Putin, guardati le "spalle"!

Aperto da Eutidemo, 28 Maggio 2023, 14:06:29 PM

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Eutidemo

Essere "spalleggiato" da un leader potente come Xi Jinping, è sicuramente un vantaggio per Putin nella sua aggressione all'Ucraina; la quale è stata perpetrata per riuscire a sottrarle almeno il Donbass e la Crimea.
Però, almeno secondo me, avere alle "spalle" un soggetto del genere, ai confini della Siberia, secondo me non dovrebbe essere molto rassicurante per Putin; a mio giudizio, infatti, la sua è una "posizione" alquanto rischiosa!
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Nel 1912, lo "jakuto" siberiano Aleksej Kulakovskij scriveva: "La Cina compie passi giganteschi sulla strada del progresso politico e sociale! Che accadrebbe se la Cina improvvisamente volesse impossessarsi, se non di tutta, anche solo della Siberia orientale che la tocca?"
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In effetti, sotto il profilo etnico ed anche per altri aspetti, non c'è dubbio che i Siberiani siano molto più affini ai Cinesi che non ai Russi: basta aver visitato tali tre aree geografiche per rendersene subito conto!
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Ricordo ancora personalmente il sanguinoso scontro tra carri armati Russi e carri armati Cinesi lungo il fiume Ussuri, nel marzo 1969; ma fu solo una scaramuccia, anche considerando che, all'epoca, gli USA e la NATO restarono neutrali.
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Molto più recentemente, nel 1991,  Tiziano Terzani descriveva con vivido realismo come, alle lande desolate russe, difese da sparuti avamposti militari (tipo il "Deserto dei Tartari"), si contrapponessero innumerevoli insediamenti cinesi che premevano lungo tutta la linea di confine nord orientale.
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Successivamente a cavallo dei due secoli, il calo della natalità in tutta la Federazione Russa, unito alla crisi economica dei territori siberiani seguita al crollo del sistema economico sovietico, ha determinato una drastica riduzione della popolazione russa residente in Siberia.
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Ed infatti, la popolazione russa della Siberia è scesa dai nove milioni del 1990 a poco più di sei milioni di persone nel 2010; cioè un terzo della popolazione è andato perduto in circa vent'anni  (e adesso ancora di più).
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Al contrario, nelle tre provincie cinesi nord-orientali dello Jelin, Heilongjiang e Liaoning, ubicate nella sponda opposta del fiume Amur, vivono circa cento milioni di persone, con una densità 30 volte più alta delle quattro provincie del Distretto Federale russo più vicine.
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Non c'è bisogno che vi spieghi come funzioni, anche storicamente, il "principio dei vasi comunicanti"!
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La migrazione cinese in Siberia iniziò, per fortuna pacificamente, intorno alla fine degli anni '90 allorquando migliaia di ettari di terreni, dichiarati incoltivabili e abbandonati in seguito allo smantellamento delle fattorie collettive sovietiche, iniziarono progressivamente ad essere presi in concessione da imprese cinesi; il che, però, a volte, anche con "patti leonini",  come esempio il contestato "Mou" sottoscritto nel 2015 dal governatorato della regione russa del Trans-Bajkal, che prevede la concessione per 49 anni alla cinese Hua'e Xingbang di 15mila ettari di terreni ad un prezzo simbolico di circa $5 per ettaro (il che sembra che suscitò le ire di Putin, perchè, in effetti, è stato quasi un esproprio).
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L'invasione "pacifica" cinese in Siberia si sta adesso imponendo in quasi tutte le attività economico-commerciali della regione; ma, nonostante il consolidamento dei rapporti economici tra i due Paesi, tra la popolazione russa inizia a serpeggiare:
- un diffuso "malcontento" rispetto alla crescente presenza cinese in Siberia.
- una diffusa "paura" che essa non sia più soltanto legata all'occupazione economica di aree in abbandono ma sia piuttosto il frutto di un deliberato progetto politico volto a riprendersi i territori strappati con la violenza alla Cina nel XIX secolo.
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A cominciare da Vladivostock, la città cinese conosciuta come Hǎishēnwǎi  (海參崴),  così come i cinesi chiamano tutt'ora il "gioiello" perduto dalla dinastia Qing; la quale  fu presa con la forza dai russi nel 1860, quando la guerra dell'oppio mise in ginocchio la Cina. Costretti a firmare la Convenzione di Pechino, considerata uno dei trattati più infami della storia, i Cinesi dovettero cedere allo zar il famoso porto nella baia di Zolotoj Rog; da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma i Cinesi hanno la memoria lunga!.
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Inoltre la Cina starebbe concentrando i propri interessi verso la regione del Transbaikal, a discapito della limitata profittabilità economica di queste terre, per la sua collocazione geografica, crocevia delle arterie di comunicazione più importanti della Siberia.
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Putin, pertanto, non dovrebbe sottovalutare che, nonostante i due Paesi abbiano intrapreso a partire dai primi anni 90' una serie di negoziati volti a normalizzare le proprie dispute territoriali, il nazionalismo cinese verso i territori in questione è sempre stato molto acceso, e, negli ultimi tempi, si sta rinfocolando sempre di più; soprattutto adesso che la Russia è impegnata in Ucraina, e si è inimicata quasi tutto il resto del mondo.
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Putin farebbe quindi bene a guardarsi le spalle; e, soprattutto, il fondo della schiena!

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