Sovranisti, globalisti e umanitari

Aperto da Ipazia, 06 Luglio 2019, 17:18:35 PM

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paul11

Citazione di: anthonyi il 07 Luglio 2019, 20:31:24 PM
Citazione di: paul11 il 07 Luglio 2019, 18:05:48 PM


dimentichi il diritto e la sua storia.

Meglio la tecnologia ,piuttosto che tornare nei millenni di tempo agli schiavi.

E' l'economia che dovrebbe adeguarsi, non le condizioni umane.

Ciao paul22 sulla seconda condivido perfettamente, la prima e la terza però rappresentano una visione etico normativa che vuole negare la naturalità di certe leggi economiche, come quelle che determinano la produttività del lavoro indipendentemente dal fatto che lo stato può imporre un salario legale maggiore di questa, con gli effetti che la stessa economia studia. E' come se tu dicessi che la legge di gravità non dovrebbe agire quando uno si butta da un grattacielo perché non accetti che muoia.
Un saluto
ciao Anthonyi,
L'uomo che emerge dalla polis in poi non è più uomo di natura. La regola economica naturale è prendi o lascia e un fuco dentro un alveare non si sogna nemmeno di rivoltarsi alla regina o costruire un patto sociale.
L'uomo della polis è l'uomo politico, che negozia, contratta, patteggia e se l'economia è fondata sul mercato e i suoi "precetti"i sono la domanda e l'offerta, significa che il prezzo è il punto di equilibrio di una contrattazione. E la contrattazione è solo nell'uomo.
L'uomo è "anche" natura, ma non solo natura, in quanto condiziona fisicamente l'esistenza. Tutta l'organizzazione umana è un sovrastruttura compresa l'economia , correlata, ma non identica, alle regole e ordini naturali. Il destino umano può modificare il destino della natura e viceversa.

Tutte le figure giuridiche, tutti i dispositivi culturali nascono dalla cultura umana, dalla mente umana,compreso il concetto di libero mercato.
che in quanto tale, può essere sovvertito, mutato, modificato.


L'uomo che emerge dalla polis in poi non è più uomo di natura. La regola economica naturale è prendi o lascia e un fuco dentro un alveare non si sogna nemmeno di rivoltarsi alla regina o costruire un patto sociale.
L'uomo della polis è l'uomo politico, che negozia, contratta, patteggia e se l'economia è fondata sul mercato e i suoi "precetti"i sono la domanda e l'offerta, significa che il prezzo è il punto di equilibrio di una contrattazione. E la contrattazione è solo nell'uomo.
L'uomo è "anche" natura, ma non solo natura, in quanto condiziona fisicamente l'esistenza. Tutta l'organizzazione umana è un sovrastruttura compresa l'economia rse correlata alle regole e ordini naturali. Il destino umano può modificare il destino della natura e viceversa.

Tutte le figure giuridiche, tutti i dispositivi culturali nascono dalla cultura umana, dalla mente umana,compreso il concetto di libero mercato.
che in quanto tale, può essere sovvertito, mutato, modificato.
Saluti

InVerno

Citazione di: Ipazia il 06 Luglio 2019, 17:18:35 PM
Accolgo l'invito di InVerno di dedicare una discussione mirata alle vicende migratorie aldilà delle situazioni contingenti che si verificano sempre più frequentemente in cui si mette in scena la contrapposizione tra favorevoli e contrari all'accoglienza di migranti economici dall'Africa e da qualche paese asiatico.

Illustre assente nel titolo della discussione è l'internazionalismo proletario, venuto a mancare con la (provvisoria suppongo e spero) vittoria della way of life capitalistica su scala globale.
Grazie per aver accolto l'invito, penso che un topic con questa ampiezza argomentativa era giusto fosse presente. Personalmente ho un dubbio, particolarmente riguardo a uno degli invitati al titolo-triello, i cosidetti "globalisti". Siccome immagino che questo termine verrà ripetuto aiosa in questo topic, mi chiedevo se fosse possibile definirlo. Quando penso ai "globalisti" (meglio planetaristi? mondialisti?) mi vengono in mente una lunga serie di pensatori di cultura marxista, antistalinisti, che hanno proseguito il filone delle proprie idee internazionalistiche fino a immaginare leviatani globali seguendo il  semplice assunto che per una grande parete serve un grande pennello. Si può essere in accordo o meno con questi pensatori, ed essi possono avere più o meno successo nel mondo accademico e popolare, ma sicuramente non sono loro che hanno dato vita alla globalizzazione, sono anzi tra le persone meno ascoltate sul pianeta, altrimenti organizzazioni come l'ONU avrebbero un potere reale. Perciò i globalisti (turbocapitalisti anonimi?) devono essere altri. Chi sono? Dove si nascondono?Che cosa vogliono?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: paul11 il 07 Luglio 2019, 23:05:12 PM
Citazione di: anthonyi il 07 Luglio 2019, 20:31:24 PM
Citazione di: paul11 il 07 Luglio 2019, 18:05:48 PM


dimentichi il diritto e la sua storia.

Meglio la tecnologia ,piuttosto che tornare nei millenni di tempo agli schiavi.

E' l'economia che dovrebbe adeguarsi, non le condizioni umane.

Ciao paul22 sulla seconda condivido perfettamente, la prima e la terza però rappresentano una visione etico normativa che vuole negare la naturalità di certe leggi economiche, come quelle che determinano la produttività del lavoro indipendentemente dal fatto che lo stato può imporre un salario legale maggiore di questa, con gli effetti che la stessa economia studia. E' come se tu dicessi che la legge di gravità non dovrebbe agire quando uno si butta da un grattacielo perché non accetti che muoia.
Un saluto
ciao Anthonyi,
L'uomo che emerge dalla polis in poi non è più uomo di natura. La regola economica naturale è prendi o lascia e un fuco dentro un alveare non si sogna nemmeno di rivoltarsi alla regina o costruire un patto sociale.
L'uomo della polis è l'uomo politico, che negozia, contratta, patteggia e se l'economia è fondata sul mercato e i suoi "precetti"i sono la domanda e l'offerta, significa che il prezzo è il punto di equilibrio di una contrattazione. E la contrattazione è solo nell'uomo.
L'uomo è "anche" natura, ma non solo natura, in quanto condiziona fisicamente l'esistenza. Tutta l'organizzazione umana è un sovrastruttura compresa l'economia , correlata, ma non identica, alle regole e ordini naturali. Il destino umano può modificare il destino della natura e viceversa.

Tutte le figure giuridiche, tutti i dispositivi culturali nascono dalla cultura umana, dalla mente umana,compreso il concetto di libero mercato.
che in quanto tale, può essere sovvertito, mutato, modificato.


L'uomo che emerge dalla polis in poi non è più uomo di natura. La regola economica naturale è prendi o lascia e un fuco dentro un alveare non si sogna nemmeno di rivoltarsi alla regina o costruire un patto sociale.
L'uomo della polis è l'uomo politico, che negozia, contratta, patteggia e se l'economia è fondata sul mercato e i suoi "precetti"i sono la domanda e l'offerta, significa che il prezzo è il punto di equilibrio di una contrattazione. E la contrattazione è solo nell'uomo.
L'uomo è "anche" natura, ma non solo natura, in quanto condiziona fisicamente l'esistenza. Tutta l'organizzazione umana è un sovrastruttura compresa l'economia rse correlata alle regole e ordini naturali. Il destino umano può modificare il destino della natura e viceversa.

Tutte le figure giuridiche, tutti i dispositivi culturali nascono dalla cultura umana, dalla mente umana,compreso il concetto di libero mercato.
che in quanto tale, può essere sovvertito, mutato, modificato.
Saluti

Ciao paul11, che l'uomo sia o meno un essere naturale sarebbe un interessantissimo spunto di dibattito, anche il fatto che svolge funzioni più complesse di quelle degli altri animali (Tra cui quella politica) non è una prova diretta di extranaturalità (Bisogna capire se le leggi evoluzionistiche possono spiegare queste funzioni).
Nella preparazione del mio ultimo post io stavo accennando proprio al rapporto struttura-sovrastruttura, poi però ho cancellato quella parte, e al riguardo ti rammento che il main-stream delle interpretazioni del pensiero Marxiano pongono l'economia nella struttura e la società nella sovrastruttura.
Comunque tu hai colto l'ennucla del problema generale nel rapporto tra scambio (funzione economica), e regolazione dello scambio (funzione politica).
Ora lo scambio lo possiamo intendere in due modi, cioè come scambio di possessi, e quindi uno scambio naturale, o uno scambio di proprietà, e quindi uno scambio di diritti derivati dallo stato. E' evidente che lo stato ha piena facoltà di intervento su questi ultimi, ma deve tenere conto degli scambi naturali altrimenti rischia semplicemente di essere alieno.
Ti riporto l'esempio del bracciantato agricolo meridionale, a Roma lo stato ha deciso che il prezzo di questo tipo di transazione è di circa 80 Euro (compresi contributi) al giorno per 8 ore di lavoro.
Le imprese meridionali, a conti fatti, possono permettersi di pagare solo 40 Euro al giorno per cui o comprano il lavoro illegalmente (scambio naturale)
, oppure chiudono.
Non esiste un intervento che lo stato può fare per imporre transazioni a 80 Euro perché il risultato di controlli maggiori, che avrebbero anch'essi un costo, comporterebbe solo la fine delle transazioni naturali.
Un saluto

Jacopus

Ciao Anrhony. Per par conditio, occorre però evidenziare come lo stato é spesso intervenuto per coprire gli errori degli imprenditori privati, per evitare licenziamenti di massa e perdita di cultura industriale. Non capisco perché in questo caso va tutto bene e non si invoca il "mito delle api" o qualche altra metafora naturalistica (animal spirit?). Lo stato interviene quotidianamente nella struttura economica, quando decide di privilegiare le pmi invece che le grandi imprese, quando decreta l'ennesimo condono fiscale e cosí via. Possiamo anche essere d'accordo nell'usare esclusivamente "la mano invisibile" ma non solo in una direzione, cioè verso le tasche dei furbi e degli incompetenti.
Il capitalismo é stato un grande razionalizzatore delle risorse in qualche momento della sua storia, perché é riuscito a mediare fra le esigenze inevitabili del mercato (vedi il tuo esempio del caporalato) ed altre esigenze che venivano delegate al potere politico e che permettevano di mantenere una grande classe media come grande ammortizzatore sociale.
In questo momento storico, per varie ragioni, il capitalismo é entrato in una spirale autodistruttiva, che potrebbe avere, come prima conseguenza, l'avvio di governi autoritari, le cosiddette "democrature", le cui prime avvisaglie si sono già materializzate ( vedi il decreto Salvini sulla sicurezza).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve. Non per la prima volta noto che la foga di certe argomentazioni invincibilmente preconcette può portare a certi risultati.

Qui ad esempio si afferma che : "Tutte le figure giuridiche, tutti i dispositivi culturali nascono dalla cultura umana, dalla mente umana,compreso il concetto di libero mercato.
che in quanto tale, può essere sovvertito, mutato, modificato."
. Cioè che tutto ciò che nasce dall'operare umano risulta umano (bum!) ed al di fuori della sfera naturale.

Proviamo a riscrivere : "Tutti i condizionamenti biochimici (delle formiche, sarebbero le loro figure giuridiche), tutte le reazioni comportamentali (delle formiche, sarebbero i loro dispositivi culturali) nascono dalla tradizione istintuale (delle formiche, sarebbe la loro cultura) formichesca, dalla psicologia formichesca, compreso il meccanismo del forzoso accumulo delle provviste (equivalente al "mercato" umano). Per questa ultima ragione le formiche si pongono al di fuori della sfera naturale e si collocano all'interno della sfera formichesca poichè la speculazione preventiva circa la eventuale futura carenza di risorse (le provviste) è criterio del tutto artificiale ed artificioso nonchè piuttosto egoistico e malizioso (si sottraggono tali risorse al mondo naturale per dedicarle unicamente all'artificiosa ed innaturale società formichesca).

Che poi il "libero mercato" sia talmente "libero = SPONTANEO" da poter venir sovvertito, mutato, modificato a piacimento da qualcuno in particolare, è tesi curiosa in quanto il cosiddetto "mercato" (che altro non è – dicevo - che la proiezione umana dell' "innaturale" istinto formichesco all'accumulo preventivo di risorse) o è in se' SPONTANEO o è in sè MANIPOLABILE.

Il problema è sempre e solo filosofico : determinismo o libero arbitrio.

Guardando ad occhio nudo vediamo il nostro supposto libero arbitrio e la nostra apparente "indipendenza" dal mondo naturale.

Proviamo a prendere la lente d'ingrandimento dopo aver tolto le fette di salame dagli occhi : vedremo solo determinismo e meccanismi naturali. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Ritorno al cuore della questione, trasferendo, per evitare OT e perchè qui è più IT, un post di Jacopus

Citazione di: Jacopus il 07 Luglio 2019, 15:07:43 PM
I comportamenti illegali sarebbero quelli che salvano vite umane?Complimenti. Anche le leggi antiebraiche del 38 erano addirittura leggi, neppure decreti. Capisco ora molte cose sul concetto di totalitarismo di Hanna Arendt.
I fiancheggiatori togati? Ma di cosa stai parlando? Conosci come funziona il diritto oppure hai scambiato questo forum per una pagina sovranista di facebook?

Essendo in un forum filosofico di un sito denominato Riflessioni le parole vanno calibrate accuratamente e liberate da correzioni politiche al limite dell'adulterazione. La prima parola da sbufalare è salvataggio, con riferimento all'attività svolta dalle ONG nel Mediterraneo.

Il mare si sa è pericoloso e gli stati si sono accordati per garantire il salvataggio dei naufraghi (altra parola bisognosa di sbufalamento). Inoltre, per evitare i naufragi, sono state emanate da tutti i paesi civili norme di buona tecnica marinara a carico di chi si avventura in mare. L'obbligo del salvataggio c'è, ma pure l'obbligo di prendere il mare in condizioni adeguate ad evitare naufragi. Venendo meno il secondo, anche il primo, in termini di obbligo morale e giuridico, cala. Nel caso di specie ci troviamo di fronte a natanti stracolmi con riserve inadeguate di carburante che tentano di attraversare il Mediterraneo. Trattasi di suicidio collettivo ? Verrebbe da pensarlo se a 15 miglia dalla costa non incontrassero costantemente una nave madre che completa la traversata. Qualche volta non funziona così, ma più spesso sì. E per non farsi mancare nulla vi sono i cellulari, i trattati internazionali e l'obbligo di salvataggio. Qualunque persona di buon senso, anche sprovvista di studi giuridici, vi ravviserebbe una sofisticata messa in scena di aggiramento delle norme che vietano l'immigrazione clandestina. Se un giudice non lo ravvisa (ma il giudice Zuccaro l'aveva denunciato a chiare lettere di fronte ad una commissione parlamentare) viene solo da pensar male, anche se così facendo si fa peccato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

#21
Citazione di: anthonyi il 08 Luglio 2019, 07:25:33 AM
Ti riporto l'esempio del bracciantato agricolo meridionale, a Roma lo stato ha deciso che il prezzo di questo tipo di transazione è di circa 80 Euro (compresi contributi) al giorno per 8 ore di lavoro.
Le imprese meridionali, a conti fatti, possono permettersi di pagare solo 40 Euro al giorno per cui o comprano il lavoro illegalmente (scambio naturale), oppure chiudono.
Non esiste un intervento che lo stato può fare per imporre transazioni a 80 Euro perché il risultato di controlli maggiori, che avrebbero anch'essi un costo, comporterebbe solo la fine delle transazioni naturali.

"Transazioni naturali"  ;D Complimenti per questo nuovo concetto che arricchisce la metafisica del Capitale di uno stato di natura economica capitalistica che sta alla base di un giusnaturalismo capitalistico trionfante.

Anche qui c'è molto da sbufalare. E' congruente una società tecnologicamente avanzata con "leggi di natura economica" che impongono retribuzioni al di sotto del livello di sussistenza perchè la produzione abbia luogo ?

O sarebbe più congruo pagare i pomodori il doppio e eliminare la schiavitù ? Oppure usare tutti i potenti mezzi della tecnologia capitalistica per eliminare i lavori da schiavi - nelle condizioni lavorative e nella retribuzione - garantendo, com'è possibile, merci economiche a costi umani tollerabili ? Tra l'altro pare che vi sia tutta una rete di intermediazioni, ad alto tasso di rendita e arricchimento indebito, che potrebbe essere divelta per restituire dignità ai produttori (agricoltori e braccianti) senza aumentare di molto il prezzo del pomodoro al consumatore finale o addirittura senza aumento alcuno. Analoga la questione del pecorino romano sardo.

Insomma pare che la ricetta capitalistica, per quanto naturata la si voglia rendere, non sia, per grandi masse umane, all'altezza di una vita umana che valga la pena d'essere vissuta.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 08 Luglio 2019, 08:04:09 AM
Ciao Anrhony. Per par conditio, occorre però evidenziare come lo stato é spesso intervenuto per coprire gli errori degli imprenditori privati, per evitare licenziamenti di massa e perdita di cultura industriale. Non capisco perché in questo caso va tutto bene e non si invoca il "mito delle api" o qualche altra metafora naturalistica (animal spirit?). Lo stato interviene quotidianamente nella struttura economica, quando decide di privilegiare le pmi invece che le grandi imprese, quando decreta l'ennesimo condono fiscale e cosí via. Possiamo anche essere d'accordo nell'usare esclusivamente "la mano invisibile" ma non solo in una direzione, cioè verso le tasche dei furbi e degli incompetenti.
Il capitalismo é stato un grande razionalizzatore delle risorse in qualche momento della sua storia, perché é riuscito a mediare fra le esigenze inevitabili del mercato (vedi il tuo esempio del caporalato) ed altre esigenze che venivano delegate al potere politico e che permettevano di mantenere una grande classe media come grande ammortizzatore sociale.
In questo momento storico, per varie ragioni, il capitalismo é entrato in una spirale autodistruttiva, che potrebbe avere, come prima conseguenza, l'avvio di governi autoritari, le cosiddette "democrature", le cui prime avvisaglie si sono già materializzate ( vedi il decreto Salvini sulla sicurezza).

Ciao Jacopus, e dove ho scritto che lo stato non interviene nell'economia, o che tale intervento sia sempre inopportuno. Il mio è un discorso soprattutto teorico che osserva la realtà economica come ambiente originario (quello che tu chiami Capitalismo) e poi valuta l'effetto di eventuali interventi dello stato che a volte sono anche opportuni.
Solo che spesso gli interventi dello stato sono dannosi e lo sono soprattutto perché chi li attua non conosce bene quell'ambiente originario o non è nella posizione per ottimizzarne i risultati (posizione che di solito è occupata dagli imprenditori).
Comunque la tesi "Crisi del Capitalismo", che io considero decisamente retorica, non ha, a mio parere, nulla a che vedere con le attuali problematicità dei sistemi democratici, direi che c'entra molto di più la rivoluzione comunicativa prodotta da internet.
Un saluto

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 08 Luglio 2019, 12:38:27 PM
Citazione di: anthonyi il 08 Luglio 2019, 07:25:33 AM
Ti riporto l'esempio del bracciantato agricolo meridionale, a Roma lo stato ha deciso che il prezzo di questo tipo di transazione è di circa 80 Euro (compresi contributi) al giorno per 8 ore di lavoro.
Le imprese meridionali, a conti fatti, possono permettersi di pagare solo 40 Euro al giorno per cui o comprano il lavoro illegalmente (scambio naturale), oppure chiudono.
Non esiste un intervento che lo stato può fare per imporre transazioni a 80 Euro perché il risultato di controlli maggiori, che avrebbero anch'essi un costo, comporterebbe solo la fine delle transazioni naturali.

"Transazioni naturali"  ;D Complimenti per questo nuovo concetto che arricchisce la metafisica del Capitale di uno stato di natura economica capitalistica che sta alla base di un giusnaturalismo capitalistico trionfante.

Anche qui c'è molto da sbufalare. E' congruente una società tecnologicamente avanzata con "leggi di natura economica" che impongono retribuzioni al di sotto del livello di sussistenza perchè la produzioni abbia luogo ?

O sarebbe più congruo pagare i pomodori il doppio e eliminare la schiavitù ? Oppure usare tutti i potenti mezzi della tecnologia capitalistica per eliminare i lavori da schiavi - nelle condizioni lavorative e nella retribuzione - garantendo, com'è possibile, merci economiche a costi umani tollerabili ? Tra l'altro pare che vi sia tutta una rete di intermediazioni, ad alto tasso di rendita e arricchimento indebito, che potrebbe essere divelta per restituire dignità ai produttori (agricoltori e braccianti) senza aumentare di molto il prezzo del pomodoro al consumatore finale o addirittura senza aumento alcuno. Analoga la questione del pecorino romano sardo.

Insomma pare che la ricetta capitalistica, per quanto naturata la si voglia rendere, non sia, per grandi masse umane, all'altezza di una vita umana che valga la pena d'essere vissuta.
.

Ipazia, io ti faccio esempi concreti e tu mi parli di Metafisica. Un prezzo di mercato rappresenta la migliore delle soluzioni possibili nella gran parte dei casi economici, al riguardo ci sono dimostrazioni a iosa.
Naturalmente condivido la soluzione della meccanizzazione, ne avevo già parlato (Ma la meccanizzazione è meglio che la facciano gli imprenditori) anche se poi resta il problema di tutti i raccoglitori che non servono.
Raddoppiare il prezzo dei pomodori non ha senso, il 90 % del vantaggio finirebbe nelle tasche di quelle posizioni di rendita che ci sono (Su questo sono d'accordo con te) in tutta la filiera di produzione.
In realtà l'unica soluzione concreta ai redditi bassi generati da bassi salari di mercato è quella dell'integrazione del reddito, magari finanziata proprio con la tassazione delle posizioni di rendita che ci sono nelle filiere (Ma queste tassazioni bisogna avere la competenza per farle, per cui largo ai tecnici e fuori dalla stanza dei bottoni i populisti).
Un saluto

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 08 Luglio 2019, 13:27:44 PM
Ipazia, io ti faccio esempi concreti e tu mi parli di Metafisica.

Tu mi fai esempi concreti di situazioni la cui metafisica stabilisce che il mercato vale più del produttore.

CitazioneRaddoppiare il prezzo dei pomodori non ha senso, il 90 % del vantaggio finirebbe nelle tasche di quelle posizioni di rendita che ci sono (Su questo sono d'accordo con te) in tutta la filiera di produzione.

Infatti io dicevo raddoppiare il prezzo pagato ai produttori. Marginale nel profitto finale relativo a posizioni parassitarie che la metafisica capitalistica e il suo "stato di natura economico" non può toccare, ovviamente. Come accade nei subappalti. Insomma ve la dite e ve la fate.

CitazioneIn realtà l'unica soluzione concreta ai redditi bassi generati da bassi salari di mercato è quella dell'integrazione del reddito, magari finanziata proprio con la tassazione delle posizioni di rendita che ci sono nelle filiere (Ma queste tassazioni bisogna avere la competenza per farle, per cui largo ai tecnici e fuori dalla stanza dei bottoni i populisti).

Intendi i "competenti" che hanno realizzato le filiere parassitarie della finanza, energia, autostrade, acquedotti privatizzati, telecomunicazioni, sanità e previdenza private, assicurazioni,... ? Dimenticavo i lavoratori-escort: bel colpo di genio dei "competenti" giuslavoristi !

Maddai, grillini sì, ma non grullini. L'unica soluzione è demolire le rendite parassitarie interposte tra produttori e fruitori. Ma sarebbe contro la legge naturale del capitale che nol consente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 08 Luglio 2019, 13:51:26 PM


Maddai, grillini sì, ma non grullini. L'unica soluzione è demolire le rendite parassitarie interposte tra produttori e fruitori. Ma sarebbe contro la legge naturale del capitale che nol consente.

Ipazia hai citato i grillini, quelli che al governo hanno rinviato di quindici anni le aste (Che avrebbero potuto comportare notevoli entrate per l'erario) per l'assegnazione delle spiaggie garantendo ai redditieri titolari delle concessioni altri anni di rendita, io non li vedo agire nella riduzione delle rendite parassitarie che l'Europa ci chiede da anni, nel concreto, non nella propaganda.
Un saluto

Ipazia

M5S non governa da solo. Deve tener conto anche dell'alleato di governo che è molto sensibile alla questione. Col sostegno multipartizan dell'opposizione  ;D La materia è complessa e purtroppo non siamo una repubblica socialista in cui l'utile comune viene prima di tutto e i beni comuni non sono privatizzabili in forma di rendita. In ogni caso gestire una spiaggia, investimenti compresi, ha poco da spartire con l'intermediazione parassitaria in agricoltura.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 08 Luglio 2019, 18:12:02 PM
M5S non governa da solo. Deve tener conto anche dell'alleato di governo che è molto sensibile alla questione. Col sostegno multipartizan dell'opposizione  ;D La materia è complessa e purtroppo non siamo una repubblica socialista in cui l'utile comune viene prima di tutto e i beni comuni non sono privatizzabili in forma di rendita. In ogni caso gestire una spiaggia, investimenti compresi, ha poco da spartire con l'intermediazione parassitaria in agricoltura.

Ipazia, che bei ragionamenti in politichese sai fare, guarda che qui il socialismo non c'entra niente, e neanche la gestione delle spiaggie, che spesso è fatta da affittuari della concessione che pagano una lucrosa rendita al titolare della concessione. Poi per carità, i tuoi pupilli si sono solo accodati alla lista di governi che non fanno che rimandare da più di vent'anni l'applicazione di queste richieste che vengono dalla UE (E se vengono dalla UE come fai a dire che c'entri qualcosa il socialismo).

Ipazia

Infatti siamo di fronte ad un mercato che non ha nulla a che fare con l'uso collettivo delle spiagge, pertanto non trovo nulla di scandaloso se qualcuno tutela gli investimenti dei concessionari piuttosto che la lotta a coltello per ottenere il massimo profitto privato e statale da un bene comune che viene in ogni caso sottratto al godimento pubblico. Direi che è questione di lana caprina rispetto all'argomento trattato, in cui il mercato delle vacche europee si sposta al cerino acceso dell'accoglienza ai migranti clandestini economici africani e asiatici.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

#29
Citazione di: InVerno il 08 Luglio 2019, 07:06:26 AM
Grazie per aver accolto l'invito, penso che un topic con questa ampiezza argomentativa era giusto fosse presente. Personalmente ho un dubbio, particolarmente riguardo a uno degli invitati al titolo-triello, i cosidetti "globalisti". Siccome immagino che questo termine verrà ripetuto aiosa in questo topic, mi chiedevo se fosse possibile definirlo. Quando penso ai "globalisti" (meglio planetaristi? mondialisti?) mi vengono in mente una lunga serie di pensatori di cultura marxista, antistalinisti, che hanno proseguito il filone delle proprie idee internazionalistiche fino a immaginare leviatani globali seguendo il  semplice assunto che per una grande parete serve un grande pennello. Si può essere in accordo o meno con questi pensatori, ed essi possono avere più o meno successo nel mondo accademico e popolare, ma sicuramente non sono loro che hanno dato vita alla globalizzazione, sono anzi tra le persone meno ascoltate sul pianeta, altrimenti organizzazioni come l'ONU avrebbero un potere reale. Perciò i globalisti (turbocapitalisti anonimi?) devono essere altri. Chi sono? Dove si nascondono?Che cosa vogliono?

Si nascondono all'Hotel Bilderberg ogni anno a porte semichiuse con qualche menestrello della galassia mediatica (ma anche in luoghi meno mediatici e più geopolitici) e vogliono comandare il mondo. Il Globalismo è la risposta planetaria all'internazionalismo proletario la cui ultima fiammata nei movimenti del secolo scorso portò alla sconfitta dell'impero occidentale in Asia, subito ricucita col piano Condor e seguita dalla lunga marcia di recupero del tasso di profitto che ha pagato la cedola nell'89 col crollo dell'impero sovietico. E, in economia, con l'azzeramento di oltre un secolo di conquiste sindacali (per chi le aveva conquistate).

Visto che siamo IT, la migrazione "traghettata" di milioni di umani è pienamente coerente con la strategia del globalismo. Fosse mai che torni un altro '68. Occupy wall street qualche fiammella l'ha pur fatta vedere. Meglio prevenire che reprimere e nessuna prevenzione è più efficace della guerra tra i poveri. Ma il capolavoro politico è stato arruolare postcomunisti e umanitari di varie generazioni nell'operazione migratoria, riducendo a fascismo la resistenza dei lavoratori autoctoni. La classe non è acqua anche quando si riduce a dominio dei popoli.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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