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violenza di genere

Aperto da mchicapp, 27 Novembre 2016, 18:04:18 PM

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mchicapp

scrivo qui il riassunto di un intervento postato altrove
far della violenza una questione di genere non aiuta.
c'è violenza ogni volta che c'è una prevaricazione.
alcune percezioni di prevaricazione fanno parte della vita e sono ineliminabili.
secondo me, per esempio, è prevaricazione anche quando viene calpestato il diritto allo studio da un compagno che disturba le lezioni. se è normodotato alla peggio lo si fa allontanare dall'aula e la cosa finisce lì. se non è normodotato non si può perché secondo alcuni ha tutto il diritto di star in classe, anche se di fatto impedisce le lezioni. un impedimento alle lezioni per me costituisce una violazione del diritto allo studio, per altri invece mandar chi disturba fuor dalla classe lederebbe il suo diritto alla integrazione, anche se a ben veder è solo il diritto a sognar un'integrazione. per me violenza e sopruso sono una cosa, per altri sarebbe violenza e sopruso quel che per me sarebbe la cosa giusta da fare.

il senso di aver subito un'ingiustizia, una prevaricazione genera un senso di frustrazione e rabbia. a volte - per fortuna non sempre - questo senso di ingiustizia esplode con atti violenti.
la violenza è quindi insita nella percezione di un diritto negato. ho precedentemente dimostrato, con un caso concreto, quanto questa percezione sia assolutamente soggettiva. esistono persone che mi danno ragione e altre torto. io non sono violenta e accetto di buon grado di confrontarmi con chi la pensa diversamente, se non sono d'accordo rispondo e controbatto. è rarissimo che io segnali un post al moderatore. non segnalo nemmeno post contenenti palesi insulti al mio indirizzo. non ho segnalato nemmeno un post che mi dava della sciacalla.
devo invece notare che, per esempio, i pro disabili sono molto meno tolleranti di me:invece di controbattere le mie opinioni mi hanno allertato più volte e adesso devo aspettare che il moderatore approvi ogni mio post.
è questa una forma di violenza? secondo me sì
siamo arrivati, con un esempio concreto, ad avere altre importanti informazioni circa la genesi di un atteggiamento violento. una è fornita dall'incapacità di sostenere le proprie idee, le proprie istanze in un confronto. si tratta di un'incapacità generata da una forma di ignoranza. non si controbatte perché non si sa farlo. un'altra caratteristica risiede nella incapacità di tollerare una divergenza di opinioni. alcune persone sono per loro struttura intolleranti. forse questa incapacità risiede in un disturbo di tipo narcisistico. non so. bisognerebbe andarlo a chiedere a qualche genitore di diversamente abile. probabilmente questa forma di intolleranza esplode in maniera violenta in un rifiuto in campo affettivo. per alcuni è intollerabile non essere ricambiato dall'oggetto del proprio amore. mi limito a notare che è sempre doloroso accettare di non essere ricambiati in amore. chi è di sua natura tollerante riesce a tollerare anche un rifiuto doloroso.
ha tutto questo a che fare con il genere? non mi pare. forse per alcuni uomini è particolarmente difficile accettare un rifiuto. probabilmente si tratta di persone disturbate, non abituate a reggere una sconfitta. a volte non c'è nessuno di più debole di un maschio alfa.
come ultimo spunto di riflessione propongo la visione di questo filmato
https://www.youtube.com/watch?v=yWeQ4U19Mmo&t=279s
chi parla è una psichiatra. sostiene, sulla base di dati clinici e di episodi accaduti, che negare la violenza delle donne è una questione di stereotipi culturali. le donne sono violente tanto quanto gli uomini con modalità a volte diverse.
a essere legati al genere sono soprattutto i nostri schemi mentali, i nostri preconcetti.
ci sono famiglie malate, malate di violenza, malate di intolleranza. la violenza è insita nelle relazione.
mi sono chiesta come potrebbe essere la vita familiare con una persona che non sa stare in un confronto, non tollera opinioni diverse dalle proprie e reagisce con ripicche e dispetti. mi sono data la risposta che sarebbe un inferno, un vero inferno. e quando non si riesce a scappare da un inferno la violenza è inevitabile
ricapitoliamo
0) nessuno nega che esistano donne vittime di violenza maschile.
1) c'è una negazione di una realtà sperimentalmente osservabile: la violenza operata dalle donne.
2) mi preoccupa ogni forma di negazione. alcuni negano sapendo di mentire. altri negano perché sono vittime dei loro schemi e preconcetti. si aggregano acriticamente al pensiero maggioritario. vedono il re vestito anche se il re è nudo. ci saranno sempre persone così. probabilmente sono pure la maggioranza.
3) una relazione di coppia funziona se i tra i due c'è accordo sui grandi temi fondamentali. non funziona se questo accordo non c'è e uno dei due pretende di cambiare la controparte a propria immagine e somiglianza.
4) meglio soli che male accompagnati, chi vive sperando muore cagando.e a buon intenditor poche parole.

Fharenight

E' interessante il tuo punto di vista, mchicapp, c'è del vero; e a tal proposito riporto un commento della scrittrice Silvana De Mari che approfondisce la tua osservazione.

In Italia sono state uccise 130 donne circa da mariti o ex fidanzati. Su una popolazione di 60 milioni di abitanti di cui 30 milioni maschi, il crimine è stato commesso dallo, 0,000qualcosa per cento. Non è pensabile, è una ridicola follia pensarci, che un gruppo sia senza macchia, che un gruppo di milioni e milioni di individui sia costituito da persone che, tutte, senza eccezioni, siano buone e perbene. L'aggressività esiste, nessun gruppo può essere perfetto, la perfezione non è di questa terra. Gli uomini italiani sono tra i meno violenti del mondo, il Turchia le donne assassinate sono oltre 1600, i dati di altre nazioni sono ulteriormente aggravati dalle pene giudiziarie: la lapidazione dell'Arabia Saudita, per esempio, nazione attualmente presidente della Commissione Diritti Umani di quella bizzarra associazione che si chiama ONU.
Eppure in moltissimi, troppi contesti, i toni sentiti nella giornata di ieri sono stati molto strani: tutti gli uomini sono stati processati, tutti sono stati dichiarati colpevoli. Gli uomini morti in terribili incidenti sul lavoro perché i loro lavori sono più usuranti dei nostri non sono stati considerati, l'esercito degli uomini che hanno dato la vita per salvare una donna non è stato considerato, il terribile e sempre in salita numero dei suicidi maschili non è stato considerato ( sicuramente non è colpa delle donne perché le donne sono innocenti e vittime a prescindere), i due giovani completamente innocenti che hanno avuto il viso sfigurato e gli occhi distrutti dall'acido buttato loro in faccia da una donna non sono stati considerati e nessuno farà un film su di loro.
Le donne non sono un gruppo etnico. Gli armeni sono un gruppo etnico, i curdi sono un gruppo etnico, gli ebrei sono un gruppo etnico. Gli ebrei attuali sono i discendenti degli ebrei del medioevo. Noi non siamo le discendenti delle donne e gli uomini discendenti degli uomini. Noi siamo la parte femminile di una specie di cui gli uomini sono la parte maschile. Ognuna delle due parti senza l'altra è nulla. Una specie quella umana è stata spaccata in due e una delle due parti è stata ubriacata di vittimismo e messa contro l'altra.
Un esercito di donne sole che non hanno trovato niente di meglio di fare che leggere 50 sfumatura di grigio, libro mostruoso e ignobile scritto da una donna.
Vale per l'aggressività la stessa regola che vale per la sessualità, per la debolezza, per l'egoismo, per il grasso, per il numero di paia di scarpe, per il colesterolo: l'eccesso uccide, ma la mancanza non è compatibile con la sopravvivenza. Un Dio considerato " idiota" ha fatto l'uomo sbagliato e il superuomo di turno – Lenin, Hitler, il cretino post-sessantottino – lo corregge. Il deliro è che senza il nostro lato oscuro saremmo perfetti. Senza il nostro lato oscuro saremmo incompleti, il che vuol dire non vitali. Senza le virtù virili dell'aggressività, dell'intolleranza, dell'arroganza, della difesa del territorio e del coraggio un gruppo smette di essere vitale. Noi non siamo più vitali. Possiamo ricominciare a esserlo solo se invertiamo rotta: che gli uomini siano uomini e le donne siano donne. Che si amino, si compensino, si sostengano, fino a che morte non li separi.

Fharenight

Per quanto concerne lo studente disabile, è giusto che venga inserito in una classe di coetanei, ma se disturba più del sopportabile è pure legittimo che venga portato in un'aula a parte per proporgli un percorso didattico più mirato alla sua situazione con l'aiuto dell'insegnante di sostegno.

Il problema da te evidenziato, dei ragazzi portatori di handicap psichico, è paragonabile all'attuale situazione dei migranti, dove molti, sbagliando, credono sia doveroso accoglierli tutti, dimenticando così i diritti degli italiani, degli autoctoni; mentre si tratta innanzitutto di incapacità di governare e gestire eventi geopolitici di immane portata.

baylham

Posso rilevare che questi interventi sulla violenza di genere mancano di una prospettiva storica e geografica, che non tengono conto dell'evoluzione sociale delle società occidentali da alcuni millenni a questa parte sul tema dei rapporti fra i sessi e delle attualissime condizioni di disuguaglianza di diritto e di fatto senza alcuna valida giustificazione in numerosissimi stati dell'Asia, America Latina, Africa.
Posso rilevare che il fatto che anche le donne siano portate alla violenza non significhi nulla e che la sottovalutazione della violenza di genere, soprattutto da parte delle donne, denoti la mancanza di solidarietà verso le donne e quindi gli uomini in generale di altri paesi e ciò sia molto preoccupante.

maral

#4
La visione della donna idealmente esente da ogni atto di violenza, è evidentemente il prodotto specifico di quella visione cristiana prodottasi in Occidente soprattutto a partire dal Basso Medioevo che trova nella figura della Madonna, il riferimento archetipico. Il sacro femminile viene qui depurato sia del suo elemento autenticamente generativo che di quello distruttivo ad esso implicito, limitandolo da un lato a quello di accuditrice vergine e sommamente amorevole del Figlio, dall'altro a quello puramente seduttivo da cui il maschio-figlio deve  difendersi e la difesa consiste sia nella violenza contro colei che seduce demonizzando, sia nella sublimazione della donna in Madonna, ossia nella santificazione della seduzione femminile in una figura idealizzata che ricalca di nuovo i tratti di un'assoluta purezza celebrata poeticamente. Da un lato quindi un demone strega da schiacciare e bruciare, dall'altro una purezza assoluta da venerare, mentre la capacità generatrice e pertanto letale del femminile viene sottratta in nome della religione prima e della scienza poi, finché maschio e femmina costituiscono sempre meno una complementarietà di genere e sempre più un'eguaglianza economica di sessi solo biologicamente diversi: l'uguaglianza dell'unità produttiva e consumatrice. In tal modo la tanto deprecata e deprecabile violenza di genere (quella che ancora esiste in quelle parti del mondo "barbariche" che ancora non si sono doverosamente convertite alla nostra "civiltà") diventa violenza di sistema, giustificata dal suo sguardo oggettivo che parifica ogni differenza che non riguardi il conto di quanto, maschio o femmina, consumando si produce in termini monetizzabili. Ma questa stessa "oggettivazione" pubblica apre le porte a una violenza privata peculiare del mondo occidentalizzato, in cui maschio e femmina si fanno reciproca violenza, ognuno nelle modalità in cui eccelle e, incapaci di vedere alcuna complementarietà reciproca, si singolarizzano in un'autonomia sempre più eterodipendente dal contesto tecnologico, economico e sociale in cui solo possono a volte sognare di esistere come individui.

InVerno

A woman simply is, but a man must become - Camille Paglia (femminista)

Fharenight

Baylham, forse non hai letto con attenzione i nostri post o non hai ben compreso, ma  nessuno vuole sottovalutare  la violenza sulle donne,; si sta soltanto cercadndo di avere una visione più ampia e approfondita della violenza in generale, includendo anche gli uomini.

Bisogna sottolineare che la violenza aumenta quando nella società c'è un forte e diffuso disagio. Le cause della violenza sulle donne, oggi, sono varie, non ultime lo sfacelo della trasformazione  sociale attuale nel melting pot, nella confusione del gender, nell'eccessivo materialismo e il relativismo dominante.
È ovvio  poi che in quanto al rapporto di forza, nella violenza fisica, una donna può soccombere più facilmente.
Secondo me la violenza che discrimina le donne è ancora innanzitutto di tipo sessuale; non tanto dello stupro vero e proprio (anche quello), ma dei tanti e variegati abusi di tipo sessuale di cui è fatta oggetto una donna. Perciò è fondamentale l'educazione in famiglia (cosa che non si fa più) e la cultura  nelle scuola.

Mi dispiace ma devo citare ancora la riflessione della scrittrice su citata (è anche medico e psicoterapeuta) perché analizza a fondo il problema della violenza.

"L'uomo cui muore la moglie tende a suicidarsi dieci volte più spesso della donna cui muore il marito."
"Tra i disoccupati il tasso di suicidi è doppio rispetto a quello che si rileva tra quanti hanno un lavoro. Tra le donne, non c'è alcuna differenza nel tasso di suicidi, che lavorino o no."
"Nel bel mezzo della Grande Depressione, la tendenza al suicidio tra gli uomini era 650 volte superiore che tra le donne."
"Il tasso di suicidi tra gli adolescenti è recentemente aumentato e ora è 3 volte superiore rispetto a quanto avviene tra le ragazze."
"Solo vent'anni fa, gli uomini tra i 25 e i 34 anni si suicidavano in percentuale doppia rispetto alle coetanee; oggi la percentuale è quadruplicata. (Il tasso tra gli uomini è aumentato del 26 per cento, tra le donne è diminuito del 33 per cento.)"
Questi dati sollevano una serie di interrogativi; Perché il tasso di suicidi tra i ragazzi è aumentato tanto di più che tra le ragazze, in tempi recenti? Perché la perdita dell'amore è così devastante per gli uomini? La depressione femminile è l'equivalente del suicidio maschile? Perché le donne tentano il suicidio più spesso, mentre gli uomini ci riescono quattro volte più spesso? Perché la "classe suicida" è anche la "classe arrivata"? Forse gli uomini si suicidano in numero maggiore perché ce ne occupiamo meno, e quindi la "classe suicida" sarebbe la "classe non amata"?
Cominciamo dagli adolescenti. Perché il tasso di suicidi tra i ragazzi, ma non tra le ragazze, aumenta del 25.000 per cento quando diventano chiari i ruoli sessuali?
Warren Farrell
~:~
in Italia i numeri della violenza sono questi più o meno, approssimati

1500 assassinati secondo il seguente schema
1000 l'uomo ha assassinato se stesso, numero approssimato per difetto, spesso il suicidio è camuffato da incidente stradale inspiegabile (Manca il segno della frenata)
400 l'assassinato è un altro uomo
100 l'assassinata è una donna .
1400 volte la vittima della violenza è un uomo e 100 volte una donna.
gli uomini uccidono di più perché il testosterone li rende più naturalmente violenti, una violenza con cui hanno tenuto testa a tigri dai denti a sciabola e mammuth, senza la quale l'umanità non esisterebbe. La violenza fisica delle donne è minore, non si suicidano, ma hanno una maggiore violenza manipolatoria e verbale. ( e a volte uccidono i figli, ancora nel loro ventre: non è violenza? e che cosa è?
il suicidio maschile è un'evenienza ridicola e irrilevante di cui non ci frega niente.
Una donna ha diritto di scrivere 50 sfumature o di fare una campagna elettorale basata su "ti faccio un pompino", mentre ci spiegano che il fatto che gli uomini si siedano a gambe larghe è violenza.
Sicuramente gli atri sono più intelligenti di me, ma io tutto quello che ho capito dalla giornata contro la VIOLENZA CONTRO LA DONNA è che sono stati messi sul banco degli imputati gli uomini, tutti, i padri, i mariti, i figli i fratelli, tutti.
Avete processato mio padre, mio marito, mio figlio, tutto l'infinito esercito di uomini perbene che ho incontrato sulla mia strada.
tutto questo senza nominare la parola Sharia?
Scusate, voi siete certe di non esservi fatte strumentalizzare?"

Fharenight

E ancora...:
"Anche le donne fanno male. Anche le donne distruggono. I suicidi degli uomini sono 10 volte più frequenti di quelli delle donne . Il problema è comunicativo. Gli uomini hanno un cervello meno empatico di quello delle donne e non capiscono che gli insulti possano destabilizzare perché non destabilizzano loro. Due uomini si danno del l'idiota a vicenda e due ore dopo si fanno una birra insieme. Le donne sono facilmente destabilizzate dal giudizio altrui perché dipendono dal giudizio altrui. Domanda: perché se educhiamo alla fesseria che maschi e femmine sono uguali, anzi intercambiabili, un maschio dovrebbe comportarsi con una donna in maniera diversa di come si comporta con un uomo ? Tra gli uomini la zuffa anche fisica è la norma. In molti film, soldato Jane, Divergent, Hunger Games, le donne sono forti come uomini , se non di più, e ne condividono gli addestramenti militari. Quindi perché fare attenzione? Ricominciamo a educare al maschile e femminile."

mchicapp

Citazione di: maral il 28 Novembre 2016, 14:49:03 PMLa visione della donna idealmente esente da ogni atto di violenza, è evidentemente il prodotto specifico di quella visione cristiana prodottasi in Occidente soprattutto a partire dal Basso Medioevo che trova nella figura della Madonna, il riferimento archetipico. Il sacro femminile viene qui depurato sia del suo elemento autenticamente generativo che di quello distruttivo ad esso implicito, limitandolo da un lato a quello di accuditrice vergine e sommamente amorevole del Figlio, dall'altro a quello puramente seduttivo da cui il maschio-figlio deve difendersi e la difesa consiste sia nella violenza contro colei che seduce demonizzando, sia nella sublimazione della donna in Madonna, ossia nella santificazione della seduzione femminile in una figura idealizzata che ricalca di nuovo i tratti di un'assoluta purezza celebrata poeticamente. Da un lato quindi un demone strega da schiacciare e bruciare, dall'altro una purezza assoluta da venerare, mentre la capacità generatrice e pertanto letale del femminile viene sottratta in nome della religione prima e della scienza poi, finché maschio e femmina costituiscono sempre meno una complementarietà di genere e sempre più un'eguaglianza economica di sessi solo biologicamente diversi: l'uguaglianza dell'unità produttiva e consumatrice. In tal modo la tanto deprecata e deprecabile violenza di genere (quella che ancora esiste in quelle parti del mondo "barbariche" che ancora non si sono doverosamente convertite alla nostra "civiltà") diventa violenza di sistema, giustificata dal suo sguardo oggettivo che parifica ogni differenza che non riguardi il conto di quanto, maschio o femmina, consumando si produce in termini monetizzabili. Ma questa stessa "oggettivazione" pubblica apre le porte a una violenza privata peculiare del mondo occidentalizzato, in cui maschio e femmina si fanno reciproca violenza, ognuno nelle modalità in cui eccelle e, incapaci di vedere alcuna complementarietà reciproca, si singolarizzano in un'autonomia sempre più eterodipendente dal contesto tecnologico, economico e sociale in cui solo possono a volte sognare di esistere come individui.

appunto maschio e femmina si fanno reciproca violenza.  non c'è una violenza di genere, ma c'è violenza in famiglia, nella coppia.

ho trovato molto interessanti gli stralci da te postati

il mio punto era la negazione della violenza delle donne. ogni negazione è sempre preoccupante.
che poi in asia, africa e altri posti la situazione della donna sia di maggiore sottomissione rispetto a noi probabilmente è vero, ma non sono mai vissuta in quei paesi. io posso parlare dell'italia e infatti parlo dell'italia. tutta questa faccenda del femminicidio mi sembra esagerata, di parte. ci sono anche uomini che vengono ammazzati dalle donne. nessuno ne parla.
ci sono donne che riducono il loro uomo in uno stato di sudditanza

la violenza può assumere diverse modalità 

mi ricordo un caso. un rampollo di ricchissima famiglia si era fidanzato con una ragazzotta che a ventisei anni non si era ancora laureata in lingue. non doveva essere molto studiosa. la ragazza lavorava come commessa da qualche parte. anche la ragazza era di buona famiglia, ma non era miliardaria. avrebbe potuto permettersi - con l'aiuto della famiglia - un bilocale in periferia. vivere in un grande appartamento del centro a milano è però molto più bello.
il rampollo ricco era però un tantino squinternato, aveva dato segni di instabilità. prudenza consigliava di starsene lontano, ma l'appartamento bello, il tenore di vita, oggetti di lusso facevano gola.
fu ammazzata dallo squinternato rampollo, la cui unica attrattiva era in effetti il suo denaro.
la ragazza fa comunque pena. mi domando però quante di queste donne uccise abbiano accettato un legame pericoloso per motivi di vantaggio economico.
per una donna  che ha il senso della propria dignità è meglio mangiare pane e cipolla in un monolocale di periferia che vivere con uno squinternato mezzo drogato, per una ragazzotta senza né arte né parte, la cui aspirazione massima sarebbe potuta essere far da segretaria in un ufficio, il bell'appartamento, gioielli e borsette di gran marca l'hanno spinta verso una scelta demenziale.
lui sarà stato uno squintarnato senza rimedio, ma lei se lo era scelto.

maral

Ho trovato molto interessante la lettura di "gender" di Ivan Illich di recente ripubblicazione (qui nella versione scaricabile online: http://www.pensierocritico.eu/files/illich-ivan---il-genere-e-il-sesso.pdf. Illich sottolinea la crisi nel rapporto uomo donna verificatosi con il passaggio dalla cultura vernacolare di genere a quella economico sessista dello sviluppo industriale in cui la coppia maschio femmina si trova sempre più subordinata alla capacità di produrre solo per il mercato da cui finisce per dipendere totalmente per la soddisfazione di ogni bisogno, svolgendo un lavoro ombra (non remunerato e non riconosciuto) in cui i due sessi si trovano a competere con notevole svantaggio proprio per la dimensione femminile. In questi termini, i cui presupposti possono essere più o meno accettati,  la violenza nel rapporto tra maschio e femmina non pare certo diminuire con quello che si intende per "progresso", anzi sembra prodursi esattamente il contrario, mentre la frustrazione, nascosta da false illusioni di parità sessuale, aumenta per entrambi.

Casi simili a quello da te citato li ho riscontrati varie volte e soprattutto nell'ambito delle classi più agiate, ove la donna che finisce con l'essere vittima della violenza del coniuge maschile diventa complice del suo stesso carnefice in nome della disponibilità economica e della posizione  invidiabile che questi, spesso stimato professionista di successo, le garantisce, conferendole così un'identità per la quale lei è disposta a pagare fino a mettere masochisticamente a rischio la sua vita.

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