Solidarietà per i cinghiali

Aperto da Sariputra, 10 Novembre 2019, 15:01:23 PM

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Sariputra

Oggi viene chiuso un lungo tratto d'austrada A11 per "bonificarla" dai poveri cinghiali che, riprodottosi maialescamente nei dintorni, ormai son diventati una sorta di pericolo pubblico per gli automobilisti. I poveri suini erano già stati incolpati di divorarsi tutti i preziosi tartufi che l'uomo, cercando con pazienza nel terreno, poteva poi rivendere a prezzo d'oro. I cinghios invece se li pappavano bellamente, misti ad un bel contorno di terriccio molle, grufolando dal piacere e, soprattutto, senza pagare...E ciò non è ovviamente tollerabile. Si dice che, nella Penisola, siano ormai presenti più di due milioni di questi graziosi (si vabbè, diciamo così...) maiali pelosi. La loro popolazione, in barba ad ogni decenza demografica, si è praticamente raddoppiata in soli dieci anni. Roba che, se lo facessero gli italiani, dovremmo iniziare a costruire grattacieli. La discriminazione e il razzismo verso questi poveri, incolpevoli animali, si manifesta in tutta evidenza quando si annuncia che i caprioli e gli stambecchi, anche loro presenti in zona, che verranno eventualmente catturati, saranno poi liberati in zone montuose e protette. E i cinghiali? ..non è specificato, quindi, ne deduco, saranno abbattutti per poi trarne luganeghe, salami, soppressate, ecc. che gusteremo imbaccucati in qualche fiera invernale o in qualche mercatino natalizio colorato, con del vin brulè per scaldarci e digerire...
Chiederei quindi un minuto di raccoglimento per questo genocidio , ritenuto necessario (per l'uomo, ma i cinghiali scommetto non siano d'accordo..) che si sta consumando in queste ore...
Lascio questa poesiola, trovata in un bosco appenninico, in memoria e onore delle vittime dell'interesse umano (l'autore è ignoto ma dal testo si presume sia stata scritta da un cinghiale...):  

LE LAMENTELE DEL CINGHIALE

Qui nel bosco non c'è pace
Non si mangia ne si giace,
è tra lacci e fucilate
che si passa le giornate.
Se di notte un pò girello
corro il rischio del balzello,
se cammino nel bagnato
al mattino son tracciato.
Dicon tutti chè un si pole
ma son sempre terzarole,
la speranza è solo quella
di trovare chi mi padella!
Vi mettete nei mie panni

E poi dite: Faccio i danni?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve Sariputra : bravo! piacevole elegia. Sapevamo già che concetti quali sacralità della vita, pari dignità dei viventi, rispetto delle differenze (razziali o di specie), tutela della biodiversità..................e un sacco di altri, attraverso i quali l'uomo si fa "etico", "superiore", "illuminato" hannno valore e significato solo finchè corrispondono all'egoistica comodità umana. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Io non parlerei di genocidio, anche perché il cinghiale è stato ed è tutt'oggi protetto. Parecchi anni fa si pensava addirittura fosse a rischio estinzione, poi per effetto della protezione, e della grande prolificità, siamo arrivati a questa situazione nella quale è opportuno dare la possibilità ai cacciatori di prenderne un po' e mandarli a fare compagnia al sciur maiale nel banco del pizzicagnolo.
Un saluto e BUONA GRIGLIATA !

Sariputra

#3
Sembra che, stando alle ultime notizie, la famigerata "bonifica" del tratto di 25 km adiacente all'autostrada A11 abbia portato solamente alla cattura di 16 caprioli  che gironzolavano stralunati per i boschetti. Visto il dispendio di uomini e mezzi non si può certo dire un risultato brillante...Ma i temibili cinghiali? Nemmeno l'ombra pare. Una soffiata sembra averli messi in allerta e l'altra notte, alla chetichella, si son posti in marcia per raggiungere luoghi più ospitali.
La loro grande fuga, tuttora in atto, e alla quale ci sentiamo tutti solidali (Viva i cinghiali!..), è paragonabile a quella messa in opera dagli indiani Nimipu (Nasi Forati) per raggiungere il Canada ( si dice, ma in realtà la questione storica è ancora del tutto da chiarire...) dopo la battaglia delle Bear Paw Mountains. Come allora, quando il popolo Nimipu venne inseguito da mezzo esercito statunitense, anche adesso gli eroici cinghiali sono braccati da un'intero battaglione di forestali in assetto da combattimento, con tanto di elicotteri per l'avvistamento e cani mercenari per fiutare la preda..
Non sappiamo , come nel caso storico citato, quale sia la destinazione finale dei cinghiali, in fuga con famiglie al seguito (vecchi porci, maialini, scrofe da latte, ecc.). Sappiamo solo  che, come allora, si tratta di una triste e ignobile vicenda, che interroga le nostre coscienze. Quale sarà l'esito? Riusciranno gli eroici suidi a riparare in luoghi sicuri o sarà una carne-ficina? O un destino di schiavitù in qualche porcile/riserva, come nel caso dei 16 caprioli catturati, che si sono dichiarati tutti rifugiati politici ?  :(

Qualche informazione , che non conoscevo, sulla caccia che l'uomo fa nei confronti degli eroici cinghiali:

La caccia al cinghiale è il parente volgare della caccia alla volpe che gli inglesi stanno tentando di debellare.
Volgare o nobile la brutalità è sempre brutalità e non può trasformarsi in comportamento amorevole anche se i cinghialai (cacciatori di cinghiali) ce la mettono tutta per far credere di essere quello che non sono: tutori della natura.
Ma come possono pensare che i loro siti pieni di fotografie spaccone e sanguinolente, i loro comunicati farciti di arroganza e di menzogna,  riescano a trasformarli in paladini di quella natura che distruggono e violano?
Ecco qualche motivo di riflessione sulla caccia al cinghiale.

L'allenamento dei cani
Cuccioli di cinghiale (si evitano gli animali adulti perché, detto in gergo,  "spaccherebbero" i cani) vengono introdotti nei recinti affinché i cani si esercitino in quella che sarà poi la caccia vera e propria. Questi cinghialini terrorizzati cercano la fuga inutilmente. Vengono inseguiti per ore e ore fino a che soccombono impazziti di paura,  dilaniati dai morsi dei cani eccitati dal sangue e dalle grida dei cinghialai.  

Ma anche il cane, giovane e inesperto può restare ferito, anche su di lui si accanisce il cacciatore per renderlo docile e adeguato strumento.
Viene pubblicizzato su internet, senza pudore, l'uso del collare elettrico vietato dalla legge; un collare per l'addestramento rapido che provoca scosse elettriche all'animale.
La legge n. 189 del 20 luglio 2004 punisce il maltrattamento degli animali a prescindere dal contesto in cui  il maltrattamento avviene. La legge n. 157 dell'11 febbraio 1992 regola le attività legali legate alla caccia ma se entro il contesto dell'attività venatoria un soggetto maltratta o incrudelisce su animali esulando dalle regole, la nuova legge si applica anche a tale reato. Quindi perché i cinghialini azzannati, perseguitati, uccisi dovrebbero sfuggire alla protezione della legge?

(fonte Ass.Gabbie Vuote Odv)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

#4
L'equilibrio della fauna è ampliamente instabile, la reintroduzione di diverse specie e il loro sovrappopolamento hanno già difficoltà a trovare un equilibrio da sole, ci si aggiunge la caccia come variabile umana. I cinghiali sono tanti perchè dovevano essere una certa quota per i cacciatori, la reitroduzione del lupo li ha limitati in alcune zone, e li ha fatti riprodurre a dismisura in altre. I "cacciatori" spesso si danno a pratiche che nulla hanno a che fare con il "fair play" che una certa etica di caccia vorrebbe, questo costringe al rilascio di ulteriori capi e la continua alterazione dell'equilibrio. Ci sono zone letteralmente infestate dai cinghiali, altre dai lupi, altre dai caprioli, è tutto sbilanciato. I tartufi crescono da soli, ma vegetali e animali "da fattoria" richiedono mesi di lavoro, e possono sparire in una notte e i cinghiali non pregano dopo averti distrutto un anno di lavoro. Le battute di "caccia riparativa" sono la conseguenza del fatto che allevatori\agricoltori non possono difendere il loro territorio con mezzi letali, per uccidere devono partecipare a battute di caccia che vanno ad alterare l'equilibrio in zone a casaccio. Per migliaia di anni lavorare con la terra voleva dire poter difendere il proprio territorio, oggi lo si può fare solo con pratiche "non letali" a meno di non partecipare in uno "sport". Eliminare la caccia cosi come è svolta oggi, e rendere possibile la "legittima difesa" letale dei propri terreni è la soluzione.

Ps. Sono d'accordo che la caccia all'inglese sia una assurdità ma finchè è così è inutile prendersela con chi addestra i cani a farla. Il mio cane non è allenato, è tornato un giorno a casa con un buco che gli perforava due intestini fatto da una zanna di un cinghiale. I cinghiali non sono "allenati alla violenza" ma la esercitano eccome. Rendere illegale (per esempio) questo tipo di allenamento avrebbe come risultato solo una montagna di cani morti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Le cronache continuano a  riportare notizie dei danni provocati  dai cinghiali e, in alcuni rarissimi casi, anche di aggressioni violente verso l'uomo. Ora, la prima obiezione che mi viene in mente è che, se è consentito all'uomo aggredire con estrema violenza il cinghiale non si vede perché questi non possa fare altrettanto con l'uomo, anche solo per proteggere istintivamente i suoi piccoli...
Come tutti i selvatici i cinghiali in realtà non costituiscono un vero pericolo, ma sono piuttosto un intralcio per l'antropizzazione sempre più massiccia del territorio. Se almeno, come riporta giustamente @InVerno, si lasciasse ai coltivatori la libertà, non di cacciare selvaggiamente, ma di difendere il proprio lavoro, si avrebbe quella che si profilerebbe quasi come una 'sfida' alla pari (o quasi..) tra l'uomo e il porcastro. Una sfida che si perde nella notte dei tempi, come quella tra il contadino e l'astuta volpe che insidia il pollaio. Sarebbe una perfetta legittima difesa verso l'irsuto che, invece di rovistare altove, si aggirasse furbescamente nei pressi delle fattorie. Ci sarebbe quasi della poesia in questa tenzone millenaria...
Ma adesso? Che non c'è più un posto naturale neanche a cercarlo...come si fa ad incolpare il cinghiale se, per trovare del cibo, si trova costretto addirittura a far da netturbino nei paesi , divorando l'immondizia e i resti dell'ingordigia umana, che altri si "dimenticano" in istrada? E ovviamente, meno cibo gli eroici suidi trovano  nel bosco ormai 'sterilizzato' dall'uomo, più danni fanno alle colture. Però...però questa non mi suona nuova...non è forse esattamente quello che ha sempre fatto l'uomo all'inverso? Sottraendo sempre più terreno boschivo agli eroici cinghiali per aumentare le colture, visto che egli stesso prolificava quasi come un cinghiale (un tempo..)?
E poi...diciamo finalmente la verità ( a cui ha già accennato @InVerno): perché 'immettere' nei territori, ad uso e consumo degli ignobili istinti cacciatori, nuove specie alloctone, quasi come dei Boeri in SudAfrica, nel bel mezzo dei territori Zulu? Immissione ottenute dalle potenti lobby dei cacciatori esclusivamente a scopo di soddisfare le loro passioni venatorie. Eh! Perché qui sta il nocciolo (o la ghianda in questo caso..) della spinosa questione. Questa moltitudine di cinghiali, questa proliferazione drastica, proviene  da specie slave che, essendo comunitarie, non avevano bisogno del visto d'ingresso...
Come ricorda giustamente il biologo Francesco Petretti: "La falla è rappresentata dai ripopolamenti che ancora oggi vengono fatti annualmente a ritmo di decine di migliaia di capi. Inutile pensare di risolvere il problema del sovrannumero dei cinghiali se prima non si tappa la falla, arrestando questo fiume di esemplari liberati ogni anno dalle strutture pubbliche e private per alimentare una crescente domanda venatoria". La colpa, pertanto, ancora una volta, è nella specie uomo e non già nella specie animale. 
Eppure, nonostante i danni provocati involontariamente dai suidi ( e per inciso, se sapessero scrivere, sicuramente i cinghiali lascerebbero dei biglietti di scuse negli orti distrutti...), le associazioni venatorie continuano ad avere ascolto presso le istituzioni, tanto che ultimamente si è parlato di un neanche tanto tacito accordo fra mondo venatorio, Federparchi e Legambiente per autorizzare la caccia all'interno dei parchi.
Capite? Addirittura all'interno delle riserve!..Nemmeno le Giacche Blu si spingevano a tanto (gli bastava affamarli, gli indiani...). La legge Quadro sui parchi, all'art 11, prevede il divieto di  "cattura, uccisione, danneggiamento, disturbo delle specie animali", pertanto bisognerebbe cambiare la legge per poterlo fare. Avete dei dubbi che non si cercherà di farlo?..

Riporto la poesia ufficiale che ogni cinghialaio ha posto sotto la testa imbalsamata di una sua preda, accanto al caminetto:


La pioggia scende e io son qui
fermo immobile albero tra gli alberi
ogni rumore ogni alito di vento
mi fa diventare predatore,
solo quello aspetto
l'istante in cui ti presenterai
accompagnato dallo squillo dei latrati dei cani
col tuo seguito di scudieri al seguito
ti aspetto per la battaglia
sperando di esser vincitore
di colpo uno schianto di rami spezzati
il re' viene ad affrontarmi senza paura ne' timore
un istante due sguardi che si osservano
un boato due tre si perdono nell'aria
la freccia nera vola ancora lasciando dietro a
se l'avversario sconfitto
questa volta ha vinto lui
ma nel cuore ho vinto anche io
perche' certe emozioni diventano ricordi
momenti da raccontare intorno ad un camino
storie buffe che creano risate ,prese in giro e scherzi
rendendo la vita piu' bella da vivere.

Sì..la TUA!  :(

P.S. Ehm!...non è per caso che ci siano dei cacciatori intra lo Logos? C'avete la doppietta?... :-\
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Citazione di: InVerno il 11 Novembre 2019, 10:30:39 AM
Per migliaia di anni lavorare con la terra voleva dire poter difendere il proprio territorio, oggi lo si può fare solo con pratiche "non letali" a meno di non partecipare in uno "sport". Eliminare la caccia cosi come è svolta oggi, e rendere possibile la "legittima difesa" letale dei propri terreni è la soluzione.

Non c'è soluzione come premessa.

L'agricoltore o pastore o allevatore non sono specializzati nella caccia, mentre i cacciatori si. Inoltre la caccia è regolata, mentre la difesa "spontanea" dei proprietari no.

Certamente non spetta al singolo proprietario, agricoltore o pastore o allevatore che sia, stabilire quali siano le difese da adottare contro i predatori o parassiti. 
Se una collettività ha stabilito ad esempio che è importante salvaguardare gli orsi o i lupi o qualunque altra specie, a queste regole si deve attenere il proprietario dei terreni. I danneggiati dalla predazione mi risulta siano adeguatamente risarciti. Faccio presente che molte attività agricole sono ampiamente sovvenzionate dalla collettività, senza le quali non starebbero in piedi.

InVerno

#7
Citazione di: baylham il 11 Novembre 2019, 11:51:28 AM
Citazione di: InVerno il 11 Novembre 2019, 10:30:39 AM
Per migliaia di anni lavorare con la terra voleva dire poter difendere il proprio territorio, oggi lo si può fare solo con pratiche "non letali" a meno di non partecipare in uno "sport". Eliminare la caccia cosi come è svolta oggi, e rendere possibile la "legittima difesa" letale dei propri terreni è la soluzione.

Non c'è soluzione come premessa.

L'agricoltore o pastore o allevatore non sono specializzati nella caccia, mentre i cacciatori si. Inoltre la caccia è regolata, mentre la difesa "spontanea" dei proprietari no.

Certamente non spetta al singolo proprietario, agricoltore o pastore o allevatore che sia, stabilire quali siano le difese da adottare contro i predatori o parassiti.
Se una collettività ha stabilito ad esempio che è importante salvaguardare gli orsi o i lupi o qualunque altra specie, a queste regole si deve attenere il proprietario dei terreni. I danneggiati dalla predazione mi risulta siano adeguatamente risarciti. Faccio presente che molte attività agricole sono ampiamente sovvenzionate dalla collettività, senza le quali non starebbero in piedi.
Dovresti raccontarlo ai miei amici, che hanno cominciato un azienda qualche mese fa, tutti contenti e giulivi hanno comprato una decina di capre, e la mattina dopo se le sono trovate dilaniate sul pascolo. Potrebbero essere stati animali su cui hanno lavorato mesi, "fortunatamente" sono sparite in una notte, lasciandogli solo due migliaia di euro di debito. Non credo verranno rimborsati, ma se lo saranno sarà sul prezzo del capo, nessuno rimborsa il lavoro che eventualmente c'è dietro e se lo si facesse realmente sarebbero milioni di euro. "Fortunatamente" invece che chiedere rimborsi una tantum, la gente semplicemente smette le attività a meno  che non abbia intenzioni industriali, e quindi poter accedere a risorse tali da difendersi anche su piccola scala. La difesa su piccola scala può essere un misto di  difesa tra non-letale e letale, il letale è necessario per creare pericolo nelle zone limitrofe ai terreni. I pastori mongoli appendono pellicce di lupi tutte intorno ai pascoli come dissuasore, e funziona molto bene, evitano di doverne uccidere a centinaia. Gli animali sanno dove esistono rischi letali e cercano altre zone,  con l'ossessione per il non-letale ormai pascolano nel centro delle città perchè non avvertono rischi.
Se il sistema ha un predatore apex al suo interno (l'uomo) renderlo inattivo non fa altro che far crollare l'intera piramide. Gli animalisti possono piangere tutte le lacrime che vogliono, in alcune zone il lupo è proliferato a tal punto che serve solo un incidente, un bambino o un anziano morso, e tutta italia vedrà la caccia aperta al lupo il giorno dopo. Se l'uomo agisse da regolatore anche sui lupi, non esisterebbe emergenza.E l'unico modo per farlo agire come regolatore responsabile è quello di legare la sua azione alla difesa dei terreni, non un metro più in la.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Il risarcimento per le perdite di animali va limitato ai costi sostenuti dall'allevatore o agricoltore, altrimenti diventerebbe vantaggiosa l'attività con perdita di animali.

Per l'agricoltore o allevatore danneggiato la soluzione per difendere i suoi interessi sarebbe lo sterminio degli animali predatori. 
Aprire la caccia indiscriminata al lupo o all'orso per qualche occasionale aggressione o danneggiamento economico è una sciocchezza.
I lupi e gli orsi, i carnivori in generale, vanno regolati nel numero attraverso la caccia e l'uccisione regolata, con l'obiettivo di dare un equilibrio stabile tra le specie del territorio. Questo compito non spetta agli agricoltori, i quali comunque lo appalterebbero ai cacciatori: è un compito collettivo che deve tenere conto di interessi diversi e confliggenti. Non sono un esperto di lupi o di orsi per capire le loro modalità di apprendimento: suppongo che per i lupi, animali sociali, sia più facile.

Sariputra

#9
Il povero cinghiale, praticamente confinato dalla caccia spietata in pochissime aree d'Italia già alla fine dell'ottocento, ma attualmente in rapida crescita, è però il simbolo di quest'epoca, di questo ciclo del tempo. Pochi infatti sanno che, nella mitologia hindu, il nostro ciclo di esistenza è designato come quello del "cinghiale bianco". Il cinghiale (varaha) infatti rappresenta il terzo dei dieci avatar di Vishnu, colui che Preserva l'intera realtà, nel Manvantara attuale. Il nostro kalpa intero, cioè il ciclo della manifestazione del nostro mondo, è "il ciclo del cinghiale bianco", quello di "Shweta varaha Kalpa"...
L'eroico cinghiale, feroce combattente per l'indipendenza dall'asservimento umano, è portatore di un carattere primordiale, iperboreo si potrebbe quasi dire. Vishnu stesso, quando riportò in superficie dalle acque la terra e la organizzò, prese la forma di un nobile cinghiale bianco (di solito i cinghiali sono rossastri da giovani e poi via via sempre più scuri..). Quindi, la nostra stessa storia, la nostra esistenza è venuta in essere dal grugnito di un cinghiale ( e si vedono le conseguenze, verrebbe ironicamente da dire..), seppur  come un Dio nascosto..
E noi come ringraziamo questo nobile guerriero peloso, ancorchè non avvezzo ai preservativi, che in Giappone è associato alla temerarietà e al coraggio?..Lo cacciamo, lo uccidiamo e, dopo averlo sgozzato per far defluire il sangue ribelle, ce lo gustiamo tracannando allegramente del lambrusco, del chianti o del marsala. Parricidi siamo! Parricidi...
Porcastro impavido, forte come un guerriero per natura, il cinghiale è un simbolo di coraggio ( e l'eroica quanto astuta fuga lo dimostra...), della capacità di adattarsi e di difendersi e quindi, proprio come l'uomo, di esprimere con forza (eccessiva) la propria volontà di sopravvivenza.
Ed è pure un simbolo che rappresenta la sacra e nobile visione del mondo non legata ai bisogni esclusivamente materiali, ma anche al dominio spirituale. L'urlo del cinghiale che echeggia nel bosco, invita alla sfida spirituale a cui siamo chiamati per sopravvivere interiormente come 'singoli'.
Infatti il nome attuale di 'cinghiale' proviene dal latino 'singulus' per l'abitudine dei maschi adulti di vivere fieramente solitari nei boschi, eccetto che nel periodo dell'accoppiamento (giustamente..), come dovrebbe fare pure l'uomo in molti casi...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

#10
Citazione di: baylham il 11 Novembre 2019, 17:03:13 PM
Il risarcimento per le perdite di animali va limitato ai costi sostenuti dall'allevatore o agricoltore, altrimenti diventerebbe vantaggiosa l'attività con perdita di animali.

Per l'agricoltore o allevatore danneggiato la soluzione per difendere i suoi interessi sarebbe lo sterminio degli animali predatori.
Aprire la caccia indiscriminata al lupo o all'orso per qualche occasionale aggressione o danneggiamento economico è una sciocchezza.
I lupi e gli orsi, i carnivori in generale, vanno regolati nel numero attraverso la caccia e l'uccisione regolata, con l'obiettivo di dare un equilibrio stabile tra le specie del territorio. Questo compito non spetta agli agricoltori, i quali comunque lo appalterebbero ai cacciatori: è un compito collettivo che deve tenere conto di interessi diversi e confliggenti. Non sono un esperto di lupi o di orsi per capire le loro modalità di apprendimento: suppongo che per i lupi, animali sociali, sia più facile.
Non so cosa hai letto, ma diminuire i terreni di caccia del 90% (stima a occhio tra terreni privati\abitativi e demaniali\lontani abitazioni,  dove i secondi sarebbero alla stregua dei parchi) e togliere la caccia per "divertimento" ma lasciare come unica motivazione valida la difesa dei territori (magari previa autodenuncia) non so come lo consideri una "caccia indiscriminata", probabilmente il numero di animali uccisi diminuirebbe dello stesso 90% e lascerebbe le zone naturali a riequilibrarsi da sole, senza ripopolamenti, battute di sterminio , ripopolamenti, che sono la meccanica che crea squilibri demografici.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

#11
Qualche giorno fa, in piazza Montecitorio, a Rome sui sette colli, si è tenuta una manifestazione di agricoltori della lega anticinghiale. Dopo aver preparato un enorme pentolone di polenta e spezzatino di cinghio (sigh!), gli invasati si son messi a urlare frasi sconnesse contro i nobili animali selvatici. Ne riporto solo alcune, le più moderate, perché altre, piene di odio e rancore verso le povere bestiole non me la sento nemmeno di scriverle:
"Basta danni e paura, fate qualcosa!"; "Il cinghiale campa, il campo crepa!"; "Invasi dai cinghiali, ma non molliamo"; e l'ultimo, il piu ignobile di tutti: "L'unico cinghiale buono è con la polenta" che fa rabbrividire riportando alla mente un altro motto uguale, riferito ad esseri umani, terribile...
Per l'occasione gli inferociti agricoltori hanno pure lanciato l'onnipresente hashtag : #bastacinghiali.
Secondo i coltivatori i nobili, perseguitati suidi mettono in serio rischio la sicurezza delle famiglie sperdute nella campagna e che, secondo loro, è più importante di un cinghiale. E su questo posso anche essere d'accordo, glielo concedo...Ma la domanda è: quante persone sono state effettivamente ferite da un guerriero maialesco? Ho fatto una rapida ricerca e ho trovato che...il motore di ricerca si è inceppato sull'81% di incidenti stradali con morti e feriti in più.
La Coldiretti ha emanato per l'occasione una specie di 'bollettino di guerra' con l'elenco minuzioso di tutti gli attacchi che i feroci cinghiali hanno sferrato contro le fattorie isolate. E' un'elenco dettagliato che va dalla distruzione del raccolto, allo sterminio di greggi, all'assedio di stalle difese con i denti dai coltivatori, all'irruzione improvvisa sulle strade per provocare incidenti (come quello narrato da @Jean..) a guisa di guerriglia terroristica e , per finire, dulcis in fundo, "razzolano come maiali nei centri urbani con pericolo per la salute dei cittadini" ( che fa parte delle tecniche di approvvigionamento dell'esercito peloso..).
Al fianco degli esagitati coltivatori naturalmente sfilavano le autorità: sindaci con gonfaloni, rappresentanti dei sindacati come delegati delle specie in via di estinzione, ambientalisti invertiti e consumatori di carne suina..
Questa emergenza nazionale, urlavano dal megafono, sta portando all'abbandono delle aree interne, quelle meno protette dalle giacche blu, problemi sociali ed economici con riflessi nefasti per il paesaggio che rinselvatichisce e sulle produzioni, con le feroci incursioni che penetrano in profondità persino all'interno delle città, minacciando la sicurezza delle persone. Il terrore ormai dilaga. Dopo le incursioni vichinghe del passato sulle coste, quelle dei cinghiali sono percepite in modo ancor più terribile oggigiorno...
La ministra del popolo Bellanova ha tuonato dal palco: ""Abbiamo sbloccato il riconoscimento per i danni subiti. Adesso dobbiamo lavorare per una soluzione più strutturale a questo problema. Dobbiamo modificare il decreto 157 del 92, ho già sentito il ministro Costa e lavoreremo insieme per farlo e trovare soluzioni. Vi posso garantire un impegno totale. Sono problemi che non si affrontano solo con le Regioni, bisogna andare anche in Europa a chiedere soluzioni"...Dopo questa frase , il basista dei cinghiali, intrufolato tra i presenti ( come maialino da compagnia di un noto sindaco...), ha subito riferito al Cinghiale Bianco che "non c'è nulla di cui preoccuparsi. Vanno in Europa a parlare..."
Naturalmente è intervenuto anche il Matteo nazionale, più irsuto dei cinghiali stessi, che, con la solita classe ha sentenziato: "Tra un po' i cinghiali ci entrano in camera da letto. Bisogna abbattere quello che la natura vuole che torni nei propri spazi. Le campagne e le città vanno gestite e non da qualche ambientalista da salotto"...e poi: "I veri ambientalisti siete voi. A me piace il cinghialotto ( e te pareva...), ma solo con un numero ridotto si può convivere. La natura ha bisogno di un equilibrio e questo equilibrio va ripristinato, nessuno di noi  è cattivo, ma mi sembra un diritto difendere le proprie bestie e i propri raccolti. Quando è troppo è troppo - ha chiosato - occorre un piano di ridimensionamento e abbattimento di quella che è ormai diventata una calamità naturale".
Gli agricoltori tirano i cittadini dalla loro parte citando fantomatici sondaggi che li vedono tutti pronti ad imbracciare le doppiette e passare al contrattacco per fermare l'assalto suida. Per l'occasione un coltivatore, tale Natalio Porcu, ha intonato Bella Ciao...
"Il proliferare incontrollato di cinghiali, caprioli, cervi, nutrie, lepri, daini, topi, criceti e carbonassi e di tutta la fauna selvatica - ricorda l'assessore all'agricoltura di regione Lombardia, Fabio Rolfi, presente all'appuntamento in piazza - è una sciagura per l'agricoltura lombarda e per la sicurezza delle persone". Sul tavolo delle regioni ci sono gli abbattimenti, voluti dal fronte leghista e rigettati da quello ambientalista cui fa scudo il ministro dell'Ambiente pentastellato Sergio Costa. Ma il fronte animale, di fronte alla minaccia, sta rinserrando le fila. Alle pendici del Tomba si è tenuto nella notte del 31 ottobre, in gran segreto, il "primo congresso interanimale per la difesa dall'uomo"...
I cinghiali e le altre specie hanno trovato una sponda negli ambientalisti, cioè in quegli umani che dicono di amare l'ambiente e gli animali e che tengono decine di gatti in casa, liberandoli di giorno nei giardini dei vicini...""Proporre la caccia come soluzione ai problemi dei danni all'agricoltura vuol dire insistere su una strada sbagliata e fallimentare che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato, anzi è stata parte del problema", hanno saggiamente ribattuto alle inconsistenti tesi della LAC (Lega anti cinghiale). "  "I motivi dell'espansione della popolazione di cinghiali degli ultimi decenni - sostengono  - sono relativi all'abbandono di agricoltura e allevamento in zone marginali, con conseguente espansione di foreste e boscaglie che ha creato nuovi habitat ed elevata disponibilità di cibo. Accanto a questi motivi ecologici, si sono sommati quelli ludici legati al ripopolamento di molte specie anche a scopo venatorio, con il risultato che gli agricoli lamentano danni alle colture ritenuti insostenibili". "Ma la soluzione - concludono - c'è, e parte proprio dall'eliminare i fattori che gonfiano artificialmente le popolazioni di ungulati".
Che, in parole povere, si traduce con "Togliamoli il cibo.." :(



Foto di una tipica, pericolosissima, incursione cittadina di una famiglia di cinghiali. Notare il terrore dei presenti...
(cliccare sulla foto per ingrandire)
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InVerno

Citazione di: Sariputra il 13 Novembre 2019, 16:27:07 PM
Foto di una tipica, pericolosissima, incursione cittadina di una famiglia di cinghiali. Notare il terrore dei presenti...
C'è poco da scherzare, i cinghiali non sono effettivamente molto pericolosi, ma le madri con i piccoli se si sentono minacciate ti possono tranquillamente mandare all'ospedale.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Il cinghiale è un potente simbolo di fertilità, ma anche di forza, coraggio e schiettezza. Quest'ultima lo rende particolarmente inviso agli uomini che, come ben sappiamo, difettano assai di questa virtù. Pochi sanno però che il cinghiale è anche un grande appassionato di birra. Sì, proprio di birra, di quella bionda per l'esattezza, che i porcastri trovano più 'autentica' delle altre varietà, a sentir loro...
Così in Germania i nobili animali hanno aperto un birrificio e si son messi a vendere bottiglie dell'antica bevanda con sopra la loro effige. E sembra che gli affari vadano a gonfie vele...
Il prodotto è una birra di frumento ad alta fermentazione. Chiara, naturalmente torbida, un aroma di lievito e un leggero sentore, amabilissimo, di chiodi di garofano. Tecnicamente non sarebbe un genere di prodotto che rientrerebbe sotto i canoni di produzione delle birre lager. Lo 'standard' qualitativo che i cinghiali hanno imposto è però così elevato che son riusciti lo stesso a rivendicare per la loro birra il rispetto del famoso "Reinheitsgebot".
Siccome la birra è particolarmente adatta in abbinamento a grigliate di porco, l'etichetta riporta espressamente la pericolosità dell'uso a tal fine e incoraggia invece di assaporare la bevanda vicino a formaggi non stagionati, quali caciotte o crescenze. Naturalmente gli animali scoraggiano anche il consumo, in abbinamento, di altre carni non maialesche...
Il design accattivante colpisce i clienti e spinge all'acquisto del prodotto. Tra l'altro l'effige ricorda molto l'araldica, con un 'immagine cinghialesca che richiama la caccia nelle foreste selvagge, ormai perdute per sempre.
E siccome il cinghio ha questa fama (meritata) di 'virilità' ecco che si spiega l'uso abbondante di questa nuova birra da parte di molti uomini che, da quel lato...ehm!.. difettano un pò, per così dire. Soprattutto da parte di quelli che hanno superato i cinquanta, cioè quell'età in cui si comincia a rincoglionirsi o a scrivere sui forum...
Animale impavido, potente e feroce (se molestato ovviamente...) il cinghiale offre questo prodotto che gli uomini ritengono possa 'nutrire' la loro forza, che si va via via dileguando..



Ecco l'etichetta della 'birra del cinghiale'
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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