Per quale tipo di "consumazioni" serve il "green pass"?

Aperto da Eutidemo, 07 Agosto 2021, 15:32:23 PM

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Eutidemo

Per quanto concerne l'utilizzo del "green pass" nei cosiddetti "locali di ristorazione" (cioè nei ristoranti, nelle tavole calde e nei bar che dispongono di tavoli al chiuso), ai sensi dell'art. 3 del Decreto  Legge n. 105/2021, che ha inserito l'art. 9 bis al Decreto Legge n. 52/2021:
a)
Se il controllo del "green pass" è risultato positivo, il cliente potrà  accedere e fruire di un "servizio offerto al tavolo" anche  al chiuso.
b)
Se, invece, il controllo è risultato negativo, il cliente potrà  accedere e fruire:
- al chiuso, soltanto di un "servizio offerto al banco";
- all'aperto, anche di un "servizio offerto al tavolo".

QUALCHE DUBBIO SUL CONCETTO DI "SERVIZIO OFFERTO AL BANCO" NEI BAR
Il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del 1931 ed il relativo Regolamento di esecuzione del 1940, che sono tutt'ora sostanzialmente in vigore (con varianti di carattere regionale) stabiliscono che gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico devono esporre il "prezzo delle consumazioni", con l'indicazione del "servizio offerto al banco" o del "servizio offerto al tavolo"; in modo chiaro, ben leggibile e visibile al pubblico anche dall'esterno durante l'orario di apertura, mediante l'utilizzo di un cartello, listino o altre idonee modalità.
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Il che vuol dire che, se un avventore entra in un bar, in una tavola calda e simili, e paga "anticipatamente" per "servizio offerto al banco" non è tenuto ad esibire alcun "green pass"; il che, già di per sè, è alquanto discutibile, perchè, secondo me, se il locale è affollato, le consumazioni "gomito a gomito" al banco sono molto  più "pericolose" di quelle al tavolo.
Ma sorvoliamo, per non andare "Off Topic"!
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Ciò premesso, io, in quasi tutti i bar in cui mi reco, sono solito pagare soltanto per il "servizio offerto al banco"; e poi, con il cappuccino in una mano e una "brioche" nell'altra, mi siedo al tavolo più vicino (così come vedo fare anche a molti altri avventori).
Questo, naturalmente con l'eccezione dei locali situati in località turistiche; i quali ti fanno pagare il doppio del prezzo, se solo ti azzardi a guardare un tavolino.
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Ora, se un agente di polizia mi si avvicinasse e mi chiedesse il "green pass", sebbene io ne sia regolarmente munito, penso proprio che potrei rifiutargliene l'esibizione.
Gli esibirei, invece, soltanto lo scontrino, il quale documenta che:
- io non sto affatto fruendo di un "servizio offertomi al tavolo", per il quale il cameriere è tenuto a servirmi la consumazione al tavolo;
-  bensì sto fruendo di un semplice "servizio offertomi al banco", per il quale il cameriere non è affatto tenuto a servirmi la consumazione al tavolo.
E, per il "servizio offerto al banco" il "green pass" non è minimamente richiesto, anche poi mi porto da me al tavolo gli alimenti servitimi al banco.
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Al che lui, sicuramente, mi obietterebbe: "Vabbè, ma allora lei doveva consumare la colazione al banco, e non sedersi al tavolo!".
>:(
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Alla quale obiezione io gli farei rispettosamente notare che, a parte lo "spirito" della legge (che cerca di evitare affollamenti, sia al banco che ai tavoli) anche stando alla sua semplice "lettera":
- il "servizio offerto al banco" significa soltanto che, non avendo io pagato il previsto "sovraprezzo", non ho il diritto di farmi "servire la consumazione al tavolo" dal cameriere;
- però, posso benissimo servirmi  al tavolo da me (ovviamente se ci sono tavoli liberi), perchè questo la legge non lo vieta affatto in modo espresso, neanche al chiuso, e sempre di un "servizio offerto al banco" resta, anche se fruito da sè al tavolo (quindi esente da "green pass").
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Comunque, per evitare discussioni "di lana caprina", per farlo contento, potrei eventualmente scostare la sedia dal "tavolo" e continuare tranquillamente così la mia colazione (sebbene in modo un po' più scomodo); ed infatti, visto che nessuna normativa "anticovid" se l'è mai presa con le semplici "sedie" ma solo con i "tavoli", se mi allontano dal "tavolo", nessuno può più contestarmi niente.

RISTORANTI
Diverso, invece, è il discorso per quanto riguarda i ristoranti, perchè, a differenza dei bar, dove il cliente può farsi servire  il caffè sia al banco che al tavolo, nei ristoranti il pasto può essere servito soltanto al tavolo; ed infatti, la voce "pane e coperto" riguarda il costo relativo non solo al cestino dell'alimento (spesso indicato a parte se di produzione propria) ma anche all'apparecchiatura della tavola (tovaglia, posate e tovaglioli).
Per determinati tipi di locali, invece (come alcune particolari tavole calda, Pub ecc.), il discorso, secondo me, andrebbe fatto caso per caso.
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Però, considerato che, come dicevo sopra, non esiste nessuna specifica normativa "anticovid" riguardante le "sedie" ( neanche quelle con il ripiano per i pasti),    molti ristoranti potrebbero risolvere la faccenda proprio in tal modo; cioè riservandone un certo numero agli avventori privi di "green pass".
O nella versione "businessman":
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/a6/01/d6/ME13PBRQ_t.jpg
Ovvero in quella più classica a "seggiolone":
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/41/47/b3/ME13PDYJ_t.jpg
Con tali tipi di "sedili", anche chi è privo di "green pass" può mangiare "seduto" anche in un ristorante al chiuso!
:D :D :D

CONCLUSIONE
Come sperò si sarà capito, alcuni aspetti giuridici da me prospettati, sia pure un po' al limite del paradosso, non sono poi del tutto privi di fondamento; altri, invece, sono ovviamente da considerarsi di carattere precipuamente "scherzoso".
La cosa più semplice, comunque, secondo me è vaccinarsi e poi munirsi di "green pass"; così si può evitare ogni tipo di sgradevole discussione!
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sapa

Ciao Eutidemo, fermo restando che proprio il prof. Andrea Crisanti ha nei giorni scorsi tuonato "Il green pass è un incentivo per la vaccinazione, non uno strumento di sanità pubblica. E' una bufala pazzesca dire che col green pass possiamo creare ambienti sicuri, serve solo ad indurre le persone a vaccinarsi" e che quindi ogni discussione è meramente accademica e ogni accertamento avrà come unico scopo la dissuasione a non vaccinarsi, trovo molto appropriata la prima soluzione che prospetti per i ristoranti, cioè quella di servirsi di seggiola tipo "businessman" ,in quanto potremmo così riciclare le migliaia di banchi a rotelle, che giacciono inutilizzate nei magazzini e scantinati delle varie scuole. Lo Stato, che se ne è dotato grazie all'opera congiunta del ministro dell'istruzione e del commissario all'emergenza dell'epoca, potrebbe rivenderli ai ristoratori, rientrando così dell'ingente e inutile spesa sostenuta! A presto.

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
A me sembra che il prof. Andrea Crisanti, che è molto più un "medico" di quanto non sia un "logico", sia caduto in un evidente  paralogismo di tipo circolare.
Ed infatti:
- non c'è dubbio alcuno che la "vaccinazione" sia sicuramente uno "strumento di sanità pubblica", così come  inconfutabilmente dimostrato dalla diminuzione dei contagi, delle ospedalizzazioni e dei decessi laddove tale "vaccinazione" è stata massivamente praticata;
- pertanto, posto che la "vaccinazione" è indubbiamente uno "strumento di sanità pubblica", ne consegue che, se il "green pass" è un incentivo per implementare "vaccinazione", allora, per la proprietà transitiva, il "green pass" è anche sicuramente un incentivo per  migliorare la "sanità pubblica".
Cioè, se A incrementa B, e B incrementa C, allora A, incrementando B, indirettamente incrementa anche C!
E' elementare, Prof. Crisanti!
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Quanto poi alla sua successiva bizzarra asserzione, e, cioè, che "E' una bufala pazzesca dire che col green pass possiamo creare ambienti sicuri, serve solo ad indurre le persone a vaccinarsi!", direi che la bufala colossale l'ha detta lui.
Ed infatti, a prescindere dall'estensione concettuale che vogliamo dare al concetto di "ambiente sicuro" (che può spaziare da una trattoria all'intero pianeta):
- se è vero che con il green pass possiamo indurre più persone a vaccinarsi;
- se è anche vero che più persone vaccinate ci sono, e molto minore diviene il numero dei contagi, delle ospedalizzazioni e dei decessi (sia negli ambienti piccoli che in quelli grandi);
- allora ne consegue che con il green pass possiamo ottenere ambienti senz'altro più sicuri (dalla singole trattorie all'intero pianeta).
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A differenza del "paralogismo" di Crisanti, questo, invece, mi sembra essere quasi un vero e proprio "sillogismo" dimostrativo!
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Per il resto, sono contento che tu condivida la mia soluzione per i ristoranti, cioè quella di servirsi di seggiola tipo "businessman";  sebbene, in effetti, la mia era solo una proposta di tipo "provocatorio"!
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Un saluto! :)
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sapa

Ciao Eutidemo, Crisanti intendeva dire, come ha specificato, che il solo green pass che attesta le vaccinazioni non è in grado di garantire ambienti sicuri. Penso si riferisse al fatto che molte persone, solo per essersi vaccinate, ritengono di poter fare a meno di mascherine, distanziamenti e di poter abbandonare le norme di prevenzione che, invece, purtroppo rimangono nel nostro fardello di incombenze quotidiane. Quindi, con il green pass si "induce" la gente a vaccinarsi, ma non si può comunque parlare di ambienti protetti e a rischio 0. A presto

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Anche io sono convinto che non sono le pistole ad uccidere, bensì le pallottole; ma questo non vuol certo dire che si possono tranquillamente vendere le pistole senza licenza, purchè siano scariche!
;D
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Fuor di "metafora", e per fare una "similitudine":
- dire che il solo green pass che attesta le vaccinazioni non è in grado di garantire ambienti sicuri, se poi dei cretini ritengono di poter fare a meno di mascherine, distanziamenti e di poter abbandonare le norme di prevenzione;
- è  come dire che la sola patente, la quale attesta che abbiamo superato l'esame di guida, non è in grado di garantire strade sicure, se poi dei cretini con la patente ritengono di poter guidare ubriachi, non mantenere le debite distanze dalle vetture che li precedono, e di potersene infischiare della norme di sicurezza stradale.
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Bella scoperta!
:D :D :D
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Ed infatti, così come con la scuola guida e la conseguente patente si insegna alla gente a guidare, ma solo per questo non si può comunque parlare di strade del tutto esenti da rischio, allo stesso modo  con il green pass si "induce" la gente a vaccinarsi, ma solo per questo non si può comunque parlare di ambienti del tutto esenti da rischio.
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Non ci voleva certo Crisanti per spiegarci una ovvietà del genere; ma questo non significa certo che il "green pass" (così come la patente di guida, il brevetto di volo e il porto d'armi) non abbia una sua specifica utilissima funzione, sebbene sotto profili ovviamente molto diversi.
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Un saluto! :)
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