2021, 11:26:27 AMIl fatto è che l'imperativo categorico, mi pare proprio un cascame del più ampio problema del suo carattere ossessivo.


Mi permetto di fare un appunto che riguarda il motivo per cui Kant ha introdotto la nozione di "imperativo categorico" lo ha fatto perchè semplicemente non poteva fondare l'etica sulla sola ragione . volle , invece, giungere a fondare un etica non più solo eteronoma (bisogna fare il bene perchè lo dice il Papa , perchè lo dice il genitore , perchè lo dice chissa chi) ma autonoma , bisogna fare il bene per  il bene stesso che si impone, per rispetto verso il dovere. Ebbene , kant, nella morale autonoma non può che fondare questa morale su due cose che non hanno a che fare con la ragione , 1 "il sentimento e secondo "l'imperativo categorico" non c'è etica senza l'emozione vitale di un uomo di trovarsi al cospetto di qualcosa di più grande e importante di sè. L'etica nasce da questa percezione di dovere , imperativo categorico. tanto la morale eteronama tanto la morale autonoma sono sotto questa dimensione imperativa. ..che non viene dalla ragione. finito.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 12 Marzo 2022, 20:59:31 PM
Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2021, 11:26:27 AMIl fatto è che l'imperativo categorico, mi pare proprio un cascame del più ampio problema del suo carattere ossessivo.


Mi permetto di fare un appunto che riguarda il motivo per cui Kant ha introdotto la nozione di "imperativo categorico" lo ha fatto perchè semplicemente non poteva fondare l'etica sulla sola ragione . volle , invece, giungere a fondare un etica non più solo eteronoma (bisogna fare il bene perchè lo dice il Papa , perchè lo dice il genitore , perchè lo dice chissa chi) ma autonoma , bisogna fare il bene per  il bene stesso che si impone, per rispetto verso il dovere. Ebbene , kant, nella morale autonoma non può che fondare questa morale su due cose che non hanno a che fare con la ragione , 1 "il sentimento e secondo "l'imperativo categorico" non c'è etica senza l'emozione vitale di un uomo di trovarsi al cospetto di qualcosa di più grande e importante di sè. L'etica nasce da questa percezione di dovere , imperativo categorico. tanto la morale eteronama tanto la morale autonoma sono sotto questa dimensione imperativa. ..che non viene dalla ragione. finito.


Ma in sè la cosa non mi dispiace, possiamo dire che la libertà porta alla necessità dell'azione.

Il punto è che un azione all'interno dei soggetti, devo dire che mi manca la terza parte di kant, la critica dei costumi, quindi forse il lavoro sulla comunità viene meglio dispiegato là.

Altrimenti rimane il problema di un soggetto che si crede inviolabile.
Non mentire, fare la pace perpetua, e altre amenità del genere per quanto sono e forse siamo d'accordo che siano cose meritevoli, ma rimangono del tutto ingenue e soprattutto avulse dal reale, che è una cosa molto più complessa, la libertà la gente di solito la usa per fare del male piuttosto che del bene, per schiacciare il prossimo più che aiutarlo, solo per accennare ad alcune considerazioni a latere del nostro metronomo umano.

Il carattere ossessivo, io temo, fa rimanere kant all'interno di un circolo vizioso, che molti leggono addirittura come solipsista (non io).
Senza arrivare a tanto, rimane il fatto che Kant non trascenda mai il soggetto, non lo indaghi, ma ne mostri "semplicemente" i limiti (ma nel farlo rivoluziona la filosofia sia chiaro!).

Quindi questa fondazione dell'etica di che genere sarebbe? come spiega il mondo in cui viviamo? questa è la domanda basica che mi allontana da lui, non tanto teoricamente, quanto proprio eticamente.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Alberto Knox

Citazione di: green demetr il 14 Marzo 2022, 13:13:21 PMMa in sè la cosa non mi dispiace, possiamo dire che la libertà porta alla necessità dell'azione.

Il punto è che un azione all'interno dei soggetti, devo dire che mi manca la terza parte di kant, la critica dei costumi, quindi forse il lavoro sulla comunità viene meglio dispiegato là.

Altrimenti rimane il problema di un soggetto che si crede inviolabile.
Non mentire, fare la pace perpetua, e altre amenità del genere per quanto sono e forse siamo d'accordo che siano cose meritevoli, ma rimangono del tutto ingenue e soprattutto avulse dal reale, che è una cosa molto più complessa, la libertà la gente di solito la usa per fare del male piuttosto che del bene, per schiacciare il prossimo più che aiutarlo, solo per accennare ad alcune considerazioni a latere del nostro metronomo umano.

Il carattere ossessivo, io temo, fa rimanere kant all'interno di un circolo vizioso, che molti leggono addirittura come solipsista (non io).
Senza arrivare a tanto, rimane il fatto che Kant non trascenda mai il soggetto, non lo indaghi, ma ne mostri "semplicemente" i limiti (ma nel farlo rivoluziona la filosofia sia chiaro!).

Quindi questa fondazione dell'etica di che genere sarebbe? come spiega il mondo in cui viviamo? questa è la domanda basica che mi allontana da lui, non tanto teoricamente, quanto proprio eticamente.
ma guarda la morale kantiana alla fine si risove con la regola aurea "non fare agli altri quello non vuoi che gli altri facciano a te" . Per  agire in conformità con questa morale bisogna che quando faccio qualcosa , devo poter desiderare che altri , in una situazione analoga , facciano lostesso. Tu come desideri che gli altri agiscano sul prossimo?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

ah ma poi mi dicono che questo è moralismo, è buonismo ,  la vita è un altra cosa. Devi avere il coraggio di dire...
No, questo non è, moralismo, questo non è buonismo. Perchè tu che leggi cosa vuoi dal prossimo se non essere trattato con umanità bontà e gentilezza? sei un moralista perchè vuoi questo? sei un buonista? risponditi.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

E se il prossimo, come spesso accade, non ha letto Kant ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 14 Marzo 2022, 21:37:13 PME se il prossimo, come spesso accade, non ha letto Kant ?
accade che non dobbiamo essere come loro se vogliamo che il mondo sia migliore. E agire perseguendo quel fine. A volte , fa male, richiede coraggio...da cui deriva la parola "cuore"
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

E se l'unica possibilità per non essere come loro è non essere tout court ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2022, 16:30:21 PME se l'unica possibilità per non essere come loro è non essere tout court ?
bhè ognuno segue il passo che la propia gamba gli consente  , forse le tue sono lunghe quindi
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Quindi vale la citazione di Einstein postata da Jacopus. L'etica è materia complessa e le soluzioni semplici sono solitamente semplicistiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2022, 19:57:33 PMQuindi vale la citazione di Einstein postata da Jacopus. L'etica è materia complessa e le soluzioni semplici sono solitamente semplicistiche.
non conosco questa citazione , quando si tratta di Einstein bisogna verificare bene le fonti, girano troppe false citazioni su di lui.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Citazione di: Jacopus il 14 Marzo 2022, 19:47:39 PMPer Mariano: "tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile ma non semplice". Questa frase (deliziosa) di Einstein può aiutarci ad inquadrare il problema.

Dalla "tua" discussione su "logos" ...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 14 Marzo 2022, 21:28:02 PMah ma poi mi dicono che questo è moralismo, è buonismo ,  la vita è un altra cosa. Devi avere il coraggio di dire...
No, questo non è, moralismo, questo non è buonismo. Perchè tu che leggi cosa vuoi dal prossimo se non essere trattato con umanità bontà e gentilezza? sei un moralista perchè vuoi questo? sei un buonista? risponditi.
Io dall'altro non voglio niente, come abbiamo già detto sul concetto di logos, ciò che è in ballo è il medium, che usiamo come strumento per relazionarci, per te è la parola, per me è il discorso.
A me non interessa essere trattato bene, se questo "bene" non serve a farmi diventare qualcosa di diverso da quello che io sono già.

In quanto come afferma Nietzche, l'uomo è una corda verso l'oltre-umano, ovvero non il post-umano, ma l'essenza stessa dell'umano ( e l'uomo è un discorso come direbbe habermas...di cui poi diremo).

In una visione metafisica, significa un progresso morale che è di tipo spirituale, un sapere guardare oltre me e oltre te, insieme.(e lo stare insieme è la comunità)

Quali sono le parti dell'empatia umana? E' una questione come tu pensi di mera parola, ossia di mera scienza? Eppure lo gerarchia morale prima ancora che politica è fissata nelle teste del soggetto occidentale? (per me ovviamente è buona solo la seconda domanda)

I grandi classici sono ancora attuali, proprio perchè il loro sforzo verso un ripensamento della comunità, parte non da considerazioni semplicistiche e decisamente da morale del popolo, bensì dalla sforzo individuale di ciascuno verso nuovi orizzonti e lidi.

Se leggiamo la morale di Kant mi pare rimaniamo all'interno di una ontologia morale pregressa, come se esistesse questa morale.

Kant la ricostruisce dentro le ceneri del soggetto distrutto.
Lo fa utilizzando la scienza, e cade in sospetto di solipsismo.

Hegel invece riparte da Kant, ossia dal soggetto distrutto, e prova a ripensare le categorie del bene, come se fossero categorie del male.

Qua vi è una scelta di morale che parte da un etica diversa, la prima quella scientifica-scientista è quella del post-kantismo che arriva alle sciocchezze di habermas, la seconda è quella che sfocia nel pensiero degli studi culturali, che continuano a sposare un pensiero pessimista e che per quanto mi riguarda vorrei approfondire nel pensiero lacaniano marxista, dello stesso lacan.



Il soggetto è il problema dice in ouverture Hegel, invece nei sussidiari scolastici ci si ferma sulla relazione padrone-servo.
Come se il soggetto padrone e il soggetto servo possano relazionarsi come soggetti liberi di fare scienza.
Vedi secondo me è un errore madornale.
Nessuno è libero, il nostro pensiero è costantemente contaminato dalla situazione storica che viviamo, con tutte le sue contraddizioni e semplificazioni.

Diciamo che invece che stare lì a pulire il pensiero kantiano di tutti i suoi problemi, preferisco di gran lunga il versante opposto. (e questo prima ancora che poi questo punti al pensiero metafisico, che comunque è la mia meta).

Vai avanti tu che mi vien da ridere

Alberto Knox

Citazione di: green demetr il 18 Marzo 2022, 22:03:11 PM
Citazione di: Alberto Knox il 14 Marzo 2022, 21:28:02 PMah ma poi mi dicono che questo è moralismo, è buonismo ,  la vita è un altra cosa. Devi avere il coraggio di dire...
No, questo non è, moralismo, questo non è buonismo. Perchè tu che leggi cosa vuoi dal prossimo se non essere trattato con umanità bontà e gentilezza? sei un moralista perchè vuoi questo? sei un buonista? risponditi.
Io dall'altro non voglio niente, come abbiamo già detto sul concetto di logos, ciò che è in ballo è il medium, che usiamo come strumento per relazionarci, per te è la parola, per me è il discorso.
A me non interessa essere trattato bene, se questo "bene" non serve a farmi diventare qualcosa di diverso da quello che io sono già.


la domanda non era rivolta alla tua individualità soggettiva. Era rivolta all umanità intera, in questo caso a chiunque legge la domanda. Cosa vogliamo dal prossimo, ricevere abusi ? venire sfruttati? venire umiliati?  credo che la risposta sia no. Ed è precisamente in questo che si trova l essenza della legge morale "non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te" Notare che questa regola d'oro la si ritirova nella legge morale Kantiana , nel Cristianesimo , come sappiamo bene ma poi anche nel :
_Induismo; non bisognerebbe comportarsi con gli altri in un modo che non è gradito  a noi stessi: Questa è l'essenza della morale
_Giainismo ; L'uomo dovrebbe comportarsi con indifferenza verso le cose mondane e trattare tutte le creature del mondo come egli stesso vorrebbe essere trattato
_Religione Cinese; Quello che non desideri per te, non farlo neppure ad altri uomini.
_Buddhismo; Una condizione, che non è gradita o piacevole per me , non lo deve essere neppure per lui; e una condizione che non è gradevole per me come posso imporla io a un altro?
_Ebraismo ; Non fare ad altri ciò che non vuoi che essi facciano a te
_ Cristianesimo; Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi , anche voi fatelo a loro
_Islam; Nessuno di voi è credente fintanto che non desidera per il propio fratello quello che desidera per se stesso
 
è solo una banale coincidenza che tutte le piùgrandi tradizioni spirituali del mondo abbiano in comune questa regola morale ? oppure mette in evidenza la possibilità dell uomo di uscire dai sui vincoli di egocentrinsmo, di interesse personale, di volontà di potere ? e come si esce? Qual'è la condizione trascendentale che rende possibili queste affermazioni e questi comportamenti?   quella che vedo come risposta è l'aver legato se stessi a qualcosa di più grande di sè, è l'aver trasceso il semplice interesse naturale dove regnerebbe "il gene egoista"
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

viator

Salve Alberto. La tua interpretazione della giustificazione del "gene egoista" è del tutto soggettiva poichè ne esiste anche un'altra, opposta, speculare ed altrettanto logica, nonchè dimostratrice dell'esistenza del relativismo etico.

Considerare sè - la propria individualità -  qualcosa da subordinare a ciò che ci è "più grande", significa accettare che noi si sia delle cellule prive di individualità poichè soggette alla esistenza e funzione di un insieme (l'organo) svolgente una funzione superiore a quella della cellula stessa. Purtroppo non è possibile stabilire se sia più nobile ed importante - per non dire poi utile ed indispensabile, e poi ancora SUPERIORE OD INFERIORE - la funzione della cellula (mancando la quale mancherà tutto quanto la "sovrasta") piuttosto che la funzione dell'organo, del corpo, della mente......per finire con lo spirito (non mi dirai che il puro spirito, disconnesso da ogni e qualsiasi cellula, sia in grado di svolgere una qualsiasi funzione, vero?).

Il "gene egoistico" a parer mio è ciò che geneticamente (appunto !) ha consentito l'evoluzione della individualità personale ed il sorgere della coscienza umana, e la mancanza di una indispensabile forma di egoismo connaturato avrebbe per prima conseguenza impedito lo sviluppo - nel viventi - di ciò che è ben più fondamentale delle nostre convinzioni culturali, fideistiche o filosofiche : L'ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA. Saluti.




Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alberto Knox

Citazione di: viator il 19 Marzo 2022, 17:16:10 PMIl "gene egoistico" a parer mio è ciò che geneticamente (appunto !) ha consentito l'evoluzione della individualità personale ed il sorgere della coscienza umana, e la mancanza di una indispensabile forma di egoismo connaturato avrebbe per prima conseguenza impedito lo sviluppo - nel viventi - di ciò che è ben più fondamentale delle nostre convinzioni culturali, fideistiche o filosofiche : L'ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA. Saluti.





ok , hai perfettamente ragione, il gene egoista può essere interpretato come l'istinto di sopravvivenza e tutti noi lo possediamo . Anche gli animali allora hanno il gene egoista . Ma lo avevano anche i magistrati uccisi dalla Mafia? Falcone , borsellino , Antonino Saetta , Rosario Livatino, Antoni Scopelliti e tanti altri senza dimenticare i 29 carabinieri e polizziotti morti per la difesa di questi magistrati. Fra questi ricorderei Rosario Livatino , il quale si rifiutò di avere la sua scorta personale , egli sosteneva che "se quelli mi vogliono ammazzare, lo faranno con o senza scorta, e se mi uccidono con la socrta saranno 4 o più le famiglie che dovranno piangere le propie perdite" aveva l'istinto di sopravvivenza? sì , cosa gli ha fatto venir meno a quell istinto fondamentale di cui parli ?
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