Una possibile, ma alquanto problematica, soluzione della crisi Ucraina.

Aperto da Eutidemo, 17 Febbraio 2022, 14:31:14 PM

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Eutidemo

Una possibile soluzione diplomatica della crisi Ucraina è purtroppo resa alquanto  problematica da alcuni precedenti storici.
Vediamo quali.

1991
Nei referendum tenutisi sotto controllo internazionale nel 1991, alcune province dell'ex "Impero Sovietico" se ne distaccarono, rendendosi indipendenti da Mosca sia in "diritto" sia in "fatto"; il che avvenne con il pieno consenso internazionale, compreso quello della stessa Russia (la quale partecipò, più di tutti gli altri Paesi ONU, al controllo della regolarità delle operazioni elettorali).
In particolare, in occasione di tali referendum, la maggioranza degli abitanti della Crimea (54,19%) e del Donbass (Donec'k 76,85%, Luhans'k 83,86%, e Charkiv 75,83%) votarono per separarsi dalla Russia e per aderire al nuovo Stato indipendente dell'Ucraina.

1994
Nell'accordo di Budapest del 5 dicembre 1994, l'Ucraina cedette alla Russia le sue 1.900 testate nucleari; in cambio di tale cessione, essendo rimasta ormai priva del suo "ombrello nucleare", l'Ucraina aveva ottenuto formali garanzie da Russia, Stati Uniti e Regno Unito, e successivamente anche da Cina e Francia, per la sua:
- sicurezza;
- indipendenza;
-integrità territoriale.

2014
In tale anno, in violazione dell'accordo siglato il 5 dicembre 1994 a Budapest (a cui si è accennato sopra), si verificarono due importanti eventi:
a)
Il 27 febbraio, truppe russe senza insegne, i cosiddetti "omini verdi", penetrarono in Crimea, ed assunsero il Consiglio supremo (parlamento) della Crimea,  occupando militarmente siti strategici in tutta la penisola; il che portò all'insediamento del governo filo-russo di Aksyonov in Crimea e ad un nuovo referendum senza controllo internazionale, a seguito del quale la Russia ha poi formalmente "annesso" la Crimea come due membri della Federazione Russa il 18 marzo 2014 (Sebastopoli e Repubblica di Crimea).
Da rilevare che tale referendum si tenne  al di fuori di ogni "controllo internazionale" (come, invece, era stato quello del 1991); però sotto stretto "controllo russo", o meglio, delle sue forze armate.
b)
Il 6 aprile 2014, alcuni manifestanti armati filorussi del Donbass si impadronirono "manu militari" di alcuni palazzi governativi delle regioni di Donec'k, Luhans'k e Charkiv; dopo di che, pretesero degli altri referendum al di fuori di ogni "controllo internazionale", i quali si tennero l'11 maggio 2014, con conseguente dichiarazione della loro indipendenza dall'Ucraina.
Da rilevare che anche tali referendum si tennero al di fuori di ogni "controllo internazionale", però sotto stretto "controllo russo"; ed infatti, così come rilevato per mezzo di SIGINT ELINT e HUMINT, numerose truppe sovietiche e mercenari filorussi (tra i quali alcuni neonazisti Italiani) erano penetrati illegalmente nel Donbass.

2019
In conseguenza di tale "intraprendenza militare" russa, in palese violazione dei patti del 1994, con i quali l'Ucraina aveva completamente "abdicato" alla sua difesa nucleare (tutte le sue 1900 testate atomiche erano state cedute alla Russia), nel  2019 venne approvato un emendamento alla Costituzione Ucraina, circa l'ingresso della NATO nella Costituzione ucraina.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha poi firmato la legge che introduce nella Costituzione ucraina gli obiettivi di integrazione nella Nato e nell'Ue; il che, però, non prevede nè calendari nè scadenze in tal senso, anche perchè la Nato e l'Ue dovrebbero essere d'accordo.
Invece, almeno per ora, non hanno neanche preso in considerazione l'ipotesi per verificarne l'attuabilità; ed infatti per poter entrare nella Nato e/o nell'Ue, occorrerebbe previamente verificare se l'Ucraina abbia o meno tutti i requisiti necessari (il che è alquanto controverso).

2022
Ieri, 16 febbraio, in una conferenza stampa congiunta con Putin, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha infatti dichiarato: "Tutti sanno che un'espansione della Nato al momento non e' in agenda e ritengo che, finchè io saro cancelliere e Putin sara' presidente, non dovremo affrontare questo problema". 
Putin ha però risposto: "Rimandare o ritardare l'adesione dell'Ucraina alla Nato non cambia nulla per la Russia in prospettiva storica, vogliamo risolvere la questione adesso!" (dell'adesione all'EU, però, non mi sembra che abbia detto niente).

IPOTESI DI SOLUZIONE DIPLOMATICA
Visti tali precedenti, e le dichiarazioni dei due leader, in "teoria", la soluzione del problema dovrebbe risultare abbastanza ovvia: occorrerebbe cioè ricorrere, come accadde nel 1994, ad un "do ut des" nell'ambito di un trattato internazionale garantito da tutte le nazioni interessate.
In tale ambito:
- l'Ucraina dovrebbe modificare nuovamente la sua Costituzione, escludendo qualsiasi sua possibilità di aderire alla NATO;
- la Russia, in cambio, dovrebbe ritirare tutte le sue truppe (con o senza bandiera) dal Donbass e dai confini dell'Ucraina, impegnandosi a rinunciare a qualunque interferenza negli affari e nei territori ucraini.
***
In "pratica", però, una soluzione del genere mi sembra molto difficilmente praticabile.
Ed infatti:
1)
Visto come Putin ha rispettato l'accordo del 1994, è molto dubbio che possa rispettare, in modo più "corretto", un nuovo accordo del tipo sopra ipotizzato.
2)
In ogni caso, se quella dell'adesione alla NATO è solo una scusa per papparsi qualche pezzo di Ucraina, Putin non accetterrebbe mai un accordo un accordo del genere (perchè non gli converrebbe).
3)
Infine, è un po' difficile che Zelensky, anche ammesso che si fidi della parola di Putin, possa accettare di modificare di nuovo la Costituzione del suo Paese.
Ci sarebbero anche altri ostacoli, ma non voglio stare a farla troppo lunga!
***
Semmai, ammesso e non concesso che quella dell'adesione alla NATO non sia soltanto una scusa per papparsi qualche pezzo di Ucraina, per tranquillizzare la (presunta)  "paranoia da accerchiamento" di Putin:
- la NATO potrebbe impegnarsi a rifiutare in ogni caso una eventuale richiesta dell'Ucraina ad entrare nella allenza atlantica, limitandosi soltanto a concederle una "garanzia militare" (che è cosa ben diversa), nel caso in cui essa venisse aggredita e/o invasa da una qualsiasi altra potenza;
- la RUSSIA, in cambio, non rischiando più un "accerchiamento NATO", se veramente non ha intenzioni aggressive nei confronti dell'Ucraina, dovrebbe acconsentire alla garanzia meramente "difensiva" concessa dalla NATO a tale Paese (il quale resterebbe per sempre fuori da tale alleanza), e ritirare tutte le sue truppe a qualche centinaio di chilometri dal confine ucraino.
***
Se entrambe le parti fossero in buona fede, secondo me, una soluzione del genere sarebbe senz'altro percorribile adottando una adeguata formula diplomatica; ma temo che manchi sia tale buona fede che la necessaria fiducia reciproca.
***
P.S.
Ho sintetizzato al massimo le vicende storiche che hanno interessato i rapporti tra Ucraina, UE, NATO e Russia, tralasciando importanti episodi come la "rivolta arancione" del 2004, la "strage di Maidan" del 2013,  e molto altro; ma non ho voluto complicare troppo la già troppo intricata vicenda.

iano

Se anche quella dell'accerchiamento fosse una paranoia, se è vera paranoia , vale come un fatto.
La reazione ritardata a questo fatto sarebbe dunque stata covata in attesa di tempi migliori per metterla in atto, come infatti è avvenuto allora  per il disimpegno mostrato dall'America al tempo di Trump .

Se invece non c'è alcuna paranoia quali interessi ci sono in gioco?
In particolare quanto può servire questa esibizione militare a Putin per restare in sella?

Mi viene da pensare al governatore della Campania, molto discusso da quando siamo in pandemia per i suoi provvedimenti in merito, mentre prima era discusso per ben altro.
Quanto è discusso oggi Putin in patria, prima e dopo questa parata militare?
Non mi pare sia cosa che trapeli, o mi sbaglio?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. ;)
L'esibizione dei muscoli all'estero, secondo me, non è una manifestazione di forza, bensì è una manifestazione di debolezza politica interna; la quale, però, come la storia insegna, può essere combattuta ancora meglio scatenando una guerra vera e propria.
Speriamo che non succeda anche questa volta!
Un saluto! ;)
P.S.
Come diceva Hari Seldon: "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci!" ("Trilogia Galattica" di Isaac Asimov)

InVerno

Citazione di: iano il 20 Febbraio 2022, 00:21:03 AMSe anche quella dell'accerchiamento fosse una paranoia, se è vera paranoia , vale come un fatto.
La reazione ritardata a questo fatto sarebbe dunque stata covata in attesa di tempi migliori per metterla in atto, come infatti è avvenuto allora  per il disimpegno mostrato dall'America al tempo di Trump .

Se invece non c'è alcuna paranoia quali interessi ci sono in gioco?
In particolare quanto può servire questa esibizione militare a Putin per restare in sella?

Mi viene da pensare al governatore della Campania, molto discusso da quando siamo in pandemia per i suoi provvedimenti in merito, mentre prima era discusso per ben altro.
Quanto è discusso oggi Putin in patria, prima e dopo questa parata militare?
Non mi pare sia cosa che trapeli, o mi sbaglio?
Putin ha realmente paura di essere disarcionato, e questa paura secondo me si è concretizzata e inasprita dopo aver visto le proteste in Bielorussia contro la rielezione di Lukasenka. Tutte quelle persone in piazza e così determinate, hanno davvero creato una sorta di trauma nell'estabilishment russo, che ha visto generarsi un pericolosissimo precedente, essere riusciti a mettere in prigione Navalny ha solamente dato un pò di respiro alla paura. Dopo che gli "amici del Donbass" hanno schiantato un aereo di linea con i mezzi a loro gentilmente forniti, pure esultando su facebook, sono stati costretti a essere più guardinghi nel loro appoggio, e questo ha fatto calmare il conflitto. Altresì Zelensky, da uomo di centro, è riuscito a portare un pò di stabilità al paese e questo ha diminuito le speranze di Putin di mantenere un conflitto a bassa intensità che potesse logorare il paese ucraino lentamente. In più vedono i finanziamenti occidentali arrivare a frotte.. La narrativa sui "neonazisti" ucraini si è sfasciata alle elezioni, dove l'estrema destra non ha raccimolato molti voti, certo gli ucraini potevano evitare di dedicare strade e statue a Stepan Bandera, un idea veramente geniale per aizzare i russi e la narrativa sui "neonazisti coperti dalla NATO".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Inverno. ;)
La tua analisi è molto acuta, e, in linea generale, personalmente la ritengo abbastanza condivisibile.
***
Ed infatti, sebbene, almeno secondo me, a Putin piacerebbe soprattutto ricostituire l'"Impero Russo",  recuperando "territorialmente" le "province perdute" (come già ha fatto con la Crimea); tuttavia, almeno per il momento, si acconterebbe anche soltanto di controllarle esternamente, per mezzo di "Quisling", come una volta -almeno in parte- era Janukovyč in Ucraina, ed è tutt'ora Lukašėnka in Bielorussia.
Ma Janukovyč è stato cacciato via dallUcraina a calci in culo nel 2014, e Lukašėnka sta traballando in Bielorussia; per cui, in effetti, anche secondo me Putin ha paura di essere "disarcionato", se rischia  di  perdere del tutto il controllo su quella che ritiene essere la sua "sfera d'influenza".
***
Secondo me, quindi, forse Putin si acconterebbe di lasciare "formalmente" idipendente l'Ucraina, se potesse sostituire Zelensky con un suo Quisling; ma, probabilmente, per farlo sarà costretto a ricorrere alle armi.
***
Quanto alla narrativa sui "neonazisti" ucraini, secondo me, Putin fa la parte del toro che dà del cornuto all'asino; ed infatti, è noto che, tra i mercenari filorussi del Donbass, ci sono parecchi  mercenari "neonazisti"...tra i quali anche qualche "neonazista" italiano.
***
Al riguardo, secondo me, è bene ricordare:
a)
I mandati di cattura emessi nel 2018 dal Gip del Tribunale di Genova, Ferdinando Baldini, nei confronti di sei uomini, di cui quattro italiani, per associazione a delinquere finalizzata al reclutamento di mercenari neonazisti, da inviare nelle milizie filorusse che combattono nel Donbass.
Altro che "neonazisti coperti dalla NATO"!
b)
Tra questi spicca la figura di Andrea Palmeri, già leader del gruppo "Bulldog 1998" e di Forza nuova, resosi latitante nel maggio 2014 dopo una condanna per associazione a delinquere; e finito a combattere nel Donbass tra i mercenari filorussi agli ordini di Putin.
Qui lo vediamo teneramente abbracciato con la figlia di un oligarca russo vicino a Putin, Irina Osipova.
La stessa Irina Osipova, che qui vediamo abbracciata, anche se con maggiore "aplomb", ad un noto politico italiano.
Ed è la stessa Irina Osipova che Giorgia Meloni inserì nelle liste elettorali del comune di Roma nel 2016.
Lungi da me voler applicare la cosidetta "proprietà transitiva" a tali fotografie; che, però, secondo me sono abbastanza significative.
"Dimmi con chi vai..."
***
Ma lasciando da parte i "neonazisti" moderni, che combattono al suo fianco, la cosa per me più preoccupante è che certe dichiarazioni di Putin assomigliano in modo davvero impressionante ad alcune storiche dichiarazioni fatte da Hitler in occasione delle sue aggressioni a stati confinanti.
Ad esempio, qualche giorno fa  Putin ha dichiarato :"In Ucraina c'è una massiccia violazione dei diritti umani contro i cittadini russofoni!"
E' singolare quanto tale dichiarazione rassomigli a quella pronunciata da Hitler, al Reichstag convocato in seduta straordinaria nel 1939, per giustificare con un pretesto l'aggressione alla Polonia denunciando che in tale nazione si verificavano: "...continui  atti terroristici contro le unità etniche germaniche, e perenni maltrattamenti dei tedeschi da parte dei Polacchi!"
Dichiarazione molto simile a quella che precedette l'occupazione dei Sudeti; in quanto, anche in tale occasione, Hitler lamentò "maltrattamenti dei tedeschi da parte dei Cechi"!
***
Altro che "neonazisti coperti dalla NATO"!
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Un saluto! ;)
***

Jacopus

Buongiorno a tutti. Pur non essendo un sostenitore di Putin, vorrei però sottolineare alcuni riferimenti storici che rendono difficile la soluzione dell'attuale crisi, e che esulano dalle motivazioni "machiavelliche" di Putin, ma che Putin, naturalmente, come molti russi, conoscono bene.
1) alla fine del primo millennio fu creato il primo stato ad oriente della Polonia, che divenne il nuovo frangiflutti delle invasioni asiatiche. La RUS di Kiev. Ovvero la Russia, almeno come termine geografico ed etnico, nacque a Kiev, attuale capitale dell'Ucraina. Sarebbe un pò come se Roma chiedesse di distaccarsi dall'Italia (fatte le debite differenze, ovviamente, ma credo che il problema sia ben presente).
2) In seguito alle invasioni mongole, la Rus di Kiev si divise in tre etnie principali, i bieolorussi ad ovest, gli ucraini a sud e i "grandi russi" ad est (nella zona di Mosca). Queste tre popolazioni sono il nucleo storico e culturale della Russia.
3) Tanti grandi scrittori ucraini scrissero in russo e resero la letteratura russa quello che è, ovvero una delle più importanti a livello mondiale, basti ricordare Gogol e Bulgakov. Anche qui fatte le debite proporzioni, il distacco dell'Ucraina dalla Russia, potrebbe essere paragonato ad una distacco della Toscana dall'Italia.
4) Anche a livello linguistico le cose sono piuttosto ingarbugliate, infatti seppure esistono i parlanti in russo e i parlanti in ucraino, esiste anche un dialetto molto diffuso, il surzik, che è un misto di russo ed ucraino e che viene parlato soprattutto in campagna. E che dire del fatto che a Kiev, la capitale, la lingua più diffusa è il russo?
5) L'occupazione della Crimea da parte della Russia, in realtà, tende a ristabilire un confine esistente prima di Crushov, nella Russia Sovietica. Fu Crushov infatti a "regalare", nel 1954, la Crimea all'Ucraina, mentre in precedenza faceva parte della Repubblica sovietica Russa.

Resta sicuramente intangibile il diritto dei popoli all'autodeterminazione, ma non bisogna neppure essere troppo ingenui, perchè questo diritto può essere manipolato e strumentalizzato da chiunque, a partire dagli Stati Uniti, che quando si atteggiano a difensori della libertà, dovrebbero farsi un esamino di coscienza. Vabbè, volevo solo aggiungere queste brevi note storiche per sottolineare come questi due paesi siano profondamente interconnessi, al di là di quanto sta accadendo ora o quanto accaduto ai tempi dell'holodomor.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Specifico alla saggia risposta di Eutidemo solamente che quando metto le virgolette a "neonazisti" non intendo negare esistano determinate istanze, tuttavia, accuse di questo tipo da parte di uno che ha dimostrabilmente finanziato\appoggiato tutti i partiti di estrema destra in Europa è una questione tutta da ridere.

Le considerazioni di Jacopus sono altrettanto vere e sensate, azzardo che forse è questo uno dei principali motivi per cui le cose stanno così? Quando nella conferenza stampa di fine anno Putin affermò "L'ucraina non esisterebbe se non fosse per Lenin" dimostra, come se ce ne fosse bisogno, che Putin considera l'Ucraina "cosa russa" in virtù proprio di questi legami storici. E forse è stato proprio questo senso di sicurezza basato su ragioni storiche, che ha fatto dimenticare che esiste anche una Ucraina del presente, che non può vivere delle "perdite" dei rubinetti dei metanodotti, governata da fantocci di Putin, basandosi unicamente sulle radici storiche, i poeti e la lingua?
Putin piace a tanti "anticapitalisti" perchè è un leader che crede fermamente nel primato della politica sull'economia, convinto di essere un genio di politica internazionale lascia "far di conto" a burocratelli usciti fuori da un sistema clientelare e corrotto, non sono rare le occasioni dove elargisce migliori trattamenti a stati lontani migliaia di chilometri colpiti da un terremoto, anzichè ai propri concittadini colpiti dalla povertà, che considera sempre fedeli per ragioni iperuraniche. Convinto di essere una sorta di "padre nobile dei russi", come Berlusconi non riesce a capire  come non si possa amarlo, a meno di non essere dei traditori della patria, pagati o corrotti dal nemico. Poi scopre che la gente fuori di Mosca avrebbe questa insana pretesa, di avere anche un piatto di minestra alla sera! Ma non si ricordano di Lenin questi qui?

La realtà è che in politica estera, il "genio della scacchiera" ha perso terreno su tutti i fronti, in politica interna, il "macho a cavallo degli orsi" non è riuscito (se mai l'avesse voluto o creduto utile) a ridistribuire le ricchezze degli oligarchi fuori da Mosca, e ovviamente non ha idea di come mettere in piedi una successione, visto che dentro alla sua ombra non sono cresciuti altro che lacchè. Un leader fallito, incapace di ammetterlo, con un esercito tra i più potenti del mondo.. per questo ribadisco che la situazione è imprevedibile.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Jacopus. ;)
Le mie prime notizie riguardanti l'Ucraina, le acquisii molti anni fa, frequentando per parecchio tempo l'Abbazia di San Nilo  (Grottaferrata), che era gestita da padre Partenio -ormai deceduto- e da altri dodici monaci ucraini; è un luogo davvero splendido, sia dal punto di vista paesaggistico, sia dal punto di vista achitettonico, che merita senz'altro di essere visitato!

***
Sia padre Partenio che gli altri dodici monaci ucraini, se tu gli avessi detto che l'Ucraina sta alla Russia come la Toscana sta all'Italia, ti garantisco che, pur essendo dei religiosi, ti avrebbero preso a fucilate nel didietro!
A suo tempo io (che ero -e sono- di sinistra) immaginai che il loro fosse un livore dovuto al fatto che all'epoca, in Russia, vigeva il comunismo, mentre loro erano dei sacerdoti; ma, quando glielo dissi, mi risposero che anche i comumisti ucraini detestavano i Russi, ed aspiravano già allora all'indipendenza.
"Relata refero!"
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Cosa che, peraltro, mi venne confermata più di recente da altri Ucraini, dopo la caduta dell'Impero Sovietico!
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Quanto alla vera e propria "storiografia" dell'Ucraina, e della Russia in generale, è alquanto più complessa e articolata di come l'hai sintetizzata tu;  e di come, d'altronde,  potrei fare io!
Il miglior libro che ho letto al riguardo, è la "Storia della Russia" di Nicholas V. Riasanovsky, che, però, ormai è un po' datato.

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Il capitolo terzo, riguardante, appunto, l'Ucraina, inizia premettendo che "nessun capitolo della storia russa presenta tante e così' disparate difficoltà"; e che, quindi, bisogna rifuggire da eccessive "semplificazioni".

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Tuttavia, grosso modo, le tue semplificazioni storiche (per quel poco che ne so anch'io), in linea generale mi sembrano abbastanza corrette; almeno per quel che può valere il mio giudizio!
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Salvo, però, il tuo colossale "sfondone" storico, linguistico, geopolitico e culturale, nel sostenere che l'aspirazione all'Indipendenza dell'Ucraina sarebbe "...un pò come se Roma chiedesse di distaccarsi dall'Italia!"
Ovvero, che "Il distacco dell'Ucraina dalla Russia, potrebbe essere paragonato ad una distacco della Toscana dall'Italia."
Questo è del tutto "assurdo", come potrai verificare da te leggendo qualsiasi libro "serio" sulla Russia; evitando, ovviamente, quelli "manipolati" da Mosca.
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Quanto alla storiella propalata dai "troll-filoputin" che ammorbano la rete, secondo la quale, nel 1954, Chruščëv avrebbe "regalato" la Crimea all'Ucraina, mentre in precedenza faceva parte della Repubblica sovietica Russa, si tratta di una notizia assolutamente "vera", ma anche assolultamente "ridicola"!
Ed infatti, all'epoca, visto che l'Impero Sovietico era ancora in piedi, Chruščëv non fece altro che distaccare amministrativamente una certa area da una provincia all'altra del suo stesso Impero; cioè, è un po' come se si fosse tolto alcuni spiccioli dalla tasca destra, per metterseli nella sua tasca sinistra.
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Ma, come avevo premesso nel mio TOPIC, con i referendum tenutisi "sotto controllo internazionale" nel 1991, alcune province dell'ex "Impero Sovietico" se ne distaccarono, rendendosi indipendenti da Mosca sia in "diritto" sia in "fatto"; il che avvenne con il pieno consenso internazionale, compreso quello della stessa Russia.
La quale partecipò, più di tutti gli altri Paesi ONU, al controllo della regolarità delle operazioni elettorali; senza muovere alcuna eccezione ai risultati.
In particolare, in occasione di tali referendum, la maggioranza degli abitanti della Crimea (54,19%) e del Donbass (Donec'k 76,85%, Luhans'k 83,86%, e Charkiv 75,83%) votarono per separarsi dalla Russia e per aderire al nuovo Stato indipendente dell'Ucraina.
Peraltro, nell'accordo di Budapest del 5 dicembre 1994, la Russia aveva "garantito" l'appartenenza all'Ucraina di tali territori; così come erano stati attribuiti all'Ucraina dalle maggioranze elettorali di cui sopra.
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Per cui, quella del "regalo di Chruščëv" non c'entra una sega ed è soltanto una "supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra"!
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Sono infatti perfettamente d'accordo con te che "resta sicuramente intangibile il diritto dei popoli all'autodeterminazione, ma non bisogna neppure essere troppo ingenui, perchè questo diritto può essere manipolato e strumentalizzato da chiunque..."; però io aggiungerei "...da chiunque occupi militarmente un territorio, e, poi, indica dei plebisciti fasulli per annetterselo, invalidando in precedenti referendum svoltisi sotto il controllo dell'ONU".
Che è esattamente quello che ha fatto la Russia con la Crimea; in questo caso (sebbene io non sia affatto filoamericano) gli USA non c'entrano assolutamente niente.
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Quanto all'Holomodor, leggiti il libro di Ettore Dinella al riguardo, e capirai per quale motivo l'Ucraina vuole restare indipendente; ed infatti si tratta di un capitolo storico che non "può" e non "deve" mai essere dimenticato.

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Un saluto! ;)
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Nota
Quanto Il "Suržik" (in ucraino: суржик, che alla lettera significa farina o pane fatto di cereali misti, ad esempio segale e frumento) è un linguaggio misto, analogo al "Patois" francesizzante in Valle d'Aosta , nonchè al "Titsch" e al "Töitschu", entrambi germanizzanti, che si parlano in alcune località piemontesi situate ai piedi del Monte Rosa.
Ma non mi pare che la Francia o la Germania, per tale motivo, abbiano mai rivendicato tali territori!

Eutidemo

Ciao Inverno. ;)
Sono d'accordo!
Ignoravo, però, che, nella conferenza stampa di fine anno, Putin avesse dichiarato che "L'Ucraina non esisterebbe se non fosse stato per Lenin!"; con la quale dichiarazione, in effetti, Putin ha in sostanza "capovolto" la realtà storica.
Ed infatti con i trattati di Brest-Litovsk e il trattato di Bucarest del 7 maggio 1918 era stata configurata una Ucraina indipendente da Mosca; Lenin, invece, non fece altro che incorporarla di nuovo come una semplice provincia dell'Impero Sovietico.
foto sul web
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Un saluto! ;)
***

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