Menu principale

La rivolta dei migranti

Aperto da Fharenight, 04 Gennaio 2017, 15:36:50 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Fharenight

Una riflessione su ciò che è accaduto alla ragazza ivoriana morta di trombosi al centro di accoglienza di Cona e la "rivolta" scaturita.

Come al solito le anime belle imbevute di mondialismo rose e fiori (e paladini della legalità solo quando conviene a loro) non capiscono che in Costa d'Avorio non c'è nessuna guerra o carestia o malattia pericolosa, dunque i "richiedenti asilo" provenienti da quel paese non sono profughi o rifugiati come li chiamano in TV ma clandestini.

Una volta analizzata la domanda d'asilo, questi vanno necessariamente rispediti in patria e non mantenuti a spese della collettività. A maggior ragione dopo aver preso in ostaggio 25 operatori del centro d'accoglienza a causa "dei ritardi dell'ambulanza". Quanti di voi hanno avuto a che fare con le ambulanze o le volanti ritardatarie? Credo tanti. Avete mai preso in ostaggio qualcuno? Non credo. Questi sono comportamenti socialmente pericolosi, e i responsabili in un paese normale andrebbero espulsi.     

Detto questo, e a prescindere dai fatti di Cona, qualche anima bella mi dirà: "E i poveri mikranti che ci vogliono pagare le penzioni allora non hanno il diritto di muoversi nel mondo?! Sei razzistah!".
In realtà basterebbe:
1) farsi fare un bel visto o chiedere il permesso di soggiorno;
2) prenotare un volo aereo (non hanno i soldi? Strano, il viaggio della speranza che fanno di solito col barcone costa più di 8.000 dollari e si rischia la vita) o il traghetto Tunisi-Palermo;
3) informarsi possibilmente con l'ambasciata ivoriana in Italia per vedere se e dove possono essere collocati dal punto di vista lavorativo. La Costa d'Avorio, pur non essendo certamente un paese ricco, ha un'amministrazione burocratica in grado di gestire queste basilari operazioni.

Dopodiché possono inseguire tranquillamente i "sogni" più disparati, senza pericolo né per loro né per gli altri e senza alimentare la mafia degli scafisti (collegata peraltro al terrorismo islamico).
Questo avviene in un mondo normale, cioè in tutti i paesi del mondo tranne in Italia, che tiene le frontiere aperte a nome dell'UE, manco fosse la Ue come il corano per il musulmano. Quando invece sarebbe meglio infischiarsene visto che gli  altri paesi europei si guardano bene dal prendersi la loro quota di immigrati,  e permettere l'ingresso solo alle condizioni di cui sopra. Come è giusto che sia.

baylham


Oltre l'ideologia nazionalista xenofoba, straripetuta fino alla noia, non ho ancora sentito quali soluzioni concrete, normali, propongono le anime brutte, quali sono i problemi, come si fa a chiudere le frontiere o rimandare in patria quei cattivoni di ivoriani indisciplinati che disturbano la normalità degli italiani?




maral

#2
In Costa d'Avorio c'è tuttora uno stato di guerra civile latente con atti di violenza estrema sulla popolazione tra gruppi di potere e bande locali, fomentate dalla ex potenza coloniale francese, che dura da anni per il controllo delle monocolture di cacao e caffè, risorse alimentari che vengono esportato a tutto vantaggio delle multinazionali straniere. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/20/costa-davorio-bambine-soldato-dafrica-vittime-e-killer-della-guerra-civile/1066369/.
E' ora di piantarla con questa disinformazione ributtante sulla situazione nell'Africa sub-sahariana e con la penosa baggianata ripetuta alla nausea per farla sembrare vera, che basta un visto turistico per chi scappa dall'Africa subsahariana, è come raccontare che agli ebrei sarebbe bastato un visto turistico per scappare dalla Germania nazista alla vigilia della seconda guerra mondiale e se non lo facevano era perché erano delinquenti e meritavano di finire bastonati e nei campi di sterminio.
In Costa d'Avorio si muore per la guerra civile, la violenza, la miseria e la fame dopo che le ex potenze coloniali occidentali con le loro multinazionali la hanno ridotta in quello stato.

Fharenight

#3
In Costa D'Avorio non c'è più guerra da almeno sei anni. L'articolo da te linkato è vecchio.
Su Wikipedia inoltre si legge che nel 2012 il PIL pro capite (PPA) raggiungeva  i 1707 dollari.

l'Italia non può farsi carico di tutti i disperati provenienti dagli altri paesi specie in una situazione in cui ha un debito pubblico fuori controllo ed una disoccupazione giovanile al 40%. Il dovere principale di uno Stato è di garantire condizioni di vita ottimali ai propri cittadini. Poi, SE SE LO PUO" PERMETTERE potrà pensare anche agli altri. Noi non siamo assolutamente in questa situazione.
Ci deve essere un limite all'accoglienza, altrimenti una situazione di grave degrado delle condizioni di vita le vedremo anche qui. Se vi piace questa prospettiva...

L' articolo della Costituzione che prevede tutta l'accoglienza possibile per i richiedenti asilo è stato scritto nel 1948 quando nessuno poteva prevedere queste enormi ondate migratorie. Chi lo ha scritto pensava all'occasionale accoglimento di pochissimi esuli politici. Applicare questa norma scritta 70 anni fa alla situazione attuale è un'idea dissennata. Ed i risultati li stiamo vedendo.

maral

L'articolo da me linkato è del luglio 2014, 2 anni e mezzo fa, quindi più recente della tua citazione di Wikipedia. La guerra civile è ufficialmente terminata nel 2010, ma è ancora latente e condotta per bande, fomentata dagli interessi francesi e delle multinazionali che hanno il loro interesse a fomentarla. Questa è una situazione ormai comune in tutta l'Africa subsahariana, dove gli interessi occidentali, ora anche cinesi, e del "libero mercato" fanno sfracelli.
Poi ci si lamenta quando arriva il conto da pagare in forma di profughi e gente che scappa da miseria e fame indotta dall'economia globale.
In ogni caso è vero che l'Italia da sola non può farsene carico, occorre che se ne occupi l'Europa e ancor più l'ONU e ogni stato, nella misura in cui gode della rapina sistematica in Africa e del terzo mondo, dovrà assumere le proprie responsabilità anche in fatto di accoglienza.

doxa

Nel gennaio del 1979 si svolse l'incontro tra il presidente Usa Jimmy Carter ed il presidente della Cina Deng Xiaoping, preludio alla normalizzazione  dei rapporti tra America e Cina. Durante l'incontro Carter affermò che gli Stati Uniti non potevano aprirsi al commercio con la Cina  perché  ai cittadini cinesi venivano negate alcune libertà, fra cui quella di emigrare. Deng replicò sorridendo: "Bene, signor Presidente. Quanti cinesi volete ? Un milione, Dieci milioni ? Trenta milioni ? "  Questo episodio è descritto nel libro "Weapons of mass migration", di Kelly Greenhill, il quale afferma che l'esodo di centinaia di migliaia di migranti  è come un'arma nelle mani di chi è in grado  di dirigerne il flusso, crea difficoltà insostenibili negli Stati che li accolgono e li costringe a concessioni che spesso non potrebbero essere ottenute in altri modi, perché chi li "attacca" è la parte più debole.

Negli anni presi in considerazione dalla sua ricerca, tra il 1951 ed il 2006, Greenhill documenta 64 casi in cui si è fatto ricorso allo strumento delle migrazioni di massa.

Due sono le modalità in cui si agisce: "invadere" un altro Stato con una quantità enorme di migranti attentando alla sua funzionalità; indurre  all'interno dello Stato soccombente un conflitto tra ideologie diverse, compromettendone unità e stabilità.

L'arma della migrazione è particolarmente efficace  con le nazioni liberaldemocratiche dell'Occidente, perché hanno tre virtù:

1. il loro impegno  nei confronti di principi etici, che vincola le opzioni praticabili.

2. La "trasparenza": permette al potenziale aggressore di accedere alle informazioni necessarie su forze e valori in campo.


3. La natura antagonistica della loro politica: qualunque sia la strategia seguita dal governo, l'opposizione la sottoporrà a critiche, esasperando le tensioni.

Per esempio Fidel Castro conosceva bene la politica americana e per tre volte l'ha manipolata aprendo e chiudendo la frontiera cubana, vuotando anche le carceri, a seconda delle risposte che riceveva dal governo statunitense.


I flussi migratori, inclusi quelli provocati da "agenti ostili" fanno parte della nostra quotidianità. Greenhill consiglia di gestirli come altre complicazioni della nostra vita associata. 

Fharenight

La grande e bella UE, la nostra manna dal cielo, il grande progetto di pace e amore tra le nazioni europee:  Francia, 'Inghilterra in combutta con gli USA del premio nobel per la pace, Obama, senza neppure avvisare l'Italia (che si sarebbe certamente opposta),  nel 2011 decidono di bombardare la Libia e destituire Gheddafi che finirà ucciso per mano dei ribelli.  Una Libia gettata nel caos e praticamente regalata ai clan islamici. Una Libia che negli anni '30 era stata conquistata dai brutti e cattivoni fascisti.
Libia che attualmente è a rischio di frammentazione, fulcro del traffico d'armi clandestino, a 400km dalla Sicilia e da dove partono giornalmente le navi clandestine cariche di migranti mandati ad invadere fino all'esasperazione l'Italia. La buona, servile e obbediente Italia che non ha mai alzato un dito per  rinfacciare la responsabilità per il danno anche economico causatale dalla brillante idea dei neocolonizzatori guerrafondai (che hanno sempre voluto spartirsi la Libia) ma democratici (liberté, egalité, fraternité). Libia dove pochi giorni fa si è recato invano Gentiloni per tentare un accordo coi governanti e fermare il flusso dei barconi carichi di clandestini.
Se l'Italia avesse governanti seri, dotati di dignità e di amore per il proprio Paese, deciderebbero di intervenire nell'unico modo pacificamente possibile: applicare le leggi internazionali per cui i naufraghi vanno soccorsi ed accompagnati al porto più vicino, non in Italia. Invece le nostre unita militari continuano senza ritegno a trasformarsi in una crociera di centinaia di Km verso il paese del bengodi. Tutto a spese dei cittadini italiani la cui economia muore ogni giorno di piú. Ma per le nostre anime belle sinistroidi va bene cosí.

paul11

Citazione di: altamarea il 05 Febbraio 2017, 10:52:31 AM
Nel gennaio del 1979 si svolse l'incontro tra il presidente Usa Jimmy Carter ed il presidente della Cina Deng Xiaoping, preludio alla normalizzazione  dei rapporti tra America e Cina. Durante l'incontro Carter affermò che gli Stati Uniti non potevano aprirsi al commercio con la Cina  perché  ai cittadini cinesi venivano negate alcune libertà, fra cui quella di emigrare. Deng replicò sorridendo: "Bene, signor Presidente. Quanti cinesi volete ? Un milione, Dieci milioni ? Trenta milioni ? "  Questo episodio è descritto nel libro "Weapons of mass migration", di Kelly Greenhill, il quale afferma che l'esodo di centinaia di migliaia di migranti  è come un'arma nelle mani di chi è in grado  di dirigerne il flusso, crea difficoltà insostenibili negli Stati che li accolgono e li costringe a concessioni che spesso non potrebbero essere ottenute in altri modi, perché chi li "attacca" è la parte più debole.

Negli anni presi in considerazione dalla sua ricerca, tra il 1951 ed il 2006, Greenhill documenta 64 casi in cui si è fatto ricorso allo strumento delle migrazioni di massa.

Due sono le modalità in cui si agisce: "invadere" un altro Stato con una quantità enorme di migranti attentando alla sua funzionalità; indurre  all'interno dello Stato soccombente un conflitto tra ideologie diverse, compromettendone unità e stabilità.

L'arma della migrazione è particolarmente efficace  con le nazioni liberaldemocratiche dell'Occidente, perché hanno tre virtù:

1. il loro impegno  nei confronti di principi etici, che vincola le opzioni praticabili.

2. La "trasparenza": permette al potenziale aggressore di accedere alle informazioni necessarie su forze e valori in campo.


3. La natura antagonistica della loro politica: qualunque sia la strategia seguita dal governo, l'opposizione la sottoporrà a critiche, esasperando le tensioni.

Per esempio Fidel Castro conosceva bene la politica americana e per tre volte l'ha manipolata aprendo e chiudendo la frontiera cubana, vuotando anche le carceri, a seconda delle risposte che riceveva dal governo statunitense.


I flussi migratori, inclusi quelli provocati da "agenti ostili" fanno parte della nostra quotidianità. Greenhill consiglia di gestirli come altre complicazioni della nostra vita associata.
E' vero, ed è per questo che mi chiedo dove stà la buonafede e la malafede di chi ci governa, non solo in Italia.
Da decenni le Filippine invitano la popolazione a migrare sovvenzionandoli.
I cinesi ,fateci caso, hanno già capitali in mano come arrivano e aprono attività commerciali: come fanno?

Si aprono flussi finanziari, perchè coloro che migrano rimandano al loro Paese di origine i guadagni e i prestiti statali per aprire attivtà.
E' così lampante. Francamente non so quale sia l'origine della speculazione, perchè è impossibile non vedere e avere i dati per chi sovraintende i dati migratori.
Potrei capire i motivi di Stati originari che finanziano le migrazioni, capisco meno chi li riceve se non costruisce regole .

Forse, è solo un'ipotesi, l'aver aperto alla globalizzazione si sta già risolvendo in contraccolpi.
Se l'apertura delle frontiere e dogane ha permesso a merci e capitali di viaggiare in modo indisturbato  o comunque meno controllata, è altrettanto vero che la quantità di persone  nell'unità di tempo così breve arrivata in Occidente ,crea pessioni notevoli da tutti i punti di vista. Regolare vorrebbe dire probabilmente contraddirsi, perchè il capitalismo impone liberalizzazione e abbattimento di tutto ciò che crea ostacoli e allora come capital ie merci ,così vanno e vengono persone .

Sono d'accordo che comunque così come è oggi è ingestibile e socialmente pericoloso, necessariamente va regolato

maral

Come è noto infatti la Costa d'Avorio è un vero paradiso, tranquillo e sereno, megli delle Seichelles (che sono pure a rischio cambiamento climatico) e nessuno rischia la vita in guerre, rivoluzioni, ribellioni o robe simili:
http://www.internazionale.it/tag/paesi/costa-davorio
Dunque chi scappa da lì, altro che richiedente asilo, non può che essere un avventuriero o un delinquente della peggior specie, a priori ovvio. chi non lo capisce.
Anzi io proporrei di aprire la Costa d'Avorio all'emigrazione dei nostri pensionati. Là troverebbero un ambiente naturale e sereno in cui passare tranquilli gli ultimi anni di vita, meglio che in Riviera, poi con pensioni che in Italia sarebbero sempre più miserabili là si vivrebbe di sicuro da nababbi. Magari si potrebbe pure fare uno scambio: tot pensionati italiani là, tot giovani ivoriani qua, che qui da noi più non si procrea (figuriamoci che la Confindustria già ha fatto sapere che se vogliamo andare avanti abbiamo bisogno di 300 mila immigrati l'anno nel Bel Paese! e finora, purtroppo per noi, una quota simile non è mai stata raggiunta.)
Chissà, magari poi, con lo scambio, vivremo tutti tranquilli, felici e contenti!

Discussioni simili (5)