Si riducono le "aliquote" fiscali, ma non per i poveri!

Aperto da Eutidemo, 18 Marzo 2023, 12:18:05 PM

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Eutidemo

Durante il Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2023 è stato approvato, tra i vari provvedimenti, anche il disegno di legge delega contenente la nuova riforma fiscale del governo attualmente in carica.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (l'articolo maschile, non lo ritengo affatto appropriato, anche se "lei" lo preferisce), al riguardo, tra le altre cose, ha testualmente affermato:
"Grazie alla Riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l'EQUITA', favoriamo occupazione e investimenti."
La quale affermazione, almeno per quanto concerne l'"aumento dell'equità", e assolutamente FALSA; il che è dimostrabile "matematicamente".
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Ed infatti, almeno per come è stato anticipato, uno dei punti cardine della nuova riforma fiscale sarà il passaggio da 4 a 3 aliquote IRPEF.
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Al riguardo si ricorda che:
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a)
Le aliquote attualmente in vigore sono le seguenti "quattro":
23% per i redditi fino a 15 mila euro;
25% per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro;
35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
43% per i redditi oltre 50 mila euro.
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b)
Circa le nuove previste "tre" aliquote, tra le varie ipotesi che si rincorrono in questo momento, la più condivisa in seno al governo sembra essere la seguente.
23% per i redditi fino a 28 mila euro;
35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
43% per i redditi oltre 50 mila euro.
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Però, se tale ipotesi non verrà adeguatamente corretta, con un diverso scaglionamento delle aliquote, ovvero per mezzo di apposite detrazioni previste "specificamente" per i "meno abbienti", si verificherà "matematicamente" una (ulteriore) iniqua sperequazione a carico dei più poveri; il che risulterebbe in aperto contrasto con l'art.53 della Costituzione, in forza del quale "tutti" sono tenuti a pagare le imposte in ragione della loro "capacita' contributiva", ed in base a criteri di "progressività".
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Ed infatti, nel caso in cui non vengano adottati i necessari correttivi, un esempio del risultato della "riforma" delle aliquote, almeno per come è stato attualmente prospettato, potrebbe essere il seguente (per non farne di peggiori):
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TIZIO: REDDITO DI 15.000 EURO
a) imposta corrispondente alle vecchie aliquote 3.450 euro.
b) imposta corrispondente alle nuove aliquote 3.450 euro.
c) risparmio corrispondente alle nuove aliquote: 0 (ZERO TONDO).
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CAIO: REDDITO DI 30.000 EURO
a) imposta corrispondente alle vecchie aliquote:
3.450 euro sui primi 15 mila euro;
3.250 euro  per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro;
700 euro per i redditi oltre 28 mila e fino a 30 mila euro.
imposta corrispondente alle vecchie aliquote 7.400 euro
b) imposta corrispondente alle nuove aliquote:
6.440 euro per i redditi sui primi 28 mila euro;
700 euro per i redditi oltre 28 mila e fino a 30 mila euro;
imposta corrispondente alle nuove aliquote        euro 7.140: 
c) risparmio corrispondente alle nuove aliquote: 260 euro.
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Per cui Tizio non trarrebbe il benchè minimo risparmio dalla riforma delle aliquote, salvo 0,00 euro tondi; mentre Caio, che possiede un reddito doppio rispetto al suo, grazie alla riforma, otterrebbe un risparmio di 260,00 euro rispetto alle vecchie aliquote.
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Tutto ciò, a meno che:
- la matematica non sia una opinione (cosa che escluderei, almeno in materia giuridica e fiscale);
- io abbia sbagliato i calcoli (cosa, invece, da non escludere affatto, considerata la mia insipienza matematica, e la mia scellerata sbadataggine).
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P.S.
Perciò, se ho sbagliato qualcosa, "corrigetemi"! :)

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