Non è bello ciò che è bello!

Aperto da Fharenight, 12 Gennaio 2017, 14:39:53 PM

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Fharenight

La bellezza è oggettiva, soggettiva, o politically correct?
Nel nostro povero e sbandato Occidente ormai accade di tutto e il contrario di tutto; le cose piú bizzarre, le piú assurde, capovolte.
Persino i concorsi di bellezza si adeguano alla follia generale del tempo che viviamo.
Nei giorni scorsi si è svolto in Finlandia il concorso di Miss Helsinki organizzato dalla rivista "Genuine", rivista di moda e "tendenza", la cui vincitrice è risultata, tra le tante bellezze in gara, una ragazza di colore che, definirla bella, è un eufemismo.
È il caso di dire ormai che non è  piú bello ciò che è bello, ma è bello ciò che "deve" piacere.

Sariputra

Citazione di: Fharenight il 12 Gennaio 2017, 14:39:53 PMLa bellezza è oggettiva, soggettiva, o politically correct? Nel nostro povero e sbandato Occidente ormai accade di tutto e il contrario di tutto; le cose piú bizzarre, le piú assurde, capovolte. Persino i concorsi di bellezza si adeguano alla follia generale del tempo che viviamo. Nei giorni scorsi si è svolto in Finlandia il concorso di Miss Helsinki organizzato dalla rivista "Genuine", rivista di moda e "tendenza", la cui vincitrice è risultata, tra le tante bellezze in gara, una ragazza di colore che, definirla bella, è un eufemismo. È il caso di dire ormai che non è piú bello ciò che è bello, ma è bello ciò che "deve" piacere.


"La bellezza sta negli occhi di chi guarda" dice un vecchio proverbio...sperando che non sia miope, aggiungo io ! ;D ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Apeiron

La bellezza di per sé è sia oggettiva che soggettiva. Oggettiva perchè con un'attenta analisi del mio cervello magari scopri cosa mi piace e perchè. Ma è soggettiva perchè tutta l'esperienza estetica è soggettiva e non si può comunicare.

Se per "oggettiva" si intende uguale per tutti gli uomini allora no. Al massimo c'è una rassomiglianza tra i nostri canoni di bellezza ma mai una completa condivisione visto che ognuno di noi è unico!
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

acquario69

Citazione di: Fharenight il 12 Gennaio 2017, 14:39:53 PM
La bellezza è oggettiva, soggettiva, o politically correct?
Nel nostro povero e sbandato Occidente ormai accade di tutto e il contrario di tutto; le cose piú bizzarre, le piú assurde, capovolte.
Persino i concorsi di bellezza si adeguano alla follia generale del tempo che viviamo.
Nei giorni scorsi si è svolto in Finlandia il concorso di Miss Helsinki organizzato dalla rivista "Genuine", rivista di moda e "tendenza", la cui vincitrice è risultata, tra le tante bellezze in gara, una ragazza di colore che, definirla bella, è un eufemismo.
È il caso di dire ormai che non è  piú bello ciò che è bello, ma è bello ciò che "deve" piacere.

Non e' bello cio che e' bello..

no,in realtà questa sopra non e' affatto una delle solite frasette idiote che si potrebbero trovare solo sui baci perugina.
...questa e' attualità.

scontato che per me hai ragione..non e' più bello cio che e' bello,ma e' bello cio che "deve" piacere...il che non e' bello affatto!

paul11

La bellezza è un termine estetico e attraversata dalla conoscenza intuitiva.
Il critico , colui che concettualizza nel pensiero argomentativo  l'arte, traccia un pensiero costruito su dei paradigmi di bellezza interpretati dal suo tempo. e mediati da lui stesso.
La bellezza intesa come standard industrializzato delle mode culturali è marketing, quando la finalità economica è più forte di quella artistica.

baylham

Ha vinto il concorso perché è una giovane colorata, mentre le altre non sono colorate, sono trasparenti.
La sua bellezza si distingueva dalla banalità.

doxa

"Quello che è stato è lo stesso che sarà; e quello che è stato fatto è lo stesso che si farà; e non vi è nulla di nuovo sotto il sole" (Ecclesiaste 1, 9).
Infatti come dimenticare il precedente, avvenuto proprio da noi: nel 1996 fu eletta "Miss Italia" una ragazza di colore: Denny Méndez, nata a Santo Domingo. Anche quella volta ci furono molte polemiche. L'organizzatore, Enzo Mirigliani, e la giuria, furono oggetto di critiche per la scelta palesamente "politically correct", in auge in quel tempo fra i "radical chic",gli opportunisti che si dicevano di sinistra, economicamente benestanti. Sono d'accordo con Fharenight.

Detesto gli appartenenti alla borghesia che per vari motivi (moda, esibizionismo o per inconfessati interessi personali) ostentano idee e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o comunque opposte alla loro classe sociale.

Torno al concetto di bello e penso che nell'antica Grecia l'arduo non era stabilire ciò che era bello  ma, come diceva Platone, era definire "cos'è il bello". Per Platone la bellezza doveva essere atemporale, perfetta:  la perfezione, l'armonia delle forme erano lo stereotipo umano.


Platone nel "Timeo"  sintetizza l'ambizione della cultura greca a definire l'ideale di bellezza:  "Tutto ciò che è buono è bello, e non senza misura è la bellezza",  mirabilmente sintetizzato nell'ideale del "Kalòs kài agathòs": la bellezza unita al bene o buono, racchiusi nel concetto di "kalokagathia".

Jean

La bellezza è un termine estetico e attraversata dalla conoscenza intuitiva.
Il critico , colui che concettualizza nel pensiero argomentativo  l'arte, traccia un pensiero costruito su dei paradigmi di bellezza interpretati dal suo tempo. e mediati da lui stesso.
La bellezza intesa come standard industrializzato delle mode culturali è marketing, quando la finalità economica è più forte di quella artistica.

 

Caro paul, sono del tutto d'accordo.

Hai condensato in queste cinque righe i soggetti coinvolti a vario titolo nell'argomento "bellezza" e le loro (possibili) azioni.

Fuori da questa mappa vi sono le opinioni più disparate, al limite il disordine... forse la bellezza è la massima forma di ordine.


Non c'è solo quella fisica... ricordo un libro "L'universo elegante" che trattava anche matematicamente la questione. Per i matematici le formule di Navier Stokes sono quanto di più bello esita. 

paul11

Citazione di: Jean il 13 Gennaio 2017, 19:03:46 PMLa bellezza è un termine estetico e attraversata dalla conoscenza intuitiva. Il critico , colui che concettualizza nel pensiero argomentativo l'arte, traccia un pensiero costruito su dei paradigmi di bellezza interpretati dal suo tempo. e mediati da lui stesso. La bellezza intesa come standard industrializzato delle mode culturali è marketing, quando la finalità economica è più forte di quella artistica.  Caro paul, sono del tutto d'accordo. Hai condensato in queste cinque righe i soggetti coinvolti a vario titolo nell'argomento "bellezza" e le loro (possibili) azioni. Fuori da questa mappa vi sono le opinioni più disparate, al limite il disordine... forse la bellezza è la massima forma di ordine. Non c'è solo quella fisica... ricordo un libro "L'universo elegante" che trattava anche matematicamente la questione. Per i matematici le formule di Navier Stokes sono quanto di più bello esita.

Caro Jean è sempre un piacere leggerti.

Il matematico Paul Erdos espresse le sue visioni sull'ineffabilità della matematica quando disse: «Perché i numeri sono belli? È come chiedere perché la Nona Sinfonia di Beethoven sia bella. Se tu non capisci il perché, non te lo può dire qualcun altro. Io so che i numeri sono belli. Se non fossero belli niente lo sarebbe»

InVerno

#9
Citazione di: Fharenight il 12 Gennaio 2017, 14:39:53 PM
La bellezza è oggettiva, soggettiva, o politically correct?
Nel nostro povero e sbandato Occidente ormai accade di tutto e il contrario di tutto; le cose piú bizzarre, le piú assurde, capovolte.
Persino i concorsi di bellezza si adeguano alla follia generale del tempo che viviamo.
Nei giorni scorsi si è svolto in Finlandia il concorso di Miss Helsinki organizzato dalla rivista "Genuine", rivista di moda e "tendenza", la cui vincitrice è risultata, tra le tante bellezze in gara, una ragazza di colore che, definirla bella, è un eufemismo.
È il caso di dire ormai che non è  piú bello ciò che è bello, ma è bello ciò che "deve" piacere.
La bellezza fisica, lasciando perdere le arti, l'attrazione sessuale è stata studiata a lungo. Non c'è una regola fissa, ma la scommessa che faccio è: se hai scelto "fisicamente" una compagna (nel senso che ti senti "completamente" soddisfatto dalle sue "qualità fisiche") comincia ad analizzare i dettagli, gli zigomi, il tipo di labbra, la lunghezza delle dita, il colore e la fattura dei capelli etc. Fai una lista di almeno 20\25 di questi tratti, e confrontali con gli stessi tratti di almeno 4 soggetti, a) te stesso b) tua madre c) tua\e sorella\e d)una tua amica d'infanzia\prima cotta. La mia scommessa è che la maggioranza dei tratti della tua compagna saranno simili a quelli di queste 4 donne. Però non è una regola matematica, tratti diversi hanno un incidenza diversa e sopratutto
a) non si applica ai concorsi di bellezza dove i giudici non considerano realmente l'ipotesi di portarsi a letto le concorrenti (si spera) e hanno agende politiche e pubblicitarie (sai quanti soldi han fatto quelli di Miss Helsinki con sta trovata che ha avuto risonanza fino in Italia?)
b) non considera eventuali "idoli immaginari", intese come "donne tipo" con cui non si ha avuto reali contatti, chi fa largo uso di porno per esempio potrebbe avere risultati completamente sballati.
c) c'è attrazzione e attrazione, comunemente si dice c'è la sveltina e la donna da sposare. Se un certo tipo di attrazione fisica può anche andare bene per una notte a letto, non è detto che vada bene per un matrimonio. La bellezza che si va cercando per un rapporto a lungo termine, più che "turbare" deve "calmare", essere rassicurante, per questo spesso combacia con gli stereotipi infantili.
d) non considera eventuali "rifiuti esistenziali". A volte la bellezza riconducibile agli stereotipi infantili viene "rifiutata" come simbolo di rottura verso un passato infelice, o semplicemente un bisogno di reinventarsi e di staccare.
Se volessimo chiudere un occhio sulla trovata pubblicitaria avvenuta in quel di Helsinki, potremmo parlare di caso D in termini di società, di coscienza collettiva che si vuole "emancipare". Purtroppo è solo una buffonata per raccattare soldi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

doxa

Voglio continuare questo threed di Fharenight ampliando il discorso non solo alla bellezza estetica ma anche alla razza ed al razzismo come fattori determinanti per la scelta del/la partner.

Per evitare fraintendimenti debbo premettere:

1. Sul sostantivo "razza" c'è ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere tale termine inutilizzabile se riferito all'umanità, che ha caratteristiche biologiche comuni, ereditate  dall'Homo sapiens sapiens. Però possiamo considerare la razza umana come un insieme differenziato da tratti somatici e colore dell'epidermide. Popolazioni accomunate da caratteristiche somatiche indipendentemente da nazionalità e lingua.  

2. Dal sostantivo "razza" deriva il sostantivo "razzismo", che erroneamente considera l'umanità divisa in razze, con la "bianca" biologicamente diversa da quella nera. Tale pregiudizio culturale se assume una connotazione politica può diventare alibi per giustificare  apartheid, intolleranza, prevaricazioni, segregazioni, violenze verso etnie diverse dalla propria. Il razzismo può indurre a separazioni, discriminazioni e persecuzioni per garantire la "purezza" della "razza bianca" dal meticciato, da me citato in un altro topic.

3. Per quanto riguarda l'estetica mi attengo al titolo del topic e mi soffermo sulla bellezza fisica e non alla disciplina filosofica.  

La bellezza fisica, ovviamente soggettiva,  è collegata al piacere estetico, all'esperienza estetica, studiata dalla neuroestetica, ramo della psicofisiologia.

Il neurofisiologo Semir Zeki sostiene che noi non "vediamo" con i nostri occhi ma con il nostro cervello; gli occhi sono il filtro attraverso cui i segnali visivi passano e vengono indirizzati verso le aree visive cerebrali e al sistema cognitivo.

La bellezza tende a collegarsi alle emozioni, ad un paragone interiore cosciente oppure inconscio, con un canone di riferimento che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale. Se ciò è vero, io davanti a due belle donne, una bianca ed una nera, dovessi scegliere una delle due e scegliessi la bianca, sono razzista ?

Ci sono neri che esteticamente detesto e neri che mi sono simpatici, in tal caso sono razzista ?

Se meticciato deve essere, e se preferisco che avvenga tra persone di etnia diversa ma con lo stesso colore dell'epidermide, sono razzista ?

Eretiko

Citazione di: altamarea il 26 Gennaio 2017, 22:48:01 PMio davanti a due belle donne, una bianca ed una nera, dovessi scegliere una delle due e scegliessi la bianca, sono razzista ?

Ovviamente no. Ognuno ha il suo gusto estetico, ed è un fatto del tutto soggettivo ed è inutile chiedersi se questo è condizionato o meno da fattori culturali.

Citazione di: altamarea il 26 Gennaio 2017, 22:48:01 PMCi sono neri che esteticamente detesto e neri che mi sono simpatici, in tal caso sono razzista ?

Di nuovo, no. Allo stesso modo ci sono bianchi che detesto e altri che mi sono simpatici. E presumo che anche i neri facciano le stesse considerazioni.

Se meticciato deve essere, e se preferisco che avvenga tra persone di etnia diversa ma con lo stesso colore dell'epidermide, sono razzista ?[/quote]

No, esprimi una tua opinione personale. Peraltro, a ben vedere, non è che poi ci sia questa grande voglia di mischiarsi

doxa

Grazie Eretiko per avermi liberato dal dubbio  :)


Infatti il razzismo sostiene la "superiorità di una razza" sulle altre. Per mantenerla "pura" evita ogni contaminazione con altre razze considerate "inferiori". Le discrimina, talvolta le perseguita. 


Io non perseguito i neri, però ne vedo troppi in giro. E la mia tolleranza diventa intolleranza.

donquixote

Citazione di: altamarea il 26 Gennaio 2017, 22:48:01 PMVoglio continuare questo threed di Fharenight ampliando il discorso non solo alla bellezza estetica ma anche alla razza ed al razzismo come fattori determinanti per la scelta del/la partner. Per evitare fraintendimenti debbo premettere: 1. Sul sostantivo "razza" c'è ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere tale termine inutilizzabile se riferito all'umanità, che ha caratteristiche biologiche comuni, ereditate dall'Homo sapiens sapiens. Però possiamo considerare la razza umana come un insieme differenziato da tratti somatici e colore dell'epidermide. Popolazioni accomunate da caratteristiche somatiche indipendentemente da nazionalità e lingua. 2. Dal sostantivo "razza" deriva il sostantivo "razzismo", che erroneamente considera l'umanità divisa in razze, con la "bianca" biologicamente diversa da quella nera. Tale pregiudizio culturale se assume una connotazione politica può diventare alibi per giustificare apartheid, intolleranza, prevaricazioni, segregazioni, violenze verso etnie diverse dalla propria. Il razzismo può indurre a separazioni, discriminazioni e persecuzioni per garantire la "purezza" della "razza bianca" dal meticciato, da me citato in un altro topic. 3. Per quanto riguarda l'estetica mi attengo al titolo del topic e mi soffermo sulla bellezza fisica e non alla disciplina filosofica. La bellezza fisica, ovviamente soggettiva, è collegata al piacere estetico, all'esperienza estetica, studiata dalla neuroestetica, ramo della psicofisiologia. Il neurofisiologo Semir Zeki sostiene che noi non "vediamo" con i nostri occhi ma con il nostro cervello; gli occhi sono il filtro attraverso cui i segnali visivi passano e vengono indirizzati verso le aree visive cerebrali e al sistema cognitivo. La bellezza tende a collegarsi alle emozioni, ad un paragone interiore cosciente oppure inconscio, con un canone di riferimento che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale. Se ciò è vero, io davanti a due belle donne, una bianca ed una nera, dovessi scegliere una delle due e scegliessi la bianca, sono razzista ? Ci sono neri che esteticamente detesto e neri che mi sono simpatici, in tal caso sono razzista ? Se meticciato deve essere, e se preferisco che avvenga tra persone di etnia diversa ma con lo stesso colore dell'epidermide, sono razzista ?

Fino a qualche decennio fa il sostantivo "razza" era ampiamente utilizzato in tutti gli ambiti, compreso quello scientifico, senza alcun problema o limitazione. Poi si è trovato più corretto sostituirlo con "etnia" per questioni di politically correctness, ma la sostanza non cambia di una virgola. Nei questionari americani è ancora necessario indicare la propria "razza" di appartenenza, anche se il vocabolo "race" è stato cambiato con "ethnicity". La divisione della specie umana in razze non è quindi niente di più che una distinzione a volte biologica e a volte culturale presente in ogni comunità umana e vi sono addirittura alcuni popoli che con la nostra parola "uomo" identificano solo gli appartenenti alla loro comunità, alla loro "razza", sottintendendo con ció che tutti gli altri esseri sono in qualche modo "non umani". Ogni cultura ha sviluppato e tramanda dei canoni di comportamento che ovviamente ritiene i migliori possibili, e anche i canoni estetici rientrano in questo schema (dunque è vero che si vede più con il cervello che con gli occhi). Quindi se sono stato educato a considerare "bella" o "brutta" una donna secondo i canoni della mia cultura (che peraltro qui da noi sono anche cambiati nel tempo), li applicherò necessariamente agli appartenenti al genere femminile di altre etnie tendendo a generalizzare magari dicendo che "le donne nere sono più brutte delle bianche". Dunque il razzismo, ovvero l'ideologia che presuppone la superiorità di una razza rispetto alle altre, non è qualcosa di condannabile di per sé, anzi è del tutto normale; si tratta poi di vedere se e come viene declinata questa ideologia. Quando in Europa il razzismo venne classificato fra le teorie scientifiche il darwinismo e le sue innumerevoli e spesso distorte interpretazioni erano già in voga da anni, e l'unione fra queste ideologie creò un cortocircuito micidiale perché si cominciò a pensare anche "scientificamente" ciò che da secoli era già in voga fra gli intellettuali: che alcune razze erano "superiori" perché più "evolute" in senso darwiniano. Se gli altri popoli che affermano la propria superiorità "razziale" si limitano ad evitare il cosiddetto "meticciato" (moglie e buoi dei paesi tuoi è un detto che, in varie forme, esiste dovunque) noi, che evidentemente ci riteniamo da secoli investiti del compito di rettificare e migliorare il mondo, abbiamo deciso di aiutare la natura a "migliorare la razza", tentando di indurre gli altri a diventare come noi dato che ovviamente la nostra razza era ritenuta il culmine dell'evoluzione umana. Questa "missione" è stata portata avanti attraverso la "civilizzazione" forzata delle popolazioni dei paesi colonizzati, e ove questo non era possibile con veri e propri genocidi come in America e Australia (se non si può rendere migliori i peggiori l'unica alternativa è quella di eliminarli). Poi siccome i puri, come diceva Nenni, troveranno sempre qualcuno più puro di loro che li epurerá, questa idea si è diffusa anche in Europa con alcune "razze" (tipo quella germanica) che ritenendosi superiori alle altre "razze" europee avrebbero avuto il diritto-dovere di "purificarle" per migliorare la specie umana. Il razzismo è visto come il demonio in occidente non perché effettivamente lo sia, ma essenzialmente per le conseguenze a cui conduce. Non è l'idea in sé ad essere sbagliata, ma è sbagliata la sua assolutizzazione; io sono padrone di pensare che l'uomo sia superiore ad uno scarafaggio o anche ad un'altra razza di uomini, ma questo non deve avere come conseguenza l'eliminazione di tutti gli scarafaggi o di tutti gli uomini diversi dai "migliori". Se si pensa che quel che facciamo noi è "bene" si tende ad assolutizzare questa visione ed esportarla ovunque per fare anche il bene altrui, ma questa visione distorta e sbagliata è quella che ha causato i maggiori danni degli ultimi secoli. Se ognuno pensasse che ciò che è bene per lui lo debba essere anche per tutti ognuno cercherebbe di imporre la propria visione, causando danni e conflitti per ogni dove e contravvenendo alla famosa regola d'oro che recita "non fare ad altri quel che non vorresti fosse fatto a te". 
Tutto sommato e a dispetto delle leggi e della propaganda l'occidente è ancora profondamente razzista (nel senso peggiore del termine) poiché l'esportazione della democrazia, dei diritti umani, dell'economia di mercato e del benessere materiale in tutto il mondo rispecchiano una visione secondo la quale i popoli di tutto il mondo non hanno il diritto di essere se stessi (e magari "peggio" di noi, secondo una visione razzista, se così sta bene a loro) ma devono diventare come noi, come i "migliori".
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

baylham

Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2017, 11:04:39 AM
Tutto sommato e a dispetto delle leggi e della propaganda l'occidente è ancora profondamente razzista (nel senso peggiore del termine) poiché l'esportazione della democrazia, dei diritti umani, dell'economia di mercato e del benessere materiale in tutto il mondo rispecchiano una visione secondo la quale i popoli di tutto il mondo non hanno il diritto di essere se stessi (e magari "peggio" di noi, secondo una visione razzista, se così sta bene a loro) ma devono diventare come noi, come i "migliori". 

Mettiamo da parte il colonialismo, che di fondo non aveva e ha motivazioni razziali ma economiche, non riesce di pensare che altri popoli o parte di loro preferiscano la civiltà occidentale? Io ne sono convinto.

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