Reddito di "Residenza"...più che di "Cittadinanza".

Aperto da Eutidemo, 25 Gennaio 2019, 12:29:32 PM

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Eutidemo

Analizzando l'art.2 lett.a) numeri 1 e 2 del decreto sul "REDDITO DI CITTADINANZA", si desumono tre cose MOLTO interessanti:

A)
Il requisito della CITTADINANZA, si riferisce non solo a quella ITALIANA, bensì a quella EUROPEA, perchè, per fruire dell'agevolazione, occorre essere in possesso:
- della cittadinanza italiana;
"ovvero"
- della cittadinanza di Paesi facenti parte dell'Unione Europea.

B)
L'agevolazione, peraltro, è estesa anche a:
- chi proviene da Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, di qualsiasi parte del mondo essi siano;
- chi è cittadino non europeo, ma di "Paesi terzi" (cioè extraeuropei) in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

C)
Per fruire del beneficio, peraltro, NON E' SUFFICIENTE AVERE LA CITTADINANZA ITALIANA (o europea), ma occorre essere RESIDENTE in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Per cui, se ho ben compreso:
-  un cittadino nigeriano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e residente in Italia da almeno 10 anni, ha diritto al "REDDITO DI CITTADINANZA";
- un cittadino italiano che sia rientrato in Italia da meno di 10 anni (ovvero di cui gli ultimi due in modo non continuativo), invece, NON ha alcun diritto a fruire del "REDDITO DI CITTADINANZA".
Il che, se ho ben capito, almeno secondo il mio modo di vedere, in via di principio, è abbastanza ragionevole; ma dubito che la parte "salviniana" del governo ("PRIMA GLI ITALIANI") ne sarà molto contenta. >:(
Tuttavia, in concreto, penso che gli immigrati "soggiornanti" risulteranno comunque sfavoriti da tale disposizione; perchè, in pratica, credo che siano molti di più loro con meno anni di residenza, che non i nostri connazionali rientranti.
                                  ***
UNA PICCOLA QUESTIONE LINGUISTICA
Comunque, tanto per fare il solito pignolo, ho da eccepire che, nel testo della legge, viene scritto "paesi" con la minuscola, invece che con la maiuscola, cioè "Paesi"; il che, secondo me, è ERRATO!
So bene che la questione è controversa, sia tra gli stessi linguisti ed anche in seno alla Crusca; ed infatti, molti ne fanno una questione quasi ideologica, come se l'uso della maiuscola fosse appannaggio dei cosidetti "sovranisti" (termine, peraltro, eufemisticamente ingannevole, perchè bisognerebbe scrivere "nazionalisti"),  mentre l'uso della minuscola dei loro avversari.
Il che, secondo me, è una cosa stupida!
Io, infatti, io sono tutt'altro che un "sovranista" -rectius "nazionalista"-, però, quando mi riferisco ad uno "Stato" nazionale, scrivo sempre "Paese" con la maiuscola, per non confonderlo con i "paesi" -con la minuscola- che ne costituiscono il tessuto abitativo degli insediamenti umani di minor dimensione (sebbene,  talvolta, anche io mi sbagli quando scrivo).
Ed invero, un italiano nato a MONCENISIO (36 abitanti in meno di 4 km quadrati), dirà correttamente che quello è il suo "paese" di nascita; mentre il suo "Paese" di nascita è l'ITALIA!
Secondo me, infatti, uno degli scopi precipui di una corretta semantica, dovrebbe essere quello di EVITARE CONFUSIONE ED EQUIVOCI, oltre che seguire l'uso prevalente (o la moda); come, ad esempio, l'uso del "le" maiuscolo e o minuscolo nelle lettere.
Ad esempio, se io scrivo ad un tizio: "Penso di scriverle, riguardo alla questione di sua moglie, per sapere da lei se è il caso di scriverle.", è molto meno chiaro, che se gli scrivessi: "Penso di scriverLe, riguardo alla questione di Sua moglie, per sapere da Lei se è il caso di scriverle."
Ma è solo la mia opinione, per quello che può valere!  ;)

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