Lettera aperta all'Europa

Aperto da Eutidemo, 21 Agosto 2019, 13:29:04 PM

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Eutidemo

Cosa mi aspetto da un nuovo governo in materia migratoria?
Nel momento in cui scrivo nessun può avere idea di quale governo ci attende; però, non escludendo ipoteticamente da esso nessuna forza politica, mi auguro, vivamente, che esso, "finalmente", affronti il problema migratorio in modo "LOGICO" (anche la politica deve avere una sua logica), senza farsi abbagliare da sirene di destra o di sinistra.

***
Al riguardo, in primo luogo, occorre tenere ben distinti i due principali aspetti del fenomeno migratorio:

A)
Le "migrazioni regolari", che qui  in Italia avvengono tramite i "decreti flussi" stabiliti dalla legge 40/1998, in base alla richiesta di manodopera da parte dei vari settori produttivi; e che, ovviamente non costituiscono certo un problema, bensì una RISORSA.
Ed infatti, sul tale punto, fortunatamente, non mi pare che sussistano sostanziali punti di divergenza tra le varie forze politiche, salvo qualche idiota che cerca di "buttarla in caciara"; a cominciare dai folli sostenitori dell'esistenza del cosiddetto "Piano Kalergi", la cui assurdità non merita commenti.

B)
Le "migrazioni irregolari", le quali, invece, costituiscono effettivamente un grave problema, sul quale sussistono notevoli punti di divergenza tra le varie forze politiche; sebbene, paradossalmente, tali punti di divergenza non avrebbero alcuna ragione di essere, se gli "attori politici", secondo me, ragionassero a fil di logica.
Ed infatti, ovviamente, NESSUNO (matti a parte), pensa che chiunque giunga in Italia in modo irregolare debba in ogni caso ottenere la cittadinanza, o il "permesso di soggiorno permanente", in quanto:
1)
il DIRITTO di restare spetta soltanto a coloro che possono "effettivamente"  vantarlo, in quanto sono da considerarsi profughi, in base alle Convenzioni Internazionali ed all'art.10 della nostra Costituzione (semmai si tratta di ampiare o restringere le "zone grige");
2)
il DIRITTO di restare, invece, non spetta affatto a coloro che giungono irregolarmente qui per altri motivi, eminentemente economici: i quali, non avendo seguito il rituale iter dei "decreti flussi", devono essere rispediti quanto prima nel Paese di provenienza.

***
Ed ora seguitemi bene: ;)
°
A parte l'imprescindibile aspetto umanitario e legale, i soggetti di cui al punto 1) risultano essere una minoranza sicuramente gestibile; soprattutto se tali "rifugiati" venissero tutti equamente ed obbligatoriamente ridistribuiti in Europa (come, in effetti, in parte già prevedevano gli accordi del 2015).
°
I soggetti di cui al punto 2), invece, risultano essere una maggioranza molto più difficilmente gestibile, soprattutto per le difficoltà di rispedirli nel Paese di provenienza per carenza di accordi bilaterali in tal senso.
°
Il vero PROBLEMA, peraltro, consiste nel distinguere i soggetti di cui al punto 1)  dai soggetti di cui al punto 2), in quanto essi arrivano irregolarmente tutti insieme aspirando ad ottenere il diritto di asilo sotto la denominazione di "rifugiandi"; e, poichè essi non possono essere ovviamente respinti "in massa", nè umanamente, nè logicamente, nè legalmente, in base al divieto di respingimenti collettivi in base all'articolo 4 IV Protocollo aggiuntivo Cedu, si pone il gravoso problema:
- del loro mantenimento ai fini degli accertamenti del caso,  
- del costo del loro eventuale rimpatrio,
- nonchè, soprattutto, della competenza territoriale di chi deve assumersi tali onerose incombenze.

***
Secondo me, quindi, il vero problema non riguarda nè gli immigrati regolari (che sono una risorsa per l'Europa, e vengono richiesti dalle aziende dei vari Paesi), nè gli immigrati irregolari aventi effettivamente diritto all'asilo (che costituiscono una quantità gestibile dall'Europa), bensì i RIFUGIANDI.
Nessun Paese europeo li vuole, poichè:
a)
il loro numero è (relativamente) rilevante;
b)
è costoso mantenerli, fino a che non si è riusciti a stabilire chi ha diritto di restare e chi, invece, no;
c)
una volta effettuata tale onerosa cernita, in assenza di accordi bilaterali, è difficilissimo se non impossibile rispedirli nel Paese di origine;
d)
anche qualora ciò risulti possibile, il trasferimento ha un costo "pro-capite" non indifferente.

***
Tali circostanze fanno sì che la maggioranza dei Paesi europei:
1)
Appellandosi all'art. 98 della Convenzione Unclos del 1982, il quale stabilisce che le navi che raccolgono in mare dei naufraghi, devono sbarcarli: a) nel porto più SICURO b) nel porto più VICINO al luogo di raccolta dei naufraghi, sostengono che gli sbarchi debbano avvenire nei Paesi "frontalieri" del Mediterraneo, cioè, principalmente, Spagna, Italia e Grecia.
2)
Appellandosi all'art.6 del Trattato di Dublino, pretendono, poi, di scaricare l'accoglienza e la cernita dei "rifugiandi" sui soli "Paesi di primo ingresso", che, appunto, per ragioni geografiche, sono precipuamente quelli sub 1); limitandosi, in base all'accordo del 2015, a prendersi successivamente in carico, in via obbligatoria, solo quelli che abbiano ottenuto la qualifica di "rifugiati" (cioè, che hanno ottenuto il diritto all'asilo).
Il che, secondo me, è pretendere un po' troppo! >:(

***
Una volta messa così a fuoco la situazione all'"arrivo dei migranti", nel rinviare al mio TOPIC "Migrazioni: una responsabiltà collettiva": https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/migrazioni-una-responsabilta-collettiva/
ribadisco che la problematica migratoria va affrontata a vari livelli:
A)
Di partenza, cioè cercando di eliminare, o, quantomeno, di limitare al massimo le cause dell'esodo "irregolare" ed "incontrollato" dall'Africa.
B)
Di viaggio, cioè cercando di respingere ed intrappolare in "Paesi Tappo" i migranti durante il tragitto verso l'Europa; soluzione, questa, che ritengo umanitariamente "impercorribile" e praticamente del tutto "inefficace" (ivi compresi i "porti chiusi" e i "blocchi navali").
C) Di arrivo, cioè cercando:
- di ridistribuire nel modo più equo e razionale possibile in tutta Europa i "rifugiandi", a prescindere dal "Paese di primo ingresso";
- di addossarne almeno in parte il costo sulle istituzioni europee centrali;
- di intervenire come Europa, per agevolare i rimpatri, con trattative "unitarie" con i Paesi di origine.

***
Premesso quanto sopra, a mio sommesso avviso, qualsiasi nuovo Governo si darà il nostro Paese, se vuole avere una minima prospettiva di durata, una tra le prime cose che dovrebbe fare, sarebbe quella di inoltrare alla Commissione europea una sorta di "lettera aperta" del seguente o analogo tenore.

***
LETTERA APERTA
<< Al fine di gestire collettivamente, nel modo migliore possibile, il fenomeno delle "migrazioni irregolari" che cercano di filtrare in Europa attraverso i Paesi frontalieri, si propone di siglare quanto prima un accordo che si basi precipuamente sui seguenti punti:
1)
Ai sensi dell'art. 288 del TFUE, la materia migratoria verrà disciplinata attraverso Regolamenti obbligatori per gli Stati membri, con misure di esecuzione demandate alla Commissione Europea.
2)
Viene confermata la piena vigenza dell'art. 98 della Convenzione Unclos del 1982, il quale stabilisce che le navi che raccolgono in mare dei naufraghi, devono sbarcarli:
a) nel porto più SICURO
b) che sia anche il più VICINO al luogo in cui sono stati raccolti i naufraghi.
Saranno tuttavia emanate norme molto severe in caso di comprovata simulazione di naufragio da parte di chiunque effettui o collabori a tale simulazione; da accertare, ovviamente, in via giudiziaria.
3)
Viene invece modificato l'art.6 del Trattato di Dublino, in quanto, d'ora in poi, i "rifugiandi" non saranno più di competenza esclusiva dello Stato "di primo ingresso", bensì dovranno essere ridistribuiti equamente in "tutti" i Paesi Europei; ciò, in base ad un riparto proporzionale stabilito annualmente da una apposita commissione europea da creare a tale scopo.
4)
I naufraghi e i migranti comunque irregolarmente sbarcati in un qualsiasi porto dell'Unione, saranno trattenuti in appositi "hot spot" gestiti da tale commissione, per essere ridistribuiti nel Paese di sbarco e nel resto dei Paesi europei entro e non oltre un mese; con spese di viaggio e di trasporto a carico dei Paesi di destinazione.
5)
Le spese sostenute dai Paesi di destinazione per il mantenimento e la cernita dei "rifugiandi", saranno in parte da stabilirsi, a carico dell'Europa nel suo complesso.
6)
Le spese sostenute dai Paesi di destinazione per il rimpatrio di coloro a cui non viene riconosciuta la qualifica di rifugiato, saranno in parte da stabilirsi, a carico dell'Europa nel suo complesso.
7)
L'Unione Europa si assume il compito di trattare direttamente con i Paesi di rimpatrio:
a)
cercando di aumentare il più possibile gli aiuti finanziari, economici ed umanitari, volti a contenere eventuali futuri esodi migratori da tali Paesi;
b)
riducendo proporzionalmente tali sussidi, nel caso in cui tali Paesi pongano ostacoli o ritardi di qualsiasi tipo al rimpatrio dei loro migranti irregolari (la cui partenza non sono stati in grado di evitare);
c)
sanzionando pesantemente i Paesi di provenienza, qualora rifiutino tali rimpatri.>>

***
Ovviamente, il contenuto della lettera è stato "semplicizzato" al massimo, ma spero che renda abbastanza l'idea di come dovrebbe essere una comunicazione più "formale"; e, comunque, spero che una lettera del genere appaia abbastanza ragionevole e condivisibile da chiunque, a prescindere dal suo orientamento politico.
Magari può sembrare un po' troppo "utopistica", questo è vero; ed infatti è molto probabile che ad essa verrebbe inizialmente opposto un diplomatico "fin de non-recevoir", quantomeno per prendere tempo.
Però è anche vero che l'invereconda figura fatta dall'intera Europa, e, soprattutto, dal nostro Paese, con la deprecabile vicenda dei "porti chiusi", dovrebbe indurre l'intera Europa a svegliarsi, e ad assumersi FINALMENTE le sue responsabilità collettive. ;)

Elia

A parte il fatto che per arrivare ad un accordo del genere ci vorrebbero anni. 
Lasciamo perdere il piano Khalergi, ma io rimetterei in discussione, alla luce dell'attuale situazione migratoria insostenibile e della situazione economica, anche la legge 40/1998, le leggi riguardanti gli immigrati comunitari e le norme internazionali per renderle piú restrittive. 
Non mi sembra siano state proprio una RISORSA. Potrei prendere molti esempi, ma non è questo l'argomento del topic.
Inoltre, le "migrazioni irregolari" devono pur avere una fine, perché anche gli altri paesi europei, come l'Italia, incominciano ad esserne saturi, hanno un limite di gestione. A quel punto come si crede di poter impedire il flusso migranti se, primo, non si stronca seriamente il traffico a cominciare  dalle ong; secondo, se Francia e altri paesi colonizzatori non lasciano in pace le terre africane, come la Libia, causando guerre e povertà per poi far subire le conseguenze all'Italia? 

Immagino poi i sotterfugi che i singoli Paesi europei adotterebbero in vista di proprie difficoltà economiche pur di evitare la propria quota di immigrati. Inoltre sarebbe l"ennesimo obbligo della UE che ricadrebbe sui paesi membri, per poi riversarsi su quelli piú deboli.
E se un Paese volesse decidere per esigenze interne di chiudere i porti o le frontiere? 
Mah. A mio avviso sono giá stati fatti ormai troppi errorri dalla UE e da una certa politica italiana, a monte e a valle, e non vedo altre soluzioni  se non quelle piú drastiche.
Un governo italiano serio dovrebbe imporsi in UE con le buone o con le cattive, stare a discutere perdendo solo tempo od ottenendo compromessi ridicoli significa sottomettersi,  farsi prendere in giro e soccombere.
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Elia

Inoltre, secondo te, seriamente, tra i politici di sinistra e centrosinistra, che adesso si appresteranno a governare insieme al partito jolly 5Stelle, tutti filoeuropeisti, o meglio lacchè dell'Europa, pronti ad abbassare la testa, che vanno d'accordo con la Merkel e la Francia (quest'ultima ricordo che per danneggiare l'Italia e fare i propri interessi scatenò la guerra in Libia con le conseguenze che ben conosciamo) sarebbero capaci di  mandare una lettera del genere? 

Non ne hanno il coraggio, ma nemmeno l'intenzione, né la capacità, né la serietà e l'autorevolezza necessaria anche solo per concepirla una lettera siffatta. Non sono capaci 

proprio di niente se non  di danneggiare  l'Italia come hanno già fatto. Li abbiamo già visti all'opera e si sta vedendo in queste ore come toccano il fondo pur di tornare a "governare"; con o senza consenso elettorale. D'altronde, sia se vincono, sia se perdono le elezioni, in qualche modo ce li ritroviamo sempre al Governo. È un incubo. Ecco il significato ed ecco perché  occorrono "pieni poteri" alla Destra (possibilbilmente senza forza italia), cioè  un consenso elettore cosi  ampio da consentirle di governare seriamente.
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Eutidemo

Ciao Elia :)
Riguardo alle tue interessanti considerazioni, osservo quanto segue.

1)
Quanto alla legge 40/1998, neanche Salvini ha mai lontanamente pensato di abolirla o di  modificarla:
- sia perchè si rende conto anche lui che è uno dei mezzi principali per contrastare l'immigrazione economica irregolare, che a lui decisamente non piace (e neanche a me);
- sia perchè, in base a tale legge, quest'anno ha potuto far affluire in Italia più di 30.000 extracomunitari su pressante richiesta dei nostri comparti produttivi, i quali, essendo per lo più del Nord, costituiscono lo "zoccolo duro" del suo elettorato.

2)
Quanto alle leggi riguardanti gli immigrati comunitari e le norme internazionali per renderle piú restrittive, bisogna vedere di preciso a quali specifiche fattispecie ti riferisci.

3)
Quanto al fatto che le "migrazioni irregolari" debbano essere tenute sotto controllo, perché, ovviamente, oltre un certo limite, non potrebbero essere adeguatamente "gestite" nè dall'Italia nè dall'Europa nel suo complesso, questo nessuno che abbia un minimo di materia grigia può metterlo in dubbio; tutto sta a vedere con quali mezzi contenere il fenomeno, così come da me trattato nel mio topic "Migrazioni: una responsabiltà collettiva":
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/migrazioni-una-responsabilta-collettiva/

4)
Quanto a stroncare il "traffico criminale" dei migranti, laddove giudiziariamente accertato come tale, sono perfettamente d'accordo con te; ti ringrazio dell'osservazione, per cui ritengo che la mia ipotesi di "lettera aperta", grazie al tuo suggerimento, andrebbe integrata con la seguente ulteriore clausola:
<<L'Unione Europa si assume l'impegno a collaborare attivamente con i Paesi "frontalieri" (scusatemi se uso il termine in modo un po' improprio), al fine di contrastare il "traffico criminale" dei migranti, sia che esso avvenga via mare, sia che esso avvenga via terra o per via aerea>>.
Però, ovviamente, bisogna essere abbastanza intelligenti da capire che la lotta al "traffico criminale" dei migranti, è una terapia:
- "sintomatica", che cioè  consiste nel sopprimere o mitigare i sintomi di una malattia;
- ma non "eziologica", diretta cioè  a rimuovere la causa di una determinata malattia.
Cioè, limitarsi a tale lotta (che, pure, è "indispensabile") sarebbe come voler curare l'emofilia con i cerotti!

5)
Sono anche d'accordo con te, come diffusamente esposto nel mio topic sopra richiamato, che se il mondo occidentale (e non solo lui), la smettesse di derubare e "sfrocoliare" l'Africa, causando guerre, desertificazione e povertà, il fenomeno migratorio o non ci sarebbe affatto, oppure sarebbe di entità molto minore.

6)
Quanto agli ipotetici  sotterfugi che i singoli Paesi europei potrebbero adottare in vista di proprie difficoltà economiche pur di evitare la propria quota di immigrati, ti ricordo che l'eventualità patologica non è un buon argomento per destituire di fondamento una soluzione fisiologica; sarebbe come non imporre tasse di alcun genere, solo per il fatto che molti singoli cittadini cercano di evaderle o di eluderle.

7)
Ovviamente, se un Paese volesse decidere per esigenze interne di chiudere i porti o le frontiere, secondo me dovrebbe essere estromesso dall'Unione, con i relativi minimi vantaggi e massimi svantaggi che ne conseguono: "ubi commoda ibi incommoda"!

8)
Quanto alle soluzioni  drastiche, mi potrebbe anche andare bene, purchè non siano nello stesso tempo:
- disumane;
- stupide;
- inefficaci.

9)
Quanto al fatto che un governo italiano serio dovrebbe imporsi in UE "con le buone o con le cattive", e che "stare a discutere perdendo solo tempo od ottenendo compromessi ridicoli significa sottomettersi,  farsi prendere in giro e soccombere", secondo me, senza offesa, a me pare un atteggiamento alquanto bambinesco e controproducente.
Prova a comportarti così in una riunione di condominio, e vedrai cosa ottieni: UN PUGNO DI MOSCHE!
In una comunità, infatti, per ottenere i propri scopi bisogna saper TRATTARE (non assentarsi 6 volte su 7 alle riunioni su Dublino, come ha fatto Salvini), accettando anche inevitabili compromessi; altrimenti non si ottiene NULLA, salvo il completo isolamento.
Il che, ovviamente, non significa certo farsi mettere i piedi sulla testa, che è una cosa ben diversa!

10)
Quanto al prossimo governo, di cui ignoriamo completamente la natura, sia esso di destra, di sinistra o di centro, come ho detto dovrebbe inoltrare una "lettera aperta" (più o meno come la mia) in Europa, per poi trattare, appunto SERIAMENTE, la questione; e non assentarsi 6 volte su 7 alle riunioni su Dublino, come ha fatto Salvini, oppure spingere il proprio Presidente del Consiglio ad accettare una mera "ridistribuzione volontaria" (invece che obbligatoria) nella riunione dell'agosto 2018, per non irritare i propri amici sovranisti d'Ungheria!
Ed infatti, paradossalmente, secondo me Salvini aveva ed ha tutto l'interesse a non risolvere "veramente" il problema migratorio, in quanto lui attinge voti proprio dal malcontento della popolazione derivante mancata "effettiva" soluzione di tale problema; lui, invece, ha tutto l'interesse a che esso rimanga ben vivo, per potersi continuare a spacciare come (finto) "salvatore dei confini della Patria" ogni qual volta qualche decina di disgraziati cerca di sbarcare in Italia. Ma chi abbia un briciolo di materia grigia, capisce bene che non è certo quello il modo per risolvere "sul serio" il problema!
Secondo me, invece, un governo che non sia "sovranista", forse, avrebbe più volontà e più "chance" di risolvere seriamente, o, quantomeno, di mitigare il problema, in quanto:
- sarebbe mosso dall'intento opposto a quello di Salvini, e, cioè, di attenuare il malcontento per il fenomeno migratorio irrisolto da cui il suo avversario attinge voti;
- potrebbe trovare maggior comprensione in Europa, in quanto questa avrebbe tutto l'interesse a favorirlo per evitare un ritorno  di Salvini.
Ma, ovviamente, le mie sono solo congetture!

Un saluto :)

Eutidemo

#4
Mostro graficamente, con l'immagine metaforica di una clessidra, come, per evitare un travaso incontrollato da A a B, sia insensato cercare di bloccare il flusso "in transito" tutto nel tubetto di collegamento C (LIBIA e simili) chiudendo i porti o con un blocco navale, perchè la "nazione tappo"  NON HA LA CAPIENZA NECESSARIA, nè la possibilità di rispedire indietro nel deserto i flussi.
Per trovare un EQUILIBRIO, occorre invece "orizzontalizzare" la clessidra, nel senso cioè, di evitare o limitare il flusso "gravitazionale" dall'Africa verso l'Europa, eliminando o riducendo le CAUSE che provocano gli esodi dall'Africa verso l'Europa.


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