Sapevate che cos'è l'"agricoltura biodinamica"?

Aperto da Eutidemo, 11 Giugno 2021, 07:14:59 AM

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InVerno

#30
Sei tu che non la racconti tutta, e mi sembra strano visto che sei un certificatore, il biologico fa uso fitofarmaci, semplicemente di "origine naturale". Il piretro ad esempio può essere fatto dai semi di crisantemo, o in maniera di sintesi, se hai delle preferenze riguardo a quale dei  due vorresti bere fammelo sapere, io starei alla larga da entrambi. Sopratutto gli ultimi anni, c'è la "versione bio" di qualsiasi prodotto, sono magari prodotti più semplici da "smaltire" per via del fatto che sono meno complessi, ma ne servono anche quantità maggiori perchè sono meno potenti.

Anche io quando sono entrato nel bio pensavo fosse un modo per valorizzare quello che già facevo (meno interventi fitosanitari possibili, quasi niente) poi un giorno mi ha chiamato il certificatore e mi ha detto "senti, dovresti andare a comprare un pò di fitosanitari e farti fare fattura, perchè altrimenti risulta che non gli dai niente, e non se la crede nessuno".. Con molta probabilità, e con grande delusione, finite alcune necessità burocratiche uscirò dal bio, in fondo non vendo granchè e non mi serve fare marketing.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

Ciao Inverno, per dirla tutta io certifico il biologico per un OdC storico dal 2000, ma dal 1985 ad oggi la mia principale attività è la consulenza fitoiatrica alle aziende agricole, visto che sono laureato in Scienze Agrarie con specializzazione post-laurea in fitopatologia. Inoltre, collaboro con 2 laboratori analisi specializzati sulle colture agrarie, per cui mi sono fatto nel tempo una discreta esperienza sui residui di fitofarmaci  su matrici alimentari da agricoltura convenzionale e biologica. Detto questo, mi dispiace molto che il tuo approccio al bio sia stato così "maltrattato", un certificatore che ti dà il consiglio di acquistare agrofarmaci per giustificare le tue coltivazioni è al limite del delinquenziale ,perchè invece che da "incaricato di pubblico servizio", si comporta da consulente. A questo punto, è meglio che non sappia per quale OdC lavora, perchè farei fatica a non denunciarne le nefandezze. Riguardo al piretro naturale, posso dirti solo che c'è una bella differenza con i piretroidi di sintesi e non solo perchè questi contengono, tra gli eccipienti, il piperonil-butossido, ma anche perchè sono più persistenti nell'ambiente. Non è vero che i prodotti ammessi in biologico sono delle brutte copie, addolcite o annacquate, di quelli convenzionali, i primi comunque sono citati in allegato 2 del reg. 834 e sostanzialmente si tratta di prodotti a base di rame e zolfo tra i fungicidi e microrganismi, polvere di roccia, chitosani eecc. L'unica incursione nel campo dei pesticidi è, appunto, lo spinosad e, con le dovute differenze, il piretro naturale. Diverso era quando  tra questi si annoverava il rotenone, che era di fatto una sostanza pericolosa e che è stata bocciata. Quando la senatrice dice che esistono ampie deroghe in bio all'uso di pesticidi, dice una balla colossale. E' vero il contrario: si danno facilmente deroghe e usi di emergenza in agricoltura integrata all'uso di p.a. già eliminati dalla farmacopea agricola, perchè pericolosi. E quando la senatrice afferma che i prodotti da agricoltura convenzionale/integrata sono sicuri quanto quelli provenienti da agricoltura bio/biodinamica mente sapendo di mentire: sul 80-90% dei prodotti freschi che vengono raccolti si rilevano quantità di residui di pesticidi, che pur se rientrano nei limiti imposti dalla legge, sono di fatto un cocktail potenzialmente pericoloso e oggetto di studio.

Eutidemo

Citazione di: sapa il 12 Giugno 2021, 07:42:18 AM
Citazione di: Eutidemo il 12 Giugno 2021, 03:52:50 AM
Citazione di: sapa il 11 Giugno 2021, 17:47:28 PM
Citazione di: Eutidemo il 11 Giugno 2021, 13:43:48 PM
Ciao Alexander
Hai azzeccato perfettamente la congiunzione "se", ma hai dimenticato che si tratta di una congiunzione con "valore ipotetico"; per cui essa non regge l'"indicativo", bensì il "congiuntivo ipotetico ".
Quindi non dovevi scrivere:
"Se producono un prodotto migliore, più naturale e biologico, di quello dell'agricoltura intensiva, che t'importa se amano fare la danza della pioggia?"
Bensì:
"Se producessero un prodotto migliore, più naturale e biologico, di quello dell'agricoltura intensiva, cosa t'importerebbe se per ottenerlo facessero la danza della pioggia?"
***
Il fatto è che non è MAI stato dimostrato, in nessun modo, se non con affermazioni "anapodittiche", che l'"agricoltura biodinamica" produca un "prodotto migliore"; ed infatti non esiste in tal senso nessuno studio di nessun tipo e di nessun genere, ma solo "vuote chiacchiere!"
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Alcune delle quali, peraltro, oltre che "vuote" sono pure alquanto "inesatte"; come, ad esempio, quella secondo la quale nell'"agricoltura biodinamica" non si usano "pesticidi".
Il che non è affatto vero!
***
Ed infatti, fra i prodotti utilizzati, compare anche qualche "pesticida"; il quale, sia pure di origine naturale, pur sempre un "pesticida" rimane.
Ad esempio lo "Spinosad", il quale è un "insetticida" commercializzato dalla multinazionale americana Dow AgroScience, ora Corteva dopo la fusione con DuPont Crop Protection, ovvero anche i pesticidi a base di "Bacillus Thuringiensis"; tali preparati, regolarmente registrati come prodotti "fitosanitari" (cioè "pesticidi") presso il Ministero della Salute, sono in grado di proteggere le colture tramite la medesima tossina contenuta nelle piante OGM resistenti ai lepidotteri.
Ed infatti, il gene che è stato trasferito nel loro DNA è stato appunto ricavato dal "Bacillus Thuringiensis"; il che, tradotto in soldoni, significa che in "agricoltura biodinamica" si aborrono gli OGM, però si usano esattamente gli stessi batteri dai quali quei geni sono stati ricavati.
;)
***
Tuttavia, per concludere, hai assolutamente ragione nel dire che il legislatore non si dovrebbe occupare delle credenze o del folklore degli agricoltori biodinamici, ma solo di valutare se essi propongono un prodotto che si può definire "biologico" secondo gli standard vigenti; ed è proprio per questo che equiparare l'agricoltura biodinamica a quella biologica è una cosa assolutamente priva di senso.
Allo stesso modo, se un "agricoltore biologico" di fede cristiana prega Dio affinchè il suo prodotto cresca sano, genuino e organoletticamente gradevole, non vedo alcun bisogno di equiparare,  per legge, l'"agricoltura biologica" all'"agricoltura cristiana".
Non so se ho reso il concetto!
***
Un saluto!
***
Eutidemo, spinosad e Bacillus Thuringiensis sono in all. 2 del reg. 834 e 889, con il quale si certifica il biologico. I biodinamici, se possono li evitano e le loro pratiche, a sentir loro, dovrebbero proprio servire ad evitare quegli impieghi.
Però li usano!
Li usano, come li usano gli agricoltori biologici, se ce n'è la necessità. In ogni caso, Eutidemo, nel post che quotavo hai fatto un po' di confusione: Spinosad è il prodotto di una fermentazione e i prodotti a base di BTh contengono una tossina, che si è dimostrata tossica per molti insetti lepidotteri di interesse agrario,  ottenuta da un batterio, presente in natura. Gli OGM non c'entrano nulla, confondi gli effetti con le cause. Il lancio di varietà di mais, queste sì OGM, nelle quali Monsanto ha introdotto geni del BTh in grado di far produrre alla pianta la tossina, per renderla inattaccabile dalla Piralide senza bisogno di trattamenti, è ovviamente successiva. Non è che si ottiene BTh da organismi OGM, insomma. Spinosad e BTh sono utilizzabili in biologico e la pratica è possibile in biodinamico, a dimostrazione ulteriore che le 2 tecniche sono, sotto molti aspetti, assimilabili.
Mi sono basato su quello che ho letto!


Eutidemo

Ciao Sapa.
Mi fa davvero piacere che anche a te il "cornoletame" sembri una "fregnaccia"; stai tranquillo che lo è di sicuro, non avere alcun dubbio in proposito!
;)
***
Quanto al "cornosilicio", che, come ti è stato spiegato, avrebbe "la funzione di intensificare e diffondere la luce ambientale all'interno delle colture, facilitandone la resistenza ai patogeni e le qualità organolettiche", sinceramente mi sembra una "fregnaccia" al cubo; comunque, hai chiesto allo "pseudoagronomo" che te lo ha spiegato, per quale ragione mai dovrebbe essere "infilato in un corno di mucca e  poi essere interrato  a  Pasqua  ed estratto a fine ottobre od inizio novembre"?
Che succede se lo estraggo a dicembre, la magia non funziona più?
:D :D :D
***
Quanto al fatto che le "scienze agronomiche" non siano scienze esatte, per cui 2+2 farebbero raramente 4, potremmo anche essere d'accordo; però sono assolutamente sicuro che non farebbero mai 58.
Comunque, in questo caso, trovo davvero improprio che si parli di "scienze agronomiche", trattandosi precipuamente di "letame ideologico"!
***
Un saluto!
***

Eutidemo

Citazione di: InVerno il 12 Giugno 2021, 10:52:20 AM
Partendo dal pressupposto che anche il biologico è zeppo di pensiero che non mi azzarderei a definire magico, ma perlomeno senza solide fondamenta scientifiche.. Il punto è quanto si vuole ridurre l'analisi, certo uno può vederla come una normale transazione tra consumatore e produttore, sacro incontro tra domanda e offerta, oppure interessarsi di uno spettro un pò più ampio, che è quello che dovrebbe interessare lo stato in quanto pianificatore, investitore etc. Il passo tra credere nella memoria dell'acqua delle rape e la memoria dell'acqua dei vaccini è molto breve (anzi, sarebbe incorente non farlo questo passo), salvo che quando poi le cose si fanno serie, avere in giro un grosso numero di credenti nella memoria dell'acqua, crea grossi problemi (in realtà sono già serie, vista la necessità urgente di trovare metodi di produzioni migliori). Far finta che il tutto si risolva con l'emissione dello scontrino è una riduzione di un certo grado..che si può accettare nell'ottica di uno stato mero osservatore dei fatti economici, dove l'unica regola è basata dalla domanda. Però a quel punto bisorrebbe fare grosse scuse a Wanna Marchi. Non so, sull'orlo del collasso ecologico sarei curioso di vedere cosa penseranno i nostri nipoti sapendo che ci intrattenevamo a far sentire la musica classica al vino anzichè comportarci seriamente, sono responsabilità che certe persone si prendono, e sono liberissime di farlo, ma in quanto "stato" io ci penserei tre volte prima di accreditare certe pratiche o magari finanziarle, anche a tutela della credibilità delle persone, delle metodologie "equiparabili" etc. Ribadisco: la questione non è dal punto di vista del consumatore, che comprava prima e comprerà dopo (se vorrà).
Sottoscrivo quello che hai scritto, parola per parola; mi dispiace soltanto che tu mi abbia preceduto, perchè avrei voluto scriverlo io.
;)

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Visto che finalmente ci hai rivelato che sei laureato in Scienze Agrarie, con una specializzazione post-laurea in fitopatologia, non mi azzarderò mai più a contraddirti in materia; per cui, come già ti ho detto, mi fido senz'altro circa quanto hai detto riguardo ai "pesticidi".
Peraltro, essendo io del tutto ignorante in materia, non sono così stupido da mettermi a competere con uno che, in quella materia, non solo ha conseguito una laurea, bensì ha addirittura conseguito una "specializzazione"; e la cui  principale attività consiste nella consulenza fitoiatrica alle aziende agricole.
***
Ciò premesso, come più volte ho ripetuto, io non metto minimamente in dubbio la "bontà" dei prodotti agricoli "biodinamici" ( soprattutto se tu me li garantisci); ma non in quanto sono "biodinamici", bensì in quanto sono stati prodotti rispettando i criteri di quelli "biologici".
***
Quanto al fatto, invece, che sia molto meglio mescolare alternativamente un preparato nelle due direzioni, invece che in una sola (secondo i principi che lo letto su vari siti di "agricoltura biodinamica"), non lo metto in dubbio in via di principio, essendo io del tutto ignorante in materia; ma, da te che sei laureato in Scienze Agrarie, vorrei conoscere la ragione "scientifica" di tale presunto singolare effetto.
***
Circa, invece, la pratica degli strani miscugli infilati nelle corna di vacca, e poi sepolti e dissepolti in determimate date, pur essendo io del tutto ignorante in materia, non ci credo neanche se me lo spieghi; perchè si tratta evidentemente di rituali magici senza alcun riscontro scientifico.
Potrei crederci (forse) soltanto se tu mi fotografassi la pagina di uno tuo libro di Scienze Agrarie, in cui tale pratica viene considerata agronomicamente valida!
***
Ma, secondo me, e altamente improbabile che lo sia, in quanto:
1)
A prescindere dai vari bizzarri tipi di preparato, è ridicolo che essi debbano essere inseriti proprio in un corno di "vacca" (che abbia partorito almeno una volta), e non magari, in un corno di "bufala"; animale che mi sembra molto più indicato per "bufalate" del genere.
2)
In ogni caso, salvo a perpetrare un genocidio di vacche, anche se detti bizzarri preparati fossero ipoteticamente davvero "efficaci" (cosa di cui dubito nel modo più assoluto), è OVVIO che il contenuto di uno o due corna di vacca non potrebbe MAI essere "materialmente" sufficiente ad "irrorare" se non un piccolo orticello di pochi metri quadrati.
Su coltivazioni più estese, quindi, non potrebbe che ridursi a qualche "spruzzata" di carattere "magico rituale" (come quella dell'acqua santa, che il prete fa in chiesa), la quale, quindi, non potrebbe MAI essere in grado di avere qualche effetto biochimico sul raccolto.
***
Sinceramente, da un laureato in Scienze Agrarie, fermo restando il tuo apprezzamento per l'"agricoltura biologica" (che, sia pure nella mia ignoranza, condivido), mi attenderei da te una CONDANNA di tali "fregnacce" ben più severa e "tranchant" della mia.
Ed infatti tali "fregnacce" non hanno niente a che vedere con l'"agricoltura biologica" (nè, tantomeno, con le "Scienze agrarie")!
***
Poi è ovvio che se un bravissimo chirurgo, prima di operare, offre un vitello in sacrificio ad Esculapio, quelli sono fatti suoi; purchè, però, non pretenda di convincere il suo paziente che il sacrificio del vitello sia indispensabile per la riuscita dell'operazione (e, soprattutto, che, quindi, pretenda di farsene risarcire il prezzo pagato al mercato delle vacche).
***
Va bene che ciascuno è libero di essere allocco quanto gli pare, e, quindi, di credere a tutte le fregnacce che gli propinano; però lo Stato dovrebbe reprimere l'"abuso della credulità popolare", e non certo consacrarlo con un apposito testo di legge.
***
Povera Italia!
***
Un saluto! :)
***


Alexander

#36
Buona domenica a tutti


Rientra nella libertà personale l'eseguire riti magici ed esoterici, purché non cagionino danno ad altri. Il legislatore deve occuparsi del prodotto e verificare se questo risponde ai requisiti per la certificazione bio. Il prodotto biodinamico risponde a tutti i requisiti richiesti e quindi perché non dovrebbe essere equiparato al prodotto definito dagli standard come biologico? Preferirei senz'altro essere operato da un chirurgo bravo ma superstizioso piuttosto che da uno scettico ma incapace. E' preferibile , allo stesso modo, gustare una mela biodinamica buona, anche se con improbabili riti esoterici al seguito, che una mela con residui scientificamente dimostrati di pesticidi e di sapore "indefinibile".  ;)

sapa

#37
Ciao Eutidemo, la tua verve dialettica mi fa sempre divertire molto, però, al tempo: non ho mai sostenuto da nessuna parte di credere all' efficacia delle pratiche biodinamiche. Qualche tempo fa mi è stato chiesto se volevo accreditarmi per la certificazione Demeter, ma ho declinato l'offerta, perchè se non sono convinto, faccio molta fatica a svolgere il mio lavoro. Diversamente, continuo a dichiararmi convinto che un'azienda agricola che si certifica per il biodinamico avrebbe diritto automaticamente anche alla certificazione bio, perchè, come ho scritto, rispetta già in sè pienamente i dettami dei regolamenti per la certificazione bio e, quel plus in più che è caratteristico del metodo biodinamico, è contemplato e ammesso anche in biologico. Dunque, siccome so che il male atavico, che affligge il mondo delle certificazioni in agricoltura, è la burocrazia elefantiaca fino all'ottusità, ritengo che al biodinamico si potrebbero risparmiare una seconda, inutile, certificazione e i relativi costi. Questo anche alla luce dei dati esistenti sulla qualità dei prodotti finali, che, dal punto di vista dei residui di contaminanti sulle produzioni relative ad entrambi i metodi, denotano la assoluta indistinguibilità delle stesse. A presto.

Eutidemo

Ciao Alexander
Il tuo ragionamento, in linea di massima, è perfettamente condivisibile.
;)
***
Ed infatti, rientra senz'altro nella libertà personale di chiunque l'eseguire riti magici ed esoterici, purché non cagionino danno ad altri.
Il legislatore, invece,  deve occuparsi del prodotto e verificare se questo risponde ai requisiti per la certificazione "biologica"; e, se "il prodotto biodinamico" risponde a tutti i requisiti richiesti e quindi perché mai non dovrebbe essere, di fatto, equiparato al prodotto definito dagli standard come "biologico"?
Certamente anche io preferirei essere operato da un chirurgo bravo ma superstizioso piuttosto che da uno scettico ma incapace; allo stesso modo, quindi, è preferibile , allo stesso modo, gustare una mela biodinamica buona, anche se con improbabili riti esoterici al seguito, che una mela con residui scientificamente dimostrati di pesticidi e di sapore "indefinibile".
***
Come vedi, per evitare equivoci, ho ripetuto parola per parola quello che hai scritto, per evidenziare in modo  inequivoco che io sono perfettamente d'accordo con te.
Anzi, a dire il vero, avevo espresso gli stessi concetti di mia stessa iniziativa, in quanto sono perfettamente condivisibili, in quanto "scontati"!
***
Però trovo frustrante che tu (e non solo tu), non abbiate ancora capito quale sia la mia critica all'"assurdo" disposto di legge in commento.
***
Ed infatti, ribadito l'ovvio principio per il quale Il legislatore deve soltanto occuparsi di verificare se "il prodotto biodinamico" risponda a tutti i requisiti richiesti per la certificazione "biologica", solo un legislatore completamente idiota può scrivere un'apposita norma, per sancire che: "...se il metodo di agricoltura biodinamica viene, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica."
Grazie al piffero!
:D :D :D
Ti rendi conto che si tratta di una cretinata da ben figurare nel "Guiness dei Primati" delle leggi idiote?
***
Sarebbe come dire che il legislatore:
- dovendo occuparsi di verificare se  un laureato in medicina, nell'esercizio della stessa, segua scrupolosamente "tutti i requisiti richiesti previsti per la professione medica";
- deve, però, anche "equiparare per legge" l'esercizio della professione di "sciamano" a quella di un normale "medico", qualora costui, oltre ai riti magici della sua tribù (se innocui), segue però anche le regole della medicina moderna nella cura dei malati.
***
Vediamo un po'!
Ricalcando il disposto agricolo, il nostro legislatore potrebbe scrivere una disposizione del seguente tenore: "Ai fini della presente legge, il metodo di cura praticato dagli sciamani bantù, che prevede danze augurali magiche per favorire la guarigione dei malati, qualora applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di esercizio della medicina, è equiparato all'esercizio della professione medica."
***
Ma siamo diventati tutti matti?
***
Un saluto! :)
***

P.S.
Peraltro non si tratta affatto di una norma innocua, perchè può indurre i cittadini a credere che ci sia qualcosa di vero nei riti magici dei coltivatori "biodinamici"




Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Il tuo ragionamento, in linea di massima, è perfettamente condivisibile; ma non posso che ripetere quanto ho appena risposto ad Alexander.
***
Ed infatti, ribadito l'ovvio principio per il quale Il legislatore deve soltanto occuparsi di verificare se  "il prodotto biodinamico" risponda a tutti i requisiti richiesti per la certificazione "biologica", solo un legislatore completamente demente può scrivere un'apposita norma, per sancire che: "...se il metodo di agricoltura biodinamica viene, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica."
Grazie al piffero!
***
Sarebbe come dire che il legislatore:
- dovendo occuparsi di verificare se  un laureato in medicina, nell'esercizio della stessa, segua scrupolosamente tutti "i requisiti richiesti previsti per la professione medica";
- si mette, però, anche ad "equiparare per legge" l'esercizio della professione di "sciamano" a quella di un normale "medico", qualora costui, oltre ai riti magici della sua tribù (se innocui), segue però anche le regole della medicina moderna nella cura dei malati.
***
Vediamo un po'!
Ricalcando il disposto agricolo, il nostro legislatore potrebbe anche scrivere una disposizione del seguente tenore: "Ai fini della presente legge, il metodo di cura praticato dagli sciamani bantù, che prevede danze augurali magiche per favorire la guarigione dei malati, qualora applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di esercizio della medicina, è equiparato all'esercizio della professione medica."
:D :D :D
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Ma siamo diventati tutti matti?
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Peraltro non si tratta affatto di una norma innocua, perchè può indurre i cittadini a credere che ci sia qualcosa di vero nei riti magici dei coltivatori "biodinamici"

InVerno

#40
Citazione di: sapa il 12 Giugno 2021, 13:15:09 PM
Ciao Inverno, per dirla tutta io certifico il biologico per un OdC storico dal 2000, ma dal 1985 ad oggi la mia principale attività è la consulenza fitoiatrica alle aziende agricole, visto che sono laureato in Scienze Agrarie con specializzazione post-laurea in fitopatologia. Inoltre, collaboro con 2 laboratori analisi specializzati sulle colture agrarie, per cui mi sono fatto nel tempo una discreta esperienza sui residui di fitofarmaci  su matrici alimentari da agricoltura convenzionale e biologica. Detto questo, mi dispiace molto che il tuo approccio al bio sia stato così "maltrattato", un certificatore che ti dà il consiglio di acquistare agrofarmaci per giustificare le tue coltivazioni è al limite del delinquenziale ,perchè invece che da "incaricato di pubblico servizio", si comporta da consulente. A questo punto, è meglio che non sappia per quale OdC lavora, perchè farei fatica a non denunciarne le nefandezze. Riguardo al piretro naturale, posso dirti solo che c'è una bella differenza con i piretroidi di sintesi e non solo perchè questi contengono, tra gli eccipienti, il piperonil-butossido, ma anche perchè sono più persistenti nell'ambiente.
Io parto da alcuni presupposti discutendo, che magari saranno pure dibattibili, ma per non finire attorcigliati nella lana caprina. Uno di questi è che  chi si dichiara bio effettivamente è bio (anche se a mezzanotte erano arrivati camion carichi di "altro"). Un altro, è che se un certo residuo fitosanitario  è considerato innocuo per la salute, lo è per davvero, e quindi equivale a zero. Sono approssimazioni, ma servono. Ci sono una serie di studi aggregati che dimostrano che le differenze tra residui non sono molte, ma siccome mescolano protocolli e contesti diversi (sono aggregati) lasciamo perdere, e che lavare ciò che si compra ha un grande effetto nel "ripulire" alimenti di qualsiasi provenienza. Allo stesso tempo lasciamo perdere che gli studi sono stati svolti sulle qualità nutrizionali non rivelano grosse differenze (se non saltuariamente un pò di potassio) perchè  non è l'oggetto di discussione (nonostante il marketing bio su questo punto ci batta pedissequamente),  e che le differenze organolettiche siano perlopiù soggettive (anche se io queste personalmente credo esistano e siano effettivamente marcate). Taglio fuori tutto ciò, perchè ripeto che l'unica dimensione del problema NON è quella tra produttore e consumatore, ovvero che se il prodotto è sano da mangiare i problemi non sono finiti, che è lo stesso metro che applico al biodinamico per cui faccio notare altri rilievi. Personalmente penso che il biologico sia preferibile al tradizionale, ma per motivi che non c'entrano nulla con la salvezza del nostro sacro deretano. Se ci limitiamo ad osservare il minimo sindacale del "non muore chi lo mangia", beh, è come sia arrivati QUI, di sicuro non ci porterà via di qua. Per questo secondo me l'intervento della senatrice mette in piedi un  equivalenza potenzialmente corretta o verosimile, ma riduzionistica. Le differenze colloquiali o legislative tra "naturale" e "chimico" non hanno nessun valore scientifico, eppure costituiscono gran parte della retorica imbastita sul bio, ed è un modo di procedere che prima o poi dovrà per forza confrontarsi con i rilievi di persone (come la Cattaneo) che avendo un certo registro, non si fanno imbambolare dalle foto di una mano che accarezza l'insalata. ANCHE per questo, e per far si che l'agricoltura del futuro non sia popolata da un coacervo di hippy della domenica che vengono presi a schiaffoni dalla letteratura scientifica, rischiando di mettere a rischio la reputabilità e la credibilità dell'intero progetto di ricerca di una agricoltura alternativa, e foraggiare chi vorrà fare le ERRATE (perchè riduzionistiche) conclusioni della Cattaneo, preferirei che qualsiasi sia il nome che gli si vuole dare (magari più intelligente di quelli attuali) e qualsiasi sia il disciplare, si basi su fatti osservabili.
Non sono scemo, ho capito il tuo tipo di rilievo formale e logico, ed è corretto dal punto di vista professionale magari, ma siccome parliamo di legge dello stato, secondo me questa discussione dovrebbe chiamarti ad uscire dalla tua professione ed intepretare un legislatore che dovrebbe avere come prerogative, al di là della coerenza delle frattaglie legali, il futuro di questo paese, con che mezzi raggiungerlo, e come contribuire al futuro di questo pianeta, con anche un certo senso dell'urgenza. E in questo, "biodinamico" è un brand commerciale, e non c'azzecca una fava su una legge,così come non ha enso mettersi a fare la lista dei brand o dei gruppi di brand che seguono il protocollo bio, equipararlo significa dargli la dignità di essere un metodo, mentre invece fino a prova contraria, è tutta pubblicità, anche se chi lo pratica pensa di farlo per altri motivi. E anche il bio dovrà mettersi in riga, perchè finchè si tratta si una di scelta opzionale per persone che guadagnano un pò di più, va tutto bene, ma la sfida del biologico dovrebbe essere quella di essere un opzione per sfamare il mondo, e quando sarà il momento delle decisioni, conteranno i fatti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

Ciao Inverno, i residui di agrofarmaci sulle derrate agricole convenzionali, come dicevo, sono presenti sul 90% delle produzioni, a partire da un minimo di 1 principio attivo, fino a 7-8 e anche di più.  Come dici giustamente, l'obbiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a 0, il che è possibile in bio/biodinamico e già più difficile in convenzionale, anche se non impossibile, seguendo determinati disciplinari che sono stati messi a punto nel tempo. Definire il biodinamico un brand commerciale o tutta pubblicità, è molto fuorviante, perchè chi segue questo metodo è attento, soprattutto, alla propria salute, all'ambiente nel quale vive e in ultimo alle qualità delle produzioni. Il biodinamico, come dice anche la senatrice, è veramente una nicchia di mercato, la maggior parte delle persone non sa nemmeno di cosa si tratti e, quando ne sente parlare per la prima volta, reagisce come Eutidemo. Quando, dopo 15 anni circa di difesa convenzionale, che allora era costituita da una lunga serie di trattamenti a calendario con organo-fosforici, cloro-derivati e altre famiglie chimiche con tossicità acuta per l'uomo alta, sono arrivato a inizio millennio al biologico, ci sono entrato da scettico e con la intima convinzione che avrei smascherato questi furbastri, che sicuramente cercavano di ciurlare nel manico e trattavano, appunto, la notte con camion carichi di altro. Come poteva essere che noi trattavamo 15 volte un vigneto, con  ditiocarbammati e prodotti sistemici e loco-sistemici e loro facevano la metà dei trattamenti con solo del semplice rame? Nel tempo, invece, mi sono reso conto che si trattava solo di aspettare che si creasse l'equilibrio giusto, tra fertilità del terreno, biodiversità, pianta e carico di frutti/pianta. Immaginati la mia meraviglia, quando mi sono reso conto che, mentre in convenzionale avevo già trattato 3-4 volte il vigneto, i biologici/biodinamici non avevano ancora fatto niente e le loro viti erano sane come le mie....Da allora, ho assunto un' altra posizione anche in convenzionale, all'agricoltore spiego che non bisogna aver fretta, che è utile osservare la situazione e che trattare meno non è solo un modo di risparmiare denaro, ma anche il sistema per loro di vivere meglio, in un ambiente meno contaminato, poichè loro ci vivono lì e gran parte dela loro vita la passano a pipparsi i prodotti che spruzzano, con grande entusiasmo, sulle loro piante. Questo per quanto riguarda il biologico, ma tornando al biodinamico, che conosco di striscio, io per lo più incontro agricoltori che ci credono, aziende medio-piccole condotte da persone molto preparate e attenti conoscitori dell'ambiente in cui vivono. Non so se esistono in Italia grosse aziende che praticano la biodinamica, a occhio direi che una coltivazione su larga scala con cornoletame e silicio non sia facile. Un conto sono i seminativi ,comunque, un altro le produzioni orticole/frutticole. La senatrice Cattaneo, che è una farmacologa, ha un approccio a queste problematiche che risente della sua formazione, ma purtroppo ha detto nella sua intervista un paio di balle, piuttosto grosse, che ti ho evidenziato e  che me la rendono a questo punto non credibile. Il limite che io trovo al biologico e al biodinamico è un limite quantitativo, dato da cali produttivi consistenti, che perciò giustificano l'aumento dei prezzi, ma che se ragioniamo in termini di sostentamento della popolazione mondiale rendono "perdenti" questi metodi. O ci mettiamo a dieta, oppure con il biologico e il biodinamico moriamo di fame, al netto del fatto che una metà del mondo è eccedentario di risorse alimentari e l'altra metà crepa di inedia. Il legislatore deve pensare al futuro e questo futuro è ormai evidente che debba mantenere dei livelli produttivi adeguati a sfamarci tutti, ma nel rispetto delle risorse e dell'ambiente. La lotta integrata, tanto cara alla Cattaneo, ma sulla quale, praticandola per mestiere, ho molto da dire ma non è questa la sede, sta andando faticosamente in questo senso pur tra mille contraddizioni e soggetta da sempre alle pressioni indebite delle multinazionali della chimica, il biologico ( e ci metto anche il biodimanico, in quanto costola del biologico) è già oltre, ma con il limite di cui parlavo. In biologico le pressioni delle multinazionali vanno vicine allo 0 e infatti queste, che se ne sono accorte, si sono messe a lavorare sui prodotti cosiddetti naturali e le sostanze di base. A presto

InVerno


Gli innumerevoli difetti e problemi dell'agricoltura tradizionale non sono in discussione. A differenza della Cattaneo le mie critiche al "bio"  non hanno come effetto secondario quello di rivalutare il tradizionale, al contrario, affermo che il bio fà ancora troppo poco per essere un vero e proprio modello alternativo, che dovrebbe riguardare anche le dimensioni d'azienda, le metodologie e altre questioni estrinseche, anche etiche,  e spingersi molto oltre, come requisiti, obbiettivi e aspirazioni, per far risaltare ancora di più vantaggi che ad oggi sono ancora modesti principalmente per assenza di coraggio e leva economica. Non ho nessuna intenzione di "smascherare" il bio, al massimo il bio della pubblicità, ma vorrei che ciò che diversifica due metodologie non sia solamente una questione di sensazioni. Quando ero piccolo, molti venivano a comprare il vino dal mio vicino,  il ragionamento era semplice "se lo beve lui, figurati se ci mette le schifezze, non lo fa per profitto, ci starà attento" ovviamente ci metteva i peggio anticrittogamici anche qualche giorno prima della vendemmia, mentre quello "tradizionale" che lo vendeva al supermercato, non otteneva la fiducia dei vicini, ma era sicuramente più controllato e pulito. Fortunatamente il biologico si basa su un disciplinare, e quindi in teoria, per trovare prodotti migliori non bisogna più affidarsi alla "sensazione che il vicino è un buon uomo"... o forse si? Si, più ci allontaniamo dai fatti e torniamo alle sensazioni, così come la sensazione che questo vino "a cornoletame" è più sano di un altro. Forse lo è, perchè è biologico, l'unico nesso causale che il biodinamico ad oggi è riuscito a dimostrare è quello di aumentare il prezzo di vendita e l'appeal commerciale, perciò l'unica cosa che possiamo affermare sia dimostrata è che si tratti di una ingegnosa tecnica di branding:pubblicità. E' sovrapponibile al biologico? Probabile, ma non per perizia agronomica, ma semplicemente perchè al profeta non è venuto in mente che il napalm è ottimo nella relazione con Andromeda, altrimenti nel disciplinare biodinamico tutti userebbero il napalm. Un metodo dovrebbe avere una logica, intepretare le parole di un profeta è religione, e questo è uno stato laico.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

#43
A proposito sempre di agricoltura biodinamica, copio-incollo questo scambio di opinioni, pubblicato sull' Informatore Agrario n° 22 del 29 giugno 2021, nella sezione Lettere al Direttore.   Di seguito, la lettera inviata e la risposta offerta dal giornale:

L'agricoltura biodinamica fa riferimento
agli insegnamenti
di Rudolf Joseph Lorenz Steiner
(1861-1925), un filosofo austriaco molto
controverso che si è interessato a molti
aspetti della vita umana e che ancora
oggi fa discutere e stimola l'evoluzione
della società.
Si interessò secondariamente anche
all'agricoltura, con l'intento di promuovere
la produzione di cibo sano in un
ambiente sano. La sua dottrina si fondava
su un approccio olistico di tipo ecologico
che oggi viene ripreso dalla strategia
Farm to Fork del Green Deal europeo.
Infatti, la politica agricola europea,
che inizialmente incentivava la massimizzazione
della produttività, si sta progressivamente
orientando verso forme di
agricoltura in equilibrio con l'ambiente.
Produrre a ciclo chiuso evitando l'uso
di pesticidi e di erbicidi, usando specie
naturali autoctone e con rispetto per la
biodiversità, sono tra le regole fondamentali
dell'agricoltura biodinamica che
oggi ispirano anche le nuove strategie di
agricoltura comunitaria.
Nelle prescrizioni biodinamiche ci sono
degli aspetti «magici» che fanno inorridire
il mondo scientifico. Per esempio la
questione del corno-letame, l'influenza
degli astri o altri aspetti che richiamano
l'omeopatia, di sostanze attive in dosi infinitesimali
che dovrebbero produrre reazioni
non dimostrabili scientificamente.
Perché la dovremmo contrastare?
Gli umani temono ciò che non conoscono
e l'agricoltura biodinamica presenta
dei lati non scientificamente dimostrabili
che però non ostacolano e
nemmeno annullano i benefici ambientali
connessi all'agricoltura biodinamica.
Gli altri agricoltori e scienziati per l'agricoltura
temono però soprattutto che
una parte degli aiuti che erano destinati
all'agricoltura convenzionale possa finire
nelle mani dei coltivatori biodinamici,
se questi ottengono propri rappresentanti
nei tavoli tecnici.
Temono anche che un po' alla volta
la popolazione umana guardi non alla
produzione ma alla qualità dei prodotti
agricoli e che venga fatto pagare all'agricoltura
convenzionale il danno ambientale
(perdita di carbonio nei suoli
e di biodiversità nell'ambiente di coltura
e fuori) e alla salute umana. È infatti
probabile che i veleni che ancora oggi e
senza vergogna sono presentati come
«fitosanitari» vengano associati a tante
malattie mortali anche per l'uomo, e
che si chieda a coloro che li hanno erroneamente
venduti, pubblicizzati e fatti
usare di passare alla cassa.
Perché la dovremmo favorire?
L'agricoltura biodinamica è nata più
di un secolo fa e ha ispirato l'agricoltura
biologica. I disciplinari del biodinamico
costituiscono un'applicazione restrittiva
dei regolamenti del biologico con un
numero inferiore di sostanze ammesse
nella coltivazione.
L' agricoltura biodinamica, anticipando
la politica agricola comunitaria, già prevedeva
la realizzazione delle aree ecologiche
aziendali destinando almeno il
10% della superficie aziendale alla conservazione
della biodiversità.
Numerosi studi scientifici evidenziano
gli impatti positivi sulla qualità biologica
e chimica del suolo e sullo stoccaggio
del carbonio organico con un'importante
azione di contrasto ai cambiamenti
climatici. Nel contempo il biodinamico
garantisce una sostenibilità economica
con una produzione lorda vendibile
per unità di superficie di tutto rispetto.
Se si considerano anche quelli indiretti
sull'ambiente, i costi dell'agricoltura biodinamica
sono inferiori a quelli dell'agricoltura
convenzionale.
Non vi sono quindi motivazioni che
dovrebbero indurre il legislatore a omettere
il termine biodinamico nel ddl 988 e
concedere aiuti anche a questa forma di
agricoltura che ha l'unico difetto di essere
ancora poco conosciuta, poco studiata
e non insegnata all'università in Italia.
Augusto Zanella
Cristian Bolzonella
Dipartimento territorio
e sistemi agro-forestali
Università di Padova

Pubblichiamo questa lettera per rispetto
delle opinioni dei nostri lettori, anche se diverse
dalle nostre. I sostenitori del biodinamico
tuttavia affrontano il dibattito esploso
in queste settimane concentrandosi sugli
aspetti ecologici e ambientali (che sono gli
stessi dell'agricoltura biologica e che nessuno
contesta) e sorvolano invece sugli aspetti
esoterici della biodinamica come l'uso dei
preparati steineriani o l'influenza di fantomatiche
energie astrali, minimizzandone
l'importanza. Dimenticando volutamente
che queste pratiche sono obbligatorie per
chi vuole essere certificato come biodinamico
e sono il tratto distintivo dell'agricoltura
biodinamica.
Entrando nel merito della lettera, sorvoliamo
sull'affermazione che Rudolf Steiner
«ancora oggi stimola l'evoluzione della società
». Noi non ci occupiamo di filosofia e
non ci interessa molto il fatto che l'uomo
sia nato su Saturno oppure no.
Non condividiamo, anzi rifiutiamo integralmente,
l'affermazione: «È infatti probabile
che i veleni che ancora oggi e senza
vergogna sono presentati come "fitosanitari"
vengano associati a tante malattie
mortali anche per l'uomo, e che si chieda
a coloro che li hanno erroneamente venduti,
pubblicizzati e fatti usare di passare
alla cassa».
Si tratta a nostro avviso di un'affermazione
pretestuosa, priva di alcuna base
scientifica e del tutto fuorviante.
Quanto ai «Numerosi studi scientifici evidenziano
gli impatti positivi sulla qualità
biologica e chimica del suolo e sullo stoccaggio
del carbonio organico», anche qui si
parla di studi che, al massimo, hanno esaminato
gli effetti delle pratiche agronomiche
comuni all'agricoltura biologica.
Non esiste un solo studio scientifico serio
che leghi questi effetti positivi all'uso
dei preparati steineriani ed è questo il nodo
della questione.
Ribadiamolo: sono i sostenitori del biodinamico
che devono dimostrare che è l'uso
dei preparati che fa la differenza. Non
sono gli scienziati che devono dimostrare
che non servono.
Per finire: sul fatto che l'agricoltura biodinamica
sia «non insegnata all'università
» ci sentiamo di rassicurare gli autori della
lettera: fra poco vedremo anche questo.
Purtroppo. A.B.

22/2021 • L'Informatore Agrario 5

sapa

Per la gioia di Eutidemo  ;) https://www.informatoreagrario.it/news/la-biodinamica-fa-saltare-la-legge-sul-biologico/     Il disegno di legge 988 che equiparava l' agricoltura biodinamica a quella biologica è stato emendato alla Camera e quindi dovrà tornare al Senato. Pare che la Scienza abbia avuto la meglio su quella che viene considerata Alchimia! Il cornoletame torna ad essere una pratica esoterica, dunque? Mah, vedremo come andrà a finire....

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