La vicenda dei due Marò: Italia India 1 a 1!

Aperto da Eutidemo, 04 Luglio 2020, 06:40:34 AM

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Eutidemo

Giovedi 2 luglio 2020 il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha riconosciuto la giurisdizione italiana sul "caso Lexie", in base alla considerazione che i due marò erano in quel momento funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni.
Però, secondo il Tribunale, per il tramite dell'operato dei due marò, l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano "Saint Anthony", a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala.
Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti.

***
Per comprendere il significato di tale sentenza, a mio avviso, occorre considerare giuridicamente due aspetti diversi.

***
1) LA GIURISDIZIONE
Sotto il profilo dello Stato che ha "giurisdizione" sull'accertamento della responsabilità penale dei due marò (ancora da accertare), il Tribunale dell' Aja ha dato ragione all'Italia.
Ciò, in quanto, in quel contesto, i due marò erano "rappresentanti" dell'Italia, e, a torto o a ragione, hanno agito in tale qualità, e non a titolo personale; per cui l'India non può processarli "uti singuli", cioè per la loro eventuale responsabilità personale, la quale, invece, dovrà essere accertata da un Tribunale italiano, per conto del quale in due marò stavano operando.
Per fare un esempio, se, in guerra, un soldato uccide in combattimento un soldato avversario, e poi viene catturato dal nemico, sarà recluso come "prigioniero di guerra"; ma allo Stato nemico non verrebbe mai in mente di processarlo e condannarlo per "omicidio volontario".
Sarebbe assurdo!
Ovviamente, noi, per fortuna, non siamo in guerra con l'India, ma, secondo me, il "principio" è più o meno lo stesso, per cui la pretesa dell'India, in effetti, era del tutto arbitraria!

2) VIOLAZIONE DELLA LIBERTA' DI NAVIGAZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI.
Sotto il profilo della responsabilità civile, invece,   il Tribunale dell' Aja ha dato ragione all'India,  per cui lo Stato Italiano dovrà compensare l'India per la perdita di vite umane e per gli altri danni, fisici e morali, ai quali ho accennato sopra.
Al riguardo, per quel poco che se ne sa, almeno secondo la testimonianza dei due marò, temendo un arrembaggio (molto frequente in quei mari), dalla nave italiana essi spararono dei "colpi di avvertimento" contro il peschereccio indiano "St. Anthony"; uccidendo così, per le tesi dell'accusa, Valentine Jelastine e Ajeesh Pink, due dei pescatori a bordo.

Secondo me, al riguardo, i casi sono due:

a)
Se i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" direttamente con "alzo zero" in direzione del peschereccio indiano, cioè ad altezza d'uomo, sono sicuramente responsabili per omicidio colposo nei confronti dei due indiani, per cui:
- loro dovranno risponderne di fronte alla giustizia italiana ex art.589 CP;
- l'Italia è giustamente tenuta a risarcire il danno all'India.

b)
Se, invece, i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" in aria, o, comunque, in "area neutra" -come da "regole d'ingaggio" internazionali-, ma  l'imbarcazione straniera se n'è fregata continuando ad avvicinarsi alla nave italiana,  i due marò non hanno alcuna responsabilità se, successivamente, risultati vani i colpi di avvertimento, hanno "abbassato il tiro", cominciando a sparare con "alzo zero", cioè ad altezza d'uomo,   uccidendo così i due indiani (i due marò sarebbero stati in colpa se non l'avessero fatto), per cui:
- loro dovrebbero risultare assolti di fronte alla giustizia italiana dal reato di cui all'art.589 CP;
- l'Italia non dovrebbe essere minimamente tenuta a risarcire il danno all'India.
Il quale danno, invece, sarebbe imputabile al comandante del perschereccio, il quale, ignorando i colpi di avvertimento, aveva continuato ad avvicinarsi alla nave italiana.

***
Stando alla sentenza del Tribunale dell' Aja, sembra che si sia verificato il caso a); nella quale ipotesi la salomonica sentenza (1 a 1) sarebbe ineccepibile.
Altrimenti no; senza però escludere l'ipotesi di un eventuale "concorso di colpa"!

giopap

Citazione di: Eutidemo il 04 Luglio 2020, 06:40:34 AM
secondo il Tribunale, per il tramite dell'operato dei due marò, l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano "Saint Anthony", a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala.

in quel contesto, i due marò erano "rappresentanti" dell'Italia, e, a torto o a ragione, hanno agito in tale qualità, e non a titolo personale; per cui l'India non può processarli "uti singuli", cioè per la loro eventuale responsabilità personale, la quale, invece, dovrà essere accertata da un Tribunale italiano, per conto del quale in due marò stavano operando.
Per fare un esempio, se, in guerra, un soldato uccide in combattimento un soldato avversario, e poi viene catturato dal nemico, sarà recluso come "prigioniero di guerra"; ma allo Stato nemico non verrebbe mai in mente di processarlo e condannarlo per "omicidio volontario".
Sarebbe assurdo!
Ovviamente, noi, per fortuna, non siamo in guerra con l'India, ma, secondo me, il "principio" è più o meno lo stesso, per cui la pretesa dell'India, in effetti, era del tutto arbitraria!

Mal 'Italia, che ha compiuto un atto di guerra (o forse sarebbe meglio dire di terrorismo, dato che i due agivano non di loro iniziativa ma per conto dell' Italia; comunque un atto criminale), uccidendo due civili inermi (due pescatori) ha mai dichiarato guerra all' India?


No. Però ha aggredito militarmente e ucciso due cittadini indiani in acque internazionali.

Ha fatto di peggio, in quanto é entrata in guerra senza dichiararlo (dato che il tribunale ha sentenziato che i due non agivano per un' iniziativa personale ma per conto dello stato italiano.

Citazione di: Eutidemo il 04 Luglio 2020, 06:40:34 AM2) VIOLAZIONE DELLA LIBERTA' DI NAVIGAZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI.
Sotto il profilo della responsabilità civile, invece,   il Tribunale dell' Aja ha dato ragione all'India,  per cui lo Stato Italiano dovrà compensare l'India per la perdita di vite umane e per gli altri danni, fisici e morali, ai quali ho accennato sopra.
Al riguardo, per quel poco che se ne sa, almeno secondo la testimonianza dei due marò, temendo un arrembaggio (molto frequente in quei mari), dalla nave italiana essi spararono dei "colpi di avvertimento" contro il peschereccio indiano "St. Anthony"; uccidendo così, per le tesi dell'accusa, Valentine Jelastine e Ajeesh Pink, due dei pescatori a bordo.

Secondo me, al riguardo, i casi sono due:

a)
Se i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" direttamente con "alzo zero" in direzione del peschereccio indiano,
cioè ad altezza d'uomo, sono sicuramente responsabili per omicidio colposo nei confronti dei due indiani, per cui:
- loro dovranno risponderne di fronte alla giustizia italiana ex art.589 CP;
- l'Italia è giustamente tenuta a risarcire il danno all'India.

b)
Se, invece, i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" in aria, o, comunque, in "area neutra" -come da "regole d'ingaggio" internazionali-, ma  l'imbarcazione straniera se n'è fregata continuando ad avvicinarsi alla nave italiana,
Ma con quale diritto i due avrebbero preteso di imporre (piratescamente, se le risposte alle domandi appena qui sotto sono negative) la volontà da loro esercitata per conto dello stato italiano al di fuori del territorio e delle acque territoriali italiane?
Esisteva forse un accodo in materia fra India e Italia?!?!?!


Esisteva forse una delibera di un' autorità internazionale come l' ONU?!?!?!

Citazione di: Eutidemo il 04 Luglio 2020, 06:40:34 AM
i due marò non hanno alcuna responsabilità se, successivamente, risultati vani i colpi di avvertimento, hanno "abbassato il tiro", cominciando a sparare con "alzo zero", cioè ad altezza d'uomo,   uccidendo così i due indiani (i due marò sarebbero stati in colpa se non l'avessero fatto), per cui:

- loro dovrebbero risultare assolti di fronte alla giustizia italiana dal reato di cui all'art.589 CP;
- l'Italia non dovrebbe essere minimamente tenuta a risarcire il danno all'India.
Il quale danno, invece, sarebbe imputabile al comandante del perschereccio, il quale, ignorando i colpi di avvertimento, aveva continuato ad avvicinarsi alla nave italiana.

***
Stando alla sentenza del Tribunale dell' Aja, sembra che si sia verificato il caso a); nella quale ipotesi la salomonica sentenza (1 a 1) sarebbe ineccepibile.
Altrimenti no; senza però escludere l'ipotesi di un eventuale "concorso di colpa"!
Altrimenti il comandante del peschereccio indiano sarebbe uno psicopatico con tendenze suicide, ipotesi la cui attendibilità non ha bisogno di commenti.


Commento invece per parte mia la vicenda.


Ora capisco l' esultanza della grancassa mediatica nazionale.


Il motivo é che "nostri" due omicidi l' hanno fatta franca e resteranno impuniti (fra l' altro a spese nostre di contribuenti italiani, come accade sempre ance ogni volta che viene "liberato" dai "nostri prodi" qualche connazionale che per i più svariati e spesso tutt' altro che commendevoli motivi bazzica in pericolose zone di guerra:, particolare comunque del tutto irrilevante, di fronte all' enormità del reato).


Al di là dell' aspetto giuridico della questione, dal punto di vista morale, nessuno governo ha diritto di mandare arbitrariamente uomini armati a imporre con la violenza la propria volontà, men che meno al costo di commettere omicidi, al di fuori del proprio territorio nazionale e delle proprie acque internazionali.
Casomai potrebbe farlo un organizzazione internazionale (come l ' ONU o anche credo l' Interpol) purché riconosciuta dalle parti in causa (non certo la Nato).

Eutidemo

#2
Ciao Giopap :)
Assolutamente no!
L'Italia, non ha compiuto nessun  atto di guerra, nè, tantomeno, un atto di  terrorismo; bensì un semplice atto di difesa preventiva (sebbene tragicamente aberrante) contro una possibile aggressione da parte delle numerose navi pirate che battono la zona.

***
Poichè, però, quella su cui hanno sparato i marò non era affatto una nave pirata, bensì un normale peschereccio, si è trattato semplicemente di un tragico "errore":
- o colposamente imputabile ai due marò, che non hanno sparato i primi colpi in aria o in "area neutra" come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, ma direttamente in direzione del perschereccio;
- ovvero colposamente imputabile al comandante del perschereccio, il quale, dopo che i due marò avevano  sparato i primi colpi di avvertimento in aria o in "area neutra", così come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, se n'è fregato ed ha continuato ad avvicinarsi alla nostra nave.
In entrambi i casi, però, in assenza di dolo, è assolutamente improprio parlare di "atto criminale"; che può qualificarsi tale solo dopo aver accertato tale coefficiente psichico della condotta dell'agente.

***
Quanto al diritto con il quale i due  marò avrebbero cercato di difendere una nostra nave (sia pur erroneamente) per conto dello stato italiano e al di fuori del territorio e delle acque territoriali italiane, tale diritto è internazionalmente riconosciuto dagli articoli 100, 101 e 105 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, UNCLOS, ratificata sia dall'Italia che dall'India; e che costituiscono la base giuridica internazionale della lotta alla pirateria "d'altura" (cioè, d'alto mare).
Ciò significa che qualunque nave che si trovi fuori della giurisdizione di un qualunque Stato, è  autorizzata a prendere parte attiva nella repressione e nella lotta contro la pirateria nelle zone più a rischio riconosciute dal Consiglio di Sicurezza delle NU; quale, appunto, era la zona in cui stava navigando la nostra nave.
Per cui un accordo in materia fra India e Italia esisteva eccome, in quanto entrambe hanno ratificato la Convenzione UNCLOS.

***
La circostanza, poi, che una nave italiana o una nave indiana sparino contro una innocua nave che pirata non è, comporta semplicemente la necessità dell'accertamento del soggetto a cui è imputabile l'errore; e, cioè, se i colpi di preavviso siano stati sparati correttamente o meno, e se la nave preavvisata li abbia tenuti nel debito conto o meno.
Come, appunto, ho spiegato sopra!

***
Quanto al fatto che, come scrivi tu:
- il comandante del peschereccio indiano sarebbe stato uno "psicopatico con tendenze suicide", se non avesse tenuto conto dei colpi di avvertimento continuando ad avanzare;
- è facile ribattere che, se i due marò avessero sparato subito con l'intenzione di uccidere i due pescatori,  allora sarebbero stati entrambi "due psicopatici con tendenze omicide."
Entrambe le ipotesi, però, appaiono poco probabili; mentre molto più plausibile sembra l'ipotesi di un tragico errore per colpa dell'uno o degli altri!
Ed ancora più probabile, almeno secondo me, è l'ipotesi di un "concorso di colpa"; sebbene, non essendo io stato sul posto, non sono certo in grado di giudicare!

***
Quanto, come scrivi tu, all'ingiustificata "esultanza della grancassa mediatica nazionale", sono invece d'accordo con te; ed infatti, visto che la partita è finita 1 a 1, non vedo poi motivo per un'esultanza eccessiva!

***
Secondo me, sei invece in errore circa il fatto "che i  "nostri" due omicidi l'hanno fatta franca e resteranno impuniti"; ed infatti essi verranno processati in Italia, e potrebbero benissimo essere condannati.

***
Quanto ai "nostri connazionali che per i più svariati e spesso tutt' altro che commendevoli motivi bazzicano in pericolose zone di guerra", con l'episodio in questione non c'entra assolutamente niente; ed infatti i nostri marò fungevano da scorta ad una nave che non navigava affatto in una zona di guerra (altrimenti sarebbe stata scortata da navi da battaglia), bensì in acque internazionali, che, sebbene battute dai pirati, non potevano in nessun caso essere considerate "zone di guerra".

***
I nostri due marò, peraltro, non stavano "bazzicando" una sega, bensì stavano semplicemente adempiendo al loro dovere di soldati; cioè, evitare che una nostra nave potesse essere abbordata dai pirati, che, in quella zona, pullulano!
Se hanno colposamente ecceduto nell'adempimento del loro dovere, sconteranno la pena dovuta; altrimenti, no!

***
Quanto all'aspetto morale, secondo me, qualsiasi governo ha il diritto-dovere di inviare propri uomini armati a difendere le proprie pacifiche navi commerciali dalla possibile aggressione dei pirati; sia in acque interne che internazionali, come la citata convenzione permette, e, anzi, richiede.
Ed invero, sarebbe criminale, per un governo, non fornire protezione armata ai propri marinai inermi, quando navigano in acque pericolose per ragioni di pacifico commercio.
Lo fanno tutti gli Stati, India compresa!

***
Quanto all'INTERPOL, ha altri compiti; non certo quello di fornire scorta armata antipirateria sulle navi, la quale deve essere assicurata dallo "Stato di Bandiera"!

***
Un saluto! :)


P.S.
Al riguardo, ti racconto un aneddoto che ritengo abbastanza pertinente; sebbene il contesto, il tempo e i protagonisti fossero abissalmente differenti da quelli del caso in esame.
Nel 1975, durante il mio servizio di leva, stavo montando di sentinella ad un deposito di Munizioni nei pressi della Caserma Randazzo di Orvieto; e, poichè si era in pieni "anni di piombo", la mia mitraglietta MAB aveva il colpo in canna.
In piena notte vidi in lontananza appropinquarsi per un sentiero due tizi, che biascicavano canzonacce da osteria; quando erano quasi arrivati al "perimetro di consegna", secondo regolamento, intimai loro: "Passate al largo!".
Ma quei due, palesemente ubriachi, continuavano a venire verso di me, ricoprendomi pure di insulti; non ho mai capito perchè.
Allora, intimai loro il canonico: "Altolà, fermi o sparo!".
Ma, nonostante  tale  intimazione, non se ne dettero per inteso,  continuando  ad  avvicinarsi  al  limite di sicurezza e schernendomi; per cui, a dire il vero molto turbato, sparai un colpo in aria (anzi, per errore, due).
Al rumore degli spari, uno dei due cominciò ad arretrare spaventato, ma l'altro, sebbene l'amico cercasse di trattenerlo, si divincolò e superò il limite di consegna dirigendosi verso di me; e, forse perchè ubriaco fradicio (o "paranoico", come dici tu), non sembrava minimamente intimidito da fatto che, adesso, avevo l'arma puntata direttamente contro di lui.
Se ci ripenso, fu davvero un momento da incubo!
Per fortuna, in quel momento, avendo udito gli spari, accorsero le altre sentinelle ed il capoposto; per cui i due fuggirono a gambe levate nella notte.
Io mi dovetti fare 3 giorni di C.P.R. (in cella di rigore); non ho mai ben capito se per aver sparato due colpi invece di uno, oppure perchè non avevo sparato "al corpo" di quello che aveva superato il limite di consegna.
Ma ringrazio ancora il cielo di non averlo fatto!!!
Per questo dico che in certe situazioni bisogna trovarcisi, prima di sputare sentenze!

Un saluto! :)

anthonyi

#3
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM

Per fortuna, in quel momento, avendo udito gli spari, accorsero le altre sentinelle ed il capoposto; per cui i due fuggirono a gambe levate nella notte.
Io mi dovetti fare 3 giorni di C.P.R. (in cella di rigore); non ho mai ben capito se per aver sparato due colpi invece di uno, oppure perchè non avevo sparato "al corpo" di quello che aveva superato il limite di consegna.
Ma ringrazio ancora il cielo di non averlo fatto!!!
Per questo dico che in certe situazioni bisogna trovarcisi, prima di sputare sentenze!

Un saluto! :)


Ciao Eutidemo, certo che ne riservi di sorprese, a norma di legge avresti potuto sparare contro quello che aveva superato il limite di consegna, in ogni caso dovevi bloccarlo, averlo lasciato scappare indenne è stato il tuo errore.
Quando feci il militare girava la storia del capitano di una compagnia che quando era di servizio usava "ispezionare" le guardie avvicinandosi fino al punto estremo, chiaramente senza superare la striscia, comunque verificando che la loro reazione fosse a norma (In particolare che il fucile venisse caricato per tempo, visto che la guardia era a fucile scarico). Una curiosità, ma poi il colpo in canna può essere fatto rientrare senza spararlo ? Perché a me insegnarono che se mettevo il colpo in canna (Cosa che non potevo fare se non in caso di necessità), poi lo si sarebbe comunque dovuto sparare e sarebbero state rogne.
Un saluto

giopap

Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
Ciao Giopap :)
Assolutamente no!
L'Italia, non ha compiuto nessun  atto di guerra, nè, tantomeno, un atto di  terrorismo; bensì un semplice atto di difesa preventiva (sebbene tragicamente aberrante) contro una possibile aggressione da parte delle numerose navi pirate che battono la zona.


Infatti ammazzare due pescatori disarmati non é sicuramente né guerra né terrorismo (
Orwell e Goebbels gongolerebbero se lo sentissero).


Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
Poichè, però, quella su cui hanno sparato i marò non era affatto una nave pirata, bensì un normale peschereccio, si è trattato semplicemente di un tragico "errore":



Idem.


Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
- o colposamente imputabile ai due marò, che non hanno sparato i primi colpi in aria o in "area neutra" come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, ma direttamente in direzione del perschereccio;
- ovvero colposamente imputabile al comandante del perschereccio, il quale, dopo che i due marò avevano  sparato i primi colpi di avvertimento in aria o in "area neutra", così come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, se n'è fregato ed ha continuato ad avvicinarsi alla nostra nave.
In entrambi i casi, però, in assenza di dolo, è assolutamente improprio parlare di "atto criminale"; che può qualificarsi tale solo dopo aver accertato tale coefficiente psichico della condotta dell'agente.
Esistono anche delitti colposi.
A parte il fatto che i colpi assassini sono stati sparati dolosamente e non certo accidentalmente.

Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM

***
Quanto al diritto con il quale i due  marò avrebbero cercato di difendere una nostra nave (sia pur erroneamente) per conto dello stato italiano e al di fuori del territorio e delle acque territoriali italiane, tale diritto è internazionalmente riconosciuto dagli articoli 100, 101 e 105 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, UNCLOS, ratificata sia dall'Italia che dall'India; e che costituiscono la base giuridica internazionale della lotta alla pirateria "d'altura" (cioè, d'alto mare).
Ciò significa che qualunque nave che si trovi fuori della giurisdizione di un qualunque Stato, è  autorizzata a prendere parte attiva nella repressione e nella lotta contro la pirateria nelle zone più a rischio riconosciute dal Consiglio di Sicurezza delle NU; quale, appunto, era la zona in cui stava navigando la nostra nave.
Per cui un accordo in materia fra India e Italia esisteva eccome, in quanto entrambe hanno ratificato la Convenzione UNCLOS.


Nessuna nave italiana era attaccata da nessun pirata.
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
La circostanza, poi, che una nave italiana o una nave indiana sparino contro una innocua nave che pirata non è, comporta semplicemente la necessità dell'accertamento del soggetto a cui è imputabile l'errore; e, cioè, se i colpi di preavviso siano stati sparati correttamente o meno, e se la nave preavvisata li abbia tenuti nel debito conto o meno.
Come, appunto, ho spiegato sopra!


Per la credibilissima serie "il capitano del peschereccio indiano era un aspirante suicida".
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
***
Quanto al fatto che, come scrivi tu:
- il comandante del peschereccio indiano sarebbe stato uno "psicopatico con tendenze suicide", se non avesse tenuto conto dei colpi di avvertimento continuando ad avanzare;
- è facile ribattere che, se i due marò avessero sparato subito con l'intenzione di uccidere i due pescatori,  allora sarebbero stati entrambi "due psicopatici con tendenze omicide."


Esiste la credibilissima ipotesi che fossero due scagnozzi dell' imperialismo spregiatori delle vite di non connazionali.
O anche che fossero dei cagasotto incapaci di controllare il loro proprio uso delle armi e dunque presi dal panico, inviati imprudentemente e coplevolmente a svolgere una missione della quale non erano all' altezza.


Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM
Secondo me, sei invece in errore circa il fatto "che i  "nostri" due omicidi l'hanno fatta franca e resteranno impuniti"; ed infatti essi verranno processati in Italia, e potrebbero benissimo essere condannati.


Per favore, cerchiamo di evitare offensive barzellette e battute pseudoumoristiche, del tutto fuori luogo a proposito una tragedia!
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2020, 12:36:45 PM[/size]
Quanto ai "nostri connazionali che per i più svariati e spesso tutt' altro che commendevoli motivi bazzicano in pericolose zone di guerra", con l'episodio in questione non c'entra assolutamente niente; ed infatti i nostri marò fungevano da scorta ad una nave che non navigava affatto in una zona di guerra (altrimenti sarebbe stata scortata da navi da battaglia), bensì in acque internazionali, che, sebbene battute dai pirati, non potevano in nessun caso essere considerate "zone di guerra".

***
I nostri due marò, peraltro, non stavano "bazzicando" una sega, bensì stavano semplicemente adempiendo al loro dovere di soldati; cioè, evitare che una nostra nave potesse essere abbordata dai pirati, che, in quella zona, pullulano!
Se hanno colposamente ecceduto nell'adempimento del loro dovere, sconteranno la pena dovuta; altrimenti, no!
***

Quanto all'aspetto morale, secondo me, qualsiasi governo ha il diritto-dovere di inviare propri uomini armati a difendere le proprie pacifiche navi commerciali dalla possibile aggressione dei pirati; sia in acque interne che internazionali, come la citata convenzione permette, e, anzi, richiede.Ed invero, sarebbe criminale, per un governo, non fornire protezione armata ai propri marinai inermi, quando navigano in acque pericolose per ragioni di pacifico commercio.Lo fanno tutti gli Stati, India compresa!


Svolgevano il per me poco o punto commendevole compito di salvaguardare nevi italiane dagli effetti di una guerra combattuta eccome "a casa d' altri" da nazioni nostre alleate come USA, Arabia Saudita" e mercenari vari al loro servizio.

Ricambio il saluto!

Eutidemo

Ciao Anthony :)
Hai ragione, ma come facevo a bloccarlo?
In teoria avrei dovuto sparargli addosso, e, forse, averlo lasciato scappare indenne è stato un mio errore; ma, tutto sommato, sono contento di averlo commesso.

***
Anche ai miei tempi girava la storia del capitano di compagnia che usava "ispezionare" le sentinelle avvicinandosi fino al punto estremo, chiaramente senza superare la linea di consegna, comunque verificando che la loro reazione fosse a norma; probabilmente, in maggiore o minore lo facevano quasi tutti i "capitani di ispezione" (e, forse, anche i "tenenti di picchetto").
Ma a me non è mai successo!

***
Quello che mi ricordo bene, è che era rigorosamente proibito alla sentinella di consentire il superamento della linea di consegna a chicchessia,  "capitano di ispezione" compreso, se non scortato dal "capoposto" ed a seguito di scambio delle parole d'ordine; dopodichè, se il capitano chiedeva di ispezionare l'arma, la sentinella doveva rivolgersi al "capoposto" dicendogli, "Prendi le mie difese!".
A tale richiesta il "capoposto"  puntava la sua arma, tolta la sicura, in direzione del "capitano di ispezione", e solo allora, col capitano sotto tiro, era lecito consegnarli l'arma per consentirgli di ispezionarla; e se la sentinella si dimenticava la sua parte della sceneggiata, finiva in CPS.
Roba da matti!
;D ;D ;D

***
Quanto al colpo in canna, in teoria l'arma non dovrebbe essere mai tenuta così;  ma, con determinate armi, è possibile mettere il colpo in canna tenendo la  sicura manuale inserita -condition 1-, per cui non si corrono comunque rischi di sorta (ad esempio, nella COLT 1911, che, per giunta, ha pure una sicura dorsale).
La Beretta 92 (e 98), ha anch'essa una sicura manuale, ma che funziona in modo diverso.
Le armi di ultima concezione (come le Glock), sono invece quasi tutte prive di sicure manuali, ma dotate di ben due o tre sicure automatiche:
- al percussore;
- al grilletto
- una terza di cui adesso non mi rammento.
Un'arma così concepita permette di essere portata in piena sicurezza con il colpo in canna e, non richiedendo di dover agire su leve manuali, consente un immediato tiro di risposta.
Però io, forse perchè sono vecchio, io preferisco le sicure manuali!

***
Quanto al fatto che, una volta in canna, il colpo va sparato per forza, questo è assolutamente falso; ed infatti, per recuperarlo senza sparare, è sufficiente far "scarrellare" l'otturatore dopo aver aver tolto il caricatore dalla sua sede (sennò il priettile in canna viene espulso, ma, al suo posto, ne viene introdotto un altro).
Questo in tutte le armi antiche e moderne; o, almeno, quelle che conosco io.

***
Un saluto :)

Eutidemo

#6
Ciao Giopap. :)
Commento nell'ordine i tuoi commenti.

***
"Infatti ammazzare due pescatori disarmati non é sicuramente né guerra né terrorismo (Orwell e Goebbels gongolerebbero se lo sentissero)."


Siamo d'accordo: non é né guerra né terrorismo, ma solo un incidente!
Non capisco, invece, cosa diamine c'entrino Orwell e Goebbels con tale incidente.


***
"Idem."


Idem.


***
"Esistono anche delitti colposi.
A parte il fatto che i colpi assassini sono stati sparati dolosamente e non certo accidentalmente."


Nessuno mette in dubbio che, ai sensi dell'art. 589 Codice penale, chiunque cagiona "per colpa" la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni; per cui, se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena.
Quanto al fatto, poi, che, secondo te, i colpi assassini sarebbero stati sparati "dolosamente" e non certo "accidentalmente", forse tu non hai ben chiaro quale sia l'"oggetto" del dolo, affinchè si possa configurare la "forma dolosa" dell'omicidio.
Ed infatti, il "dolo" non deve riguardare l'intenzione di sparare, bensì l'intenzione di uccidere!
Capisci?
Altrimenti, se, a Capodanno, un cretino, per festeggiare, spara dal balcone proiettili veri, non c'è dubbio che gli spari siano volontari, e non certo accidentali; però, se, disgraziatamente, un proiettile colpisce l'inquilino del palazzo di fronte, non c'è dubbio che il cretino verrà incriminato per "omicidio colposo" e non certo "doloso"!
Sebbene mi augurerei che, in un caso del genere, gli dessero il massimo della pena!

***
"Nessuna nave italiana era attaccata da nessun pirata."


Grazie al piffero: del senno di poi son piene le fosse!
Ed infatti, poichè si trattava di acque battute dai pirati, sul momento, era possibilissimo scambiare un peschereccio per una nave pirata!
Tutto sta a vedere se l'abbaglio in cui sono caduti i nostri marò:
- fosse "scusabile" (magari anche per il comportamento ambiguo del capitano del peschereccio);
- ovvero assolutamente "inescusabile"!
E' questo che dovranno accertare i giudici, non certo noi due!
Ma perchè stare a discutere di una cosa così OVVIA?
::)

***
"Per la credibilissima serie "il capitano del peschereccio indiano era un aspirante suicida".


E perchè non "Per la credibilissima serie "i due marò erano aspiranti omicidi, ansiosi di finire in galera"?.
;D
Come ti ho detto, non eravamo là nè io nè te; però, personalmente, un aspirante suicida già l'ho incontrato una volta nella mia vita, e gli è andata bene che non gli ho sparato!
La madre degli imbecilli è sempre incinta!

***
"Esiste la credibilissima ipotesi che fossero due scagnozzi dell' imperialismo spregiatori delle vite di non connazionali.
O anche che fossero dei cagasotto incapaci di controllare il loro proprio uso delle armi e dunque presi dal panico, inviati imprudentemente e coplevolmente a svolgere una missione della quale non erano all' altezza."


La prima congettura, di matrice rozzamente ideologica, andrebbe in qualche modo dimostrata; e la seconda pure, sebbene ancora più assurda!
Ed infatti, a differenza del sottoscritto quando era soldato di leva, i marò sono dei soldati professionisti, per cui è da escludere che possano essere "dei cagasotto incapaci di controllare il loro proprio uso delle armi e dunque presi dal panico, inviati imprudentemente e coplevolmente a svolgere una missione della quale non erano all' altezza".
Io probabilmente sì...ma loro penso proprio di no!
In ogni caso, anche questo dovrebbe essere dimostrato.


***
"Per favore, cerchiamo di evitare offensive barzellette e battute pseudoumoristiche, del tutto fuori luogo a proposito una tragedia"


Sono pienamente d'accordo!
Ed è per questo che mi sorprende che tu continui a spararle a getto continuo; senza il benchè minimo ritegno per il buon senso e per il senso del ridicolo!
;D


***
"Svolgevano il per me poco o punto commendevole compito di salvaguardare navi italiane dagli effetti di una guerra combattuta eccome "a casa d' altri" da nazioni nostre alleate come USA, Arabia Saudita" e mercenari vari al loro servizio."


Al riguardo, dovresti informarti meglio, prima di scrivere cose assolutamente non corrispondenti al vero.
Ed infatti:
- Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, erano imbarcati sulla nave civile italiana Enrica Lexie, avente pacifiche finalità commerciali, e non certo belliche;
- non avevano affatto il compito di salvaguardare tale nave "dagli effetti di una guerra combattuta a casa d' altri da nazioni nostre alleate come USA, Arabia Saudita e mercenari vari al loro servizio" ( ??? ), bensì, semplicemente, da eventuali attacchi di pirati locali, molto frequenti in quella zona.
Che tali pirati abbiano cittadinanza USA Saudita ecc., è solo l'ultima delle tue spassose battute pseudoumoristiche, che, però, sono del tutto fuori luogo a proposito una tragedia come questa!
;D

***
Un saluto! :)

giopap

Citazione di: Eutidemo il 06 Luglio 2020, 12:39:34 PM
Ciao Giopap. :)
Commento nell'ordine i tuoi commenti.

***
"Infatti ammazzare due pescatori disarmati non é sicuramente né guerra né terrorismo (Orwell e Goebbels gongolerebbero se lo sentissero)."


Siamo d'accordo: non é né guerra né terrorismo, ma solo un incidente!
Non capisco, invece, cosa diamine c'entrino Orwell e Goebbels con tale incidente.

Un saluto! :)



La tua frase

"se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena"

Esemplifica precisamente ciò che intendo per "affermazioni goebbelsiane-orwelliane".

Come d' altra parte il pretendere che l' episodio di cui si tratta non sarebbe che una conseguenza, un "effetto collaterale" tutt' altro che imprevedibile, delle guerre e aggressioni che l' imperialismo USA con collaboratori vari (Arabia Saudita e Israele in primis) conduce nell' oceano Indiano (guarda caso non si chiama "Americano" o "Italiano"...), nel mar Rosso e in quasi tutto il resto del mondo.

Comunque, quali che siano i cavilli e le questioni legali implicati dalla faccenda, la mia simpatia e la mia solidarietà di cittadina del mondo (sobriamente orgogliosa di essere nata in Italia) é tutta per i pescatori assassinati e i loro congiunti e connazionali (anche miei concittadini, in quanto cittadina del mondo).

Pescatori che continuavano l' onesto lavoro da secoli o millenni praticato in quelle acque dai loro antenati senza intralci e prepotenze da parte di estranei armati (che fra l' altro impartivano loro ordini con la forza delle armi; e non credo proprio nella loro lingua che sicuramente non conoscono, ma forse in italiano o in inglese, idiomi che loro sicuramente non erano affatto tenuti a conoscere; casomai sarebbero stati tenuti ad usare la loro lingua i pretesi "sceriffi del mare" in casa d' altri)

Non mi interessano le questioni giuridiche ma l' aspetto etico della faccenda, ragion per cui mi scuso se sono uscito dal seminato e ti saluto anticipatamente, non intendendo ulteriormente seguire la tua difesa legale di due personaggi per me indifendibili sul piano etico (non a priori, ma considerate le circostanze reali empiricamente rilevabili).


Eutidemo

Ciao Giopap :)
Tu sostieni che la mia frase: "...se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena", esemplificherebbe precisamente ciò che tu intendi per "affermazioni goebbelsiane-orwelliane".
Ma non ti accorgi di scrivere cose un tantino prive di senso compiuto?

***
Ed infatti, ammesso che sia davvero necessario spiegare la cosa:
a)
E' ovvio che, se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente la pena prevista dall'art.589 C.P., nella misura determinata dal giudice, tenendo conto di eventuali attenuanti ed aggravanti.
Questa non è una mia opinione, bensì semplicemente una constatazione di fatto.
Così come è parimenti una scontata constatazione di fatto, che, se i due marò dovessero essere ritenuti innocenti, verranno assolti, in quanto  anche su questo non ci piove!
Spiegami, invece, secondo il tuo illuminato parere di "giurista" (o anche di "moralista"):
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti colpevoli;
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti innocenti.
Sono davvero curioso di sentire la tua opinione giuridica o etica in proposito!
;)
b)
Goebbels era il ministro nazista della propaganda, mentre Orwell era lo pseudonimo di Eric Arthur Blair, uno scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario britannico; per cui non vedo proprio cosa abbiano a che fare l'uno con l'altro, nè, tantomeno, con un processo per omicidio colposo nell'Italia del terzo millennio (non del 1984).
Le tue esternazioni sono più oscure di quelle della Sibilla Cumana!
::)

***
Come d' altra parte sia per me, che, presumo, per qualunque persona dotata di buon senso, risulta assolutamente incomprensibile cosa diamine c'entrino  "...le  guerre e le aggressioni che l' imperialismo USA con collaboratori vari (Arabia Saudita e Israele in primis) conduce nell' oceano Indiano (guarda caso non si chiama "Americano" o "Italiano"...), nel mar Rosso e in quasi tutto il resto del mondo."
Al riguardo:
a)
Dovresti specificare meglio la differenza che, secondo te, sussiste tra "guerre" e "aggressioni".
b)
Anche volendo omologare i due termini, dovresti specificare meglio, al riguardo:
- date specifiche;
- eventi specifici.
Cioè a quali specifiche "guerre" e "aggressioni" ti riferisci!
c)
Una volta chiarito meglio quanto sopra, dovresti poi spiegare quale diamine sarebbe il "nesso di causalità" tra tali tra "guerre" e "aggressioni" da parte degli USA, e il rischio di pirateria al largo dell'India, che esiste sin da quando gli USA erano ancora una colonia inglese; anzi, storicamente, sin da prima di Cristo.

***
A parte questo, dovresti tenere presente che l'Oceano Indiano si chiama così per mera convenzione, e non perchè appartenga all'India.
Ed infatti, si trova a metà strada tra India, Arabia ed Africa.
oceano indiano.jpg
Quanto al mare sotto giurisdizione indiana, la Convenzione di Montego Bay stabilisce che ogni Stato è libero di stabilire l'ampiezza delle proprie acque territoriali, fino a un'ampiezza massima di 12 miglia marine, misurate a partire dalla linea di base (articolo 3 della Convenzione di Montego Bay).
Non oltre!

***
Questi non sono "cavilli", ma semplici "fatti"; i quali non perdono la loro rilevanza, solo per la circostanza che tu, non sapendo come replicare ad essi, li chiami "cavilli"!

***
Quanto al resto, anche la mia simpatia e la mia solidarietà di cittadino del mondo (sobriamente orgoglioso di essere nato in Italia) va ai pescatori assassinati ed ai loro congiunti.
Su questo sono perfettamente d'accordo con te!
Ma la solidarietà per i morti, non deve influire sulla giustizia riguardante i vivi; i quali, se colpevolmente responsabili della loro morte, dovranno risponderne in maggiore o minore misura, in base a quanto risulterà in tribunale.

***
Quanto al resto del tuo disinformato "pistolotto", ti rendo noto che quei poveri pescatori continuavano l' onesto lavoro da secoli o millenni praticato in quelle acque dai loro antenati; che, però, è "sempre" stato ostacolato da intralci e prepotenze da parte di estranei armati, a cominciare dai pirati presenti in zona sin da prima dell'impero Moghul, e che sono sempre stati endemici in quel tratto di mare.
Ecco ecco le immagini satellitari delle zone ad alto rischio di pirateria, nell'Oceano Indiano:
oceano indiano.jpg

***
A differenza delle vessazioni subite da millenni dai pescatori di quelle zone, l'incidente verificatosi con una pacifica nave commerciale italiana in transito, che, anche lei, intendeva soltanto premunirsi dalle prepotenze da parte dei pirati, non può assolutamente essere assimilato ad un "sopruso" o ad una "prepotenza" nei loro confronti!
Siamo seri: non è mica che avessimo mandato in zona nostre navi da battaglia per "sfrocoliare" le navi da pesca indiane!

***
Quanto al problema del linguaggio, ti informo che "tutte" le imbarcazioni d'altura, pescherecci compresi, sono perfettamente in grado di comprendere l'ICS (cioè il "Codice Internazionale dei Segnali Navali"); il cui scopo è proprio quello di fornire modi e mezzi di comunicazione in situazioni legate essenzialmente alla sicurezza della navigazione e delle persone, soprattutto quando sorgono difficoltà di linguaggio.
Tali segnali vengono inviati dal FLAGHOIST, che è una spia di segnalazione "lampeggiante" in alfabeto semaforico.
SEGNALI.jpg
Per cui, in sede processuale, per accertare le rispettive responsabilità, secondo me si dovrebbe verificare se tali segnali siano stati  o meno inviati nel modo previsto dalla "legge del mare".

***
In ogni caso, ICS a parte, anche i colpi d'arma da fuoco, già di per sè, avrebbero dovuto costituire un segnale comprensibile per chiunque di non avvicinarsi oltre; ma, come accadde anche a me, questo non sempre accade.
Ovviamente, occorre però verificare "come" sono stati sparati tali colpi; cioè, se in modo appropriato o meno!
Sta tutto lì!
;)

***
In ogni caso, vedo che asserisci cose non vere, in quanto io non ho mai assunto in alcun modo la "difesa legale" (o "morale") dei due marò; ed infatti, dove mai io avrei sostenuto che "i due marò devono considerarsi innocenti"?
Dove?
Citami il passo, oppure ritira quello che hai detto, in quanto non corrispondente al vero; ed infatti detesto che mi si attribuisca quello che non ho mai scritto!
E' una squallidissima tecnica propagandistica; questa sì attribuibile a Goebbels!

***
Il mio TOPIC riguardava, in modo precipuo,  l'aspetto giuridico della vicenda; per cui, se tale aspetto non ti interessava, avresti dovuto aprire a parte un altro TOPIC sulla vicenda, invece di insistere su temi O.T.
Comunque, anche secondo l' aspetto etico della vicenda, secondo me, i due personaggi sono difendibili o indifendibili, solo dopo aver accertato le "effettive" circostanze di fatto; le quali ignoriamo sia io che te.
Ed infatti, sia sotto l'aspetto giuridico che sotto quello etico, io non li assolvo nè li condanno "a priori"; come, invece, fai tu.

***
Un saluto! :)


giopap

Citazione di: Eutidemo il 07 Luglio 2020, 07:11:54 AM
Ciao Giopap :)
Tu sostieni che la mia frase: "...se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena", esemplificherebbe precisamente ciò che tu intendi per "affermazioni goebbelsiane-orwelliane".
Ma non ti accorgi di scrivere cose un tantino prive di senso compiuto?

***
Ed infatti, ammesso che sia davvero necessario spiegare la cosa:
a)
E' ovvio che, se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente la pena prevista dall'art.589 C.P., nella misura determinata dal giudice, tenendo conto di eventuali attenuanti ed aggravanti.
Questa non è una mia opinione, bensì semplicemente una constatazione di fatto.
Così come è parimenti una scontata constatazione di fatto, che, se i due marò dovessero essere ritenuti innocenti, verranno assolti, in quanto  anche su questo non ci piove!
Spiegami, invece, secondo il tuo illuminato parere di "giurista" (o anche di "moralista"):
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti colpevoli;
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti innocenti.
Sono davvero curioso di sentire la tua opinione giuridica o etica in proposito!

;) b)Goebbels era il ministro nazista della propaganda, mentre Orwell era lo pseudonimo di Eric Arthur Blair, uno scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario britannico; per cui non vedo proprio cosa abbiano a che fare l'uno con l'altro, nè, tantomeno, con un processo per omicidio colposo nell'Italia del terzo millennio (non del 1984).Le tue esternazioni sono più oscure di quelle della Sibilla Cumana! ::) 


La mia opinione, inevitabile dopo tutto l' indecoroso ambaradano che i governi, i nipotini di Goebbels italiani e conseguentemente l' "opinione pubblica politicamente corretta" nazionale hanno fatto, presentando, con un' unanimità rispetto alla quale i governanti della Bulgaria socialista erano un branco di dilettanti,  gli omicidi come "eroi nazionali perseguitati" (fra l' altro sfrontatamente cercando di non mantenere l' impegno assunto a farli tornare nel carcere indiano dopo un permesso, riuscendovi per qualche tempo, e celebrando l' "impresa" come una vittoria della libertà e della giustizia),


"cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti colpevoli"

grammaticalmente si chiama "periodo ipotetico dell' irrealtà (o del terzo tipo)".

E proporlo continuamente come qualcosa di possibile é per un verso goebbelsiano ("ripetete mille volte una falsità e diventerà <<la verità>>"), per un altro orwelliano ("la guerra é pace, la miseria é prosperità, la schiavitù é libetà, ecc.").



Citazione di: Eutidemo il 07 Luglio 2020, 07:11:54 AM
Come d' altra parte sia per me, che, presumo, per qualunque persona dotata di buon senso, risulta assolutamente incomprensibile cosa diamine c'entrino  "...le  guerre e le aggressioni che l' imperialismo USA con collaboratori vari (Arabia Saudita e Israele in primis) conduce nell' oceano Indiano (guarda caso non si chiama "Americano" o "Italiano"...), nel mar Rosso e in quasi tutto il resto del mondo."
Al riguardo:
a)
Dovresti specificare meglio la differenza che, secondo te, sussiste tra "guerre" e "aggressioni".
b)
Anche volendo omologare i due termini, dovresti specificare meglio, al riguardo:
- date specifiche;
- eventi specifici.
Cioè a quali specifiche "guerre" e "aggressioni" ti riferisci!
c)
Una volta chiarito meglio quanto sopra, dovresti poi spiegare quale diamine sarebbe il "nesso di causalità" tra tali tra "guerre" e "aggressioni" da parte degli USA, e il rischio di pirateria al largo dell'India, che esiste sin da quando gli USA erano ancora una colonia inglese; anzi, storicamente, sin da prima di Cristo.

Idem.

Ed idem per tutte le affermazioni a mio parere eclatantemente goebbelsiane per un verso, orwelliane per un altro verso che seguono.

Un saluto! :)

Eutidemo

#10
Ciao Giopap. :)
Anche secondo me, considerare i due marò "eroi nazionali" non è assolutamente corretto, in quanto:
- se hanno agito in modo inappropriato, dovrebbero subire la giusta condanna, con relativa pubblica riprovazione;
- se, invece, hanno agito in modo appropriato, dovrebbero essere assolti, però non avrebbero fatto altro  che compiere il loro dovere di soldati.
Per cui, in nessuno dei due casi, a mio avviso, dovrebbero considerarsi alla stregua di "eroi nazionali".

***
Per il resto:
a)
Sia la frase:
"cosa dovrebbe accadere loro (apodosi), secondo te,  se fossero ritenuti colpevoli (protasi)?"
b)
sia la frase:
"cosa dovrebbe accadere loro (apodosi), secondo te, se fossero ritenuti innocenti (protasi)?"
costituiscono entrambi periodi ipotetici in forma interrogativa,  i quali possono essere di tre tipi:
– nel periodo ipotetico di primo tipo l'ipotesi è presentata come un fatto reale;
– nel periodo ipotetico di secondo tipo l'ipotesi è presentata come possibile;
– mentre nel periodo ipotetico di terzo tipo l'ipotesi è presentata come irreale.
Entrambi i periodi da me formulati, sono del secondo tipo, e non del terzo (come ritieni tu).
In ogni caso, prendo atto che non hai minimamente risposto; cosa che, ovviamente, avresti potuto e dovuto fare anche se fossero stati del terzo tipo.

***
Quanto, comunque, alla tua bizzara teoria "sintattica", secondo la quale proporre un periodo ipotetico del secondo tipo, nel quale l'ipotesi è presentata come possibile:
- per un verso risulterebbe goebbelsiano ("ripetete mille volte una falsità e diventerà <<la verità>>");
- per un altro verso risulterebbe  orwelliano ("la guerra é pace, la miseria é prosperità, la schiavitù é libertà, ecc.");
consentimi di dire che neanche un bambino di terza elementare cadrebbe mai in un simile errore, onde evitare di beccarsi un bel 4 dalla maestra!
;D
Ed infatti, sia secondo l'"analisi logica" del discorso, sia secondo il più elementare buon senso, mentre le formulazioni goebbelesiane ed orwelliane da te citate hanno natura palesemente "assertiva", le mie erano meramente "ipotetiche" (e, per di più, in forma interrogativa); indi ragion per cui, in assenza di "protasi" e di "apodosi", le formulazioni goebbelesiane ed orwelliane da te citate non possono in nessun caso essere considerate "ipotetiche" di nessuno dei tre tipi.
primo, nè secondo, nè terzo!

***
A parte l'analisi logica, comunque, secondo me, le follie propagandistiche di Goebbels ed ossimoriche del Grande  Fratello, con le mie frasi ipotetiche, e, con il mio TOPIC in generale, non c'entrano assolutamente "niente".
E' come se io ti chiedessi come ti regoleresti se dovesse piovere, e tu, invece di rispondermi che apriresti l'ombrello (oppure che indosseresti un impermeabile o altro), mi rispondessi che la cicoria è amara!
;D

***
Un saluto! :)

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 07 Luglio 2020, 12:23:18 PM

Anche secondo me, considerare i due marò "eroi nazionali" non è assolutamente corretto, in quanto:
- se hanno agito in modo inappropriato, dovrebbero subire la giusta condanna, con relativa pubblica riprovazione;
- se, invece, hanno agito in modo appropriato, dovrebbero essere assolti, però non avrebbero fatto altro  che compiere il loro dovere di soldati.




Ciao Eutidemo,  c'è un altro aspetto da vedere nella questione dei marò ai quali fu detto di scendere dalla nave per una pura formalità, dopodiché vennero arrestati. Se avessero avuto la scaltrezza di capire che finchè erano sulla nave erano su territorio italiano, mentre scendendo entravano in territorio indiano ci saremmo risparmiati tanti grattacapi.
Comunque per questo errore difficilmente conosceremo le vere responsabilità, visto che tutto l'iter di indagine e processuale è stato manipolato in India per ragioni politiche interne.

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Ad essere sincero, non è una materia giuridica che io abbia mai approfondito; salvo che in due casi, ma di molti anni fa.

***
Al riguardo, quello che mi ha sempre confuso un po' le idee, è la differenza tra:

a) Mare territoriale.
Il quale è costituito dalla striscia di mare adiacente le coste di uno Stato, il cui limite massimo di estensione, detto "limite esterno"  è di 12 miglia marine; le quali, però,  non si calcolano, come molti credono, dalla "terraferma", bensì da una linea di base che costituisce il cosiddetto "limite interno", cioè la linea di bassa marea lungo la costa.
Tuttavia, in presenza di coste frastagliate, si può ricorrere al sistema delle linee rette, che consiste nell'unire, mediante una linea retta, i punti di sporgenza della costa (inclusi gli scogli e le estremità delle isole adiacenti).

b) Acque interne.
Sono quelle che si trovano fra la "terraferma" e il "limite interno"; ed il cui regime giuridico è un po' diverso da quello del "mare territoriale".
ACQUE.jpg

***
Ed infatti, sul "mare territoriale":
- lo Stato costiero esercita gli stessi poteri che esercita sul proprio territorio.
- però è obbligato a consentire il cosiddetto "passaggio inoffensivo" delle navi mercantili e da guerra straniere e persino dei sottomarini (che devono tuttavia navigare in superficie), purché il loro passaggio non arrechi pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero.
Inoltre, in tale caso, lo Stato costiero non può esercitare nè la propria giurisdizione civile nè la propria giurisdizione  penale per i fatti commessi a bordo di navi straniere, come se fossero in alto mare; come, appunto, nel caso dei nostri marò.

***
Diversamente, nelle "acque interne" la sovranità dello Stato è (quasi) pari a quella che esso esercita sulla terraferma, per cui:
- non è consentito il diritto di "passaggio inoffensivo";
- le navi straniere autorizzate ad entrare nelle acque interne sono sottoposte alle leggi dello Stato costiero, anche per fatti commessi a bordo delle stesse.

***
Tuttavia, in base all'art. 8 della Convenzione di Montego Bay, la giurisdizione penale per i reati commessi su navi straniere attraccate in un porto è attribuita (solitamente) allo Stato di bandiera, salvo che:
- il comandante della nave non richieda l'intervento delle autorità locali:
- che siano state violate norme doganali,
- che vi sia pericolo per la sicurezza dello Stato costiero.
Per cui, ad esempio, se i nostri due marò, in porto, avessero sparato ai passanti in strada, la polizia indiana avrebbe avuto tutto il diritto di salire a bordo e di arrestarli.

***
Ciò premesso, sempre che io non abbia dimenticato (o frainteso) qualcosa, poichè il presunto reato era stato commesso in "alto mare", la polizia indiana non aveva il benchè minimo diritto di arrestare i nostri connazionali:
- nè salendo a bordo della nave;
- e nemmeno, secondo me, dopo che i due marò erano scesi a terra.
Fu un'imboscata!

***
Ed infatti, se è vero, come giustamente osservi tu, che se avessero avuto la scaltrezza di capire che finchè erano sulla nave erano su territorio italiano, mentre scendendo entravano in territorio indiano, è anche vero che, i due non avevano commesso alcun omicidio nè nel territorio indiano, nè nelle sue acque interne o nel suo mare territoriale; per cui, a mio parere, il loro arresto è stato del tutto arbitrario (come se avessero sparato ai due indiani, mentre erano in villeggiatura a Cortina D'Ampezzo).
Ai fini della determinazione della giurisdizione, infatti, la nazionalità delle vittime è del tutto indifferente; quello conta, è il "locus commissi delicti"!
E, questo, anche a prescindere dalla circostanza che i due marò avevano agito come "funzionari" dello Stato Italiano.
Per cui giustamente il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha riconosciuto la giurisdizione italiana sul "caso Lexie"; a prescindere dalle responsabilità penali dei due, che, comunque, devono essere ancora accertate!
Ma, di sicuro non spetta all'India accertarle!

***
Un saluto! :)

anthonyi

Eutidemo, considera anche le armi, che vennero spontaneamente consegnate all'autorità indiane dietro cortese richiesta, stiamo parlando di militari, che hanno necessità di detenere le armi proprio per svolgere la loro consegna, insomma se sono responsabili non lo sappiamo, però una punizione per una certa imbecillità la meritano.

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Come sia andata la vicenda delle armi non lo so, però, nel mio ultimo post, mi sono accorto di aver scritto una stupidaggine; ed infatti, tutte le premesse del mio ragionamento erano corrette (almeno spero), però ho sbagliato nel trarne le conclusioni.
:-[

***
Dico questo, perchè non ho tenuto conto della differenza tra "reati di mera condotta" e "reati di evento", in quanto:
- nei primi la legge penale punisce il fatto di aver tenuto una determinata condotta, a prescindere dall'evento, per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui viene compiuta l'azione illecita.
- nei secondi, invece, è necessario il verificarsi di un determinato effetto verificatosi a seguito dell'azione illecita, per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui si verifica l'evento.

***
Il reato di omicidio (doloso o colposo), è un "reato di evento", per cui, a ben vedere, sempre che "reato" ci sia stato, esso non si è consumato nè sulla nave italiana (da dove sono stati sparati i colpi), nè in mare aperto, bensì a bordo dell'imbarcazione indiana, laddove i due marinai sono stati colpiti a morte dalle pallottole sparate dai due marò italiani.
Pertanto, "se" davvero è stato commesso un reato di omicidio colposo (cosa ancora "sub iudice"), esso è avvenuto in territorio indiano; e, quindi, sotto tale aspetto, il diritto di giudicare i due marò, in teoria, sarebbe spettato  all'India.

***
Come detto all'inizio, però,  il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha giustamente disconosciuto tale diritto ai Tribunali indiani,  riconoscendo la giurisdizione italiana sul "caso Lexie", in base alla considerazione che i due marò erano in quel momento funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni.

***
Un saluto! :)

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