Spesa e debito pubblico: facciamo un pò di chiarezza.

Aperto da 0xdeadbeef, 23 Novembre 2018, 19:49:23 PM

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Freedom

Citazione di: paul11 il 05 Gennaio 2019, 15:50:17 PM

Sono loro che hanno voluto il job act e questo abbatte i costi di lavoro,Voluto per competizione globale sulla manodopera cinese e degli altri stati emergenti.
In micoeconomia, accade che l'imprenditore si avvale degli strumenti normativi consegnatogli dal job act.

Questa è una delle contraddizioni
Sì è verissimo: con la mano destra chiedono aumenti salariali e con la sinistra comprimono il costo del lavoro con il jobs act.

Con la tua abituale benevolenza e saggio distacco chiami ciò contraddizione ma io non riesco ad evitare la parola schizofrenia che mi pare, ahimè, più appropriata.

E sono abbastanza convinto che questo aspetto ce la dica lunga sulle attuali difficoltà incontrate dalla classe dominante per governare questo periodo storico. Perché, come è intuitivo comprendere, l'élite al potere non è né cattiva né stronza. Se fosse per lei farebbe contenti tutti pur di mantenere la propria posizione di privilegio. E con l'esponenziale crescita del debito pubblico mondiale né ha dato incontrovertibile prova. Non ci sono problemi a fare qualunque cosa, violentare le leggi dell'economia, mantenere tassi artatamente bassi sino ad inventarseli negativi (che è come dire che ti offro un caffè e tu mi dai, come ringraziamento, uno schiaffo in faccia ;D), etc.


Il problema è che le frecce in faretra cominciano ad esaurirsi e stiamo entrando nella fase mors tua vita mea. Finchè si può elargire qualche vantaggio a tutti ok ma se diventa necessario cominciare a fare selezione.....bè va da sè che devono essere i dominati a pagare il conto. Sino ad oggi l'effetto è ottenuto con sapiente lavaggio del cervello ma quando si comincia a tirare la cinghia sino a che non ci sono più buchi, quando si fa fatica ad ottenere di farsi visitare dai medici nonostante la gravità della patologia, quando non riesci più a mandare i figli a scuola nonostante abbiano qualche talento per l'apprendimento.....bè....diventa difficile propinare il messaggio pubblicitario.


Non vorrei che i gilet gialli si diffondessero fuori dai confini francesi......
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

0xdeadbeef

Citazione di: Freedom il 05 Gennaio 2019, 19:25:00 PM
Citazione di: paul11 il 05 Gennaio 2019, 15:50:17 PM

Sono loro che hanno voluto il job act e questo abbatte i costi di lavoro,Voluto per competizione globale sulla manodopera cinese e degli altri stati emergenti.
In micoeconomia, accade che l'imprenditore si avvale degli strumenti normativi consegnatogli dal job act.

Questa è una delle contraddizioni
Sì è verissimo: con la mano destra chiedono aumenti salariali e con la sinistra comprimono il costo del lavoro con il jobs act.

Con la tua abituale benevolenza e saggio distacco chiami ciò contraddizione ma io non riesco ad evitare la parola schizofrenia che mi pare, ahimè, più appropriata.



A Freedom e Paul
Questa osservazione, fra le tante condividibili, mi sembra quella più interessante...
E' chiaro che gli imprenditori si rendono perfettamente conto che con questa domanda interna non solo
l'economia è "ferma", ma il debito pubblico (e quindi gli interessi che su questo paghiamo) non può
che salire.
La contraddizione, o schizofrenia che dir si voglia, masce a parer mio dal contrapporsi frontale dell'
ideologia (quella liberista/mercatista, che predica la compressione del costo del lavoro - e dei diritti
in generale del lavoratore) e della prassi, che "empiricamente" vede come il rilancio della domanda
interna, che passa per un aumento delle retribuzioni, sia ormai necessario ed improcrastinabile.
Questo, fra l'altro, dovrebbe "istruirci" tutti sul come il liberismo/mercatismo (meglio il secondo...)
sia, appunto, null'altro che una ideologia; non succede, lasciamo perdere (e continuiamo a chiudere gli
occhi).
Per concludere, due parole sulla (ennesima) contraddizione rappresentata dalla "crescita infinita".
Sì certo, non è possibile, come evidente (ma non a tutti...).
E però...quello dell'espansione "ad infinitum" è uno dei principali articoli di fede della teologia
mercatista. Uno di quegli articoli che, insomma, se venissero confutati verrebbe giù l'intero palazzo.
Lo notava già negli anni 40 del 900 J.Schumpeter, trattando della trasformazione dell'azienda "fordista"
in SpA (l'azienda, disse, per poter competere deve espandersi, e per far questo deve appoggiarsi al capitale
bancario).
Lo ripetè molti decenni dopo Calisto Tanzi (Parmalat), al quale un giornalista, a seguito del "crack", chiese:
"ma lei, perchè invece di andare a cercare avventure non è rimasto il lattaio di Parma?". Così rispose Tanzi:
"perchè, vede, questo è un mondo che non ti consente di rimanere fermo".
Ed è esattamente questo il motivo per cui l'economia si è "finanziarizzata".
saluti

anthonyi

Citazione di: Freedom il 05 Gennaio 2019, 19:25:00 PM


Sì è verissimo: con la mano destra chiedono aumenti salariali e con la sinistra comprimono il costo del lavoro con il jobs act.


Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra. Le due cose sono collegate perché se riduci il costo del lavoro, senza ridurre i salari, le imprese assumono di più e quindi il reddito dei lavoratori aumenta. D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.

Freedom

Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra.
No. Il costo del lavoro è complessivo ed è composto da entrambe le voci.
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
2.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico del dipendente
3.imposte a carico del dipendente
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa
5.imposte a carico dell'impresa
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.
Sull'aumento occupazionale prodotto dal jobs act ci sarebbe parecchio da discutere ma è più appropriato, nel caso interessi, fare un thread a parte. Mi sembra tuttavia del tutto fuori luogo anche solo citare il jobs act, che rappresenta, incontrovertibilmente, il passo indietro più significativo degli ultimi quarant'anni avvenuto a danno dei lavoratori. Non solo per l'abolizione dell'art.18 ma anche per il demansionamento ed il controllo a distanza sancito da questa legge.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Citazione di: Freedom il 07 Gennaio 2019, 11:33:18 AM
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra.
No. Il costo del lavoro è complessivo ed è composto da entrambe le voci.
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
2.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico del dipendente
3.imposte a carico del dipendente
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa
5.imposte a carico dell'impresa
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.
Sull'aumento occupazionale prodotto dal jobs act ci sarebbe parecchio da discutere ma è più appropriato, nel caso interessi, fare un thread a parte. Mi sembra tuttavia del tutto fuori luogo anche solo citare il jobs act, che rappresenta, incontrovertibilmente, il passo indietro più significativo degli ultimi quarant'anni avvenuto a danno dei lavoratori. Non solo per l'abolizione dell'art.18 ma anche per il demansionamento ed il controllo a distanza sancito da questa legge.

Ciao freedom, al di là delle diatribe sul JA, potresti spiegarmi il significato del tuo NO iniziale, io ti ho fatto la differenza tra REDDITO DEI LAVORATORI e COSTO DEL LAVORO, si tratta di cose differenti che assumono rilevanza la prima in sede Macro e la seconda in sede Micro. E' questa differenza che spiega quella che non è una contraddizione nelle argomentazioni dei tecnici delle grandi istituzioni finanziarie e della quale tu e paul11 parlavate.
Poi vorrei capire perché il JA non è pertinente quando sei stato tu ad accennare ad esso. O forse volevi dire che del JA si può solo parlare male, e allora è pertinente.
Un saluto.

0xdeadbeef

#140
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM

Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra. Le due cose sono collegate perché se riduci il costo del lavoro, senza ridurre i salari, le imprese assumono di più e quindi il reddito dei lavoratori aumenta. D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.

Ciao Anthony
Mi risulta che quanto a retribuzioni siamo al penultimo posto nell'area Euro (solo il Portogallo ci
è dietro, o almeno così era fino a poco tempo fa). Certo le tasse che paga l'impresa, e che come dici
giustamente vanno anch'esse sotto la voce "costo del lavoro", sono alte; ma come certo saprai abbassarle
è molto difficile, perchè lo stato incamera meno e il disavanzo, di conseguenza, aumenta (e con esso il
debito pubblico).
Non ti sfugga, comunque, ciò che si diceva a proposito della "forbice" della diseguaglianza che aumenta
(e non in maniera congiunturale), e che nulla ha a che vedere con la tassazione sul lavoro (mentre molto
ne ha con la bassa cifra delle retribuzioni).
Quanto alla "contraddizione", o "schizofrenia" che dicevamo, essa consiste nel corto circuito che esiste
fra la necessità di rilanciare la domanda interna e lo stimolo alla competitività, che porta ad un
abbassamento sia dei salari dei lavoratori che dei loro diritti.
Infine, per quanto riguarda il Jobs Act non è affatto vero che ha aumentato l'occupazione. Quel che infatti
conta non è tanto il numero complessivo degli occupati (in cui rientra anche chi ha lavorato solo poche
ore), ma il numero complessivo delle ore lavorate ("https://www.lavoce.info/archives/49734/gli-occupati-risalgono-le-ore-lavorate-no/").
saluti

Freedom

Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 15:40:20 PM
Ciao freedom, al di là delle diatribe sul JA, potresti spiegarmi il significato del tuo NO iniziale, io ti ho fatto la differenza tra REDDITO DEI LAVORATORI e COSTO DEL LAVORO, si tratta di cose differenti che assumono rilevanza la prima in sede Macro e la seconda in sede Micro. E' questa differenza che spiega quella che non è una contraddizione nelle argomentazioni dei tecnici delle grandi istituzioni finanziarie e della quale tu e paul11 parlavate.
Caspita Anthony, ti ho anche postato le esatte voci che compongono il costo del lavoro!
Mi sembra così evidente che il reddito dei lavoratori fa parte del costo del lavoro complessivo.
Comunque:
http://www.mysolutionpost.it/archivio/lavoro/2016/03/calcolo-costo-lavoro.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Costo_del_lavoro
https://www.lavoro-economia.it/busta-paga/Costo-del-lavoro.aspx
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 15:40:20 PM
Poi vorrei capire perché il JA non è pertinente quando sei stato tu ad accennare ad esso. O forse volevi dire che del JA si può solo parlare male, e allora è pertinente.
Un saluto.
Non è che non sia pertinente è che per un lavoratore dipendente rappresenta una ferita grande, lacerante, che una legge così contraria all'interesse dei lavoratori stessi sia stata ideata e varata dal partito erede della più grande tradizione di difesa dei più deboli. E' una amarezza così grande dicevo, che il citarla a favore del mondo del lavoro è una roba sinceramente inaccettabile.

Mi ricordo come se fosse oggi Alfano, te lo ricordi Alfano? che affermava in un'assemblea di partito, attribuendosene il pur parziale merito, che con il jobs act si era raggiunto il più grande risultato a favore dei datori di lavoro degli ultimi quarant'anni. E la cosa terribile è che aveva ragione!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Lou

#142
se il reddito dei lavoratori "fa parte" del costo del lavoro, non è il solo elemento contabilizzato nel costo del lavoro.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Freedom

Citazione di: Lou il 07 Gennaio 2019, 19:12:57 PM
se il reddito dei lavoratori "fa parte" del costo del lavoro, non è il solo elemento contabilizzato nel costo del lavoro.
Come ho ampiamente illustrato nei post precedenti:
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
2.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico del dipendente
3.imposte a carico del dipendente
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa
5.imposte a carico dell'impresa

http://www.mysolutionpost.it/archivio/lavoro/2016/03/calcolo-costo-lavoro.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Costo_del_lavoro
https://www.lavoro-economia.it/busta-paga/Costo-del-lavoro.aspx
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Lou

#144
Sì, ma in breve, costo del lavoro=reddito dei lavoratori? O c'è una qualche distinzione? A me pare, anche dai link che posti, non siano, il medesimo.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

anthonyi

Citazione di: 0xdeadbeef il 07 Gennaio 2019, 16:59:27 PM
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM

Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra. Le due cose sono collegate perché se riduci il costo del lavoro, senza ridurre i salari, le imprese assumono di più e quindi il reddito dei lavoratori aumenta. D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.

Ciao Anthony
Mi risulta che quanto a retribuzioni siamo al penultimo posto nell'area Euro (solo il Portogallo ci
è dietro, o almeno così era fino a poco tempo fa). Certo le tasse che paga l'impresa, e che come dici
giustamente vanno anch'esse sotto la voce "costo del lavoro", sono alte; ma come certo saprai abbassarle
è molto difficile, perchè lo stato incamera meno e il disavanzo, di conseguenza, aumenta (e con esso il
debito pubblico).
Non ti sfugga, comunque, ciò che si diceva a proposito della "forbice" della diseguaglianza che aumenta
(e non in maniera congiunturale), e che nulla ha a che vedere con la tassazione sul lavoro (mentre molto
ne ha con la bassa cifra delle retribuzioni).
Quanto alla "contraddizione", o "schizofrenia" che dicevamo, essa consiste nel corto circuito che esiste
fra la necessità di rilanciare la domanda interna e lo stimolo alla competitività, che porta ad un
abbassamento sia dei salari dei lavoratori che dei loro diritti.
Infine, per quanto riguarda il Jobs Act non è affatto vero che ha aumentato l'occupazione. Quel che infatti
conta non è tanto il numero complessivo degli occupati (in cui rientra anche chi ha lavorato solo poche
ore), ma il numero complessivo delle ore lavorate ("https://www.lavoce.info/archives/49734/gli-occupati-risalgono-le-ore-lavorate-no/").
saluti

Ciao 0xdeadbeef, la problematicità dei sistemi economici è fatta anche di quella "schizofrenia" della quale voi parlate, ma si tratta di un problema del sistema, non di un problema della teoria economica. Quello che a me preme è mettere in discussione quelle visioni semplificatorie populiste per le quali sembra che ci siano soluzioni semplici per quei problemi complessi e che queste soluzioni semplici non si realizzano perché i controllori sono "contro il popolo". Anche tu, con la tua proposta di "aumentare i salari", in fondo ti poni in una chiave semplificatoria. Non a caso io ti facevo l'esempio della Germania, che ha salari medi del 38 % più alti di quelli Italiani, eppure ha i minijob, che solitamente sono associati a contribuzione sociale. In altri termini i tedeschi permettono l'innalzamento dei salari laddove il mercato, e la produttività dei sistemi, lo permette, però poi non denigrano di sfruttare anche quelle piccole opportunità che il mercato offre. Noi invece non facevamo altro che attaccare foodora perché non rispettava certi standard di diritto definiti a priori, con il risultato che foodora ha ceduto l'attività e i suoi lavoratori stanno peggio di prima.
In altri termini i tedeschi sono pragmatici, noi invece ci perdiamo in atteggiamenti di principio che non servono a nulla.
Anche la valutazione sul JA è inficiata da questo modo di pensare, il JA ha sicuramente rotto delle posizioni di principio che erano sostenute in maniera dogmatica, ma lo ha fatto senza che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione, ed ha permesso di aumentare sia l'occupazione, sia il reddito dei lavoratori, sia le ore lavorate (Di questo potrai renderti conto leggendo proprio il link che mi hai indicato che riporta l'istogramma delle ore lavorate ed evidenzia l'aumento sostanziale dal 2014 al 2017 più o meno del 3 %, cioè in linea con l'aumento dell'occupazione).
Un saluto.

anthonyi

Citazione di: Lou il 07 Gennaio 2019, 20:06:56 PM
Sì, ma in breve, costo del lavoro=reddito dei lavoratori? O c'è una qualche distinzione? A me pare, anche dai link che posti, non siano, il medesimo.

Ciao Lou, provo a spiegarti il nocciolo della questione, Freedom ragiona con logica giuridica e lista delle voci che sono riportate su codici e contratti. I miei ragionamenti, invece, sono economici, quando io parlo di "reddito dei lavoratori" mi riferisco ad un aggregato macroeconomico, quando parlo di "costo del lavoro" mi riferisco al suo significato economico che si differenzia anche dal costo del lavoro che è scritto sui contratti perché, ad esempio, contiene i rischi connessi con gli effetti di cause giuridiche con i lavoratori.
Naturalmente ricordo che la questione nasceva da una critica alle affermazioni dei tecnici delle grandi istituzioni finanziarie internazionali, affermazioni che, presumibilmente, hanno un contenuto economico.
Un saluto.

Freedom

Citazione di: anthonyi il 08 Gennaio 2019, 09:09:15 AM
Freedom ragiona con logica giuridica e lista delle voci che sono riportate su codici e contratti. I miei ragionamenti, invece, sono economici, quando io parlo di "reddito dei lavoratori" mi riferisco ad un aggregato macroeconomico, quando parlo di "costo del lavoro" mi riferisco al suo significato economico che si differenzia anche dal costo del lavoro che è scritto sui contratti
Sono sorpreso del voler negare il significato di "costo del lavoro" che è di uso comune. Non solo giuridico.
https://it.mimi.hu/economia/costo_del_lavoro.html
In qualsiasi sede si tratti l'argomento il costo del lavoro è quello che ho illustrato.

Se tuttavia vuoi spingerti nel territorio della riclassificazione di bilancio, territorio non di uso comune, ma usato, per esempio, dagli Istituti di Credito per valutare la solvibilità patrimoniale di un cliente e l' eventuale concessione di fido; in questo caso ci sono vari sistemi. Arbitrari e riservati. Il modo che hai portato nella discussione lo puoi trovare, forse, in qualche raro testo di economia.

Citazione di: anthonyi il 08 Gennaio 2019, 08:52:52 AM
il JA ha sicuramente rotto delle posizioni di principio che erano sostenute in maniera dogmatica, ma lo ha fatto senza che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione
A me pare che invece siano stati messi in discussione diritti fondamentali, decisivi per la dignità del lavoratore dipendente. A parte il fatto che l'aspetto più importante di tutti è culturale nonché simbolico (la reintegra del posto di lavoro ha una valenza di principio imprescindibile) c'è proprio una serie di dati tecnici che rendono impossibile sostenere "che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione".

In primo luogo la decadenza dell'art.18 rende licenziabile il lavoratore pagando un corrispettivo economico e basta. Ecco dunque che il lavoro umano non ha più una sua dignità ma, esclusivamente, un prezzo. E' quindi ridotto al rango di merce tout court. E', di fatto, l'abolizione del contratto a tempo indeterminato.
In secondo luogo è stata introdotta la possibilità di demansionare cioè di cambiare in peggio la qualifica della mansione del lavoratore.
In terzo luogo si può controllare a distanza l'attività svolta dal lavoratore.

Questo solo per citare alcune tra le cose più importanti ma ci sono anche altri aspetti non trascurabili che andrebbero sottolineati: mi limito a citare tutta la normativa riguardante la sicurezza che è notevolmente peggiorata. E la forte crescita di morti sul lavoro avvenuta negli ultimi anni lo dimostra ampiamente.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

baylham

Citazione di: Freedom il 07 Gennaio 2019, 19:49:54 PM
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa

A queste due voci aggiungerei le indennità di fine rapporto ed i costi amministrativi (es. consulente del lavoro).

0xdeadbeef

Citazione di: anthonyi il 08 Gennaio 2019, 08:52:52 AM
Ciao 0xdeadbeef, la problematicità dei sistemi economici è fatta anche di quella "schizofrenia" della quale voi parlate, ma si tratta di un problema del sistema, non di un problema della teoria economica. Quello che a me preme è mettere in discussione quelle visioni semplificatorie populiste per le quali sembra che ci siano soluzioni semplici per quei problemi complessi e che queste soluzioni semplici non si realizzano perché i controllori sono "contro il popolo". Anche tu, con la tua proposta di "aumentare i salari", in fondo ti poni in una chiave semplificatoria. Non a caso io ti facevo l'esempio della Germania, che ha salari medi del 38 % più alti di quelli Italiani, eppure ha i minijob, che solitamente sono associati a contribuzione sociale. In altri termini i tedeschi permettono l'innalzamento dei salari laddove il mercato, e la produttività dei sistemi, lo permette, però poi non denigrano di sfruttare anche quelle piccole opportunità che il mercato offre. Noi invece non facevamo altro che attaccare foodora perché non rispettava certi standard di diritto definiti a priori, con il risultato che foodora ha ceduto l'attività e i suoi lavoratori stanno peggio di prima.
In altri termini i tedeschi sono pragmatici, noi invece ci perdiamo in atteggiamenti di principio che non servono a nulla.
Anche la valutazione sul JA è inficiata da questo modo di pensare, il JA ha sicuramente rotto delle posizioni di principio che erano sostenute in maniera dogmatica, ma lo ha fatto senza che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione, ed ha permesso di aumentare sia l'occupazione, sia il reddito dei lavoratori, sia le ore lavorate (Di questo potrai renderti conto leggendo proprio il link che mi hai indicato che riporta l'istogramma delle ore lavorate ed evidenzia l'aumento sostanziale dal 2014 al 2017 più o meno del 3 %, cioè in linea con l'aumento dell'occupazione).
Un saluto.

Ciao Anthony
Francamente mi sfugge la differenza fra "problema del sistema" e "problema della teoria economica...
Mi sfugge, beninteso, se ad essi dessimo un significato diverso da quello da me proposto in precedenza
(problema del sistema = prassi: problema della teoria economica = ideologia).
Dal mio punto di vista esiste una ed una sola "teoria economica": quella propriamente scientifica,
che riconosce nella prassi e nel rapporto con il reale i suoi capisaldi; e che sa cambiare se
i risultati non sono quelli che ci si aspettava.
Per cui, visto che il problema inizialmente posto era quello di un debito pubblico che cresce
costantemente (causando un forte esborso sugli interessi) nonostante un dato primario positivo (avanzo),
e visto che, convenivamo, il solo modo di migliorare il deficit è quello di alzare il PIL, una
teoria econonica autenticamente scientifica è chiamata a dire come si fa ad alzare il PIL...
A me sembra che l'unico modo di alzare il PIL, visto che abbiamo già un dato molto positivo sulle
esportazioni, sia quello di rilanciare una domanda interna che, come tutti sanno, langue tristemente.
E la domanda interna non si la si rilancia con la teoria della competitività globale (che predica
la moderazione salariale e l'azzeramento dei diritti del lavoratore), è evidente.
Ciò vuol semplicemente dire che fin quando si seguirà la "teoria", cioè l'ideologia, non se ne uscirà.
Sul Jobs Act guarda, ho letto il titolo e le prime righe perchè già ero a conoscenza che il numero
complessivo delle ore lavorate (che è il vero indicatore dell'occupazione) è sceso.
Adesso, se ben interpreto, mi stai dicendo che il numero complessivo delle ore lavorate è aumentato?
E allora perchè mai quel titolo (gli occupati risalgono le ore lavorate no)?
Il discorso sui minijobs non ritengo sia dirimente. Personalmente ho visto fare contratti di due ore,
per cui siamo ben oltre i minijobs.
saluti

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