Scontro Tajani Giorgetti sui tempi di detrazione sul bonus edilizio.

Aperto da Eutidemo, 13 Maggio 2024, 12:45:36 PM

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Eutidemo

Credo che questo sia un tema di attualità, che interessa molti di coloro che hanno effettuato ristrutturazioni edilizie, contando  sui tempi di detrazione sul "bonus edilizio".
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Ed infatti il ministro dell'Economia Giorgetti ha deciso di concedere lo scaglionamento dei crediti d'imposta derivanti dal "bonus edilizio" non più in 4 anni, come adesso, bensì in  10 anni; il che, "tradotto in soldoni", significa una consideravole entrata per l'erario, ed una grossa stangata per i contribuenti (o, a seconda dei casi, per le ditte edilizie e per le banche).
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Tajani ha sostanzialmente deprecato la "retroattività" dell'emendanto legislativo di Giorgetti; mentre quest'ultimo ha replicato che non si tratta affatto di retroattività, perchè l'emendamento non prevede il recupero della detrazioni dei quarti di spese già fruite, bensì dello scaglionamento in decimi delle detrazioni future.
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Al riguardo, secondo me, almeno riguardo al "divieto della retroattività delle leggi" fissato dall'articolo 11, comma 1, delle Preleggi  (ma non dalla Costituzione), tecnicamente ha ragione Giorgetti; perchè il suo emendamento riguarda le detrazioni future, e non quelle passate.
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Secondo me, però, l'emendamento di Giorgetti ha violato il "principio del legittimo affidamento" nella normativa all'epoca vigente; il quale aveva indotto i cittadini a confidare nella situazione di vantaggio, assicurata dalla facoltà di scaglionare la detrazione in 4 anni (il che è senz'altro molto più vantaggioso dello scaglionamento in dieci anni).
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In parole povere, sarebbe come se, "al contrario", qualcuno mi promettesse la rateizzazione di un mutuo in dieci anni, e poi, dopo le rate dei primi due anni, pretendesse che l'intera rateizzazione venga ridotta a quattro rate.
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Ovviamente, l'emendamento di Giorgetti non è in questi termini, per cui mi sembra, almeno costituzionalmente, legittimo; però ha senz'altro il sapore di una presa in giro del contribuente.
E, inoltre, potrebbe mettere in crisi molte imprese edili, sconvolgendo la pianificazione fiscale che esse avevano programmato in base alla normativa all'epoca vigente.
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In risposta a tali preoccupazioni,  sembra che sia arrivata  una parziale "limatura" del provvedimento, in quanto, secondo quanto dichiarato a Tgcom24 dal senatore Giorgio Salvitti, relatore del provvedimento, l'emendamento del Governo riguarderà soltanto l'anno finanziario 2024 (sebbene non sia ancora ben chiaro in che senso).
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Eutidemo

Dopo aver scritto il precedente post, ho sentito al notiziario della sera che il governo avrebbe avuto un ulteriore "ripensamento";  ed infatti ora "pare" che l'emendamento partirà  soltanto dall'anno finanziario 2025.
E, considerati i connotati cranici di questo governo, mi sembra naturale che esso "ci ripensi" in continuazione! :)


sapa

Ciao Eutidemo, al di là dei "ripensamenti" di questo cervellotico governo e della questione della legittimità per la retroattività del provvedimento, che tu hai ben illustrato (come al solito), secondo me consentire la detrazione in 10 anni, anzichè in 4, va a colpire prevalentemente le banche e i contribuenti abbienti, cioè chi (le banche) ha anticipato i soldi alle ditte  e chi ( i contribuenti abbienti) hanno fatto lavori onerosi, che intendevano "scaricarsi" dalle tasse in modo rapido e sostanzioso. Per il pensionato e per i redditi fissi cambierebbe poco o niente, a mio avviso e credo anche per le ditte èdili. Per le banche, invece, che anticipano i soldi e vorrebbero rientrare presto, potrebbe essere effettivamente un problema. Va da sè che per il fisco sarebbe una manna....A presto

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Il tuo ragionamento è corretto!
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Ed infatti, per quanto riguarda i "contribuenti", una "detrazione scaglionata" in 4 anni anzichè in 10, risulta fiscalmente molto più favorevole per chi ha redditi elevati, anzichè per chi ha redditi più contenuti; però, anche se in misura minore, anche questi ultimi risultavano più avvantaggiati da una "detrazione scaglionata" in 4 anni anzichè in 10.
Per cui l'emendamento di Giorgetti è svantaggioso per tutti i contribuenti che hanno optato per il riporto del credito d'imposta in dichiarazione (chi più, chi meno).
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Per le "banche", invece, che anticipano i soldi e vorrebbero rientrare presto, il danno è finanziariamente è più consistente; anche se, in effetti, dipende anche dal loro tipo di bilancio e da come ammortizzano tale tipo di passività fiscale.
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Per le "imprese edili", infine, il danno risulterà  economicamente  pesante, perchè, a parte gli altri aspetti, la detrabilità in dieci anni renderà meno appetibili le commesse.
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Un cordiale saluto! :)
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