sulla giovane suicida di Napoli

Aperto da sgiombo, 14 Settembre 2016, 18:47:39 PM

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sgiombo

CitazioneOvviamente il suicidio della ragazza che aveva mandato in rete un proprio filmato pornografico è un fatto estremamente tragico che, come ogni suicidio, tanto più se perpetrato in giovane età, lascia sgomenti.
Ciò non toglie che, con il doveroso rispetto e la necessaria pietas verso chi si è dato la morte, si presti anche a considerazioni sullo stato di profonda degenerazione, di decadenza civile e morale in cui versano le odierne società occidentali.
Non mi stupirei se Diego Fusaro ne prendesse lo spunto per interessanti considerazioni. Intanto cerco di abbozzarne una da parte mia.
Uno degli aspetti più eclatanti di questa avanzata "putrefazione sociale" che viviamo qui e oggi è a mio parere la rimozione, secondo me di origine sostanzialmente "freudiana" sul piano culturale (per me che sono marxista ha cause più profonde e in ultima istanza determinanti nella struttura economica della società), è la rimozione, il sostanziale "divieto" (alla faccia della pretesa "apertura" -Popper- della nostra società) del senso di colpa, della vergogna, del pentimento, dell' autocritica, del disprezzo per se stessi in quanto autori di azioni esecrabili.
Questo estremamente fisiologico "senso di colpa" che l' ideologia dominante (e in particolare la "premiata ditta psicoanalisi e c.") pretendono di trasformare in patologico "complesso di colpa", da curare se è proprio il caso, ma ancor meglio da prevenire, da evitare ad ogni costo, aveva diverse declinazioni, tanto religiose (ammissione del peccato, pentimento, confessione, buoni propositi per il futuro, ecc.), quanto laiche (basti pensare alla pratica marxista-leninista e "stalinista" dell' "autocritica"), ed era (ed è, nella pure scarsa misura in cui ancora la società non è completamente fradicia) la premessa indispensabile per qualsiasi autocorrezione, progresso interiore, miglioramento personale, per potere evitare o comunque limitare per quanto possibile in futuro gli errori e le infamie che tutti, chi più chi meno, inevitabilmente almeno in qualche misura commettiamo.
In una società più moralmente sana probabilmente questa ragazza non sarebbe stata convinta che ogni suo gesto è da rispettare, che nessuno può permettersi di disprezzarla lecitamente e meritatamente per nessun motivo (come vanno ripetendo sul suo tragico gesto i soliti giornalisti "frugatori di merda", come li chiamo io; ma letteralmente il termine "gossip", di cui vanno fieri -sic!- ha un significato non troppo diverso in sostanza, anche se è un po' più eufemistico; o meglio: era tale in origine, mentre ora, a dimostrazione delle mie convinzioni sullo stato della società civile, è decisamente "encomiastico": si può andare fieri di coltivarlo!); probabilmente avrebbe avuto maggiori opportunità di trovare chi (laico o prete; parente, conoscente, amico, ecc.: tutto fuorché "psicologo di professione"!) avrebbe potuto farle capire che il disprezzo e il ridicolo che aveva attirato su di sé erano giusti e meritati, e che riconoscerlo (e autodisprezzarsi innanzituttto in prima persona per il proprio gesto) sarebbe stato il primo indispensabile passo per superare i propri limiti e difetti e diventare migliore.
Invece l' ideologia dominante (come confermato dai commenti penosamente "buonisti" al suo tragico gesto da parte dei gazzettieri, come sprezzantemente li chiamava Palmiro Togliatti) le ha inculcato la convinzione che di nulla si deve vergognare, nulla di sé si deve ritenere spregevole e infame per poterlo evitare in futuro e poter migliorare come persona; che nessun biasimo, disprezzo, nessuna condanna morale verso di sé è ammissibile da parte di se stessa o di altri.
Cosicchè, dopo non essersi accorta di avere agito in maniera spregevole, non ha capito che il disprezzo che aveva suscitato era meritato e che ammetterlo in prima persona sarebbe stato giusto e necessario per rimediare e cambiare in meglio.
Anziché capire che vi sono cure dolorose (come "la famigerata chemioterapia per ciarlatani new age"), tanto più dolorose quanto più è grave il proprio stato di infermità, cure che consentono comunque di guarire da qualsiasi male morale se assunte con la necessaria tenacia e forza d' animo (non gratuitamente, ma appunto al prezzo di sofferenze proporzionate alla gravità della propria condizione iniziale), ha vissuto il disprezzo e il ridicolo che inevitabilmente aveva suscitato come una delle conseguenza del suo gesto come un' ingiusta, immeritata (mai ammettere di meritare disprezzo e sarcasmo!), insopportabile persecuzione, con quello che purtroppo ne è conseguito...
E' stata due volte vittima del "buonismo politicamente corretto di ascendenza freudiana": nel non rendersi conto della schifezza che aveva commesso e nel sentirsi vittima di pretese ingiuste persecuzioni insuperabili e intollerabili anziché della propria leggerezza e dei propri errori (di cui nessun uomo è esente del tutto, in cui tutti, chi più chi meno, inevitabilmente cadiamo); e nel non rendersi conto che errori e colpe -noi stessi e non altri essendone i principali responsabili-  sono invece superabili per il futuro migliorando noi stessi; ma alla conditio sine qua non di innanzitutto vergognarsene, sentirsene in colpa, autodisprezzarsene con la dovuta severità.
CitazioneNon dubito che i buonisti politicamente corretti più o meno freudiani mi considerino un turpe moralista (magari -orrore!- addirittura "cattocomunista"!).
Per parte mia mi considero uno che ancora possiede valori etici.

cvc

Ti rispondo con un copia&incolla di un mio intervento postato proprio stamattina nella sezione tematiche culturali e che mi pare in tema


Proprio stamattina ho letto sul sito Ansa che una donna di 31 anni si è suicidata dopo che un suo video a luci rosse è finito in rete. Credo che in questo ci sia un eccezione a quella che sembrerebbe la regola resa imperante da una certa psicologia: non vergognarsi di niente, non provare rimorso di niente. Ho detto che questo caso è l'eccezione, avrei dovuto dire un'esagerazione in senso opposto. Secondo me la donna ha commesso prima una leggerezza, mancando un po' di rispetto verso sé e fidandosi di altri quando ciò comportava un grave pericolo. Però la scelta di suicidarsi è stata eccessiva, anche se ha dimostrato il  forte riscatto del suo senso dell'onore. Ma, come dicevo, la psicologia freudiana, di cui non sono certo un esperto e tuttavia mi sento di dirne qualcosa, tutta incentrata sulla libido, sulla liberazione dai freni inibitori, sulla liberazione degli istinti, come se la coscienza non fosse altro che un tetro carceriere, questa psicologia che ci ha resi più libidinosi e sprezzanti di ogni inibizione e scarsamente riflessivi (parlo in generale, come società), non se lo fa mai un vecchio e sano esame di coscienza.
Secondo Freud l'uomo avrebbe barattato la felicità per un po' di sicurezza. Il che equivarrebbe a dire che gli uomini primitivi, le belve feroci e i criminali dovrebbero essere felici.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

baylham

La giovane donna non doveva vergognarsi affatto, la pornografia non degrada chi la fa.

Chi ha distribuito il filmato senza il suo consenso va punito; chi l'ha stigmatizzata fa pena per la sua mancanza di rispetto, di umanità.


cvc

Citazione di: baylham il 14 Settembre 2016, 19:56:41 PM
La giovane donna non doveva vergognarsi affatto, la pornografia non degrada chi la fa.

Chi ha distribuito il filmato senza il suo consenso va punito; chi l'ha stigmatizzata fa pena per la sua mancanza di rispetto, di umanità.
Certamente in una società evoluta ed emancipata la pornografia non dovrebbe essere un problema. Però poi si vede spesso che una società è emancipata solo a parole, e certi arcaismi nei giudizi popolari sono, ahimè, duri a morire.
Sotto il profilo giudiziario duole notare che alla fine l'unico che paga è proprio la vittima. La donna in questione doveva pagare 20000 euro per far cancellare le immagini da siti e social network. E questo è un bel paradosso, ti violano la privacy e poi tu, per un tuo sacrosanto diritto, devi pagare con un anno o più del tuo lavoro. Continuo ad essere del mio parere, e cioè che la tecnologia in sé non è ne un bene né un male. È l'uso che se ne fa a renderla uno strumento straordinario oppure un pericolo immane. Ma è praticamente impossibile trovare nella nostra società un giudizio sulla tecnologia che non sia strettamente economico.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

doxa

Aldo Cazzullo (Corriere della sera, del 14 9 – 2016)
Cosa resta dell'educazione sentimentale, ai tempi feroci dei social network? Come possiamo capovolgere le regole di questo gioco perverso, in cui i carnefici vincono sempre e continuano a ridere maligni e impuniti, mentre le vittime si ritrovano senza identità e senza difesa? Sono due storie molto diverse, quella di Rimini e quella di Napoli. Ma qualcosa le lega. E ci chiama tutti in causa. A Rimini è stato commesso un reato contro una minorenne, che la diffusione delle immagini ha reso ancora più odioso. A Napoli una donna di trent'anni ha creduto di poter giocare un gioco che l'ha travolta. Entrambe le tragedie confermano che la violazione dell'intimità personale è ormai fuori controllo. La mancanza di un codice dell'amore e del sesso è assoluta. E la combinazione di narcisismo e voyerismo genera una spirale persecutoria cui è molto difficile sottrarsi.
Tiziana Cantone aveva provato a cambiare città; ma la sua città le è venuta dietro, come nella terribile poesia di Kavafis, poiché «sciupando la tua vita in questo angolo l'hai sciupata su tutta la terra». Aveva anche provato a cambiare nome. C'è un elemento comune a tutte le testimonianze delle vittime del bullismo elettronico: è inutile iscriversi a un'altra scuola, trasferirsi in un altro luogo; dopo pochi giorni le immagini arrivano, la fama si diffonde, la persecuzione ricomincia.


Antonello Soro, garante per la privacy: «Introdurre l'educazione civica digitale tra le materie scolastiche»
"Il suicidio della giovane Tiziana ripropone il tema della gogna cui la rete rischia di esporci in mancanza di una adeguata consapevolezza, da parte degli utenti, della natura di spazio non circoscritto e degli effetti lesivi che può avere una comunicazione violenta o la ferocia nella irrisione degli altri".


"La prima questione è quella della consapevolezza delle insidie che affrontiamo ogni volta che consegniamo alla Rete pezzi sempre più importanti della nostra vita privata. Una consapevolezza carente".


La seconda "È la ferocia e la violenza della nostra società. I social network sono lo specchio della mancanza di rispetto nei confronti delle altre persone, il continuo calpestare la dignità degli altri. È una questione che viaggia in parallelo con il diritto alla privacy: quando riguarda noi, lo difendiamo con le unghie e con i denti. Quando riguarda gli altri...".

sgiombo

Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 11:51:27 AM
Aldo Cazzullo (Corriere della sera, del 14 9 – 2016)
Cosa resta dell'educazione sentimentale, ai tempi feroci dei social network? Come possiamo capovolgere le regole di questo gioco perverso, in cui i carnefici vincono sempre e continuano a ridere maligni e impuniti, mentre le vittime si ritrovano senza identità e senza difesa? Sono due storie molto diverse, quella di Rimini e quella di Napoli. Ma qualcosa le lega. E ci chiama tutti in causa. A Rimini è stato commesso un reato contro una minorenne, che la diffusione delle immagini ha reso ancora più odioso. A Napoli una donna di trent'anni ha creduto di poter giocare un gioco che l'ha travolta. Entrambe le tragedie confermano che la violazione dell'intimità personale è ormai fuori controllo. La mancanza di un codice dell'amore e del sesso è assoluta. E la combinazione di narcisismo e voyerismo genera una spirale persecutoria cui è molto difficile sottrarsi.
Tiziana Cantone aveva provato a cambiare città; ma la sua città le è venuta dietro, come nella terribile poesia di Kavafis, poiché «sciupando la tua vita in questo angolo l'hai sciupata su tutta la terra». Aveva anche provato a cambiare nome. C'è un elemento comune a tutte le testimonianze delle vittime del bullismo elettronico: è inutile iscriversi a un'altra scuola, trasferirsi in un altro luogo; dopo pochi giorni le immagini arrivano, la fama si diffonde, la persecuzione ricomincia.


Antonello Soro, garante per la privacy: «Introdurre l'educazione civica digitale tra le materie scolastiche»
"Il suicidio della giovane Tiziana ripropone il tema della gogna cui la rete rischia di esporci in mancanza di una adeguata consapevolezza, da parte degli utenti, della natura di spazio non circoscritto e degli effetti lesivi che può avere una comunicazione violenta o la ferocia nella irrisione degli altri".


"La prima questione è quella della consapevolezza delle insidie che affrontiamo ogni volta che consegniamo alla Rete pezzi sempre più importanti della nostra vita privata. Una consapevolezza carente".


La seconda "È la ferocia e la violenza della nostra società. I social network sono lo specchio della mancanza di rispetto nei confronti delle altre persone, il continuo calpestare la dignità degli altri. È una questione che viaggia in parallelo con il diritto alla privacy: quando riguarda noi, lo difendiamo con le unghie e con i denti. Quando riguarda gli altri...".
CitazioneCome volevasi dimostrare: i soliti commenti buonisti per cui é severamente vietato vergograrsi di ciò che di vergognoso si fa e cercare di migliorare.

acquario69

#6
oggi mi sono ascoltato la trasmissione tutta la citta ne parla che trattava di questa vicenda.
in 40 minuti di trasmissione a me e' sembrato che si facessero solo tante chiacchiere pressoché inutili e le uniche cose che a mio avviso ho sentito valide e che andassero più al nocciolo della questione sono stati questi due commenti di un paio di ascoltatori;

"..avevo sentito parlare della vicenda..tuttavia con dolore mi chiedo se non siamo vittime in vario modo di noi stessi,della società liquida che ci piace tanto,il protagonismo sfrenato che ci porta a mostrare e fotografare qualunque cosa ci riguardi e in qualsiasi momento"

"..tiziana purtroppo e' anche vittima della superficialità imperante,peraltro non siamo più abituati a valutare un comportamento di lungo periodo"


il punto e',sempre secondo me,che internet in particolare ci sta corrodendo dentro e molto in profondità e non sarei d'accordo quando cvc dice che la tecnologia e' neutra...naturalmente ci sarebbero da dire molte cose su questo e che poi andrebbe a finire su un binario che porterebbe molto lontano dalla vicenda stessa,ma ad ogni modo sempre collegato..un pensiero pero,anche semplice e' provare a considerare la generazione nata dentro internet e tecnologie associate e quelli prima (di cui io appartengo) e allora mi rendo personalmente conto come dev'essere così difficile se non addirittura inconcepibile saper valutare determinate cose,per coloro che sono nati dopo (ne sarebbero d'esempio i commenti sopra) che poi portano a casi del genere,vissuti come "normali' fino a quando scoppia il caso che li fa emergere con tutta la violenza e il vuoto che li caratterizza,quella di una realtà che oggi ha persino superato la fase liquida per avanzare (si fa per dire) a quella del "vapore" dove praticamente non rimane più traccia,ma solo la dissoluzione terminale.

per una volta sono d'accordo con sgiombo :)
sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla

cvc

#7
Questi fatti ci mostrano quello che siamo: perfetti sconosciuti. Come il titolo del film di Paolo Genovese, dove un gruppo di amici, durante una cena, decide di condividere tutto quello che passa sui loro telefonini ed ovviamente si scatena l'inferno. La tecnologia è come il ritratto di Dorian Gray: nasconde in soffitta i nostri vizi permettendoci di andare in giro con la faccia pulita.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

doxa

Sgiombo ha scritto:
CitazioneCome volevasi dimostrare: i soliti commenti buonisti per cui é severamente vietato vergograrsi di ciò che di vergognoso si fa e cercare di migliorare.

Scusami Sgiombo, mi puoi aiutare a capire dove vedi il "buonismo" nelle affermazioni del giornalista Aldo Cazzullo e del garante per la privacy Antonello Soro ?

In particolare cosa intendi con "ciò che di vergognoso si fa" ? Non è stata la ragazza ad inserire nei social quel filmato di un rapporto intimo e privato ma quel mascalzone del cosiddetto fidanzato. Un rapporto sessuale privato e consenziente cosa ha di vergognoso ?

Acquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo

sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla

Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".

acquario69

Citazione di: cvc il 15 Settembre 2016, 13:52:23 PM
Questi fatti ci mostrano quello che siamo: perfetti sconosciuti. Come il titolo del film di Paolo Genovese, dove un gruppo di amici, durante una cena, decide di condividere tutto quello che passa sui loro telefonini ed ovviamente si scatena l'inferno. I social sono come il ritratto di Dorian Gray: nascondono in soffitta i nostri vizi permettendoci di andare in giro con la faccia pulita.

credo anch'io...ennesima dimostrazione come sia uno strumento che induce (anche) in maniera potentissima quanto subdola all'ambiguità...che se pur ammesso che e' già in noi stessi ma diventa così molto più facile che in tal modo lo faccia emergere (anzi sprofondare) nel nostro lato peggiore......così mi sembra

acquario69

Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PM
Acquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo

sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla

Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".

ritengo più semplicemente che certe analisi,(e questo a prescindere dalla ragazza in questione) non andrebbero fatte solo a senso unico o da un  solo lato della medaglia.

sgiombo

#11
Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PM
Sgiombo ha scritto:
CitazioneCome volevasi dimostrare: i soliti commenti buonisti per cui é severamente vietato vergograrsi di ciò che di vergognoso si fa e cercare di migliorare.

Scusami Sgiombo, mi puoi aiutare a capire dove vedi il "buonismo" nelle affermazioni del giornalista Aldo Cazzullo e del garante per la privacy Antonello Soro ?

In particolare cosa intendi con "ciò che di vergognoso si fa" ? Non è stata la ragazza ad inserire nei social quel filmato di un rapporto intimo e privato ma quel mascalzone del cosiddetto fidanzato. Un rapporto sessuale privato e consenziente cosa ha di vergognoso ?
CitazioneQuel rapporto non é stato poi così "intimo e privato" -per definizione- se la protagonista ha pensato bene di riprenderlo e diffonderlo.
E non mi risulta che la ragazza avesse raccomandato al "cosiddetto fidanzato" (ma perché "cosiddetto"? Se ci aveva rapporti rapporti sessuali -oltretutto "autofilmati"- il fidanzamento mi sembra assai credibile) di non divulgare oltre il filmato, né tantomeno che avesse preso precauzioni legali in proposito (se non a posteriori, pretendendo di chiudere la stalla quando i buoi erano già scappati): non é forse questa occidentale odierna la società nella quale si può fare tutto ciò che non é espressamente vietato?

La vergogna é un sentimento personale e soggettivo.
Non so te (e non mi interessa...), ma per quel che mi riguarda mi vergognerei di filmarmi durante un rapporto sessuale per renderne edotti terzi, ovvero per renderlo pubblico (mentre non mi vergogno affatto di avere rapporti sessuali al contrario privati, oltre che ovviamente consenzienti).
E se la ragazza ha cercato in ogni modo di limitarne la diffusione (anziché ammettere di aver fatto una cosa vergognosa -che peraltro solo chi fosse "senza peccato", cioé, per intenderci, chi da adolescente non ha mai consumato pornografia e non si é mai masturbato, cioé nessuno, potrebbe condannare come irrimediabilmente oltraggiosa- e proporsi di essere più seria e degna di stima in futuro), mi punge vaghezza che un qualche senso di vegogna lo provasse anche lei.
Tuttavia continuo a propendere (e comunque a considerarla rilevante e degna di riflessione per noi vivi) per l' ipotesi che si sia tolta la vita perché convinta, secondo l' ideologia dominante, di essere un' irreprensibile vittima di una persecuzione insopportabile; ma questa é solo una supposizione che ritengo di grande interesse e attualità e che espongo senza alcuna intenzione di mancare di rispetto e di pietas per la vittima del suicidio: e comunque in realtà questo é quanto sostenuto a chiare lettere dai commentatori qui citati (e da tutti gli altri politicamente corretti), e questi commenti e l' atteggiamento che esprimono e intendono promuovere, e non chi si é suicidato, é quanto più mi preme di condannare;proprio per questo ho proposto le mie considerazioni nel forum).

Il buonismo politicamente corretto consiste per l' apppunto proprio nel pretendere che la vittima del suicidio non doveva vegognarsi di niente, che di niente andasse né vada criticata (perbacco, é morta, ergo é al di sopra di ogni possibile critica! =buonismo) né dovesse autocriticarsi.



Sariputra

#12
Citazione di: acquario69 il 15 Settembre 2016, 14:20:56 PM
Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PMAcquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla
Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".
ritengo più semplicemente che certe analisi,(e questo a prescindere dalla ragazza in questione) non andrebbero fatte solo a senso unico o da un solo lato della medaglia.

Mi sembra che, più che "sistema del nulla", si vada verso un sistema totalmente narcisistico. Si è continuamente incoraggiati ad esporre la propria vita. Vedo gente dappertutto che continua a fotografarsi in tutte le posizioni e poi rimirarsi, spedendo il tutto agli amici virtuali e non. Questo è estremamente funzionale al "sistema business" mondiale. Osserva come tutti i social ti invitano a pubblicare le tue foto, facendoti capire che più ti esponi più verrai apprezzato. E' chiaro che, più guardi il tuo ombelico, meno guardi il mondo... :( . Ovviamente, meno guardi il mondo,  meno ti verrà l'idea e la tentazione di cambiarlo!...
Non conoscendo , nessuno di noi, e nemmeno gli autorevoli commentatori sulle Tv o sui giornali, cosa veramente passava per la testa della giovane, e qual'era il suo dolore abbiamo pochi elementi per dare un giudizio. Non ho seguito fino in fondo la vicenda ma, solo in via intuitiva, ho molte perplessità che quel video in rete sia la vera causa del suicidio. C'era, secondo me, un male più profondo di cui, la libera volontà di filmarsi in certi momenti e condividerli con altri, è possibile sintomo. E' quel senso di straniamento di cui parlavo in altra sezione. Il sentirsi estranei anche a sé stessi. Il non riconoscere la differenza tra noi e la nostra immagine virtuale.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

cvc

Citazione di: Sariputra il 15 Settembre 2016, 16:13:31 PM
Citazione di: acquario69 il 15 Settembre 2016, 14:20:56 PM
Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PMAcquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla
Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".
ritengo più semplicemente che certe analisi,(e questo a prescindere dalla ragazza in questione) non andrebbero fatte solo a senso unico o da un solo lato della medaglia.

Mi sembra che, più che "sistema del nulla", si vada verso un sistema totalmente narcisistico. Si è continuamente incoraggiati ad esporre la propria vita. Vedo gente dappertutto che continua a fotografarsi in tutte le posizioni e poi rimirarsi, spedendo il tutto agli amici virtuali e non. Questo è estremamente funzionale al "sistema business" mondiale. Osserva come tutti i social ti invitano a pubblicare le tue foto, facendoti capire che più ti esponi più verrai apprezzato. E' chiaro che, più guardi il tuo ombelico, meno guardi il mondo... :( . Ovviamente, meno guardi il mondo,  meno ti verrà l'idea e la tentazione di cambiarlo!...
Non conoscendo , nessuno di noi, e nemmeno gli autorevoli commentatori sulle Tv o sui giornali, cosa veramente passava per la testa della giovane, e qual'era il suo dolore abbiamo pochi elementi per dare un giudizio. Non ho seguito fino in fondo la vicenda ma, solo in via intuitiva, ho molte perplessità che quel video in rete sia la vera causa del suicidio. C'era, secondo me, un male più profondo di cui, la libera volontà di filmarsi in certi momenti e condividerli con altri, è possibile sintomo. E' quel senso di straniamento di cui parlavo in altra sezione. Il sentirsi estranei anche a sé stessi. Il non riconoscere la differenza tra noi e la nostra immagine virtuale.
Saggio intervento, Cui aggiungerei che se cambiare il mondo è sempre stata un'impresa titanica, ora è certamente impossibile. Perchè per cambiare il mondo occorre andare contro la massa, ma la civiltà dei social si identifica con la massa. Anzi è la sua unica ragione e scopo: essere la massa. E' un dare e avere di contenuti multimediali, uno scambio di emozioni che non fa altro che assimilare tutta l'umanità alla mentalità di massa. L'alternativa non è più andare con o contro la corrente, se sei fuori non esisti. Non è nemmeno il disprezzo snob di chi non ti accetta nel suo gruppo elitario: o sei massa o non esisti. E' la realizzazione della profezia di Le Bon. E' arrivata l'era delle folle. Con buona pace di Darwin dopo millenni di evoluzione, per la razza umana è iniziata l'involuzione. Lo sviluppo intellettuale riguarderà solo una ristretta cerchia di elite, i tecnocrati e i manovratori del potere. Il resto, la massa, si accontenterà di ridiscendere ai precedenti livelli evolutivi, prediligendo sempre più l'uso della parte inferiore del cervello.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: Sariputra il 15 Settembre 2016, 16:13:31 PM
Mi sembra che, più che "sistema del nulla", si vada verso un sistema totalmente narcisistico. Si è continuamente incoraggiati ad esporre la propria vita. Vedo gente dappertutto che continua a fotografarsi in tutte le posizioni e poi rimirarsi, spedendo il tutto agli amici virtuali e non. Questo è estremamente funzionale al "sistema business" mondiale. Osserva come tutti i social ti invitano a pubblicare le tue foto, facendoti capire che più ti esponi più verrai apprezzato. E' chiaro che, più guardi il tuo ombelico, meno guardi il mondo... :( . Ovviamente, meno guardi il mondo,  meno ti verrà l'idea e la tentazione di cambiarlo!...
Non conoscendo , nessuno di noi, e nemmeno gli autorevoli commentatori sulle Tv o sui giornali, cosa veramente passava per la testa della giovane, e qual'era il suo dolore abbiamo pochi elementi per dare un giudizio. Non ho seguito fino in fondo la vicenda ma, solo in via intuitiva, ho molte perplessità che quel video in rete sia la vera causa del suicidio. C'era, secondo me, un male più profondo di cui, la libera volontà di filmarsi in certi momenti e condividerli con altri, è possibile sintomo. E' quel senso di straniamento di cui parlavo in altra sezione. Il sentirsi estranei anche a sé stessi. Il non riconoscere la differenza tra noi e la nostra immagine virtuale.

Certo non ci sono dubbi che sia come dici tu e nessuno di noi può sapere e giudicare la ragazza e su cosa ha veramente provato dentro di se,infatti l'ho sottolineato anch'io con quel a prescindere ma e' sul fenomeno in se che si può comunque provare a fare una riflessione e che secondo me deve considerare tutte le sfaccettature possibili e non limitarsi a quello che per esempio può far attirare l'attenzione del grosso pubblico,che in questo senso diventa di solito uno degli scopi principali della stampa o dei media..per rendere l'idea e' un po quello che fa bruno vespa,per cui attraverso casi del genere ci gira su puntate su puntate,al pari di un avvoltoio 
sono d'accordo anche sul fatto che quando uno arriva al suicidio ce' sempre una causa più profonda e che il motivo più "esterno" magari e' solo la punta dell'iceberg ma che appartiene allo stesso tempo,in un modo o in un altro,alla causa scatenante "interna" che vi sarebbe comunque collegata.
il male profondo che ritengo ci riguarda ormai tutti,ma in particolare quelli più giovani (inevitabilmente ancora più coinvolti) e' senz'altro anche come dici tu e sul non riconoscersi più come identità reale ma solo nel virtuale,di fatto invertendole e mi sembra che si possa tranquillamente definire del nulla..prima avrei detto "evaporazione" e quando si passa a tale stadio (dopo quello liquido) ce' la dissoluzione,ossia,lo scomparire appunto nel nulla,esattamente come farebbe l'acqua dopo tale processo.
possiamo in definitiva usare anche termini diversi per descriverlo ma alla fine mi pare siamo giunti entrambi alla stessa conclusione.

non so se tutto questo fenomeno,in particolare riguardanti le generazioni nate con internet,ha qualche possibile riscontro con quelle passate...di solito ce sempre (a mio avviso) il luogo comune che dice; eh ma certe cose ci sono sempre state!...e secondo me e' falso,innanzitutto e sicuramente per le  osservazioni di cvc nel suo ultimo commento ed anche perché,almeno per quello che mi risulta non mi e' mai capitato di ricordarlo,o anche di averlo solo letto da qualche parte,così da ritrovarci un paragone comunque associato e sopratutto nei suoi aspetti più profondi e che riguardano a mio avviso ad una vera e propria mutazione diciamo di tipo antropologico.
si stanno susseguendo episodi su episodi che vanno oltre la "normale cattiveria"
ad esempio ce stato quello di rimini,di quella ragazzina ubriaca violentata al bagno della discoteca,e le sue "amiche" anziché fare qualcosa si sono messe tutte sadicamente a filmare!...sembrerebbe come se fossero letteralmente posseduti da qualcosa ormai più grande di loro e che sia proprio questo punto che non mi sembra abbia mai avuto alcun tipo di riscontro in passato

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