Riflessioni sul caso Vannini.

Aperto da Socrate78, 02 Maggio 2021, 14:12:39 PM

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Socrate78

Domani, 3 maggio, la Cassazione si pronuncerà definitivamente sul caso di Marco Vannini, che venne ucciso (il 17 maggio 2015) da un colpo di pistola partito dall'arma di Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata di Marco, Martina Ciontoli. La Corte d'Appello aveva dapprima derubricato il reato ad omicidio colposo dando 5 anni ad Antonio Ciontoli (nel gennaio 2019), ma poi la famiglia Vannini ha fatto ricorso e si è giunti, lo scorso 30 settembre, a comminare 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale al capofamiglia e anni e 9 anni e 4 mesi agli altri membri della famiglia.
Ora, mi chiedo se le pene comminate siano davvero adeguate alla gravità del fatto, la gravità emerge da molti indizi. Innanzitutto, i vicini di casa prima di sentire il colpo dello sparo hanno sentito litigare, e hanno udito la voce di Martina che diceva: "Lo vedi papà, lo vedi papà....", dopo pochi minuti da questo litigio i vicini sentono il colpo, anche se non si allarmano subito. Il colpo di pistola è entrato dal braccio ed è emerso dalle dichiarazioni dei Ciontoli che il ragazzo è stato VESTITO e spostato più volte, ma se una persona è colpita da un proiettile è un errore gravissimo spostarla e addirittura vestirla, significa far spostare il proiettile nel corpo causando lesioni interne! Sono stati proprio questi spostamenti del corpo a causare la progressione del proiettile che, dal braccio, ha perforato un polmone e poi il pericardio, la membrana che riveste il cuore.
Ma la cosa grave sta nel ritardo enorme nei soccorsi, una vicina di casa ha affermato in un'intervista concessa alle Iene che Marco urlava in una maniera straziante, terribile, e ha paragonato le sue urla a quelle di un maiale portato al macello (sono parole testuali), ora mentre Marco urlava i Ciontoli che cosa facevano? Mentivano al 118, parlavano di attacco di panico, di caduta su un pettine a punta a cui era seguito un attacco di panico, di scherzo, senza fare un minimo accenno al colpo che era stato sparato. Quindi non è credibile pensare che non si fossero resi conto della gravità della cosa come hanno dichiarato in tribunale, visto che dalla ferita una certa quantità di sangue dovrà essere uscita e le condizioni del ragazzo era sempre più gravi di minuto in minuto. Il ritardo dei soccorsi è di due ore dal fatto, infatti solo al PIT Antonio Ciontoli riferirà che Vannini era stato colpito da un proiettile.
Inoltre la fidanzata di Marco studiava scienze infermieristiche, e quindi aveva cognizioni sull'anatomia del corpo umano, sul significato dei sintomi che Marco manifestava , non era affatto una sprovveduta per cui si può dire che non sapesse quello che stava succedendo.
Quindi perché non hanno detto al 118 la verità? Secondo me perché se Marco fosse sopravvissuto avrebbe detto com'erano andate le cose, e cioè che gli avevano sparato per un motivo preciso (la chiave sta nella frase "Lo vedi papà...") e non per puro incidente, quindi hanno aspettato intenzionalmente la morte di Marco per coprire il tutto e per dare una versione dei fatti in cui la loro responsabilità fosse di molto mitigata. Il capofamiglia si è addossato la colpa, affermando che il resto della famiglia non si fosse reso conto del fatto che fosse partito un colpo di pistola.   Infatti se non si ha niente da nascondere e si tratta solo di un mero incidente, per quale motivo mentire al 118? Il tutto anche con l'aggravante della crudeltà, poiché lasciar morire una persona dissanguata mentre urla disperata è qualcosa di crudele, tanto più che era una persona quasi di famiglia, nemmeno un estraneo.
Quindi la pena di 14 anni è ingiusta in quanto troppo mite, sarebbe giusto comminare almeno trent'anni e il dolo non dovrebbe essere eventuale, ma diretto con anche una certa premeditazione, visto che  hanno previsto le conseguenze mortali del mancato intervento medico.
Secondo voi sono plausibili le mie osservazioni sulla maggiore gravità del fatto rispetto alla pena comminata?



viator

Salve Socrate78. Secondo me le condanne comminate in appello sono proporzionate al comportamento della famigia Ciontoli così come a me "noto" dal minestrone mediatico cucinato per questo e tutti gli altri casi di "alta cronaca".

La Cassazione dirà, ma il punto non è quello che risulta dal pronunciamento dei giudici di qualsiasi ordine e grado, combinato con i contenuti del Codice Penale.

Il punto è rappresentato dal fatto che, quale che sia l'eventuale pena comminata, essa risuterà insultata e resa vana dalla sua nominalità. Ovvero dal fatto che che nel nostro Paese nessuna condanna verrà mai scontata per intero, in quanto chiunque sa benissimo che 14 anni di carcere significano la permanenza in cella per non più di 5 o 6 anni.

Tra riti abbreviati, buone condotte, collaborazione di giuntizia (pentiti), grazie, condoni, amnistie, indulti, revisioni processuali, motivi di salute, età troppo avanzata....................a te od a qualcuno risulta che da noi ci sia stato ALMENO UN CONDANNATO che ha scontato per intero la propria condanna nominale "definitiva" (che presa per il sedere, tale ultimo termine !!).

A me risulta che il numero di tali condannati sia pari a zero. Saluti ai fresconi che credono nella giustizia.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

Sì, infatti, hai assolutamente ragione, in Italia non esiste la CERTEZZA della pena, ma solo sconti, indulti, revisioni, ecc. Tuttavia a te personalmente, Viator, ti sembrano corrette le mie riflessioni sul fatto che il reato commesso con tutti i suoi risvolti, esaminandolo bene, è molto più grave di quanto i giudici hanno comminato come pena? La sproporzione tra gravità e pena in questo caso mi sembra più evidente che in altri casi, ad esempio nel caso Bossetti i giudici, vista la crudeltà e la gravità del caso, hanno comminato l'ergastolo, stavolta invece si sono lasciati a mio avviso proprio fuorviare dalla versione ad hoc elaborata dai Ciontoli.

viator

Salve Socrate78. Dal mio puno di vista non c'è assolutamente paragone tra il caso Ciontoli e quello Bossetti.



I Ciontoli son stati responsabili di egoismo, superficialità, leggerezza, omissione di soccorso, falso, reato di omicidio colposo e concorso in esso. Per essi è mancata la intenzionalità dell'atto che ha provocato il ferimento ed il decesso della loro vittima.



Nel caso di Bossetti su Yara Gambirasio il comportamento addebitato all'imputato risultava in omicidio volontario (soppressione di chi avrebbe potuto denunciarlo per violenze) oltre agli altri reati minori connessi e precedenti all'aggressione stessa. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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