Migranti: lavandini e vasi comunicanti!

Aperto da Eutidemo, 19 Dicembre 2019, 13:43:09 PM

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myfriend

Citazione di: niko il 21 Dicembre 2019, 19:54:21 PM
Citazione di: viator il 21 Dicembre 2019, 15:04:20 PM
Salve Niko. Dopo aver letto la tua semidelirante "tirata" in favore di tutti i bisognosi (ma anche di tutti i piccoli delinquenti ed i fancazzisti) del mondo, mi limito a selezionare la seguente tua piccola perla ; "Chi preme per entrare ha diritto di entrare".

A questo punto ti daremo retta e, oltre ai muri, elimineremo pure le porte, per prima (l'esempio dovresti darlo tu) quella di casa tua.

Comunque, se premendo si acquista il diritto di entrare, ciò dovrebbe risultare vero anche per le potenze capitalcolonialiste del passato e del presente, no ?. Vorremo mica negar loro la possibilità di migliorare il proprio futuro ! O ci deve essere qualcuno che giudica chi ha il diritto di entrare dove, come e quando invece no ??. Saluti.

Eppure è semplice, siamo tutti umani, la nostra casa è il mondo, abbattere i privilegi, cioè le "porte" in senso lato, delle "case" in senso lato, dove per motivi arbitrari -e ingiusti- non si può entrare, ci farebbe stare tutti meglio.

Siamo già tutti a casa in quanto terrestri, chi sostiene il nazionalismo e la proprietà privata pretende di essere ancora più a casa in un punto in particolare della terra di quanto non lo sia già ovunque in tutti in punti della terra. La casa mia, il paese mio, l'orticello mio eccetera. I politici che io eleggo su scala locale che devono privilegiare me in quanto elettore, quindi prima gli italiani, prima i padani, prima il paesino mio eccetera. La morte di ogni progetto universalista e realmente collaborativo su scala mondiale. E questo ci pone in una condizione di conflitto permanente, soprattutto con gli altri abitanti della terra meno fortunati.

Il problema è il razzismo culturale di chi pretende che i suoi privilegi, il suo mangiare mentre gli altri muoiono di fame, derivino da una maggior laboriosità o da un'elezione storica o divina di qualche tipo (il fardello dell'uomo bianco, le conquiste da difendere dei nostri avi, magari condite in salsa sinistroide come conquiste dei lavoratori) e non da una maggior fortuna che lo ha visto nascere dalla parte "giusta", cioè fortunata,  in un sistema mondiale di sfruttamento, come ho già illustrato nel mio intervento. Ma il re è nudo. Sarà la storia a decidere se c'è un nesso causale di qualche tipo tra quelli che mediamente mangiano e quelli che mediamente muoiono di fame, e se essere nati in un luogo o in un altro della terra sia questione di merito, virtù, fortuna o privilegio.

A me piace pensare che quelli che nel novecento, prima e seconda metà del novecento, hanno lottato per i diritti dei lavoratori, welfare, pensioni, salario, dignità, erano in maggioranza socialisti o comunisti, e quindi inorridirebbero se questo sogno di estensione dei diritti sociali, che è un sogno intrinsecamente mondiale, fosse declinato su scala locale, come privilegio di qualcuno da difendere contro qualcun altro. Come privilegio che i politici eletti nel paesino x devono difendere contro gli abitanti dell'altro paesino y per raggranellare effimero, e a lungo termine disastroso, consenso.

E mi piacerebbe che chi è razzista, anche solo culturale, cioè chi sente in cuor suo di appartenere a una cultura, o peggio ancora a una religione, superiore, lo ammettesse una volta per tutte.
Niko, la realtà è che sei un po' immaturo.
Non è che non si vuole aiutare le persone e i paesi in difficoltà. E' che deportare tutta l'Africa in Italia non significa aiutarli.
E' esattamente la stessa differenza che passa tra "diamogli un pesce o insegnamogli a pescare".
Ma la tua totale IMMATURITA' ti impedisce di vederlo.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

Salve myfriend: un piccolo appunto circa razzismi e superiorità : citandoti : "E mi piacerebbe che chi è razzista, anche solo culturale, cioè chi sente in cuor suo di appartenere a una cultura, o peggio ancora a una religione, superiore, lo ammettesse una volta per tutte".
Ma come mai quelli che affermano che le razze non esistono (andate però a raccontarlo a cani, cavalli, buoi etc.) affermando quindi il completo egualitarismo che dovrebbe vigere all'interno dell'umanità sono altrettanto pronti a strillare che - a livello individuale - le differenze, le identità etc. sono patrimonio prezioso che va tutelato a tutti i costi ?.

Questa parola - "razzismo" -  ha ormai rotto le scatole..........ma proprio in modo esagerato, sai ? .................. proporrei di sostituirla con "etnismo" (non si vorrà forse negare l'esistenza delle etnie, vero?) mentre per quanto riguarda vere o presunte superiorità razziali, etniche, evoluzionistiche, sociali, storiche, culturali, intellettuali, mentali, artistiche............proporrei di rimpiazzarle con il termine "diversità" (oppure rischiamo di offendere qualcuno trovandolo diverso da noi ??).

Per quanto poi riguarda le intime convinzioni di ciascuno circa la propria od altrui superiorità od inferiorità - per belle o brutte, giuste o sbagliate che possano risultare................non capisco come la cosa possa riguardarti. Nei confronti degli altri noi contiamo per quello che diciamo o facciamo, non per quello che pensiamo o sentiano. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

#32
Viator, suppongo che ti riferisci a me perché inizi con "salve myfriend" ma poi citi me e rispondi a me, quindi suppongo che il tuo iniziale "salve myfriend" sia un refuso.

Ti rispondo, dunque:



Per quanto riguarda la prima parte del tuo post resto veramente allibito di quanto sia gratuita la tua polemica,

le razze umane non esistono e tu stesso lo sai e affermi di saperlo (La scienza afferma che le razze umane non esistono e tu altrove, nel topic che hai aperto intitolato "razze", dici di saperlo e di essere d'accordo, che non esistono! Però qui vieni a fare polemica gratuita con me non si capisce bene perché e su cosa, come se invece le razze esistessero!).

Le differenze interindividuali somatiche e psicologiche tra gli uomini invece esistono, gli esseri umani pur non suddividendosi in razze, sono tutti diversi

Quindi, se permetti, si possono esalare, rimarcare e difendere le differenze interindividuali umane, che esistono, e non le razze, che invece non esistono, senza con ciò essere ne antiscientifici ne incoerenti.

Capitolo chiuso, in una polemica così assurda non voglio veramente più entrarci.



Per quanto riguarda la seconda parte del tuo post, dove parli della parola razzismo, e proponi di sostituirla con etnismo, la trovo più sensata, ma quello che tu vorresti chiamare etnismo, è quello che io chiamo razzismo culturale, quindi parliamo della stessa identica cosa solo che tu la chiami con un neologismo io no.

Ma per me, e forse non per te, il razzismo culturale è una brutta bestia, perché no, non conta solo quello che diciamo o facciamo, anche quello che sentiamo e pensiamo conta e influenza inevitabilmente quello che diciamo e facciamo, quindi se uno pensa una cosa assolutamente stupida, come il pensiero di appartenere ad una cultura, etnia, religione o nazionalità superiore alle altre, insomma a una religione o una cultura con un destino o uno status di superiorità, o peggio di diritto al dominio, farà e dirà anche cose stupide, perché guidato nel suo dire e nel suo fare da un pensiero stupido, non so se rendo l'idea.

In poche parole per me il razzismo culturale è una vergogna quasi come quello biologico, non una legittima convinzione o un qualcosa che riguarda l'intimità inviolabile delle persone.

Essere individui moderni significa avere in sé un briciolo di tolleranza, relativismo, capacità di astrazione dal concreto e dall'immediato e oserei dire anche di nichilismo nel senso Nietzchano del termine: sebbene la convinzione che la propria cultura sia superiore a prescindere sia una convinzione radicatissima, diffusissima e in una certa misura spontanea (La convinzione che la propria cultura sia La Cultura, oltre ogni relativismo), e sebbene questa convinzione abbia, o almeno abbia avuto, una certa indiscutibile utilità pratica in certe situazioni, penso che per essere cittadini del duemila e non trogloditi questa convinzione bisogna in qualche modo superarla. Lasciarsela alle spalle. Capire che le situazioni in cui tale convinzione serviva ed era evoluzionisticamente adattiva sono storia, sono passate.

L'"etnicità" non è una scelta, è solo la conseguenza di un luogo di nascita casuale. Se si sposano i valori del proprio luogo di nascita, bisogna farlo criticamente, cioè sapendo e tenendo ben a mente che dove si è nati è un puro caso, e tutto quello che si prende dai luoghi comuni del posto dove si è nati va filtrato con la ragione e con la critica.
Non si potrà mai rivendicare, se non ipocritamente, il caso come virtù, quindi quello che realmente ti appartiene a livello valoriale è quello che hai fatto e scelto come individuo, e a livello relazionale i compagni di strada che hai avuto e ti sei scelto, il giardino epicureo che il saggio si costruisce con le sue forze astraendosi nella giusta misura dalla società; la massa che trascende in grande le persone che ti puoi scegliere, che trascende il giardino, quindi il paese, la religione, la lingua eccetera, ma anche il fatidico sistema  microsociale che trascende in piccolo le persone che ti puoi scegliere perché ti ci trovi dentro volente o nolente, ovvero la famiglia d'origine, vanno sempre valutati criticamente perché non sono per l'individuo razionale oggetto di scelta, ma di cieco caso: emanciparsi dal caso vuol dire filtrare con la ragione gli insegnamenti culturali e familiari, e la prima emancipazione e quella dal pensare che gli insegnamenti "originari", provenuti dalla famiglia e dalla cultura, siano "superiori" agli altri, o, che è lo stesso, unici e univoci, privi di alternativa: nell'età della ragione bisogna semmai riscegliere, scegliere razionalmente per una seconda volta, se (ancora) ci piace e ci rappresenta, quello che si è dato per scontato come unico valore da bambini o comunque da "immaturi"; ma per scegliere una seconda volta ci vogliono il nichilismo e il relativismo, cioè bisogna vedere quanto di insegnamenti e valori in origine ci era presentato come sacro e superiore a tutto il resto come un oggetto possibile di scelta giacente "profanato" insieme a tutto il resto, e proprio per questo liberamente (ri)sceglibile; bisogna scegliere da quali "culture" in senso lato ereditate dalla nascita o incontrate lungo la strada farsi degnamente raprresentare, senza considerarne nessuna sacra o superiore, perché considerarne qualcuna sacra o superiore inficia la scelta, e ripropone lo scacco psicologico ed esistenziale dell'essere vittime passive del caso, che è la condizione del bambino o dell'immaturo, che nasce in un paese, in una famiglia, in un continente, in un pianeta, senza esserne responsabile e senza sapere il perché, e si aggrappa ai valori di quella famiglia o di quel paese per svilupparsi e per sopravvivere, senza coscienza di un'alternativa quindi senza una condizione guadagnata di individuo razionale.

Questo discorso potrà apparire lungo e complicato, o lontano da ogni cultura e troppo relativista, in realtà lo "scegliersi" la patria e non "avere" la patria "per nascita" è la condizione e il discorso tipico della borghesia europea illuminista settecentesca, fare il grand tour, cioè viaggiare da giovani per le principali capitali europee, perché la patria è l'oggetto di scelta dell'individuo razionale adulto e non una questione di sangue e di nascita; l'individuo (ovviamente ricco e che se lo può permettere, quindi stiamo parlando dell'elite) si sceglie la patria da adulto come vota da adulto e fa politica e si assume un impegno professionale da adulto, e per scegliersela deve aver viaggiato, perché dovrà avere una patria per la sua concreta vita e per i suoi ideali, che non è affatto detto che sia quella dove è nato. Il relativismo e la tolleranza, che vengono fatti passare da certa destra becera come apolidismo e assenza di cultura sono la nostra cultura e sono l'idea settecentesca di cittadinanza europea, che poi sarà spazzata via dell'idea di nazione (nazione che è imposta da un destino a cui ci si deve misticamente conformare)  e non più di patria (oggetto di scelta razionale dopo aver vagliato razionalmente delle alternative)  che dominerà tutto l'ottocento, con il tentativo napoleonico di esportare la rivoluzione francese con le armi e con l'impero.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

myfriend

@niko
Difendere e preservare la propria cultura e quindi l'identità di un popolo, della sua storia e delle sue tradizioni, non significa pensare che la propria cultura sia superiore. Ma solo che è preziosa e importante.

Si ritiene invece superiore agli altri "culturalmente" colui che dice "le culture sono una cosa arcaica, dobbiamo spazzarle via, dobbiamo mischiarle, dobbiamo creare una società multiculturale". E' questo il vero "razzista culturale", cioè colui che vuole imporre una propria cultura "multiculturale" ritenuta superiore rispetto alle altre ritenute arcaiche.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

niko

#34
Citazione di: myfriend il 23 Dicembre 2019, 09:14:03 AM
@niko
Difendere e preservare la propria cultura e quindi l'identità di un popolo, della sua storia e delle sue tradizioni, non significa pensare che la propria cultura sia superiore. Ma solo che è preziosa e importante.

Si ritiene invece superiore agli altri "culturalmente" colui che dice "le culture sono una cosa arcaica, dobbiamo spazzarle via, dobbiamo mischiarle, dobbiamo creare una società multiculturale". E' questo il vero "razzista culturale", cioè colui che vuole imporre una propria cultura "multiculturale" ritenuta superiore rispetto alle altre ritenute arcaiche.

Ok, ma quando si fanno discorsi del tipo "gli africani se lo meritano di essere sottosviluppati perché non hanno voglia di lavorare" , oppure "gli islamici sono rimasti al medioevo", "i rom sono tutti ladri" si sta supponendo che la propria cultura sia superiore, non solo preziosa e importante. Siccome discorsi di questo tipo sono abbastanza frequenti, mi viene conseguentemente da pensare che un bel po' di persone pensiono che la loro cultura sia superiore, non solo preziosa e importante. Penso anche che molte persone lo hanno da sempre pensato, di essere superiori, solo che ultimamente il razzismo da una cosa di cui vergognarsi che era, sta diventando una cosa trendy, da esternare in pubblico.

Poi soprattutto il superamento, e in una certa, minore, misura, anche il miscuglio delle culture, sono una conquista culturale recente dell'occidente stesso, un atteggiamento e un modo di pensare tipicamente novecentesco (marxismo, psicoanalisi, antropologia e paradossalmente anche il pensiero dei totalitarismi di destra, che facevano un uso razionale dell'irrazionale e sostituivano la cultura con l'ideologia), quindi se dico che a me personalmente non me ne frega nulla se vengono spazzate via e mescolate tutte le culture anzi lo auspico, non sono un apolide e un senza cultura, rappresento un aspetto recente, che probabilmente  a te non piace, della nostra cultura.

La nostra cultura è transculturale, un ponte tra il vecchio concetto di cultura e quello che verrà: io ho parlato del novecento per fare l'esempio più eclatante e tragico del secolo in cui la cultura viene sostituita dall'ideologia e le ideologie contrapposte si fanno guerra, ma questo superamento occidentale della cultura è un processo di lungo corso, che è iniziato con la riforma protestante e la secolarizzazione (e il nesso con il capitalismo che ci ha voluto vedere Weber) e non si è più fermato facendoci diventare la prima società laica, se non in un certo senso atea, sulla faccia della terra, anzi forse aveva le sue radici ancora più indietro, nell'escatologia cristiana in generale, che ci ha insegnato a considerare il futuro migliore del passato, a differenza di quasi tutte le altre culture del mondo. Completano il quadro l'avvento della scienza e la fiducia in essa fino agli eccessi dello scientismo: scienza e visione tradizionale del mondo non vanno molto d'accordo ma soprattutto l'universalità della scienza e della tecnica portano nuova forza al sogno di una cultura unificata, quindi di un superamento di tutte le culture. 

Poi se qualche populista regressivo e conservatore non accetta questo aspetto "anticulturale" o meglio transculturale della nostra cultura me ne farò una ragione, ma non pretenda di essere lui il difensore delle culture in generale, se non ha compreso e accettato nemmeno tutti gli aspetti della nostra, di cultura ;-)
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

@niko
Se astrai la cultura dall'economia e dall'ambiente puoi fare tanta escatologia cristiana ma poco marxismo. Appunto: cattocomunismo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve niko e myfriend. Mi scuso con entrambi per avervi scambiato nel mio intervento nr. 31. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: niko il 23 Dicembre 2019, 12:03:48 PM

Penso anche che molte persone lo hanno da sempre pensato, di essere superiori, solo che ultimamente il razzismo da una cosa di cui vergognarsi che era, sta diventando una cosa trendy, da esternare in pubblico.

Poi soprattutto il superamento, e in una certa, minore, misura, anche il miscuglio delle culture, sono una conquista culturale recente dell'occidente stesso, un atteggiamento e un modo di pensare tipicamente novecentesco (marxismo, psicoanalisi, antropologia e paradossalmente anche il pensiero dei totalitarismi di destra, che facevano un uso razionale dell'irrazionale e sostituivano la cultura con l'ideologia), quindi se dico che a me personalmente non me ne frega nulla se vengono spazzate via e mescolate tutte le culture anzi lo auspico,

Ciao niko, secondo me dovresti anche farti la domanda del perché certi atteggiamenti sono diventati trendy. Le tradizioni e la cultura sono elemento di identificazione delle collettività radicate sul territorio. Quando queste comunità sentono, in qualche modo, minacciate queste tradizioni, producono reazioni che a livelli estremi sono anche di carattere razzista.
Dei politici seri dovrebbero saper prevedere queste reazioni, prendendo coscienza del fatto che una politica migratoria aperta produce questi effetti sociali pericolosi.
Riguardo poi al tuo "auspicio", permettimi di dirti che manchi di rispetto nei confronti di tutti coloro che hanno riferimenti culturali-tradizionali e che ne vogliono la continuità nel tempo, e anche della coscienza del fatto che sono proprio questi riferimenti culturali-tradizionali che sono l'ossatura delle nostre società, e di quanto di buono riescono a produrre.
Un saluto

Elia

#38
Rimanendo nella metafora...
Quando i lavandini sono vecchi, passano di moda e non sono piú adatti alle nuove esigenze della famiglia, danno problemi ed è meglio sostituirli con altri più moderni ed efficienti. La radice del problema sta nella mancanza di volontà di cambiarli, perché magari all''idraulico di famiglia conviene convincere il proprietario (magari un po' rincretinito) a tenersi il vecchio lavandino che si intasa spesso a causa del foro d'emergenza troppo largo e del foro di scarico principale senza tappo e senza filtro. L'idraulico disonesto ci guadagna e si arricchisce e la casa si allaga spesso, diventando sporca e malsana. La situazione difficilmente potrà cambiare rimanendo il solito proprietario ottuso e rincretinito. Può cambiare solo con l'arrivo di un nuovo proprietario, meno stupido e con maggiore senso di igiene, che ristrutturi e ammoderni tutta la casa. Tutto il resto sono chiacchiere. È inutile fissarsi con Salvini, non è  un polito in grado di affrontare, come occorrerebbe, questi problemi, è solo il meno peggio rispetto a tutti gli altri, al momento, inoltre ha contro tutto il potere attuale progressista e neoliberista, piú di tanto non si può fare.
Abbiamo affrontato le invasioni saracene e ottomane e non dovremmo essere in grado, oggi, di controllare e respingere la mini invasioni quotidiane attraverso una piccola parte delle nostre coste? Non c'è né la volontà né la libertà di difendere il nostro territorio.

Bravo Myfriend, è proprio come tu dici, la sinistra vuole distruggere (e in parte ci sta riuscendo) il senso dello Stato, la UE serve anche a questo, a mio parere. Mi dispiace Ipazia,  mi dispiace  Myfriend, è inutile confrontarsi con chi è  convinto di avere la verità in tasca, il divario è talmente grande che, quand'anche lo capissero, non ammetterebbero mai di sbagliarsi.
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Eutidemo

VASI COMUNICANTI
Visto che non è stato ben recepito, per spiegarmi meglio, varierò leggermente l'esempio visivo del mio TOPIC iniziale, con  l'immagine dei due stessi vasi comunicanti, ma senza coperchio e sotto la pioggia:
1)
La prima coppia dei quali, sotto SALVINI, fa chiaramente capire che il liquido che fu indubbiamente in aumento nel "vaso" delle libere coste A) (che è un valore stimato), è logicamente attribuibile "anche" al fatto che lui aveva "compresso" il liquido misurabile che pioveva nel vaso dei "porti" B), sospingendolo nel vaso delle "coste" (vedi NOTA); per cui, quando lui proclama che è diminuito il numero "complessivo" delle partenze e, di conseguenza, il numero complessivo degli sbarchi, dice una cosa erronea -in quanto non misurabile-, perchè la somma di un numero conosciuto (porti) e di un numero sconosciuto (coste) non è aritmeticamente  conoscibile. 
Ed infatti, quello che è INDUBBIAMENTE diminuito sotto di lui, è solo il numero "misurabile" dello sbarco dei porti; ma il numero complessivo degli sbarchi è una entità non misurabile, almeno allo stato degli atti!

2)
La seconda coppia dei quali, sotto LAMORGESE, fa capire che il liquido misurabile che piove nel vaso dei "porti" B), è sicuramente aumentato, da quando la Lamorgese li ha riaperti; però, proprio perchè il livello del liquido si è innalzato nel vaso B), per mancanza di "compressione verso il basso" (come ai tempi di Salvini),   dovrebbe, di conseguenza, essere logicamente un po' diminuito il livello del vaso A), anche secondo i primi timidi indizi. 
Quello che è INDUBBIAMENTE è aumentato sotto la Lamorgese, è solo il numero misurabile dello sbarco dei porti, ma non si può asserire che sia aumentato "con certezza" anche il numero complessivo degli sbarchi è una entità non misurabile, almeno allo stato degli atti!


***
In conclusione, in via congetturale, a seconda dei diversi orientamenti politici, si può presumere sia una cosa che l'altra; ma nessuno dei due schieramenti politici può asserire con "certezza oggettivamente misurabile" il suo assunto.

***
Personalmente, in via di mera "congettura probabilistica", io tendo comunque a ritenere che sotto Salvini il numero "complessivo" di migranti diretti verso l'Italia sia effettivamente diminuito (sebbene meno di quanto lui va propagandando), perchè il nostro Paese, con lui al governo, è divenuto indubbiamente molto meno "attrattivo"; non solo per i migranti poveri provenienti dall'Africa, ma, purtroppo, anche per i migranti con competenze qualificate provenienti dal resto d'Europa e del mondo (per non parlare degli imprenditori esteri, e dei loro capitali).
Per non parlare del BOOM di emigrazione all'estero degli stessi Italiani! :(

***
Buon 2020 a tutti! :)
 

NOTA:
Ed infatti, come già ho scritto, all'epoca di Salvini, in base ai rapporti della polizia, ci fu: "... un ingente aumento degli sbarchi fantasma come effetto del mutamento delle politiche migratorie generali e del conseguente allontanamento delle imbarcazioni delle Ong dai porti". Venne altresì evidenziato come "...vengono realizzati sempre più spesso sbarchi da parte di migranti irregolari che, giunti a destinazione, riescono a sfuggire ad ogni vigilanza sulle  libere coste, e ad operare al di fuori dei circuiti istituzionali dell'accoglienza."

Ipazia

Aldilà di tutti i paragoni idraulici, resta assodato che un atteggiamento antagonista all'immigrazione clendestina è più efficace di uno umanitario e collusivo, per cui se la si vuole bloccare è meglio il primo.

Sopra ho già esposto i motivi per cui è irrilevante come arrivano. Il problema è che quando arrivano qui per molti paesi di vera, o dichiarata, provenienza è assai difficile il rimpatrio, per cui l'unica strategia valida, in attesa di accordi vincolanti con i paesi di provenienza e di transito, è bloccare tutte le vie di immigrazione clandestina o non motivata al permesso di soggiorno.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

#41
Ciao Ipazia.
Sono perfettamente d'accordo con te che un (intelligente) atteggiamento "antagonista" all'immigrazione clandestina è indubbiamente più efficace di uno "collusivo"; quello "umanitario", invece, va indubbiamente perseguito,  nei limiti previsti dall'art.10 della Costituzione e dai trattati internazionali (evitando gli abusi). ;)

***
Non sono invece d'accordo con te sul fatto che sia "irrilevante come i migranti arrivano".
Ed infatti:
- se hai ragione nel dire che quando arrivano qui, sbarcando nei porti,  per molti paesi di vera, o dichiarata, provenienza è assai difficile il rimpatrio;
- hai invece torto nel non capire che, quando arrivano qui, NON sbarcando nei porti (in quanto "chiusi"), bensì sbarcando sulle coste non sorvegliate, il loro rimpatrio diviene "ancora più difficile" di quando sbarcano nei porti...perchè prima tocca"mettergli il sale sulla coda"! :)

***
D'altronde, poichè tra quelli che sono sbarcati nei porti a tutto giugno 2018, circa il 40% ha avuto riconosciuto il DIRITTO di restare in Italia, non è mica che puoi impedire a tutti lo sbarco solo per risparmiarti la fatica di fare la cernita tra chi ha diritto e chi no; sarebbe come buttare via il bambino con l'acqua sporca.

***
I dati di coloro la cui domanda di asilo è stata accolta (39%), sono quelli forniti dal Ministero degli Interni (da gennaio a giugno 2018) , così come riportati dal GIORNALE, che, sicuramente, non è un quotidiano "immigrazionista".
http://www.ilgiornale.it/news/politica/migranti-i-numeri-viminale-6-su-10-non-sono-profughi-1542773.html

***
In ogni caso:
- anche a voler ridurre al massimo le ipotesi di accoglienza umanitaria (come ha fatto Salvini col decreto (in)sicurezza di fine 2018);
- resta comunque una quota di circa l'8%/10%, che, anche secondo Salvini, ha in ogni caso il DIRITTO di essere accolto il Italia.
Per cui, un "respingimento collettivo", impendendo lo sbarco a TUTTI, è palesemente:
- arbitrario;
- illegittimo;
- ingiusto.

***
Ovviamente, non è neanche giusto che ad operare la cernita tra chi ha diritto all'asilo e chi no (che è molto onerosa), debba essere "esclusivamente" il Paese dove i migranti sbarcano, cioè, principalmente, l'Italia; ed infatti, per fortuna, con la Lamorgese i ricollocamenti in Europa si sono "decuplicati".
Fermo restando che, secondo me, si deve lavorare di più (come pure si sta facendo) al superamento del TRATTATO DI DUBLINO.

***
Però, purtroppo, quelli che grazie alla chiusura dei porti erano sbarcati sulle coste, e che ormai si sono dati alla macchia, è ovviamente molto più difficile:
- sia ricollocarli;
- sia rimpatriali;
Per cui, se ci rifletti bene, non è affatto  "irrilevante come i migranti arrivano". ;) 

***
Avere un "autentico" atteggiamento "antagonista" all'immigrazione clandestina, significa  attuarlo in modo più intelligente ed efficace, e non con meri semplicistici "clichè" e luoghi comuni propagandistici.
Che, invece di risolvere il problema, lo aggravano! :(

Un saluto! :)

Ipazia

#42
Caro Eutidemo io prediligo, forse per deformazione professionale, la prevenzione primaria su quella secondaria, e quindi tutte le forme che spostano verso la fonte la soluzione materiale e strumentale del blocco all'immigrazione clandestina.

Prevenzione primaria di comodo, puoi obiettare, perchè non considera tutte le cause primarie dell'immigrazione clandestina, ma solo quelle che sono compatibili con le nostre necessità e limiti economici. Su questo a te, e a tutti gli "umanitari", posso dare ragione, ma quando la coperta è corta meglio coprire quelli che si può che lasciare al freddo tutti strattonandola di qua e di là. Neppure si può nascondersi sotto la coperta la percentuale infima di aventi diritto prendendosi in corpo tutti coloro che non ce l'hanno (almeno sul fatto dei costi proibitivi, ovvero modalità impossibili del rimpatrio, mi pare concordi pure tu). Salvare anche un solo giusto con cento malvagi può forse aprirci le porte del paradiso celeste, ma ci apre sicuramente quelle dell'inferno terrestre. Non resta che andare a prendere il giusto a casa sua, o vicino se non ce l'ha più, filtrando così all'origine il grano dal loglio.

Meglio ancora portare giustizia a casa sua e magari interrogarsi su quanto giusto sia il giusto. E se non sia più giusto lasciarlo al destino che si è costruito con le sue mani. Pensando a Idlib e a tanti paesi africani e non ...
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Ipazia. :)
Non c'è dubbio alcuno che la cosa migliore sarebbe di mettere i migranti in condizione di non dover abbandonare la loro patria per arrivare fin qui; ed infatti, più volte, ho scritto che l'obiettivo primario da perseguire sarebbe questo.
Una volta ormai in viaggio, l'unico modo di evitare di dover fare la cernita (tra chi ha diritto d'asilo e chi no) nei Paesi Europei, sarebbe quella di creare Hotspot, Cara, Cda, Cpsa in Libia, occupando a tale scopo alcune località su mandato ONU, ed affidandoli al controllo della CROCE ROSSA INTERNAZIONALE; e fare in quelle sedi la cernita tra chi ha diritto d'asilo e chi no.
Altre soluzioni, come i lager ed i blocchi navali, sono da criminali, e, secondo me, solo un "nazista" può prenderli i considerazione; ed io, con loro, non voglio avere niente a che fare :blank: .

Un saluto! :)

Ipazia

Ciao Eutidemo,

Stai certo che finchè l'Europa si prenderà in carico i clandestini dal porto franco libico, anche attraverso la sua flotta ONG, i "lager libici che solo un nazista può prendere in considerazione" continueranno ad essere un'attrazione irresistibile per tutta l'Africa e anche un bel po' di Asia che paga pure il biglietto aereo per andarci.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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