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La mascherina a 50 cent

Aperto da anthonyi, 17 Maggio 2020, 09:47:05 AM

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sapa

Citazione di: Andrea Molino il 20 Maggio 2020, 01:20:20 AM
Propongo un'altra domanda:
Davvero pensate che sia meglio, tenere un pezzo di stoffa sottilissimo più volte tolto e rimesso per molte ore, rispetto a non farlo?

Ricordo che il nostro apparato respiratorio si è evoluto per milioni di anni senza mascherina, quindi è provvisto di ottime difese naturali, ma non funziona correttamente indossandola.
In particolare:
1) Pensare di fermare il virus con la stoffa, è come pensare di fermare le zanzare con un cancello
2) La mascherina, blocca l'espulsione della CO2 riducendo l'apporto di ossigeno e aumentando l'acidosi.
3) Il caldo-umido del fiato crea sul tessuto (o la carta) un perfetto terreno di coltura per qualunque agente patogeno
4) Indossare per lunghi periodi la mascherina, può dare mal di testa e sonnolenza

Tra gli esperti ci sono molte opinioni contrastanti, ma bisognerebbe valutare quali siano realmente gli "esperti".
Alcuni articoli sull'argomento:
https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=84689
https://www.money.it/indossare-mascherina-fa-male-effetti-collaterali-lungo-termine
Che portare al volto una maschera di stoffa possa non far bene, secondo me è abbastanza logico anche senza il supporto di pareri medici e di esperti vari. Non ho ancora sentito uno dirmi che tollera bene e senza fastidi la "museruola". Più che altro mi chiedo come possa non essersi ancora verificato qualche caso di rapina, approfittando del travisamento in volto, stile film western. Che questo lock down abbia spiazzato anche i ladri? Almeno, qualcosa di positivo....

Andrea Molino

No... è che c'è così poca liquidità in giro, che i delinquenti stanno ristrutturando l'attività: passano dal furto, allo strozzinaggio... ;)

Ipazia

Non solo i farmacisti. Ancor più alimentaristi e produttori e commercianti di detergenti e disinfettanti incravattano i clienti a suon di arcobaleni buonisti appesi in vetrina. Altro che società più solidale !? Agli "angeli del coronavirus" del S.Raffaele, per tutto ringraziamento, a giugno arriva la bella tegola del contratto della sanità privata (più sfavorevole di quello della sanità pubblica attualmente applicato). Impossibile non diventare cattivisti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

#18

Secondo me, per stabilire quale sia il giusto prezzo delle mascherine, ovvero la loro totale gratuità, sarebbe ragionevole distinguere tra i vari tipi di mascherine in commercio; regolandosi, cioè, a seconda della loro prevalente "finalità protettiva" (collettiva e/o individuale), così come indicativamente si evince dalla seguente tabella:
http://bayimg.com/gaNHgAagP

***
I)
LE MASCHERINE CHIRURGICHE
La mascherina n°1, cioè quella cosiddetta "chirurgica", ha:
- una funzione protettiva individuale davvero minima, bloccando solo il 20% degli "aerosol" provenienti dall'ambiente esterno;
- una funzione protettiva collettiva  massima, trattenendo all'interno pressochè tutti i "droplet" di chi la indossa.
Rendendola obbligatoria, in buona sostanza si tutela la salute collettiva della popolazione; ed infatti, se le indossassero ("correttamente") "tutti", nessuno potrebbe contagiare un altro.


Però, a mio parere, occorre tenere presente che le "mascherine chirurgiche" si suddividono a loro volta in due categorie; cosa che, secondo me, non viene adeguatamente evidenziata sui "media".

a)
Quelle "monouso", da pochi centesimi l'una; cioè, per capirci, quelle che da sempre gli ospedali mettono a disposizione dei visitatori (in grossi scatoloni) all'entrata dei reparti di terapia intensiva, per poi essere gettate in appositi cestini all'uscita:
http://bayimg.com/HaNHaaaGP
A mio parere, distribuire tale tipo di mascherine all'intera popolazione, sarebbe:
- una cosa impossibile, perchè ne servirebbero miliardi a settimana;
- un disastro ecologico per l'ambiente.
L'uso di tale tipo di mascherine, invece, può aver un senso per negozi, professionisti ecc., allo scopo di metterle eventualmente a disposizione dei clienti in visita, e poi gettarle via.

b)
Quelle "pluriuso", in stoffa; cioè, per capirci, quelle che da sempre gli ospedali mettono a disposizione dei chirurghi e degli infermieri (e che spesso, ora, vengono realizzate anche artigianalmente), le quali sono igienizzabili e/ lavabili dopo ogni uso prolungato in ambienti potenzialmente esposti al virus.
http://bayimg.com/GANhpAAgp
A mio parere, distribuire tale tipo di maschere all'intera popolazione, sarebbe invece opportuno e possibile, ed eviterebbe un disastro ecologico per l'ambiente; non avrebbe, invece, un senso per negozi, professionisti ecc., visto che sarebbe troppo oneroso e pericoloso per il titolare igienizzarle tutte di volta in volta.

***
II) LE MASCHERINE FFP ("Filtering Face Piece").
Al riguardo occorre distinguere:

a)
Le mascherine n°2, 3 e 4, cioè quelle delle classi di protezione FFP ("Filtering Face Piece"), senza "valvole espiratorie", hanno:
- una funzione protettiva individuale molto migliore di quella chirurgica, bloccando, a seconda della categoria, dall' 80% al 98% degli "aerosol" esterni;
- una funzione protettiva collettiva  identica a quella chirurgica, trattenendo all'interno pressochè tutti i "droplet" di chi la indossa.
Non è obbligatoria, ma, indossandola, in buona sostanza, si tutela sia la propria salute individuale, sia la salute degli altri; anche esse possono essere o meno riutilizzabili, ma, in genere, lo sono.
E' vero che, se tutti indossassero le mascherine chirurgiche, le FFP sarebbero sostanzialmente superflue; però, di fatto, poichè non tutti le indossano in tutte le circostanze, e, soprattutto, non tutti le indossano correttamente, una FFP, a mio parere, dà maggior sicurezza (se non altro "psicologica").

b)
Le mascherine n°5, e 6, cioè quelle delle classi di protezione FFP ("Filtering Face Piece") dotate di "valvola/e" espiratoria/e, hanno:
- una funzione protettiva individuale molto migliore di quella chirurgica, filtrando, a seconda della categoria, dall' 80% al 98% degli "aerosol" esterni (anche esse possono essere o meno riutilizzabili, ma, in genere, lo sono);
- una funzione protettiva collettiva  molto inferiore a quella chirurgica e alle FFP senza valvola, filtrando soltanto il 20% dell'espirazione e i "droplet" di chi la indossa;
Indossandola, in buona sostanza, si tutela ottimamente la propria salute individuale, ma molto poco la salute degli altri.

***
Premesso quanto sopra, e precisato che:
- le percentuali di filtraggio sono solo indicative;
- la pericolosità delle mascherine n°5, e 6 è alquanto controversa:
a mio parere se se potrebbero trarre le seguenti conclusioni:


CONCLUSIONI

1)
La mascherina del tipo n°I b), cioè quella cosiddetta "chirurgica" riutilizzabile, dovrebbe essere distribuita "gratuitamente" a tutta la popolazione, a carico dello Stato e/o delle Regioni, in quanto:
a)
Essendo precipuamente finalizzata non ad un interesse privato di protezione (che è minimo), bensì ad un interesse collettivo di protezione (che è massimo), mi sembra ragionevole ritenere che la relativa spesa non dovrebbe essere addossata al singolo cittadino.
b)
Mi sembra altresì ragionevole ritenere che, essendone stato reso obbligatorio l'uso, la relativa spesa non dovrebbe essere addossata al singolo cittadino.
c)
Infine, sono le mascherine più economiche, per cui l'onere dello Stato e delle Regioni, anche acquistandole all'estero o all'interno a prezzi di mercato, non sarebbe poi così insostenibile; nè verrebbero alterate le cosiddette "leggi di mercato".

2)
Quanto alle altre mascherine, per le "inverse" ragioni, a me sembra ragionevole che, salva restando la quota riservata al comparto di sanità, sicurezza e simili, le restanti possano essere liberamente vendute ai cittadini secondo i liberi prezzi di mercato; quanto a quelle con valvola, "qualora" se ne dovesse "effettivamente"  accertare la "pericolosità", la loro vendita dovrebbe invece essere vietata.


***

O, almeno, salvo mie ulteriori riflessioni al riguardo, a me pare che le cose dovrebbero essere poste, più o meno, in questi termini! ;)
***

InVerno

#19
Citazione di: anthonyi il 18 Maggio 2020, 11:53:25 AM
Citazione di: InVerno il 18 Maggio 2020, 07:23:34 AM
Trovo abbastanza comica l'idea che qualcuno dovrebbe "lanciarsi" nella produzione di dispositivi medicali di emergenza. Se questa epidemia è servita a capire qualcosa, ma proprio il minimo, dovrebbe essere che mascherine e altri dispositivi che possono essere necessari durante un emergenza dove la sicurezza dello stato è messa a rischio dovrebbero essere prodotti in loco e non importati dai cinesi o da chi altro.
Non ci dovrebbe essere nessun "lancio", dovrebbe essere un attività che lo stato protegge come di interesse strategico. Sta a vedere che se quest'estate scoppiano degli incendi in Cina, non avranno estintori da venderci, e ci faremo bruciare la casa.

Inverno, io condivido perfettamente quello che dici. Ti ricordo però che questo topic era nato come osservazione critica a una scelta insensata fatta dal governo, che ha peggiorato il problema della disponibilità di mascherine.
Il mio "lanciati" voleva essere la risposta provocatoria alla seguente frase di Jacopus:
"
Davvero un pezzo di stoffa sottilissima con due elastici dovrebbe costare più di 50 centesimi?"[/size]
nella quale il suddetto oltre a mettere in discussione le affermazioni di quei produttori che in Italia, effettivamente, si sono lanciati, e che dicono che con un prezzo di 50 cent non ci stanno nei costi, di fatto sottovalutava quegli aspetti di necessaria sicurezza sanitaria dei quali tu invece sembri essere più cosciente.[/size]
"
Non voglio giocare a "ok il prezzo è giusto", non so quanto è il costo di una mascherina, faccio notare che l'intero "ciclo" della mascherina è viziato, il problema non è il prezzo finale. Anche quei cosidetti italiani che si sono "lanciati" mi pare abbiano i capannoni in Cina. Io la mascherina la pago quanto devo pagarla e se non ho i soldi per pagarla resto a casa (?) ma voglio che si parta dal presupposto che la produzione è assicurata ad un regime tale che non permetta ad un mercato straniero a interferire, su dispositivi di emergenza, e che la filiera sia monitorata in modo tale che a qualcuno in questa catena non "scappi" uno zero di troppo mentre fa fattura. E' semplice penso :)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 23 Maggio 2020, 12:10:17 PM

Secondo me, per stabilire quale sia il giusto prezzo delle mascherine, ovvero la loro totale gratuità, sarebbe ragionevole distinguere tra i vari tipi di mascherine in commercio; regolandosi, cioè, a seconda della loro prevalente "finalità protettiva" (collettiva e/o individuale), così come indicativamente si evince dalla seguente tabella:
http://bayimg.com/gaNHgAagP

***
I)
LE MASCHERINE CHIRURGICHE
La mascherina n°1, cioè quella cosiddetta "chirurgica", ha:
- una funzione protettiva individuale davvero minima, bloccando solo il 20% degli "aerosol" provenienti dall'ambiente esterno;
- una funzione protettiva collettiva  massima, trattenendo all'interno pressochè tutti i "droplet" di chi la indossa.
Rendendola obbligatoria, in buona sostanza si tutela la salute collettiva della popolazione; ed infatti, se le indossassero ("correttamente") "tutti", nessuno potrebbe contagiare un altro.


Però, a mio parere, occorre tenere presente che le "mascherine chirurgiche" si suddividono a loro volta in due categorie; cosa che, secondo me, non viene adeguatamente evidenziata sui "media".

a)
Quelle "monouso", da pochi centesimi l'una; cioè, per capirci, quelle che da sempre gli ospedali mettono a disposizione dei visitatori (in grossi scatoloni) all'entrata dei reparti di terapia intensiva, per poi essere gettate in appositi cestini all'uscita:
http://bayimg.com/HaNHaaaGP
A mio parere, distribuire tale tipo di mascherine all'intera popolazione, sarebbe:
- una cosa impossibile, perchè ne servirebbero miliardi a settimana;
- un disastro ecologico per l'ambiente.
L'uso di tale tipo di mascherine, invece, può aver un senso per negozi, professionisti ecc., allo scopo di metterle eventualmente a disposizione dei clienti in visita, e poi gettarle via.

b)
Quelle "pluriuso", in stoffa; cioè, per capirci, quelle che da sempre gli ospedali mettono a disposizione dei chirurghi e degli infermieri (e che spesso, ora, vengono realizzate anche artigianalmente), le quali sono igienizzabili e/ lavabili dopo ogni uso prolungato in ambienti potenzialmente esposti al virus.
http://bayimg.com/GANhpAAgp
A mio parere, distribuire tale tipo di maschere all'intera popolazione, sarebbe invece opportuno e possibile, ed eviterebbe un disastro ecologico per l'ambiente; non avrebbe, invece, un senso per negozi, professionisti ecc., visto che sarebbe troppo oneroso e pericoloso per il titolare igienizzarle tutte di volta in volta.

***
II) LE MASCHERINE FFP ("Filtering Face Piece").
Al riguardo occorre distinguere:

a)
Le mascherine n°2, 3 e 4, cioè quelle delle classi di protezione FFP ("Filtering Face Piece"), senza "valvole espiratorie", hanno:
- una funzione protettiva individuale molto migliore di quella chirurgica, bloccando, a seconda della categoria, dall' 80% al 98% degli "aerosol" esterni;
- una funzione protettiva collettiva  identica a quella chirurgica, trattenendo all'interno pressochè tutti i "droplet" di chi la indossa.
Non è obbligatoria, ma, indossandola, in buona sostanza, si tutela sia la propria salute individuale, sia la salute degli altri; anche esse possono essere o meno riutilizzabili, ma, in genere, lo sono.
E' vero che, se tutti indossassero le mascherine chirurgiche, le FFP sarebbero sostanzialmente superflue; però, di fatto, poichè non tutti le indossano in tutte le circostanze, e, soprattutto, non tutti le indossano correttamente, una FFP, a mio parere, dà maggior sicurezza (se non altro "psicologica").

b)
Le mascherine n°5, e 6, cioè quelle delle classi di protezione FFP ("Filtering Face Piece") dotate di "valvola/e" espiratoria/e, hanno:
- una funzione protettiva individuale molto migliore di quella chirurgica, filtrando, a seconda della categoria, dall' 80% al 98% degli "aerosol" esterni (anche esse possono essere o meno riutilizzabili, ma, in genere, lo sono);
- una funzione protettiva collettiva  molto inferiore a quella chirurgica e alle FFP senza valvola, filtrando soltanto il 20% dell'espirazione e i "droplet" di chi la indossa;
Indossandola, in buona sostanza, si tutela ottimamente la propria salute individuale, ma molto poco la salute degli altri.

***
Premesso quanto sopra, e precisato che:
- le percentuali di filtraggio sono solo indicative;
- la pericolosità delle mascherine n°5, e 6 è alquanto controversa:
a mio parere se se potrebbero trarre le seguenti conclusioni:


CONCLUSIONI

1)
La mascherina del tipo n°I b), cioè quella cosiddetta "chirurgica" riutilizzabile, dovrebbe essere distribuita "gratuitamente" a tutta la popolazione, a carico dello Stato e/o delle Regioni, in quanto:
a)
Essendo precipuamente finalizzata non ad un interesse privato di protezione (che è minimo), bensì ad un interesse collettivo di protezione (che è massimo), mi sembra ragionevole ritenere che la relativa spesa non dovrebbe essere addossata al singolo cittadino.
b)
Mi sembra altresì ragionevole ritenere che, essendone stato reso obbligatorio l'uso, la relativa spesa non dovrebbe essere addossata al singolo cittadino.
c)
Infine, sono le mascherine più economiche, per cui l'onere dello Stato e delle Regioni, anche acquistandole all'estero o all'interno a prezzi di mercato, non sarebbe poi così insostenibile; nè verrebbero alterate le cosiddette "leggi di mercato".

2)
Quanto alle altre mascherine, per le "inverse" ragioni, a me sembra ragionevole che, salva restando la quota riservata al comparto di sanità, sicurezza e simili, le restanti possano essere liberamente vendute ai cittadini secondo i liberi prezzi di mercato; quanto a quelle con valvola, "qualora" se ne dovesse "effettivamente"  accertare la "pericolosità", la loro vendita dovrebbe invece essere vietata.


***

O, almeno, salvo mie ulteriori riflessioni al riguardo, a me pare che le cose dovrebbero essere poste, più o meno, in questi termini! ;)
***

Eutidemo, non serve differenziare tra mascherine perché in realtà l'unica a prezzo controllato è quella base, cioè la chirurgica usa e getta che, purtroppo, non può costare pochi centesimi perché i costi di tutte le materie prime necessarie si sono moltiplicati.
Se poi lo stato vuole farle arrivare al consumatore a prezzo politico faccia pure, ma non pretendendo che gli imprenditori lavorino in perdita, in fondo tanti medicinali vengono presi in farmacia pagando un ticket, perché poi la differenza la mette lo stato.

Eutidemo

Arcuri, qualche ora fa, ha dichiarato: "Il nostro banco di prova della prima macchina di produzione di mascherine ha terminato il suo lavoro e ha iniziato a produrre le mascherine. Ne produrrà 2 milioni a settimana, sono chirurgiche di tipo 2. Sono un prodotto assolutamente in linea con i requisiti sanitari e con questa produzione da settembre potremo avere 20 milioni di mascherine al giorno e poco dopo fino a 31 milioni", ha aggiunto Arcuri.
Dopo di che ha anche esibito la mascherina in questione, come si vede nel LINK che segue:
http://bayimg.com/iANHjaaGp
Cioè, questa:
http://bayimg.com/IaNhKaAgP

***
Come non molti sanno, tutti i tipi di "mascherine chirurgiche" vengono testate "esclusivamente" nel senso dell'"espirazione", ossia dall'interno verso l'esterno; ed infatti, per esse, non è prevista alcuna protezione per chi le indossa (se non in senso indiretto, e, quindi, molto relativo).

***
Se, poi, vogliamo entrare in maggiori dettagli, i "test" valutano l'efficacia della filtrazione batterica verso l'esterno e permettono di stabilire la conformità delle mascherine alla "Normativa europea EN 14683", in base alla quale il livello di efficacia di una mascherina può essere di quattro tipi: tipo I, tipo II, tipo IR e tipo IIR.
Vale a dire:
- Tipo I: efficacia di filtrazione batterica verso l'esterno superiore al 95%.
- Tipo II: efficacia di filtrazione batterica verso l'esterno superiore al 98%.
Inoltre, la normativa europea prevede anche un test di resistenza alla proiezione, in base al quale le mascherine possono essere di tipo IR e IIR (che sono quelle più resistenti).

***
In ogni caso, tanto per fare un piccolo esperimento domestico, con lo stimolo di un po' di peperoncino in polvere,  ho provato:
- a starnutire  davanti ad uno specchio indossando una mascherina chirurgica (ignoro di quale tipo), e neanche una goccia ha macchiato lo specchio;
- a starnutire  sul lato esterno di una mascherina chirurgica, e, quando l'indossata, ho sentito il naso bagnato;
- a starnutire  sul lato esterno di una mascherina una FFP2, e, quando l'indossata, dentro era asciutta.
Tanto per farmi un'idea personale!

***
Arcuri ha detto che verranno prodotte mascherine chirurgiche "di tipo 2", senza però precisare se  di tipo IR o IIR; dall'immagine, direi che sembrano del tipo IIR, ma non ne sono sicuro.
Vedendole, però, mi sembra che si tratti di una tipologia "riutilizzabile", se non all'infinito (come neanche le FFP), quantomeno per parecchie volte, lavandole o semplicemente disinfettandole col semplice metodo illustrato nel seguente LINK:
http://bayimg.com/iAnhMaagP

***
D'altronde, Arcuri, almeno per ora, ha dichiarato che se ne produrranno solo 2 milioni a settimana, promettendo che da settembre potremo averne 20 milioni e poco dopo fino a 31 milioni; per cui, anche ammesso che la promessa venga mantenuta, se si trattasse di mascherine "monouso", secondo me non sarebbero comunque  sufficienti.

***
Ed infatti, visto che, in regime normale, ogni giorno circa 45 milioni di Italiani su 60 escono di casa per andare a lavorare, a scuola, a fare la spesa, e a compiere altre svariate attività che comportano il contatto con altre persone, se al loro ritorno dovessero tutti cestinare la loro mascherina giornaliera, è aritmeticamente evidente che ce ne servirebbero MILIARDI; e, comunque, la nettezza urbana  si troverebbe in enorme difficoltà a smaltirle tutte in modo adeguato (ammesso che la cosa sia possibile).
Peraltro, Arcuri non ha neanche precisato se tali mascherine siano o meno "biodegradabili"; perchè, se non lo fossero, il problema sarebbe ancora più grave.

***
Ciò premesso, insisto nel ribadire che, se già non è previsto:
- la produzione dovrebbe essere indirizzata verso la mascherina del tipo n°I b), cioè quella cosiddetta "chirurgica riutilizzabile";
- dovrebbe essere distribuita "gratuitamente" o a "prezzi calmierati" a tutta la popolazione, a carico dello Stato e/o delle Regioni.
Però, Stato e Regioni, le dovrebbero acquistare a prezzi di mercato, dalle aziende produttrici (italiane o estere); ovvero, dovrebbero "scontare" la differenza del "prezzo calmierato" al consumo, in modo tale che chi le rivende al dettaglio non debba rimetterci.

***

Eutidemo


COROLLARIO
Ovviamente il costo delle "mascherine riutilizzabili" è superiore a quello delle "mascherine monouso"; però, per verificare (almeno sotto il profilo economico) quale sia il tipo più conveniente, occorre confrontare il "costo pro-capite" a fronte del "periodo di utilizzabilità".
Ed infatti, si seguano i seguenti esempi (del tutto ipotetici):


PRIMO ESEMPIO
a)
Una "mascherina monouso" costa 10 centesimi, ma dura un giorno solo (8 ore d'uso esposta a possibili contaminazioni), per cui, dopo 10 giorni, dieci mascherine vengono a costare 100 centesimi (un euro)
b)
Una "mascherina riutilizzabile" costa 50 centesimi, ma dura dieci giorni (ogni giorno 8 ore d'uso esposta a possibili contaminazioni, ma poi igienizzata), per cui, dopo 10 giorni, il costo d'uso resta di 50 centesimi.


SECONDO ESEMPIO
a)
Una "mascherina monouso" costa 5 centesimi, ma dura un giorno solo (8 ore d'uso esposta a possibili contaminazioni), per cui, dopo 10 giorni, dieci mascherine vengono a costare 50 centesimi .
b)
Una "mascherina riutilizzabile" costa 100 centesimi (un euro), ma dura dieci giorni (ogni giorno 8 ore d'uso esposta a possibili contaminazioni, ma poi igienizzata), per cui, dopo 10 giorni, viene a costare 100 centesimi (un euro).

***
Io ritengo più probabile, in generale, il primo paradigma; comunque, in concreto, penso che la convenienza a produrre un tipo di mascherina piuttosto che un altro, dipenda precipuamente (ma non solo) da tale tipo di calcolo.
Però non mi risulta che nessuno, finora, lo abbia pubblicamente fatto
***




InVerno

Citazione di: Eutidemo il 24 Maggio 2020, 14:00:37 PM
penso che la convenienza a produrre un tipo di mascherina piuttosto che un altro, dipenda precipuamente (ma non solo) da tale tipo di calcolo.
La mascherina monouso ha un costo occulto (mica tanto) per l'ambiente, già possiamo immaginarci i titoli del prossimo anno,"trovata isola di mascherine in mezzo al pacifico". In europa non eravamo stati tanto intelligenti da aver vietato la plastica monouso? Il monouso è conveniente solo se non si conteggia lo smaltimento e la co2 emessa per la produzione. Ma già mi immagino che suddetta critica sarà bypassata dall'adozione di prodotti "biodegradabili" (senza specificare in quanti anni e a quali condizioni). L'opzione intelligente sarebbe una mascherina capace di durare più mesi con un kit di manutenzione\disinfezione e istruzioni del caso, costi anche 30 volte.Il monouso o il "qualche uso" è una roba che nel 2020 non ha spazio di esistere in un mondo sull'orlo del collasso ecologico.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo


Ciao InVerno :)
Hai perfettamente ragione!
Ed infatti:

1)
La mascherina monouso ha un "costo economico" solo apparentemente inferiore a quello della mascherina monouso; ed infatti, come nel mio precedente esempio, si risparmia molto di più a produrre e ad acquistare una mascherina pluriuso che dura qualche settimana, piuttosto che dover consumare una mascherina monouso al giorno.
Chi mai si comprerebbe una lampadina dal costo supereconomico di 5 centesimi, se poi il giorno dopo è già fulminata, e va sostituita?

2)
La mascherina monouso, inoltre, come giustamente rimarchi tu, se distribuita a tappeto all'intera popolazione, avrebbe un "costo ecologico" terrificante, perchè significherebbe avvelenare ulteriormente il nostro pianeta; a meno che, ovviamente, non sia costituita da materiale "biodegradabile" (però, visto che nessuno ne parla, presumo che non lo sia).

***
L'uso delle mascherine monouso, invece, può aver un senso per i luoghi aperti al pubblico (ad es.negozi, barbieri, uffici, studi professionali ecc.), allo scopo di metterle eventualmente a disposizione dei clienti in visita che ne siano sprovvisti; per poi gettarle via quando costoro se ne vanno.
Così come è sempre avvenuto negli ospedali, che, da sempre, le mettono a disposizione dei visitatori (in grossi scatoloni) all'entrata dei reparti di terapia intensiva; per poi gettarle via in appositi cestini all'uscita.

***
Un saluto :)

anthonyi

Ciao Eutidemo, parlando di situazioni concrete, dalle mie parti la mascherina monouso diventa multiuso, basta disinfettarla con un po' di alcool, almeno finchè non si rompe.

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 25 Maggio 2020, 07:42:30 AM
Ciao Eutidemo, parlando di situazioni concrete, dalle mie parti la mascherina monouso diventa multiuso, basta disinfettarla con un po' di alcool, almeno finchè non si rompe.

Concordo. Perchè ingrassare i pescecani della speculazione capitalistica ? Escluse ovviamente le situazioni di rischio VERO e non mediatico: ospedali e RSA. Incluse forme protettive più efficaci per operatori e assistiti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Eutidemo il 25 Maggio 2020, 06:21:59 AM

Chi mai si comprerebbe una lampadina dal costo supereconomico di 5 centesimi, se poi il giorno dopo è già fulminata, e va sostituita?
Praticamente tutti, purtroppo, è il motivo per cui la Cina ha decuplicato il PIL negli anni, vendendo prodotti ad obsolescenza programmata. Ragionare sul lungo periodo è altamente sconsigliato dalla pubblicità e dalle pratiche di consumo, potrebbe in alcuni casi (secondo il foglietto illustrativo) infatti portare al recupero di preziose diottrie utilizzabili nelle proprie scelte di consumo\investimento. In questo caso al posto della pubblicità c'è la "frenesia ipocondrica". Le individuali e meritoree azioni demandate ai singoli individui hanno lo stesso impatto di un peto nell'atmosfera, anche i piatti di plastica possono essere lavati, ma guardacaso hanno dovuto bandirli.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo


Ciao Anthony. :)
Adottando il semplice metodo di disinfezione da me illustrato nel mio precedente post, in effetti, anche a me pare che si possa "riutilizzare" più volte anche una semplice "mascherina chirurgica":
http://bayimg.com/kaNhoaagp

***
Questo, però, dipende anche dal tipo di "mascherina chirurgica" di cui si dispone, perchè non sono sicuro che il mio metodo possa funzionare per tutte; e non voglio certo dare informazioni che, poi, magari, potrebbero risultare pericolose.

***
Ed infatti, sul "bugiardino" di alcuni tipi di "mascherine chirurgiche", c'è scritto perentoriamente: "MONOUSO - è assolutamente sconsigliato riutilizzare questa maschera, anche se sanificata."
Non saprei dire il perchè, ma non vorrei che si corressero rischi inutili.

***
Quella che Arcuri esibisce in pubblico, all'apparenza a me sembra "igienizzabile", se non addirittura "lavabile"; ma, se è così, perchè lui non lo dice chiaramente?
Forse lo ha detto, ed a me è sfuggito!

***
E' ovvio, comunque, che una "mascherina chirurgica", anche se di tipo "IIR", può rompersi e lacerarsi più facilmente di una "mascherina FFP2", come ho avuto modo di sperimentare di persona, possedendo entrambe le tipologie; però penso che prima di rompersi debba comunque essere stata usata più di una volta.

***
Un saluto! :)

Lou

#29
<<il titolo del topic lo vedete in alto, per informazioni sanitarie sui metodi di utilizzo delle mascherine (OT), se si continua, chiudo il topic e lo cestino, senza entrare nel merito, per info su metodi di utilizzo trovatevi altre spiagge>>
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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