VINCOLO DI MANDATO o VINCOLO DI DISCIPLINA?

Aperto da Eutidemo, 07 Aprile 2017, 19:46:35 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Sappiamo tutti che l'art. 67 della Costituzione, sancisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza "vincolo di mandato"; e sappiamo pure , invece, che c'è  chi ora vorrebbe introdurre tale vincolo.
Già, ma bisognerebbe chiedersi vincolo riguardo a che cosa: al "programma" o al "partito"?
Verrebbe da rispondere: al "programma del partito".
Sarebbe una risposta logica, la quale, però, non tiene conto di due fatti:
- che spesso, prima delle elezioni, i partiti (e soprattutto i movimenti) non presentano programmi sufficientemente circostanziati;
-  che non di rado i partiti agiscono in modo difforme dai programmi che avevano presentato prima delle elezioni (come è accaduto di recente).
Ed allora, qualora su un determinato tema il programma preelettorale tacesse, o fosse ambiguo, ovvero e il partito lo disattendesse (come è accaduto di recente), A COSA IL PARLAMENTARE DOVREBBE ATTENERSI, E DA COSA DOVREBBE SENTIRSI VINCOLATO?
I casi sono due:
- o si lascia al parlamentare di decidere in coscienza quale scelta legislativa, secondo lui, è più consona alle promesse fatte agli elettori prima delle elezioni;
- oppure si lascia stabilire la cosa al partito di appartenenza, ed il parlamentare deve limitarsi ad obbedire.
Nel secondo caso, però, secondo me, più che un vincolo al "mandato" degli elettori, sarebbe un vincolo di "sudditanza" al partito (e/o al suo capo); cosa che non ritengo ammissibile, perchè, sempre in base all'art. 67 della Costituzione, i membri del Parlamento "rappresentano la NAZIONE"  e non singoli soggetti o gruppi di essi (partiti, movimenti, "lobby" ecc.)
In altre parole, a mio avviso, l'eventuale "vincolo di mandato" (sempre che lo si voglia introdurre, cosa a cui io sono personalmente contrario) dovrebbe essere limitato alle promesse fatte in sede elettorale (per come le interpreta il candidato), e non ad un "vincolo di disciplina", con l'obbligo di dover obbedire sempre e comunque agli "ordini di scuderia" del partito di appartenenza.
Ed infatti, in base alla Costituzione, si votano i "candidati" appartenenti ad un partito, E NON i "partiti" di appartenenza (anche se ormai non si fa più caso alla differenza,visto come è fatta la scheda elettorale).
E' vero che un illustre e compassato esponente politico, sostenitore dell'introduzione del vincolo di mandato  , ha eccepito che, però, così facendo, "l'eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare"; questo può anche darsi, ma che l'eletto, invece, debba fare solo "il cazzo che pare a LUI"...a me non sembra affatto la soluzione ideale! :D
Voi cosa ne pensate?

Fharenight

Io penso che la cosa migliore sia che l'eletto, in quanto ELETTO, faccia il cazzo che vuole il suo elettorato. Sarei dunque d'accordo sul vincolo di mandato legato al programma preciso, chiaro e dettagliato,, e, qualora nel corso del mandato si presentassero imprevisti, deve comunque perseguire il piú possibile tutto ciò che era previsto nel programma.  Io purtroppo non vedo polici davvero in gamba e risoluti, ma diciamo che se dovessi votare per forza qualcuno,  il meno peggio, voterei Salvini, ma solo ed esclusivamente per quello che dice di voler fare,  e se fosse eletto Presidente del Consiglio è tenuto a realizzare quanto promesso, non deve cambiare programma come accade ormai  sempre, come fan tutti, motivo per cui molti cittadini non vanno piú a votare.  Il mio prossimo voto sarà anche l'ultimo (sono stanca di sentirmi preaa in giro), dopodiché, se nulla cambierà... per me  la democrazia sarà morta.

Eutidemo

Ciao Farenight,
anche io potrei es :) sere d'accordo sul vincolo di mandato legato ad un programma preciso, chiaro e dettagliato; ed infatti, se di dovesse decidere di prevedere l'obbligo di mandato, dovrebbe anche essere previsto l'obbligo, per i partiti, di fornire sempre ai cittadini, prima delle elezioni,  un programma preciso, chiaro e dettagliato.,
Ma, qualora nel corso del mandato si presentassero imprevisti, è vero che il parlamentare dovrebbe comunque perseguire il piú possibile tutto ciò che era previsto nel programma; ma chi è che lo stabilisce?
Il partito?
Un Gran Giurì?
Un comitato dei Garanti?
Non è mica facile deciderlo.
E poi, quali sanzioni si dovrebbero applicare a chi non si attiene al mandato, e chi dovrebbe applicarle?
Mah!
Quanto a chi votare, ovviamente, ognuno ha le sue opinioni! :)

.

paul11

Il problema è molto più vasto di quel che sembra.
Cominciamo a distinguere la democrazia rappresentativa (quella vigente) e quella diretta.
In quella diretta c'è un portavoce più che un eletto, in quanto dovrebbe essere il popolo a rattificare una legge o accettare un compromesso, quindi il soggetto sarebbe il popolo.
Ricordo che l'unica forma di democrazia diretta (molto annacquata) dovrebbe e potrebbe essere il referendum.

Nella democrazia rappresentativa, che è quella vigente ovunque, il primo problema sono i candidati ad essere eletti.
Deve esserci un buon rapporto fra società civile( il popolo) e società politica( deputati, senatori, partiti, associazioni) affinchè le scelte dei candidati possano essere oculate.
Il primo problema è quindi il "filtro" della società civile che offre candidati per la società politica.
La mediazione è da sempre rappresentata dai partiti ,che è una forma di associazione con un proprio statuto.
Quindi un partito ha una sua identità, collocazione nella dialettica storica (progressista, conservatore, di sinistra ,di destra, di centro).

Nella situazione attuale la realtà ci dice che non c'è un buon rapporto fra società civile e politica, che i partiti hanno perso una chiara identificazione ( in realtà si assomigliano soprattutto con la fine delle ideologie).

Altro aspetto importante è il come vengono quindi scelti candidati all'interno dei partiti e le condizioni legislative in merito alle elezioni (maggioritario, proporzionale).
La forma di Governo è ancora un'altro problema, in quanto se si è obbligati alle coalizioni fra partiti è ovvio che il "manifesto elettorale" viene negoziato insieme ad altri manifesti di altri partiti per trovare un compromesso e avere la maggioranza parlamentare.

Il risultato è che la forma democratica rappresentativa nel nostro Stato è ancora un gran "casino",che non contribuisce alla chiarezza fra il rapporto società civile e politica ,creando quella sfiducia che viene rappresentata dai voti "in bianco" e dall'astensionismo-

Nel merito, quel manifesto elettorale del partito e del candidato non può essere un inno qlle illusioni.
Perchè l'importante è prendersi il mandato, con i relativi privilegi e immunità e fregandosene altamente del bene comune per farsi affari privati che gli serviranno quando ritornerà, se ritornerà nella società civile. 

Una cosa è opportuna fare, non si possono creare partiti o cambiare partito durante il mandato elettorale, pena le dimissioni.E' incivile prima ancor che impolitico "cambiare bandiere" o crearne altre.
Bisognerebbe anche compensare con i referendum non solo abrogativi, la democrazia diretta su alcune forme legislative .

Eutidemo

Caro Paul11,
indubbiamente, il problema è molto più vasto di quel che sembra.
Esaminiamolo insieme.
DEMOCRAZIA DIRETTA
Nel caso della democrazia diretta <<a prescindere dal fatto che l'unica forma di democrazia diretta attualmente prevista dalla Costituzione è soltanto quella che si estrinseca con i referendum>>, il problema del vincolo di mandato non si pone proprio, perchè il cittadino decide direttamente lui, "omisso medio".
DEMOCRAZIA INDIRETTA
Quanto al fatto che, nella democrazia rappresentativa, che è quella vigente ovunque, debba esserci un buon rapporto fra società civile e società politica, affinchè le scelte dei candidati possano essere oculate, penso che siamo tutti d'accordo.
Così come siamo d'accordo che il primo problema è il "filtro" della società civile che offre candidati per la società politica, e che la mediazione è da sempre rappresentata dai partiti.
Quanto al fatto che oggi  i partiti abbiano ancora una loro identità e una precisa collocazione nella dialettica storica, ne dubito molto; ed infatti, come tu giustamente scrivi, nella situazione attuale la realtà ci dice che NON c'è un buon rapporto fra società civile e politica, e che i partiti hanno perso una chiara identificazione ( in realtà si assomigliano soprattutto con la fine delle ideologie).
Non avrei saputo scriverlo meglio di così!
Di conseguenza, quello che è cruciale è il SISTEMA ELETTORALE, nonchè la FORMA PARLAMENTARE (e governativa) che ne scaturirà.
Però non sono molto d'accordo con le tue conclusioni.
Ed invero, pur ammettendo che il "manifesto elettorale" del partito e del candidato non può che essere un inno alle illusioni, e che per molti candidati l'importante è prendersi il mandato, con i relativi privilegi e immunità e fregandosene altamente del bene comune per farsi affari privati che gli serviranno quando ritornerà, se ritornerà nella società civile, da questo, però, non ne consegue che sia lecito, opportuno ed utile, demandare tutto alla "disciplina" di partito, obbligando i parlamentari ad obbedire ai "capibastone" (come tanti obbedienti Ascari), anche quando detti "capibastone" assumono orientamenti e decisioni palesemente diverse da quelle proclamate prima delle elezioni; ed invero, anche volendo ammettere che la maggior parte dei candidati siano dei "mezzi delinquenti", allora bisognerebbe di conseguenza pure ammettere che alcuni partiti sono delle "vere e proprie associazioni a delinquere", capitanate da Ducetti che fanno il comodo loro.
Per cui, consentire a questi ultimi "poteri di vita e di morte" (parlamentare), sui parlamentari del loro schieramento, mi sembra la cosa più dissennata che si possa fare.

paul11

Caro Eutodemo, 
stante la situazione attuale è fondamentale il sistema  elettorale e la forma di governabilità .
Arriverei persino a dire che la magistratura dovrebbe essere eletta dal popolo, così come ovviamente il il Parlamento, e forse sarebbe meglio il presidenzialismo con voto diretto da parte del popolo(come in USA).

Sulle conclusioni forse non mi sono fatto capire, perchè è tutt'altro quello che desideravo esprimere.
Bisogna cercare di farla finita con il marketing politico, vale dire presentare i candidati come spot pubblicitari.
la politica, se è ancora una cosa seria, non è una merce da acquistare illudendo il potenziale consumatore e quindi torna il tuo problema posto nella discussione sul vincolo di mandato e/o di disciplina.
Il problema che già appariva al tramonto dei partiti ideologici è la rincorsa verso il "centralismo". Non essendoci più una vera destra e una vera sinistra, ma un entro-sinistra e un centro-destra, il voto è diventato di fato di scambio e non per fede politica e ideale sociale. Il marketing politico appare appunto per la tipologia di consenso elettorale da catturare con il voto essendo finito il voto per fede o ideale.

Il problema è il progetto e il programma politico, economico sociale è quì che i partiti hanno smesso di essere associazione culturale, promotori e coagulatori sociali di confronto.Quella disciplina di partito era fondata su un programma o di governo  o di opposizione, ma con contenuti.Francamente oggi si vede poco o nulla di originale, ma temo anche per mancanza nella società civile di idee, direi addirittura per mancanza di filosofia politica più che di scienza politica. Per esempio Antonio Gramsci, Benedetto Croce, Giovanni gentile, erano uomini di cultura, filosofi,
Ma ancor più il mio timore maggiore è la voluta scelta dei partiti di non avere più a che fare con la uomini di cultura e cultura in generale, ma con personaggi che costruiscono lì"immagine", che scrivono ciò che l politico dirà  e come dovrà dirlo ,Noi siamo, ma lo è da tempo gli USA soprattutto, dentro un immenso spot politico, dove iil controllo dei mass media e il consenso con i proprietari editoriali , è diventato fondamentale.

Ma quanto è cosciente di tutto questo il popolo? Forse non c'è una coscienza culturale della politica sufficiente, ma sicuramente c'è una profonda disillusione che allontana i giovani dal desiderio e  dalla passione di far politica culturalmente, di progettare, di  creare nuove vie ,di riformulare storicamente il pensiero politico.
Il popolo semplicemente reagisce non votando , perchè si può illudere una volta, magari due, poi anche un consumatore una volta acquistato il prodotto se si accorge che è stato preso in giro ,non riacquista.

Come ho scritto nel precedente post il vincolo di mandato almeno si esplica nel non poter cambiare bandiera politica, perchè se un candidato è stato eletto in una lista partitica ha creato gioco forza un legame con quel programma politico essendone compatibile.
Un uomo politico può benissimo essere contrario al programma politico dei congressi che si succedono nei partiti e contro la mozione finale,Ma quì deve fare una scelta di compatibilità e opposizione interna al partito oppure se ne va  se è stato eletto nelle file di quel partito, si deve dimettere se vuole essere coerente,
E' ovvio che il partito conta, perchè cambiano gli uomini, ma il partito ha una sua continuità storica che lo identifica, ma sono nello stesso tempo gli uomini che fanno il partito,che costruiscono le gerarchie fino al segretario politico, quindi è ovvio che c'è una disciplina interna, perchè è il segretario politico del partito che negozia,contratta  con gli altri partiti per la formazione del Governo, nell'attuale sistema.

Eutidemo

Caro Paul11,
hai ragione: un uomo politico può benissimo essere contrario al programma politico dei congressi che si succedono nei partiti e contro la mozione finale; ma, in tal caso, dovrebbe  fare una scelta di compatibilità e opposizione interna al partito oppure dovrebbe andarsene da quel partito. :)
Però, nel caso in cui sia il partito a disattendere le promesse "programmatiche" fatte agli elettori prima delle elezioni, mentre invece il parlamentare vorrebbe mantenerle, perchè mai costui dovrebbe dimettersi anche da parlamentare, se volesse esprimere un voto coerente col programma sulla base del quale è stato eletto?
Uscire da partito, lo capisco, ma dimettersi da parlamentare no, in quanto il rapporto di fiducia prevalente è con gli elettori, non con il partito; ed invero, per quanto possa essere rilevante il ruolo dei partiti, i cittadini eleggono "i parlamentari" (che potrebbero anche non far parte di nessun partito), mica "i partiti". ;)

paul11

Citazione di: Eutidemo il 10 Aprile 2017, 07:08:24 AMCaro Paul11, hai ragione: un uomo politico può benissimo essere contrario al programma politico dei congressi che si succedono nei partiti e contro la mozione finale; ma, in tal caso, dovrebbe fare una scelta di compatibilità e opposizione interna al partito oppure dovrebbe andarsene da quel partito. :) Però, nel caso in cui sia il partito a disattendere le promesse "programmatiche" fatte agli elettori prima delle elezioni, mentre invece il parlamentare vorrebbe mantenerle, perchè mai costui dovrebbe dimettersi anche da parlamentare, se volesse esprimere un voto coerente col programma sulla base del quale è stato eletto? Uscire da partito, lo capisco, ma dimettersi da parlamentare no, in quanto il rapporto di fiducia prevalente è con gli elettori, non con il partito; ed invero, per quanto possa essere rilevante il ruolo dei partiti, i cittadini eleggono "i parlamentari" (che potrebbero anche non far parte di nessun partito), mica "i partiti". ;)

Caro Eutidemo, 
bene, ecco  che si evidenziano le ambiguità che persino il "novello" 5Stelle ha suo malgrado: da  gestire.

Chi decide le liste elettorali e le gerarchie (capolista a poi a discendere)  nei vari distretti elettorali se non il partito nelle sue sedi locali  ocentrali?
Il popolo vota il partito o la persona? Più ci allontaniamo dal paesino in cui tutti si conoscono e  allarghiamo allo smisurato sistema Stato e più dobbiamo fidarci senza conoscere la persona, ci fidiamo del suo "spot" pubblicitario, per forza  di cose sì.

Quindi il problema diventa :quale controllo ha il popolo nell'attuale sistema elettorale?
Ci dobbiamo fidare dell'onestà intellettuale, morale del candidato e perchè "ci piace"? Ad adesso direi di sì perchè questo è il sistema.
Il problema diventa che una volta che si  eletti, bisogna tenerseli sino alla fine del mandato che la Costituzione ha sancito, salvo "cadute" dei Governi, e scioglimento delle Camere da parte del Presidente della repubblica., a prescindere dall'onestà o disonestà intellettuale



Quindi il voto per l'eletto è del popolo , ma il filtro del partito è fondamentale.
Il deputato  o senatore generalmente una volta fuoriuscito dal partito di origine va nel gruppo misto di centro sinistra/ destra: e nn conta niente.

E' fortemente ambiguo questo nostro sistema attuale, perchè la Costituzione sottovaluta il ruolo fondamentale dei partiti nella formazione delle liste, nelle gerarchie delle liste stesse, nel ruolo della mediazione negoziale nella formazione del Governo, nel ruolo della consultazione da parte del presidente della repubblica, nel ruolo di portavoce in camera o Senato.
Il problema è che IL VERO E REALE POTERE POLITICO se lo hanno i partiti e non i singoli eletti, in quanto il partito è il luogo della "presa di posizione" su leggi e negoziazioni interne nell'agone politico", il sistema Costituzionale dovrebbe decidere e sancire i ruoli chiarendo i rapporti democratici. Se i segretar idi partito sono fondamentali ,allora si vada al sistema Presidenziale, con voto diretto del Popolo, perchè questo attuale sistema non evidenzia le trame del sottobosco politico (formazione candidature, governi ombra,ecc.), negando quel principio di TRASPARENZA che l'elettorato, vale a dire il popolo sovrano deve necessariamente conoscere per poter scegliere. Lo sappiamo tutti che nel voto alle leggi si evidenziano "franchi tiratori" perchè il partito decide se accettare ,opporsi o astenersi da una legge in quanto la mediazione negoziale fra i partiti e non fra i deputati singoli e i senatori  ha portato a determinate scelte, per cui il singolo eletto è comunque controllato dal partito e non dal popolo in Parlamento.

Il problema è togliere le ambiguità e dare trasparenza al popolo sovrano.

Quanti partiti abbiamo visto nascere e sparire negli ultimi trent'anni (senza andare all'inizio della Repubblica)?
Il partitismo diventa il luogo dello scranno sepolcrale a vita di troppi personaggi che campano per prendersi i privilegi e contare praticamente nulla. politicamente. Questo non è pluralismo democratico, questa è cacofonia politica.

Se pochi contano è inutile fingere e costruire ridondanze di false democrazie che portano a plutocrazie,
.
Bisogna far emergere chi conta davvero, i segretari politici usciti dai congressi di partito e chiedere loro trasparenza, perchè sono loro a decidere il "disciplinario" interno al partito con organismi come i probiviri o il controllo dei finanziamenti e spese interne.

Se vogliamo toglier il "bluff", il sistema deve rapportarsi al reale potere politico e non alla pseudo democrazia, vale adire la Costituzione deve aggiornarsi al reale potere politico

Fharenight

#8
Eutidemo dice: "Ma, qualora nel corso del mandato si presentassero imprevisti, è vero che il parlamentare dovrebbe comunque perseguire il piú possibile tutto ciò che era previsto nel programma; ma chi è che lo stabilisce?
Il partito?
Un Gran Giurì?
Un comitato dei Garanti?"

Per esempio si potrebbe adottare il sistema del M5S, cioè attraverso le consultazioni online.

Paul, il popolo non reagisce soltanto non votando (almeno non nel mio caso), ma alcuni cercano di creare qualcosa di nuovo, com'è succeso col M5S, probabilmente nasceranno nuovi movimenti e nuovi partiti perché la gente è stufa non solo di essere presa in giro, ma di non essere rappresentata affatto, di veder soccombere tutti i valori in cui credeva e i diritti conquistati e probabilmente si sceglierà la democrazia diretta, con la speranza che questo accada prima di attraversare il punto di non ritorno,  perché con lo sciocco libertarismo europeo, l'egualitarismo ebete portato avanti dalle sinistre e  l'immigrazione selvaggia cui stiamo assistendo passivamente dementi e sorridenti, tipo "cornuti e contenti",  non vorrei ci ritrovassimo tra qualche decennio con una sorpresa non gradita, di partiti politici tendenti alla teocrazia che cominceranno a dettare leggi  davvero. Badate bene che non è fantapolitpca, il rischio c'è, basta essere realisti e guardare cosa si agita intorno... alle nostre democrazie. Se l'Occidente ha tentato (invano) di "esportare" la democrazia in Oriente, il Medio Oriente sta tentando di infiltrare la teocrazia in Occidente. Ci riuscirà? Sí, se non ci libereremo della sinistra, di questa sinistra, a mio avviso malata, fallimentare (che probabilmente non piace neanche a molti di voi di sinistra) ma che vuole sopravvivere a tutti i costi.

Paul dice: "La mediazione è da sempre rappresentata dai partiti ,che è una forma di associazione con un proprio statuto.  Un partito ha una sua identità, collocazione nella dialettica storica (progressista, conservatore, di sinistra ,di destra, di centro)."

Ecco ciò che manca per esempio al M5S; è un Movimento senza una chiara identià (e questo non consente di far nascere un movimento analogo ma decisamente di destra) ; non si capisce se è progressista, conservatore, di sinistra, di centro o di destra, anche se molti esponenti sono evidentemente di sinistra, manca tuttavia di una chiara definizione ideologica di base, prende (e cambia) decisioni di volta in volta, l'unico filo conduttore che unisce i suoi elettori ed i suoi militanti è il suo unico cavallo di battaglia: l'onestà. Ma l'onestà, pur essendo un requisito fondamentale per il buon governo, non è e non può essere l'unico, occorre anche  definire valori e ideologia di riferimento  su cui basare programmi e scelte politiche.

donquixote

Citazione di: Fharenight il 10 Aprile 2017, 10:39:38 AMEcco ciò che manca per esempio al M5S; è un Movimento senza una chiara identià (e questo non consente di far nascere un movimento analogo ma decisamente di destra) ; non si capisce se è progressista, conservatore, di sinistra, di centro o di destra, anche se molti esponenti sono evidentemente di sinistra, manca tuttavia di una chiara definizione ideologica di base, prende (e cambia) decisioni di volta in volta, l'unico filo conduttore che unisce i suoi elettori ed i suoi militanti è il suo unico cavallo di battaglia: l'onestà. Ma l'onestà, pur essendo un requisito fondamentale per il buon governo, non è e non può essere l'unico, occorre anche definire valori e ideologia di riferimento su cui basare programmi e scelte politiche.

Quello è un movimento molto moderno, addirittura ipermoderno: in una società nichilistica come quella odierna nessun valore e nessun fine è più concepibile, per cui hanno inventato un movimento basato esclusivamente sul mezzo, sugli strumenti per decidere (anche se sono ancora in via di "implementazione" con il nuovo software Rousseau), ove il merito della decisione non ha importanza alcuna. Il non avere alcuna idea di base riconoscibile e la necessità intrinseca di esprimerne di contraddittorie (né di destra né di sinistra) è funzionale all'acquisizione del consenso poichè ognuno, di qualunque "fazione" faccia parte, vi si può almeno parzialmente riconoscere e l'espressione sempre criptica e mai chiara e definita di queste "idee secondarie" mette chiunque in condizione di poterle interpretare adattandole al proprio modo di pensare. Una dimostrazione plastica di questa schizofrenia politica sta nel fatto che dopo il fallito tentativo di allearsi con i liberali europei due deputati al Parlamento Europeo sono usciti dal movimento andando a piazzarsi in formazioni fra loro antitetiche (uno con i verdi e l'altro con la Le Pen).
Per quanto concerne l'onestà questa parola non significa solo "non rubare", ma anche e soprattutto "non ingannare" e da questo punto di vista i pentastellati sono fra i più disonesti che vi siano: se non hanno rubato soldi pubblici (ma del resto è l'occasione che fa l'uomo ladro e loro non è che abbiano avuto 'ste grandi occasioni, poi vedremo) hanno però ingannato milioni di persone facendo credere loro che erano più capaci, più competenti, più bravi, più intelligenti di quegli altri, e poi si sono visti e si vedono quotidianamente i risultati. Forse che i "vertici" del movimento hanno l'onestà intellettuale di ammettere che vorrebbero governare l'Italia pur non essendo in grado di gestire nemmeno una paninoteca? La loro disonestà sta appunto nel non ammettere la loro totale incompetenza, la loro completa inesperienza (come il deputato che possedeva una latteria e per questo voleva fare il ministro dell'agricoltura), e il fatto che centinaia di loro siano profumatamente pagati con soldi pubblici per andare nelle istituzioni ad "imparare" quando di solito prima si impara a proprie spese e solo dopo coloro che hanno imparato meglio potranno esprimersi nelle istituzioni è molto simile ad un furto, come uno studente di medicina che inizia ad operare al primo anno con lo stipendio di un primario, e quindi anche dal punto di vista del "non rubare" l'onestà è quantomeno in dubbio.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Eutidemo

Caro Paul11,
bella domanda: ll popolo vota il partito o la persona? 
In effetti, hai ragione nel dire che, più ci allontaniamo dal paesino in cui tutti si conoscono e  allarghiamo allo smisurato sistema Stato e più dobbiamo fidarci dei partiti, senza conoscere la persona; però, se questo era vero al "cento per cento" all'epoca dei MEDIA A STELLA (TV e giornali), adesso è un po' meno vero ai tempi dei MEDIA A RETE, in cui la comunicazione è orizzontale, e puoi conoscere chiunque direttamente sui suoi blog, su FB, twitter e altrove.
Il mondo stesso è diventato un "paesino", non solo l'ITALIA (proprio ieri il mio Avatar stava discutendo con quello di un cinese di Shangai, su Second Life)!
Però hai pur sempre ragione: il voto per l'eletto è del popolo , ma il "filtro" del partito è importante.
Ma un conto è un "filtro", ed un altro conto è un "giogo"!
Peraltro, non è affatto vero che il deputato  o senatore una volta fuoriuscito dal partito di origine va nel gruppo misto di centro sinistra/ destra,  e non conta più niente; ed infatti si vota "pro capite", non "per schieramenti" (come negli Stati Generali).
Però è vero che è fortemente ambiguo questo nostro sistema attuale, perchè:
- la Costituzione sottovaluta un po' il ruolo dei partiti nella formazione delle liste, nelle gerarchie delle liste stesse, nel ruolo della mediazione negoziale nella formazione del Governo;
- i partiti, invece, sopravvalutano un po' troppo la loro funzione, volendosi rendere "domini" assoluti delle deliberazioni parlamentari (anche, magari, su temi etici);
Quanto al sistema Presidenziale, con voto diretto del Popolo, credo che sia il sistema meno adatto per un popolo uso a farsi abbindolare da carismatici "istrioni"; che poi li aggiogano come somari al loro carro.
Dio ce ne guardi! ::)

Eutidemo

Cara  Fharenight,
il sistema del M5S, cioè attraverso le consultazioni online, forse, potrà andar bene quando tale sistema sarà soggetto a più idonee forme di garanzia e controllo informatico; il che, almeno per ora, non mi sembra ancora che sia. 
Però è un ottima idea, e forse, in futuro potrà essere adottato anche per le elezioni politiche vere e proprie! 
Quanto ai tuoi timori circa l'instaurazione di una "teocrazia" di tipo semita in occidente, sinceramente mi sembra un rischio molto ipotetico; sebbene bisogna riconoscere che al Papa, circa 1500 anni fa, il colpaccio riuscì perfettamente! :D  :D  :D
Quanto a liberarsi della sinistra, per eliminarla, bisognerebbe prima riuscire a scovarla; ma, per ora, qualunque ricerca è risultata senza esito. :D  :D  :D
Quanto al M5S, in effetti, è un Movimento senza una chiara identià; non si capisce se è progressista, conservatore, di sinistra, di centro o di destra; il suo unico cavallo di battaglia è l'onestà. 
Ma direi che questo è il "minimo sindacale" per tutti, dall'idraulico al chirurgo; e, se devo essere operato, non è che la prima cosa di cui mi vado a preoccupare è di sapere se il chirurgo è onesto e incorruttibile!
Voi? ;D  ;D  ;D

Eutidemo

Caro Donquixote,
Hai perfettamente centrato il "trucco" strategico del M5S.
Ed infatti il non manifestare alcuna idea di base riconoscibile, e il fatto di esprimerne di contraddittorie (né di destra né di sinistra) è funzionale all'acquisizione del consenso poichè ognuno, di qualunque "fazione" faccia parte, vi si può almeno parzialmente riconoscere; è lo stesso sistema che usava il movimento Qualunquista di Guglielmo Giannini.
Ed invero, a parte il fatto che dopo il fallito tentativo di allearsi con i liberali europei due deputati al Parlamento Europeo sono usciti dal movimento andando a piazzarsi in formazioni fra loro antitetiche (uno con i verdi e l'altro con la Le Pen), ancora più sintomatico della strategia di cui sopra, è che, riguardo all'EURO, dicono TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO.
Però, al riguardo, sono tutti d'accordo su una sola cosa: cioè, di lasciar decidere al popolo con un REFERENDUM (cioè, pilatescamente, "fate vobis").
Peccato, però:
1) Che, in tale materia, il REFERENDUM non si possa fare (ex art. 75 della Costituzione), per cui, al massimo, ci si dovrebbe limitare a promettere di proporre una legge di riforma costituzionale che lo consenta; per la quale, però, non saranno mai in grado di raggiungere la "maggioranza qualificata" necessaria.
2) Che, in tale tecnicissima materia, non si può semplicemente demandare una scelta  "secca" al popolo, perchè, anche posto che si voglia uscire dall'EURO, quello che si deve necessariamente fare è scegliere COME; e questo lo può fare solo un Governo (serio).
Sono anche d'accordo con te, sul fatto che, il non ammettere la loro incompetenza e la loro inesperienza, in fondo, è anche questa una forma di disonestà.
***
Il guaio è, però, che, pur dicendo tutto il male possibile del M5S, non è poi che io trovi molto meglio da dire delle altre forze politiche.
Per cui penso proprio che, sulla scheda elettorale, darò un "voto" eguale a tutti, scrivendo sotto il simbolo di ognuno: TRE MENO MENO (studia meglio la prossima volta, e forse ce la farai ad arrivare al QUATTRO alle prossime elezioni). ;D  ;D  ;D
Cosa che, vi confesso, HO FATTO SUL SERIO ALLE ULTIME ELEZIONI.
***

Fharenight

Citazione di: Eutidemo il 10 Aprile 2017, 15:47:18 PM
Quanto ai tuoi timori circa l'instaurazione di una "teocrazia" di tipo semita in occidente, sinceramente mi sembra un rischio molto ipotetico; sebbene bisogna riconoscere che al Papa, circa 1500 anni fa, il colpaccio riuscì perfettamente! :D  :D  :D
Eh, visto?  :D  Quindi, mai abbassare la guardia!
E pensa che il colpaccio del Papa (ormai son tutti pacifisti e quest'ultimo è pure di sinistra) in confronto al colpaccio che potrebbero fare altri teocratici semiti non è niente!
 Non sono molto tranquilla, se quelle che vediamo attualmente sono le premesse, un pochino mi preoccupo, non perché credo nella particolare astuzia dei "teocratici allogeni", quanto per il sempre piú evidente ottundimento della ragione dei laici occidentali... di sinistra.


Citazione

Quanto a liberarsi della sinistra, per eliminarla, bisognerebbe prima riuscire a scovarla; ma, per ora, qualunque ricerca è risultata senza esito.    
E la sinistra mi preoccupa anche per altri motivi. Forse non è la sinistra che piace a te, quella che non vedi piú, ed infatti si è trasformata, è diventata rappresentanza del neo capitalismo. Altro che progressista! Il vero progresso che sta tutelando e favorendo è quello del capitale che, come ho già scritto in un altro topic, nel frattempo ha già raggiunto vertici enormi con la globalizzazione (tanto amata dalla sinistra) e la sua grandiosa corsa verso l'annichilimento dei diritti e delle conquiste sociali (attraverso la precarizzazione del lavoro ma anche grazie all'immigrazione di massa fatta passare per fenomeno normale).

Eutidemo

Forse mi dovrò assentare per qualche tempo, oppure fare interventi "a scartamento ridotto".
Per cui scusatemi se non risponderò tempestivamente a tutti :)