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Voglio una pistola

Aperto da doxa, 21 Settembre 2016, 14:06:30 PM

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doxa

Voglio una pistola per legittima difesa, per difendermi da delinquenti come quelli che domenica scorsa a Roma hanno selvaggiamente aggredito con calci e pugni il 37/enne Maurizio Di Francescoantonio sulla metro B alla fermata di piazza Bologna, solo per aver detto loro che nelle stazioni e a bordo è vietato fumare.

Anche la madre del giovane, intervenuta per difendere il figlio, è stata malmenata. Solo lei ha tentato di proteggerlo  dalla inammissibile violenza di quei ragazzi mentre Maurizio era a terra inerme con gli occhi sbarrati.  Gli altri passeggeri sono rimasti indifferenti, impauriti, timorosi di mischiarsi nelle faccende altrui. Sono dei vigliacchi ? Molti non conoscono le arti marziali, pochi hanno la pistola per difendersi e temono per la loro incolumità o la loro vita. La paura ci blocca.

Ciò che è accaduto a Maurizio deve far riflettere anche sul coraggio che lui ha avuto nel rimproverare quei giovani.  Il suo protagonismo civico è ammirevole. E' invece disdicevole il detto: " Poteva farsi gli affari suoi !". E Maurizio tornava a casa sano e salvo.
Ma come si fa ad insegnare ai giovani, nel contempo,  rispetto e indifferenza ? Potrebbero trovarsi ad essere vittime o carnefici senza capirne la differenza. Forse, come si dice, in tal modo si può arrivare a cent'anni d'età, ma a quale prezzo ? Rinunciando al coraggio di difendere uno sconosciuto o un amico più debole ?  
Meglio indossare le cuffiette, fissare il display del telefono cellulare e far finta di nulla ? Intorno c'è il vuoto?
Chi ci ha ridotto così ? Le leggi che non permettono ai giudici di punire in modo adeguato ? La cultura dominante ?  Ed i valori ?  Cosa sono i valori ? Chiarire la natura dei valori è fondamentale per il bene comune e la pacifica convivenza sociale, nel rispetto della dignità di ogni essere umano.

I soprusi e le prepotenze fanno parte del vivere quotidiano, lui non lo sapeva ?  Quel che è capitato a lui può succedere anche a me che ho il "vizio"  di rimproverare gli "incivili" che non rispettano le norme di convivenza e si sentono realizzati con le manifestazioni di menefreghismo, intolleranza, aggressività verso le cose e le persone.

L'unico modo per rieducare i delinquenti sono i lavori forzati non le carceri con i comfort. Nel passato, in caso di guerra venivano inviati a combattere al fronte per essere uccisi dal nemico. 



Non ho paura,  ma indignazione, ira.

L'unica soluzione resta la chiamata alle forze dell'ordine  per stare a "posto" con la coscienza. E' meglio farsi i fatti propri, lo so, Ma non è giusto.

cvc

Purtroppo penso anch'io che per sopravvivere in questa deriva della violenza (nonostante ci sia chi la neghi con convinzione) occorre pensare al fai da te. Non nel senso di armarsi come Rambo, ma nel senso di una presa di coscienza del pericolo che, in gran parte dei casi, è già  metà dell'opera. Faccio un esempio stupido. Mi capita spesso, guidando, di vedere gente che attraversa la strada del tutto ignari del pericolo rappresentato dalle macchine, di comportano come se stessero passeggiando nel salotto di casa. Ugualmente molte persone vanno in giro del tutto inconsapevoli del fatto di vivere in una società che di sta facendo sempre più violenta, dove nella maggior parte dei casi per evitare il peggio basterebbe prestare un po' di attenzione. Nello specifico, occorre valutare anche l et eventualità che una semplice richiesta, come quella fi spegnete una sigaretta, può avere una risposta aggressiva. D'altronde se uno ci ragiona sopra capisce che se uno è tanto bestia da fumare in metropolitana, da una bestia ci ad i può attendere una reazione da bestia. Non si tratta di dare ora la colpa alla vittima, ma fi realizzare in un mondo sempre più violento e stupido, checché ne dica o pensi chi non avverte il problema perché non crede possa capitare a lui.
In realtà credo che nell'umanità sia in corso una sorte di regressione verso gli istinti più primitivi, dove il progresso rappresenta solo la facciata. Dietro al look alla moda ed alla tecnologia si nasconde una regressione alla bestia. La causa di questo chissà, un po' i predicatori della disinibizione assoluta, un po' la demenza digitale, la sfiducia nei valori, la pigrizia spirituale o altro. Di certo mi fa sempre una certa impressione pensare alla Psicologia Delle Folle di Le Bon.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

donquixote

Questo episodio, peraltro tutt'altro che inconsueto anche se abbastanza isolato se visto dal punto di vista della gravità delle conseguenze cui ha portato, è a mio avviso paradigmatico della situazione sociale attuale, che ha completamente perso ogni concezione della comunità per trasformarla in una massa di individui isolati, la "società", come ben notava Tonnies nel suo famoso saggio.
Proviamo a considerare il medesimo episodio nei due casi: in una comunità chi compie in pubblico un'azione vietata viene di solito investito dallo sguardo di riprovazione di chi gli sta intorno e solitamente questo è sufficiente a farlo sentire in colpa e desistere. Nel raro caso in cui qualcuno lo redarguisse e lui reagisse in maniera violenta tutti (o quasi) i presenti interverrebbero per bloccarlo. Anche in una comunità  la responsabilità di un atto è sempre personale, per cui si tende ad evitare di rivolgersi direttamente all'autore del gesto rimproverandolo, contando invece sul più convincente esempio. In una società invece, basata sul primato dell'individuo e della legge e solitamente priva di morale, ognuno tenderà a compiere le azioni, anche illecite, che daranno più soddisfazione al proprio ego, a maggior ragione se l'autorità preposta non è presente a controllare. In mancanza di un controllo sociale la responsabilità è quindi una questione che riguarda il singolo individuo nel rapporto con l'autorità costituita, e non potrà essere riconosciuto alcun intervento se non di un rappresentante ufficiale della legge. Se poi ci si trova di fronte a reazioni violente come quelle di questo caso i presenti, da bravi individualisti, tenderanno a far prevalere il proprio interesse rispetto a quello della persona aggredita ed evitare problemi di qualunque genere, essendo venuto a mancare quello della comunità che dovrebbe essere superiore a quello di ogni singolo appartenente alla medesima.
Se dunque questi due delinquenti sono esecrabili, condannabili e punibili per il loro gesto violento, trovo comunque che il rimprovero che l'aggredito ha rivolto loro sia tutt'altro che coraggioso ma sbagliato, e anche profondamente sciocco. Innanzitutto perchè bisognerebbe sempre tenere presente che a nessuno (nemmeno alle persone più calme e tranquille) piace sentirsi dire da un perfetto sconosciuto cosa può o non può fare, a maggior ragione se questo non ha alcuna autorità per farlo, e ognuno si prenderà la responsabilità dei propri atti, giusti o sbagliati che siano e, sia detto senz'alcuna offesa, c'è tanta arroganza anche in un semplice rimprovero, che solitamente si fa ai propri bambini; in secondo luogo perchè in una situazione come quella attuale è da irresponsabili rischiare di subire delle aggressioni ben sapendo che molto difficilmente qualcuno verrà in soccorso non di un appartenente ad una comunità di persone unite che si riconoscono e si difendono, ma di un singolo individuo come tanti, che la mentalità comune non distingue in situazioni del genere fra aggressore e aggredito, e solitamente tende a defilarsi. D'altronde solo in una società può esistere il reato di omissione di soccorso, che in una comunità sarebbe del tutto impensabile.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

acquario69

davvero interessante ai fini di questa discussione il confronto tra comunità e società..in effetti ed anche secondo me la chiave di tutte le risposte che portano ad episodi del genere.

ho vissuto all'interno di quella che era sicuramente una comunità,per diversi mesi ogni anno (negli anni 70-80,quando erano ancora possibili gli ultimi residui,le ultime località a confronto con gli ultimi testimoni,delle allora ultime generazioni di quel "mondo") ed anche se ero molto giovane per me e' stata un esperienza che mi ha fatto capire meglio in seguito tutto il valore immenso e dall'altra parte e contemporaneamente tutta l'assurdità nei confronti di quello che poi avrebbe preso il suo posto di "società" 

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21135

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53050

doxa

L'individuo, animale sociale, ha bisogno di confrontarsi con gli altri, di sentirsi parte di un gruppo e di entrare in relazione, seppur a livelli diversi, con le altre persone. Nel contempo viene "programmato" dalle strutture sociali e condizionato dal suo ambiente sociale. Ed io immagino quale sia l'ambiente sociale in cui sono immersi i quattro che hanno aggredito Maurizio e la madre. Come difendersi da loro ? Con il silenzio ? No ! Con la stessa violenza di gruppo estemporaneo che si dovrebbe formare per pochi minuti nella metro. L'indifferenza fa il gioco dei delinquenti che come un branco di lupi assalgono la preda isolata.


Viviamo in un mondo di "relazioni significative", ci confrontiamocon chi ci sta vicino, ed anche lontano tramite web, abbiamo imparato che alle nostre azioni verso gli altri seguono le  loro reazioni.

Le convenzioni che si stabiliscono fra gli esseri umani si fondano sull'aspettativa che gli altri individui si comportino nel modo considerato "normale".


La devianza, il crimine non sono soltanto trasgressione delle leggi, sono eccezioni del comportamento normale.

paul11

#5
Quando in un quartiere, lasci degradare una casa, lasci una finestra rotta, i vetri per terra, l'immondizia, in giro, i drogoati che si fanno, certe compagnie che si riuniscono, le forze dell'ordine che girano al largo, quella degradazione diventa comportamento e giorno dopo giorno diventa abitudine, fino alla convenzione, fino all'impunità, fino alla legge che regola un qualcosa ,ma che comportamenti contro la regola vengono lasciati fare,
Saltano fuori poi i retorici della regola, sempre dopo, sempre tardi, coloro che dovevano controllare ,ma come le tre scimmiette(non vedo,non sento, non parlo) giravano al largo.

Il primo degrado è il lasciar fare,
il secondo degrado è veder e fingere
Ma il paradosso sarebbe stato che l'onesto avrebbe mandato all'ospedale uno dei delinquenti e per eccesso di difesa sarbbe stato inquisito.

Se prendi una pistola e spari in casa tua a  un delinquente  che è riuscito ad entrare nella tua casa, si rischia grosso sul piano penale.

Il discorso è profondo arriva fino alla giurisprudenza per toccare la filosofia del diritto.
Si contrappongono la proprietà privata che attenzione è un principio cardine nelle repubblliche liberali, e la vita come concetto astratto che diventa disagio sociale ,nelle degradazioni familiari diseducative ,di cattive compagnie.
Ad esempio lo sfratto di una casa, fa cozzare contraddittoriamente il problema del diritto ad un'abitazione con la proprietà privata.
Se si va a fondo su queste problematiche dalle sentenze dei giudici che fanno giurisprudenza, grazie alla bravura di avvocati superiore a quella del pubblico ministero, i cavilli legali, leggi contraddittorie di un sistema regolativo ridondante che prima crea la regola e poi costruisce le eccezioni , rendono persino difficoltoso il come comportarsi da parte di persone oneste, probe e tranquille, d  i fronte ad eventi improvvisi

verdeidea

#6
Io rimango basita ultimamente ogni volta che leggo la maggior parte delle risposte ad ogni argomento di attualità che si voglia affrontare. In quasi tutte le risposte si nota la rassegnazione, la codardia, la superficialità, l'incapacità di indignarsi, di essere mossi dal senso di giustizia, in definitiva si nota l'assopimento se non la morte interiore.

Le prime due risposte hanno dato in pratica torto alla civilissima persona che è intervenuta in difesa non solo di sé stesso e della madre ma della collettività, della civiltà, del rispetto, della salute pubblica. È insopportabile subire il fumo delle sigarette in un lungo chiuso e affollato come una carrozza della metropolitana, è un gesto di profonda inciviltà, di totale mancanza di rispetto verso gli altri. Pensate ai bambini, ad eventuali donne incinte, a chi non fuma o a chi è allergico al fumo (come la sottoscritta); tutte persone che possono essere presenti e a cui fa male il fumo passivo. Potrebbe capitare a vostra moglie, a una vostra figlia, ad un qualsiasi vostro parente adulto o minore che sia. Ma che razza di individui siete se stigmatizza una persona che ha voluto far valere la civiltà, la buona educazione, il rispetto degli altri? Stiamo diventando una massa di conigli? È proprio questa la mentalità che fa nascere e  alimenta la criminalità e la mafia.
È incredibile che il senso civico lo stiano perdendo anche le cosiddette persone normali. Quale società credete possa esistere in futuro se questa mentalità dovesse diventare la norma tra i cittadini? Forse devo dubitare che ve ne rendiate conto.,.
Stesso identico discorso, stessa identica superficialità, menefreghismo, pochezza morale quando si affronta il problema dell'immigrazione incontrollata, dell'islam e i suoi sciagurati seguaci.

È giusto rimproverare chiunque si comporti male, anche se il rimprovero ricevuto da una persona sconosciuta non è gradito, ma neanche la scostumatezza e la maleducazione di uno sconosciuto sono gradite.
In questo caso poi non si trattava solo di maleducazione ma di un mancato rispetto di un preciso divieto per ragioni di igiene e salute pubblica.
Certo la reazione dei due tizi che hanno aggredito in quel modo è abnorme, da delinquenti, probabilmente drogati, ma ciò non esonera dal pur sgradito compito di redarguire chi si comporta da incivile.

cvc

Assai saggio l'intervento di donquixotte.
Il problema è tutto qui: dici al balordo di dpegnere la sigaretta perché confidi nella società e sai che quello non oserebbe farti del male fra tanta gente e in ogni caso pensi che fra tanti qualcuno ti difenderà, oppure sei cosciente di poter fare affidamento soltanto  su te stesso? Io la penso nel secondo modo, e quando spingo la carrozzina di mia mamma se posso evito o comunque cerco di calcolare bene le conseguenze delle mie decisioni. Poi riguardo al fatto se io sia codardo o meno, preferisco fidarmi più del giudizio della mia coscienza.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

baylham

La proposta di consentire il porto di un'arma generalizzato ai cittadini per l'autodifesa personale è una proposta demagogica ed irrazionale: rischia di trasformare le occasioni di conflitto in un eventuale scontro armato con conseguenze gravissime ed imprevedibili. Basta osservare quello che succede negli USA, il sospetto e la paura che prendono i cittadini e la polizia portano a conseguenze drammatiche.

Comprendo l'indignazione, la rabbia, che suscita la lesione di un diritto o interesse legittimo, tuttavia la soluzione non è il farsi giustizia da soli. Seguendo questa strada si alimenta la violenza e si favorisce chi la pratica normalmente. Il cittadino deve rivolgersi alle forze dell'ordine e della giustizia per il rispetto della legalità, non ci sono alternative.

La politica della tolleranza zero è una immane sciocchezza: il degrado, il disordine è un fatto fisico, economico e sociale inevitabile. Fantasticare di vivere in un sistema perfetto di ordine e giustizia è il modo peggiore di affrontare i problemi reali, concreti. Inoltre non si organizza, progetta un sistema di polizia e di giustizia sulla base di stati d'animo di odio suscitati da fatti straordinari e incontrollabili.

doxa

Concordo con quanto scritto da Paul e Verdeidea.
Si Verdeidea, dal quotidiano "Il Messaggero" di oggi, 22 settembre, si apprende che quel gruppo di malviventi era drogato.

Purtroppo l'indifferenza, il silenzio, la non azione anche davanti le scene violente che coinvolgono le persone che ci sono vicine, crea la distanza tra gli esseri umani.  


Intervenire o non intervenire nell'aggressione per difendere il malcapitato ? La scelta può inibire la decisione per il timore di sbagliare. Allora si sceglie di non decidere per non sbagliare e si rimane indifferente, oppure, se possibile, si sceglie la fuga dal luogo del misfatto.

Il comportamento è la manifestazione o realizzazione di un atteggiamento, è il modo di agire o reagire di un individuo basato su una convinzione o un pregiudizio, che può essere cosciente o incosciente.  

Quando una persona si droga quanto è cosciente ? I due arrestati al giudice istruttore hanno detto che erano drogati: "Eravamo fatti, avevamo assunto sostanze, non ragionavamo".  E' tollerabile che le persone drogate siano libere di circolare e poter fare quello che vogliono ? Di guidare le autovetture, di danneggiare, aggredire, rubare o altro ?

Ho letto che numerosi politici si drogano, allora non si può attendere da costoro una legge repressiva per togliere dalla circolazione tali elementi, confinandoli su un'isola a lavorare.

"Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra ? "Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia ?" (= "Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza ? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi ? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia ?") Questa celebre locuzione latina è di Marco Tullio Cicerone.


Un saggio di Sigmund Freud è titolato  "Psicopatologia della vita quotidiana", che possiamo parafrasare per il nostro dialogo in "Psicopatologia dell'indifferenza quotidiana".

Sariputra

#10
Credo che il sentimento prevalente nelle persone che si trovano ad assistere ad una scena di violenza come questa sia la paura. Cosa fare in simili frangenti, per cercar di aiutare il malcapitato, vittima di un'aggressione, senza mettere a rischio anche la propria vita e quella di chi ci sta intorno? Un' astuzia a volte aiuta. Si dovrebbe tentar di far scendere la tensione rabbiosa degli aggressori con frasi che manifestano, fintamente, una forma di "comprensione" per quella che loro sentono come un'offesa: "Ok...ok...ragazzi, ne ha avuto abbastanza, ha imparato la lezione ", oppure: "Basta ragazzi, così lo amazzate, non vale la pena, ormai ha capito la lezione". Questo perchè il primo obiettivo non è quello di ripristinare uno stato di legalità , ma bensì quello di salvare la vita alla vittima. Una volta , quand'ero molto più giovane, ha funzionato con due balordi che, a Padova, stavano picchiando un barbone. Dopo un paio di "Fatti i .... tuoi!" , vedendomi innocuo e privo di aggressività nei loro confronti, se ne sono andati.  Appena spariti ho chiamato la polizia e l'ambulanza ma, appena mi sono girato...la vittima se l'era squagliata...
Non dico che possa funzionare sempre ma si può provare. Dipende anche molto se non ci sono armi da fuoco o coltelli di mezzo. Altrimenti è meglio essere molto cauti. Morire in due non ha molto senso...

P.S. Il problema non è tanto l'indifferenza , ma il narcisismo. Penso che parecchi, sull'autobus, abbiano ripreso la scena con il loro smartphone , facendosi magari un bel selfie, per poi postarla sul loro profilo nel Libro delle Facce...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

verdeidea

#11
Non ci posso credere, altamarea, le risposte sono raccapriccianti! Non so se ridere o piangere. Ma cos'è successo? Chi ci ha fatto un lavaggio del cervello così a fondo da farci diventare delle scimmie ammaestrate alla passività più assoluta? Tanta, troppa apparente indifferenza mi fa paura; forse nasconde un'aggressività latente.

Cioè, uno assiste al pestaggio di una persona innocente (fosse colpevole di qualche atto illecito potrei capire) e per smorzare la tensione gli dici "ok, ok, ne ha avute abbastanza, non vale la pena ammazzarlo" ?   Ma ci credete davvero alle stronzate che dite?  Non è che vi drogate pure voi prima di scrivere sul forum? (Scusate ma certe espressioni sono le più adatte a volte).

Il problema è che stiamo diventando una società allo sbando, la soluzione la vedo in un governo autorevole che innanzitutto elimini il degrado sociale come giustamente ha scritto Paul e come era l'Italia fino agli anni '90, poi che faccia rispettare le leggi, che aumenti il numero, i mezzi e la preparazione delle forze dell'ordine, e, a mio avviso, si dovrebbero creare campi di lavoro forzato e metterci tutta questa brava gente invece di farli circolare indisturbati o mantenerli pure in galera.




Freedom

Si prega l'utente Verdeidea di non qualificare gli altrui interventi come stronzate.
Il regolamento del Forum non lo consente.
Grazie in anticipo.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

paul11

E' il concetto di Stato che è nettamente in crisi nella contemporaneità sia come oggetto e che come soggetto di uno stato di diritto.
Se negli USA, lo Stato paladino della libertà, il singolo cittadino detiene le armi e c'è una pena di morte in diversi Stati federati, è perchè il rapporto fra pubblico e privato non è mai stato risolto definitivamente.
Se la teoria del passaggio dallo stato di natura a quello sociale presuppone che il singolo individuo perda parte della libertà, di fare quello che vuole, in cambio di maggiore sicurezza sociale da parte della collettività e quindi il passaggio dalla giustizia e coscienza individuale a quella sociale in cui la legalità è rappresentata da una personalità giuridca denominata Stato che esecita il suo potere di legiferare e sanzionare con il monopolio della violenza, o esercita questo potere con la sua presenza nella giurisdizione terriotriale, o diventa  solo una ulteriore vessazione da sopportare.
O quelle telecamere nella stazione del metrò e che ci spiano ovunque servono non solo a comminare multe ma come deterrente a balordi che si muovono in gang e fra loro sono solidali, mentre i cittadini solo soli anche in mezzo alla folla, vuol dire che qualcosa è saltato.
Se hanno chiuso i manicomi, come luoghi di detenzione, se le prigioni sono piene e costa mantenere prigionieri ed esercito che li controlla, se ci sono drogati e alcolisti o lo Stato non interviene sulle cause sociali dei dsiagi individuali o i problemi ,vista anche la migrazione battezzata con falsi pietismi, sicuramente cresceranno non solo le possibliità che aumentino questi eventi, ma aumenteranno in intensità.
Prima del default economico, c'è un default civile da tenere presente,Ci sono anacronismi al limite del paradosso nell'ordinamento giudiziario. Un balordo ha mille giustifcazioni, un onesto cittadino normodotato non le ha.
Quello che insegna lo Stato è la passività nell'azione sociale delegando il ruolo alle deputate funzioni pubbliche, peccato che costano,allora a presidiare fisicamente ci sono sempre meno agenti dell'ordine pubblico e sempre più telecamere, eliminando quella deterrenza fondamentale nella convivenza sociale degli anonimi individui persi nella folla. Ci sono interi quartieri nelle città sotto controllo di gang, di pusher , di mafie e camorre di cui sanno nome e cognome e organigrammi gerarchici, liberi come farfalle.
Ci sono sottili interessi sotto sotto, abituare alla passività civile è una forma di sottomissione condizionale comportamentale che serve in molte occasioni, avere delinquenza vuol dire avere eserciti di persone che vivono per controllare ,non so se loro o noi. 
Riflettiamo......

Sariputra

Citazione di: verdeidea il 22 Settembre 2016, 18:45:30 PMNon ci posso credere, altamarea, le risposte sono raccapriccianti! Non so se ridere o piangere. Ma cos'è successo? Chi ci ha fatto un lavaggio del cervello così a fondo da farci diventare delle scimmie ammaestrate alla passività più assoluta? Tanta, troppa apparente indifferenza mi fa paura; forse nasconde un'aggressività latente. Cioè, uno assiste al pestaggio di una persona innocente (fosse colpevole di qualche atto illecito potrei capire) e per smorzare la tensione gli dici "ok, ok, ne ha avute abbastanza, non vale la pena ammazzarlo" ? Ma ci credete davvero alle stronzate che dite? Non è che vi drogate pure voi prima di scrivere sul forum? (Scusate ma certe espressioni sono le più adatte a volte). Il problema è che stiamo diventando una società allo sbando, la soluzione la vedo in un governo autorevole che innanzitutto elimini il degrado sociale come giustamente ha scritto Paul e come era l'Italia fino agli anni '90, poi che faccia rispettare le leggi, che aumenti il numero, i mezzi e la preparazione delle forze dell'ordine, e, a mio avviso, si dovrebbero creare campi di lavoro forzato e metterci tutta questa brava gente invece di farli circolare indisturbati o mantenerli pure in galera.

Chissà perché, sarà l'età, ma il tuo gentile intervento mi ha fatto d'istinto ricordare un vecchio, leggendario, film di John Ford. Se hai occasione di rivederlo converrai con me che può dare una chiave interessante di lettura proprio al tema in discussione. Il film è L'uomo che uccise Liberty Valance con John Wayne e James Stewart. Riporto alcune frasi memorabili , piene di saggezza:

Vai in cerca di guai Doniphon? 
E tu vuoi forse aiutarmi a trovarne? (Wayne, con il cappello di traverso e le chiappe un pò strette...)

Popolo di Shinbone, io sono la vostra coscienza, sono la vostra voce che tuona e lampeggia, sono il vostra cane da guardia che abbaia ai lupi, sono...Sono il vostro confessore, io sono...sono...sono...che altro sono Tom? (Edmond O'Brien)
Una spugna. (Wayne)

Bambola, lo sai che quando ti arrabbi sei molto carina? (Wayne...come lo amavo quando lo diceva!!)  8)

Sì, ho visto quei libri: con la legge te ne intendi tu, eh? Ma qui la legge non conta: qui un uomo si fa giustizia con le proprie mani .(Wayne)  

Come ha brillantemente dimostrato Nancy Warfield, frammenti della Repubblica e altre opere di Platone sono ben digeriti in L'uomo che uccise Liberty Valance (G.P.Brunetta).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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