Vita umana modificata geneticamente

Aperto da Jacopus, 26 Novembre 2018, 12:15:29 PM

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Jacopus

Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Socrate78

Potrebbe essere un fatto positivo, se io modificando il DNA riesco a migliorare la resistenza dell'uomo a malattie e virus terribili come l'HIV, perché non farlo? Significa migliorare la salute dell'umanità, si potrà creare resistenza e immunità al cancro, ad altri virus, eliminare la possibilità di tare genetiche, non può affatto essere considerato un male. Mettiamo ad esempio che la medicina trovi, con la terapia genetica, la possibilità di evitare mali terribili come fibrosi cistica, anemia mediterranea, sindrome dell'X-fragile (ritardo mentale grave), chi avrebbe il coraggio di dire che no, queste sono modifiche inaccettabili? Significherebbe spingere ad operare per il male, visto che anche non fare il bene potendo è in fondo compiere il male.

Lou

#2
Citazione di: Jacopus il 26 Novembre 2018, 12:15:29 PM
Se non è avvenuto è solo questione di tempo. Un altro limite infranto o un grande passo per l'umanità?
https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/11/26/news/nati_in_cina_i_primi_bambini_geneticamente_modificati-212654232/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
Sicuramente le tecniche di editing genetico ritengo aprano scenari inediti per il futuro della specie a cui apparteniamo, come ben dici, ben non fosse avvenuto, è solo questione di tempo. Sotto un altro profilo, allo stato delle cose sospetto ci siano tutti i requisiti per replicare  e riproporre dinamiche non estranee agli umani: chi avrà i soldi e se lo potrà permettere ne potrà usufruire, chi no resterà soggetto a poter contrarsi hiv e le peggio malattie a disposizione, come già avviene con le cure. Per calibrare la portata di "un passo avanti", in termini umani,  il quale non penso ancora sia risolvibile con un editing genetico che se mal gestito, sotto sia il profilo etico che scientifico (un errore di editing non capiterà? Succede in natura, no?) tenderà a vederci costretti a orizzonti, di cui, ad ora, siamo completamente ignari - e io non so di questa calibratura, poi, in che termini ne discuteranno, nè se queste pre-occupazioni avranno ancora senso d'esistere.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

sgiombo

Non vorrei che si prendesse questa considerazione come uno sminuire quanto la ricerca sta realizzando (non solo a livello di genetica), ma mi sembra si tratti di uno spettacolare passo avanti (cosa da cercare di comprendere per bene in tutte le sue sfaccettature) di una questione (etica) fondamentale piuttosto antica, che da sempre accompagna la storia umana:

ogni mezzo tecnico di per sé (astrattamente considerato) aumenta le possibilità di interferire intenzionalmente, finalisticamente sul divenire naturale.

Con conseguenze sia positive che negative (sempre, non esistendo realmente la perfezione: in diversa misura le une e le altre a seconda dei casi; e spesso e volentieri in proporzioni difficilmente "calcolabili" a priori).

Dunque é necessario realizzarne e servirsene con la dovuta prudenza (crescente al crescere della potenza trasformatrice, nel bene e nel male, della tecnica) onde non trovarsi a dover constatare, magari a distanza di generazioni, che il male ottenuto é -magari catastroficamente- maggiore del bene.

E inoltre é necessario valutare l' equità sociale e morale delle nuove tecniche e del loro impiego: spessissimo i maggiori o minori vantaggi per determinate popolazioni si coniugano inscindibilmente con svantaggi maggiori o minori per determinate altre.

Di fatto -sarà l' età avanzata, ma- mi sembra che rispetto ai passi avanti che la ricerca scientifica ha compiuto e continuamente compie la consapevolezza dei rischi e della necessaria prudenza e le basi materiali (sociali) per un impiego equo dei loro risultati siano rimasti drammaticamente indietro...

davintro

#4
fintanto che le applicazioni delle possibilità di modificazioni genetiche si limitano alla cura di patologie OGGETTIVAMENTE invalidanti, causa di sofferenza fisica/psichica, considererei la cosa come progresso tecnologico da salutare molto positivamente. Il discorso cambia radicalmente se si inizia a parlare di interventi che tocchino delle caratteristiche antropologiche sulle quali un giudizio etico di valore resta positivo o negativo, e che dunque finirebbero ad essere non un frutto spontaneo della personalità individuale, ma la conseguenza di un'imposizione esterna di chi decide di far operare tali modifiche: di fatto la fine della libertà della persona umana. Penso soprattutto alla possibilità di interventi al fine di influenzare lo sviluppo di determinate tendenze psichiche caratteriali sulla base di modelli di virtù socialmente riconosciuti. La differenza tra i due contesti è evidente: mentre è un dato oggettivo che nessuno avrebbe piacere a nascere con una patologia genetica (tranne casi estremamente perversi di masochismo e comunque anche in quel caso nulla impedirebbe di condurre una volta nati una vita del tutto sregolata per favorire l'emergere di tali patologie...), e sarebbe dunque un oggettivo beneficio la rimozione di tale patologia, le cose si complicano se si parla di costruzione della personalità. Ogni giudizio di valore su modelli di personalità migliori di altri non può che essere relativo alla soggettiva personalità di chi giudica, o al contingente sistema di valori di una società, cioè un giudizio arbitrario, e un'arbitraria intromissione nel libero sviluppo della personalità di chi subisce la manipolazione. Facciamo l'esempio dell'introversione: in contrasto con l'accezione che ne dava Jung, nella società è un tratto caratteriale comunemente etichettato in negativo, magari confusa con l'asocialità o la timidezza, mentre in realtà la capacità di apprezzare la solitudine è un aspetto fondamentale nella formazione di uno spirito critico e creativo. Se un giorno venisse scoperto il gene dell'estroversione, molti genitori potrebbero essere disposti ad intervenire sulla personalità del nascituro, per evitare modelli di personalità arbitrariamente considerati in negativo, o comunque non rappresentativi delle autentiche tendenze naturali del loro figli. Quale genitore oggi avrebbe piacere nell'avere figli introversi, tendenti al malinconico, ipercritiche, come un Leopardi o un Schopenhauer? Eppure proprio la loro introversione, la loro tendenza alla solitudine si è rivelata così creativa del loro talento letterario e filosofico... Chiaramente i confini tra interventi mirati all'evitare patologie fisiche e interventi mirati alla manipolazione psichica per vincolare la personalità a dei modelli standard esteriori di "virtù" sono ben distinti, ma quello che mi preoccupa è il cosiddetto "piano inclinato": una volta che si legittimano delle possibilità di intervento per un certo ambito, anche correttamente, è sempre possibile evitare che ciò venga utilizzato come "precedente" per spostare a poco a poco sempre più l'asticella verso derive per le quali le perplessità di natura etica si presenterebbero come più appropriate?

Socrate78

Forse per l'introversione e la tendenza ad essere solitari si tratta di caratteristiche che sono in larga misura anche positive e socialmente accettabili, poiché conducono alla riflessione, allo sviluppo anche delle facoltà cognitive. Tuttavia mettiamo invece che esistano dei geni che diano la predisposizione ad essere violenti, antisociali e criminali, a delinquere insomma: sarebbe lecito intervenire prima della nascita dell'individuo su quei geni per il bene della società ma anche della persona stessa, che si troverebbe di fatto ad avere difficoltà a relazionarsi con i suoi simili e ad accettare le normali regole di convivenza civile? O per voi l'uomo non ha il diritto ad intervenire?

sgiombo

Che esistano geni che diano la predisposizione ad essere violenti, antisociali e criminali, a delinquere insomma é una bufala antiscientifica (ideologica) reazionaria.

Comunque non vorrei assolutamente essere stato progettato così come sono nato (ma poi sono comunque diventato quello che sono diventato per l' esperienza che ho vissuto) ma invece sono contento di essere nato casualmente, non per intenzione di alcuno, così come sono nato.

Grande, Davintro!

Parole sacrosante!

(Chiedo scusa a moderatori e gestore, ma il suo intervento mi ha proprio entusiasmato; ma vuoi vedere che é la volta buona che anch' io mi becco una censura? Così non invidio più Ipazia).

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