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Russia connection

Aperto da Eutidemo, 14 Luglio 2019, 12:28:08 PM

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leibnicht1

Caro amico, impegnato in fatiche fisiche, ho rimandato la risposta.
Per prima cosa, lascia che te lo dica, apprezzo davvero moltissimo la tua intelligenza, e, di più ancora, la gratuità con la quale la impieghi confrontandoti così seriamente e onestamente con opinioni che differiscono dalle tue.
Io non so se questo discenda da un sincero spirito democratico, dato in sé come assoluto, oppure se, in modo più naive, noi tutti tendiamo a ritenere sincero e affidabile ciò che nominiamo "spirito democratico" in quanto si mostra in una tale apertura dialettica.
Intendo dire che, nella seconda ipotesi, l'apertura dialettica connota il concetto di "democrazia" in una forma relativa.
Una ovvietà. I principi democratici sono, per loro stessa definizione, "relativi". Trovo, pertanto, assai giusta e pertinente la tua osservazione critica rispetto al senso limitativo della democrazia interpretata in chiave occidentale, rispetto all'universalità cui essa, per troppi versi, pretende.
Sotto questo punto di indagine riconosco la retoricità della questione...

Tuttavia, ridisposti gli addendi nell'espressione, non muta il senso della stessa. Perché non muta? E' facile da intuire. Non muta perché il risultato dell'espressione stessa, per farlo, dovrebbe interagire con essa senza modificare se stesso.
Democratico è, dunque, tutto ciò che rinuncia ad attingere a principi immutabili nel tempo, e che rinuncia a regolare le sue norme nelle società civili in funzione di monoliti concettuali.

La democrazia, proprio per questo, soggiace alla contraddizione. Soggiace alla prevalenza traumatica, in quanto esercitata con tutta la forza della maggioranza che schiaccia l'uomo-insetto emancipato, del "verosimile" sopra il "vero". Ma sui difetti mostruosi della Democrazia lasciamo milioni di altre tastiere profondersi di qui al nulla...
Esiste un solo elemento nell'intero apparato democratico che rasenti qualcosa di prossimo all'assoluto. Esso si recita così: una testa= un voto.
Io credo che si tratti di un assioma.
Un assioma, per se stesso, accetta e sopporta l'impossibilità della sua dimostrazione. Accetta questa condizione filosoficamente non determinata in vista della necessità di ancorare la comprensione del Mondo a qualche, limitatissimo, punto fermo.
Quindi, sebbene Euclide non l'abbia citato, io fingo che esso valga anche per le scienze dello spirito.

Conclusione. Se i russi, compattamente, votano Putin, con maggioranze schiaccianti, con una evidenza di fidelizzazione sconosciuta nell'occidente europeo, con una sincera e spontanea stima che qui non si vede da un secolo... Di quale REGIME vai parlando? 
Meglio, scusami. Il Regime ci sta, in quanto autorizzato dalle leggi che quel popolo si dà e nelle quali si riconosce confermando con maggioranze eccezionali i suoi premiers, ossia coloro che si fanno garanti e revisori possibili delle Leggi.
Che senso ha contrapporre il concetto di "Regime" con quello di "Democrazia"?
In solchen Augen sind verzauberten Seen

Eutidemo

Ciao Leibnicth. :)
Ti ringrazio per l'apprezzamento, che è tanto più gradito in quanto proviene da chi, almeno con riguardo al regime Russo, non la pensa come me.
Ti ringrazio anche per avermi chiamato "amico"; qualifica che ricambio con piacere. :)

***
Quanto alla intelligenza che cortesemente mi attribuisci, ti ringrazio ma ormai non ci faccio molto più conto (anche perchè dopo l'intervento al cervello, ho perso 10 punti di Q.I.); ed è proprio per questo che trovo utile confrontare le mie opinioni con quelle altrui, anche considerando quanto ho scritto ne "Il cubo di Necker e le parallele".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/il-cubo-di-necker-e-le-parallele/

***
Quanto al mio atteggiamento nel rispettare le opinioni altrui, non saprei dire se possa definirsi o meno "democratico"; direi che, sotto il profilo aritmetico, sicuramente sì, perchè, essendo in due a dialogare, se dovessimo votare la mia opinione varrebbe esattamente quanto la tua...50%.
Ed anche se non dovessimo votare! :)

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Sono peraltro d'accordo con te che i principi democratici sono, per loro stessa definizione, "relativi", in quanto da interpretare diversamente a seconda del periodo storico; la democrazia ateniese, infatti, era ben diversa da quella attuale.

***
Per quanto riguarda il resto del tuo discorso, nel mio precedente intervento credo di aver già sufficientemente esposto il mio pensiero al riguardo: non si può discutere di democrazia "in generale" (cioè, laddove decide la maggioranza e basta), ma occorre precisare di quale specifico tipo di democrazia si sta parlando.
La nostra è un "democrazia liberale, costituzionale, rappresentativa e pluralistica"; per cui ha poco o niente a che vedere con altri tipi di democrazia, come quella, ad esempio, della  Repubblica Democratica Tedesca (RDT) (Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR), comunemente indicata come Germania Est.

***
Al riguardo, peraltro, non sono del tutto d'accordo con te sul fatto che "ogni popolo ha la democrazia corrispondente alla propria cultura", altrimenti non si spiegherebbe come mai il popolo italiano è giunto alla "democrazia" attuale, dopo, però,  aver vissuto per venti anni in un tipo di "democrazia" molto diversa, così come molto icasticamente descritta da Mussolini:
"Il fascismo è contro la democrazia che ragguaglia il popolo al maggior numero abbassandolo al livello dei più; ma è la forma più schietta di democrazia se il popolo è concepito, come dev'essere, qualitativamente e non quantitativamente, come l'idea più potente perché più morale, più coerente, più vera, che nel popolo si attua quale coscienza e volontà di pochi, anzi di Uno *, e quale ideale tende ad attuarsi nella coscienza e volontà di tutti." (BENITO  MUSSOLINI - LA DOTTRINA DEL FASCISMO  Istituto della Enciclopedia Italiana 1935-XIII (prima edizione: 1933-XI)
Non siamo forse Italiani oggi, come lo eravamo allora?

***
Allo stesso modo, non credo che le migliaia di russi arrestati -e trucidati- da Putin (i quali, anche loro, fanno indubbiamente parte del POPOLO RUSSO), possano considerare come "tipicamente russa" la "pseudo-democrazia" imposta loro da Putin.
Qui in Italia, invece, chi irride alla nostra "democrazia liberale, costituzionale e pluralistica", sia che abbia torto o che abbia ragione, in ogni caso non finisce nè ucciso nè in prigione; per cui, indubbiamente la preferisco.
E sono sicuro che anche le centinaia di Russi inprigionati a luglio per motivi politici (o i cinesi recentemente imprigionati ad Hong Kong), la preferirebbero indubbiamente alla loro; e, questo, a prescindere dalle loro diversissime culture.
Dubito che esista una qualsiasi cultura, i cui membri amino il rischio di essere arrestati o uccisi, se si oppongono al governo di turno! ;D

***
Per cui, pur essendo d'accordo che "democratico" è tutto ciò che rinuncia ad attingere a principi immutabili nel tempo, e che rinuncia a regolare le sue norme nelle società civili in funzione di monoliti concettuali, tuttavia, storicamente, preferisco i Paesi in cui puoi puoi pensare e dire quello che ti pare, senza rischiare la galera o la morte. :)

***
Quanto al fatto che la "democrazia" soggiace alla prevalenza traumatica, in quanto esercitata con tutta la forza della maggioranza che schiaccia l'uomo-insetto emancipato, del "verosimile" sopra il "vero", come ho detto questo può essere vero per una "democrazia delle giungla", in cui una assemblea di sette leoni e cinque gazzelle si radunano per votare quello che sarà il menù della cena. La quale assemblea prenderà sicuramente "a maggioranza" una decisione nello stesso tempo molto prevedibile, molto democratica, e molto iniqua.
Ma in una "democrazia liberale, costituzionale e pluralistica", fino a a che qualche demagogo putiniano da strapazzo non riuscirà modificarla, questo non  accadrà mai! >:(

***
Quanto al principio "una testa = un voto" (che, molto spesso, equivale a "una testa = un vuoto"), anche io sono d'accordo con Churchill, il quale sosteneva che la democrazia liberale è il peggiore sistema possibile...AD ESCLUSIONE, PERO', DI TUTTI GLI ALTRI!
Non si tratta di un "assioma", bensì di un "giudizio sintetico a posteriori", la cui prova sperimentale è data dal dal fatto che dalla DDR fuggivano nella Germania Ovest; e, quando ci provavano, gli sparavano pure dietro, per impedire loro di fuggire dalla perfetta democrazia orientale in quella occidentale.
Non è forse una "prova del nove"?
Nessun assioma, per carità! ::)

***
Quanto al fatto che i Russi, compattamente, votino Putin, con maggioranze schiaccianti, "con una evidenza di fidelizzazione sconosciuta nell'occidente europeo", questo, secondo me, dimostra esattamente il CONTRARIO di quello che credi tu; ed infatti, se consideri che l'FSB è riuscito ad influenzare persino le libere elezioni USA, tramite Cambridge Analytica ed altri sofisticati sistemi, figurati che cosa non possono riuscire a fare tranquillamente a casa loro (dove, se qualcuno si oppone troppo apertamente, lo uccidono o lo arrestano).
Solo un imbecille non  arriva a capire che chi ha vinto le elezioni ottenendo il 76,7% dei voti come Putin, lo ha fatto truccando il meccanismo democratico (o a monte o a valle); non a caso, Mussolini, nel 1924 prese il 64% dei voti, e in tutto il mondo risultò che era CHIARAMENTE un risultato fasullo.
Il che, ovviamente, non vuole affatto dire che il consenso ottenuto da Putin sia tutto "forzato"; anzi, al contrario!
Ed infatti è OVVIO che, se già negli anni '20 e '30, una volta "compressa" la libertà di parola e di stampa, era facilissimo condizionare il voto popolare con una massiva "propaganda di Stato", oggi, in una "democratura" ipertecnologica come quella russa, la cosa è ancora più facile; ed infatti, secondo alcuni analisti, se Putin avesse voluto, avrebbe anche potuto superare l'80% dei consensi. Ma, saggiamente, ha evitato di strafare, per non rendere troppo evidente che la sua è ormai divenuta una vera e propria DITTATURA mascherata da democrazia elettorale!
Non nego affatto che molti Russi avrebbero "comunque" votato per Putin, anche senza essere forzati o manipolati da INTERNET e dalla propaganda; dico solo che, in elezioni "autenticamente" democratiche, non è MAI accaduto che qualcuno arrivasse a superare il 50%/60% delle preferenze.
Quando accade una cosa del genere, è evidente che si tratta di una "finta democrazia".
Fidati! ;)
In Russia, peraltro, il regime è arrivato addirittura al punto di escludere numerosi oppositori dalle elezioni in programma l'8 settembre; e poichè ci sono state vaste proteste, sono state arrestate più di mille persone.
https://www.repubblica.it/esteri/2019/07/27/news/russia_arresti_manifestazione_anti_putin-232168122/


***
Per me, quindi, ha perfettamente senso contrapporre il concetto di "Regime Illiberale" con quello di "Democrazia Liberale"; perchè nel secondo caso, essendoci "vera" libertà di parola, di stampa, e di contrapposta propaganda,  le elezioni sono "effettivamente" espressione della volontà popolare, ma nel primo caso assolutamente NO!

Un saluto! :)

leibnicht1

Rispettosamente, dissento. Percentuali di consenso elettorale superiori al 50-60% si sono viste molte volte nel confronto elettorale "una testa=un voto". Intendo riferirmi a molte consultazioni popolari anche controllate in modo approfondito da osservatori OCSE. Penso, ad esempio, a Orban in Ungheria, ma anche al referendum in Crimea del marzo 2014, laddove le percentuali di consenso sfioravano il 90%.
Rispetto a queste ultime ho la conoscenza di un deputato italiano del tempo, che, insieme a molti altri osservatori europei, si recò in Crimea per conto dell'OCSE, allo scopo di vigilare sul corretto andamento del voto. La sua dichiarazione, unitamente a quella, a quel tempo, di quasi tutti gli osservatori presenti, confermò il rispetto delle regole democratiche.
Anche nel paese "Italia" vi furono per decenni regioni intere in cui il PCI raccoglieva oltre il 50% dei consensi, così come la DC, in altre, toccava il 60%. Si tratta, naturalmente, di "regioni cosiddette", in quanto per secoli furono stati autonomi e indipendenti.
Anche in Baviera, per molto tempo, la CSU superava stabilmente la maggioranza assoluta dei consensi.
Io penso, quindi, che il tuo argomento non sia congruo nè verificato. Come dicevamo, in pieno accordo, la democrazia non poggia su alcun riferimento di Principio immutabile. La democrazia è fondata sul relativismo.
Relativo è anche il valore dell'approvazione, del consenso e finanche del dissenso riportato da chi intende rappresentare la volontà popolare.
Secondo i dati di Altroconsumo, rivista certamente schierata a 90 gradi nel politicamente corretto, la Magistratura italiana ottiene il 13% di consenso dagli italiani: il sondaggio pare convincente.
Questo significa, dunque, che vi sono "poteri occulti" che mirano a screditarla e a rimandarla ad una nuova Bastiglia?
Occorre accettare, in realtà, il fatto che anche in piena democrazia liberale una certa istituzione può rendersi talmente odiosa per il suo plateale esercizio di un potere smisurato da operare in modo scomposto e irrazionale, fino al punto da ridursi ad un lumicino di credibilità.
Tu affermi di conoscere il mondo russo, ma io mi permetto di non crederci davvero.
Hai forse conosciuto il contesto moscovita... Si tratta di un ambito tanto remoto da essere quasi estraneo al sentire russo nelle piccole città, nell'immensa campagna che davvero ama e sente Putin come autentico, integerrimo, fiero e umile servitore del suo popolo.
Ti dirò che, sinceramente, piace molto anche a me. Il modestissimo russo che conosco mi permette di capirlo abbastanza bene nei suoi discorsi: io credo che questa sia una capacità comunicativa eccezionale.

Quanto all'idea dell'hackeraggio russo in elezioni importanti, nel referendum Brexit, nei finanziamenti fantasma alla lega di Salvini... 
Ma non ti viene da ridere? Davvero i russi furono in grado di alterare, con metodi informatici, il responso delle votazioni democratiche in US e GB?
Bene. Allora proviamo a considerare le implicazioni della ipotesi "Sì, sono stati all'altezza del compito e lo hanno fatto."
Se sono capaci di interferire con una elezione superprotetta dalla massima potenza mondiale, allora sapranno interferire quanto vogliono con il mercato dei cambi ed anche con la contrattazione delle materie prime. Come è che, allora, nel '14-15 hanno subito una svalutazione massiccia del rublo, fino a oltre il 100%? Come si spiega che la valutazione del petrolio, ormai determinata quasi esclusivamente dalla contrattazione dei future (che sono in pratica dei derivati), nel 2016 crollò sotto i 30$ a barile?
Un apparato di manipolazione tanto potente da hackerare le elezioni americane del 2016 non sarebbe forse stato in grado di intervenire su queste speculazioni puramente finanziarie, le quali usano rete e potenze di calcolo di default?

Dalle mie parti si dice: "gallina che canta ha fatto l'uovo". In Piemonte: "chi ha il sospetto ha il difetto".
Sono detti popolari, per carità...
In solchen Augen sind verzauberten Seen

InVerno

#33
Citazione di: leibnicht1 il 04 Settembre 2019, 03:13:26 AMQuanto all'idea dell'hackeraggio russo in elezioni importanti, nel referendum Brexit, nei finanziamenti fantasma alla lega di Salvini...
Ma non ti viene da ridere? Davvero i russi furono in grado di alterare, con metodi informatici, il responso delle votazioni democratiche in US e GB?
Bene. Allora proviamo a considerare le implicazioni della ipotesi "Sì, sono stati all'altezza del compito e lo hanno fatto."
Se sono capaci di interferire con una elezione superprotetta dalla massima potenza mondiale, allora sapranno interferire quanto vogliono con il mercato dei cambi ed anche con la contrattazione delle materie prime. Come è che, allora, nel '14-15 hanno subito una svalutazione massiccia del rublo, fino a oltre il 100%? Come si spiega che la valutazione del petrolio, ormai determinata quasi esclusivamente dalla contrattazione dei future (che sono in pratica dei derivati), nel 2016 crollò sotto i 30$ a barile?
Un apparato di manipolazione tanto potente da hackerare le elezioni americane del 2016 non sarebbe forse stato in grado di intervenire su queste speculazioni puramente finanziarie, le quali usano rete e potenze di calcolo di default
Alterare il risultato del voto non significa manomettere fisicamente il voto, significa alterarlo attraverso l'inquinamento dell'informazione attraverso fonti\soggetti vulnerabili come in particolare su internet. Hackerare le mail del partito democratico e pubblicarle non è manomissione del voto, è screditare l'avversario con mezzi illegittimi. Hackerare mail inoltre è milioni di volte più facile che alterare lo stockmarket. Considerato il margine strettissimo con cui ha vinto le elezioni, non stiamo parlando di alterare qualcosa come il 50% dei voti, quanto una percentuale inferiore al 2%, più che sufficiente per decidere l'elezione. Sono stati fatti dei calcoli da analisiti informatici riguardo agli hackers necessari ad estrapolare tutte le mail dei democratici, vagliarle e poi pubblicarle attraverso wikileaks durante la campagna elettorale (le mail di hillary sono servite da tormentone a Trump per vincere le elezioni) e si parla di un minimo di 300 persone che lavorano turni 12\24 per dieci mesi (Malcom Nance ha pubblicato una lista esaustiva di dati a riguardo). Qualcosa di diverso rispetto all'eroico e solitario Assange, qualcosa che assomiglia di più al lavoro capace solamente da uno stato. Rimane da decidere quale stato, se l'avversario geopolitico storico che ha trasformato l'eredità spionistica (già eccezionale) dell'USSR in una macchina di intelligence formidabile governata da una spia autoritaria, o... chi altro? Il Venezuela? Gli hackers possono celare la loro identità ma il loro operato rimane sul "campo", dato che esistono prove tangibili di queste manomissioni, se non sono stati i Russi serve qualcun altro con un impianto di intelligence capace di fare altrettanto.Tu suggerisci possa essere un "inside job" americano omettendo il semplice fatto che nessuno dell'estabilishment americano, in particolare chi lavora nella governance e intelligence, avesse alcuna simpatia per Trump ne fretta di vederlo alla casa bianca, ne sicuramente i democratici, perciò a che pro svaligiare tutte le email del partito avversario? Gli USA hanno ampiamente dimostrato di avere progetti di intelligence tesi a governare l'opinione pubblica (anche di paesi esteri), la tua tesi è che i Russi al contrario ne sarebbero privi o sarebbero "buoni" e non li utilizzerebbero, costringendo addirittura gli americani a spiarsi da soli pur di voler tenere fuori la Russia (che ogni indizio vorrebbe come colpevole).
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Leibnicht. :)
Hai riportato due esempi perfetti per darmi cortesemente ragione. ;)
Ed infatti:

1)
Orban ha vinto le ultime elezioni conquistando il 49,5% dei voti; quindi, alquanto al di sotto del livello del 50%/60% di cui parlavo io.
In ogni caso, non essendoci dubbi che anche lui sia un aspirante "autocrate" illiberale come Putin (e Salvini), non pochi hanno gridato alle "elezioni truccate";  ed infatti, ben 100mila persone hanno partecipato ad un corteo contro il governo, chiedendo:
- il riconteggio delle schede;
- una nuova legge elettorale non taroccata come quella attuale. 
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ungheria-Budapest-in-piazza-contro-Orban-elezioni-truccate-ce016a35-1be1-472d-ba42-765bd03230a4.html 
Spero solo che non sia l'ultimo corteo consentito agli Ungheresi senza arresti; come invece sta accadendo ora in Russia.

2)
Quanto alla Crimea, per prima cosa occorre sottolineare una fondamentale differenza tra le "elezioni politiche" (nelle quali ci possono essere 5 schieramenti, teoricamente al 20% ciascuno) ed il "plebisciti" ed i "referendum" (nei quali possono ci possono essere solo 2 schieramenti, teoricamente al 50% ciascuno); è quindi ovvio, dal punto di vista aritmetico, che nel secondo caso chi vince deve "necessariamente" superare COME MINIMO almeno il 50%, mentre, specie nel caso degli "entusiami" tipici di tali tipi di votazioni, tale percentuale può essere superata anche di molto.

In particolare, per quanto riguarda la Crimea: 
a) 
Nel "referendum" del 1º dicembre 1991, la Repubblica autonoma di Crimea votò con il 54,19 % dei voti, la sua appartenenza all'Ukraina e la separazione dalla Russia.
b) 
Il 16 marzo 2014,   invece, il referendum in Crimea, all'ombra dei cannoni e dei carri armati russi, ha dato addirittura il 96,6% delle preferenze all'unione con la Russia; la quale "percentuale bulgara", ti fa capire quanto fosse fasullo il secondo plebiscito...e riconosciuto come tale da tutto il resto del mondo (filorussi a parte). ::)
Ed infatti, all'epoca, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, convocato su richiesta dell'Ucraina, si riunì il 15 marzo per discutere una bozza di Risoluzione, presentata da circa 30 stati, nella quale, tra le altre cose, il Consiglio dichiarava che "This referendum can have no validity, and cannot form the  basis for any alteration of the status of Crimea; and calls upon all States, international organizations and specialized agencies not to recognize any alteration  of the status of Crimea on the basis of this referendum and to refrain from any  action or dealing that might be interpreted as recognizing any such altered status"("Questo referendum non può avere validità e non può costituire la base per qualsiasi modifica dello status della Crimea; e invita tutti gli Stati, le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate a non riconoscere alcuna alterazione dello status della Crimea sulla base di questo referendum e ad astenersi da qualsiasi azione o transazione che possa essere interpretata come riconoscimento di tale status alterato").
Com'è ben noto, la Risoluzione, ha raccolto l'adesione di TUTTI, ma non è stata approvata a causa del veto della Russia; OVVIAMENTE.
Quanto all'OSCE ha più volte ribadito  che considera del tutto illegale  il referendum avvenuto in Crimea, e che non ne riconosce affatto il risultato; per cui, il deputato italiano del tempo (chi?), che, insieme a molti altri osservatori europei, si recò in Crimea per conto dell'OSCE e che, personalmente confermò il rispetto delle regole democratiche, a quanto pare espresse un parere contrario a quello della stragrande maggioranza degli altri membri.
A parte lo sconosciuto deputato (presumibilmente russofilo), a favore del "plebiscito-burletta", insieme al nostro ignoto deputato, si era peraltro anche Luc Michel, politico belga a capo di un partito estremista/eurasiatista e di "Eurasian Observatory for Democracy and Elections, organizzazione" che si propone di contrastare la "maniera democratica occidentale" di condurre il monitoraggio elettorale, poichè troppo "scrupolosa nel valutare la correttezza delle procedure elettorali"; e con anche una schiera di altri politici europei – appartenenti tutti a partiti estremisti di destra– di cui lo scrittore e accademico ucraino Anton Šechovcov ha pubblicato una lista sul suo blog. 
Non sorprendentemente, si trattava di politici  euroscettici, russofili ed in favore della "riunificazione" tra Crimea e Russia; invitati appositamente dai Russi. ::)

Intendiamoci, in Crimea ci sono molti Russi, per cui è possibilissimo che in 15 anni l'elettorato abbia cambiato opinione (cosa che ormai non potremo più sapere); ma passare dal 54,19 % contro Russia al 96,6% pro Russia , è assolutamente non credibile, anche considerando il contesto militare minaccioso nel quale si sono state le votazioni.

3)
Quanto alle elezioni <<regionali>> italiane, alla Baviera ecc., a parte che non si trattò;
- nè di referendum o plebisciti (che sono una cosa diversa);
- nè di elezioni politiche nazionali (che sono una cosa diversa);
capitò "eccezionalmente" di raccogliere "regionalmente" oltre il 50% dei consensi, così come la DC, in altre, toccava il 60%.
Il che conferma esattamente quanto avevo scritto io; e cioè, che in elezioni politiche democratiche, almeno quelle pluripartiche, non è MAI accaduto che qualcuno arrivasse a superare il 50%/60% delle preferenze. 
Come, appunto, volevasi dimostrare! :)

4)
Siamo invece in pieno accordo sul fatto che la "vera"  democrazia è fondata sul relativismo; per cui "percentuali bulgare" di carattere "assolutistico", fanno sempre dubitare che si tratti di una autentica democrazia.
Come nel caso di Putin, che, col suo 76,7% dei voti ha battuto perfino Mussolini;  il quale, nel 1924, pur essendo da 2 anni al potere e alterando anche lui i risultati,  riuscì a prendere "solo" il 64% dei voti.

5)
Quanto al fatto che, secondo i dati di Altroconsumo, rivista certamente schierata a 90 gradi nel politicamente corretto, la Magistratura italiana ottiene il 13% di consenso dagli italiani, non capisco assolutamente cosa c'entri questo con il nostro discorso; ed invero, sempre secondo i dati di Altroconsumo, EQUITALIA ottiene lo 0,45% di consenso dagli italiani...ma anche questo non c'entra niente con il nostro discorso.
Ed infatti, nè i giudici nè i dipendenti di EQUITALIA, infatti (per fortuna) vengono eletti; rabbrividisco all'idea di ritrovarmi un Toninelli o un Di Maio sulla scranno dei giudici.
In ogni caso, è OVVIO che chi regala caramelle come Salvinsky ha più successo di chi impone l'olio di ricino; pochi capiscono che le prime piacciono, ma fanno male.

6)
Quanto al fatto che anche in piena democrazia liberale, come scrivi tu, "...una certa istituzione può rendersi talmente odiosa per il suo plateale esercizio di un potere smisurato da operare in modo scomposto e irrazionale, fino al punto da ridursi ad un lumicino di credibilità...", con tutto il rispetto, questo è il punto di vista di chi si è fatto abbindolare da una becera e battente propaganda giornalistica e televisiva di destra, soprattutto del vecchio PDL; i cui capi politici, essendo tutti, come è noto, indagati o condannati per crimini vari, è naturale che per vent'anni abbiano imbastito una feroce campagna di stampa contro i giudici che ne perseguivano le malefatte.
Ed invero;
a)
E' evidente che laddove i "ladri" hanno mezzi di comunicazioni di massa a loro disposizione, le "guardie" se la passano male quanto a "consenso popolare" (indotto). 
b)
A parte tale aspetto, ce n'è un altro ancora più preoccupante. Ovviamente non tutti i politici di destra ce l'hanno con i giudici, per il fatto di essere personalmente dei criminali (anche perchè non è detto affatto che siano più numerosi di quelli di centro e di sinistra); però anche quelli che, personalmente, sono di una onestà adamantina (la maggioranza), tuttavia sono ideologicamente contrari ad un TERZO POTERE che limiti quello politico. E questo è il secondo motivo degli attacchi propagandistici e mediatici, che influiscono sul "consenso popolare" dei giudici.
c)
Infine, per onestà intellettuale, occorre prendere atto che il "gradimento" nei confronti dei giudici è così scarso, perchè, OGGETTIVAMENTE è scaduta la professionalità un po' di tutti, qui in Italia: professori, medici, ingegneri, avvocati...e, OVVIAMENTE, anche i giudici. Ma non è che, in media, questi ultimi siano peggiori degli altri...se non a causa di una stampa particolarmente accanita contro di loro, per i motivi sub a) e b).

Eutidemo

7)
Quanto alla "conoscenza del mondo russo", mi sembrava di aver ammesso chiaramente di non essere affatto un esperto "russologo", ma ho solo detto che:
-  per esigenze di lavoro, ho dovuto approfondire il carattere dei Russi già all'età di venticinque anni (cioè, negli anni '70);
- in Russia ci sono stato parecchie volte; ed in tali occasioni ho fatto conoscenze e stretto relazioni abbastanza significative.
Però hai ragione nel dire che ho conosciuto soprattutto il contesto moscovita, che è quello più culturalmente avanzato e progressista; ed invero non dubito affatto che, come nel resto del mondo, il potere autocratico di Putin si basi principalmente sul consenso delle più retrive, disinformate e reazionarie popolazioni contadine.
Non a caso:
- il termine "pagani", deriva dal fatto che gli abitanti della campagna e delle piccole città romane ("pagi", appunto), furono gli ultimi ad abbandonare il "paganesimo", in quanto, essendo appunto campagnoli e provinciali, erano ostili a qualsiasi forma di progresso e cambiamento, anche in campo religioso;
- la "servitù della gleba contadina" venne abolita in Russia solamente nel 1861, dallo zar riformatore Alessandro II, molto più tardi rispetto al resto d'Europa;
Bismarck, l'archetipo del politico autoritario, paradossalmente aumentò l'ambito del suffragio, proprio per ricomprendervi i contadini ed i provinciali, i quali, essendo i più retrivi, disinformati e reazionari, lo votavano molto di più delle evolute borghesie delle grandi città, e degli emancipati operai;
- anche Mussolini voleva "ruralizzare" l'Italia, "anche" lui per meglio pilotare il consenso, sebbene, per obiettività storica, i motivi principali fossero altri (soprattutto quello di combattere la "denatalità", anche se in questo fallì);
- per finire  in USA abbiamo un partito democratico che vince o stravince nei grandi centri urbani e nei loro dintorni, tra bianchi più istruiti, moderati e progressisti, e giovani, ed un partito repubblicano ancorato al voto rurale, dei bianchi con meno qualifiche e più emarginati, delle correnti ultra-religiose, evangeliche e anti-abortiste. 
Tutto il mondo è Paese! ::)

8)
Quanto al fatto che Putin sia un  "autentico, integerrimo, fiero e umile servitore del suo popolo" ;D  ;D  ;D , questo è esattamente quello che vogliono SEMPRE apparire i più sanguinari dittatori; è esattamente la stessa "definizione propagandistica" che veniva data a Stalin!
Personalmente, ne ho sempre apprezzato le qualità come killer cecchino; campo, in cui, sin dagli anni '70, ha sempre eccelso.
Io lo capisco molto poco quando parla, ma lo capisco molto bene quando spara:
https://www.youtube.com/watch?v=xtgMrMPC09A
Si capisce subito che ha una grande tecnica ed una grande esperienza alle spalle (dico sul serio); avrei avuto paura a trovarmelo di fronte! :-\

9)
Quanto all'idea dell'hackeraggio russo in elezioni importanti, nel referendum Brexit, nei finanziamenti fantasma alla lega di Salvini, mi viene tutt'altro che   da ridere. 
Ed infatti (e so pure "come"), davvero i russi tentarono di "influenzare", con metodi informatici, il responso delle votazioni democratiche in US e GB; attenzione, ho detto "influenzare", non "determinare", che è una cosa diversa.
I passi principali sono tre (in realtà sarebbero cinque, ma qui manca lo spazio per esporli tutti):

a) I "LIKE"
Una delle principali attività dei network, è, appunto, quella di consentire agli utenti di cliccare i "like" sui contenuti che condividono o si avvicinano in qualche maniera alla propria sensibilità, ai propri gusti ed alle proprie propensioni politiche, ideologiche ecc. 
Le società di marketing commerciale e di marketing politico, come Cambridge Analytica, sono in grado di fare una cernita dei vari "mi piace" e così ricostruire, attraverso appositi algoritmi, la personalità dell'utente. 
Come ha scritto anche il New York Times in una sua inchiesta, molti (specie nelle campagne) sono ignari che basti un clic a raccontare il proprio carattere.
Poi succede questo:

Ovviamente, il grado di precisione sale con il campione statistico disponibile; secondo un test svolto da ricercatori dell'Università di Stanford e dallo Psychometrics Center dell'Università di Cambridge, bastano 10 like per conoscere una persona meglio di uno suo collega e 150 per approfondirne il carattere fino a dettagli sconosciuti ai suoi parenti. 

b) I "QUIZ"
Nel caso dello scandalo che ha travolto Facebook, Cambridge Analytica ha acquisito i dati degli utenti profilati da una terza società, Global source research (Gsr); la quale aveva ottenuto le sue informazioni pagando gli utenti per farsi sottoporre un quiz sulla personalità, ma questionari simili sono diffusi e cliccati anche senza incentivi economici. 
La somma dei like e dei test psicometrici (volti a studiare i comportamenti in maniera quantitativa) come quello di Gsr permette di segmentare in maniera più precisa la platea degli utenti, scavando anche oltre la superficie dei like. In ambito politico, «segmentare» si traduce nel cogliere in maniera più precisa le tendenze ideologiche di un certo utente, calibrando i contenuti in maniera tale da solleticarne fragilità o motivi di tensione. 

c) I "POST".
Naturalmente, un contenuto può esercitare impatti diversi a seconda dell'utente che si va a colpire, per cui la strategia di "persuasione" di Cambridge Analytica si è concentrata, ad esempio, sul blocco elettorale degli indecisi: vale a dire i cittadini che non sono già radicati su una certa inclinazione ideologica, ma possono essere convinti dagli argomenti più vicini alla propria sensibilità (individuati dagli algoritmi). 
Anche in politica, come dice Lamberti, uno studioso della materia, esistono "...delle gradazioni, per cui se il programma capisce che non sei né di destra né di sinistra, ti manderà dei messaggi che si avvicinino ai temi per cui provi interesse, per spingerti da una parte o dall'altra". 
Ad esempio, negli Stati Uniti, l'elettorato del Partito repubblicano converge sui temi economici (libertà di mercato) ma si divide già di più su quelli etici (come unioni e adozioni gay), spaccandosi tra correnti più conservatrici e libertarie. La precisione degli algoritmi di marketing politico elaborato dai Russi, fa sì che l'utente possa essere "corteggiato" con i messaggi che toccano solo alcune corde delle sua personalità, accantonando quelli che rischiano di incrinarne le convizioni. 
Ecco la CHIAVE del successo di Trump, sebbene, ovviamente, è impossibile dire se tali interferenze russe abbiano addirittura determinato il voto, o solo influenzato; io propendo per la seconda ipotesi.

10)
La tua inferenza "Se sono capaci di interferire con una elezione superprotetta dalla massima potenza mondiale, allora sapranno interferire quanto vogliono con il mercato dei cambi ed anche con la contrattazione delle materie prime."
Ma è una inferenza sbagliata, perchè sarebbe come dire che un campione di POKER, deve per forza essere un campione di BRIDGE; ed infatti si tratta di due ambiti completamente diversi, per cui il campione di POKER potrebbe persino ignore come si gioca a BRIDGE.
In ambito finanziario, invero,  secondo la società di consulenza Aite Group,  i BOT trader, a livello mondiale, gestiscono oltre il 66% del controvalore degli scambi globali sull'azionario cash; tale numero è molto importante in quanto è l'indizio della pervasività di sofwtare e algoritmi nel trading (un mondo dove l'intervento umano, spesso e volentieri, finisce sullo sfondo). 
In tale ambito, il rischio più grosso deriva dalle "FAKE NEWS" (o meglio, fai "fake rumors") digitali.
Una prova al riguardo l'ha fornita l'interessante ricerca, realizzata all'interno del progetto UE SoBigData, da un gruppo di scienziati italiani, i quali hanno analizzato il rapporto tra i social network e i mercati finanziari. 
Il campo di analisi era costituito da ben 9 milioni di tweet, lanciati su Twitter, in cui si discuteva di azioni quotate sulle principali Borse americane; ebbene gli scienziati si sono resi conto che in molti tweet, in cui erano richiamate importanti società di Wall Street, venivano citati altri titoli di minore valore ("penny stocks"), il che influenzava le vendite e gli acquisti. 
Inoltre è stato notato che, senza una reale giustificazione, tutto ad un tratto questi tweet venivano re-tweettati moltissime volte e in pochissimo tempo, per cui si trattava evidentemente di un flusso enorme di "cinguettii" ad opera di BOT; cioè la valanga di "rilanci" era realizzata da algoritmi, che aveva lo scopo di rendere "interessante" la penny-stock agganciandola a titoli più noti. 
Però, in questo caso, i Russi non c'entravano assolutamente niente, perchè non è la loro principale specializzazione; ed infatti, in genere, essendo la loro ricchezza legata alle materie prime, si interessano poco di come inflenzare il mercato borsistico.
Però, visto che in ambito scacchistisco ed in ambito di pirateria elettronica i Russi sono imbattibili, non dubito affatto che, se ci si volessero dedicare, solo il Mossad potrebbe tenere loro testa; ed infatti, recentemente, la società informatica SyTech, fornitore dei servizi segreti russi dell'Fsb, è stata vittima dell'attacco di un "gruppo anonimo di hacker", che gli hanno  sottratto circa 7,5 terabyte.
Chissà chi era "gruppo anonimo di hacker"?
L'intrusione ha fatto scalpore perché ha messo a disposizione di tutti i Servizi Segreti mondiali informazioni riservate su alcuni progetti cui l'agenzia di intelligence, diretta erede del Kgb, starebbe lavorando; soprattutto strumenti nati con l'obiettivo di:
- lasciare sempre meno spazi di libertà agli internauti Russi che si oppongono al regime (che sono molti di più di quanto si sospettasse);
- progettare nuovi attacchi, soprattutto a livello elettorale, contro le Democrazie occidentali.
Be', meno male che si comincia a reagire all'attacco: "à la guerre comme à la guerre"!
Il nemico è sempre quello: non i Russi, ma il loro regime oppressivo e invasivo.

Un saluto :)

 

leibnicht1

#36
La tua inferenza "Se sono capaci di interferire con una elezione superprotetta dalla massima potenza mondiale, allora sapranno interferire quanto vogliono con il mercato dei cambi ed anche con la contrattazione delle materie prime."
"Ma è una inferenza sbagliata, perchè sarebbe come dire che un campione di POKER, deve per forza essere un campione di BRIDGE; ed infatti si tratta di due ambiti completamente diversi, per cui il campione di POKER potrebbe persino ignore come si gioca a BRIDGE.
In ambito finanziario, invero,  secondo la società di consulenza Aite Group,  i BOT trader, a livello mondiale, gestiscono oltre il 66% del controvalore degli scambi globali sull'azionario cash; tale numero è molto importante in quanto è l'indizio della pervasività di sofwtare e algoritmi nel trading (un mondo dove l'intervento umano, spesso e volentieri, finisce sullo sfondo)." Tu affermi.

Mi hai contrapposto circa dodicimila buone ragioni, ma io mi affanno a cercarne una vera.
Un po' per volta, se ne avrò il tempo e la voglia, replicherò alle altre, ma comincio da questa (buona, ma non vera).
I russi dispongono certamente di un'immensa ricchezza in termini di materie prime. Tuttavia, per quanto idiota possa risultare, per poterle commerciare necessitano di uno strumento di conversione valutario.
Nell'anno 2018 l'87% di tutte le transazioni commerciali e valutarie nel mondo è avvenuto avendo come riferimento il dollaro statunitense.
Si tratta di un dato in decrescita.
Ma è un dato indicativo di una enorme, mostruosa strapotenza di un Paese che, pur rappresentando il 5% della popolazione umana nel pianeta Terra, impone il suo signoreggio monetario nell'87% degli scambi economici dello stesso pianeta.
Io credo che sia del tutto intuitivo il fatto che, a fronte di una disparità così spaventosamente dissonante con l'equilibrio, dissolvere il sistema SWIFT sarebbe il primo vero strumento terroristico da applicare contro l'occidente.
Un hackeraggio capace di rendere irrazionale lo SWIFT avrebbe un impatto equivalente ad un conflitto nucleare, con la differenza che lascerebbe persistere vita sulla terra.
Lo riconosci?
Suppongo e credo di sì.
Tu credi che sia davvero ragionevole e sensato credere che gli hacker russi, pilotati da Putin, abbiano "preferito" agire sulle elezioni di Trump, candidatura evidentemente opposta a Wall Street e potenze giudaiche varie, invece che agire in un modo "diretto"?
Guarda che il potenziale devastante di un banale fireware, ma concepito con intelligenza, potrebbe far saltare in aria dieci Lehman Brothers in due ore, considerando l'assurdità del sistema operativo finanziario psicotico in cui siamo immersi.
Il fatto è, amico mio, che sono due le possibilità.
1) Non ne sono capaci;
2) Non intendono farlo.
Tertium non datur.
In solchen Augen sind verzauberten Seen

Eutidemo

Ciao Leibnicht. :)
Pensa un po' le coincidenze, proprio adesso, su NETFLIX, sto vedendo un film nel quale si ipotizza esattamente quello che dici tu (titolo "Jack Ryan"); ovviamente si tratta solo di un film, ma la tua ipotesi è MOLTO fondata e concreta, e tutt'altro che ridicola!

***
Sono, infatti, perfettamente d'accordo con te quando scrivi che "...dissolvere il sistema SWIFT sarebbe il primo vero strumento terroristico da applicare contro l'occidente; un hackeraggio capace di rendere irrazionale lo SWIFT avrebbe un impatto equivalente ad un conflitto nucleare, con la differenza che lascerebbe persistere vita sulla terra."
Non solo lo riconosco io, ma, a quanto mi risulta, tale rischio costituisce la principale preoccupazione della CIA; ed infatti, con l'aumentare della minaccia di attacchi informatici nei confronti degli Stati Uniti (compresa "anche" Wall Street), il governo federale e il settore privato stanno attivandosi per un'efficace collaborazione per difendere gli americani da un "cyber Pearl Harbor".
Lo avverte un ex direttore della Central Intelligence Agency, Leon Panetta, in un articolo pubblicato recentemente su The Hill; che  è la principale rivista di riferimento della CIA (ed anche dei nostri servizi).
Però il loro principale timore è per le reti elettriche, telefoniche ecc., perchè  un attacco a Wall Street finirebbe per danneggiare anche i Russi (e Putin in particolare), come meglio spiegherò dopo.

***
Ed hai anche ragione, fino ad un certo punto, a chiederti se "...sia davvero ragionevole e sensato credere che gli hacker russi, pilotati da Putin, abbiano "preferito" agire sulle elezioni di Trump, candidatura evidentemente opposta a Wall Street e potenze giudaiche varie, invece che agire in un modo "diretto"?"
Al riguardo, però, tieni presente quanto segue:
1)
Una cosa non esclude l'altra, nel senso che influenzare le elezioni USA, non impedisce ai Russi attacchi informatici di altro genere; le due cose non sono affatto incompatibili tra di loro.
2)
Di fatto, almeno per quanto consta ai servizi occidentali, la prima cosa l'hanno fatta sicuramente, la seconda, invece, non risulta; il che, ovviamente, non vuol dire che non sia in preparazione.

***
Quanto al tuo commento che: "...la candidatura di Trump era evidentemente opposta a Wall Street e potenze giudaiche varie", a parte il fatto che Trump è sempre stato uno dei maggiori operatori di Wall Street, ti prego di chiarire il significato della tua formula "potenze giudaiche varie".
Ed infatti, non intendo minimamente continuare a colloquiare con chiunque abbia il cervello tarato da pregiudiziali razziste ed antisemite; ciò, in quanto, pur essendo io di "pura razza ariana", simili pregiudizi mi ispirano solo disgusto morale e disprezzo intellettuale.
Secondo me, non si tratta affatto di mero "politically correct", ma di un minimo di decenza civile!
Ad ogni modo, considerando la tua levatura morale ed intellettuale, che ho avuto modo di apprezzare in varie occasioni di confronto su questo FORUM, credo e spero che si sia trattato soltanto di una accidentale "gaffe".

***
Tornando al perchè "i russi non hanno toccato la borsa", devi sempre tenere presente che in Russia "non si muove foglia che Putin non voglia"; perciò devi tenere presente che, oltre all'interesse del suo Paese -almeno si spera-, Putin è soprattutto interessato ai suoi affari di capitalista transnazionale (affari anche molto sporchi, sui quali, per il momento sorvoliamo), la cui ricchezza si muove sulle borse valori internazionali, tutte collegate tra loro e a WALL STREET .
Ovviamente non esistono stime ufficiali confermate dal Cremlino (o da Putin in persona), trattandosi di un affarista senza scrupoli, ma molto accorto; in ogni caso, nel 2007, il consulente del governo russo Stanislav Belkovsky sosteneva che la fortuna putiniana fosse almeno di 40 miliardi di dollari americani.
Una cifra che avrebbe inserito il presidente nella top 10 della classifica di Forbes (una lista in cui non è mai comparso, dato che non è stato possibile verificare rublo per rublo i suoi asset); però è ufficiale che Putin ha colossali partecipazioni in grandi aziende del settore petrolifero ed energetico – tra cui Surgutneftegaz (37%) e Gazprom (4,5%) – e su una buona fetta (non si conosce la percentuale esatta) del trader di di materie prime Gunvor.
Quel che è certo, è che Putin è un uomo che può permettersi ogni lusso: qualche tempo fa il magnate russo in esilio Sergei Kolesnikov ha portato alla Bbc alcuni documenti che dimostrerebbero l'esistenza di un fondo segreto finanziato da alcuni oligarchi russi, da cui il presidente può attingere liberamente. Così sarebbe stata costruita, secondo questa ipotesi, una sua enorme dacia "personale" sul mar Nero modellata sullo sfarzo ostentato dagli zar; un palazzo del valore di un miliardo di dollari con un cinema privato, una piattaforma d'atterraggio per gli elicotteri e alloggi privati destinati alle guardie di sicurezza.
Nel 2012, in ogni caso, le stime di Belkovsky erano salite a 70 miliardi di dollari: al tempo l'uomo più ricco del mondo della classifica Forbes, Bill Gates, aveva un patrimonio di 84 miliardi di dollari, per cui Vladimir Putin – se i calcoli fossero corretti – sarebbe finito in seconda posizione.
Tre anni dopo, il gestore di un fondo a Mosca, Bill Browder, rilanciava sostendo che i possedimenti putiniani ammontassero addirittura a 200 miliardi di dollari, ovvero più della somma dei patrimoni di Bill Gates e Jeff Bezos; il che, secondo me (ed anche a quanto risulta ai nostri servizi), è forse un po' eccessivo.
Ma perchè tutta questa carrellata?
Tutta questa carrellata serve a spiegare come mai Putin non si sognerebbe MAI di far saltare il sistema SWIFT, essendo lui, personalmente, una delle principali potenze finanziarie del mondo occidentale (pur governando parte di quello orientale); sarebbe come uno che, per far dispetto alla moglie, desse fuoco alla sua stessa casa! ;D

***
A parte questo, nella misura in cui, oltre ai suoi affari capitalistici personali, Putin pensasse anche a quelli della Russia, occorre tenere presente che:
- un attacco cibernetico diretto al sistema finanziario occidentale (oltre a fottere le fortune di Putin), ammesso che non lo si possa impedire, verrebbe comunque scoperto e potrebbe innescare una vera e propria guerra;
- gli USA forniscono prevalentemente prodotti finiti, mentre la Russia prevalentemente energia e materie prime, per cui, "scassare" le borse valori, non avrebbe molto senso.
- fino al maggio 2018 (mesi a cavallo dei quali il rendimento dei Treasury a dieci anni ha toccato il proprio massimo dal 2011 oltrepassando la soglia del 3%, con calo del debito USA), la Russia deteneva $96 miliardi di titoli USA, per cui "uccidere il proprio debitore" non gli sarebbe giovato a molto.

***
Conclusione, per rispondere alla tua domanda:
- volendo, anche se finora non pare che ci abbiano mai provato, i Russi (o meglio, Putin, perchè è lui che decide, non certo i Russi) potrebbero benissimo attaccare il sistema economico e finanziario, che, ormai, non è più solo USA, ma globale di cui quindi fanno parte anche loro;
- essendone perfettamente capaci, per le ragioni che ho detto sopra, non hanno mai avuto nè hanno interesse a farlo.
Tutto qui!

***
Russia e Regime russo.
Tu tendi troppo a confondere la Russia con il suo Regime, come se fossero necessariamente connaturati l'uno nell'altro; ma è una cosa che non si può fare!
Sarebbe come se tu volessi classificare  la Germania in base al suo Regime: quale sceglieresti come "connaturato" alla cultura tedesca, quello nazista di 80 anni fa, o quello democratico attuale.
Idem dicasi per l'Italia e molti altri Paesi.
Non sempre un Paese ha il governo che si merita!
Per cui, quando io mi riferisco, per semplicità, alla "politica dei Russi" ovvero della "Russia", io sottintendo , in realtà, "la politica di chi oggi governa i Russi" ovvero "la politica di chi oggi governa la Russia"; si tratta di cose da tenere ben distinte.
Ed invero, il fatto che io detesti con tutto il cuore il regime putiniano (sperando che i Russi ne vengano fuori, come noi dal Fascismo e i tedeschi del Nazismo), non significa affatto che io detesti la Russia e la sua cultura; che è una delle più affascinanti ed importanti del mondo!
E, come peraltro un po' tutte le altre culture, è affascinante anche per le sue contraddizioni: collettive e personali.
Ad esempio, il grandissimo GOGOL, nello scrivere "Le anime morte" nel 1842, sostanzialmente deprecò e denunciò la condizione deteriore dei servi della gleba; ed infatti, come certamente saprai, durante l'Impero Russo, il termine "anime" designava i "servi della gleba" maschi, e l'intento del perfido Cicikov era quello di acquistare a buon prezzo le "anime morte" dall'ultimo censimento per i quali i proprietari continuano a pagare il testatico fin quando non ne sarebbe stata registrata la morte nel successivo censimento quinquennale.
Però, nei "Brani scelti di corrispondenza con gli amici" del 1847, sostenne reazionariamente che ai "servi della gleba" dovesse essere negata qualsiasi forma di istruzione, dovendo restare analfabeti.
Contraddizioni del singolo animo umano, e di intere culture.

***
Un saluto! :)

leibnicht1

Conosco le "anime morte", poiché io appartengo loro.
La mia risposta sulla questione "razziale" credo sia cruciale nel contesto del nostro comprenderci e dialogare.
Io sono Razzista. Non ho remore, nè presunzioni di censura e neppure retaggi culturali cui apprendere le mie convinzioni scientifiche.
Il mio razzismo, però, del tutto estraneo al nazionalismo, ha un significato principalmente biologico e politico.
Nessuna razza, nessuna specifità umana può rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra.
Il mio razzismo è ricondotto al semplice RICONOSCERE diversità, perché, a mio parere, non è possibile una coesistenza che non presupponga la curiosità ed il rispetto dell'Altro, del suo modo di sentire e pensare, del quale non possiamo che arricchirci nello spirito.
L'amore cerca l'unità, già Empedocle lo credeva, eppure è più intenso laddove svanisce.
In solchen Augen sind verzauberten Seen

anthonyi

Citazione di: leibnicht1 il 06 Settembre 2019, 04:02:24 AM
Io sono Razzista.

..... Il mio razzismo è ricondotto al semplice RICONOSCERE diversità,

Ciao leibnicht1, sarebbe preferibile esprimessi il tuo pensiero senza riferimento a una parola così forte come Razzista, che oltretutto è anche impropria perché il razzismo è molto di più di quello che dici.
Le idee razziste sono bandite da questo forum e anche dalla legge, e anche un'affermazione come la tua può indurre fraintendimenti ed emulazione.
Un saluto.

Ipazia

Con riferimento anche al post di viator, concordo pienamente (su questo) con anthonyi perchè ...

Citazione di: leibnicht1 il 06 Settembre 2019, 04:02:24 AM
Conosco le "anime morte", poiché io appartengo loro.
La mia risposta sulla questione "razziale" credo sia cruciale nel contesto del nostro comprenderci e dialogare.
Io sono Razzista. Non ho remore, nè presunzioni di censura e neppure retaggi culturali cui apprendere le mie convinzioni scientifiche.

... la cosa migliore per comprenderci e dialogare è non distorcere il significato dei termini. Soprattutto se sensibili come razzismo. Infatti ...

CitazioneIl mio razzismo, però, del tutto estraneo al nazionalismo, ha un significato principalmente biologico e politico.

qui si mischiano arbitrariamente capre (biologico) e cavoli (politico) confondendo ulteriormente il discorso, che partorisce alfine il suo topolino ...

Citazione
Nessuna razza, nessuna specifità umana può rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra.
Il mio razzismo è ricondotto al semplice RICONOSCERE diversità, perché, a mio parere, non è possibile una coesistenza che non presupponga la curiosità ed il rispetto dell'Altro, del suo modo di sentire e pensare, del quale non possiamo che arricchirci nello spirito.
L'amore cerca l'unità, già Empedocle lo credeva, eppure è più intenso laddove svanisce.

... che non sa più nemmeno lui a che razza o etnia appartiene.

Il razzismo ha a che fare con la razza biologicamente intesa. La scienza afferma che esiste una unica razza umana, ovvero un unico genoma. Legittimo avere dubbi a tal proposito ma bisogna inoltrarsi in discorsi di genetica e biologia molecolare alla portata solo di chi conosce bene la materia. Sul piano etico il razzismo giustifica la soppressione o sottomissione di una "razza umana" inferiore fin nella sua biologia.

Se invece restiamo sul campo culturale/politico non ha senso parlare di razzismo ma semmai di etnicismo, come vorrebbe viator. Etnia è comunque un concetto ambiguo e sfumato che non di rado sfocia in fenomeni degradanti come quelli propri del razzismo (pulizia etnica: mica solo Yugoslavia, anche Palestina). Etnicismo è ambiguo e sfumato come lo sono spesso le cose politiche. Ultimamente sono diventata, mio malgrado,  etnicista anch'io, ma mi rendo conto che è un campo minato. Su cui però l'Altro, fatta la tara di tutti i riconoscimenti teorici, umanistici e umanitari che gli sono dovuti, rimane un problema sul piano pratico. Non risolvibile a tarallucci e vino. O con benedizioni papali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 06 Settembre 2019, 14:16:44 PM
Con riferimento anche al post di viator, concordo pienamente (su questo) con anthonyi perchè ...

Citazione di: leibnicht1 il 06 Settembre 2019, 04:02:24 AM
Conosco le "anime morte", poiché io appartengo loro.
La mia risposta sulla questione "razziale" credo sia cruciale nel contesto del nostro comprenderci e dialogare.
Io sono Razzista. Non ho remore, nè presunzioni di censura e neppure retaggi culturali cui apprendere le mie convinzioni scientifiche.

... la cosa migliore per comprenderci e dialogare è non distorcere il significato dei termini. Soprattutto se sensibili come razzismo. Infatti ...

CitazioneIl mio razzismo, però, del tutto estraneo al nazionalismo, ha un significato principalmente biologico e politico.

qui si mischiano arbitrariamente capre (biologico) e cavoli (politico) confondendo ulteriormente il discorso, che partorisce alfine il suo topolino ...

Citazione
Nessuna razza, nessuna specifità umana può rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra.
Il mio razzismo è ricondotto al semplice RICONOSCERE diversità, perché, a mio parere, non è possibile una coesistenza che non presupponga la curiosità ed il rispetto dell'Altro, del suo modo di sentire e pensare, del quale non possiamo che arricchirci nello spirito.
L'amore cerca l'unità, già Empedocle lo credeva, eppure è più intenso laddove svanisce.

... che non sa più nemmeno lui a che razza o etnia appartiene.

Il razzismo ha a che fare con la razza biologicamente intesa. La scienza afferma che esiste una unica razza umana, ovvero un unico genoma. Legittimo avere dubbi a tal proposito ma bisogna inoltrarsi in discorsi di genetica e biologia molecolare alla portata solo di chi conosce bene la materia. Sul piano etico il razzismo giustifica la soppressione o sottomissione di una "razza umana" inferiore fin nella sua biologia.

Se invece restiamo sul campo culturale/politico non ha senso parlare di razzismo ma semmai di etnicismo, come vorrebbe viator. Etnia è comunque un concetto ambiguo e sfumato che non di rado sfocia in fenomeni degradanti come quelli propri del razzismo (pulizia etnica: mica solo Yugoslavia, anche Palestina). Etnicismo è ambiguo e sfumato come lo sono spesso le cose politiche. Ultimamente sono diventata, mio malgrado,  etnicista anch'io, ma mi rendo conto che è un campo minato. Su cui però l'Altro, fatta la tara di tutti i riconoscimenti teorici, umanistici e umanitari che gli sono dovuti, rimane un problema sul piano pratico. Non risolvibile a tarallucci e vino. O con benedizioni papali.

Ciao Ipazia, il mio era un intervento da moderatore e, come tale, non sindacabile e non suscettibile di sviluppi di alcun genere. Ho preferito mantenere l'ambiguo post di liebnicht1 proprio per evidenziare quest'ambiguità sul filo delle regole del forum, ma, come dici tu, l'argomento è campo minato, ed oltretutto è OT.
Un saluto

Eutidemo

Ciao Viator. :)
Nel 1932 Benedetto Croce considerava sostanzialmente analoghi i due termini,  scrivendo: "Non coltivò la Germania nessun pensiero del genere che non fosse coltivato altrove, sebbene, conforme a certe sue tradizioni, carezzasse in particolare <<l'etnicismo, o razzismo,>> e attribuisse l'attivismo al germanismo". 
Non dice <<l'etnicismo ed il razzismo>>, bensì dice <<l'etnicismo, o razzismo,>>.
In altre parole, l'"etnicismo" è sostanzialmente solo un eufemismo verbale per non dire "razzismo"; cioè sarebbe come dire "scorie azotate", per non dire "cacca"! :D
Un saluto :)

anthonyi

Ciao Eutidemo, cortesemente puoi trasferire l'argomento "razzismo" nel 3D che hai appositamente aperto. Qui si parla di Russia Connection.
Grazie!

Eutidemo

Per tornare al TOPIC, dal quale avevamo indebitamente esorbitato per parlare di razzismo, credo che, al riguardo, sia doveroso un aggiornamento: ed infatti, finalmente, BuzzFeed ha rivelato i nomi di due dei tre russi.

***
Si tratta degli stessi nomi, da quanto si è saputo, già sul tavolo degli inquirenti Italiani, i quali "...hanno legami con il demagogo di estrema destra di alto profilo Aleksandr Dugin e Vladimir Pligin, un politico profondamente invischiato nell'"inner circle" del presidente Vladimir Putin".
In particolare, Dugin è il padre di un'ideologia che Putin ha abbracciato in anni recenti e che vede una Russia antagonista dell'ovest democratico-liberale; il che, ovviamente, implica la "cooptazione", anche tramite ricche sovvenzioni finanziarie, dei partiti "sovranisti europei" (che in Russia vengono anche chiamati "subordinatisti russi").
Pligin, invece, ha avuto un ruolo nella politica estera russa lavorando anche "ad una bozza di legge" per dare l'avvallo all'annessione della Crimea.

***
Nel frattempo, nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta è stato identificato anche il terzo uomo; che, a quanto pare, non sarebbe stato un semplice traduttore nell'incontro, come è stato scritto sui giornali nelle scorse settimane.
Si chiama Yakunin, e sarebbe stato un "veicolo" di intermediazione nella presunta trattativa; ed infatti, nell'ipotesi della Procura, la presunta compravendita doveva servire anche a far pervenire denaro ad uno o più funzionari pubblici russi (che, anche al tempo dell'URSS e degli ZAR, sono sempre stati tra i più corruttibili del mondo).
Da qui l'accusa di corruzione internazionale.

***
Da notare che i sodali dello ZAR, per essere ammessi nel suo cerchio magico, per piaggeria, devono avere tutti la sua stessa desinenza "IN" (anche in onore di Stalin):
1) Putin
2) Dugin
3) Pligin
4) Yakunin
5) Salvin(i).
Quest'ultimo si è scusato per la sua  "i" finale; ma ha promesso che, non appena avrà assunto i "pieni poteri", provvederà subito a modificare in modo conforme sia il suo, che l'analogo cognome degli altri Italiani! ;D  ;D  ;D

***

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