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Il Gattopardo

Aperto da flying dutchman, 18 Agosto 2023, 12:42:32 PM

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flying dutchman

rivisto dopo tanti anni, l'altra sera in TV. a parte lo strazio della pubblicità e del telegiornale in mezzo al film, avrei fatto meglio a evitare e a rimanere con il ricordo che cambia in meglio.
bisogna fare un certo sforzo per ricordare che il Gattopardo è venuto prima di tanti altri film e che è stato un punto di riferimento per molti. solo per fare due esempi: è Marlon Brando che nel Padrino si ispira al Burt Lancaster del Gattopardo, e non viceversa; è in Novecento che Burt Lancaster replica esattamente l'interpretazione che ha fatto nel Gattopardo, e non viceversa. ma queste non sarebbero delusioni, anzi: sono note di merito che parlano della capacità di Visconti di creare degli esempi che poi varranno per tutta la cinematografia successiva.
e non mi soffermerei nemmeno troppo sugli scempi operati dal restauro sul lavoro di Giuseppe Rotunno. accettiamoli così come sono, con ... cristiana rassegnazione.
è l'immagine stereotipata della Sicilia, sono le scene di battaglia tirate via perché evidentemente non interessavano a Visconti, è la piattezza del protagonista, sempre uguale a sé stesso, senza un lampo di ironia, senza una briciola di imprevedibilità. è Alain Delon che recita la parte dell' "Attor Giovine" e basta, è Claudia Cardinale che è tanto bella e basta, e una volta ride anche in modo sguaiato. è lo squallore del Principe di Salina che, invece di avere una bella amante che lo riceve in un ambiente adeguato, bussa alla porta di un bordello e viene accolto con la frase "il mio bel principone!". è la banalità dei colloqui di Don Fabrizio con il Gesuita che si concludono sempre con "tu sarai anche il prete, ma io sono il Principe e fai quello che ti dico io". dove maiuscole e minuscole non sono messe a caso. è la banalità del funzionario piemontese truccato da Camillo Benso, che fa finta di credere al progresso del Mezzogiorno sotto il governo illuminato (!) dei Savoia.
e poi quella frase, non è colpa di Visconti e nemmeno di Tomasi di Lampedusa, ma ormai la abbiamo sentita troppe volte e fa parte del linguaggio quotidiano: non c'è niente da fare, non ha più la forza dirompente che poteva avere nel '63. e quei personaggi di contorno, tutti prevedibili, tutti stereotipati come la Sicilia, la moglie che non lo fo per piacer mio, la figlia innamorata senza speranza, il mafioso emergente, il guardiacaccia retrogrado, i militari piemontesi che più militari e più piemontesi non si può.
mi sono divertito, però, a riconoscere dei giovanissimi attori: Ottavia Piccolo, Terence Hill, Giuliano Gemma, Pierre Clementi (il più difficile).   
Peccato.