Perchè i ristoranti restano chiusi, mentre gli autogrill no?

Aperto da Eutidemo, 14 Aprile 2021, 04:57:33 AM

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Eutidemo

Questo è quello che il "senso comune" induce molti a chiedersi.
Ma, se ci riflettessero un attimo, con un minimo di sforzo mentale, la risposta gli verrebbe fornita dal semplice "buon senso"; per non scomodare sua madre, e, cioè, la "ragione"... che, di questi tempi, è alquanto "latitante".
Purtroppo, però, come racconta Manzoni in occasione di un'altro contagio: "Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune".
***
Ed infatti, facendo un piccolo sforzo mentale, non dovrebbe volerci molto a capire che:
- gli autogrill sono funzionali alla rete delle comunicazioni e del "trasporto su strada" di merci e di beni di prima necessità, in quanto i camionisti e gli altri che si spostano da una regione o da una nazione all'altra per ragioni di lavoro, non possono certo essere  costretti alla "colazione al sacco", oppure a morire di fame e a fare i bisogni nei prati;
-  gli autogrill autostradali, peraltro, sono 625 in tutta Italia, mentre ci sono ben 330.000 imprese di ristorazione, per cui non ci vuole molto a capire la notevolissima differenza di "impatto pandemico" che può esserci tra l'apertura  degli uni e degli altri.
***
Ciò premesso, non serve certo un genio nè una particolare intelligenza, per comprendere perchè i ristoranti restano ancora chiusi, mentre gli autogrill no; sperando, ovviamente, che anche i primi, non appena le condizioni della pandemia lo consentiranno, possano tutti riaprire.
Ed infatti i ristoratori sono ormai davvero  sull'orlo del fallimento; e, forse, molti l'hanno ormai superato!
***

sapa

Buongiorno Eutidemo,sai che ti voglio bene, ma ogni tanto mi chiedo se hai una percezione corretta della realtà che ci circonda e se, soprattutto, esci  e trascorri del tempo fuori casa. Dico questo perchè ti sarai accorto anche tu che il traffico cittadino è tornato, non da oggi, ai livelli pre-pandemici, nonostante divieti che nessuno ormai rispetta più e a dispetto delle raccomandazioni a uscire solo per comprovate e impellenti necessità. Riguardo agli autogrill, il fatto che siano 625 e non 330.000 come i ristoranti/trattorie, in realtà è un'aggravante: meno strutture di ristorazione sono aperte, più gente vi si recherà. E poi, non capisco bene perchè se vado in autostrada posso fermarmi a mangiare al tavolo, mentre se devo fare centinaia di chilometri su strade statali o provinciali, devo, come dici tu, portarmi la merenda da casa e fare i miei bisogni nei prati, invece di potermi fermare in quelle provvidenziali trattorie/locande, nelle quali ero solito andare. La realtà è che, a mio avviso, se vengono rispettati i protocolli, ogni locale di ristorazione/accoglienza potrebbe riaprire senza timori, da mesi. Sulla tua chiosa finale, però, mi trovo perfettamente d'accordo: molti ristoranti non riapriranno più, soprattutto nella fascia delle trattorie di passaggio, perchè  ormai decotti. Così come molti parrucchieri/barbieri, del resto, infatti purtroppo il mio non ha rialzato la serranda con il passaggio in zona arancione e mi ha detto che non riaprirà più. Così, oltre al pranzo al sacco e alla pipì contro i paracarri, sono costretto ad aggirarmi, truce e arrabbiato, come uno scapigliato, da far sembrare Beethoven uno skinhead, in attesa di trovare un barbiere "resiliente"....A presto

Eutidemo

Ciao Sapa :)
Mi sono senz'altro accorto che il traffico cittadino è tornato, non da oggi, ai livelli pre-pandemici, nonostante divieti che nessuno ormai rispetta più e a dispetto delle raccomandazioni a uscire solo per comprovate e impellenti necessità; però, il fatto che non si possa impedire a milioni di incoscienti "girandoloni" di aggravare il rischio pandemico,  non significa affatto che non si debbano limitare il più possibile i rischi, laddove, invece, la cosa è possibile.
Anzi, "al contrario", in tal caso, limitare il più possibile i rischi, laddove è possibile farlo (come tenere chiusi ancora per un po' determinati locali "rischio"), secondo me diviene ancora più impellente e necessario, e, direi indispensabile; questo proprio perchè altrove la cosa risulta molto più difficile.
Secondo me bisogna sempre cercare di rimediare come e dove meglio si può, piuttosto che non rimediare affatto; ed infatti, se non è possibile "sgottare" (cioè liberare dall'acqua il fondo di un'imbarcazione) usando la "sassola", allora è meglio cercare di farlo almeno col "cappello".
***
Quanto al fatto che gli autogrill  sono 625 e non 330.000 come i ristoranti/trattorie, mi sembra del tutto assurdo sostenere che questa sia addirittura un'"aggravante"!
Ed infatti:
- tenere aperti 625 posti di ristorazione per agevolare le lunghe percorrenze degli autotrasportatori che tengono in vita l'"economia generale" del Paese, è un "rischio minimo", che, però, "è necessario correre".
- tenere aperti, invece,  330.000 posti di ristorazione, per il diletto culinario di chi vuole rompere la monotonia del pasto quotidiano (cosa comprensibilissima anche dal sottoscritto), è un "rischio massimo", che "non è affatto necessario correre".
Le due cose, non sono quindi assolutamente comparabili!
***
E, questo, a ben vedere:
- sia nell'interesse della salute dei ristoratori che in quella dei loro clienti;
- sia nel loro stesso interesse economico.
Ed infatti, se, come in Sardegna, si riapre tutto non appena ci si ritrova in "zona bianca", ecco che subito dopo si rischia di ricadere di nuovo in "zona rossa"; e, questo, con "danni economici ancora più gravi", che se si fosse atteso ancora un po' l'avanzamento della campagna vaccinale.
Ma possibile che l'esperienza non riesca ad insegnarci proprio niente?
***
Quanto al fatto che "meno strutture di ristorazione sono aperte, e più gente vi si recherà", mi sembra ridicolo pensare che,  per spezzare la monotonia del pasto quotidiano (cosa comprensibilissima anche dal sottoscritto) qualcuno imbocchi un'autostrada a pagamento per raggiungere l'autogrill più vicino, solo per pranzare fuori casa; tanto più che un conto è andare ad abbuffarsi in una trattoria di Trastevere, ed un altro conto è andare a mangiucchiare lo squallidume di una stazione di servizio autostradale.
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Poi dici di non capire per quale ragione,  se vai in autostrada, puoi fermarti a mangiare al tavolo, mentre se devi fare centinaia di chilometri su strade statali o provinciali, devi invece portarti la merenda da casa e fare i tuoi bisogni nei prati, invece di poterti fermare in quelle provvidenziali trattorie/locande, di campagna che affiancano le strade.
Quanto a questo, secondo me, non hai tutti i torti; ed infatti, per lo stesso motivo per il quale lasciare aperti gli autogrill è una scelta assolutamente razionale, potrebbe "forse" considerarsi parimenti razionale lasciare aperte anche trattorie/locande, di campagna che affiancano le strade statali di lunga percorrenza.
Purchè, però, si trovino a una distanza ragionevole dai centri abitati, affinchè non diventino meta abituale delle gite fuori porta!
Almeno finchè la cosa non verrà consentita di nuovo.
***
Quanto al fatto che, rispettando i protocolli di sicurezza, ogni locale di ristorazione/accoglienza avrebbe potuto riaprire senza timori, da mesi, non sono invece assolutamente d'accordo.
Ed infatti:
1)
Innanzittutto, la scorsa estate, ho cercato invano un locale che rispettasse "sul serio" i protocolli di sicurezza (perchè avevo davvero un gran voglia di farmi una bella mangiata); però, almeno dalle mie parti, non ne ho trovato "neanche uno" che mi desse il benchè minimo affidamento. Se ti raccontassi quello che ho visto, ti si accapponerebbe la pelle...per cui lasciamo perdere.
Forse in altre parti d'Italia sarà diverso, ma ci credo poco!
2)
In ogni caso, fermo restando che al momento della riapertura dei ristoranti, che mi auguro il più vicina possibile, almeno per un certo tempo si dovranno (o meglio "si dovrebbero") osservare i protocolli di sicurezza in questione, non penso che nè io nè te siamo in grado di stabilire quale sia quel momento; nè che, anche in passato, la cosa sarebbe stata possibile.
Non è che io mi fidi "ciecamente" delle decisioni tecniche del CTS (perchè sono scettico per natura); però ho abbastanza sale in zucca per capire che, dovendomi necessariamente fidare di qualcuno, mi fido più di loro che della mia (o della tua) opinione di profano.
***
Però mi fa piacere che anche tu sia d'accordo con me che, non appena le condizioni della pandemia e l'avanzamento della campagna di vaccinazione lo consentiranno, bisognerebbe  riaprire immediatamente tutti i ristoranti; sia perchè non vedo personalmente l'ora di tornarci, sia perchè i ristoratori sono ormai davvero  sull'orlo del fallimento.
Ed anzi, molti l'hanno ormai superato!
***
Al riguardo, a dire il vero, sono molto preoccupato per la situazione, anche quando ne verrà consentita la riapertura; ed infatti temo che, per parecchio tempo, o, almeno, finchè non sarà vaccinata, molta gente avrà paura di andarci a mangiare.
Per cui, non solo per "piacer mio", ma anche e soprattutto per sostenere la loro categoria, mi riprometto di andare a turno nei miei ristoranti favoriti almeno una volta a settimana.
E invito caldamente tutti a fare lo stesso!
***
Con questo, ovviamente, non mi voglio limitare solo ai ristoranti, perchè, purtroppo, sono molte altre le categorie "travolte dalla pandemia" (non certo dalle misure necessarie a contenerla, come molti imbecilli ritengono); per cui mi riprometto di tornare anche nei teatri, nei cinema, nelle palestre ecc.
E invito tutti a fare lo stesso!
***
Però, solo dopo che questo si potrà fare in (relativa) sicurezza; perchè un disastro come quello del "libera tutti" dell'anno scorso, avrebbe pur dovuto insegnarci qualcosa.
***
Come diceva George Santayana. "Chi non impara dalla Storia, sarà condannato a ripeterla!"
E io, questa maledetta storiaccia del virus, non voglio assolutamente che si ripeta!
***
Un saluto! :)
***

sapa

#3
Permettimi di contraddirti, Eutidemo, almeno su 2 punti:
- quando dici tenere aperti, invece,  330.000 posti di ristorazione, per il diletto culinario di chi vuole rompere la monotonia del pasto quotidiano (cosa comprensibilissima anche dal sottoscritto), è un "rischio massimo", che "non è affatto necessario correre". tradisci una concezione piuttosto strana dell'attività di ristorazione . Chi va al ristorante per rompere la monotonia del pasto quotidiano è una minoranza abbastanza esigua, in realtà la maggioranza vi si reca  o perche lontana da casa per  lavoro, o per turismo. Le chiusure, quindi, deprimono sia chi per lavorare è costretto a viaggiare, sia tutto il comparto turistico. Parimenti, quando affermi Quanto al fatto che gli autogrill  sono 625 e non 330.000 come i ristoranti/trattorie, mi sembra del tutto assurdo sostenere che questa sia addirittura un'"aggravante"! Ed infatti:- tenere aperti 625 posti di ristorazione per agevolare le lunghe percorrenze degli autotrasportatori che tengono in vita l'"economia generale" del Paese, è un "rischio minimo", che, però, "è necessario correre". non consideri che della consumazione al tavolo dell'autogrill usufruisce una quota minima di camionisti (famosi per conoscere le trattorie migliori, poco al di fuori di molti ingressi/uscite autostradali,  che invece sono chiuse). Le file di camion che si vedono spesso nei parcheggi degli autogrill, in realtà sono ferme per riposo e per consumare propri prodotti da asporto, che hanno acquistato all'autogrill o si sono portati dietro. Non si capisce, poi, perchè un ristorante/trattoria, da quasi 1 anno, deve essere costretto a sopravvivere stentatamente, preparando pasti da asporto, mentre un autogrill può ospitare, al chiuso, i propri clienti. Non sarebbe più razionale che anche quest'ultimo lavorasse con l'asporto? Io o il camionista arriviamo nel piazzale dell'autogrill, scendiamo, acquistiamo un panino o un pasto pronto e ce lo consumiamo in macchina/camion o, se è una bella giornata, all'aperto sul piazzale. Credimi, è veramente assurda questa discriminazione irrazionale, che probabilmente è frutto delle pressioni esercitate da catene di ristorazione molto più forti del povero diavolo che gestisce una trattoria al di fuori della rete autostradale. Almeno, per me.
-

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Non so se coloro che vanno al ristorante per rompere la monotonia del pasto quotidiano costituiscano davvero una minoranza esigua; non esistono statistiche al riguardo, ma, a quanto personalmente mi risulta, invece, costoro sono la stragrande maggioranza.
***
In ogni caso, quanto a coloro che devono nutrirsi durante la giornata lavorativa:
1)
Ormai quasi tutti lavorano in "smart working".
2)
Molti posti di lavoro sono dotati di un'apposita mensa (circa 2.000 in tutta Italia), ovvero si servono di appositi ""catering aziendali".
3)
Chi per lavorare è costretto a viaggiare, può, appunto, servirsi degli "autogrill" (come volevasi dimostrare).
3)
Per bar e ristoranti è consentito l'"asporto" (per non parlare dei negozi di generi alimentari), quindi nessuno morirà di fame fuori casa.
***
Ovviamente non nego affatto che, in determinati casi, la chiusura dei normali ristoranti possa causare disagio a chi deve lavorare lontano da casa; questo è fuori di dubbio, ma, almeno finchè il pericolo non sia passato, ritengo necessario e, anzi, "doveroso" sopportare disagi, anche notevoli, fino a che le persone continuano a morire a centinaia ogni giorno.
Anzi, per rispetto dei 115.000 morti di covid19 considero semplicemente "assurdo" starne a discutere!
***
Quanto al turismo, è ovvio che parlare di ristorazione e di turismo è la stessa cosa.
Il settore è in grave crisi?
Certamente sì, purtroppo (ho dei parenti che ci vivono)!
Ma non confondiamo le cause con gli effetti; ed infatti il settore è in grave crisi a causa del contagio, non certo a causa delle necessarie chiusure che esso ha comportato.
Sarebbe come lamentarsi dell'obbligo dei rifugi antiaerei quando piovono bombe!
Il settore, in effetti,  si troverebbe in una crisi ancora peggiore, se non si fossero prese le drastiche misure che si sono prese; e se ancora non si prendessero, fino  che non sarà più necessario!
***
Quanto al fatto che della consumazione al tavolo dell'autogrill usufruisce una quota minima di camionisti, non mi risulta affatto che esistano statistiche che confermino tale tua asserzione; ma, anche se fosse così, la "ratio" del differente trattamento resterebbe comunque.
***
Quanto al fatto che i camionisti sono famosi per conoscere le trattorie migliori, poco al di fuori di molti ingressi/uscite autostradali (che invece sono chiuse), a parte il fatto che tale tua asserzione è un po' in contrasto con la tua precedente affermazione secondo la quale i camionisti sono famosi per preferire i pasti da asporto, in ogni caso non mi sembra che la cosa possa avere la benchè minima rilevanza; ed infatti, quei pochi o tanti camionisti famosi per conoscere le trattorie migliori, poco al di fuori di molti ingressi/uscite autostradali, be', che si rassegnino a mangiare negli autogrill almeno per un altro po' di tempo.
In fondo stanno lavorando, non sono mica in gita di piacere.
***
Quanto al tuo ragionamento conclusivo per il quale, tu, dopo esserti chiesto "Perchè mai un ristorante/trattoria, da quasi 1 anno, deve essere costretto a sopravvivere stentatamente, preparando pasti da asporto, mentre un autogrill può ospitare, al chiuso, i propri clienti?", ti rispondi "Non sarebbe più razionale che anche quest'ultimo lavorasse con l'asporto? Io o il camionista arriviamo nel piazzale dell'autogrill, scendiamo, acquistiamo un panino o un pasto pronto e ce lo consumiamo in macchina/camion o, se è una bella giornata, all'aperto sul piazzale."
E, quindi, concludi:
"Credimi, è veramente assurda questa discriminazione irrazionale, che probabilmente è frutto delle pressioni esercitate da catene di ristorazione molto più forti del povero diavolo che gestisce una trattoria al di fuori della rete autostradale."
***
Non sono assolutamente d'accordo con te, per le ragioni che seguono:
1)
Le trattorie e i ristoranti di città, per mezzo dei   "Pizza Riders", forniscono i loro servizi a domicilio, laddove i committenti, a casa propria, consumano i loro pasti tranquillamente seduti in salotto.
2)
Se gli autogrill  potessero fornire alimenti solo per asporto, i poveri camionisti e tutti gli altri costretti a viaggiare per lavoro, sarebbero costretti a consumare i pasti nella vettura dove hanno viaggiato per ore, e dove continueranno a viaggiare per altre ore.
3)
Quanto al fatto che, secondo te, tale "discriminazione irrazionale", potrebbe essere il frutto delle pressioni esercitate da 625 catene di ristorazione,  molto più forti delle pressioni esercitate da 330.000 catene di ristorazione, dovresti renderti conto da solo che è una considerazione che non regge in alcun modo; e le manifestazioni degli ultimi giorni, a Roma, ne costituiscono la prova (ammesso che ce ne fosse bisogno).
Per cui il confronto non regge neanche un po', in  quanto la differenza di trattamento, almeno secondo me, è assolutamente "razionale".
***
In conclusione, quindi, insisto nel ribadire "decisamente" ciò che dovrebbe essere "ovvio", e, cioè, che:
- tenere aperti 625 posti di ristorazione per agevolare le lunghe percorrenze degli autotrasportatori che tengono in vita l'"economia generale" del Paese, e degli altri autisti che sono costretti a viaggiare per lavoro e per necessità, è un "rischio minimo", che, però, "è necessario correre".
- tenere aperti, invece,  330.000 posti di ristorazione, per il diletto culinario di chi vuole rompere la monotonia del pasto quotidiano o per turismo o per altri motivi, è un "rischio massimo", che "non è affatto necessario correre".
Non trovo assolutamente "niente", nelle tue argomentazioni, che possa invalidare tale ovvia considerazione di semplice buon senso!
Mi dispiace!
***
Un saluto! :)
***

anthonyi

Ciao eutidemo, sono deluso dalla tua affermazione dell'assurdita di discutere la questione della apertura/chiusura dei ristoranti. Quando venne fatta la zona rossa in Campania i giornalisti facevano notare i Capannelli di gente che si ammassavano all'esterno delle trattorie/pizzerie. Il covid non ha bisogno dei ristoranti per contagiare, lo può fare benissimo per strada, per cui, se alla chiusura dei ristoranti non aggiungi un opportuno coprifuoco, dalle ore 19, ottieni un risultato peggiore della semplice chiusura dei ristoranti perché la gente esce e si relaziona socialmente lo stesso, senza quei presidi di sicurezza che magari un ristorante potrebbe porre in essere.
Io ti propongo invece un'altra strategia, facciamo il coprifuoco dalle 19 e manteniamo i ristoranti aperti ma solo su prenotazione, per cui solo chi ha prenotato può uscire di casa per andare al ristorante e godersi, pagando, il suo momento di socialità in ragionevole sicurezza.
Un saluto

sapa

Citazione di: Eutidemo il 15 Aprile 2021, 06:06:47 AM
Ciao Sapa. :)
Non so se coloro che vanno al ristorante per rompere la monotonia del pasto quotidiano costituiscano davvero una minoranza esigua; non esistono statistiche al riguardo, ma, a quanto personalmente mi risulta, invece, costoro sono la stragrande maggioranza.
***
In ogni caso, quanto a coloro che devono nutrirsi durante la giornata lavorativa:
1)
Ormai quasi tutti lavorano in "smart working".
2)
Molti posti di lavoro sono dotati di un'apposita mensa (circa 2.000 in tutta Italia), ovvero si servono di appositi ""catering aziendali".
3)
Chi per lavorare è costretto a viaggiare, può, appunto, servirsi degli "autogrill" (come volevasi dimostrare).
3)
Per bar e ristoranti è consentito l'"asporto" (per non parlare dei negozi di generi alimentari), quindi nessuno morirà di fame fuori casa.
***
Ovviamente non nego affatto che, in determinati casi, la chiusura dei normali ristoranti possa causare disagio a chi deve lavorare lontano da casa; questo è fuori di dubbio, ma, almeno finchè il pericolo non sia passato, ritengo necessario e, anzi, "doveroso" sopportare disagi, anche notevoli, fino a che le persone continuano a morire a centinaia ogni giorno.
Anzi, per rispetto dei 115.000 morti di covid19 considero semplicemente "assurdo" starne a discutere!
***
Quanto al turismo, è ovvio che parlare di ristorazione e di turismo è la stessa cosa.
Il settore è in grave crisi?
Certamente sì, purtroppo (ho dei parenti che ci vivono)!
Ma non confondiamo le cause con gli effetti; ed infatti il settore è in grave crisi a causa del contagio, non certo a causa delle necessarie chiusure che esso ha comportato.
Sarebbe come lamentarsi dell'obbligo dei rifugi antiaerei quando piovono bombe!
Il settore, in effetti,  si troverebbe in una crisi ancora peggiore, se non si fossero prese le drastiche misure che si sono prese; e se ancora non si prendessero, fino  che non sarà più necessario!
***
Quanto al fatto che della consumazione al tavolo dell'autogrill usufruisce una quota minima di camionisti, non mi risulta affatto che esistano statistiche che confermino tale tua asserzione; ma, anche se fosse così, la "ratio" del differente trattamento resterebbe comunque.
***
Quanto al fatto che i camionisti sono famosi per conoscere le trattorie migliori, poco al di fuori di molti ingressi/uscite autostradali (che invece sono chiuse), a parte il fatto che tale tua asserzione è un po' in contrasto con la tua precedente affermazione secondo la quale i camionisti sono famosi per preferire i pasti da asporto, in ogni caso non mi sembra che la cosa possa avere la benchè minima rilevanza; ed infatti, quei pochi o tanti camionisti famosi per conoscere le trattorie migliori, poco al di fuori di molti ingressi/uscite autostradali, be', che si rassegnino a mangiare negli autogrill almeno per un altro po' di tempo.
In fondo stanno lavorando, non sono mica in gita di piacere.
***
Quanto al tuo ragionamento conclusivo per il quale, tu, dopo esserti chiesto "Perchè mai un ristorante/trattoria, da quasi 1 anno, deve essere costretto a sopravvivere stentatamente, preparando pasti da asporto, mentre un autogrill può ospitare, al chiuso, i propri clienti?", ti rispondi "Non sarebbe più razionale che anche quest'ultimo lavorasse con l'asporto? Io o il camionista arriviamo nel piazzale dell'autogrill, scendiamo, acquistiamo un panino o un pasto pronto e ce lo consumiamo in macchina/camion o, se è una bella giornata, all'aperto sul piazzale."
E, quindi, concludi:
"Credimi, è veramente assurda questa discriminazione irrazionale, che probabilmente è frutto delle pressioni esercitate da catene di ristorazione molto più forti del povero diavolo che gestisce una trattoria al di fuori della rete autostradale."
***
Non sono assolutamente d'accordo con te, per le ragioni che seguono:
1)
Le trattorie e i ristoranti di città, per mezzo dei   "Pizza Riders", forniscono i loro servizi a domicilio, laddove i committenti, a casa propria, consumano i loro pasti tranquillamente seduti in salotto.
2)
Se gli autogrill  potessero fornire alimenti solo per asporto, i poveri camionisti e tutti gli altri costretti a viaggiare per lavoro, sarebbero costretti a consumare i pasti nella vettura dove hanno viaggiato per ore, e dove continueranno a viaggiare per altre ore.
3)
Quanto al fatto che, secondo te, tale "discriminazione irrazionale", potrebbe essere il frutto delle pressioni esercitate da 625 catene di ristorazione,  molto più forti delle pressioni esercitate da 330.000 catene di ristorazione, dovresti renderti conto da solo che è una considerazione che non regge in alcun modo; e le manifestazioni degli ultimi giorni, a Roma, ne costituiscono la prova (ammesso che ce ne fosse bisogno).
Per cui il confronto non regge neanche un po', in  quanto la differenza di trattamento, almeno secondo me, è assolutamente "razionale".
***
In conclusione, quindi, insisto nel ribadire "decisamente" ciò che dovrebbe essere "ovvio", e, cioè, che:
- tenere aperti 625 posti di ristorazione per agevolare le lunghe percorrenze degli autotrasportatori che tengono in vita l'"economia generale" del Paese, e degli altri autisti che sono costretti a viaggiare per lavoro e per necessità, è un "rischio minimo", che, però, "è necessario correre".
- tenere aperti, invece,  330.000 posti di ristorazione, per il diletto culinario di chi vuole rompere la monotonia del pasto quotidiano o per turismo o per altri motivi, è un "rischio massimo", che "non è affatto necessario correre".
Non trovo assolutamente "niente", nelle tue argomentazioni, che possa invalidare tale ovvia considerazione di semplice buon senso!
Mi dispiace!
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Un saluto! :)
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Ciao Eutidemo, scusami se te lo dico, ma o non hai capito ciò che ho detto, oppure lo stai travisando. In ogni caso, quando le discussioni sono, come in questo caso tra me e te, così un muro contro muro, io preferisco abbandonare, per non trasformare il tutto in polemica inutile e poco interessante per tutti. Io rimango della mia idea: tener chiusi i ristoranti è una dannosa discriminazione, ancor di più assurda se, contemporaneamente, si lascia aperta la ristorazione al tavolo negli autogrill. Quando dico che se si consente solo l'asporto nei ristoranti, equità vorrebbe che lo si facesse anche negli autogrill, è perchè ritengo che non morirebbe nessun camionista di fame. Tu rimani della tua, che purtroppo è la prassi seguita e che si continua pervicacemente a seguire. A presto.

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