"Ad alcuni piace la poesia"

Aperto da doxa, 02 Settembre 2024, 21:16:48 PM

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doxa

La poetessa polacca Wislawa Szymborska (1923 – 2012), premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996,  nella sua composizione in versi titolata "Ad alcuni piace la poesia" l'autrice s'interroga sul valore della poesia e sulla sua funzione.

Ecco il testo:

"Ad alcuni?
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dov'è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace?
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia?
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come all'àncora d'un corrimano"
.

Ironica e provocatoria la riflessione della Szymborska: l'autentico poetare è un dono raro. 

L'autrice pone nella conclusione la domanda fondamentale: "Ma cos'è mai la poesia ?" Ed esprime il suo dubbio, reso dalla ripetizione: "io non lo so, non lo so".  Però Wislawa tramite una metafora ci dà una risposta certa: la poesia è come un corrimano: è sostegno, a cui aggrapparci nelle traversie della vita. Ha una funzione di conforto.

Dice che l'arte poetica non è per tutti, non appartiene alle masse ma all'intimo dell'individuo.

La si studia nelle scuole ma non è detto che piaccia agli studenti, e i veri poeti, afferma Szymborska, sono "due su mille".


Ipazia

"poiesis vuol dire creare
ed ogni parto è dolente"

scrissi quando avevo velleità poetiche. "dolente" rimava con "indifferente". Però chiunque abbia sperimentato la scintilla poetica, magari un solo verso, sa quanto gioioso possa essere questo parto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

Buongiorno Ipazia. 

Mi piace la tua riflessione !  :)

Ci faresti leggere alcune tue composizioni ? 

Purtroppo ti fai coinvolgere nelle beghe dei filosofi del forum e trascuri la musa Calliope.  ;D 

Il poeta fiorentino Mario Luzi disse che la poesia è una necessità nel cammino della vita. Riordina le esperienze, dà significato al nostro essere e al nostro soffrire, a  ciò che pare non averne. E' quel supplemento di verità di cui sentiamo bisogno.
 
Ma non bisogna confondere i "versificatori" con i poeti che dicono cose che vanno oltre il tempo.
Sono molti gli aspiranti poeti che si "autoleggono" ma non acquistano libri di poesia.
 
Si dice che ormai non c'è più posto per la poesia, ed è vero, ma la poesia non vive di mercato.
Negli scaffali delle librerie i testi di poesia ci sono in vendita, ma vengono acquistati soltanto dagli studenti obbligati a leggerli. E quando smettono di andare a scuola  non li acquistano più.
 
Il feeling tra poeti e lettori è inficiato dai tanti libri di cosiddetti poeti senza vocazione e senza "mestiere", che fanno stampare le loro poesie a loro spese dalle tipografie o da piccoli editori. Sono opuscoli o libri fatalmente destinati alla lettura da parte di amici o al cestino dei recensori.

Ipazia

Mi venivano improvvise le quartine, come la seguente, durante una splendida traversata a piedi delle Cinque Terre liguri, in un tratto petroso e selvaggio, il cui unico segno antropico erano basse viti dall'apparenza antica.

Su pietre consumate
come d'antichi imperi
scivola il mio corpo
di giovane animale
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#4
Brava Ipazia ! Grazie.  :)
 
Hai usato il sostantivo "poiesis" ed io l'ho utilizzato per allungare il "brodo"...  ::)  in questo modo

Poiesis: questo antico sostantivo deriva dal verbo greco 'poieo' che significa  ideare,  creare  comporre.

Fu lo storico e geografo Erodoto di Alicarnasso (vissuto tra il 484 e il 430 circa a. C.) ad usare per la prima volta la parola "poiesis", di solito tradotta con il significato di "creazione poetica",  la "poesia".

La poiesis / poesia rimanda al "parlare in versi", ma l'atto poietico è legato al generare, il "fare dal nulla" secondo l'antico filosofo Platone (Symposium).

Poiesis vuol dire creare, ma "ogni parto è dolente".  Chi ha "sperimentato l'ispirazione poetica, anche solo un verso", sa quanto gioioso possa essere l'atto creativo, specie  se ispirato da Calliope, la musa della poesia epica nella  mitologia greca. Figlia di Zeus e Mnemosine, è conosciuta come la Musa di Omero, l'ispiratrice dell'Iliade e dell'Odissea.

Auguste Alexandre Hirsch, Calliope  suona la musica del giovane Orfeo, olio su tela, 1865, Museo d'arte e archeologia del Perigord, nel Comune di Périgueux, Francia.

Jean


Su pietre consumate
come d'antichi imperi
scivola il mio corpo
di giovane animale.

Voi che ci siete state
diteci se son sinceri
o, al battere un colpo
l'eco rimanda male

il suon che l'ha prodotto,
ché nell'uomo del futuro
ogni senso vien corrotto
e tutto divien impuro.

Ipazia

Il con-testo era diverso: grandi spazi aperti tra cielo e mare e l'eco soltanto delle cicale.

Ti dò un altro breve assist più antropico. Di un corteggiatore pressante scrissi:

Se le tue dita non fossero
Lame affilate in cerca
Di una preda in più
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jean



Se le tue dita non fossero         10
lame affilate in cerca                  9
di una preda in più                     7

scorderei i tagli ch'inflissero
all'alma mia di segni carca
e ritornerei lassù.

Per saper ove sia tal luogo
devi pagar il giusto prezzo.
Sol a chi ha vien dato

ed io di certo non mi arrogo
di aver misura e mezzo
...

iano

#8
Citazione di: Ipazia il 04 Settembre 2024, 06:45:09 AMSe le tue dita non fossero
Lame affilate in cerca
Di una preda in più
E delle vigne a un passo dai sentieri dell'amore
cosa ci dici?
Se pur non cogliendo l'amore,
rubando i grappoli d'uva,
lo avresti  assaporato,
perchè  l'amore
come l'uva passa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La poesia è qualcosa di molto personale. Come la metrica che ha un suo qui ed ora immodificabile rispetto al suo sgorgare. Talvolta la raddrizzai, ma raramente risuonò meglio dell'originale. Così almeno nel componimento breve, che impone un suo ritmo libero da ciò che non segue. In quelli più lunghi invece bisogna eliminare sbandamenti eccessivi. 

Nulla è meno replicabile dell'esperienza amorosa:

L'amore che colsi
sapeva di alga
più che di vigna
e altro non so
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Citazione di: doxa il 02 Settembre 2024, 21:16:48 PMLa poetessa polacca Wislawa Szymborska (1923 – 2012), premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996,  nella sua composizione in versi titolata "Ad alcuni piace la poesia" l'autrice s'interroga sul valore della poesia e sulla sua funzione.

Ecco il testo:

"Ad alcuni?
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dov'è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace?
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia?
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come all'àncora d'un corrimano"
.

Ironica e provocatoria la riflessione della Szymborska: l'autentico poetare è un dono raro. 

L'autrice pone nella conclusione la domanda fondamentale: "Ma cos'è mai la poesia ?" Ed esprime il suo dubbio, reso dalla ripetizione: "io non lo so, non lo so".  Però Wislawa tramite una metafora ci dà una risposta certa: la poesia è come un corrimano: è sostegno, a cui aggrapparci nelle traversie della vita. Ha una funzione di conforto.

Dice che l'arte poetica non è per tutti, non appartiene alle masse ma all'intimo dell'individuo.

La si studia nelle scuole ma non è detto che piaccia agli studenti, e i veri poeti, afferma Szymborska, sono "due su mille".



Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.


Forse la poesia è  veritá capace di cantare oppure un canto capace dell''ebrezza della veritá.
 

"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche